Archivio di Giugno 2007

Un premier, non un leader di partito

Mercoledì 27 Giugno 2007

A parte i troppi svolazzi retorici, il discorso di Veltroni, va riconosciuto, non è stato malaccio, specie nella parte che esorta l’Italia a essere più unita. Epperò c’è un problema: quello di oggi pomeriggio non è stato il ‘manifesto’ di un leader di partito, del Piddì, ma di un presidente del Consiglio. Di un buon presidente del Consiglio checché ne pensino taluni saputelli del centrodestra. Ma il nocciolo della questione è un altro: che cosa intendete fare di questo Piddì? Caro Veltroni, questo non s’è capito. E la confusione aumenta. Inesorabile.

Non è semplice…

Mercoledì 27 Giugno 2007

Ci eravamo preparati. Avevamo dormito bene la notte. Niente stravizi. Una sorta di monacale raccoglimento. Aspettavamo Valter. E lui è arrivato. Con concetti profondi, tipo “onoriamo la democrazia” oppure “basta con i veleni il Paese non ne può più”. Ma il problema è che parla parla parla. Roba da stramazzare al suolo… Abbiate pazienza, prima o poi finirà e allora potremo dare un giudizio compiuto.

Silenzio…

Martedì 26 Giugno 2007

Oggi, tutti tranquilli. Attendiamo il discorso di investitura di Veltroni. Poi, parleremo. Sperando che il sindaco di Roma non ci delinei una bell’Italia catto-comunista.

Sbrigatevi!

Lunedì 25 Giugno 2007

“Credo che come Sinistra Democratica sia stato un errore aver dato l’impressione di esserci appiattiti sulle
posizioni della cosiddetta sinistra radicale. Io non so cosa accadrà in futuro, ma per quanto riguarda il presente io e Bertinotti non possiamo stare nello stesso partito. La Cosa Rossa è una semplificazione giornalistica che politicamente non può esistere”. A parlare così è il vicepresidente del Senato Gavino Angius, uno dei leader, assieme a Mussi e Spini, dei ‘dissidenti’ ds. Ora, permetteteci di deviare un attimo dal copione-Partito democratico (non senza peraltro far notare che con Veltroni il partito, nel 2001, raggiunse il minimo storico…) e permetteteci di rivolgere ad Angius e compagnia una domanda semplice semplice: che cosa volete fare? Volete stare con e dalla parte di una sinistra di governo o con una sinistra condannata perennemente all’opposizione? Dalle parole dell’esponente politico sardo parrebbe di capire che la prima è la soluzione. E allora, perché non dare una bella accelerata?

Ma chi glielo fa fare?

Venerdì 22 Giugno 2007

Dunque, pare proprio che Valter Veltroni accetti. Ma la domanda è: chi glielo fa fare? Possibile che non si renda conto come sia praticamente impossibile guidare un partito virtuale come il Piddì? Possibile che non si renda conto come abbia già fallito una volta, vale a dire quando divenne leader dei Democratici di sinistra (che, invece, erano un partito vero)? Misteri della politica, verrebbe da dire. Possibile che non si renda conto come la gente di sinistra si sia stufata? Possibile che non sappia che la sinistra, grosso modo, si divide in riformista (Boselli eccetera) e critica (Bertinotti eccetera) e che le vie di mezzo non siano più possibili?