EFFETTO HAMILTON
Venerdì 24 Novembre 2006Debbo confessare una cosa: sono vagamente preoccupato. Motivo: Ron Dennis mi sta diventando simpatico. E questa è una sensazione sorprendente, in assoluta controtendenza rispetto al repertorio della memoria. Infatti, a me il boss della McLaren non è mai piaciuto: troppo algido, troppo distaccato nei modi, crudelmente sarcastico nei lunghi anni delle sconfitte Ferrari…
Eppure, adesso debbo rivalutare il soggetto. Badate: non per buonismo multietnico. Anzi, temo che il povero (si fa per dire) Lewis Hamilton corra il rischio del marziano a Roma mirabilmente descritto da Flaiano: il primo mese tutti adorano e festeggiano il marziano, ma non appena l’effetto novità si esaurisce son dolori e finisce addirittura a pernacchie. Il primo nero della F1 è esposto allo stesso pericolo: tutti gli ronzeranno addosso da Melbourne alla Malesia, però poi se alla forma non rispondesse adeguata ’sostanza’, me l’immagino già il plotone di esecuzione di noi pennivendoli…
Insomma, non è che Dennis abbia guadagnato punti perchè ha scelto un ragazzo di origini caraibiche per un mestiere finora rigorosamente riservato ai bianchi. No: mi è piaciuta la motivazione. Che qui trascrivo:
Ben detto, perbacco! Già ci siamo confrontati, in questo blog, sulle carriere ‘eterne’ di gregari che navigano, pardon, guidano nella mediocrità per anni e anni. C’è qualcosa di nuovo nell’aria, se la McLaren punta su un ventunenne, se Briatore scommette su Kovalainen e se la Ferrari insiste su Massa, che non è certo un veterano. Segue interrogativo per il popolo: ladies e gentlemen, chi, tra i manici attualmente operativi, NON vorreste più vedere in pista nel 2007? Siate schietti e spietati, per favore!
Tutto ciò premesso, aggiungo che vedere Schumi sul kart a Lonato ha stuzzicato l’appetito della nostalgia. Mentre non riesco a capire bene le esibizioni in rally di Valentino (senza scordare la gita in Dtm). Mi sorge un dubbio: libero lui di fare tutti i test che vuole, ma quando mai la Mercedes, la Subaru e la stessa Ferrari avrebbero offerto le medesime opportunità ad un giovane di talento e però sprovvisto di aureola (su due ruote)?
La verità è che la storia la scrivono sempre i vincitori (Hayden a parte, si capisce), compresa la storia delle prove private. Vedremo, fra qualche mese, se Lewis Hamilton avrà la penna in mano.