E LA FERRARI RIDIEDE IL SORRISO A RON DENNIS
Domenica 30 Settembre 2007Una domenica così, forse Ron Dennis nemmeno osava sognarsela. In un colpo solo, il Grande Colpevole nella storiaccia delle spie ha messo al tappeto il nemico esterno e quello interno. La Ferrari e Alonso. Un capolavoro. Reso particolarmente godurioso da un dettaglio mica insignificante: le Rosse e il Pentito Spagnolo hanno commesso il suicidio perfetto. Nandino si è inabissato in una pozzanghera: lui, l’esperto, è affogato, mentre il baby Hamilton ha salvato la buccia, ipotecando il titolo. Ed è pure giusto, se la mettiamo sul piano morale.
Invece, quanto accaduto ai box del Cavallino, nel diluvio demenziale del Fuji, rientra nei canoni della commedia all’italiana. Sorry, ma nemmeno Alberto Sordi e Ugo Tognazzi avrebbero fatto meglio. ;Ma come? Viene giù uno tsunami e sulle macchine di Kimi e di Massa montiamo gomme intermedie, mentre tutti i concorrenti scelgono pneumatici da nubifragio? Stiamo partecipando al Gp del Giappone o ad una puntata speciale di ‘Scherzi a parte’?
A prescindere dal difetto di comunicazione dei commissari Fia (anche qui: c’è sempre una e mail di mezzo, con questa Ferrari post moderna!), l’errore strategico resta devastante. Colpa di una fallimentare profezia meteo, okay: ma che fosse la Rossa a restituire il sorriso a Dennis, via, non ce lo aspettavamo. Viceversa, ci aspettiamo adesso che salga un coro dalle curve tifose: ridateci Ross Brawn, il direttore tecnico che non sbagliava mai! Soluzione probabile, con possibile nomina del panciuto inglese a capo del Reparto Corse: ma occhio alle illusioni, certi errori gestionali non si superano ricorrendo ad un individuo, per quanto bravo. In breve: alla Ferrari 2007 è mancata la sicurezza. Sia nei controlli interni (vedi Stepney) sia nella tranquillità ‘operativa’.
Peccato, perché Kimi meritava di più: ha quasi vinto, partendo dal fondo. E anche Massa è stato coraggioso. Peccato, infine, anche per la credibilità dell’evento: il telespettatore si sarà divertito, in stile Paperissima. Ma un Gran Premio che comincia con 19 giri di safety car è un non senso sportivo ed etico.
Ma come si fa, mentre Ron Dennis ride, a prendere sul serio l’etica, in un mondo chiamato Formula Uno?
Altre considerazioni? Eccole qua.
1) Non so se dipenda dalla frequentazione dal kartodromo di Kerpel, ma questo Vettel è un fenomeno. E’ anche un cretino, se pensiamo al modo in cui ha tamponato Webber. Ma il ragazzo ha vent’anni e certi eccessi ci stanno. Senza la scempiaggine dietro la safety car, probabilmente Sebastian sarebbe salito sul podio. Con la Toro Rosso!
2) Ma proprio la prestazione di Vettel (e anche quella di Kovalainen, perché no?) sollecitano un dubbio. Questo: nella F1 moderna, con tutta l’elettronica che c’è, il margine di rischio e di errore, per il pilota, è ridotto al minimo. Voglio dire: fare bella figura è decisamente più facile, rispetto ad appena dieci anni fa…
3) La considerazione precedente ci aiuta anche a comprendere il miracolo-Hamilton. D’accordo, il Dna del fuoriclasse non è in discussione. Ma quanto e come un debuttante assoluto viene aiutato dai software, dal computer, eccetera?
4) Immagino si sia capito che a me, se Alonso perde il mondiale, fa solo piacere. L’ho scritto e lo ripeto: c’è un limite a tutto. Quelli della McLaren si sono comportati come volgari truffatori, ma il Pentito, fin quando gli faceva comodo, è stato allegramente al gioco. Meglio se diventa campione Hamilton, sissignore.
5) Infine, una riflessione esclusivamente Rossa. La Ferrari fa bene ad essere orgogliosa del suo titolo costruttori, essendo stata vittima di un raggiro colossale. Ma fa male a fermarsi lì: ci sono errori, nello tsunami del Fuji ma anche prima, che non sono figli degli imbrogli di Nigel Stepney. Siete d’accordo?