Archivio della Categoria 'Altro'

Partiti, politica e tolleranza

Lunedì 15 Ottobre 2007

di Giuseppe, 49 anni, san Giovanni in persiceto (Bo)
La tolleranza deve essere innata in ciascun essere umano ma quello a cui stiamo assistendo da anni non credo debba ulterioremente essere accettato. In Italia sta succedendo di tutto, problemi che non si registrano neanche in un paese del terzo mondo, cito quelli che vanno per la maggiore:
-povertà dilagante dal nord a sud;
-criminalità dilagante dal nord al sud;
-droga, prostituzione, clandestini e abusivi;
-italiani tartassati dalle tasse e disoccupazione in aumento;
-delinquenti che girano impuniti;
-cittadini onesti rapinati e malmenati;
-politici strapagati e corrotti;
C’è da vergognarsi di essere italiani. Quali le soluzioni a tuti questi problemi?
Semplice, basta eliminare i partiti ed i politici, sostiduendoli con nuovi dirigenti, tecnici pagati solo se raggiungono gli obiettivi e risolvono i problemi di noi tutti. Demagogia? non credo basta andare nelle aziende private per capire come si governa una società. Quando un dirigente non fa il suo lavoro, lo si cambia con un altro.

Quanto costano i politici

Lunedì 8 Ottobre 2007

di Gastone, 67 anni, Modena
Quanto costa la politica in Italia,
vorrei saper cosa costano in generale i nostri politici
ciao Gastone

San Petronio

Venerdì 5 Ottobre 2007

di Francesco, 30 anni, Bologna
Alla cerimonia di ieri presieduta da Monsignor Caffarra, la Basilica era gremita di autorità e di cittadini. Io mi sono presentato all’entrata di S. Petronio con un piccolo zaino (che conteneva, tra l’altro, solo una maglietta) e non sono potuto entrare; una signora davanti a me è entrata con una borsa voluminosa almeno il doppio della mia.Che senso c’è, in tutto ciò?
Vivo in una città blindata, sporca, violenta, indifferente, che non riconosco più. Conosco bolognesi che stanno vendendo per trasferirsi altrove.
Cosa si può fare per arginare questa decadenza? Ha ragione Caffara quando dice che questa città è sul viale del tramonto. Perfettamente ragione.

Il ruolo dell’educatore nella Bologna di Cofferati

Venerdì 5 Ottobre 2007

di Claudia, 29 anni, San Giorgio di Piano
Scrivo per portare alla luce del sole una scandalosa realtà che sta prendendo piede a Bologna (e provincia), patria della cooperazione (!), notoriamente amministrata da un sindaco ex segretario CGIL, che si professa tuttora, con grande faccia tosta, attento ai diritti dei lavoratori.
Sono una educatrice che lavora in ambito scolastico; laureata, con diploma di specializzazione e di perfezionamento, tesserata CGIL. Dipendente a tempo indeterminato in due cooperative perché con una sola non arrivavo a fine mese. Faccio una piccola premessa sul ruolo che dovrei avere a scuola, poiché molte persone ancora ci confondono con gli insegnanti di sostegno: l’educatore scolastico viene compreso nell’équipe educativa di una classe (scuole di qualunque ordine e grado) in cui sia inserito una persona con diversa abilità o con problematiche sociali, nonché di disagio.
NON SIAMO BADANTI, NE BABY-SITTER, non siamo nel contesto classe per portar via la patata bollente agli insegnanti, ma abbiamo un ruolo ben preciso, definito all’interno di una legge sull’integrazione scolastica che nessuno si prende mai la briga di leggere.
L’educatore agisce sul gruppo classe per creare integrazione e svolge un ruolo di aiuto per gli studenti, agisce da collante e da mediatore tra il corpo docente e quello degli alunni, sensibilizzando ambo le parti rispetto alle esigenze reciproche. Ma non finisce qui! L’educatore aiuta la persona diversamente abile a creare un canale con cui comunicare in modo adeguato con la società, a trovare il modo per essere il più possibile autonomo e promuove e indica all’utente la strada per accrescere le abilità e le propensioni che gli permetteranno di vivere indipendente nella società , difende i suoi diritti, vede le criticità nelle scuole (barriere architettoniche, ad esempio) e sta nel suo ruolo richiamare l’attenzione su queste perché la diversabilità diventi il più possibile uguaglianza.
E’ sempre l’educatore che promuove percorsi di conoscenza dell’alterità , delle differenze interpersonali che sono quelle che ci rendono unici e inimitabili, che promuove i valori del rispetto di sà e degli altri, che progetta percorsi di educazione all’affettività e potrei continuare ancora per diverse righe sui compiti che ci vengono attribuiti.
Nonostante dunque siamo le persone che nella scuola hanno il compito di diffondere quei valori universali che tutti riconoscono come gli unici che possono aiutarci ad avere un futuro migliore, gli educatori di Bologna e provincia:
1. non hanno diritto a mangiare a pranzo: i Comuni non riconoscono il pasto ai lavoratori che sono in servizio nei momenti della mensa;
2. nonostante il nostro lavoro sia sulla classe, siamo legati alle assenze dell’utente, poiché siamo chiamati a lavorare in quella classe perché l’utente è in quella classe, perciò quando questo è assente noi non veniamo pagati. Sarebbe come dire ad un’impiegata dell’URP che se non è andato nessuno a chiedere informazioni non le viene pagata la giornata.
3. siamo pagati in base alle ore che facciamo, per cui se un’utente si ammala e sta a casa due settimane noi abbiamo lo stipendio dimezzato. Senza contare che il percorso di integrazione che portiamo avanti si interrompe e si risolve, nella mente dei compagni di classe, come una cosa che si fa perché c’è quel bambino e perde il senso della trasmissione del valore della diversità come ricchezza e dell’integrazione come diritto.
4. Dove vanno i soldi che erano destinati ad un servizio di qualità e vengono tolti da questo servizio svuotandolo di significato? Non si può dire che non ci fossero, in primo luogo perché erano in conto quando è iniziata la scuola, sono stati messi in bilancio con i giusti obiettivi, ma non si sa dove vanno a finire quando vengono tolti all’educatore.
5. non ci occupiamo solo della persona diversamente abile in quanto persona che ha bisogno di trovare la strada giusta per crescere al meglio, poiché tutti i figli, tutti gli studenti, hanno questo diritto.
Ho studiato e lavorato contemporaneamente, riuscendo ad avere i titoli di cui sopra in soli sei anni.
Scienze dell’Educazione, specializzazione come conduttore di gruppi, perfezionamento in progettazione in ambito educativo e formativo. L’ho fatto perché credevo nei valori che promuovo. Che dovrei promuovere. Facciamo il doppio delle ore che fanno gli insegnanti di sostegno (massimo18 ore) e arriviamo a stento a prendere 900 euro Finiti i mesi di scuola non veniamo più pagati, poiché l’appalto delle cooperative è legato ai mesi scolastici, quindi risultiamo assunti a ore zero: non veniamo pagati e non possiamo accedere a nessun genere di sussidio di disoccupazione perché figuriamo assunti a tempo indeterminato. E TUTTO QUESTO ACCADE NEL COMUNE PIU’ ATTENTO AI BISOGNI DELLE PERSONE, QUELLO PIU’ GARANTISTA DEI DIRITTI SOCIALI E DEL LAVORATORE. E, logicamente, a ruota, in quasi tutti i Comuni della provincia.
Meno male che abbiamo Cofferati che ci aiuta a fare bene il nostro lavoro, se no, chissà dove andremo a finire!

Un’educatrice delusa e arrabbiata

Bravi poliziotti

Venerdì 5 Ottobre 2007

di Giovanni Diacci, 49 anni, Carpi
Bravi questi poliziotti di Carpi che dopo le indagini effettuate, hanno scoperto un giro di prostituzione di ragazze cinesi !
Ma,i Carpigiani che gestiscono questo traffico? sono forse protetti? esistono giri di prostituzione di classe A E B? Molto probabilmente, si.
Dico questo, in quanto a distanza di 2 anni, dopo avere segnalato presso gli uffici di PS e Carabinieri, citando luoghi e persone, non solo non sono intervenuti, ma mi hanno detto di lasciare perdere !ci sono forse interessi comuni o è una giro talmente grande che godono della protezione di persone influenti?