Bali, due settimane per cercare un accordo da chiudere entro il 2009

L’obiettivo e’ trovare una intesa per una “road map” per Kyoto che porti ad un accordo “post 2012″”. E le condizioni ci sono tutte. La conferenza mondiale sui cambiamenti climatici _ la tredicesima Conferenza delle parti, la terza conferenza da quando Kyoto e’ entrato in vigore _ si e’aperta oggi a Bali, in Indonesia con la opartecipazione di 190 delegazioni nazionali, oltre 300 non governative, una settantina di organizzazioni e agenzie varie per un totale di 10 mila partecipanti. Una cifra che non si vedeva da anni e che da’lídea del momento di grande attenzione sul tema dei cambiamenti climatici.

In apertura di conferenza l’Australia _ come promesso dal nuovo governo laburista _ ha annunciato che ratifichera’ Kyoto’e in sala e’ scoppiato un applauso liberatorio. Tra i paesi sviluppati ora gli Stati Uniti sono rimasti soli ad aver firmato ma non ratificato. E anche qui, pur formalmente ferma sulle sue posizioni, la delegazione americana mostra un atteggiamento piu flessibile, che riflette il mutato clima all’interno del paese e lo stesso atteggiamento non piu ostruzionista dell’amministrazione Bush sulla questione effetto serra. Naturalmente nulla di rilevante avverra’ sino a che Bush non lascera’ la casa Bianca, ma le premesse per un cambio di linea sono fondate.

Nel frattempo nuovi temi entrano nell’agenda, i primis quello della deforestazione, che a livello di tecnici di delegazione era dibattuto da due anni e gía’ l’anno scorso a Nairobi era stato posto con forza da paesi come il Brasile o Papua Nuova Guinea.
La questione e’ semplice: dato che la deforestazione libera quantita’ notevoli di gas serra _ si stima attorno al 20% delle emissioni totali _ perche’non consentire di contabilizzare anche il mancato abbattimento oltre che, come gia’ e’ previsto oggi dal Prtocollo di Kyoto, la afforestazione o riforestazione?

In questo modo i paesi in via di sviluppo che hanno grandi estensioni di foreste si troverebbero a gestire un portafoglio di crediti di emissione da rivendere alle aziende ïnquinanti del “primo mondo”. Risorse in campio di tutela delle foreste e’ uno scambio che _ visti i benefici in termini di tutela della biodiversita’ e di mancate emissioni di anidride carbonica _ si puo’ fare, a patto che le regole siano chiare e trasparenti, e cosi la destinazione dei fondi di compesazione o dei proventi della cessione dei crediti. A Bali si potrebbero fare dei passi in avanti e si potrebbero varare alcuni progetti pilota. E sarebbe un risultato da non disprezzare.

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2 Commenti a “Bali, due settimane per cercare un accordo da chiudere entro il 2009”

  1. Fabio scrive:

    Può essere una svolta epocale o l’ennesimo rinvio a data da destinarsi. Il cambio di direzione dell’Australia fa ben sperare, così come il fatto che l’amministrazione Bush ha i giorni contati.

  2. franca scrive:

    per difendere i paesi in via di sviluppo che si trovano nella scomoda situazione di guadagnare con la vendita delle loro foreste e che hanno pochi altri beni richiesti dai paesi industrializzati da scambiare con merci industriali, il primo ministro di Papua Nuova Guinea ha fondata la rainfrest coaltion - il cui presidente Kevin Conrad ha partecipato alla Conferenza sui CC di settembre scorso spiegando il dilemma che devono affrontare questi paesi. studi e altre info sulla tematica si trovano sul sito http://www.rainforestcoalition.org/eng/

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