Archivio di Ottobre 2007

SE VOI FOSTE AL POSTO DI ALONSO

Lunedì 29 Ottobre 2007

Credo esista ancora, sulla ‘Settimana Enigmistica’, una rubrica intitolata: ‘Se voi foste il giudice’. Ai lettori viene chiesto di dare risposta ad un complicato caso giudiziario, confrontando poi con la soluzione con quanto effettivamente deciso dalla Corte di Cassazione.
Tranquilli: non intendo chiedervi un parere sul ricorso McLaren (che, come sapete, verrà deciso il 15 novembre prossimo a Parigi) a proposito delle benzine utilizzate dalla Williams e dalla Bmw nel Gp del Brasile. E’ una faccenda troppo complicata (nonché troppo squallida, sissignore).
MA SE VOI FOSTE ALONSO? Che fareste, al posto del Pentito di Spagna? Quale soluzione privilegereste, in funzione del 2008? Vediamo un po’.
1) Contro tutte le previsioni, Nandino, potrebbe optare per lo status quo. Fermarsi in McLaren, a dispetto dei rapporti avvelenati con Ron Dennis e con lo staff di ingegneri. Certo, ci sarebbero molte cose da chiarire: ad esempio, qui nessuno è fesso e se nelle qualifiche di Cina e Brasile Alonso beccava quasi mezzo secondo da Hamilton, eh, insomma, ne vogliamo parlare con calma e in separata sede? Però, la permanenza in McLaren avrebbe almeno un paio di vantaggi. Il primo: si eviterebbe ogni discussione in sede legale, tutte le balle di penali da pagare, avvocati squali da soddisfare, eccetera. Il secondo: sulla carta, anche nel 2008 le Frecce d’Argento lotteranno tranquillamente per il titolo, non essendo immaginabile una catastrofe tecnica in presenza di regole quasi identiche, a parte l’eliminazione del surplus di elettronica.
2) Nandino rispetta i pronostici, strappa il contratto che lo lega alla McLaren e torna da dove è venuto, cioè nella tana Renault. Non è una ipotesi strampalata e non solo per i noti rapporti di amicizia esistenti tra Alonso e Briatore. E’ vero che la scuderia francese viene da una stagione disastrosa, ma lo spagnolo non è mica Kovalainen e nemmeno il povero Fisico. Se ci mette le mani lui, le cose possono cambiare in fretta (vedi resurrezione McLaren, al netto delle spie). Inoltre Alonso in Renault sarebbe il capo assoluto, il leader incontrastato, cioè dimenticherebbe le ansie del tormentato e tormentoso dualismo con Hamilton. Non è una brutta base di partenza, per un pilota tremendamente sicuro del fatto suo.
3) Alonso si ricorda della storia di Schumi, personaggio al quale si è sempre ispirato, a prescindere dalle polemiche di giornata. Cosa fece Michael alla fine del 1995? Scommise sulla disperata voglia di riscatto di un gruppo di perdenti. Si fece strapagare, ma si accasò alla Ferrari. Accetto di attraversare il deserto: cinque anni di magoni, però il resto delle cronache lo conoscete. Un Nandino determinato alla stessa maniera, accoglie con entusiasmo la proposta multimilionaria (in yen) della Toyota e si lancia nella grande avventura. Gesto romantico, garantito dagli incassi. Esiti impronosticabili: la Toyota è la prima casa automobilistica del pianeta, in F1 ha lo stesso budget di Ferrari e McLaren, potrebbe ingaggiare Ross Brawn domattina, ma non ha mai toccato palla nel mondo dei Gp. Alonso avrà questo coraggio?
4) Nandino non trova una soluzione pacifica con Dennis, non si fida di Briatore e non crede nei giapponesi. Ergo, scartata una clamorosa ipotesi Red Bull, si mette in parcheggio ai box, come il Prost del 1992, aspettando una chiamata che senz’altro arriverà, per il 2009. Controindicazione: Prost nel 1992 era un veterano, Alonso è un giovane che ama correre al massimo livello. Ma forse varrebbe la pena di far pesare l’assenza, a chi guarda e a chi comanda la baracca, da Ecclestone in giù.
5) Ecco: se voi foste Alonso, che fareste, al posto suo?

KIMI MONDIALE, IL MIRACOLO DEL SANTO BEVITORE

Lunedì 22 Ottobre 2007

Tanto per cominciare, chiedo scusa a tutti per il ritardo! Abbiate pazienza, adesso in Italia sono quasi le tre di notte ma non è colpa mia se fino a meno di sessanta minuti fa il verdetto finale di questo mondiale pazzesco era ancora nelle mani di oscuri funzionari, chiamati a stabilire se le benzine di Bmw e Williams erano davvero troppo fredde! Ma che ci volete fare: non lo scopriamo oggi, che razza di gigantesco casino sia la Formula Uno. E forse in Fia si sono così affezionati ai giochino sottobanco, alle decisioni prese a tavolino, ecco, che, sì, insomma, ci hanno provato fino all’ultimissimo istante. E persin oltre!
Che volete che vi dica? Emozione tremenda, devastante. Eccessiva per le coronarie di tutti, immagino. Mentre Kimi tagliava il traguardo e conquistava il titolo, istintivamente ho mandato la mente a due amici di penna, due fedelissimi di questo blog sgangherato. Uno si chiama Giuseppe e non ha mai dubitato di Raikkonen: potevo intuirne la gioia, anche perché vincere così è semplicemente incredibile. L’altro è Romani: ormai lo considero un punto di riferimento, sebbene non sia per niente ferrarista, anzi, esattamente per questo. Vedete, si può essere italiani e amare, nel senso buono, chi riteniamo meriti la nostra preferenza: non c’è un obbligo di patriottismo.
Dopo di che, mentre il barista di San Paolo si rifiuta di portarmi un panino perché lui stravede per Massa e non sopporta il biondino, aggiungerò quanto segue, sperando di non morire di fame (ma, come diceva un buontempone riferendosi a noi giornalisti, sempre meglio che lavorare…).
1) Il miracolo di Raikkonen non è contestabile. L’uomo ci ha creduto sempre, non ha mollato mai, è stato addirittura sotto di venticinque punti, se non ricordo male. Il biondino sbevazzane è stato grandissimo da fine giugno in poi. Non oso immaginare quante bottiglie svuoterà stanotte, ma non importa. Se le merita tutte.
2) Kimi ha fatto centro al primo colpo, con la Rossa. Come Fangio e come Scheckter. Scrivo questa cosa sapendo di irritare a morte il prode Otelma, cultore di Schumi, che di stagioni, prima di diventare iridato in Emilia, ce ne mise cinque. Ma questi sono i numeri, non sono mica bottiglie.
3) Il biondino non ce l’avrebbe mai fatta, se Hamilton non si fosse suicidato. Penso alla ghiaia cinese, ma anche alla partenza, qui ad Interlagos. Ti basta entrare nei cinque per vincere il titolo e vai a battagliare come un pollastro con Alonso alla curva 4 del primo giro? Ma sei fuori di testa?
4) Lewis è stato fantastico per 15 gare su 17. Era un debuttante assoluto. Non scordiamolo, il dettaglio. Però, nel momento supremo, è crollato mentalmente. Non ha retto la pressione di Alonso.
5) Nandino ha corso come un perfetto alleato delle Ferrari, qui in Brasile. Certo, difendeva le sue chances, ma si è limitato a sperare in una botta di fondoschiena, una volta create complicazioni (legittimamente, intendiamoci) ad Hamilton nella fase iniziale del Gran Premio.
6) Non vedo come Alonso possa restare con Dennis e con Hamilton, ma poiché la Formula Uno è il regno dei folli magari va a finire che la coppia non scoppia e allora ci sarà ancora da ridere.
7) In McLaren con la storia delle spie si sono bevuti il cervello. La gestione del campionato e dei piloti, da Spa in poi, è stata degna di un lungo periodo di custodia cautelare per l’intera banda.
8) Chissà che faccia avrà Nigel Stepney adesso, ehm ehm.
9) Chi ha la bontà di leggermi sa che a me Massa è sempre piaciuto poco. Ammetto invece che a Interlagos è stato perfetto. Kimi gli deve molto, molto.
10) La storia delle benzine ‘fredde’, cui ho accennato all’inizio, era una ipotesi di truffa, estrema. Che interesse avrebbero avuto Bmw e Williams a taroccare i carburanti, in una gara così? E i commissari se ne sarebbero occupati, se Hamilton, senza puttanate iniziali e noie al cambio, si fosse classificato quarto, come poteva e come doveva?
11) Mi hanno portato il panino. Lo addento con questo messaggio al popolo: di Jean Todt, dopo questo miracolo, non ci libereremo mai. Con lui hanno trionfato i ragazzi italiani del team, da Baldisserri a Domenicali, da Bigotto a Costa. Tutti miei amici. Se lo meritavano, il regalo che Kimi ha fatto a loro, nonché a se stesso. Saludos, amigos.

MASSA IN ROSSO FINO AL 2010. NON E’ UN PO’ TROPPO?

Martedì 16 Ottobre 2007

Meglio dirlo subito: io non me l’aspettavo. L’annuncio Ferrari della conferma di Massa fino a tutto il 2010 è una mossa a sorpresa. E’ anche una risposta secca alle indiscrezioni e alle insinuazioni. Essendo Raikkonen sotto contratto fino a tutto il 2009, è evidente che il Pentito di Spagna, Fernando Alonso, non troverà rifugio a Maranello, una volta consumata la rottura con la McLaren.
Considerazioni spicciole, prima di partire per il Brasile.
1) La presa di Jean Todt sulle Rosse è ancora fortissima, evidentemente. Può darsi che il Napoleone della F1, a medio termine, abbandoni i box: ma intanto ha deciso di lasciare una impronta permanente sul futuro del Cavallino. Una scelta coerente, in linea con le convinzioni dell’uomo, da sempre favorevolissimo a Massa. Anche per ragioni di famiglia, considerata l’identità del procuratore di Felipe (Todt junior, per chi non lo sapesse).
2) Contro l’ipotesi Alonso di rosso vestito hanno giocato anche altre valutazioni. La prima: lo spagnolo non ama situazioni nelle quali non siano chiari i ruoli all’interno della scuderia per la quale lavora. Lo si era già intuito all’epoca degli screzi con Trulli in Renault. La fragorosa rottura con Hamilton ha confermato il sospetto. Alonso lo dice anche, con apprezzabile franchezza: a suo parere, nella F1 moderna non esiste la possibilità di gestire ‘alla pari’ due drivers. Ora, come si poteva immaginare una ‘combinazione’ fra lui e Raikkonen, indiscutibilmente due numeri uno?
3) Credo ci sia anche un aspetto, come dire, di immagine. Che Alonso abbia inguaiato la McLaren, svelandone gli intrighi spionistici, è arcinoto. Che Alonso abbia barattato il…pentimento con l’impunità, lo sanno anche i sassi. Ora, Montezemolo ha sempre guardato alla eleganza di certe mosse. L’uomo ci tiene allo stile. E inoltre l’opinione di Todt ha il suo peso, nelle analisi presidenziali.
4) A questo punto Alonso è libero di tuffarsi tra le braccia di Briatore. Può firmare un ricco pluriennale con la Renault, ammesso che Ron Dennis non pianti grane sulla penale. Oppure lo spagnolo può scommettere su se stesso, scegliendo gli yen della Toyota. Schumi, quando venne in Ferrari a fine 1995, non andò certo in un team vincente o dalle prospettive immediatamente straordinarie (due Gp vinti nei cinque anni precedenti). Dubito, però, che Fernando abbia il coraggio, per quanto remuneratissimo, del tedesco.
5) Infine, ci sta che Massa rimanga a Maranello. La sua stagione è stata contraddittoria, fra alti e bassi. Però tre Gp li ha vinti e in qualifica è stato persino più consistente di Kimi. Semmai è discutibile la dimensione dell’allungamento contrattuale: altri tre anni a scatola chiusa, contando anche il 2008, forse sono troppi. Anche perché è Raikkonen, secondo me, l’uomo su cui si doveva e si dovrebbe puntare, in Ferrari. E secondo voi?

CARO HAMILTON, STAVOLTA LA GRU NON C’ERA

Domenica 7 Ottobre 2007

Sorry, Lewis: ma in Cina non usano le gru! Questo ho pensato, vedendo l’annunciato campione del mondo sprofondare nella ghiaia di Shangai. Accidenti: al Ring, le ruspe lo salvarono. E in altre circostanze (dal sabato ungherese alla domenica giapponese) i commissari della Fia avevano manifestato una certa simpatia per il ragazzino nero. Mandando in bestia il Pentito di Spagna: cui invece, a dimostrazione di quanto bizzarro sia il destino, si presenta ora la chance incredibile di un sorpasso in extremis. Giuro: se succede, ad Interlagos mi prenoto per i festeggiamenti mondiali della McLaren. Voglio proprio vedermela da vicino, la faccia di Ron Dennis…
Lo diciamo? Diciamolo: celebrato (anche da me, si capisce) come un simbolo di perfezione, Hamilton si è ricordato di essere un debuttante assoluto nel momento peggiore. Mi ha ricordato Fracchia, quando davanti al tremendo capoufficio mormorava: come è umano lei! Ecco, è umano anche Lewis: è andato via di testa e dai box nessuno degli spioni si è premurato di invitarlo a rientrare prima ai box, con quella gomma che si sbriciolava. Bei fenomeni, i nemici di Nandino!
Dopo di che, giù il cappello per Kimi. Gliene sono state dette di cotte e di crude. Che non si era ambientato. Che non sapeva azzeccare la partenza. Che aveva sottratto alla Ferrari l’eterna sicurezza di Schumi. Che gli mancavano la grinta e il cuore. Bla bla bla (come sempre, mi ci metto anche io: alcune critiche, facendo arrabbiare l’amico Giuseppe, portavano e portano pure la mia firma).
Beh, sapete che c’è? C’è che, nella stagione, nessun pilota ha vinto tanto quanto Raikkonen (cinque successi). C’è che ad una gara dalla fine il biondino è in lizza per il titolo e questo nonostante l’inaffidabilità Ferrari lo abbia lasciato a piedi due volte (per tacere dello scempio pneumatico al Fuji). C’è che tutto questo accade in una stagione nella quale a Maranello hanno cambiato tantissimo, senza contare le conseguenze negative della spy story.
Fossi al posto della McLaren, non sarei troppo allegro, in vista di Interlagos. A parte le ipotesi di un suicidio di massa in stile reverendo Jones della Guyana (ma ve l’immaginate la prima curva in Brasile, fra Hamilton ed Alonso), chi la fa la aspetti. Nel 1986 in Williams Mansell e Piquet si detestavano, ma avevano il mondiale in pugno, se lo giocavano furiosamente tra loro. Solo che all’ultima tappa, ad Adelaide, sbucò la McLaren di Prost, a godere i frutti iridati di una rivalità avvelenata. E se KImi…
Okay, molto improbabile. Dipende da troppe cose. Dipende pure da Massa: che non mi è sembrato irresistibile, nell’attacco ad Alonso nel finale. Paura di osare troppo? E come mai, visto che il mondiale costruttori è già vinto? O timore di essere troppo d’aiuto a Raikkonen? Mah…
Infine, segnatevi due nomi. Vettel: sempre più forte, il cocchino di Schumi. Mi risulta sia già sul taccuino di Todt. Liuzzi: siccome è italiano, in tema Toro Rosso parlano solo del tedeschino e non di Vitantonio, già licenziato per il 2008.
Certo che una volata così non ce l’aspettavamo, eh?