Archivio di Maggio 2007

Rifiuti in Romania. Avanti piano. Quasi indietro?

Mercoledì 30 Maggio 2007

Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha dichiarato ieri: “Non c’e’ nessuna voglia di andare in giro per l’Europa, l’emergenza rifiuti va risolta in Campania”. Bene. Evidentemente dopo le prime (caute) aperture all’ipotesi avanzata dal sindaco Iervolino, al ministero dell’Ambiente si vuole andare con i piedi di piombo sull’ipotesi rifiuti campani in Romania. Pecoraro Scanio sottolinea che lui (e ci mancherebbe) “non fa il tifo per questa ipotesi, caso mai, come e’ noto, lo fa per la raccolta differenziata” ma non esclude ancora del tutto l’ipotesi: “in Europa c’e’ un mercato comune per cui come di fronte a una precedente emergenza siamo andati in Germania con lo stesso criterio potremmo portare i rifiuti in Romania, a patto che questo non diventi un alibi”. Oggi parte la qualificata missione del ministero dell’Ambiene, auguriamoci che al ritorno certifichi la non fattibilità tecnico-economica dell’operazione. Un modo elegante per cavarsi dall’impiccio di una idea eticamente molto discutibile, pedagogicamente disastrosa ed economicamente dissennata. Una vera ecoballa.

Piano giapponese per il post Kyoto. Acqua fresca?

Lunedì 28 Maggio 2007

Mentre Germania (anche a nome della Ue) e Usa litigano sul paragrafo relativo al clima nella dichiarazione finale del prossimo G8 che si terrà in Germania, il premier giapponese Shinzo Abe ha annunciato che al prossimo G8 presenterà un piano giapponese per il post Kyoto, cioè per la riduzione delle emissioni di gas serra dopo 2012. Bene? Chissà. I dettagli non sono noti ma Abe ha preannunciato che il piano dovrà coinvolgere tutti i grandi paesi, compresi Usa, Cina e India (molto bene) ma non potrà essere vincolante (molto male). Acqua fresca? O magari tentativo di fare ammuina per nascondere i panni sporchi? Si da il caso infatti che il Giappone ( al pari degli Stati Uniti e di molti altri paesi, Italia inclusa) stia fallendo l’obiettivo fissato da Kyoto (-6%) e stia aumentando le emissioni del 14% rispetto al 1990. Avendo la consapevolezza di non poter rispettare obiettivi vincolanti si cerca semplicemente di eliminare i vincoli? Per dirla con Andreotti: chi pensa male fa peccato ma quasi sempre ci azzecca…..

I rifiuti campani? In Romania….

Sabato 26 Maggio 2007

Matura in queste ore l’ennesima soluzione all’italiana. La Campania non risce a smaltire i suoi rifiuti nel proprio territorio, nonostante una emergenza lunga tredici anni, undici dei quali commissariati e costati qualcosa come 1500 milioni di euro. Le altre regioni italiane, giustamente ,non sono disponibili a farsene carico.
E allora, ecco l’idea: mandiamoli al’estero i rifiuti campani.

Non è neppure la prima volta che accade. Oltre che nelle altre regioni, fino all’anno scorso i rifiuti li si spediva _ a carissimo prezzo _ in Germania. Oggi si va oltre e spunta la pista rumena. E’ bene essere chiari. Se quella tedesca era per l’Italia una soluzione da paese sottosviluppato che è incapace di far fronte ai propri obblighi di corretta gestione dei propri rifiuti quella rumena è anche peggio: oltre ad essere parimenti diseducativa come approccio e dispendiosa economicamente è anche colonialista come impostazione. In Romania sono poveri più di noi? E allora paghiamo _ meno che in Germania, abbiamo ragione di ritenere _ e loro si prenderanno i nostri rifiuti. Semplice no?

E c’è di più. L’esportazione dei rifiuti in altre regioni o, peggio, all’estero vive sull’equivoco secondo il quale i campani non sarebbero in grado di risolvere da soli il problema.
Il che è una (eco)balla, come dimostra la Campania stessa dato che _ dati Legambiente _ ci sono dieci comuni (9 dei quali in provincia di Salerno) che in quella regione raccolgono oltre il 67%. Comuni piccoli come Atena Lucana (2.287 abitanti) che con il sistema della raccolta “porta a porta” raccolgono il 96%, più grandi come Bellizzi (13 mila abitanti) che toccano il 73%), ancora più grandi come Pontecagnano e Mercato San Severino (oltre 20 mila abitanti), che superano il 50%.
Come si vede, un sistema diverso è possibile, anche in Campania. Solo, serve la capacità politica di prendere le decisioni giusete. Che è clamorosamente mancata.

Oggi, sulla base della logica dell’emergenza e con il retropensiero di non perder voti, si preferisce ancora una scelta deresponsabilizzante. Promettendo naturalmente che una volta che il sistema sarà a regime, immancabilmente tra pochi mesi, l’esportazione finirà.
Lo dicevano anche undici anni fa che il problema sarebbe stato risolto in meno di un anno. E invece siamo ancora qui….

Clima. Campanello d’allarme dall’Antartide

Mercoledì 16 Maggio 2007

Nessuno può sostenere che il l’Antartide si sta sciogliendo. Non ancora. Ma il satellite Quick Scat della Nasa ha raccolto due anni fa un segnale molto preoccupante, reso noto solo l’altroieri, che potrebbe indicare che il continente ghiacciato sta muovendosi molto più rapidamente di quanto si poteva temere nella direzione di uno scioglimento della calotta glaciale che copre l’Antartide occidentale. Un fenomeno che l’Ipcc ritiene improbabile per questo secolo ma che nonostante lòa prudenza dei glaciologi potrebbe invece iniziare a manifestare i suoi prodromi. (more…)

L’UE approva con riserva il piano italiano: dobbiamo tagliare di più i gas serra

Mercoledì 16 Maggio 2007

L’Europa ci richiama alle nostre responsabilità. Avevamo promesso di ridurre le emissioni del 6,5% entro il 2012 rispetto al 1990 e invece le stiamo aumentando del 13%. Invece di ridursi, il gap tra l’obiettivo (486 milioni di tonnellate di Co2 al 2012) e la realtà (583 milioni di tonnellate nel 2004) si allarga e ammonta oggi a oltre 97 milioni di tonnellate. Ecco perchè l’Unione Europea, nel valutare il piano nazionale dell’Italia del sistema europeo di scambio delle quote di emissione nel periodo 2008-2012, ieri ha dato un giudizio favorevole strettamente condizionato ad uno sforzo ulteriore: la riduzione di altri 13,2 milioni di tonnellate le emissioni di Co2 del settore industriale regolate dalla direttiva(che pesano per il 38% del totale). Come dire il 6,5% in meno rispetto al piano italiano che fissava le emissioni industriali a quota 209 milioni di tonnellate. (more…)