Archivio di Ottobre 2007

Il ruolo dell’educatore nella Bologna di Cofferati

Venerdì 5 Ottobre 2007

di Claudia, 29 anni, San Giorgio di Piano
Scrivo per portare alla luce del sole una scandalosa realtà che sta prendendo piede a Bologna (e provincia), patria della cooperazione (!), notoriamente amministrata da un sindaco ex segretario CGIL, che si professa tuttora, con grande faccia tosta, attento ai diritti dei lavoratori.
Sono una educatrice che lavora in ambito scolastico; laureata, con diploma di specializzazione e di perfezionamento, tesserata CGIL. Dipendente a tempo indeterminato in due cooperative perché con una sola non arrivavo a fine mese. Faccio una piccola premessa sul ruolo che dovrei avere a scuola, poiché molte persone ancora ci confondono con gli insegnanti di sostegno: l’educatore scolastico viene compreso nell’équipe educativa di una classe (scuole di qualunque ordine e grado) in cui sia inserito una persona con diversa abilità o con problematiche sociali, nonché di disagio.
NON SIAMO BADANTI, NE BABY-SITTER, non siamo nel contesto classe per portar via la patata bollente agli insegnanti, ma abbiamo un ruolo ben preciso, definito all’interno di una legge sull’integrazione scolastica che nessuno si prende mai la briga di leggere.
L’educatore agisce sul gruppo classe per creare integrazione e svolge un ruolo di aiuto per gli studenti, agisce da collante e da mediatore tra il corpo docente e quello degli alunni, sensibilizzando ambo le parti rispetto alle esigenze reciproche. Ma non finisce qui! L’educatore aiuta la persona diversamente abile a creare un canale con cui comunicare in modo adeguato con la società, a trovare il modo per essere il più possibile autonomo e promuove e indica all’utente la strada per accrescere le abilità e le propensioni che gli permetteranno di vivere indipendente nella società , difende i suoi diritti, vede le criticità nelle scuole (barriere architettoniche, ad esempio) e sta nel suo ruolo richiamare l’attenzione su queste perché la diversabilità diventi il più possibile uguaglianza.
E’ sempre l’educatore che promuove percorsi di conoscenza dell’alterità , delle differenze interpersonali che sono quelle che ci rendono unici e inimitabili, che promuove i valori del rispetto di sà e degli altri, che progetta percorsi di educazione all’affettività e potrei continuare ancora per diverse righe sui compiti che ci vengono attribuiti.
Nonostante dunque siamo le persone che nella scuola hanno il compito di diffondere quei valori universali che tutti riconoscono come gli unici che possono aiutarci ad avere un futuro migliore, gli educatori di Bologna e provincia:
1. non hanno diritto a mangiare a pranzo: i Comuni non riconoscono il pasto ai lavoratori che sono in servizio nei momenti della mensa;
2. nonostante il nostro lavoro sia sulla classe, siamo legati alle assenze dell’utente, poiché siamo chiamati a lavorare in quella classe perché l’utente è in quella classe, perciò quando questo è assente noi non veniamo pagati. Sarebbe come dire ad un’impiegata dell’URP che se non è andato nessuno a chiedere informazioni non le viene pagata la giornata.
3. siamo pagati in base alle ore che facciamo, per cui se un’utente si ammala e sta a casa due settimane noi abbiamo lo stipendio dimezzato. Senza contare che il percorso di integrazione che portiamo avanti si interrompe e si risolve, nella mente dei compagni di classe, come una cosa che si fa perché c’è quel bambino e perde il senso della trasmissione del valore della diversità come ricchezza e dell’integrazione come diritto.
4. Dove vanno i soldi che erano destinati ad un servizio di qualità e vengono tolti da questo servizio svuotandolo di significato? Non si può dire che non ci fossero, in primo luogo perché erano in conto quando è iniziata la scuola, sono stati messi in bilancio con i giusti obiettivi, ma non si sa dove vanno a finire quando vengono tolti all’educatore.
5. non ci occupiamo solo della persona diversamente abile in quanto persona che ha bisogno di trovare la strada giusta per crescere al meglio, poiché tutti i figli, tutti gli studenti, hanno questo diritto.
Ho studiato e lavorato contemporaneamente, riuscendo ad avere i titoli di cui sopra in soli sei anni.
Scienze dell’Educazione, specializzazione come conduttore di gruppi, perfezionamento in progettazione in ambito educativo e formativo. L’ho fatto perché credevo nei valori che promuovo. Che dovrei promuovere. Facciamo il doppio delle ore che fanno gli insegnanti di sostegno (massimo18 ore) e arriviamo a stento a prendere 900 euro Finiti i mesi di scuola non veniamo più pagati, poiché l’appalto delle cooperative è legato ai mesi scolastici, quindi risultiamo assunti a ore zero: non veniamo pagati e non possiamo accedere a nessun genere di sussidio di disoccupazione perché figuriamo assunti a tempo indeterminato. E TUTTO QUESTO ACCADE NEL COMUNE PIU’ ATTENTO AI BISOGNI DELLE PERSONE, QUELLO PIU’ GARANTISTA DEI DIRITTI SOCIALI E DEL LAVORATORE. E, logicamente, a ruota, in quasi tutti i Comuni della provincia.
Meno male che abbiamo Cofferati che ci aiuta a fare bene il nostro lavoro, se no, chissà dove andremo a finire!

Un’educatrice delusa e arrabbiata

Bravi poliziotti

Venerdì 5 Ottobre 2007

di Giovanni Diacci, 49 anni, Carpi
Bravi questi poliziotti di Carpi che dopo le indagini effettuate, hanno scoperto un giro di prostituzione di ragazze cinesi !
Ma,i Carpigiani che gestiscono questo traffico? sono forse protetti? esistono giri di prostituzione di classe A E B? Molto probabilmente, si.
Dico questo, in quanto a distanza di 2 anni, dopo avere segnalato presso gli uffici di PS e Carabinieri, citando luoghi e persone, non solo non sono intervenuti, ma mi hanno detto di lasciare perdere !ci sono forse interessi comuni o è una giro talmente grande che godono della protezione di persone influenti?

L’albero di via Bertocchi

Venerdì 5 Ottobre 2007

di Giordano, 61 anni, Bologna
Sono ormai anni che la storia va avanti : domani sarà abbattuto ,no , contrordine , manca una firma , o un permesso o qualche altro cavillo . Possibile che non esista un ufficio che , convocate le parti in causa ed ascoltate le varie ragioni , dica si o no ? Ora i cartelli in difesa dell’albero , temono che nella vecchia “conserva” che ci sta sotto , possa sorgere un pub, un bar , o addirittura una discoteca ! Perché l’ufficio addetto all’urbanistica non dice a chiare lettere cosa si può o non si può fare ? Perché è stato concesso a qualcuno di acquistare una parte di giardino che logica vorrebbe essere condominiale ? Saluti.
P.S. Sono ormai 10 gg che un mio commento ad un altro titolo è in attesa di essere “verificato” (?) : farà la fine dell’albero che spero morirà di vecchiaia ?

street parade

Lunedì 1 Ottobre 2007

di Alessandro, 25 anni, Bologna
Volevo rispondere all’articolo sulla street precisando che i fatti sono stati esposti in maniera puntuale, ma che forse l’autore dovrebbe rivedere le conclusioni se in strada c’erano più di 5000 giovani.Io vivo a Bologna da 5 anni e sto vivendo da 3 anni a questa parte l’inesorabile declino della città .Per questo mi sono sentito in dovere di scendere in strada e protestare non verso Cofferati ma verso la situazione di questa città . Perché mai oggi un giovane dovrebbe essere attratto dalla prospettiva di studiare a Bologna?L’università non ha fondi, la città è forse la più cara d’Italia,i locali sono a dir poco arretrati, i centri sociali sono stati chiusi con la forza,in centro non si può vendere birra dopo le 22 di sera,ci sono 10 pattuglie della polizia a piazza verdi con le mani in mano ed appena fuori dal centro i cittadini devono chiamare la polizia per uscire di casa (Potete controllare succede regolarmente a piazza dell’unità). Occorrerebbe una riflessione, se Bologna e i Bolognesi sono per la maggior parte molto benestanti è grazie all’università, secondo le statistiche ufficiali negli ultimi anni ci sono in città 10000 studenti in meno, siete sicuri che a rimetterci siano stati i Bolognesi.