Archivio di Maggio 2007

PER MARIO, BILL E C.

Lunedì 28 Maggio 2007

Scusate: questa è una comunicazione di servizio, come dicono quelli bravi.
Tornato da Montecarlo, mentre sghignazzavo sulla inchiesta Fia dedicata ai giochini McLaren, ho commesso una stupidaggine: invece di ‘abilitare’ tutti i commenti al testo titolato ‘Alonso e il mondiale che scappa via’, beh, ho genialmente fatto come Raikkonen sabato alla Piscina.
Sono andato a sbattere come un dilettante allo sbaraglio: invece di cliccare ‘ok’, ho cliccato ’spam’.
Mi vergogno da morire, anche se guadagno un po’ meno di Kimi.
Adesso un cervellone sta tentando il recupero dei vostri numerosi interventi: ignoro l’esito, io mi perdo sempre nel traffico del cyberspazio.
Al vostro buon cuore decidere se rimandarmi i vostri contributi, in attesa di miracoli tecnologici.
Come Raikkonen, anche io chiedo scusa a tutti!

ALONSO E UN MONDIALE CHE SCAPPA VIA

Domenica 27 Maggio 2007

Lo dico? Lo dico, riflettendo sul porto di Montecarlo appena abbanonato da veline, attori, attrici, lestofanti e latitanti. Occhio, perchè questo mondiale si sta mettendo male, per la Ferrari. Situazione paradossale: stiamo parlando di una scuderia che ha vinto tre corse e che ha firmato quattro pole. Eppure, la classifica dice che la McLaren scappa. I numeri sono impietosi, almeno in riferimento alla graduatoria dei costruttori.
Di più. D’accordo che nel Principato si disputa una gara anomala, atipica, bislacca. Ma chi se la aspettava, una simile legnata? Massa ha beccato un distacco superiore al minuto. D’ accordo ancora: quando ha capito di non avere chances, presumibilmente il brasiliano ha badato alla sostanza, cioè ai sei punti finali. Ma una supremazia talmente netta temo che manco Ron Dennis se la sognasse.
Finito? No. Io sono un fan di Raikkonen e credo di avere motivato il mio convincimento, nei lunghi mesi della pausa estiva. Qui finisce la premessa: se ripenso alle qualifiche del sabato, sono costretto ad ammettere che su ventidue piloti è andato a sbattere solo ed esclusivamente Kimi.
La situazione si complica, ecco. Sicuramente Hamilton crea problemi ad Alonso e la faccia scura (non c’entra il colore della pelle) del Diavolo Nero a fine Gran Premio era l’ indice di un qualcosa accaduto tra i box e la pista, via radio. Ma la McLaren errori non ne fa e sfrutta sempre alla perfezione macchina e occasioni.
La Ferrari e i suoi piloti non sempre l’hanno fatto. Cosi’ si spiegano i numeri del mondiale, per ora. Quanto a Kimi, un anno fa Schumi ad Alonso di punti ne recupero’ 25. Il biondo sta a meno quindici.
Azzardiamo un altro paragone?

MASSA E I DUE PERDENTI

Domenica 13 Maggio 2007

Credo che quanto accaduto qui a Barcellona sia destinato a produrre importanti conseguenze sul futuro della Formula Uno. E forse non solo di questo campionato. Mi spiego. Su Massa, mi copro il capo di cenere: non lo credevo capace di una simile costanza al vertice. Sono in buona compagnia: infatti resto convinto che anche Kimi Raikkonen abbia ragionato come il cronista balordo.
Qui sta il primo impatto del verdetto catalano. Il finlandese sta perdendo la partita in famiglia. D’accordo, mancano tredici gare e un giudizio frettoloso non ci sta. Ma ormai il fenomeno si ripete inesorabilmente. Il brasiliano ‘capisce’ la F 2007 meglio del biondino, sa sfruttarla magistralmente in qualifica e per Kimi l’affare si complica. Ben oltre i numeri della classifica. Pensate a Montecarlo. Cosa succederebbe se la pole fosse ancora dell’ottavo nano di Maranello?
La seconda conseguenza riguarda il secondo grande perdente di Barcellona. In breve: Fernando Alonso non si aspettava assolutamente, al via, un tale sfoggio di cattiveria agonistica da parte del sud americano di Maranello. Il resto? Fuffa, nel senso che ho trovato patetico il lamento post gara del campione del mondo. Che si aspettava, Nando? Che Massa aprisse delicatamente qui la porta?
Qui si innesta il terzo atto del dopo-Gp di Spagna. Alonso credeva di poter intimidire la concorrenza, Hamilton compreso. Ragionava e si comportava come l’erede designato di Schumi. Quindi, era convinto che gli altri, come facevano con il tedesco, si adeguassero al suo stile, alle sue esigenze, alle sue pretese.
Errore. Massa non gli fa sconti. Hamilton, che si sta confermando un prodigio (per la assoluta mancanza di errori: tra i quattro candidati al titolo, solo lui non ha mai sbagliato, finora), nemmeno.
Strane cose stanno accadendo sotto il cielo della Formula Uno post moderna. Ah, se solo i Gran Premi fossero, oltre la prima curva, un pochino meno noiosi!

TRA ALONSO E PANTANO

Venerdì 4 Maggio 2007

Quando il calcio aveva ancora un’anima, il signor Nils Liedholm ne rappresentava accortamente la nobiltà. Liedholm, detto il Barone, era stato prima un grande giocatore, poi un eccellente allenatore. Uomo di rara intelligenza, questo svedese aveva trovato la maniera di esaltare se stesso complimentandosi con la concorrenza. Dopo ogni vittoria, infatti, era prodigo di elogi per gli avversari. Abbiamo battuto una squadra formidabile, dichiarava sistematicamente lo svedese. E naturalmente questa forma di cortesia si trasformava in alibi ineccepibile nei non frequenti casi di sconfitta.
Ebbene, Fernando Alonso applica a se stesso una categoria del pensiero diametralmente opposta. Non so se abbiate avuto modo di seguire le ultime esternazioni del pupillo di re Juan Carlos e di Flavio Briatore. Richiesto di un parere sul conto di un certo Michael Schumacher, il campione del mondo in carica ha manifestato una gelida freddezza nei confronti del pensionato tedesco. Trattandolo come uno qualsiasi.
E’ evidente che Alonso, senza saperlo, è un iscritto al partito di Tafazzi. Ve lo ricordate, Tafazzi? Era quel personaggio, ideato dalla fantasia geniale di Aldo, Giovanni e Giacomo, perennmente intento a tirarsi vigorose martellate sulle parti basse del corpo. Perchè qui non si scappa: se Schumi non era poi ‘sto Fenomeno, allora la conseguenza è ovvia. Allora dobbiamo rileggere la storia recente della Formula Uno, ridimensionando lo spessore del bi-iridato. Se Michelone non era il Campionissimo delle quattro ruote, i successi ottenuti da Fernando con la Renault vanno reinterpretati, al netto di ogni eccesso. Accettando la curiosa teoria di Alonso, saremmo obbligati a concludere che lo stesso valore del giovanotto di Oviedo necessita di ulteriori verifiche, di nuovi esami. Chi lo ha esaltato, attribuendogli il merito di aver spedito in pensione l’eterno tedesco, ha esagerato.
Perchè diavolo il compagno di squadra di Lewis Hamilton sia così propenso all’autolesionismo, è un bel mistero, la cui soluzione lascio volentieri ai tre lettori di questa sgangherata rubrica. Senna detestava Prost per tante ragioni ma si guardava bene dal metterne in discussione il talento: avesse lasciato intuire di considerarlo una mezza pippa, sarebbe stato il primo, di riflesso, a rimetterci.
E però c’è un altro passaggio delle esternazioni del campione del mondo che merita un briciolo di attenzione. Ha detto infatti Fernando che il pilota da lui più temuto e rispettato, nell’arco della carriera, si chiamava Pantano. Sì, Pantano, il ragazzo italiano che tante speranze aveva alimentato con le sue brillanti prestazioni nelle formule minori.
Qui ci sarebbe da riflettere parecchio. Perchè le cronache recenti sono dolorosamente eloquenti: sprovvisto di appoggi adeguati, il pilota veneto non ha avuto la possibilità di confermare il suo talento al massimo livello.Dove poteva mai andare, con una carriola a quattro ruote chiamata Jordan? E infatti il povero Pantano non è andato da nessuna parte.
Non so se Alonso se ne sia reso conto, ma con le sue parole ha messo il dito nella piaga. Cosa determina una carriera, nell’automobilismo moderno? Il merito professionale, come pure sarebbe bello pensare? Oppure a decidere sono altri fattori, anche estranei alle qualità di guida?
Non è che qui stiamo scoprendo l’acqua calda: qui, per chi avesse voglia di ragionare senza pregiudizi, è in gioco la stessa credibilità della Formula Uno post moderna. Se piaci alla gente che piace, ti si aprono tutte le porte. Se invece ti mancano le entrature, le simpatie dei potenti, le amicizie altolocate, puoi anche essere bravissimo, ma non sfuggirai alla maledizione dell’anonimato.
Alonso, questo Tafazzi multimiliardario, dovrebbe fare un passo in più. Dovrebbe completare le sue affermazioni con una considerazione coraggiosa. Questa: date a Pantano e a quelli come Pantano la stessa chance che avete dato a me, così poi vediamo chi è il più bravo. Ma non lo farà: in McLaren hanno ragionato proprio così, con Hamilton. E pare che lo spagnolo mica abbia gradito.