2 Dicembre 2007
Ma la nascita del Partito democratico non doveva rafforzare il governo Prodi? A noi pare di no. Anche oggi, socialisti sul piede di guerra. L’atteggiamento di Boselli e compagnia è cambiato da quando il governo (e quindi anche i “rivoluzionari” Giordano e Diliberto) non ha votato la proposta socialista di dare 400 euro al mese ai precari in nome del sacro principio “flessibilità nella sicurezza”. Oggi Boselli sostiene che “se Veltroni seguiterà a seminare mine sulla strada di Prodi, prima o poi ci sarà un’esplosione. L’esito assai probabile della contrapposizione tra i due leader può portare solo a una crisi
lacerante del centrosinistra. Occorre una rapida inversione di rotta per evitare di fare il gioco di Berlusconi che vuole riportare al più presto il Paese alle urne. Sarebbe quindi utile, prima di arrivare ai cocci, convocare un vertice della maggioranza'’.
Non ci paiono parole rassicuranti…
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1 Dicembre 2007
C’è chi teme un inciucio all’ennesima potenza fra Berlusconi e Veltroni. Può darsi che dal bipolarismo si passi al bipartitismo, certo. Ma non daremmo per certa una simile eventualità. Infatti, stamane a Bologna, la sala Farnese in Comune era stracolma. Di gente che vuole rifondare il Partito socialista. Che per Boselli e soci sia finita la lunga traversata nel deserto? Aspettiamo e vediamo. Anche se il silenzio che avvolge la “rifondazione socialista” è piuttosto inquietante.
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30 Novembre 2007
Che la situazione a sinistra non sia particolarmente esaltante lo dimostrano i fatti di questi giorni. Ma anche la questione del dialogo tra i due schieramenti suscita perplessità. Come dimostrano le parole del socialista Boselli. Ve le proponiamo come documento delle difficoltà politiche attuali: ‘’E’ comunque positivo che si sia avviato un dialogo, ma ancora siamo alla commedia degli inganni. Veltroni fa finta di non accorgersi che l’apertura di Berlusconi sulla legge elettorale è strumentale e che non ha affatto rinunciato alla spallata. Non vuole fare le riforme istituzionali che sono indispensabili, come ha ricordato lo stesso Veltroni, e neppure un governo di grande coalizione. Eppure per fare una legge elettorale come quella indicata dal segretario del Pd occorrerebbe un governo sostenuto da tutti coloro che la condividono e che evidentemente non coincide per nulla con quello attuale dove sono in molti a contrastarla. Insomma Berlusconi vuole una cosa sola andare alle elezioni al più presto con la legge che c’è o, al massimo, con quella pessima che potrebbe uscire dal referendum'’.
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28 Novembre 2007
Ci pare che il varo della Finanziaria abbia incontrato non pochi ostacoli. C’è chi chiede la “verifica”, termine antico che ci fa tornare giovani. Ma che ci fa anche arrabbiare. Qui, infatti e checché ne dica qualche esponente del Pd, non c’è bisogno di verifiche, ma di rifare il governo. Da capo a piedi…
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26 Novembre 2007
Dunque: Veltroni ha cominciato i faccia a faccia per cercare di far uscire i partiti (e il Paese) dall’impasse derivato da una legge elettorale che è meglio non definire per non essere volgari. Non vuole barattare il nuovo modo di votare con elezioni anticipate o qualcosa di simile. Però, non riusciamo a capire: si va verso una robusta randellata ai partiti ‘minori’ (in numero, non certo in idee). E non è forse così che si crea instabilità nel governo? Walter, urge spiegazione!
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