A conclusione di una settimana pesantissima, la peggiore da quando seguo per lavoro la Formula Uno, provo a mettere un po’ d’ordine nei pensieri e nelle idee, una volta ammirata la prova di forza della Ferrari qui sulle Ardenne, con tanto di riscatto di Kimi (chi vince a Spa è sempre un fuoriclasse, come testimonia l’albo d’oro del Gran Premio del Belgio).
In sintesi.
1) Chi legge questo blog o i miei articoli su Carlino-Giorno-Nazione so che io ho fatto fatica ad accettare l’idea che Ron Dennis, in quando leader della McLaren, fosse coinvolto nella disgustosa vicenda delle spie. Mi sembrava improbabile, nonchè incompatibile con la storia del personaggio e della scuderia.
2) Le prove pubblicate dopo la sentenza di Parigi sono rovinosamente inequivocabili. Esse dimostrano, senza possibilità di interpretazione alternativa, che in McLaren tutti sapevano e tutti erano ben contenti di sfruttare il lavoro degli ingegneri della Ferrari. Questo è vergognoso e non c’è paragone che tenga con il passato, con i team che studiano le foto della macchina di un altro team o con l’intercettazione delle conversazioni via radio ai box. Robetta da niente, al confronto.
3) Qui, scientificamente, c’era una organizzazione che, tramite lo spione Stepney, raccoglieva in tempo reale le informazioni dall’Italia e le sperimentava sulla McLaren. E’ incredibile, ma è vero.
4) Se Ron Dennis, come continua penosamente a ripetere, non sapeva niente, beh, allora deve andare immediatamente in pensione. Se non sapeva niente, all’interno del suo team conta esattamente quanto me medesimo, cioè meno di niente. Se non sapeva niente, se è stato raggirato, è una marionetta.
Se sapeva, deve sparire dalla circolazione. Immediatamente.
5) Alonso esce malissimo dalla vicenda. Si è trasformato nel Tommaso Buscetta dell’automobilismo, diventando il super pentito della situazione. In cambio, ha ottenuto l’amnista. E Mosley l’ha indicato come esempio di fulgida onestà! Ma scherziamo? L’onestà non può essere come una luce ad intermittenza. Lo spagnolo non provava vergogna, quando scriveva certe cose a De La Rosa, guidando di fatto la cospirazione? Ma per piacere.
6) Adesso in F1 i motori sono congelati, cioè non possono più essere sviluppati nell’arco della stagione. Cosa conta, allora? L’aerodinamica. L’uso delle gomme. La distribuzione dei pesi. Il ripartitore di frenata. La strategia di gara. Guarda un po’: queste sono le cose sulle quali Alonso e De la Rosa e la McLaren lavoravano, d’intesa con la premiata ditta Coughlan-Stepney.
7) So bene che in Italia (ma anche nel resto del mondo) molti trovano inammissibile che ad Alonso (e pure ad Hamilton, sebbene delle conoscenze dii Lewis nulla sia stato reso pubblico) sia stato concesso il perdono. E molti si chiedono come mai la Ferrari si sia detta ‘contenta’ della sentenza. Non è una spiegazione difficile: con i soli elementi in mano alla magistratura italiana, sarebbe finita come a luglio, cioè con l’assoluzione della McLaren. Ci volevano prove indiscutibili. E Alonso le ha fornite, barattando l’immunità con la verità sullo scandalo. Ecco perchè la Ferrari, cui premeva dimostrare di essere vittima di un colossale raggiro, ha accettato l’idea di Mosley di puntare sulla amnistia. Si faceva la stessa cosa con i pentiti di mafia, ricordate?
8) Sui motivi dell’atteggiamento di Alonso-Buscetta, ognuno è libero di dire la sua. Un rigurgito di onestà, per dirla con Mosley? La volontà di vendicarsi di Dennis, sospettato di preferirgli Hamilton? Altro? Non so: resta evidente che Fernando ha pensato al suo interesse. Una vera volpe. Ma prima o poi tutte le volpi finiscono in pellicceria.
9) Quello che non si potrà perdonare alla McLaren è avere sporcato un campionato che, al netto dello scandalo, sarebbe stato affascinante. 14 Gp, sette vittorie a testa di qua e di là, un equilibrio raro nelle cronache recenti. Non sapremo mai fino a che punto i risultati di Alonso e di Hamilton siano stati favoriti dalla truffa. Che vergogna.
10) Infine, questo Gp del Belgio. Dove l’aderenza conta meno, la Ferrari è superiore. Raikkonen è stato davanti a Massa perchè su questa pista ha quel qualcosina in più, come sulle Ardenne ce l’avevano Senna e Prost. Trovo ridicolo che Felipe, adesso, esclusa di mettersi al servizio del biondino nelle tre corse che restano, come se avesse lui ancora qualche remotissima chance. Il campionato piloti riguarda il Pentito e il Nero, ma se Kimi ha una possiiblità, beh, la famiglia Todt deve scordarsi dei contratti di Felipe e provare a dargli una mano.
PS. Se la McLaren si azzarda a fare appello, la buttano fuori anche dalla classifica individuale.