Cari fratelli e care sorelle di penna di questo sgangherato blog, comincia la settimana che potrebbe sconvolgere la Formula Uno. Per una serie di ragioni, in apparenza distinte e distanti e invece collegate tra loro. Bizzarro è il destino: non ci sono Gran Premi in programma, non sono previste sfide all’ultimo centesimo tra i piloti. Eppure, tra il 13 e il 16 novembre matureranno eventi sulle cui conseguenze non è lecito azzardare pronostici.
Andiamo con ordine. Come la mettiamo con Flavione nei panni dello spione? La Renault spiava la McLaren, accidenti che storia. Però Briatore, a dispetto delle informazioni ricevute, ha confezionato una macchina che, guidata dal Fisico e da Kovalainen, faceva ridere (o piangere, come preferite).
Deduzione: evidentemente, Nigel Stepney era un genio. Se le soffiate venivano da lui, l’ex meccanico delle Rosse, l’effetto era garantito. Se appartenevano ad un babbeo ex McLaren, la ‘sola’, cioè la fregatura, era inevitabile. Mah: certo che Ron Dennis, nelle sue disgrazie, deve ridere molto, adesso.
E poi. E poi, abbiamo Michael Schumacher, lui proprio lui, qui citato a dispetto del veto impostomi dall’amico Romani, che torna ad indossare tuta e casco. Si riappropria del mestiere di pilota, a quattrocento giorni dall’ultima esibizione agonistica, sul tracciato brasiliano di Interlagos.
Perché il marito di Corinna sceglie di rimettersi in gioco? Ufficialmente, la sua partecipazione ai test Fia di Barcellona è un episodio isolato, senza prologo e senza epilogo. Il tedesco va a collaudare la F 2007, sprovvista di assistenza elettronica, in ossequio alla innovazione normativa varata dalla federazione internazionale. Darà una mano all’amico Badoer, nella prima giornata. E poi a Felipe Massa, suo partner sulla Rossa nel 2006.
In teoria, tutto finirà lui. Michelone è molto legato a Todt e a Montezemolo e con entrambi ha sempre concordato le mosse del dopo carriera. E però qualcosa di strano c’è: stiamo parlando di un ex, un ex ostinatamente ostile a qualunque partecipazione diretta allo sviluppo della monoposto con la quale Kimi Raikkonen ha vinto il mondiale.
Adesso, il sette volte iridato ha cambiato idea. Si immedesima nel ruolo di collaudatore, rimangiandosi antichi proclami, del tipo ‘non guiderò mai più una Formula Uno in vita mia’. Come mai? Si è pentito? Ha sentito il richiamo della foresta? Coltiva segretamente l’ambizione di un clamoroso rientro alle competizioni?
A Maranello, sono tranquillissimi. Schumi, spiegano, ha voglia di macinare chilometri mischiandosi ai colleghi di una volta. E’ una botta di nostalgia, niente di che. Esaurita la passionaccia, continuerà a dedicarsi alla vita del pensionato di lusso.
Conviene prendere per buona questa versione. Per le smentite, c’è sempre tempo. Nell’immediato, sicuro è l’effetto mediatico: Michael in pista a Barcellona in mezzo a colleghi di un’altra generazione, di un’altra era, di un’altra tempra. Mettiamo che sia suo, alla fine dei due giorni di collaudi, il tempo migliore.
E poi ne riparliamo…
Quanto ad Alonso, fresco di divorzio, non so cosa immaginare. Risposa Briatore nonostante le storie di spie che turbano il presente Renault? Oppure va a donnine nel motohome della Red Bull? O si candida come novello Budda motoristico al servizio della disastrata Toyota? Voi cosa ci avete capito? Io, una mazza. Aiutatemi, se potete.
Messe da un lato le facezie, ci sono anche le cose serie (almeno in apparenza). Giovedì 15 a Parigi si riunisce il Tribunale d’Appello della Fia. Deve esaminare il ricorso della McLaren Mercedes contro il risultato del Gp del Brasile. Come forse qualcuno ricorderà, le benzine delle Williams e delle Bmw non rispettavano, secondo l’ispettore federale, i limiti di temperatura imposti dal regolamento. Ma i commissari di gara, saggiamente, decisero di non modificare l’ordine d’arrivo. Avessero tolto dalla classifica Kubica, Heidfeld e Rosberg, il giovane Hamilton, grazie ad un quarto posto a tavolino, si sarebbe laureato campione del mondo.
Onestamente parlando, nessuno nell’ambiente crede che i cinque giudici d’appello possano prendersi la briga di azzerare il trionfo iridato di Kimi, manipolando i codici e forzando le interpretazioni. Ma la possibilità teorica di un ribaltone esiste, tanto che la Ferrari, il 15 a Parigi, spedirà Jean Todt, a vigilare.
Eh, sì: comincia una settimana che potrebbe sconvolgere la Formula Uno…