A Hina solo una fossa (temporanea) in terra italiana

Alla fine a Hina Salem siamo riusciti a dare solo questo, una sepoltura temporanea in terra italiana. Certo, i suoi familiari non hanno potuto relegarla subito in Pakistan, nel suolo della tradizione e della repressione che le è stata fatale. Ma la decisione è temporanea, è legata ad esigenze di giustizia. Quando il processo per l’assassinio sarà finito, il corpo affidato alla famiglia, ossia alla madre Bushra, potrà tornare nel paese asiatico, come ha sempre chiesto il clan. Il quale ha anche ottenuto che le esequie siano islamiche. Insomma anche nell’ultimo saluto incombe quel libro che a Hina è stato fatale, quella scrittura che descrive la donna come essere subordinato all’uomo. Chi non crede può leggersi il versetto 34 della Sura IV che è citato anche in questo blog nell’articolo intitolato “Ancora su Hina”. Io mi chiedo che cosa stia aspettando la pregevole ministro delle pari opportunità Barbara Pollastrini ad affrontare con determinazione il tema ormai urgentissimo dei diritti delle donne islamiche presenti sul nostro territorio nazionale. Molte, troppe, sono picchiate, emarginate, relegate nel ruolo di “angeli del focolare”, derubate dei figli che mariti protervi riportano ai nonni nel paese di origine. Il silenzio e la rimozione di questo mondo sono davvero inaccettabili. Abbiamo ancora il diritto di ritenerci un paese democratico? Uno stato di diritto può tollerare ancora queste sacche di violazione della legge?

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3 Commenti a “A Hina solo una fossa (temporanea) in terra italiana”

  1. Pasquale Paoli scrive:

    Eccolo qui, il verso 34 di an’nisa: “Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande.”

    Dove sta il problema? in Italia praticamente tutti i giorni si celebra un family day a base di strangolamenti casalinghi, uxoricidi nel bagno, accoltellamenti di figli nel sonno, stupri di figlie in doccia e chi più ne ha, più ne metta. Rifarsela con la base religiosa e giuridica di paesi come l’Afghanistan, divenuto “repubblica islamica” non grazie a Ruollah Musavi Khomeini, ma grazie alla democrazia esportata con le baionette, è un po’ come ignorare la trave nel proprio occhio e cercare la pagliuzza in quello del vicino.

  2. fiorella scrive:

    Come vedete la “sinistra” è democratica e dalla parte dei più deboli sempre a senso unico e solo con le parole. Il caso di Hina lo sta a testimoniare: si difende il più debole di turno solo se utile all’economia del partito, altrimenti si inverte la rotta e, con un giro di parole (qui sta per mistificazione) si parla di propaganda alle spese di una povera crista islamica. Evviva il comunislam!!!

  3. alessandro bianchi scrive:

    Dopo la tragedia di Hina,dopo gli altri efferati delitti comessi da appartenenti alla confessione islamica,dopo gli attentati falliti in Gran Bretagna,dopo l’intolleranza dimostrata dagli islamici per le leggi e le consuetudini occidentali,non sarebbe ora di prendere provvedimenti?
    Perchè riconoscere una pseudo religione che predica la morte?Perchè tollerare che orde di fanatici islamici possano girare liberamente in Europa?Perchè permettere che si edifichino delle moschee che altro non sono che centri di reclutamento ed indottrinamento per terroristi?
    È ora di dire basta e di prendere drastici provvedimenti:Non riconoscere l’islam come religione,chiudere le moschee in quanto luoghi di aggregazione terroristica,rimpatrio di tutti i musulmani che non accettano,per iscritto,le regole della convivenza occidentale,istituire un registro informatico con impronte digitali dna e immagine retinica di tutti gli islamici presenti sul territorio europeo,obbligo di comunicare i loro spostamenti sia presso le forze dell’ordine del luogo di residenza sia a quelle nel luogo di arrivo,auto con taghe particolari e riconoscibili,divieto di usare la loro lingua ed obbligo di imparare la lingua del paese ospitante,divieto assoluto ad accedere a carriere o professioni che possano metterli nella condizione di operare contro lo Stato ospitante,al primo reato grave prima il carcere e poi rimpatrio coatto e
    confisca dei loro beni.
    Siamo in guerra ed ogni islamico può essere un nemico mortale,perciò non mi si venga a dire che sono razzista,e se lo sono,lo sono nella misura in cui un islamico è razzista nei miei confronti.

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