Piano giapponese per il post Kyoto. Acqua fresca?

Mentre Germania (anche a nome della Ue) e Usa litigano sul paragrafo relativo al clima nella dichiarazione finale del prossimo G8 che si terrà in Germania, il premier giapponese Shinzo Abe ha annunciato che al prossimo G8 presenterà un piano giapponese per il post Kyoto, cioè per la riduzione delle emissioni di gas serra dopo 2012. Bene? Chissà. I dettagli non sono noti ma Abe ha preannunciato che il piano dovrà coinvolgere tutti i grandi paesi, compresi Usa, Cina e India (molto bene) ma non potrà essere vincolante (molto male). Acqua fresca? O magari tentativo di fare ammuina per nascondere i panni sporchi? Si da il caso infatti che il Giappone ( al pari degli Stati Uniti e di molti altri paesi, Italia inclusa) stia fallendo l’obiettivo fissato da Kyoto (-6%) e stia aumentando le emissioni del 14% rispetto al 1990. Avendo la consapevolezza di non poter rispettare obiettivi vincolanti si cerca semplicemente di eliminare i vincoli? Per dirla con Andreotti: chi pensa male fa peccato ma quasi sempre ci azzecca…..

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2 Commenti a “Piano giapponese per il post Kyoto. Acqua fresca?”

  1. claudio scrive:

    mi sembra fondamentale un coinvolgimento dei grandi paesi in via di sviluppo, ma come si è detto anche in articoli precedenti, c’è sempre questo grande punto interrogativo ma farranno davvero qualcosa. Invece di attuare le misure più semplici e meno costose a casa nostra e ce ne sono. ad esempio l’efficienza energetica, non dobbiamo mica aspettare che si sono mossi i paesi in via di sviluppo per iniziare. certo sarebbe bene che assumessero impegni quantitativi e vincolati, ma questo non migliora certamente l’attuazione di misure nei paesi industrializzati.

  2. bandolero scrive:

    Ormai è palese che per l’Italia gli obiettivi di riduzione di co2 di Kyoto sono irrangiungibili, dovremmo spegnere le centrali e andare in deficit energetico per poterlo rispettare. Sempre che serva a qualcosa.

    http://www.sferoidale.com/2007/07/lillusione-di-kyoto.html

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