Il pianeta azzurro
cambia indirizzo

12 Dicembre 2007

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A BALI IL TEMPO E’ TIRANNO

10 Dicembre 2007

La conferenza sul clima di Bali _ la tredicesima dall’entrata in vigore della Convenzione sui cambiamenti climatici _ entra nella sua seconda settimana. E si profila un difficile ma possibile accordo che confezionerà una “roadmap” che dovrebbe portare entro il 2009 ad una intesa sul cosiddetto “post Kyoto”. A un nuovo accordo cioè che scatterà nel 2012 quando il protocollo di Kyoto esaurirà il suo mandato.
Il processo pare ben avviato e anche chi non ha ratificato Kyoto come gli Stati Uniti sembra convinto che è necessario dare il via a nuove trattative. Il come si troverà con l’arrivo dei ministri che tra domani e venerdì lineranno i testi e troveranno una intesa. O almeno così si spera.
Il problema è la scala temporale. Altri due anni per un accordo, che comunque entrerà in vigore solo dopo il 2012 sono tempi geologici, che fanno a cazzotti con le risultanze dell’IPCC, che ci chiedono interventi incisivi sulle emissioni in tempi brevi. Entro 10-15 anni, dice l’IPCC, dovremo assistere al picco delle emissioni che dovranno poi scendere del 25-40% entro il 2020 e di oltre il 50% entro il 2050. Obiettivo possibile, ma che richiederebbe uno sforzo che, al di là delle parole, non si vede. Sono le scale temporali a non coincidere, ed è questa la contraddizione di questo processo negoziale. Procedendo per consenso, è necessariamente lentissimo. E rischia di farci perdere la battaglia contro i cambiamenti climatici dato che le emissioni, nel frattempo, continueranno a crescere inesorabilmente.

Bali, due settimane per cercare un accordo da chiudere entro il 2009

3 Dicembre 2007

L’obiettivo e’ trovare una intesa per una “road map” per Kyoto che porti ad un accordo “post 2012″”. E le condizioni ci sono tutte. La conferenza mondiale sui cambiamenti climatici _ la tredicesima Conferenza delle parti, la terza conferenza da quando Kyoto e’ entrato in vigore _ si e’aperta oggi a Bali, in Indonesia con la opartecipazione di 190 delegazioni nazionali, oltre 300 non governative, una settantina di organizzazioni e agenzie varie per un totale di 10 mila partecipanti. Una cifra che non si vedeva da anni e che da’lídea del momento di grande attenzione sul tema dei cambiamenti climatici.

In apertura di conferenza l’Australia _ come promesso dal nuovo governo laburista _ ha annunciato che ratifichera’ Kyoto’e in sala e’ scoppiato un applauso liberatorio. Tra i paesi sviluppati ora gli Stati Uniti sono rimasti soli ad aver firmato ma non ratificato. E anche qui, pur formalmente ferma sulle sue posizioni, la delegazione americana mostra un atteggiamento piu flessibile, che riflette il mutato clima all’interno del paese e lo stesso atteggiamento non piu ostruzionista dell’amministrazione Bush sulla questione effetto serra. Naturalmente nulla di rilevante avverra’ sino a che Bush non lascera’ la casa Bianca, ma le premesse per un cambio di linea sono fondate.

Nel frattempo nuovi temi entrano nell’agenda, i primis quello della deforestazione, che a livello di tecnici di delegazione era dibattuto da due anni e gía’ l’anno scorso a Nairobi era stato posto con forza da paesi come il Brasile o Papua Nuova Guinea.
La questione e’ semplice: dato che la deforestazione libera quantita’ notevoli di gas serra _ si stima attorno al 20% delle emissioni totali _ perche’non consentire di contabilizzare anche il mancato abbattimento oltre che, come gia’ e’ previsto oggi dal Prtocollo di Kyoto, la afforestazione o riforestazione?

In questo modo i paesi in via di sviluppo che hanno grandi estensioni di foreste si troverebbero a gestire un portafoglio di crediti di emissione da rivendere alle aziende ïnquinanti del “primo mondo”. Risorse in campio di tutela delle foreste e’ uno scambio che _ visti i benefici in termini di tutela della biodiversita’ e di mancate emissioni di anidride carbonica _ si puo’ fare, a patto che le regole siano chiare e trasparenti, e cosi la destinazione dei fondi di compesazione o dei proventi della cessione dei crediti. A Bali si potrebbero fare dei passi in avanti e si potrebbero varare alcuni progetti pilota. E sarebbe un risultato da non disprezzare.

Ban Ki Moon: il mondo sull”orlo della catastrofe climatica

17 Novembre 2007

“Non possiamo permetterci di lasciare la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Bali in dicembre senza un reale successo verso un accordo globale tra tutte le nazioni'’. Lo ha detto oggi il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, intervenendo alla approvazione del rapporto di sintesi dell IPCC. I rapporto del Gruppo di esperti intergovernativi sull’evoluzione del clima approvato ieri a Valencia in Spagna ‘’pone le condizioni per un reale successo: un accordo globale sul cambiamento climatico che tutte le nazioni possono adottare'’. ‘’Bali - ha aggiunto Ban Ki Moon _ deve definire il calendario di questi negoziati che spero si concluderanno entro il 2009′’. Continua »

Ecco il “sommario per i legislatori” dell’IPCC. E dentro c’è una speranza.

12 Novembre 2007

Il “sommario per i legislatori” _ la cui bozza anticipiamo a href=”http://qn.quotidiano.net/file_generali/pdf/SYR_SPM_FINAL_31Aug[1].pdf” _ è il documento di sintesi del quarto atteso rapporto dell’Ipcc, l’organismo scientifico al quale le Nazioni Unite hanno affidato il compito di studiare il cambiamento climatico e che è stato insignito nell’ultimo premio Nobel per la pace. Il “sommario” sarà approvato a Valencia questa settimana dall’assemblea dell’Ipcc e sarà la base del delicato negoziato sul clima che si terrà a Bali agli inizi di dicembre. E le conclusioni, che anticipiamo, sono realistiche ma forti. Continua »