19 Marzo 2007
L’incubo è finito. Daniele è libero. Svanite l’emozione e la paura, è il momento della riflessione su queste due settimane. E’ ancora possibile fare i reporter nelle zone a rischio senza essere, per forza, embedded, ossia aggregati a unità militari con tutte le limitazioni che questa posizione comporta? Dobbiamo rinunciare a raccontare? Ormai gli spazi di chi vuole muoversi sul teatro dei conflitti sembrano ridotti al lumicino. Se eviti i proiettili, rischi di diventare facile boccone per la stessa guerriglia che vorresti descrivere, analizzare, capire e far capire ai tuoi lettori. Per l’Afganistan questa è una realtà inedita. Chi si azzarda a uscire dagli accampamenti e dalle basi della Nato diventa una preda indifesa. Continua »
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25 Febbraio 2007
Chi volesse capire che cosa non ha funzionato in Afganistan potrebbe leggere lo stupendo articolo di Nelofer Pazira, l’attrice indiana di origine afgana che ha interpretato “Viaggio a Kandahar”. E’ tornata nella città che fu la capitale del mullah Omar in agosto per un reportage televisivo. Sei mesi prima, raccontava, i talebani erano riapparsi e le costruzioni si erano bloccate. Il suo interprete Hikmat ha distrutto le lettere di raccomandazione e gli accrediti ricevuti dai giornalisti. Il fratello di Hikmat, che aveva lavorato come cameraman, ha cancellato ogni ripresa, ogni cd e ogni nastro nel quale comparivano soldati statunitensi. Continua »
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27 Gennaio 2007
Alla fine a Hina Salem siamo riusciti a dare solo questo, una sepoltura temporanea in terra italiana. Certo, i suoi familiari non hanno potuto relegarla subito in Pakistan, nel suolo della tradizione e della repressione che le è stata fatale. Ma la decisione è temporanea, è legata ad esigenze di giustizia. Quando il processo per l’assassinio sarà finito, il corpo affidato alla famiglia, ossia alla madre Bushra, potrà tornare nel paese asiatico, come ha sempre chiesto il clan. Il quale ha anche ottenuto che le esequie siano islamiche. Insomma anche nell’ultimo saluto incombe quel libro che a Hina è stato fatale, quella scrittura che descrive la donna come essere subordinato all’uomo. Chi non crede può leggersi il versetto 34 della Sura IV che è citato anche in questo blog nell’articolo intitolato “Ancora su Hina”. Io mi chiedo che cosa stia aspettando la pregevole ministro delle pari opportunità Barbara Pollastrini ad affrontare con determinazione il tema ormai urgentissimo dei diritti delle donne islamiche presenti sul nostro territorio nazionale. Continua »
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3 Dicembre 2006
Misbah Ahdab, 44 anni, sunnita, vicepresidente del Blocco di Rinnovamento democratico antisiriano, uno dei deputati più votati nelle elezioni libanesi del 2005, teme il golpe: ” il rischio è quello di un colpo di stato in forma moderna. L’altro giorno Khamenei (ndr. la guida suprema della teocrazia iraniana) ha annunciato che gli Usa perderanno in Libano sul campo”.
Può spiegarsi meglio?
“Se vengono uccisi altri due ministri, il governo cade. Questa è la realtà. Ci vogliono destabilizzare…”.
Chi? L’Iran, gli Hezbollah?
“No. I siriani. Continua »
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22 Novembre 2006
L’ITALIA HA MANDATO duemilacento uomini (e progetta di inviarne altri quattrocento) in un braciere che continua a bruciare. Quel braciere si chiama Libano e si trova al centro di una faglia in perenne movimento sismico, il Medio Oriente. Il contingente militare del Bel Paese ha avuto nella prima fase di intervento la lodevole funzione di imporre l’alt ai 34 giorni di combattimenti fra Israele e gli Hezbollah, i miliziani libanesi che l’Iran ha creato e rifornito successivamente di razzi di varia gittata e comunque in grado di portare morte e distruzione anche a Tel Aviv.
MA I FATTI DI IERI hanno dimostrato quello che tutti temevano. Continua »
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