Italiani, che succede?

Un bruttissimo inizio d’anno per i nostri giocatori, che finora a livello Atp hanno vinto una partita su tre. E i ricambi sono in ritardo.
In questo inizio di 2009 tutti sono alla ricerca della fiducia. Non solo gli operatori economici, scossi da una delle più gravi crisi finanziarie della storia del capitalismo, non solo i banchieri centrali, che vedono materializzarsi scenari, come le corse dei risparmiatori agli sportelli delle banche, che parevano ormai confinati sui libri storia dell’economia, non solo i capi di stato, che cercano disperatamente di infondere un po’ di ottimismo. Ma anche, nel loro piccolo, i tennisti e gli appassionati italiani.
Il nostro movimento si avvicina a questo week end di Coppa Davis – gli azzurri affronteranno da favoriti la Slovacchia, priva di Karol Beck, a Cagliari – con un senso di cupo pessimismo.
L’avvio di stagione dei nostri giocatori è stato infatti deludente. I primi due mesi di attività agonistica (incluso il febbraio sudamericano sul rosso, tradizionale terreno di conquista per i nostri portacolori) si chiudono con un bilancio a livello Atp di 14 vittorie e 31 sconfitte, con nessun azzurro in grado di andare oltre il secondo turno dallo scorso ottobre, quando Bolelli centrò i quarti a Basilea. Ne ha ovviamente risentito la classifica. Negli ultimi 2 anni, ci eravamo abituati ad avere 5 giocatori nei primi 100 (Seppi, Bolelli, Starace, Fognini, Volandri). Ora, anche per circostanze sfortunate (i guai fisici di Fognini, l’assurda squalifica di Volandri), ce ne sono rimasti 3. E se finora la classifica degli altri ha tenuto, è anche vero che si avvicinano le pesanti cambiali di primavera, con molti punti da difendere. Le uniche notizie positive sono venute dai buoni risultati di Cipolla e di Stoppini.
Eppure il nostro tennis, pur non scoppiando davvero di salute, da 4/5 anni era in lenta, ma costante ascesa, cifre alla mano.
Da cosa dipende questa inversione di tendenza? Si tratta di una temporanea fase di assestamento, o stiamo ripiombando in una nuova crisi? Per capirlo, analizziamo nel dettaglio cosa sta capitando ai nostri tennisti di vertice.
Andreas Seppi.
Andreas (best rank 27 Atp, raggiunto lo scorso luglio) ha messo insieme finora 3 vittorie e 7 sconfitte. Il disciplinatissimo altoatesino, da sempre il più professionale dei nostri giocatori, ha dovuto svolgere una preparazione invernale diversa da quella degli altri anni. Più affrettata, più corta, per via di un piccolo intervento chirurgico (la rimozione di due nei). Andreas inoltre ha perso peso (che fa fatica a recuperare) e non ha potuto lavorare sul servizio come era stato preventivato. Coach Sartori, ad inizio stagione, si era detto fiducioso che questi inconvenienti non avrebbero condizionato i risultati agonistici dell’azzurro “ormai è un giocatore formato, non dovrebbe essere un grosso problema” e addirittura si era sbilanciato in una previsione molto ottimistica “sono sicuro che Seppi andrà al Master”. Per ora i risultati sono negativi. Andreas ha avuto qualche sorteggio sfortunato (2 volte Federer, Murray a Rotterdam, che poi ha vinto il torneo), ma ha anche perso sul filo di lana alcuni match che avrebbe dovuto vincere (una partita incredibile con Mathieu a Sydney, dilapidando una quindicina di palle break, il match contro Zverev a Zagabria). Alla fine l’altoatesino, che non è mai stato un cuor di leone, ha perso un po’ di fiducia nei propri mezzi. Chiesta ed ottenuta una wild card a Dubai (dove in precedenza non si era iscritto) con l’obiettivo di mettere partite nelle gambe, ha giocato un brutto match contro Tursunov, mostrando un tennis involuto e poco deciso, e una seconda di servizio di efficacia quanto mai altalenante. Occorre stringere i denti, ritrovare serenità e cercare di fare qualche risultato nei Masters Series americani di marzo, perché poi arriveranno le cambiali pesanti (in primis i 450 punti della semi di Amburgo, che da soli costituiscono quasi il 30% del suo bottino). Tuttavia, Andreas in passato ci ha abituati a questo suo tipico alternare fasi negative ad exploit di assoluto valore e non a caso è l’azzurro che vanta il maggior numero di vittorie contro top 10: ne ha battuti cinque (primato che divide con Volandri). Saprà sicuramente reagire.
Simone Bolelli.
L’allievo di Claudio Pistolesi (best rank 36 Atp, toccato la settimana scorsa) finora ha vinto 4 match e ne ha persi 6, di cui 2 contro Tsonga e uno contro Nadal. Ci si aspettava di più contro Fish a Melbourne e contro Troicki a Zagabria, però Simone nel complesso ha mostrato un livello di gioco piuttosto buono, a tratti ottimo, e sembra in crescita. Ha aggiunto al suo bagaglio tecnico una variante importante come il rovescio in back, e l’assidua frequentazione del doppio gli sta facendo gradualmente prendere fiducia nel verticalizzare il gioco, nell’andarsi a prendere più punti a rete (dove peraltro possiede un’ottima mano).
Inoltre, sia nel 2007 che nel 2008 l’azzurro ha avuto una partenza lenta, per poi entrare in forma a partire dal mese di marzo. I difetti storici (risposta, spostamenti, rovescio lungolinea) sia pure limati, sono ancora là, ma l’impressione generale è positiva. La programmazione resta molto coraggiosa, l’azzurro continua ad affrontare giocatori di vertice tutte le settimane e non va a cercare punti facili nei tornei minori. Con una crescita della condizione generale e della convinzione nei propri mezzi, il bolognese potrebbe essere la buona notizia di questa primavera. La brutta vicenda Davis, tra l’altro, sicuramente non ha giovato alla sua serenità, ma quantomeno gli sta rendendo più agevole la gestione tecnica, evitandogli troppi cambi di superficie.
Potito Starace.
Chi lo ha visto giocare in queste settimane ha parlato di un tennista involuto, fisicamente scarico, sfiduciato. La sconfitta con il promettentissimo ma acerbo Tomic a Melbourne è stata oggettivamente una delusione. Tuttavia, va detto che Poto (best rank 27 Atp, raggiunto nell’ottobre del 2007) ha parecchie giustificazioni. In primo luogo, il campano sta passando un brutto momento sul piano personale. Al dolore per la perdita del suo migliore amico, lo sfortunato aretino Federico Luzzi, pare si sia aggiunta di recente anche la rottura della sua relazione sentimentale, che ormai durava da qualche anno. Insomma, gli atleti non sono macchine, e un momento di crisi ci può stare. Inoltre, Potito durante la tournèe sudamericana ha anche avuto qualche guaio fisico (a Costa Do Sauipe un dolore alla spalla gli impediva di spingere a fondo con il diritto) e sorteggi piuttosto sfortunati, andando a sbattere contro gente come Bellucci, Robredo, Almagro, che dopo essere stati impegnati duramente dal campano hanno vinto il torneo o fatto finale.
Sul piano tecnico, Poto quest’anno pare aver cambiato qualcosa nel servizio, con cui cerca maggiormente il punto, limitando un po’ il ricorso al consueto kick e adoperando maggiormente lo slice e la soluzione piatta. Per lui, come sempre, è fondamentale la condizione atletica, suo storico punto di debolezza. Vedremo se il bravo preparatore Stefano Baraldo riuscirà a tirarlo a lucido per la stagione sulla terra europea, che come sempre Poto inizierà dal suo amatissimo challenger di Napoli. La speranza è quella di rivedere uno Starace formato 2007, dove sulla terra rossa aveva espresso un livello obiettivamente molto buono, mentre pare ormai tramontata la speranza di un proficuo adattamento al veloce.
Fabio Fognini.
Lavori in corso. Il cartello non è molto visibile, da lontano, anche perché le apparizioni televisive del ligure finora sono state poche. Ma in realtà il gioco di Fabio (best rank 66 Atp, raggiunto nel luglio 2008) è ancora un cantiere aperto. Dopo la sfortunata stagione 2008, travagliata dagli infortuni, l’azzurro a Melbourne ha messo insieme la sua prima vittoria nel tabellone principale di uno Slam, per poi incappare in una deludentissima tournèe sudamericana, dove è stato pesantemente condizionato da un fortissimo attacco influenzale, che lo ha immobilizzato per una settimana e gli ha fatto perdere ben 5 kg. di peso. Ma non è questo l’aspetto più importante. In realtà, sul futuro di Fognini si sta giocando una partita molto coraggiosa. Acquisito ormai fin dallo scorso anno un buon livello sulla terra rossa, il ligure, sotto la guida di Riccardo Piatti, sta attuando una profonda riconversione tecnica, con l’obiettivo ultimo di rendere il suo gioco più aggressivo e più competitivo, anche sulle superfici veloci. I fondamentali stanno diventando più piatti e anticipati, si sta lavorando duramente sul servizio, sulle discese a rete, sull’anticipo, sulla capacità di rispondere aggressivo. Tutto questo, come è ovvio, ha un costo. Se ne è avuta la prova durante il match perso contro Acasuso a Buenos Aires. In campo, un Fognini inedito, sempre con i piedi sulla riga, che cercava costantemente il punto, che ha messo insieme parecchi vincenti, ma anche tanti, troppi errori banali, che gli sono costati il match. E’ uno scotto da pagare, se si vuole arrivare nel tennis che conta.
La strada pare quella buona. A patto, però, di crescere anche sul piano caratteriale, trovando il modo di incanalare in una direzione costruttiva le energie nervose, evitando soliloqui e atteggiamenti al limite del regolamento, che ne danneggiano, in ultima analisi, la concentrazione e il rendimento.
Filippo Volandri.
Filo ha dovuto ingoiare un boccone amarissimo. 24 ore di volo per andare in Australia, con il solo risultato di vedersi letteralmente cacciare da Melbourne Park come un appestato, per la discutibilissima squalifica per eccessivo uso di Ventolin, un medicinale anti asma, patologia della quale soffre da sempre. E un crollo verticale in classifica, dove l’azzurro vanta un best rank di 25 Atp, raggiunto nel luglio 2007. Il suo coach storico, Fanucci, è tuttavia fiducioso “Filo si sta allenando molto bene, sta giocando bene e sarà a Cagliari per fare da sparring ai suoi compagni. Abbiamo presentato appello contro la squalifica. Se non sarà accolto, inizieremo la stagione dal challenger del Garden, a Roma, la settimana precedente gli Internazionali d’Italia.”. Si è molto discusso su Volandri in questi anni: sicuramente c’è il rimpianto per quanto il livornese, che ha doti atletiche e tecniche importanti, avrebbe potuto fare, se avesse interpretato la sua professione con un maggiore coraggio. Ma senza dubbio tutti gli appassionati si augurano che Filo possa tornare presto ai suoi livelli.
Cipolla & Stoppini.
Entrambi hanno fatto vedere ottime cose. Flavio ha dimostrato che nonostante le lacune al servizio può giocarsela ampiamente a livello di circuito maggiore. Dal canto suo il trentino Stoppini, superata finalmente la paura di volare, che ne ha pesantemente condizionato la carriera, sembra aver capito che deve giocare sulle superfici rapide e che deve evitare la terra rossa. Flavio merita sicuramente i primi 100, e forse anche Stoppo.
Conclusioni.
Il nostro movimento vale sicuramente più di quanto ha fatto vedere in questi primi due mesi, nei quali si sono sommate numerose circostanze sfortunate. In prospettiva, se Starace e Volandri hanno forse già toccato i loro massimi livelli, Seppi, Bolelli e Fognini possono ancora crescere, nonostante i loro limiti.
Tuttavia, i tifosi italiani non hanno molti motivi per essere ottimisti, almeno nel breve periodo.
Non possono essere i progressi di Cipolla e Stoppini, con le loro maturazioni tardive, a compensare ciò che non si vede per ora all’orizzonte: e cioè dei giovani davvero promettenti, in grado di trascinare in alto tutto il movimento. A livello di ricambi, infatti, la situazione non è rosea: Naso (che peraltro tanto giovane non è: ha compiuto 22 anni) è tanto spettacolare quanto evanescente, e quest’anno non è ancora riuscito a qualificarsi per un main draw Atp; Fabbiano, con i suoi limiti atletici, fa ancora fatica nei challenger; Trevisan, su cui si appuntano tante speranze, ha ripreso da pochissimo dopo un anno terribile. Di Lopez paiono essersi perse le tracce. Si guarda già a qualche giovanissimo delle annate ’91 e 92, come Stefano Travaglia, Lorenzo Giustino e soprattutto Federico Gaio. Per non parlare del promettentissimo Giacomo Miccini, fermato da un grave problema all’anca, che tornerà in campo solo ad aprile-maggio, se tutto va bene. In sintesi, gli ‘89 sono in ritardo, gli altri sono ancora troppo giovani, o sono rotti.
Insomma, come si sentono dire oggigiorno i risparmiatori, in ansia per il valore dei loro portafogli, bisogna avere pazienza, fiducia, e guardare lontano. Ma sarà poi vero?
3 Marzo 2009 alle 11:18
Se Supertennis è, come dice Scanzi, l’Istituto Luce della Federazione, questo blog e questo sito lo stanno diventando per quanto riguarda la parte internet, quasi peggio del portale della FIT stesso. Io non critico la competenza del signor Commentucci, uno dei migliori scriba quando si parla di tecnica tennistica pura, e non mi permetterei nè ora nè mai di accusarlo di malafede, anche perchè non ho il piacere di conoscerlo di persona. Ma davvero, qui si è superato il limite. Io capisco difendere l’atleta di casa nostra, cercare di spronarlo, ma qui siamo al ridicolo.
Seppi, che secondo l’allenatore “a fine anno parteciperà al Master” (come dire che io sarò convocato per i Mondiali 2010 o che la mia futura moglie sarà la Canalis), non azzecca più una partita solo perchè “ha perso fiducia nei suoi mezzi” (ma di quali mezzi parli , quali dico io?) e che se non ha vinto qualche match in più (Si parla persino del primo turno contro Federer in Australia) è solo perchè ha sbagliato qualche punticino qua e là. E vabbè…
Bolelli ha mostrato un buon livello di gioco ed è in crescita…eh? Ehhh? Ma dove? Ma in che pianeta? Solo Commentucci e Scanagatta (anche il Direttore a quanto pare sta pericolosamente spostandosi verso il vassalismo….) vedono in lui un futuro top 15. Tsonga lo ha umiliato, gli altri top ten hanno passeggiato contro di lui (Nadal a Rotterdam ha giocato si e no al 20%, e sono generoso), Gasquet, palesemente un giocatore non in crisi ma peggio, lo ha battuto dopo essere sotto nel tie break decisivo, quando tutti sanno che il francese è sicuro e deciso nei momenti decisivi quanto me in procinto di scalare il K2. Ma, intanto, “Sarà la sorpresa della primavera”….
Gli altri? Starace “tornerà”, Volandri “tornerà”, Fognini “capiamolo, sta facendo un lavoro di conversione tecnica” (A quasi 22 anni, quando tutti sanno che un tennista a quell’età dovrebbe essere più che formato).
Mai nessuno che dica la verità, anche se non c’è bisogno, quella la sappiamo tutti, ma proprio tutti.So che nessuno sentirà la mia mancanza ma io non aprirò mai più questo sito. Tanto vale leggere il sito della Federazione stessa, è addirittura più obiettivo di questo. In me c’è grande rammarico, sul serio, per la linea che avete preso. Di Commentucci alla fine nemmeno mi stupisco più: lui almeno è stato sempre coerente con se stesso e ha sempre scritto con i paraocchi tricolore.
Ma un Direttore, giornalista professionista da anni e famoso, con tutta l’autorità che riveste, dovrebbe fare un minimo di filtro. Almeno quest è quello che penso. Ma poco importa, tanto non cliccherò mai più nè il sitonè il blog.
Saluti
3 Marzo 2009 alle 12:26
Caro Gianfranco, io non ho mai nascosto di essere tifoso dei nostri giocatori. Però ho sempre cercato (forse senza riuscirci) di fare analisi obiettive, senza raccontare frottole e senza illudere nessuno.
Non ho mai scritto che qualcuno dei nostri attuali giocatori può entrare nei primi 10. E respingo con forza l’accusa di essere diventati un organo di propaganda federale.
Questo articolo non aveva lo scopo di dare alibi ai nostri tennisti, ma solo quello di informare gli appassionati di alcuni retroscena che in parte spiegano, a mio avviso, un inizio di stagione inferiore al loro valore.
Che certo non è così elevato, in assoluto, come tutti noi vorremmo. Ma è inutile criticare una mela perché non diventa una pera.
Insomma, già i nostri non sono dei fenomeni assoluti, se poi gli capitano una serie di guai, beh, ci sta che le prendano, no?
Nello specifico:
Seppi contro Tursunov ha giocato davvero male, come da tempo non gli capitava. Sintomo di poca fiducia, non è un’alibi, ma una constatazione.
Bolelli, a mio avviso è un giocatore in crescita, basta vedere come rispondeva e si muoveva un anno e mezzo fa, quando non riusciva a fare il break ai giocatori da challenger, figuariamoci ai Gasquet.
Sul bolognese, peraltro, non sono del tutto d’accordo con Ubaldo: secondo me finché non riuscirà a rispondere in modo competitivo sul veloce non potrà salire più di tanto, non fino ai primi 15. Ma sulla terra primaverile, dove il servizio conta un po’ meno, potrà fare bene.
Capitolo Fognini: a 22 anni un giocatore dovrebbe essere già formato, è vero. Ma Fabio, che non è un gigante, prima di potersi costruire un gioco aggressivo ha dovuto rinforzarsi muscolarmente, e non è un processo rapido, né facile. E poi lo scorso anno a causa degli infortuni ha perso metà stagione.
Insomma, sono convinto quanto te che nessuno dei nostri attuali giocatori “ci cambierà la vita” come dice Tommasi. Ma è inutile prendersela con loro se hanno limiti ben precisi. Per fare una critica fondata ed autorevole, bisogna separare gli effetti dalle cause. E i nostri giocatori sono l’effetto dei problemi del nostro tennis, non la causa.
I nostri attuali tennisti di vertice sono il massimo che il nostro movimento è riuscito a tirare fuori da una base di agonisti ristretta, asfittica ed elitaria, con una scuola tecnica che solo negli ultimi anni si sta cercando, faticosamente, di ammodernare.
E’ su questi problemi che si deve insistere, più che sul criticare i nostri giocatori.
E converrai con me che su questo blog i problemi strutturali del nostro movimento li abbiamo affrontati spesso, come forse da nessuna altra parte, e senza fare sconti alla Federazione.
Ti rimando i link ad alcuni articoli di “politica federale”, che davvero credo tu possa trovare solo qui:
http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2400
(sul problema del rapporto fra la fit e i team privati)
http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2512
(sul problema dei coach)
http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2482
(sul problema delle superfici di gioco in Italia)
http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2475
(sul problema della crescita e maturazione tardiva dei giovani)
http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2469
(sul problema della Serie A)
Insomma, credo che davvero questo sito non possa essere accusato di servilismo. Poi, certo, a me personalmente piace criticare in modo costruttivo, non fare il tiro al piccione.
Un saluto.
3 Marzo 2009 alle 13:27
E’ difficile rimanere equilibrati e moderati quando si leggono reazioni così scomposte ad articoli come gli ultimi di Commenucci e Scanagatta; oggi siamo addirittura arrivati al “io non aprirò mai più questo sito”, un pò l’equivalente del ” se fai o dici o pensi questo non siamo più amici” di quando eravamo bambini….
A mio avviso ottima analisi e tra l’altro per niente consolatoria la cui sintesi in pratica è: in realtà non siamo scarsi come sembra in questo periodo, ma comunque non è che c’è da stare tanto tranquilli per il futuro.
Mah, se questo vi sembra nascondere la realtà…..e poi sempre il solito difettaccio Scanziano nelle critiche di prendersela con i nostri attuali giocatori che fanno quello che possono; non c’è da prendersela con chi c’è, ma con chi non c’è e ci dovrebbe essere è cioè i giocatori di vertice che da millenni mancano nel panorama del nostro tennis.
Comunque, se le analisi di Scanagatta e Commentucci non vi piacciono potete sempre leggere Scanzi (io personalmente leggo con molta soddisfazione sia i primi che il secondo) e magari, ogni tanto, fare un briciolo di autocritica perché forse così tanto conoscitori di tennis poi non siete…
Un saluto.
3 Marzo 2009 alle 14:59
Bravo Roberto, bell’articolo.
Personalmente mi annovero tra le fila di coloro che seguono il tennis senza alcun istinto nazionalistico (tradotto: non tifo per gli italiani, ma per chi mi piace), e se Seppi o Bolelli o Fognini dovesso sfidare Federer, tiferò sempre per quest’ultimo; ma hai ragione nel rivendicare l’oggettività delle tue considerazioni. Che non significa evirare il tifo dalla propria coscienza, bensì impedire che condizioni il proprio spirito critico.
Un mio parere da non-esperto sulle prospettive degli italiani attualmente piazzati in classifica (cioè i non-giovanissimi): dubito che entreranno mai nella top-20. Hanno limiti troppo grossi, evidenti e soprattutto strutturali, che siano tecnici o atletici o mentali.
Con “strutturali” intendo lacune che derivino in modo diretto dal proprio “DNA sportivo”, e che per questo siano assai ardue da risolvere e già il solo limarle rappresenterebbe un notevole risultato.
Esempi.
La pesantezza di spostamenti di Bolelli deriva evidentemente da caratteristiche fisiche su cui si sarebbe dovuto lavorare negli anni in cui il fisico è ancora in evoluzione, e cioè prima del 16° compleanno, o giù di lì. Credo valga per qualsiasi sport, e che un’attività di palestra anche intensa ma tardiva non possa porvi rimedio.
Intendo dire che Bolelli probabilmente rimarrà sempre lento negli spostamenti. E tra i top-20 attuali, chi può essere definito giocatore lento? Forse solo Nalbandian, giusto? Ma a sua volta, chi può vantare i colpi (ed il rovescio) di Nalbandian? Non certo Bolelli.
Seppi.
Gioco monocorde, poca fantasia, niente colpo killer. Con la sua attitudine mentale, che lo porta ad uno stile prudente, povero di rischi e variazioni, credo che per emergere dovrebbe essere dotato di una ricchezza tecnico-atletica notevole. Cosa che non ha, e non credo possa acquisire, considerata anche la relativa fragilità del suo fisico, che pare esile per natura. A mio avviso, rimarrà il classico onesto giocatore che tendenzialmente batte i più deboli e perde coi più forti. E se batte uno più forte di lui, non riesce a farlo per due volte di seguito.
Fognini. Ammetto di averlo visto giocare rarissime volte, quindi non posso esprimermi sul piano tecnico nè tattico. Ma sentendone ripetutamente parlare, pare che su di lui si lamentino difetti atletici e caratteriali, soprattutto. Troppo leggero per sostenere con costanza il bombardamento dell’attuale power-tennis, e troppo instabile mentalmente per rimanere concentrato tutta la partita. E per uno con le sue caratteristiche atletiche, la tattica è tutto, e di conseguenza senza concentrazione hai perso.
Mi si dirà: anche Federer da giovanissimo era incazzoso e spaccava racchette. Ma quello era il suo unico limite, ed una volta tenutolo a freno null’altro lo ha arrestato.
Nel caso di Fognini, il lavoro sulla psicologia sarebbe necessario ma non certo sufficente.
Insomma, secondo me per un tifoso della nostra bandiera tennistica bisogna davvero tirare la cinghia e aspettare tempi migliori.
3 Marzo 2009 alle 15:19
Roberto…..ti sei dimenticato di Quinzi…….probabilmente sarà quello che ci darà più soddisfazioni a noi tifosi……..
3 Marzo 2009 alle 15:53
Bravo Roberto!Come sempre mai banale e nè polemico nelle tue analisi…Sono d’accordo con te su tutto.La speranza non deve mai mancare,i ragazzi sono seri e volenterosi,forse Fognini è un pò da rimproverare in alcuni atteggiamenti in campo,ma è un giocatore di talento e quando i risultati “quelli veri” cominceranno ad arrivare…righerà dritto per la sua strada come un treno.
Questo è un augurio che faccio a tutti i nostri azzurri.Simone, Flavio, Andreas, Potito e Filippo, tutti giocatori con un passato ed una storia da difendere, con le unghie e con i denti,anche per i sacrifici fatti dai loro familiari per per averli portati fino a questo punto,purtroppo molti non se ne rendono conto.Spesso si sente parlar male dei giocatori italiani,e questo mi spiace molto.Credo molto in questa ultima ondata di tennisti.Speriamo raccolgano quest’anno, TUTTI i risultati sperati da una vita..Forza azzurri!!
3 Marzo 2009 alle 16:04
Concordo con Pibla, mi sembra quest’articolo un’analisi precisa e non ha senso prendersela con chi c’è, semmai bisogna dispiacersi per chi non c’è, al limite.
Io, devo dire, rimango sorpreso dal modo d’indignarsi di alcuni. Mi pare ci siano motivi ben più importanti per farlo che non il tennis e ancor di più chi scrive di tennis (per passione in questo caso, da quanto ne so).
Però forse è facile indignarsi sempre e comunque per tutto e tutti e sentirsi così dei giusti.
Se ogni persona agisse di conseguenza alle sue parole il mondo sarebbe opposto a com’è, direi
3 Marzo 2009 alle 16:30
magistrale Roberto, sia nell’analisi che nella risposta a Gianfranco condita di dati e fonti, meglio di cosi non si può.
che male c’è poi ad essere un po’ patriottici, è diverso dal nazionalismo o tifo contro ad oltranza
secondo me la terra battuta, specie quella meno asciutta di quella estiva è la superficie migliore per Bolelli che sulla terra ha un minimo in più di tempo per rispondere e preparare i suoi colpi spesso conclusivi
Peccato che Seppi non abbia lavorato abbastanza sul servizio quest’inverno se mette apposto quella seconda palla e trova il modo di giocare qualche volta anche il diritto con un po’ più di top spin, più alto sulla rete in sicurezza, potrebbe veramente entrare nei 20, perché il suo diritto nel momento giusto può benissimo essere una colpo winner, lo si è visto qualche volta anche contro i migliori, il problema sul dritto è nel palleggio su palle “atipiche” …non sto ad entrare nei dettagli ci siamo capiti, le palle slice etc. sui big points che ci vuole poco a scommettere che finisce che Andy ci piazza un diritto a metà rete (uffa!), peccato perché mentalmente specie quando deve recuperare anche da situazioni proibitive anche contro i migliori è veramente forte, quando invece deve chiudere e non lottare spesso tutto crolla. Non sarà mica che quando è sotto si rintana in se stesso e la sua mente lavora in tedesco mentre quando è in vantaggio e deve chiudere si apre al team e chi lo sostiene e la sua testa è in modalità Italia, con tanto di braccinite italica, forse potrebbe associarsi a Federer alla ricerca di un psicologo dello sport… scherzo ma non troppo
ad ogni modo secondo me Miccini se si mette apposto fisicamente può rimetterci apposto e con lui e Gaio potremmo avere un buona squadra, chi sa mai che adesso ci ritroviamo dinuovo con 3 giocatori intorno al ranking 70 ma in serie A di davis, beh magari un top 20 ci sarà ma non FIT
ma l’unica carta veramente capace di cambiare l’andamento del gioco e ha ragione anto in questo è Gigi…
intanto se volete consolarvi con il passato ho pubblicato un intervista ad un collezionista di robe tennis anni 70 e 80 sul mio blog, con tanto di foto di racchette Fila etc. …basta cliccare sul mio nome all’inizio di questo commento.
Magari lascite un commento anche sul mio blog, mi farebbe molto piacere, ancora di più se non fate come gli altri due che non ci hanno messo nessun nome e non si sa chi sono… l indirizzo e-mail non c’è bisogno di metterlo ma almeno un nick name dai
3 Marzo 2009 alle 16:37
Starace e la Pennetta possono arrivare tra i primi dieci.
Ci vuole un investimento di 7 milioni di euro.
Basta organizzare 20 tornei ad Acapulco per la Pennetta e 20 tornei a Napoli per Starace.
3 Marzo 2009 alle 17:33
Sig. Commentucci, sono d’accordo con la sua risposta al Sig. Gianfranco, in quanto mi pare che abbia cercato di fare una disamina il più possibile serena della situazione dell’itatennis senza cadere in tentazioni filofederali. L’unico appunto che le muovo è questo: viste le precedenti considerazioni non sarebbe meglio metterci una pietra sopra ai vari Seppi, Bolelli, Fognini & Co. senza continuare a dedicar loro articoli su articoli che non fanno altro che creare attesa su questi atleti poi puntualmente smentita dai risultati? Forse, credo io, sarebbe al momento più redditizio un approccio di totale disinteresse nazionalistico nel tennis nell’attesa (infinita?) di avere qualche atleta italiano decente, sgravando così anche i nostri ragazzi di inutili pressioni.
3 Marzo 2009 alle 17:55
Roberto (mi permetto di darti del tu), se come risposta mi dai “è inutile prendersela con loro se hanno limiti ben precisi”, confermi quello che dico. E’ una maniera, la tua, elegante per dire “Sono delle Pippe, non spariamo sulla croce rossa?”. E anche i commenti dopo il tuo mi sembrano che seguano la stessa scia. Mi ricordo di un mio amico, molto caro, molto bravo ma intellettualmente molto dotato che a scuola era sempre promosso e mai rimproverato perchè, appunto, “non ci arrivava”. I professori dicevano “Non è colpa sua, è che è limitato”. Se deve passare questa linea guida e fare i complimenti sempre e comunque ai nostri rappresentati perchè “é inutile prendersela con loro se hanno dei limiti ben precisi”, allora va bene. Basta dirle prima le cose.
Per inciso, ma questo lo dico agli altri: non mi sono neanche di contrabbattere a Roberto su fatti e competenze, la mia critica era di altro genere.
3 Marzo 2009 alle 18:00
Mi complimento con Commentucci: trattasi di un’ analisi ben supportata da valide argomentazioni, non certo volta a giustificare il deludente avvio di stagione dei nostri giocatori,bensi’ a ricercarne le cause.
Comunque prospettive migliorative esistono solo per Seppi e Bolelli.
Il primo dovra’ migliorare la seconda palla di servizio ed essere piu’ propositivo nei momenti cruciali dei match; il secondo dovra’ lavorare sui suoi cronici punti deboli, vale a dire spostamenti laterali e risposta al servizio.
3 Marzo 2009 alle 18:26
Al salace Pedrinho & al mordace Luvanor direi che la Pennetta non merita la “divertentissima” battutona anche perchè Acapulco non è un torneo pizza e fichi, comunque con un investimento di soli 7 € vi comprate un bel biglietto del cinema e svoltate la giornata.
3 Marzo 2009 alle 18:57
Ma è mai possibile che ogni volta che si parla in negativo del movimento tennistico italiano tra l’altro a giusta ragione…..viene inserita l’immagine di Fabio Fognini in copertina…….. E’ già la seconda volta che succede…..non vorrei che fosse un messaggio sublimale…….
3 Marzo 2009 alle 19:37
beh gianfranco in parte hai ragione…perchè in effetti un pò di propaganda FIT in questo sito la si fa…onestamente non mi sembra il caso di quest’articolo o di quello precedente di scanagatta…dove scanagatta ha parlato bene di Bolelli…e tu ben sai che in questo momento in FIT non tifano certo per Bolelli…semmai il contrario…
scanzi sparla dei nostri e basta….sei sicuro che non faccia il gioco della nostra federazione così facendo?
Scanzi sparla del nostro movimento tennistico che in questi anni è cresciuto e sta crescendo grazie ai team privati…
sparlando dei nostri non fa altro che dar ragione a Binaghi…che è andato a prendere un Infantino all’estero e che mette in cattiva luce il lavoro dei nostri migliori coach italiani…
scanzi stesso quando scrive che Bolelli in due anni non ha fatto progressi…mette in cattiva luce non solo il giocatore..ma tutto il suo staff…
non ti dico che faresti male a non leggere più questo sito…ma ti consiglio pure di non leggere più quello sparlatore…Commentucci per lo meno cerca di essere costruttivo…anche se non condivido spesso le sue proposte devo ammettere…proprio perchè lo vedo troppo pro-FIT…
scanzinagatta non è ..non sono credibili…scanzi vede la classifica mondiale…si accorge che ad esempio Monfils è numero 12 del mondo…e poi ti scriverà un articolo in cui ne prospetta l’entrata nei top ten…sai che difficile come pronostico…scanagatta prima su supertennis(canale FIT) auspica un cambio nella guida tecnica per Bolelli…per poi il giorno dopo esaltare i progressi fatti da Bolelli con l’attuale tecnico…ma allora perchè Bolelli dovrebbe cambiare coach?…scanagatta dice per Pistolesi non è tranquillo…ahahahahha
quello che ho capito io…è questo…Scanzinagatta e Binaghi…sono due facce della stessa medaglia…
3 Marzo 2009 alle 19:45
Quoto Pibla che dice quello che io sostengo da sempre:”non c’è da prendersela con chi c’è, ma con chi non c’è e ci dovrebbe essere è cioè i giocatori di vertice che da millenni mancano nel panorama del nostro tennis.”
D’altra parte se su questo Blog si ricevono tante critiche sia da destra che da sinistra a seconda di chi scriva vuol dire che almeno su questo Blog si puo’ scrivere senza censura: se da un lato gli ultimi UBS e Commentucci possono sembrare a Gianfranco troppo schierati a favore della Federazione, d’altro lato su questo stesso blog ci scrivono Tommasi e Scanzi (e tutti gli scocomerati di Genitori & Figli spesso accusati, a torto, di cercare lo scontro con la FIT). Quindi, tutto sommato credo che su questo blog se a destra s’ode uno squillo di tromba, a sinistra risponda sempre uno strillo… E che Gianfranco possa sempre dire la sua.
Io la mia l’ho gia’ detto al seguito dell’articolo di UBS su Bolelli.
3 Marzo 2009 alle 20:06
Roberto .. d’accordo su quasi tutto, quasi …
Ma la favola che Volandri ha doti atletiche e tecniche importanti non la bevo proprio …
Ma quando mai Volandri ha vinto un match sulla resistenza fisica … vogliamo andare a vedere i suoi risultati sui cinque set ?
3 Marzo 2009 alle 20:12
Dimenticavo … l’unica volta in cui Volandri ha vinto al Roland Garros, che dovrebbe essere una manna per un giocatore che ha le doti che tu decanti, al quinto, contro Ljubicic (noto giocaotre roccioso da terra battuta eh ?) , era poi morto in campo contro Robredo …
3 Marzo 2009 alle 20:54
A livello maschile dice bene Roberto, questa sempra la stagione peggiore dal 2003.
I miglioramenti costanti sembrano svaniti, i giovani di buoni prospetti lontanissimi da posizioni Atp decenti, la dimostrazione in questo challenger settimanale di Bergamo….Menga e Bracciali le speranze.
Un peccato, si vede che in Italia è destino non contare su di un top 10!
3 Marzo 2009 alle 21:30
stefano grazia…ma perchè Tommasi e scanzi sono davvero schierati contro la federazione?…non è che mi stupirebbe poi così tanto vederli su supertennis prima o poi…la mentalità che hanno è la stessa di Binaghi alla fin fine…Binaghi vuole che si parli della federation cup…per Tommasi la davis avrebbe dato visibilità a Bolelli…
3 Marzo 2009 alle 21:59
è intanto partita ufficialmente la caccia a Pistolesi, l’unico (per suoi interessi o altro) che ha avuto il coraggio di dire che questa federazione NON è una federazione sportiva…BISOGNA FARGLIELA PAGARE
Spiace che a questo gioco si sia prestato anche Ubaldo la scorsa puntata di SuperGulpTennis…
Questa settimana, sempre su SuperGulpTennis, invece è stato tutto predisposto con la massima attenzione e tutti gli astanti hanno convenuto che “Bolelli è stato mal consigliato”….Pescosolido, per mostrare che lui è ancora più ligio dei ligi, ha anche aggiunto “coraggiosamente” che Bolelli è anche male allenato…
TIENI DURO BOLELLI…l’unico a rimetterci se rientri nei ranghi sarai tu e non certo Pistolesi…
3 Marzo 2009 alle 22:43
Allora, fermi tutti, amici, in particolare andrew.
Qui si sta dando la stura ad un autentico vaso di Pandora della dietrologia.
Questo sito è pro Fit, è contro Fit, Ubaldo è al soldo di Binaghi…
ma dico, stiamo scherzando?
Occorre riportare le cose alla loro realtà, che in genere è molto più semplice di quanto non credano i complottologi di professione.
Punto primo. Ubaldo ha tutto il diritto, come giornalista e addetto ai lavori di provata competenza ed esperienza, di affermare che ad un tennista - chiunque esso sia - potrebbe giovare un cambio di coach. Senza per questo che si debbano per forza scatenare le più sfrenate fantasie dietrologiche. Tanto è vero che lo stesso Ubaldo il giorno dopo, avendo visto il match fra Simone e Gasquet, ha scritto un articolo in cui riconosceva i progressi di Bolelli e quindi il lavoro tecnico fatto da Pistolesi. Precisando, infine, che secondo lui il problema non sta nella qualità del lavoro tecnico quanto nel fatto che Claudio, personalità molto forte e molto protettiva, non responsabilizzerebbe abbastanza Simone. Io non ne so abbastanza per poter giudicare, ma non mi pare che ci sia da gridare allo scandalo per una simile affermazione. O no?
E allora?
Cerchiobottismo?
O più semplicemente equilibrio, sobrietà, indipendenza?
Punto secondo. Non so cosa abbia detto Stefano Pescosolido (stavo vedendo Lazio Juventus, ebbene si). Sono affari suoi. Sono però portato a pensare che uno che è stato nei primi 50 giocatori del mondo, famoso per essere persona riflessiva ed equilibrata, abbia il diritto di esprimere una sua opinione tecnica.
Il fatto è che noi siamo abituati a dividerci in fazioni, è il nostro sport preferito. E allora, se si parla bene dei nostri, per alcuni diventiamo un sito filofederale, se invece diciamo che ci sono cose che non vanno, per qualcun altro “ecco, i giornalisti sono degli avvoltoi, sempre a godere delle disgrazie altrui…”.
Così non si va avanti,ragazzi. Si deve crescere un pochino, tutti quanti.
Il fatto che sia scoppiata questa diatriba fra Pistolesi e la Federazione non deve portare a vedere le streghe ovunque, o caricare ogni gesto, ogni parola, di un significato politico.
In tanti, nei forum internettiani, di questi tempi, o qualche anno fa, hanno invocato un cambio di guida tecnica per Seppi o per Volandri. E nessuno ha mai pensato alla malafede, come è successo in questo caso.
Sono invece discorsi che si possono legittimamente fare, siamo qui per discutere.
Io non sono in grado di giudicare il lavoro di un coach, ma rivendico che se ne possa parlare, come si parla di altri temi tecnici, senza essere per forza accusati di essere filofederali o antifederali.
Le guerre di religione, lasciamole al passato.
Io spero sempre che la frattura possa ricomporsi, per il bene del nostro movimento. Ma se noi per primi iniziamo ad esasperare il dissidio, non ne usciamo più.
Non ho poi capito gran che, confesso, di quanto argomenta king of swing. Ma scrivere che Tommasi è fra i colpevoli della presunta cattiva mentalità del nostro tennis mi pare davvero enorme.
Volevo poi rispondere a Gianfranco, sul discorso delle pippe. A me pare che arrivare fra i primi 100 giocatori del mondo sia di per se una grandissima impresa. Negli sport di squadra, tipo il calcio, uno che è nei primi 100 calciatori del mondo è un campione, quasi sempre gioca per la nazionale del suo paese, ed è osannato dai tifosi e dalla critica. Quindi dare delle pippe ai nostri, che non sono fuoriclasse, ma buoni giocatori, beh, perdonami, ma denota scarsa cultura sportiva.
Io ne parlo, dei nostri giocatori, e continuo a scrivere articoli su articoli, perché ritengo che proprio a causa di questa scarsa cultura sportiva (oltre che per i suoi deludenti risultati) il tennis italiano non abbia sui media la visibilità che invece la massa di appassionati meriterebbe.
Infine, a Fabio P., cui non piacciono le doti fisiche di Volandri. Vorrei dire che le qualità fisiche sono di diversi tipi: non c’è solo la tenuta alla distanza o la capacità di recupero, come hai detto tu. Ci sono anche la rapidità di piedi, la reattività, l’esplosività, la forza, tutte doti che Volandri possiede a livelli altissimi. Generalmente, poi chi è molto esplosivo difficilmente riesce ad essere anche molto resistente. Ma ciò non toglie che come qualità atletiche Volandri sia a tutt’oggi forse il più dotato dei nostri, e non lo dico io, lo dicono i test.
Grazie a tutti per i commenti.
4 Marzo 2009 alle 01:21
Andrew, tra l’altro non è nemmeno andata come dici tu.
anzichè andarmene a letto ho visto in registrata il talk show su Supertennis.
A causa tua (scherzo)
A dire che secondo lui Bolelli sarebbe male allenato non è stato Pescosolido ma De Martino, giornalista del Messaggero, ospite in studio.
Il buon Pesco si è limitato a dire che forse Simone dovrebbe fare una programmazione un po’ meno intensa, prendersi qualche settimana di pausa fra un torneo e l’altro, ciò che non mi pare un attentato all’onore di nessuno.
Pescosolido poi ha ricordato un episodio del’93, quando Furlan aveva detto che non avrebbe più voluto giocare la Davis per un dissidio con l’allora capitano Panatta e fu convinto a tornare sui suoi passi da Pescosolido e Gaudenzi, che lo andarono a cercare al torneo di Cincinnati.
Secondo Pesco, potrebbero essere proprio gli altri azzurri a favorire un riavvicinamento tra Simone e la Federazione.
Come non condividere?
4 Marzo 2009 alle 01:26
io nn la vedo così rosea!! sarei un pò più dura
4 Marzo 2009 alle 08:43
Roberto…magari riguardala con calma questa mattina…forse ieri notte eri troppo stanco…
Ripeto, a mio dietrologo giudizio, la trasmissione era costruita per chiedere ufficialmente la testa di Pistolesi per riammettere Bolelli in Davis…
4 Marzo 2009 alle 16:03
@Ubaldo, Roberto
Ma scusate, chi ha alimentato questo clima da caccia alle streghe? La domanda da cui partire è questa. Non ci si può meravigliare se questo blog è diventato il rifugio di tutti coloro che hanno subito le epurazioni federali. Purtroppo è lo stato delle cose. Forse non vi rendete conto di quale battaglia questa dirigenza ha attuato contro chiunque sia stato tacciato a ragione o no di essere “contro”, perchè avete la fortuna di seguire il tennis con la T maiuscola e non siete (sono felice per voi!) invischiati nelle vicende “locali”.
Avete fatto il pieno di amanti di questo sport che vedono lo spazio che magnificamente ci mettete a disposizione come la valvola di sfogo, l’unico rimasto per gridare frasi tipo: nel tennis professionistico è trent’anni che facciamo ridere! Questa altrove è una frase da censura e chi la pronuncia è considerato peggio di un traditore.
Roberto non ti devi scandalizzare dal tono di alcuni interventi. A mio avviso ci dovremmo indignare per il fatto che addirittura si dia la colpa ai giornalisti dello sfascio del nostro tennis! Hanno il coraggio di dire che i giornalisti non raccontano i grandi risultati ecc. Ma quali risultati? Di cosa stanno parlando? Dove vivono? Ripeto (non me ne stancherò mai): il nostro movimento nella sua storia ha vinto di meno del solo Jim Courier.
Altro che inizio 2009 deludente. Ultimi trenta anni deludenti!
Non sono del partito di quelli che dicono che bisogna vincere per forza, ma non accetto che chi ha la fortuna di fare il giornalista e di raccontare fatti (secondo delle categorie interpretative improntate alla libertà ma che non neghino la realtà) si possa prestare al gioco di questi che dicono che siamo forti.
Guardate che per i filmati di Super tennis ci sta prendendo per i fondelli il mondo. Ho chiesto a degli amici che non giocano a tennis, cosa pensassero dell’Istituto luce del Tennis: ebbene tutti mi fanno notare quanto siamo messi male.
Panatta- Borg: e chissenefrega! Ne ho piene le scatole del bianco e nero, di Panatta e Pietrangeli (non come persone ovviamente) e di tutti i filmati d’epoca che dobbiamo rispolverare. Un pò va bene ma adesso basta! Mi chiedo se in Spagna per convincere i ragazzi a praticare il tennis facciano vedere i video di Orantes o se magari hanno del materiale un pò più recente! Siamo diventati peggio di un galeotto con una donna o degli interisti all’indomani del 5 maggio. SOLO AMARCORD..E ASTINENZA.. perchè per il resto non c’è nient’altro!!!
Scusate lo sfogo. Sono arrabbiato. Si è capito?
4 Marzo 2009 alle 17:13
Concordo con Roberto, questi primi 2 mesi del 2009 assommati agli ultimi non certo idilliaci del 2008 rappresentano un bel passo indietro.
Non siamo ai livelli del 2003, ma stentiamo parecchio per svariate ragioni e la cosa che più mi demoralizza è la mancanza di nostri giovani a livelli accettabili di classifica.
Se fino ad un paio di anni fa ero molto ottimista, ora lo sono molto meno e mi sa che ci dobbiamo accontantare di avere ogni tanto qualche top 50 e basta.
Ormai siamo 30 anni che aspettiamo un top 15 (ho detto 15, nemmeno 10!), non vorrei si raddoppiassero!
4 Marzo 2009 alle 18:38
Pensare che chi difende i nostri giocatori difende la FIT è un errore enorme e che genera un sacco di confusione.
Una cosa è incoraggiare i nostri ragazzi che vanno in giro per il mondo, che ci provano e che, a mio avviso, vanno tifati sempre e comunque, al di là del loro valore, a meno che si macchino di gravi manchevolezze. E questo non vuol dire assolutamente che i nostri siano pippe, anzi, nella norma sono giocatori buoni o molto buoni, ma non di vertice assoluto, non top players per intenderci, nessuno.
Altra cosa è difendere o prendere le parti di una Federazione che di certo nei decenni passati ha fatto parecchi danni e che attualmente non sta comunque riuscendo ad invertire in modo significativo la rotta del nostro tennis che rimane sempre puntata, sul buono/medio/scarso.
Però questi sono due piani di ragionamento completamente diversi e che non vanno tra loro confusi; come già detto, è inutile prendersela con chi dei nostri giocatori c’è e fa, nel bene e nel male, quello che è nelle proprie possibilità, bisogna prendersela con un sistema che in tren’anni non è stato in grado di produrre un giocatore/trice che entrasse stabilmente nei migliori dieci del mondo e ciò in totale controtendenza col panorama del nostro sport che è mediamente di alto livello mondiale.
Dovrebbe essere scontato che da qui si parte per ogni tipo di ragionamento sul tennis italiano, ma invece leggendo i pareri in giro per il web si capisce che questo tipo di ragionamento tanto scontato ed ovvio non è e che la confusione dei due piani regna sovrana.
4 Marzo 2009 alle 19:16
@Roberto
I test non mi interessano .. sono SOLO i risultati quelli che contano. E lo sai benissimo pure tu
La resistenza è qualità ESSENZIALE per un giocatore che fa della pressione da fondo campo l’arma migliore del suo gioco.
Se poi giochi come Volandri senza servizio, e poi praticamente solo sulla terra dove le percentuali dei colpi vincenti da fondo campo calano vistosamente, l’unica tua arma è metterti a fondo campo e remare per ore …
4 Marzo 2009 alle 20:30
Julio Velasco parlava per radio del difficile momento della pallavolo:
“Esportiamo tecnici in tutto il mondo eppure stiamo vivendo il periodo piu’ nero degli ultimi dieci anni, il problema piu’ grave non e’ la mancanza di vittorie delle squadre di vertice ma i deludenti risultati degli juniores probabilmente allenati male, si continua a dire che i campioni li manda il Padreterno, una mentalità che ho combattuto per dieci anni”.
Cambiamo la parola pallavolo con la parola tennis.
Non siamo lontani dalla realtà.
4 Marzo 2009 alle 22:13
La solita Sindrome del Complotto, che ho sempre denunciato.
Appena uno scrive un articolo che mostra i pregi dei tennisti italiani, con realismo, mostrandone anche i limiti, mica nessuno pensa, logicamente: va beh, è un articolo sui nostri tennisti, che prende spunto da un’analisi onesta del nostro tennis.
Macché!
Tutti a dire: è un complotto federale! Si vuole far andare via un coach! I giornalisti sono in combutta con la Federazione!
Mah!
La solita Sindrome del Complotto, il Complotto Planetario, Mondiale, Onnipresente.
4 Marzo 2009 alle 22:39
beato te Andrew che hai il tempo per vedere tutte queste trasmissioni di supertennis…se non fosse per il fatto che ogni tanto seguo qualche partita dei nostri e non (tipo bellucci -Robredo)…direi che è uno dei canali più inutili del pacchetto sky…e poi chi può andare lì in studio..se non chi è amico della FIT…suvvia…Commentucci tu che puoi…vorrei rivedere la Davis 2006 di Santander…soprattutto mi interessa Volandri-Nadal…magari possiamo consigliare pure Fabio P. di vederla…
mi è venuta questa cosa in mente…e ve la dico…mi piacerebbe vedere una puntata di questo supergulptennis…con Tommasi che intervista Bolelli e Pistolesi…solo loro tre…ovviamente che possano essere liberi di dire ciò che vogliono…
5 Marzo 2009 alle 00:36
Va bene Nikolik hai ragione tu. Non c’è nessun complotto (e qui siamo daccordo) e nel tennis siamo fortissimi. Ok? Va bene così?
Se io fossi un giornalista, in cuor tuo pensi che, dicendo quanto sopra, avrei fatto correttamente e seriamente il mio lavoro? O mi sarei macchiato quantomeno di qualche omissione nel racconto della realtà?
Non si tratta di vincere per forza, non si tratta di non tifare per i nostri e denigrarli, non si tratta di incolpare la Fit per le mancanze dei nostri giocatori. Nell’ambiente del tennis conosco un mare di persone e la maggior parte la pensa come me e se scrivessero in questo blog tu li taccieresti di essere anti Federali. Bè ti garantisco che siamo tutta gente che paga le tasse federali, che ha appeso la bandiera della Fit, che fa attività volontaria per far crescere questo grandissimo sport. Tutta gente che quando gioca un italiano “divelte i divani” per il tifo sfrenato che fa.
Detto questo, affermo che è proprio il nostro sport che ci impara a guardare all’avversario, a riconoscerne le doti, a capire quello che è importante e quello che è superfluo. Beh, allo stato attuale se si dice che siamo una nazione tennisticamente evoluta rispetto al proprio potenziale non si rende un servizio al nostro movimento. Punto e basta.
Si parla sempre per migliorare, ma bisogna essere realisti. Allo stato attuale, dati i risultati che produciamo, per coinvolgere le forze migliori del nostro movimento, la Fit si sarebbe dovuta rivolgere al mondo esterno con toni ben diversi e con frasi del tipo: “signori, abbiamo un grosso problema di competitività, non è colpa nostra, vogliamo risolverlo a tutti i costi confidando nel contributo di tutti”. Ecco questo sarebbe un atteggiamento, non le accuse volgari (vate Rino ndr), i Commissariamenti, Le cagnare continue (Panatta, Pistolesi, Bolelli ecc..), non il trattare i circoli a forza di carte bollate e aumenti continui delle tasse, non col trasformare un idea formidabile (super Tennis) in un organo di propaganda di se stessi e di alcuni circoli amici.
Ripeto lo slogan (perchè è efficace): L’Italia ha vinto meno di Courier.
Hai ragione Nikolik va tutto bene! Continuiamo così!
5 Marzo 2009 alle 09:49
Nicola il punto è che la FIT gestita da Binaghi…ha pochi meriti e moltissimi demeriti…e non possono dire “non è colpa nostra”…nè tantomeno “vogliamo risolverlo a tutti i costi”…visto il comportamento così autoritario e di altri tempi del nostro presidentissimo…
lascia perdere Tommasi…neanche lui sa cosa davvero fare per cambiare la situazione…gli unici che hanno dimostrato di avere la ricetta giusta…sono i nostri coach e i nostri giocatori..anche se pure loro devono aggiustare qualcosa…sono loro la base su cui poter ripartire…
Tommasi se vuole davvero aiutare il nostro movimento tennistico a crescere…dovrebbe evitare certe critiche ingenerose ai nostri giocatori…non a tutti per carità…ma a quelli che dimostrato di avere una mentalità un tantino diversa…cioè a quelli che sono ambiziosi…e dovrebbe lasciarli lavorare in pace…cercando di essere costruttivo…
potere ai team privati…questo è il mio motto Nicola…è di questo che ha bisogno il nostro movimento per crescere…loro sono i professionisti del settore…e bisogna sostenerli nella loro “battaglia” con la FIT…
solo così le cose miglioreranno…bolelli e pistolesi rappresentano rispettivamente i nostri giocatori e i nostri coach che lavorano per il bene del nostro sport…e chi lavora per il bene del nostro sport..deve per forza di cose..combattere questo atteggiamento autoritario e poco ortodosso di gestire il nostro sport…
sostenere Bolelli e Pistolesi per un vero e proprio cambiamento…sarebbe necessario…il punto è che pure un Tommasi fa parte di quella vecchia mentalità perdente e soprattutto italica…
5 Marzo 2009 alle 10:39
mi dispiace dover dire l’avevo detto…
nel tennis (ma non solo) delle cose ci accorgiamo dopo quando ormai i buoi sono scappati (oltretutto dopo è troppo facile)
quando tutti elogiavate supertennis cosa dissi? prima di tutto che con i problemi che abbiamo, “costruire” il giocattolo per il piccolo duce era una pazzia ma che in più il canale avrebbe avuto per così dire una visione a dir poco a senso unico..
5 Marzo 2009 alle 19:17
Caro King, caro Madmax
non ho fatto la difesa di ufficio di nessuno, tantomeno di Tommasi (che peraltro stimo e considero un modello giornalistico). Ho solo elencato gli attacchi di cui è stato oggetto, così come per il duo Pistolesi Bolelli.
La frase che citi, la Federazione avrebbe dovuto dirla all’inizio della gestione, per ricompattare il movimento e trarre il meglio da noi, ed anche dai team dei nostri giocatori, ovviamente. Certo, oggi, dopo tutte le lacerazioni che ci sono state, chi predica il ricompattamento, è più utopico di Carlo Marx, Hegel, Kant e Robespierre messi insieme! Ovvio che il movimento si può ricompattare solo a seguito di un repulisti generalizzato di tutte le fazioni che si sono date battaglia, ed un affidamento della gestione Federale alla generazione successiva di quella belligerante. Non sono per una personalizzazione nè del pro nè del contro. Mi spiego meglio: non tutto va allo sfascio per colpa di uno, non tutto si stema grazie ad uno. La scommessa è creare un sistema, una procedura che impedisca i personalismi di oggi e renda la critica non fine a se stessa. Ammetto che i giornalisti, hanno un pregiudizio nei confronti di Pistolesi perchè lo ricordano come giocatore rissoso ed italico frutto del nostro modo “circolaro” di intendere il tennis. Ed è vero altresì che Pistolesi deve essere elogiato per le priorità che ha saputo dare al suo ragazzo: priorità che assomigliano (finalmente) a quelle che i coach danno ai grandi campioni stranieri. Detto questo spero che il vaso trabocchi presto e che la nuova stagione possa iniziare. Serve molto coraggio e lasciar lavorare il nostro Presidente ancora un pò in questo modo…. prima o poi ci dovrà pur essere qualcuno che gli dirà: 30 % di aumento? Ok non mi affilio. Dovrà pur arrivare qualche sponsor che gli dirà: i soldi? ok mai i risultati quando arrivano? Ci dovrà pur essere il Coni che chiederà: ma perchè avete aperto tutti questi contenziosi a destra e manca? Ci dovrà pur essere qualche CR che si ribella? Ecco lasciamo lavorare. Prima o poi i conti dovranno tornare! E se io ho torto e Nikolik ragione… staremo tutti a festeggiare le mirabolanti imprese dei nostri giocatori nell’era Binaghi e i miei figli tra 10 anni vedranno i DVD della Gazzetta e Super Tennis dedicato alle imprese dei loro coetanei (Italiani) non di Panatta e Pietrangeli come è toccato al loro povero padre innamorato, deluso, del tennis!
5 Marzo 2009 alle 23:01
condivido questa tua analisi…non siamo d’accordo solo su Tommasi…forse è meno peggio di altri suoi colleghi…però pure lui ha una mentalità perdente…e di conseguenza dannosa per il nostro movimento…diciamo che mi sono reso conto di tutto ciò col tempo…probabilmente non me ne sono accorto prima…perchè non c’era chi poteva farmi capire il contrario…Volandri non è Bolelli o Seppi…il primo meritava gli attacchi che ha subito…perchè non è stato ambizioso…ma lamentarsi di un Bolelli o di un Seppi…e soprattutto la posizione del Tommasi stesso nel caso davis-Bolelli…beh mi ha fatto capire che in realtà Tommasi ha diverse cose in comune persino con Binaghi…e insomma vorrei che invece si superi questa vecchia mentalità…e che il lavoro dei nostri ragazzi e dei loro coach..finalmente venga preso in considerazione…e non sempre criticato a sproposito solo perchè quel giornalista deve scrivere un articolo per fare odiens…non vorrei che il risveglio del nostro movimento tennistico…sia frenato non solo dalla nostra federazione ma pure da questi giornalasti che sono rimasti un pò indietro col tempo…e che ripeto hanno la stessa mentalità vecchia dei federali…
7 Marzo 2009 alle 15:00
@King
Certo Nadal-Volandri a Santander …
L’ho vista quella partita … come tutte le altre, praticamente, da Spagna-Italia 1977 ad oggi.
Volandri vince il primo, cede il secondo 75 e poi crolla 63 62 nel quarto e nel quinto.
Non mi vorrai mica raccontare che quell’incontro dimostra la grande resistenza fisica di Volandri ?
E’ esattamente il contrario.
E, anche se fosse, vogliamo mettere sul piatto tutte quelle partite che ha perso mollando ?
8 Marzo 2009 alle 09:02
era ad un passo dal chiudere pure il secondo set se ricordi bene…e poi giocava contro Nadal…avere più resistenza fisica di Nadal è quasi impossibile dai…in quell’anno credo Filippo dimostrò col match contro robredo(il pianto dello spagnolo per l’umiliazione contro Filo)…e proprio con Nadalito…tutte le sue qualità terricole…poi vinse pure il torneo di palermo…e io ero presente negli spalti…era un Filo in una condizione fisica davvero invidiabile…pure in quanto a resistenza fidati…i problemi di filo sono stati di altra natura…a mio parere non è stato abbastanza ambizioso…
9 Marzo 2009 alle 19:25
Che Volandri non sia mai stato un combattente questeo è risaputo nell’ambiente……e un buon giocatore da terra ma con grandissimi limiti caratteriali e tecnici………..per dirla tutta Gaudenzi era tre volte più forte del livornese-……
10 Marzo 2009 alle 17:20
Potendo tracciare un bilancio degli sport individuali (da me prediletti) cui ho potuto assistere (grazie soprattutto ad Eurosport) negli ultimi mesi, posso constatare che in quelli dove abbiamo tecnica e tradizione le cose non vanno malissimo.
Deludenti i mondiali di sci alpino e sci nordico? Forse, ma con medaglie. E in coppa del mondo, molti sciatori e sciatrici tra i primi.
Slittino poderoso: coppa del mondo singolo, coppa del mondo doppio, mondiali doppio, argento mondiali singolo. Se si dovessero assegnare soldi per meriti alle federazioni, li dovrebbero dare tutti a Zoeggeler e compagni.
Ma in Italia, i meriti…..
Addirittura 2 ori, 2 argenti e due bronzi agli Europei Indoor di atletica, che forse contano come il torneo di Acapulco nel tennis, ma insomma, niente male…..forse l’atletica italiana è in crisi quasi come il tennis, quindi c’è stata una ripresa.
Nuoto? Beh, insomma, lasciamo perdere…….lì siamo diventati proprio forti.
Deto che in combinata nordica (!) abbiamo un campioncino (tale Pittin, se non lo sapete), che ha cominciato a livelli alti quest’anno, mi chiedo perchè continuiamo ad esaltare tennisti che non vincono nulla, ed entrano a malapena nei primi cinquanta del mondo.
In Italia si vendono (è successo anche recentemente, come tutti certo sapete) migliaia di DVD di tennis grazie alle gesta dei campioni del passato.
Quasi tutti stranieri, naturalmente.
Pensate quanto ci deve piacere, questo sport, a noi tifosi italiani. Proprio tanto……siamo tifosi di un nerboruto spagnolo, di un algido svizzero, lo siamo stati di un gobbo svedese, di un moccioso di New York, di un antipatico dentone cecoslovacco/americano, di un gattone slovacco, di un bombardiere tedesco, di un flipper di Las Vegas, di un cannoniere con la lingua di fuori, di un superfigo australiano, di un pallettaro svedese noiosissimo e implacabile, della volee’ di rovescio svedese più bella del mondo……
Cosmopoliti per forza. E Scusatemi se non mi esalto per Fognini…..
Forza Pittin, comunque.