IL TESORETTO PERDUTO DI MASSA-PADOA E KIMI-SCHIOPPA
Domenica 17 Giugno 2007Alla fine di questa gita nord americana, affido alla valutazione dei miei amici di penna, per dirla con Charlie Brown, una serie di considerazioni che vengono un po’ dal cuore e un po’ dal cervello. Ecco qua.
1) Spero per il governo e per li italiani che il famoso tesoretto esista davvero. Perché il famoso..extragettito sul quale aveva detto di contare la Ferrari, dopo la legnata di Montecarlo, semplicemente non c’era e non c’è. Le casse di Maranello sono vuote. Tra Montreal e Indy, la McLaren ha preso a bastonate la F 2007. Imponendosi con una disarmante superiorità.
2) Mi dispiace per i nostalgici di Schumi, tra i quali ovviamente mi iscrivo anche io, ma è meglio essere dolorosamente schietti: con una simile differenza di prestazioni tra le macchine, nemmeno il tedesco potrebbe vincere.
3) Viceversa, è persino ovvio che la gente di Maranello stia pagando l’assenza del Fenomeno di Kerpen in materia di mancato sviluppo della vettura. Dopo Barcellona, la McLaren ha compiuto un grande balzo in avanti. La Ferrari, nella migliore delle ipotesi, è rimasta ferma. Nella peggiore, è andata indietro.
4) Massa-Padoa e Kimi-Schioppa non hanno trovato il tesoretto, d’accordo. Però non è che stiano brillando, in pista. Il brasiliano, quando non può fare corsa di testa, è serenamente anonimo, nemmeno prova ad inventarsi qualcosa. Il biondino, che per disperazione aveva scelto di partire con gomme dure, unico tra i Vip, continua magistralmente a toppare tutte le partenze. A parte quella di Melbourne, non ne ha azzeccata una. Possibile sia sempre colpa del lato sporco della pista?
5) A fine corsa l’amico Luca Baldisserri, che della Ferrari è il capo ai box, mi ha detto che il vero problema riguarda la competitività in qualifica. Se parti sempre dietro, in corsa sei spacciato. Bene, concordo. Ma ci sono soluzioni, nell’immediato? Boh.
6) Venendo al Chiaro e allo Scuro, io sorvolerei sulle dichiarazioni più o meno credibili di Alonso, che prima della gara si sarebbe lamentato perché la McLaren mostra la sua telemetria al Diavolo Nero. Mi pare invece che Hamilton abbia smesso di essere una sorpresa e non solo perché ha preso gusto alla vittoria. Emblematico è stato l’atteggiamento del ragazzino nelle due circostanze (al via e verso il trentanovesimo giro) in cui Fernando ha provato l’assalto. La reazione di Lewis è stata cattiva, per la serie: amico, io non sarò mai il tuo Barrichello e tu non sarai mai il mio Schumacher.
7) Sono sicuro che la partita non è finita qui. Alonso ha capito che deve vincersela da solo, nel senso che non può aspettarsi favori indebiti da parte della scuderia. E questo va detto ad onore di Ron Dennis, che a me resta simpatico come un crampo allo stomaco ma che pure sta lasciando libero il ragazzino di giocarsela.
8) Se la Ferrari è questa, l’affare iridato riguarda in esclusiva il Chiaro e lo Scuro, in una logica che rimanda, per chi ha memoria, all’epopea del duello tra Senna e Prost.
9) Nel frattempo, noi ci teniamo Massa-Padoa e Kimi-Schioppa, sperando che da qualche parte, nascosto non so dove, ci sia davvero il mitico tesoretto. Per ora, se ne sono perse le tracce.