Iraq: violenza in calo dopo il bagno di sangue
Venerdì 9 Novembre 2007E’ la prima volta che i miei due interpreti iracheni, entrambi sunniti di Baghdad, si concedono un filo di ottimismo. Emad sostiene che “le cose vanno un pochino meglio”. Mohammed, un ingegnere, ha infranto gli arresti domiciliari che si era autoimposto dalla fine del 2003 per il timore dei kamikaze, dei rapimenti - lampo e dei posti di blocco delle milizie sciite. Lavora con Emad a Mansour, sulla sponda opposta del Tigri rispetto al suo quartiere, l’elegante Zaiuna, ex isola felice abitata dai militari di Saddam e da una borghesia che ha perso di colpo il suo status. Tutti i giorni percorre più di tre chilometri per raggiungere l’ufficio. E non pensa più, come quattro anni fa, che gli americani siano la causa di ogni male. (more…)