PERCHE’ LA DUCATI E’ MEGLIO DELLA FERRARI

26 Settembre 2007

C’è qualcosa di romantico, in questa strepitosa conquista mondiale del marchio Ducati, della azienda Ducati, della intelligenza Ducati. Qualcosa che rimanda direttamente alle radici di una terra, l’Emilia grassa e dotta, che ha saputo fare del motore e dei saperi collegati al motore una impresa, nel senso autentico ma anche metaforico del termine.
Adesso, si capisce, si sprecheranno i paragoni con la Ferrari: in fondo da Borgo Panigale a Maranello la distanza è minima, a primavera il percorso è buono per una gita in bicicletta. Eppure, tra tante analogie (non solo geografiche: a suo tempo Piero Ferrari, il figlio del Drake, ha contribuito con le sue idee al rilancio della Rossa a due ruote) spicca, oggi, una differenza. Questa: per storia e per tradizione, il Cavallino è ‘obbligato’ a vincere, qualunque sia lo spessore della concorrenza: non esiste complesso di inferiorità in pista, per la Signora della Velocità.
La Ducati, no. La Ducati ha lanciato la sfida ai colossi giapponesi, la sfida di Davide a Golia, ben conoscendo l’enorme diversità delle dimensioni, economiche e produttive. Non c’era e non poteva esserci, per la gente di Borgo Panigale, il ‘dovere’ della vittoria: anzi, la logica fredda dei numeri suggeriva un epilogo inevitabile, favorevole alla Honda o alla Yamaha.
Diranno gli esperti, davanti al capolavoro iridato del marchio emiliano, che, sì, certo, va bene la poesia della Terra dei Motori, però qui è stata determinante la…prosa australiana di Stoner, per tacere delle gomme nipponiche marchiate Bridgestone. Per carità, è vero: ma dentro e dietro la storia della Ducati mondiale c’è la forza di una competenza che da locale si trasforma in globale. Gli americani, che se ne intendono, sostengono che il futuro è ‘glocal’, non ‘global’: se ti manca la cultura delle origini, sei perduto.
Tutto questo Valentino Rossi non lo ha capito, quando, a suo tempo, non ha preso in considerazione l’ipotesi di salire in sella ad una moto italianissima. Perdendo così l’opportunità di raccogliere, oltre trent’anni dopo, l’eredità di Giacomo Agostini, l’eroe della Mv Agusta…

KIMI, IL SUPER PENTITO ALONSO E L’ULTIMA VERGOGNA

16 Settembre 2007

A conclusione di una settimana pesantissima, la peggiore da quando seguo per lavoro la Formula Uno, provo a mettere un po’ d’ordine nei pensieri e nelle idee, una volta ammirata la prova di forza della Ferrari qui sulle Ardenne, con tanto di riscatto di Kimi (chi vince a Spa è sempre un fuoriclasse, come testimonia l’albo d’oro del Gran Premio del Belgio).
In sintesi.
1) Chi legge questo blog o i miei articoli su Carlino-Giorno-Nazione so che io ho fatto fatica ad accettare l’idea che Ron Dennis, in quando leader della McLaren, fosse coinvolto nella disgustosa vicenda delle spie. Mi sembrava improbabile, nonchè incompatibile con la storia del personaggio e della scuderia.
2) Le prove pubblicate dopo la sentenza di Parigi sono rovinosamente inequivocabili. Esse dimostrano, senza possibilità di interpretazione alternativa, che in McLaren tutti sapevano e tutti erano ben contenti di sfruttare il lavoro degli ingegneri della Ferrari. Questo è vergognoso e non c’è paragone che tenga con il passato, con i team che studiano le foto della macchina di un altro team o con l’intercettazione delle conversazioni via radio ai box. Robetta da niente, al confronto.
3) Qui, scientificamente, c’era una organizzazione che, tramite lo spione Stepney, raccoglieva in tempo reale le informazioni dall’Italia e le sperimentava sulla McLaren. E’ incredibile, ma è vero.
4) Se Ron Dennis, come continua penosamente a ripetere, non sapeva niente, beh, allora deve andare immediatamente in pensione. Se non sapeva niente, all’interno del suo team conta esattamente quanto me medesimo, cioè meno di niente. Se non sapeva niente, se è stato raggirato, è una marionetta.
Se sapeva, deve sparire dalla circolazione. Immediatamente.
5) Alonso esce malissimo dalla vicenda. Si è trasformato nel Tommaso Buscetta dell’automobilismo, diventando il super pentito della situazione. In cambio, ha ottenuto l’amnista. E Mosley l’ha indicato come esempio di fulgida onestà! Ma scherziamo? L’onestà non può essere come una luce ad intermittenza. Lo spagnolo non provava vergogna, quando scriveva certe cose a De La Rosa, guidando di fatto la cospirazione? Ma per piacere.
6) Adesso in F1 i motori sono congelati, cioè non possono più essere sviluppati nell’arco della stagione. Cosa conta, allora? L’aerodinamica. L’uso delle gomme. La distribuzione dei pesi. Il ripartitore di frenata. La strategia di gara. Guarda un po’: queste sono le cose sulle quali Alonso e De la Rosa e la McLaren lavoravano, d’intesa con la premiata ditta Coughlan-Stepney.
7) So bene che in Italia (ma anche nel resto del mondo) molti trovano inammissibile che ad Alonso (e pure ad Hamilton, sebbene delle conoscenze dii Lewis nulla sia stato reso pubblico) sia stato concesso il perdono. E molti si chiedono come mai la Ferrari si sia detta ‘contenta’ della sentenza. Non è una spiegazione difficile: con i soli elementi in mano alla magistratura italiana, sarebbe finita come a luglio, cioè con l’assoluzione della McLaren. Ci volevano prove indiscutibili. E Alonso le ha fornite, barattando l’immunità con la verità sullo scandalo. Ecco perchè la Ferrari, cui premeva dimostrare di essere vittima di un colossale raggiro, ha accettato l’idea di Mosley di puntare sulla amnistia. Si faceva la stessa cosa con i pentiti di mafia, ricordate?
8) Sui motivi dell’atteggiamento di Alonso-Buscetta, ognuno è libero di dire la sua. Un rigurgito di onestà, per dirla con Mosley? La volontà di vendicarsi di Dennis, sospettato di preferirgli Hamilton? Altro? Non so: resta evidente che Fernando ha pensato al suo interesse. Una vera volpe. Ma prima o poi tutte le volpi finiscono in pellicceria.
9) Quello che non si potrà perdonare alla McLaren è avere sporcato un campionato che, al netto dello scandalo, sarebbe stato affascinante. 14 Gp, sette vittorie a testa di qua e di là, un equilibrio raro nelle cronache recenti. Non sapremo mai fino a che punto i risultati di Alonso e di Hamilton siano stati favoriti dalla truffa. Che vergogna.
10) Infine, questo Gp del Belgio. Dove l’aderenza conta meno, la Ferrari è superiore. Raikkonen è stato davanti a Massa perchè su questa pista ha quel qualcosina in più, come sulle Ardenne ce l’avevano Senna e Prost. Trovo ridicolo che Felipe, adesso, esclusa di mettersi al servizio del biondino nelle tre corse che restano, come se avesse lui ancora qualche remotissima chance. Il campionato piloti riguarda il Pentito e il Nero, ma se Kimi ha una possiiblità, beh, la famiglia Todt deve scordarsi dei contratti di Felipe e provare a dargli una mano.
PS. Se la McLaren si azzarda a fare appello, la buttano fuori anche dalla classifica individuale.

ALONSO, ECCO LE E MAIL DELLO SCANDALO

14 Settembre 2007

Ecco, di seguito, le e mail dello scandalo. Dimostrano che, sin da marzo, Fernando Alonso sapeva tutto: di Stepney, dei segreti Ferrari, persino dei pit stop in gara di Raikkonen e Massa. E’ giusto che lo spagnolo sia stato graziato da Max Mosley? Fate un po’ voi!
LA DISTRIBUZIONE DEI PESI.
21 marzo 2007. ore 9,57.
DE LA ROSA scrive a COUGHLAN. Ciao Mike, cosa sai della distribuzione dei pesi sulla macchina rossa? Per noi sarebbe importante saperlo, domani facciamo una prova con il simulatore…
25 marzo 2007 ore 01,43
DE LA ROSA scrive ad ALONSO per spiegargli che la distribuzione dei pesi della Ferrari garantiva a Raikkonen e Massa, nel Gp d’Australia disputato il 18 marzo, un vantaggio di due decimi al giro.
25 marzo 2007 ore 12,31
ALONSO scrive a DE LA ROSA: La distribuzione dei pesi della Ferrari mi sorprende. Non so se (l’informazione, ndr) sia al 100% affidabile, ma merita attenzione.
25 marzo 2007 ore 13,02
DE LA ROSA scrive ad ALONSO: Tutte le informazioni sulla Ferrari sono affidabili. Arrivano da Nigel Stepney, il loro ex capo meccanico. Io non so che ruolo occupi adesso là. E’ la stessa persona che in Australia ci ha avvisati che Kimi si sarebbe fermato al diciottesimo giro per fare rifornimento. E’ molto amico di Mike Coughlan, il nostro Capo Designatore ed è stato lui ad informarlo.

L’AERODINAMICA
25 marzo 2007
DE LA ROSA scrive ad ALONSO: Abbiamo provato una ala posteriore flessibile che è una copia del sistema che noi pensiamo utilizzi la Ferrari.

IL GONFIAGGIO DELLE GOMME
25 marzo 2007
DE LA ROSA scrive ad ALONSO. Abbiamo identificato un gas che la Ferrari usa per gonfiare l gomme così da ridurre le temperature interne e il blistering. Lo proveremo, è facile!
25 marzo 2007
ALONSO scrive a DE LA ROSA: E’ molto importante provare questo gas, loro (la Ferrari, ndr) hanno qualcosa di differente da tutti gli altri, non solo da quest’anno…C’è qualcosa e può essere la chiave. Speriamo di poterlo testare (il gas per le gomme, ndr) e questa per noi deve essee una priorità.
25 marzo 2007
DE LA ROSA scrive ad ALONSO: Hai ragione al 100%, dobbiamo fare la prova subito!

LA FRENATA
25 marzo 2007
DE LA ROSA scrive ad ALONSO. Per le informazioni che abbiamo, crediamo che il sistema di frenata della Ferrari sia simile al nostro.
12 aprile 2007
DE LA ROSA scrive a COUGHLAN: Puoi spiegarmi come funziona il ripartitore di frenata della Ferrari? Possono (Massa e Raikkonen, ndr) azionarlo dall’interno dell’abitacolo?
14 aprile 2007
COUGHLAN scrive a DE LA ROSA. Stiamo cercando qualcosa di simile.

I PIT STOP
Non solo per il Gp di Australia: anche in Malesia, Bahrain e Spagna la McLaren conosceva la strategia di gara che la Ferrari avrebbe usato, grazie a informazioni che Stepney, dall’Italia, passava a Coughlan.

MCLAREN, NESSUNO TOCCHI CAINO. FERRARI, MEGLIO PIANTARLA QUI

13 Settembre 2007

Finisce in un pareggio. La Ferrari di Montezemolo e di Todt conquista il suo dodicesimo mondiale: la McLaren è ufficialmente fuori dal campionato costruttori, ha barato e paga con l’azzeramento dei punti conquistati. Ma, per la serie ‘nessuno tocchi Caino’, Hamilton e Alonso se la sfangano: i loro risultati resistono alla tempesta dello scandalo. Motivo: il Diavolo Nero (ieri intervenuto in aula, qui nella piazza della ghigliottina, la Piazza della Concordia) e lo spagnolo hanno aiutato chi indagava e d’altronde era stata la Fia a garantire l’impunità a chi avesse collaborato.
Morale: Ron Dennis viene sputtanato e simbolicamente scaraventato nella Senna, dovrà pure pagare una ammenda da cento milioni di dollari e perde tutti i premi riservati al team. Il Consiglio Mondiale ritiene provato l’imbroglio, c’è stata una frode, gli ingegneri della scuderia motorizzata Mercedes hanno sfruttato il lavoro degli ingegneri del Cavallino. Questo appunto dice la sentenza, addirittura esponendo la McLaren ad una ipotetica sanzione ulteriore. Poiché Stepney, l’ex capo meccanico infedele, passò a Coughlan, braccio destro di Dennis, anche gli schemi della Rossa che verrà, quella del 2008, beh, la prossima Freccia d’Argento verrà sottoposta a rigoroso esame preventivo. Non si sa mai: magari questi qui copiano ancora…
IL GIUDIZIO. Al netto di appelli annunciati e comunque ormai di scarso interesse, forse questo era l’unico verdetto possibile. Umiliare la McLaren Mercedes (ora Dennis potrebbe dimettersi e vendere tutto ai tedeschi) con una squalifica ‘senza se e senza ma’, come pareva probabile a metà pomeriggio, significava distruggere il giocattolo. Nemmeno la Juve di Calciopoli è stata spedita in C2! E chi se la sentiva di reggere una causa civile davanti ad un tribunale londinese o parigino, sulla base di prove emerse in una inchiesta penale, quella della Procura di Modena, ancora in embrione? E’ stato Bernie Ecclestone, l’uomo che pensa agli affari, a far ragionare chi doveva giudicare. La sanzione c’è, è pesantissima sul piano morale, finanziario e sportivo.
Demolire la leadership di Hamilton e di Alonso era troppo: in fondo, la Ferrari sta dietro perché si è rotta troppo spesso in pista…
TODT CONTENTO MA… Adesso che il Gran Premio degli avvocati è finito, ci sta di dirlo: Montezemolo non ne poteva più. Voleva giustizia, non vendetta. Invece Jean Todt, che si è sentito raggirato sul piano umano da Dennis, aveva un atteggiamento comprensibilmente più drastico. Ha pure convocato qui a Parigi Ross Brawn, l’ex dt delle Rosse e futuro leader del Reparto Corse, come super teste: l’inglese ha spiegato come e perché certe informazioni tecniche garantissero un vantaggio sicuro ai copioni della McLaren. Ma, alla fine, il Napoleone di Maranello si è adeguato. : questa la laconica dichiarazione finale del manager francese. Che magari da domani avrà tempo e modo di chiarire come mai uno come Stepney avesse tanto potere, all’interno del Reparto Corse. La falla nella organizzazione del Cavallino è stata clamorosa…
. Macaluso, il membro italiano della Csai, a sera ha spiegato come sono andate le cose: .
Il regista dell’operazione, il presidente della Fia Max Mosley, era contento di essersi tolto un peso: .
Da oggi, prove libere del Gran Premio del Belgio, sulle Ardenne. Se Raikkonen e Massa hanno voglia di andare più forte degli imbroglioni e dei pentiti, sarà bello applaudirli.

L’ULTIMA VITTORIA MCLAREN?

9 Settembre 2007

Non so se questa, come alcuni sospettano, sia stata l’ultima vittoria della McLaren, destinata ad essere travolta dallo scandalo delle spie. So però una cosa: un addio del genere, ammesso sia tale sul serio, lo vorrei vivere anch’io, al posto di Ron Dennis.
In breve. Sulla pista, la supremazia di Alonso e di Hamilton è stata schiacciante. La flessione Ferrari, alla faccia delle sei doppiette annunciate, è stata imbarazzante. Con tanto di umiliazione finale, quel sorpasso di Hamilton su Raikkonen in una Formula Uno che dicono neghi, appunto, il diritto di sorpasso. Ah, sì?
Altre considerazioni.
1) Se la Rossa scassa le sospensioni, Nigel Stepney e i furboni del quartierino, con le loro porcate, non c’entrano proprio nulla.
2) La differenza, sull’asfalto, l’ha fatta la affidabilità. Rotture McLaren da marzo in poi: zero. Rotture Rosse: troppe.
3) Io sono un sostenitore di Kimi, accetto che avesse dolori al collo per il gran botto del sabato ma lasciandosi infilzare così da Hamilton, beh, ha fatto la figura del pirla. Finlndese in salsa italiana, si capisce.
4) Alonso è un fenomeno. Anche per la maniera, gelidamente spietata, in cui regge le pressioni. A me risulta che la frattura con Dennis sia totale: nel 2008 me lo aspetto sulla Renault di Briatore, a preparare lo sbarco in Italia nel 2009. Nando è anche un animale: uno che dice, a corsa finita, che Hamilton con Schumi al posto di Kimi il sorpasso se lo scordava, ammettiamolo, è un bel tipaccio da Bar Sport…
5) Sulle spie è stato detto tutto e il contrario di tutto. Giovedì vado a Parigi con una convinzione sola: se ci sono prove inconfutabili di un gigantesco imbroglio, allora bisogna stangare. Diversamente, occorre evitare di cedere alle tentazioni da ghigliottina.
6) I sospetti sono tremendi e pesanti. Se Ron Dennis davvero ha orchestrato tutto pur di tornare in fretta a vincere, allora deve sparire dalla circolazione, invece di piangere abbracciato alla moglie. Mi domando: possibile si sia spinto a tanto?
7) Infine, al netto dello scandalo, in pista la McLaren è stata sempre più consistente della Ferrari e, almeno qui a Monza, più veloce e non di poco. Questo rimarrà, a prescindere dal verdetto.
8) Pronostico sulla sentenza parigina? Prima ditemi come la pensate voi, in merito!