Tra profili tecnici e pronostici.
Fabio Fognini, una vita di corsa.

 
29 Gennaio 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Terminiamo la rassegna sugli azzurri scoprendo come gioca il più giovane, che questa sera sfida l’argentino Chela a Vina del Mar. Grande grinta, buone doti tecniche, ma un approccio alla gara non sempre corretto. L’importanza della programmazione a lungo termine. Riusciranno Piatti e Serrano a portarlo nel tennis che conta?

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Nella Rassegna Stampa Nazionale intervista alla Pennetta di Tiziana Tricarico (Il Mattino) e altre news dal web.

All’inizio di maggio il Tennis Club Garden organizza a Roma un torneo challenger che riscuote un buon successo di pubblico, sia per la bellissima cornice, nel verde del parco dell’Appia Antica, sia per la felice scelta della data, che consente alla competizione di porsi come prologo dei Campionati Internazionali d’Italia. Il nostro racconto parte proprio da una partita di questo torneo, giocata nell‘edizione 2005. Nel tiepido sole primaverile, si sta avviando a rapida conclusione un match di primo turno. Lukas Dlouhy, solido giocatore ceko, n. 176 Atp, si sta agevolmente sbarazzando, in virtù di una evidente superiorità tecnica e fisica, di un ragazzino italiano, uno junior, a cui gli organizzatori hanno offerto una wild card. Il punteggio del match, davvero senza storia, è 60 51, e il ceko, molto tranquillo, serve per concludere. Il ragazzino è visibilmente deluso, ma sembra deciso a provarci fino alla fine, e annulla un match point con un difficilissimo passante in corsa. Il suo avversario, forse distratto, forse un po’ di braccino, commette qualche errore. Il ragazzino, sempre costretto in difesa, fuori dal campo, continua a lottare, compie alcuni recuperi sensazionali. L’altro, innervosito, si disunisce, il giovane italiano prende coraggio, diventa più aggressivo, inizia a comandare il gioco, e tra la sorpresa generale riesce a vincere 6 giochi di fila, portando la partita al terzo set. A questo punto la piccola tribuna del Garden è gremita di spettatori increduli e appassionati. Dlouhy impazzisce, non trova più il campo, mentre il suo avversario è sempre più sicuro: il set finale non ha storia, si chiude con un rapido 63, fra il tripudio generale. Il pubblico di soci ed appassionati, per lo più attempati, sfolla soddisfatto, elogiando il coraggio del ragazzo. “Però, ‘sto Fognini… E’ un po’ piccoletto, ma c’ha una grinta…”

Il ragazzino capace a nemmeno 18 anni di una così sensazionale rimonta contro il numero 176 del mondo risponde infatti al nome di Fabio Fognini, l’ultimo arrivato fra i top 100 del tennis italiano, e forse quello maggiormente dotato di una qualità che non si può insegnare: la voglia di lottare.

Fabio Fognini di Arma di Taggia, presso Sanremo, classe 1987, quasi 2 anni più giovane di Simone Bolelli, inizia prestissimo a bruciare le tappe di avvicinamento al tennis professionistico, seguendo fin da junior una programmazione molto ambiziosa, messa a punto dal suo allenatore storico Leonardo Caperchi, (che lo ha seguito fino al maggio del 2007) e dal suo agente Andrea Gaudenzi. Fabio frequenta pochissimo il circuito juniores, ma in compenso gioca il primo future quando deve ancora compiere 16 anni, entra in classifica mondiale a 16 anni e mezzo, e inizia subito dopo a confrontarsi con il livello dei tornei challenger. Quando arriva a giocare contro Dlouhy al Garden, a 18 anni ancora da compiere, ha già vinto 2 futures, fatto quarti di finale in un challenger ed è il n. 380 del mondo. In quel momento, c’è un solo giocatore nato nel 1987 più avanti di lui in classifica: è un lungagnone serbo, un certo Djokovic, mentre dietro di lui, poco staccato, c’è uno scozzese pieno di brufoli, di nome Murray. Nonostante un brutto infortunio al polso, che gli impedisce di partecipare al torneo juniores del Roland Garros, dove sarebbe stato fra i favoriti, Fabio chiude l’anno intorno alla trecentesima posizione. La stagione successiva il ligure continua la sua scalata, ma il ritmo si fa più lento. Il ragazzo si confronta ormai costantemente con i challenger, livello per il quale gli manca ancora di un po’ di forza fisica. Fabio inoltre mostra spesso dei perniciosi cali di concentrazione, e i risultati sono molto altalenanti. Ma è tipico dei lottatori l’esaltarsi sui grandi palcoscenici, e l’exploit dell’anno arriva proprio a Roma, al Foro, dove nell’ultimo turno di qualificazione, in una partita emozionante, il ligure elimina addirittura Djokovic, che si apprestava a diventare The Djoker.

La stagione della consacrazione per Fognini è quella appena conclusa. L’avvio però, è abbastanza deludente, con pochi alti e molti bassi. La classifica, e siamo già ai primi di maggio, è sempre la stessa, intorno al numero 250, e lo scetticismo inizia a montare. Fabio sembra avviato a diventare l’ennesima promessa sfiorita del nostro tennis. Per di più, proprio in quei giorni, si interrompe il lunghissimo sodalizio con Caperchi, universalmente considerato uno dei migliori tecnici italiani. Il nuovo coach, lo spagnolo Oscar Serrano, riporta tranquillità, capisce subito che Fabio tende a mettersi troppa pressione addosso, e se lo porta giocare tornei in giro per l’Europa, a fari spenti. I risultati arrivano subito. Fabio supera le qualificazioni al Roland Garros, dove nel primo turno domina per due set un giocatore solido come Juan Monaco, prima di subire l’inevitabile ritorno del più esperto argentino e poi, oltre a fare benissimo nei tornei challenger, raggiunge gli ottavi di finale al Masters Series del Canada, partendo dalle qualificazioni e battendo nettamente un convalescente Murray, in diretta tv su Sky.

Infine, nonostante la stanchezza per una stagione lunga e stressante (a fine anno ben 101 match ufficiali) il ligure trova ancora la forza di andarsi a prendere i punti che gli mancano per entrare nei primi 100 nell’inferno dei challenger sudamericani di fine stagione, il circuito della Copa Petrobras, e chiude l’anno al n. 95. E’ il più giovane italiano a raggiungere un tale risultato dai tempi di Andrea Gaudenzi, 14 anni fa.

Vediamo ora che tipo di giocatore è Fabio Fognini. Il ligure, con il suo 1,77 di statura, è il più piccolo tra i nostri top 100, ma è anche il più veloce nella corsa in avanti e negli spostamenti laterali. Queste caratteristiche, unite ad una buona reattività in risposta e ad una ottima resistenza, lo rendono molto valido nella fase difensiva, dove Fabio riesce a giocare passanti e lob liftati di pregevole fattura. Il suo colpo più pesante è il diritto, un fondamentale costruito “in laboratorio” da Leonardo Caperchi, prendendo a modello quello di Carlos Moya. L’apertura contenuta e la frustata di polso lo rendono un colpo di difficile lettura da parte degli avversari. Tuttavia, il diritto resta il colpo meno naturale di Fabio, ed è quello con cui commette più errori nei momenti di tensione. Nel rovescio bimane, invece, il ligure riesce a trovare un ottimo timing, che gli consente di indirizzare con buona sicurezza ogni tipo di traiettoria. E’ un colpo che Fabio ha migliorato molto nell’ultimo anno, imparando a colpire più piatto e con maggiore anticipo, facendone la sua arma migliore sul cemento. Al servizio invece Fognini deve ancora lavorare. Non aiutato dalle sue misure fisiche, il ligure si è costruito una buona prima pialla piatta e un discreto slice, che gli portano parecchi punti, ma ha una seconda palla ancora poco profonda ad alti livelli. Inoltre, deve imparare la variante in kick, utile anche per alzare la sua scarsa percentuale di prime palle in campo, che servendo piatto da una altezza di 1,77 non può essere elevata. Nel gioco al volo Fabio se la cava bene: ha gesti corretti, una buona sensibilità di mano, e sopperisce con la rapidità e la reattività allo scarso allungo. Pure lo smash è di buon livello; il problema piuttosto, è che a rete ci va ancora troppo poco. Infine, il ligure riesce a sfruttare bene le sue doti di tocco nella palla corta e nel lob.

I suoi margini di miglioramento, oltre che per il servizio, passano per un ulteriore potenziamento muscolare (il ragazzo si è molto irrobustito in questi 3 anni, ma rispetto ai pesi massimi del circuito c’è ancora un po’ di divario in termini di peso di palla), e soprattutto nell’acquisizione di una maggiore serenità e lucidità in campo. Fognini non è un attaccante naturale, è piuttosto un contrattaccante, preferisce lasciare l’iniziativa all’avversario per appoggiarsi sulla potenza dei colpi altrui e poi rovesciare lo scambio grazie alle sue doti atletiche. Purtroppo, in molte circostanze Fabio gioca troppo teso, dà l’impressione di non lasciare andare il braccio, si allontana dalla linea di fondo e si limita ad un tennis di pura regolarità, che lo porta a sostenere maratone infinite e sfiancanti anche contro avversari che potrebbe dominare più agevolmente con un atteggiamento tattico più propositivo. Il ligure infatti, pur non essendo un picchiatore, è dotato di un buon anticipo e di un ottimo timing, che gli consentono di comandare lo scambio e di finire il punto in progressione, oltre che con le discrete varianti di cui dispone (la discesa a rete, anche in controtempo, o la palla corta, colpo che lui sente piuttosto bene), ma alle quali ricorre troppo di rado. Insomma, anche nel caso di questo giocatore, quello che sembra mancare è un po’ di fiducia nei propri mezzi, nonostante il temperamento da combattente.

Quel che fa ben sperare, per il futuro della carriera di Fognini, è la sua grande serietà e motivazione al lavoro, nonché la lungimiranza di chi ha impostato il suo processo di sviluppo, che lo ha sempre portato a fare le esperienze giuste nei tempi giusti (sia come livello di gioco, sia come scelta della superficie) e non con anni di ritardo come è accaduto ad altri nostri tennisti. Infine, è notizia di pochi giorni fa che da quest’anno Fabio e il suo coach Serrano beneficeranno della consulenza tecnica di Riccardo Piatti. Fabio non diventerà forse il campione assoluto che il suo precoce spessore agonistico sembrava promettere, ma è molto più che “un altro terraiolo da challenger” come è stato ingenerosamente definito. Il ligure avrà un ottimo futuro nel circuito maggiore e soprattutto non lascerà rimpianti, perché con ogni probabilità riuscirà ad estrarre da se stesso il 100% del proprio potenziale.

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32 Commenti a “Tra profili tecnici e pronostici.
Fabio Fognini, una vita di corsa.”

  1. riccardo scrive:

    bell’articolo, oggi contro chela può far bene e aprirsi il tabellone di un torneo dove puo trovare i punti per rientrare subito in top100

  2. flexible scrive:

    sai roberto, io da lontano nutro un dubbio.
    Finita la fase crepuscolare del tennis italiano “bel dritto quel giovane, è il migliore juniores del mondo. Certo nel cortile di casa sua.” non vorrei che si entrasse in un eccesso di pianificazione e ragionamenti prospettici. Vedi io sono fermamente convinto che l’aspetto psicologico sia non importante, ma fondativo, nel senso che ti da l’identità. Mi spiego, credere di poter vincere un torneo, ti pone nella dimensione di poterlo fare.. E se lo fai diventi bravo. E basta. E’ chiaro che bisogna essere bravi per poter vincere, però tutto il teorema passa dal fatto che devi vincere quello che hai davanti. Tutto il resto passa da lì, e secondo me guardando, non i colpi, ma gli occhi dei nostri italiani, occhi che vogliono vincere non ne vedo.
    Il tennis è assediato da ragionamenti prospettici.
    un esempio con una metafora:
    si sa le femminuccie sviluppano prima (nella vita intendo)
    ecco, il giocatore da fondo per paradosso è come una femminuccia, sviluppa prima.
    Il gioco da rete invece, necessita cm. peso, in soldoni sviluppa dopo. Come i maschietti.
    L’accanirsi sulle analisi, prospettive, e aspettative, (col rimando psicologico sul giocatore) di un 14enne femmina, piuttosto che maschietto, rischia di creare investimento “a breve”, sul sicuro, e non sul lungo termine. E quando il maschietto sboccia, a meno che non sia un dio, lo farà in un terreno già più arido (gli investimenti sono andati altrove), e soprattutto con una identità di sè, che non è quella vincente.
    Morale fuori tema, la mia impressione è che quando un ragazzo gioca a calcio e perde è come se perdesse la faccia, ovunque lui gioca, dal cortile al campo, quando lo fa un tennista, non perde nulla. I veri obiettivi sono davanti, altrove. Per questo temo non vincerà nulla.

  3. ye scrive:

    sE CHELA GIOCa come ha giocato in australia fognini lo batte poi è la prima partita sulla terra cioè tutto è possibile.
    Ottima analisi di Roberto come sempre.
    Poi ha una grinta oserei dire da top 10 infatti ha detto che nella partita contro chela lotterò fino alla morte parole un po estreme queste.
    Inoltre può fare bene sul veloce in futuro visto la sua giovane età e suoi ampi margini di miglioramento.

  4. andrew scrive:

    articolo ben calibrato e accurato…

    io l’ho visto giocare un paio di volte in TV e ho questo retrogusto di “fortino” anziché “forte”…insomma manca qualcosina effettivamente…

    Non so, mi sono fatto questa idea che i giocatori normo-dotati fisicamente debbano necessariamente ricorrere a un tipo di gioco di straordinaria varietà di colpi e tattiche per riuscire a emergere oggi…Altrimenti, una volta “misurati” dagli avversari over 1,80 m, le chance di vittoria calano paurosamente…

    Lo vedrei più seguito da un Santoro che da uno spagnolo, altrimenti lo vedo più sulla scia di Alberto Martin (non male comunque)…

  5. flexible scrive:

    ovviamente non mi riferisco a fognini, che non ho ancora mai visto giocare, il senso di quello che ho detto è che bisogna coltivare un po’ di più il dubbio e il suo figlio prediletto la sorpresa

  6. Enzo Cherici scrive:

    Purtroppo ho avuto modo di vedere Fognini all’opera soltanto due volte. E temo che nessuna delle due circostanze sia granché significativa per esprimersi un giudizio meditato. La prima volta fu in occasione della sua facile vittoria contro un convalescente Murray. La seconda, il giorno dopo in occasione della sua rapida apparizione contro Federer. L’impressione in effetti è quella del giocatore descritto da Roberto nel suo bellissimo commento. Spiccato senso dell’anticipo, spirito da lottatore indomito (il che non guasta mai), servizio ancora deboluccio e scarsa propensione a frequentare un pò di più la rete. Nel servizio è oggettivamente sfavorito da un’altezza non proprio straordinaria. Può e deve però migliorare nella seconda palla. A costo di rischiare meno con la prima, deve assolutamente costruire una seconda che non lasci troppo il gioco nelle mani dei suoi avversari. Questo è l’anno decisivo. nella prima parte della stagione può e deve guadagnare posizioni importanti. Forza :-)

  7. Alessandro Nizegorodcew scrive:

    In prospettiva Fabio vale sicuramente i primi 50, e probabilmente anche i primi 30.. l’ho visto giocare parecchie volte e se lima, come sta facendo, tutti i piccoli difetti, migliorando sensibilmente il servizio, può fare davvero bene e metterne in difficoltà tanti..

  8. anto scrive:

    Bellissimo editoriale. Contro Chela incontro difficile, leggermente favorito l’argentino, ma io scommetterei sull’italiano, credo il match potrebbe essere una battaglia di tre set e quando c’è bagarre Fognini sa tirar fuori gli attributi!

  9. marcos scrive:

    roberto par nato per queste biografie: complimenti!

    quest’anno sarà molto importante per fabio, ma, se la cifra di un giocatore si misura nei risultati…decisivi saranno i prossimi 5 anni.

    pur non conoscendolo personalmente, lo seguo con molto affetto, avendo anche per il padre grande stima e simpatia.

  10. pibla scrive:

    Sono d’accordo con chi dice che in prospettiva Fabio può fare bene anche sul cemento, sì, però in prospettiva appunto, per qualche anno io lo vedo ancora nettamente meglio sulla terra e sulla terra Fabio è una bella rogna anche per quelli forti forti e gli es. di ciò sono le quali 2006 a Roma dove batté Djoko, il match con Moya al primo turno della Copa Telmex in Argentina nello stesso anno, che Moya vinse al terzo dopo un’indicibile sofferenza, salvo poi andare a vincere il torneo ed il primo turno al Roland Garros 2007 con Monaco, già ricordato da Roberto.
    Quello che mi piace molto di Fabio, oltre al fatto che fino ad ora ha fatto le cose giuste con i tempi giusti, è la sua attitudine al tennis tre su cinque, cosa rara per i tennisti italiani, per cui mi aspetto prima o poi un bel risultato in uno Slam, quello che mi convince meno è un certo atteggiamento un pò dimesso in campo, è vero che è un lottatore è altrettanto vero che in certe giornate gli manca un pò di convizione e di personalità, trattasi comunque di aspetto migliorabile con gli anni.
    Vero che la sua palla ed il servizio devono ancora acquisire un altro pò di peso, ma anche questo si pò fa….

  11. Gigi Sirianni scrive:

    Complimenti per il bell’articolo di Roberto.Molto puntuale e fedele alla realtà che narra il campo da gioco.Il Fogna Team ne sarà felice :)

  12. gigi scrive:

    Fabio era …alto 1.77 ora passa 1.80 . Le misure che prendete dal sito ATP sono vecchie di circa 4 anni
    Di giocatori piu’ bassi di lui nei primi 100 ce ne sono diversi e anche di molto bravi vedi Nalbandian.
    Molti campioni di tennis, piu’ o meno la maggioranza non hanno mai avuto altezze da fenicotteri, vedi Federer Nadal Borg Vilas etc. Non mi sembra molto importante avere una altezza di 1.95 dove si puo’ avere un gran servizio , ma poi la rapidità dei movimenti è quella che è .
    Fabio secondo me ha un fisico adatto per avere una grande distribuzione di forze sull’intero campo da tennis

  13. pibla scrive:

    7-6 (0) 6-2 !!!!!
    ….e ora si ride!!!

  14. Matteo scrive:

    UELAAAAAA!!! Fognini batte Chela! Ottimo risultato. Bravo Fabio! Avanti così!

  15. marcos scrive:

    aggiungo la mia gioia!

  16. Roberto Commentucci scrive:

    Sono due volte contento per la vittoria di Fabio.
    L’uscita del pezzo su Bolelli, coincise con la sconfitta di Simone da Djokovic.
    Oggi Fabio sfidava il n. 20 del mondo. Ho temuto.
    Ci tenevo a non farmi la fama dello jettatore…

  17. Matteo B scrive:

    Andate a guardare il sito dell’atp! dedica la copertina alla vittoria del nostro Fognini!!! Grande Fabio!!!

  18. fulvio scrive:

    ha i fatto di più Roberto: ha abassato Fabio di …4 cm!!!

  19. Roberto Commentucci scrive:

    Guarda Fulvio che più continuate ad … accrescere la statura di Fabio e più peggiora il giudizio tecnico sulla sua seconda palla di servizio…

    Scherzi a parte, sono contento di apprendere che sia ormai oltre il metro e ottanta. Il fisico c’è, la voglia pure, il resto verrà…

  20. andrew scrive:

    complimenti a Fabio…anche per la sua continua crescita in altezza…

    Chela non è dato in grandissimo periodo di forma ma sempre osso duro è…

  21. Enzo Cherici scrive:

    Se Fabio sfrutta a dovere questi primi 5 mesi dell’anno farà un bel salto in classifica. Non mi pare abbia moltissimi punti da difendere in questa prima fase. Chi è che è in grado di fare una proiezione abbastanza verosimile?

  22. Roberto Commentucci scrive:

    Nei prossimi 3 mesi e mezzo, cioè fino a metà maggio, Fabio deve difendere la miseria di 22 punti, sui 414 che costituiscono il suo bottino attuale (compreso il secondo turno conquistato oggi). Effettivamente può avvicinare i primi 50. Poi ovviamente inizieranno a scadere le cambiali (pesantissima quella di Montreal) e lì verrà il difficile.
    Ma come diceva Leo Caperchi, il suo ex coach, i punti non si difendono, si conquistano!

  23. Nikolik scrive:

    Questo ragazzo ha fatto e sta facendo dei sacrifici incredibili per fare il vero professionista.
    Molto spesso ci si dimentica di quanta fatica e sacrificio ci sono dietro i successi.
    So che ha intenzione di continuare a fare sacrifici, per cui non credo proprio che ci siano dei limiti di classifica a cui puntare, per lui.
    Se guardo a chi è entrato tra i primi 10 negli ultimi 10 anni mi tranquillizzo.
    Lo dice Piatti, che sta chiaramente puntando su di lui.
    Piatti non è il tipo che perde tempo con chi non ha possibilità di fare bene nel futuro, né con chi non ha grandi ambizioni.
    Ora ci si diverte, è tornata la terra ed il recente risultato ci fa capire quanto ci divertiremo con lui.
    Io dico solo questo: io, se fossi un tennista professionista, Fognini non vorrei mai, mai, mai incontrarlo e non vorrei mai essere sorteggiato con lui.
    Infatti, so che nel circuito, anche se è giovanissimo, è molto rispettato dagli altri giocatori.
    Ha 20 anni, ragazzi: niente fretta, ha tantissimi anni davanti.

  24. roberto scrive:

    Grande commentucci! Ma sai che c’ero pure io al Garden a vedere Fognini. Sulla mia agenda di allora scrissi: “tecnicamente può migliorare tutto ma l’impostazione è ottima e può affinare variazioni e guadagnare in potenza. La testa mi sembra giusta. Le gambe sono ottime si vede che è ben preparato. Anche al volo non è male: la tecnica è buona anche se certo il suo gioco è dal fondo, di pressione. Ha pregi e difetti dell’età ed è difficile fare previsioni. La mia opinione è che Fabio forse non diventerà un top-10 ma nel nostro giardino un po’ moscio può essere il fiore più bello, un fiore da top-30″.
    Avrei voluto scriverlo io il tuo pezzo! Bravo!

  25. federico scrive:

    Chela attualmente non corrisponde a un banco di prova attendibile…lo avete visto in Australia?
    mah… aspetterei per esultare.
    Comunque forza azzurri…io l’ho visto poco Fognini ma non mi sembra 180 cm…mi sbaglierò.

  26. anto scrive:

    Deve essere alto m. 1.75

  27. Roberto Commentucci scrive:

    Segnalo sul sito della Federtennis, nella rassegna stampa, un articolo apparso oggi su Tuttosport, dedicato a Fabio, nel quale viene fatta una bella e approfondita analisi del ragazzo.

    Sono molto contento.

  28. marcos scrive:

    quando ci si documenta bene, si scrivono ottimi articoli.

  29. fulvio scrive:

    tipo…questi?
    http://www.fabiofognini.it/Default.aspx?pageid=page152

  30. marcos scrive:

    eheheheh…no fulvio!

    tipo il pezzo nel quale stiamo ora commentando!

  31. pibla scrive:

    Letto l’articolo di Tuttosport, anche senza voler fare i sapientini ma solo perché spesso il paragone ricorre, è bene chiarire una volta per tutte che Gasquet è un anno più grande di Fognini, motivo tra l’altro per cui non mi aveva entusiasmato nemmeno quel paragone di Tommasi, perché a quel età un anno di differenza conta eccome

  32. macchions scrive:

    Su Fabio Fognini la penso come voi.Fabio ha le qualità per diventare primi 50,per ambire a qualcosa di più deve lavorare ancora molto.

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