La terza carriera
di Roger Federer

 
8 Giugno 2009 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Dopo il trionfo di Parigi, lo svizzero è tutt’altro che appagato. Anzi, la raggiunta tranquillità, la ritrovata condizione fisica e una nuova maturità tattica potrebbero riportarlo in cima al mondo.

La liberazione.
“Ora, dopo questa vittoria, per il resto della mia carriera potrò giocare libero, sereno. Adesso non ho più pressioni.”

Questa dichiarazione di Roger Federer, rilasciata a caldo sul Philippe Chartrier umido e festante, dopo aver agguantato la Coppa dei Moschettieri, testimonia il sollievo dello svizzero per essersi finalmente aggiudicato lo Slam “proibito”, quello più inaccessibile per gli attaccanti, come ben sanno, tra gli altri, John McEnroe, Stefan Edberg, Boris Becker, Pete Sampras.
Ora però, a mente fredda, metabolizzato il trionfo, mentre incombe già la stagione sull’erba, se proviamo a rileggere attentamente le sue parole, mettendoci nei panni dei suoi rivali, queste sembrano assumere un significato sinistro: un autentico proclama, quasi una dichiarazione di guerra.
Cosa riuscirà a fare lo svizzero, ora che si è liberato dai suoi fantasmi, se potrà mantenere la ritrovata efficienza fisica palesata in questo suo difficilissimo, ma alfine trionfale Roland Garros?

A ben vedere, tra l’altro, non è solo questo che preoccupa i suoi avversari. I vari Nadal, Murray, Djokovic, Del Potro, Tsonga e compagnia hanno parecchi altri motivi per temere questo nuovo Roger Federer, prima nella stagione sull’erba e poi nell’estate americana. Vediamoli insieme.

La ritrovata efficacia del servizio.
Il mal di schiena che ha funestato i match di Federer dalla fine dello scorso settembre fino all’inizio di questa primavera è ormai un lontano ricordo. Con i 16 aces messi a segno nell’ultimo atto parigino, Roger ne ha totalizzati 83 in 7 partite. Un bottino notevole sulla terra rossa, a cui vanno poi aggiunti i tanti servizi vincenti e i tanti punti ottenuti con l’uno-due servizio diritto, che resta l’architrave del suo gioco. Dalla finale di Melbourne a quella di Parigi, lo svizzero è passato dal 53% al 66% di prime palle, e la sua velocità media è salita da 183 a 190 km/h, con punte superiori ai 210. E per uno che sa mascherare le traiettorie in modo tanto efficace, queste cifre diventano letali.

La condizione atletica.
L’impressione che ha lasciato Federer nel torneo è stata quella di una condizione fisica in grande crescendo. I due set di svantaggio recuperati a Tommy Haas, il modo in cui ha dominato alla distanza un ruggente Del Potro, la terrificante dimostrazione di forza esibita contro Soderling,  fanno pensare che sul piano atletico lo svizzero sia ormai ritrovato al 100%. Paiono lontani i tempi in cui la corsa al diritto era diventata farraginosa, con gli avversari che si accanivano senza pietà sul suo angolo sinistro, allargatosi a dismisura. La facilità, la leggerezza con cui Roger girava intorno al diritto contro le bordate di Soderling sono state assolutamente sontuose.
A Parigi, insomma, fra lui e il suo miglior tennis si è frapposta la tensione, la pressione del favorito, la consapevolezza dell’occasione unica, ma non la mancanza di forma atletica. E questa è una cattivissima notizia per i rivali, in chiave Wimbledon.

La duttilità tattica.
Ma soprattutto, in questo difficilissimo torneo parigino, e prima ancora nel MS di Madrid, lo svizzero ha mostrato di aver colmato anche l’ultima lacuna, l’estremo neo, che molti esperti notavano nel suo approccio ai match: quello di non saper sfruttare al meglio l’intero campionario di soluzioni a sua disposizione, cercando solo e sempre, testardamente, di imporsi di forza, soffocando, in parte, il suo talento e il suo enorme patrimonio di variazioni. Lo ha ammesso lo stesso Federer, a proposito della palla corta, da lui ora utilizzata con una frequenza ed un’efficacia prima sconosciute: “Si è  vero, quando ero più giovane non mi piaceva fare le smorzate. Mi sembravano una soluzione sleale, un sottrarsi al combattimento, alla lotta a viso aperto. Ora però ne ho compreso l’efficacia per completare il mio gioco”.
Il Roger degli anni d’oro, quello del 2006 e del 2007, straripante sul  piano atletico, tutto teso a migliorare la consistenza del proprio rovescio in top spin, sovrastava gli avversari quasi solo di ritmo. Aveva volontariamente rinunciato, o quasi, allo slice, al drop-shot, al serve and volley, a tutto l’armamentario di variazioni e di espedienti tattici che lo rendono unico.
Ma le cocenti sconfitte subite da Nadal, la minore efficienza fisica con cui ha dovuto fare i conti per tutto il 2008, complice la mononucleosi, ne hanno fatto un uomo, e un tennista, più evoluto e maturo. Tra le lacrime di Melbourne, lo scorso gennaio, Federer ha alfine capito che è inutile avere più armi degli altri, se poi si lasciano arrugginire in magazzino.
E così, a partire da questa primavera, pur con una condizione atletica a lungo altalenante, e i fastidi alla schiena che lo condizionavano al servizio, ha cominciato a recuperare le antiche abitudini, le giocate istintive, le improvvisazioni che da giovane, quando era ancora acerbo, gli facevano perdere tante partite e alle quali aveva quasi abiurato, alla ricerca della solidità e dell’efficacia.

Ed ecco allora i cambi di ritmo improvvisi, gli angoli stretti, gli attacchi in controtempo, i serve & volley a sorpresa, a cui si sono aggiunte le micidiali palle corte. Poesia pura, per gli amanti del gioco, ma poesia coniugata ad una grande efficacia tattica, perché ora, a differenza di quanto avveniva 5-6 anni fa, non si tratta di giocate casuali ed estemporanee, ma dell’esecuzione di un piano organico e razionale, fatto di soluzioni atte a confondere gli avversari, portandoli su un terreno sconosciuto. Addirittura, nella finale di Madrid, il nuovo credo tattico – anche con l’aiuto dell’altitudine – ha mietuto la vittima più illustre, l’esausta bestia nera maiorchina.

Conclusioni
Nonostante la mancanza, ormai da anni, di un coach al seguito, Roger ha così compiuto un lungo percorso di conoscenza interiore, riuscendo ad assemblare in se stesso tutte le infinite sfaccettature del suo repertorio tecnico, in un insieme omogeneo e funzionale. Quando gli hanno chiesto come avesse vissuto la vigilia della finale di Parigi, ha risposto: “Mah, con Mirka ho guardato un paio di partite giocate contro Soderling, le ultime due, quella di Madrid e quella di Bercy 2008”. E così, ha deciso che avrebbe dovuto picchiare sull’angolo destro dello svedese, per metterne a nudo i limiti nella corsa al diritto, e disinnescarne il terrificante sventaglio dall’angolo sinistro, che tanti guasti aveva prodotto nei giorni precedenti.

Insomma, è un nuovo Federer: leggero nella testa, reattivo nel fisico, inesorabile al servizio, duttile nella tattica, motivato più di sempre: “potrei ritirarmi domani ma non lo faccio perché amo troppo questo gioco. Non è mi passato per la testa nemmeno un attimo il ritiro. Il tennis non è per sempre, lo so. Ma cercherò di godermelo il più possibile”.
E’ indiscutibilmente il grande favorito per il prossimo Wimbledon, e pare avere le carte in regola per tornare in cima al ranking mondiale.
Per lui parlano chiare le cifre. Negli ultimi 5 anni, sull’erba, ha vinto 67 partite e ne ha persa una sola, 97 al quinto, sappiamo bene come e contro chi.

Inizia quindi da Parigi la terza carriera di Roger Federer.
La prima, quella del talentuoso  viziato, dello spaccaracchette, del giovane genio promettente ma acerbo, del grande improvvisatore, finì sul centrale di Wimbledon in un giorno di luglio del 2001, quando un certo Pete Sampras fu detronizzato. Da lì in poi, Roger è cambiato. Per anni, ha irreggimentato, snaturato, quasi impoverito, il suo gioco per diventare un vincente. Ma adesso, anche quella seconda carriera è terminata. Essa si è conclusa a Melbourne, lo scorso gennaio, fra le lacrime di frustrazione. Con l’acquisita maturità, lo svizzero è riuscito a tornare alle origini, recuperando la fantasia a lungo repressa, e coniugandola all’efficacia.
Il ciclo si è compiuto, il cerchio si è chiuso.
Lunga vita al Re.

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200 Commenti a “La terza carriera
di Roger Federer”

  1. Pete Agassi scrive:

    Beh, che dire, purtroppo non ho potuto vedere la partita causa lavoro, però dalle partite precedenti, in cima a tutte quella che lo vedeva opposto a Tommy, ho visto un Roger si migliore dal punto di vista atletico, ma soprattutto ho notato un Roger rigenerato mentalmente (che forse ha sfogliato Freud dopo gli inviti alla lettura di Monsier Gianni Clerici ?), rabbioso in seguito alla conquista di punti chiave dei match, e questo è un vivido segno di quanto deve, per questo trionfo, ringraziare se stesso per lo sforzo e la grinta cacciata dopo le batoste che ha subito dall’estate 2008 sino a tre settimane fa (Us open escluso)…che dire, onore ad un grande campione, detto da me che non sono Federiano e che come dice il mio nick, tiene alta la fedeltà a Pistol Pete.

    Alla prossima

  2. haiv scrive:

    e pensare che fino a un po di tempo fa roger era un depresso,bosognoso di uno psicologo,tatticamente inesistente,sopravvalatutato,fortunato,bisognoso di un coach,senza carattere,incapace di lottare,incapace di vincere partite tirate al 5 set….caspita come cambia il mondo?(ovviamente non mi riferisco a roberto commentucci ma ai tanti post che ho letto in qst mesi)

  3. mirco73 scrive:

    Analisi perfetta vista con l’ottica della fresca vittoria al RG.
    In effetti il gioco mostrato da Federer negli ultimi tempi denota una presa di coscienza defnitiva (maturità) dei propri limiti e dei propri talenti soffocati per troppo tempo. Si può tranquillamente dire che Federer sia tennisticamente maturato molto tardi vincendo il suo primo slam a 22 anni (nadal a 18) e questa adolescenza tennistica si è prolungata fino ad ora dove un atleta ,oramai consapevole dei propri mezzi e non più soffocato dalle proprie paure e dalle troppe pressioni ,con la vittoria al RG si sia liberato da quella corazza che comprimeva quel giovane dotato ed introverso dei primi anni. Azzardando un paragone direi che Federer stia applicando al tennis quello che Cruyff portò al mondo del calcio negli anni 70. Il “Tennis Totale” di Federer potrebbe rappresentare una nuova rivoluzione “evoluzione” di questo sport; un tennis completo da fondocampo ma anche a rete; servizi non più solo potenti ma vari e variegati; cambi di ritmo, slice , palle corte; insomma tutto il repertorio tecnico che ha reso famoso questo sport concentrato in un unico atleta. Se il tennis seguisse questa strada sicuramente avremmo partite spettacolari e la tecnica, il tocco, il talento riuscirebbero finalmente ad emergere con più frequenza a discapito di giocatori tennisticamente monotoni…

  4. massimo scrive:

    Ritengo ignobile quanto scritto oggi sulla Gazzetta da Gene Gnocchi….” Spiegato il motivo del pianto di Federer a Parigi. Gli han comunicato che il figlio di Mirca non è suo ma di Nadal”. Veramente vergognoso, questa non è ironia, è cafonata di pessimo gusto, spero Roger lo denunci e non metta più piede in Italia finchè il comico giornalista non sarà condannato.

  5. Alex da Livorno scrive:

    E’ tanto che non scrivo su questo blog, non però a causa delle mie delusioni da tifoso di Federer, bensì per motivi, purtroppo, assai meno futili….
    In ogni caso mi sembra il momento giusto per ricominciare.

    Anzitutto i miei rinnovati complimenti all’amico Commentucci, per la sua ennesima lucida disanima sull’amato svizzero: non v’è dubbio alcuno che l’accettazione ed il successivo utilizzo sistematico di Roger del suo enorme talento abbia fatto la differenza, non è certo da tutti colpire Rafa con una mezza dozzina di smorzate senza che non le tocchi al primo rimbalzo….

    Poi un aggiunta: Roger ha secondo me anche migliorato la risposta al servizio di rovescio e soprattutto ha ottenuto di più anche dalla seconda, suoi veri (moderati) difetti tecnici.

    Infine una mera, realistica, considerazione: senza Rafa, ed è sicuramente giusto non raccontarsela troppo …. seppur con la pressione di un unica chance, l’assenza di Nadal ha fatto il più…
    Ma non è neanche corretto smitizzare Federex per questo: Rafael c’era ed è stato battuto proprio dal futuro finalista.
    E comunque la si voglia mettere, Roger, per dirla con Matheson, ora è leggenda….

    Due osservazioni finali:

    uno, il problema attuale di Nadal è fisico, ma perchè ha dato troppo gas a inizio stagione o perchè quel beato ginocchio lo sta devastando ancora?
    Da tifoso di Federer e del tennis dico: speriamo di riaverlo presto nello stato di forma della finale di Londra, le battaglie tra i due devono continuare, tra l’altro i vari tanto decantati Djokovic e Murray, nelle vere battaglie degli slam, non reggono davvero la botta con i due super-rivali.

    due, ma siamo proprio così sicuri dell’antipatia di Soderling…? A me è sembrato sincero e sereno dopo la sconfitta, trovo invece realmente arrogante e antipatico Andy il “tirchione”…

    Conclusione: la stima che gli avversari hanno per l’elvetico è la vera dimostrazione della sua grandezza, ma è davvero il più forte di sempre?
    Ai posteri l’ardua sentenza, ma a modestissimo parer mio manca solo un ultimo tassellino: superare i 14 slam, poi sarà fatta!

    Un caro saluto a tutti, in particolare a Nik e zio Tony.

  6. Ros scrive:

    L’analisi di Roberto è perfetta. Non c’è alcuna mancanza, sono strabiliata. E davvero poco da aggiungere. E’ proprio quello che è avvenuto. Non so se l’abbia fatto da solo, ma acquisito consapevolezza, razionalità e un minimo di cattiveria agonistica, prima che salute.

  7. drin scrive:

    Credo e spero che Commentucci abbia ragione, Federer sembra proprio cambiato ultimamente, così tanto che mi sembra strano l’abbia fatto tutto da solo (ma forse lo dico solo perché ero tra quelli che avevano invocato un coach…); certo che di consigli ne ha ricevuti da tanti, in questi mesi. La cattiveria agonistica non mi sembra gli sia mai mancata in modo particolare, ad esempio avevo notato una grande grinta già a New York ‘08.
    Speriamo che continui così ancora a lungo, e che torni in forma anche Nadal: Rafa mi ha procurato cocenti delusioni ma vederli giocare contro al 100% è uno spettacolo impareggiabile nello sport odierno.

  8. Renée scrive:

    Premetto. Forse la mia è una stupidaggine dettata da un filo di romanticismo che mi ha preso ultimamente…
    così alla solita impeccabile analisi di Commentucci mi permetto di aggiungere un’osservazione:
    nell’anno della “crisi” (2008) alle sconfitte storiche contro Nadal si sono affiancate quelle - maturate tutte sul cemento - contro giocatori che prima da Rog perdevano regolarmente.
    Persino Robby Ginepri, con tutto il rispetto per l’americano, stava quasi per battere Federer a Cincinnati.
    Beh, tra le varie spiegazioni di queste inspiegabili disfatte, in particolare quelle contro Fish e Roddick maturate nei due primi master serias americani di IW e Miami, nel cercare motiviazioni al declino del campione si parlò anche di una “crisi” di vita privata.
    “E se fosse colpa di Mirka?” mi sembra titolasse un post di autorevole firma proprio in questo sito.
    Ebbene anche da questo punto di vista il campione elvetico ha risposto “sul campo”.
    Ed infatti la grande rivoluzione della terra rossa 2009 segue ad una grande novità sul fronte privato: il matimonio con la fidanzata manager di sempre, in dolce attesa di un erede.
    Ora - ripeto - io posso essere stata romanticamente influenzata dalle parole spese dal mio beniamino per la moglie nella prima conferenza stampa a Montecarlo, o dal comportamento tenuto durante la finale, quando - dopo l’incursione del folle in campo - se è subito voltato per tranquillizzarla; però mi sembra che Roger parli della sua “lovely wife” sempre più spesso, e nell ultime interviste gli dedica sempre un personale tributo e ringraziameno alla neo signora Federer.
    Così mi piace pensare che questa “nuova carriera” sia anche un po’ merito della nuova vita (in senso diametralmente opposto alle illazioni dello scorso anno).
    E gli auguro che sia soprattutto la nuova vita ad essere la più serena, densa di soddisfazioni e lunga.

  9. Giovanni da Roussillon scrive:

    Buon pezzo. Dal quale finalmente si capisce che la funzione del cosiddetto coach non deve necessariamente non coincidere con l’atleta, già beneficiario della presenza di sè stesso, di una compagna e di persone vicine assai affidabili, intelligenti e rispettose. Certo, nessun altro tennista si chiama Roger Federer e vince 14 tornei di grand slam su tutte le superficie.

  10. flexible scrive:

    due cose solamente.
    1) paradossalmente la svolta secondo me è avvenuta a parigi l’anno scorso. è lì che ho visto per la prima volta un atteggiamento deciso del tipo “non accetto lo scambio e provo ad attaccare”. Solo che è andata male perchè non sono cose che semplicemente si “scelgono” ma devono maturare. Comunque è lì che ha accettato simbolicamente la morte e non semplicemente la sconfitta. Senza morte non c’è rinascita del resto e non a caso essa si è materializzata nello stesso luogo.
    2) la vera rivincita sarà a wimbledon. lì e solo lì. Detto questo Roger a Nadal lo soffrirà sempre, anche se lo spagnolo dovesse calare con gli altri.
    La bellezza di Federer è che ha trasformato la sua vicenda sportiva in un romanzo e come in tutti i grandi romanzi è nelle pagine buie che si preparano le rincorse e i finali fantastici. Un finale che grazie a Dio è ancora lontano…

  11. Simone scrive:

    Bell’analisi,
    ma io non ho visto il Federer del biennio/triennio d’oro. lo svizzero ha faticato a battere avversari, contro cui qualche stagione fa non avrebbe nemmeno sudato, la finale è stata regale però più per le mancanze di Soderling, che si è svegliato improvvisamente da un bel sogno è si è trovato sul centrale di parigi.
    Penso che Federer sia un fenomeno assoluto, ma non il migliore di sempre, per me Nadal è più forte e vincente, parlano gli scontri diretti, ma soprattutto il palcoscenico dove quete battaglie sono avvenute, Nadal per vincere 6 prove dello Slam ha dovuto battere 5 (cinque) volte Federer; poi un appunto, ma non una è colpa dello svizzero, per vincere le 14 prove è stato costretto a battere 2 volte Nadal , poi Murray, e ci sta, e nelle altre onesti lavoratori del tessis, Rodick, Hewitt, Gonzales, Soderling, quindi tanta bravura, ma anche tanta fortuna.
    Concludo dicendo che Federe vincerà facile a Winbledon se non ci sarà Nadal, altrimenti vedremo una bella battaglia.
    P.S.
    Non sono tifoso di Nadal.

  12. mister T scrive:

    Complimenti a Commentucci, da tifoso di Roger ho apprezzato la disamine lucida e obbiettiva.
    Mi piace tantissimo Nadal, che grazie a lui, Roger ha dovuto trovare nuove motivazioni per giocare a tennis e migliorarsi nella sua terza carriera, con gli altri avversari avremmo assistito ad un appiattimento tennistico che grazie a Rafa è satto scongiurato.
    La mia vera paura è e rimane i problemi di Rafa che a 23 anni sembra un giocatore “consumato” dalle fatiche di questo sport, rischiando di rilegarlo ad un forte campione ma che rischia di non fare quei record che meriterebbe.
    Da 23 a 28 anni un giocatore precoce come lui è nel pieno della sua maturità per vincere di tutto e di più, e il fatto che nonstante la squadra che ha alle spalle non riesca a risolvere i vari problemi fisici, fa pensare che siano più seri di quelli che i vari sponsor vorrebbero sentire parlare.
    Mi auguro per lui e per il tennis in generale, che così non sia.
    Il tennis ha bisogno della sua personalità, del suo tennis fatto di fisicità e di voglia di migliorarsi, è uno esempio per tutti i giovani tennisti che vogliano provarci, Federer sembra troppo lontano per essere imitato, si può solo idolatrarlo, Nadal invece può “sembrare” più vicino e di conseguenza capire da più vicino lo sforzo di un sportivo.
    Ecco perchè mi sento di dire: ” Lunga vita al Re RF ma anche al principe ereditario Rafa Nadal”

  13. Matteo78 scrive:

    Torno a scivere anche io su questo sito dopo molto tempo a causa dei troppi impegni di lvoro.Ottimo come sempre l’articolo. Va sicuramente fatto un grande applauso a Roger federer, capace a quasi 28 anni , di vincere probabilmente il torneo che per moltio rimane il più difficile, il più logorante dal punto di vista fisico, quello che ti costringe a giocare sempre un colpo in più. parlare di nuova carriera per lo svizzero potrebbe essere una mossa azzeccata, ma già si affacciano a mio avviso “nuvole nere all’orizzonte”, ovviamente metaforicamente parlando. questo straordinario Roger federer, dalla ritrovata nuova tattica, della nuova atleticità è ora chiamato subito a giocare a Wimbledon. Lui ovviamente dichiara di giocare senza pressione alcuna, ma sappiamo bene che c’è una folta schiera di persone che lo aspettano al varco, persone pronte nuovamente a porlo tra i giocatori finiti se non dovesse vincere il torneo londinese, persone che se dovesse perdere l’ennesima finale contro il suo amico7nemico nadal sarebbero pronte a tirare fuori vecchi discorsi. Le stesse persone che nonostante l’impresa di parigi non lo considerano vincente proprio perchè non ha disputato la storica finale con lo spagnolo. Onestamente io non ho capito in quete settimane di tennis parigino, perchè il torneo vinto dallo svizzero valesse meno per l’assenza dello spagnolo, assenza che non è stata provocata da un infortunio o ritiro, ma assenza che va imputata a una sconfitta proprio contro il finalista poi annichilito dallo svizzero. Su Rogere pesa sempre questa ombra di nadal, nonostante i 14 slam e i molti altri successi sembra che lo spagnolo abbia qualcosa in piùdi lui nelle parole di molti addetti ai lavori. Ieri leggevo il commento sulla Gazzetta dello sport del grande Rino tommasi, e anche lui pure riconoscendo i meriti dello svizzero per essere entrato nel club esclusivo dei giocatori che hanno vinto tutte le 4 prove dello slam, si soffermava nel titolo e nelle parole, su quel aspettando nadal, che vincendo a New York completerebbe giovanissimo “il falso grande slam mettiamola così”; in tutto questo quasi a volere dire che sì l’impresa dellosvizzero è grande ma nadal a breve vincendo 8 se lo farà) l’US Open gli sarà comunque superiore. Onestamente credo che al momento anche se Nadal vincerà a New York le carriere dei due giocatori non possano essere paragonate. lo svizzero, nonostante confronti diretti sfavolrevoli (peraltro troppe volte giocate sul rosso) debba essere copnsiderato più grande: 20 semifinali consecutive negli slam dicono molto, forse più delle vittorie, numeri che a mio avviso lo spagnolo non eguaglierà mai, senza dimenticare che federer ha vinto più volte la master cup di fine anno, che io considero un 5 slam, torneo che per ora lo spagnolo inossidabile non ha mai nemmeno avvicinato alla vittoria, venendosi sempre a trovare svuotato di energie nella parte finale della stagione. Faccio un’ultima considerazione sulle superfici di gioco infine, superfici che a mio avviso si sono troppo uniformate, superfici che non mettono più in luce debolezze e pregi dei giocatori, con ovviamente il scrilegio dell’erba londinese resa orrendamente lenta a favore di uno spettacolo Televisivo che voleva scambi più lunghi, ma che si è tradotto in atroci scambi da fondo, con giocatori che scambiano in braccio ai giudici di linea, questo veramente è un colpo al cuore.
    Si va dunque a wimbledon con tanti dubbi da sciogliere: riusciranno Nole DJO e murray a riscattare una stagione Slam molto deludente per entrambi fino ad ora ( murray è sicuramente il giocatore che ha speso meno in termini di energie sul rosso e quindi il più fresco sicuramente); il Del potro visto a parigi riuscirà a fare bene anche sull’erba? E nadal avrà recuperato dalla sconfitta di Parigi? E soprattutto che Nadal vedremo? Vedremo il Nadal che ha dominato la stagione sul rosso fino a Madrid che però ha arretrato di almeno un metro la sua posizione in campo a mio avviso perdendo in efficacia di spinta, o vedremo un Rafa un po’ più vicino al campo? E da ultimo lo svizzero ritrovato avrà ancora tutti questi commenti positivi oppure se dovesse cadere, piomberanno su du lui le solite critiche e le solite illazioni di fragilità emotiva? Dopo Parigi avrà ancora la voglia di vincere e di lottare oppure mentalmente avrà bisogno di ricaricarsi dopo aver speso tantissimo nelle scorse settimane?
    Non ci resta dunque che seguire gli incontri, fermo restando che a mio avviso quest’anno la stagionbe di roger si fermerà dopo wimbledon e che difficlmente nell’estate americana e anche a new york lo svizzero riuscirà a trovare concentarzione e voglia per un sesto US open a causa della nascita del figlio, che giustamente potrebbe distrarloe portarlo lontano per un po’ da questo mondo che tato ama. Buon tennis a tutti come sempre.

  14. vale scrive:

    articolo bellissimo, secondo me. Bravissimo :)

  15. Fabrizio Scalzi scrive:

    Non c’è nulla da aggiungere caro Roberto,Roger è il migliore punto e basta.Adesso nella sua terza carriera giocherà col braccio libero da paure e frustrazioni, e questo gli darà la forza di superare tutti i record che gli rimangono.Federer ha dimostrato di essere oltre un campione anche un signore per il comportamento sempre corretto nei confronti dei propri avversari, e per il rispetto che ne riceve da loro.Adesso con Wimbledon cercherà di prendersi il sesto titolo.Per settembre ci conviene cambiare passaporto…a presto!!

  16. Agatone scrive:

    Bell’articolo. Però non concordo del tutto sul fatto che questa sarà l’inizio di una nuova era di grandi vittorie. Secondo me Federer in questo torneo non ha giocato tutte le partite a livello 2005-06 e questo perché dopo anni di tornei non può essere sempre allo stesso livello. E’ sicuramente migliorato nella stategia di ioco e usa molto di più tutti i mezzi che ha. Sta trovando un modo straordinario di allungarsi la carriera a livello alto, ma non potrà piùimperare come prima. Ci sono molti giocatori con cui adesso fatica e un paio d’anni fa non c’erano. La sua grande classe gli permette questo allungamento di carriera che per esempio Hewitt non può fare, e neanche Safin.
    Più riuscirà a rendere il suo gioco vario e imprevedibile e tatticamente sofisticato iù riuscirà a restare nei primi del mondo. Ma l’usura, sia fisica che mentale, non piò non sentirla anche lui

  17. stoppardi scrive:

    nadal e federer…federer e nadal…sono l’uno la benedizione dell’altro…
    nadal per superare roger ha dovuto lavorare e lavorare, migliorarsi di continuo…roger del canto suo ha sofferto, ha subito ma ora sembra aver raggiunto una consapevolezza dell’enorme repertorio che ha a disposione…le fortune dei 2 sono legate …
    piuttosto…secondo me dal RG escono male e ridimensionati djokovic e murray… i due si sciolgono troppo presto negli slam…come possono essere anche solo avvicinati ai primi due giocatori del mondo???
    nei torneo che contano perdono troppo presto e non lasciano mai l’impressione di aver fatto quel salto…
    ecco…sono loro la delusione grossa…altro che fantastici 4 …
    è da anni che “batman e robin” dominano…

  18. Simone P. scrive:

    Il 7 giugno un’ondata di felicità ha attraversato gli appassionati di questo sport.
    Al di là delle rivalità e degli schieramenti, la vittoria di Roger era attesa, sperata, pregata e finalmente urlata da tutti i tifosi di questo sport.
    La sua frustrazione era diventata la nostra frustrazione.
    Al circolo, nonostante varie squadre stessero giocando i campionati a squadre, me compreso, ai cambi di campo, più che chiedere ai compagni questioni e suggerimenti sulle partite in corso, ci si rivolgeva chiedendo “che sta facendo Roger?”
    Insomma tutti gli occhi e le orecchie erano rivolte a Parigi.
    A testimonianza che chi ama questo sport, non può che essere felice che ci sia un così immenso giocatore che ora può, a ragione, essere considerato il più grande di tutti i tempi.
    A chi dice che ha eguagliato Sampras va risposto che a questo punto, no, non è esatto, i suoi 14 slam, con questo Parigi dentro, valgono molto di più.
    E chi sta scrivendo è un tifosissimo di Sampras ancor più che di Federer.
    Ad oggi è inoltre difficile pensare che Roger si fermi qui.
    Un’altra considerazione va fatta, per annoverarlo come il più grande tennista di tutti i tempi, e che va al di là dei risultati.
    Questo è un giocatore che per il suo modo di giocare, così classico, fluido, elegante, possiamo considerarlo indipendente da tutti i fattori esterni che condizionano il gioco.
    Nel senso che se fosse nato 40-30-20 anni fa, il “nostro” avrebbe stradominato anche con le racchette in legno e le corde in budello.
    Lo stesso non può dirsi del suo grande rivale Nadal, che ha un gioco difficilmente esprimibile con le vecchie clave.
    Se tornassimo indietro di 30 anni, Nadal sarebbe paragonabile al Vilas dell’epoca, ottimo giocatore per carità, ma tra lui e più grandi di sempre c’è sempre stato un bel gap da colmare.
    Sarebbe curioso invece vedere lo stesso Vilas a 20 anni con la stessa racchetta di Nadal in mano, sicuramente avrebbe raccolto di più.
    Federer invece, per come gioca, potrebbe star li, con una Jack Kramer in mano, a legnare tutti anche tornando indietro nel tempo, ed allo stesso modo.
    In fondo “il nostro” gioca con una racchetta molto simile alle vecchie mazze lignee e che è stata concepita almeno 25 anni fa.
    Scrivo questo anche per frenare i nostalgici di Laver, Rosewall e company, che ogni volta che qualcuno supera un record continuano a dire che questi non hanno giocato per 10 anni gli slam perchè giocavano in un altro circuito.
    Male per loro, sono scelte che avranno pagato dal punto di vista economico ma la gloria sportiva degli slam è una cosa a cui hanno rinunciato e per cui non va nemmeno speso del tempo per fare discorsi fatti di “se” e “ma”.
    Nessuno infatti si ricorda di loro per i risultati ottenuti nel circuito professionistico dell’epoca, ma solo per quelli ottenuti nel circuito ufficiale dei “dilettanti”.
    Avranno avuto ragione per le loro tasche ma hanno rinunciato per sempre a scrivere la storia del tennis ufficiale.
    Si dice spesso che ognuno è campione del suo tempo, anche se nessuno come Roger Federer sembra poter vivere comodamente tra passato e futuro di questo sport, come solo Pete Sampras aveva saputo fare qualche anno addietro.
    Sul presente non c’è discussione, il Re è tornato.
    Così si gioca a tennis, così dovrebbero insegnarlo in tutte le scuole del pianeta, è un peccato vedere che all’orizzonte non ci sia un suo “clone” che vaga veloce per il campo sciorinando dritti poco coperti, rovesci ad una mano, anche in back, udite udite, volè sublimi, palle corte millimetriche ed un servizio classico, senza personalismi eccessivi, da manuale del tennis, si quelli scritti negli anni settanta.
    E non è emulando Borg e Nadal che dalle nostre scuole tennis potrà uscire il campione del futuro.
    Per la nostra mentalità latina i modelli da seguire nello stile di gioco sono i nostri campioni del passato, Panatta, Pietrangeli, e poi Sampras e Federer, per ricreare le condizioni pisco-fisico-tecniche, affinchè in Italia si possa tornare a parlare di un nostro grande campione.
    Speriamo che questa vittoria convinca i più scettici che la strada da seguire, anche sulla terra, è quella tracciata da Federer.

  19. Agostino scrive:

    Aria… Il blog offre aria rispetto agli angusti spazi de blogquotidiani…
    Roberto, pienamente d’accordo a metà come fu detto.
    Io non daterei la fine delle prima carriera alla vittoria su sampras del 2001 ma alla morte di Pete Carter. Fu lì che Federer si reinventò come tennista e fece il salto di qualità.
    Quanto all’analisi tecnica: ho già scritto che il colpo del torneo è stata la palla corta, non solo di rovescio, che lui ha sempre giocato mascherandola dietro il rovescio in back, ma soprattutto quella di diritto. La palla corta di diritto per l’uomo che potrebbe passare alla storia per il miglior colpo diritto di sempre sembrava quasi una contraddizione in termini: “ma come? lo so giocare lungolinea, lo so giocare stretto in anticipo, non ne parliamo se ci giro attorno e lo gioco dall’angolo sinistro, e che faccio? gli do’ un choppettino e lo gioco corto?”. Con Higueras (ma credo che più che il coach siano state le ragioni ben elencate da Roberto) è apparsa ’sta palla corta di diritto. A 28 anni forse è calata la fluidità necessaria a giocare quelle frustate che ne hanno contraddistinto la seconda carriera. La citazione riportata è ingannevole: credo che Federer l’abbia rilasciata tre, quattro anni fa e non ci dice perché oggi ricorra così spesso a questo colpo. Il motivo sta in realtà nell’analisi lucidissima di Roberto.
    Quanto alla condizione atletica ho ancora le mie riserve. Un po’ di tempo fa rivedevo il quarto contro Blake agli US Open ‘06. Blake è stato il miglior picchiatore da cemento degli ultimi anni. Il fatto che Federer giocasse sulla difensiva contro di lui ne era prova. La rapidità di quegli anni Roger non ce l’ha più. Il dinamismo che esprimeva anche quando doveva fare i passetti di aggiustamento oggi non lo esprime più. E’ vero che rispetto a all’anno scorso il Federer visto in Australia e a Parigi quest’anno è un’altra cosa. Ma se ha ampliato il suo bagaglio tecnico, se è in perfetta condizione fisica, se è sereno e serve da dio, dove stanno quei set concessi ad Acasuso, a Mathieu e ad Haas? Possibile che il Federer che si descrive oggi, praticamente al 100%, debba sudare 5 set contro un pur ottimo Del Potro?
    No, purtroppo. Il Federer 2004-2007 non tornerà più. Alle volte mi impressiona pensare che disquisisco tanto di uno che ha meno dei miei anni: ciò mi consente di pensare a come ero io alla sua età. Per amor di dio, uno che ha fatto 10 volte il giro del mondo ha esperienza da vendere in ogni aspetto della propria vita anche a chi di anni ne ha più di lui. Ma i ritmi biologici del nostro carattere esistono, e nel non avere mai visto in Federer una macchina allineatrice di bottigliette, né un prodotto forzato di genitori ultras frustrati, ho sempre pensato che tutto sommato egli sia un tipo “normale”. Ambizioso, forse presuntuoso, dedito all’allenamento, ma normale, calato a pieno nei suoi di anni. Parlo, allora, di maturità.
    Se una terza carriera di Federer sta iniziando, Roberto, inizia qualcosa che non ha molto a che fare con l’impugnatura della racchetta, con le ripetute sui 300, con le corde tese a 25 o a 26. Quello era il Federer d’oro, delle 4 sconfitte stagionali, delle 15 sconfitte in tre anni. Oggi lo sostituisce un quasi padre, con un filo filo di grasso addominale. Lo sostituisce un tennista che sul campo ha pianto di autentico dolore. Lo sostituisce un uomo che ha saputo collocarsi in un posto nel mondo e che, vincendo Parigi, sta proprio nel posto in cui sognava di stare.
    Ben vengano le partite di tennis, i pannolini del figlio, i sorrisi dopo un colpo fortunato, le visite ai parenti, un altro wimbledon per ricevere il trofeo da Sampras che ha vissuto così anche i suoi ultimi anni di tennis. Ben vengano, pace, serenità, ricordi: “Ti ricordi Mirka di quando piansi dopo aver perso contro Rafa a Melbourne? A proposito ma quando ci vengono a trovare a cena lui e lo zio Toni?”.
    Io credo che da ora in poi, Roger vivrà il tennis sempre più come una esperienza extracorporea. Mentre giocherà sul centrale di Wimbledon si riuscirà a vedere dall’esterno. Forse si sentirà persino poco a suo agio in calzoncini. Nel fanatico che gli sta dall’altra parte della rete vedrà se stesso più giovane, ancora irrequieto, ancora non collocato nel posto di mondo in cui vuole stare. Si badi bene che non parlo di appagamento: Roger sogna di arrivare a 20 slam, di arrivare a 300 settimane numero 1, di vincere 6-0 6-0 una finale del Master contro Nadal (o forse contro Murray…). La terza carriera di Federer è a pieno regime quella degli esseri umani, categoria nella quale io ho sempre collocato Roger Federer, e che mi ha permesso di amarne il tennis, di percepire un invisibile filo d’argento che ricollega ogni suo colpo a ciò che egli è quando non ha la racchetta in mano.

  20. fausto1985 scrive:

    completamente d’accordo. per wimbledon è favorito e mi auguro che lo vinca, ma battendo nadal in finale, sarebbe la definitiva chiusura del cerchio (forse)…@ roberto,una domanda: questa vittoria non crea qualche piccolo rammarico per un possibile 2009 grande slam mancato per la sconfitta di melbourne? lo so, sembra un’esagerazione ma pensaci: a wimbledon ha ottime possibilità, si sarebbe potuto ritrovare con 3 slams su 3 e sappiamo come sia forte roger a new york…

  21. Chiara scrive:

    Articolo perfetto, a cui non c’è da aggiungere nulla.
    Complimenti.

  22. RobertoM scrive:

    Condivido pienamente ciò da lei scritto…
    da dopo la finale in troppi articoli, anche di illustri giornalisti, si legge un voler sminuire quello che quest’uomo ha fatto.
    Da sportivo praticante mi chiedo come sia possibile non capire quel che è riuscito a fare, quelle 20 semi consecutive sono li ad indicarne l’assoluta grandezza…un vero e proprio manifesto allo sport.
    Non credo di esagerare nel definirlo il più grande sportivo di tutti i tempi (non è un caso che non abbia scritto tennista).
    Federer è l’espressione massima dello sport tutto, racchiude in se tutte le qualità che si richiedono ad un atleta.
    E’ autentica poesia vedere la fluidità del suo gesto, la leggerezza con cui si muove…
    la potenza che esprime…

    Si può anche non amarlo, ma non si può non rendersi conto di quel che è Roger Federer.

  23. chloe de lissier scrive:

    la disamina di roberto commentucci è ineccepibile. roger federer ha attraversato un lungo periodo di “confusione mentale”. le certezze quasi granitiche che avevano improntato i primi tre anni del suo primato sono state prima scalfite e poi progressivamente sgretolate dall’avvento di nadal. il soverchiante modo di essere di questo, il suo tennis così antitetico a quello di roger, la continuità asfissiante dell’attacco dello spagnolo al suo primato e l’incapacità di federer di porre degli argini adeguati, hanno chiuso roger in un angolo, quello degli antichi fantasmi: il figlio talentoso e ribelle, timido ma ambizioso, educato eppure irascibile, serio e scontroso, leader nato ma bisognoso d’affetto come un cucciolo. aspetti temperamentali ai quali federer non aveva saputo dare una sintesi accettabile per se stesso. fino a nadal, ha vissuto sulla rendita delle sue immense doti complessive. ciò gli ha di fatto inpedito di completare il suo processo di crescita verso una definitiva responsabilizzazione. nadal è stato il suo perfetto terapista: lo ha messo di fronte alla scelta, crescere o perire.
    la crisi esistenziale di federer si è protratta fino ai due incresciosi comportamenti tenuti prima a melbourne e poi a miami, proprio mentre attuava le scelte che lo hanno fatto maturare: mettere al mondo un figlio e sposarsi. ecco, queste due decisioni sono state le chiavi di volta della maturazione definitiva di federer. perché passare dalla condizione di figlio e fidanzato a quella di padre e marito cambia completamento il quadro di riferimento dell’esistenza di una persona. e dunque della necessità e della capacità di assumersi vere responsabilità. da ciò è derivata la grande forza soprattutto mentale che federer ha saputo trovare nel suo “roland garros” forse più difficile, proprio quello del trionfo. il pizzico di fortuna che è necessario sempre nella vita lo ha poi ulteriormente agevolato. anche se posso dirmi certa che l’uomo era ormai completo e dunque anche l’atleta.
    tutti questi fatti probabilmente ci mostreranno le possibilità che sono veramente alla portata di federer. cosa che quasi certamente sarebbe stata più difficile, se non impossibile, senza rafael nadal.

  24. stoppardi scrive:

    non so…il + grande sportivo di tutti i tempi mi pare un’esagerazione
    pur essendo tra i piu’ grandi tennisti (-tra i + grandi non il + grande- o meglio il piu’ grande con anche laver sampras etc)
    pur essendo stato un dominatore x tutti questi anni…
    ecco dominatore ma non DOMINANTE questa è la differenza…
    un michael jordan potrebbe essere il piu’ grande sportivo …perchè oltre a vincere a stravincere aveva anche un controllo mentale della situazione e dell’avversario che federer non ha…
    jordan non avrebbe sofferto un avversario …
    jordan dominava avversario…

  25. Lorenzo scrive:

    Se penso al 2008 e a quanto ha dovuto sopportare Federer… Fardelli come la mononucleosi, i giornalisti che lo pressano sulla “Nadalite”, i problemi alla schiena del finale di stagione… Beh, c’è ancora qualcuno che considera lo svizzero “fragile” dal punto di vista mentale… Dopo ogni caduta ha saputo rialzarsi e tornare a vincere, pazzesco. O forse no. Normale, ma solo per uno come Lui.

  26. chloe de lissier scrive:

    questa irrefrenabile voglia di appioppare voti, di redigere pagelle, di voler attribuire l’avverbio “più” a ogni pie’ sospinto testimonia la nostra eterna permanenza sui banchi della scuola elementare. come si può dire che lo sportivo più grande è stato mohammed alì invece che gene tunney, pelé invece che maradona, borg invece che sampras? e che importanza ha?
    antiche insicurezze che si trasformano in continue misurazioni di organi, che non basteranno mai perchè ci sarà sempre qualcuno che potrebbe avere…
    basta, per carità. impariamo a goderci quello che la vita ogni giorno ci dà.

  27. Giuseppe Birocchi scrive:

    Caro Roberto Commentucci, dal punto di vista tecnico lei non ha chi l’eguagli, almeno in Italia. Riesce sempre a sorprendermi la chiarezza e la completezza delle sue analisi. Lo stile, a mio parere, è più di ascendenza anglosassone che mediterranea e questa è la ragione della sua efficacia.
    Volevo anche complimentarmi con Renée e con Chloe: due modi diversi, entrambi piacevolissimi, di dire la stessa verità in cui credo anch’io da tanto tempo. Grazie a tutti e tre d’aver parlato come io non sarei mai stato capace di fare.

  28. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Chloe: tutto esatto, su Federer e Nadal. Quante volte ho scritto che il tennis aveva bisogno di tutti e due?
    Tu aggiungi che l’uno ha avuto bisogno dell’altro.
    E’ proprio così.
    Spero che i più giovani (più giovani di Nadal) apportino anche qualcos’altro.
    Che Federer continui, però, è ancora vitale per il tennis. E che Nadal lo contrasti, pure.

  29. stoppardi scrive:

    si chloe hai ragione…non se ne verrà mai a capo…
    e in effetti è ingiusto cercare di far classifiche …
    ognuno è come è nel bene e nel male…e non è che facendo paragoni tra l’uno e altro si viene a capo di qualcosa…apprezziamo lo spettacolo che ognuno di questi sportivi a modo suo ci dona…
    godiamo delle loro vittorie, rammarichiamoci delle loro sconfitte, soffriamo ed esaltiamoci con loro…
    condivido…un saluto

  30. andrea scrive:

    Grandissimo articolo complimenti… altro che l’articolo di Tommasi che stavolta è caduto proprio di stile..

  31. Pete Agassi scrive:

    @Chloe: sono pienamente d’accordo con te, appurare chi sia più forte tra tizio e caio è relativo quanto errato: perchè sdoganare uno come Stephen Hendry che nello snooker ha dominato in lungo e largo per tutti gli interi anni 90, o un Merckx nel ciclismo…tutti gli sport e ogni campione ha eguale importanza, godiamoceli appieno senza litanie.

    Poi vorrei puntare maggiormente gli occhi sul commento di Simone, il quale ha tratto spunti di rilievo sul trionfo parigino di Roger: con coerenza è riuscito nell’ardua impresa di estrapolare i sempre scottanti se e ma, senza togliere nulla alla meritata vittoria dell’elvetico.

    Un caloroso ciao a tutti

  32. Giovanni da Roussillon scrive:

    Rileggo l’articolo di Commentucci, perché mi interessa ed istruisce oltre ad allietarmi. Rileggo le cosiderazioni di Renee per l’emozione che mi suscita il suo post, espressione di persona sensibile e sensata. Poi trovo con gran piacere le riflessioni di Chloe de Lissier: auspico che la sostanza delle sue proposizioni sia materia fondante di un nuovo corso su questo blog: una costruzione dell’intelligenza buona e generosa. Le manifestazioni di assenso dei più al riguardo di ciò che lei ci “dice” lasciano ben presagire.

  33. Anakyn scrive:

    Ottimo articolo come sempre, Roberto: bravo!
    Provo a offrire anch’io le mie considerazioni.

    Scrivevo un paio di giorni fa sulla piattaforma che secondo me questa vittoria, più che apparirmi il ritorno trionfale del “Re”, mi è sembrata la faticosa battaglia del “Soldato”.
    E in effetti è vero che Roger non ha vinto da dominatore, bensì sudando come mai aveva fatto e cedendo un n° complessivo di set forse superiore rispetto anche agli Slam nei quali aveva perso in finale o semifinale.

    E’ stata anche una vittoria di intelligenza e umiltà: Federer, vedendo progressivamente usurate le proprie armi atletiche, ha dovuto far ricorso a tutto il proprio arsenale tecnico e ad una inedita consapevolezza tattica.
    Vederlo trionfare a Parigi è stata dunque un’esperienza non solo emotivamente forte, ma anche razionalmente illuminante.

    Concordo con chi sottolinea che le sue prestazioni fisiche non sono, come mi pare naturale visto il logoramento imposto dal tennis, quelle di 3-4 anni fa. Già nel 2007 si era intravisto il declino atletico, che secondo me si palesava immediatamente a livello visivo quando si osservava una sua partita: alla reattività degli spostamenti si era sostituito un maggior controllo del proprio dinamismo, che in qualche modo aveva occultato una realtà nella quale Roger doveva fare i conti con un corpo meno performante. Il mix impressionante di esplosività, fluidità e velocità esibito tra 2004 e 2006 non lo rivedremo.
    Il calo drastico, complice anche la mononucleosi, si è avuto nel 2008, ma evidentemente Federer non è stato capace di adattarvisi repentinamente, ostinandosi a giocare come faceva prima e subendo dunque oltremodo quegli avversari che ora, tecnicamente maturi e alla pari o superiori atleticamente, potevano sostenere e controbattere alle sue potenti geometrie da fondocampo.

    E passato 1 anno ancora e lo svizzero ha (finalmente) raggiunto la consapevolezza che doveva cambiare le carte in tavola e rendere il proprio gioco più complesso e meno leggibile dagli avversari.
    In questo senso, più che la finale di Melbourne, a cui hanno fatto seguito sconfitte brucianti più per l’essere palesemente evitabili che per il risultato in sè, mi sembra che il punto di svolta “tattico” sia stata la stagione sul rosso, che anche nel 2008 aveva imposto al suo gioco rilevanti novità, poi riprese e ulteriormente potenziate quest’anno.

    La finale dell’Austrialian Open verrà certamente ricordata ogni volta che si citerà il raggiungimento del quattordicesimo Slam, come lo stadio forse più doloroso della crisi che l’ha preceduto: tanto che più d’uno annusava addirittura odore di ritiro, mentre qualcun altro persino lo invocava come liberazione dalla sofferenza di veder sciupato un simile talento.

    Perdere a quel modo poi. Capace di vincere un set con servizio quasi inesistente, per poi cedere quando l’inerzia psicologica pareva dalla sua. Qualcosa non andava: perdere ci sta, da Nadal poi lo si poteva quasi mettere in preventivo, ma pareva una sconfitta con poca logica.
    Non che questo Roland Garros sia stato un torneo molto “logico”, per carità… nel complesso ha mostrato uno svolgimento folle.
    Ma dalla prospettiva di Federer, la vittoria è sembrata nient’affatto casuale nè fortuita, compresi i 2 match vinti al 5° set in recupero: al contrario, in ogni match Roger, non più straripante sul piano fisico e in difficoltà contro i bombardamenti altrui, ha dovuto pazientare, adattarsi all’avversario, saper essere umile, accettare anche fasi in cui veniva sommerso per poi poter riemergere. Insomma usare il cervello.

    Sembra una vittoria della logica, appunto.
    Ma lo sa il cielo quanta motivazione ci deve esser voluta per arrampicarsi sino alla finale, per superare la frustrazione delle precedenti sconfitte, per accettare un corpo che non risponde più come un tempo, per resistere alla pressione di un record che pareva ormai un insostenibile tabù.
    Quell’accasciarsi sulle ginocchia e quel volto subito stravolto dal pianto hanno dimostrato quanto deve aver passato per arrivare sul tetto della Storia.
    Non si bussa per caso alla porta dell’Olimpo.

  34. Domenico scrive:

    D’accordo in parte con Chloe in quanto la maturità di Federer dal punto di vista umano è una maturità fisiologica di ogni uomo, quella tennistica è un’altra cosa. Che le due siano quasi coincise nello stesso periodo, o che una abbia stimolato l’altra potrebbe essere o non essere un caso. D’altro canto la maturità tennistica come quella umana è in continua crescita giorno per giorno, momento per momento, avversario per avversario, partita per partita. Che Nadal abbia evidenziato un lato non del tutto ancora maturo di Roger, è stato evidente nel corso del tempo, ma è anche vera la stessa cosa per Rafael, cioè per lui Roger è stato il punto di riferimento per crescere tennisticamente e forse anche per classe e stile, ma ora viene il momento di mostrare la maturità che Roger ha dato nel tempo riguardo alla sua costanza al rendimento alla sopportazione della pressione etc. quindi in definitiva non è solo Roger il cucciolo della situazione. Ora stà a Rafael dimostrare che vivere lassù in cima non è solo frutto del proprio talento soprattutto mentale per la lotta ma anche una maturità responsabile riguardo al suo ruolo attuale. Se non si dimostrerà maturo indubbiamente tornerà n°2. Per quel che riguarda il + o il - sono in disaccordo perchè su di un evento che è basato sull’essere n° 1 o sul vincere o perdere è solo ovvio pensare a chi + e chi -, se poi la gente attribuisce il + o il - all’uomo in quanto uomo con la sua bontà o cattiveria, bè questa è un’altra cosa….

  35. nuto70 scrive:

    Visto che il blog non ha limiti di battute ne approfitto per copincollare dal mio facebook questo sproloquio orgasmico, scritto nella notte di domenica, mentre la replica della finale andava in loop sul videoregistratore. Mi sembra doveroso avvertire gli amici che è lunghissimo e a tratti filofederiano…ma la limitazione della lunghezza dei commenti su ubitennis merita vendetta :)

    Roger Federer, the greatest.

    Parigi, 7 giugno 2009.
    Se ancora qualcuno avesse dei dubbi, consigliamo un buon terapeuta. Oggi lo svizzero Roger Federer ha dimostrato di essere il giocatore più forte e vincente dell’era Open, e così sia. Aggiudicandosi gli Internazionali di Francia del Roland Garros, Federer entra di diritto nel ristretto club di giocatori riusciti ad aggiudicarsi almeno una volta tutti e quattro i titoli dello Slam (l’ultimo era stato Andrè Agassi, che oggi abbiamo visto sorridente sul palco consegnare la coppa). Inoltre, con la vittoria di oggi, il talento di Basilea raggiunge Pete Sampras al primo posto nella classifica di titoli dello Slam conquistati, ben 14, con la concreta possibilità di superare lo statunitense entro la fine della carriera (che probabilmente è ben lungi dal concludersi) e consolidare ulteriormente il proprio ruolo di GOAT che alcuni sedicenti esperti ancora oggi reputano “non assegnabile” per ignoti motivi. A lorsignori, spesso solerti nel reputare “non comparabili” le varie epoche o perennemente (patologicamente) affezionati ai good ol’ times rispondiamo che, diversamente da altri ambiti (1), nello sport l’unico metro di paragone è sempre stato e sempre dovrà essere il risultato. Chi vince di più è il migliore. Schumacher è stato il miglior pilota di F1, perchè è quello che ha vinto più mondiali. Non Senna o Villeneuve, al di là dell’inevitabile presa affettiva che spesso ci fa amare ancor più del necessario coloro che, insieme alla grandezza, si autoinfliggono (e ci dispensano) dosi anche elevate di tragedia. Consigliamo serenamente a coloro che non accettano tale realtà ad affezionarsi ad altre competizioni, come il nuoto sincronizzato, i tuffi o il salto con gli sci: lì potranno sbizzarrirsi e giudicare l’armoniosità dei movimenti o la perfetta entrata in acqua alzando l’apposita paletta col voto. Negli sport che invece misurano i punti in maniera meno soggettiva c’è poco spazio per la filosofia: chi segna vince. Se sei brutto a vedersi ma la metti dentro allora vinci, se la metti fuori puoi essere anche più elegante di un Nureyev, non conta: perdi. Ed è giusto così. E ve lo dice uno che ha sofferto per giorni quando il meraviglioso John Patrick McEnroe, proprio sulla terra di Parigi, perse al quinto la finale contro Lendl (e con essa un probabile Grande Slam). Stavolta (caso raro) armoniosità, classe, estetica e capacità di conseguire grandi risultati coesistono e si svelano, palesandosi in Roger Federer. Federer, ancora in piedi quando tutto il mondo lo vorrebbe finito, stanco, depresso, svogliato, ex giocatore. Federer, nuovo re di Parigi. Il braccio non ha tremato, e lo svizzero ha regolato in tre soli set Robin Soderling, outsider svedese, sorpresa del torneo e “ammazzagrandi” di questa edizione parigina (al momento di entrare sul centrale alla sua cintola pendevano gli scalpi nobili di Ferrer, Nadal, Davidenko e Gonzales).

    Si parte e pare non esserci match: il campo è un po’ allentato dalla pioggia mattutina e Soderling pare accusare l’emozione (comprensibile, si tratta della sua prima finale in uno slam). Manca il servizio al ragazzone svedese e, prima di ritrovarlo, siamo già arrivati al 6-1 che chiude il primo set. Si riparte e finalmente c’è partita. Si va avanti con entrambi i contendenti concentrati e ben consci che probabilmente questo sarà il set che darà l’impronta al match. Federer varia molto il gioco, usa molto il back di rovescio e la smorzata, è centrato ed affonda bene col dritto, sulla diagonale destra (la preferita di Soderling) pare non soffrire. Si arriva al tiebreak e qui il Re sale in cattedra. Quattro aces di Federer inibiscono ogni velleità di Soderling, la sicurezza dello svizzero è da n.1. Roger chiude il tie 7-1, e si va sul 2-0. In carriera Federer ha perso solo due volte da 2-0 sopra: con Hewitt in Coppa Davis e con Nalbandian in Master’s Cup. Ma oggi nessuno teme il tracollo, Fed sembra essere troppo concentrato, colpisce bene, rimane sereno anche dopo l’invasione di campo del solito buffone che, oltre a disturbare il match, copre di ridicolo il servizio di sicurezza francese. Sul doppio set di vantaggio probabilmente finisce la partita. E, sia chiaro, la stessa avrebbe invece potuto “girare” se il tie-break fosse andato a Soderling perchè lo svedese, nonostante alcuni puerili argomentazioni esternate perlopiù da sofferenti ultras di Nadal (nei quali evidentemente latita la serenità di giudizio), non difetta in quanto ad attitudine e se si fosse trovato sull’1-1 avrebbe sicuramente dato ulteriore filo da torcere allo svizzero. Ne è prova, non bastassero gli scalpi di cui sopra, l’atteggiamento che lo svedese ha esibito da lì in avanti: mai ha mostrato di mollare ma, al contrario, dopo ogni punto conquistato lo si è visto esultare, ringhiare, farsi sentire dall’avversario; insomma, far di tutto affinchè nessuno potesse rinfacciargli di aver di “fatto la comparsa”. D’altro canto, cari amici ed affezionati tifosi del “Grande Assente”, non è colpa di Soderling o di Federer o di chi volete voi se lo spagnolo (a mio avviso comunque meraviglioso) domenica scorsa ha continuato per 4 set a farsi prendere a pallate, rispondendo sempre alto e centrale: chi ha più colpi li usa; chi ha più tennis alla fine probabilmente dura (e vince) di più. Comunque, per la cronaca, il terzo set si fa ricordare per l’immediato break, qualche colpo fenomenale da parte di Federer (ad hoc, nei rari momenti di pseudo-pericolo) e poco altro fino al turno di servizio che avrebbe consegnato lo svizzero alla storia, sul 5-4. E qui qualche brivido, frutto di una (comprensibile) emozione finale, quando si tratta di assestare il colpo decisivo e mettere il gomito davanti a Sampras (come detto stessi slam, certo, ma con un RG in più…). E poi le lacrime (stavolta bellissime, di gioia e non di delusione), gli abbracci, i sorrisi, Mirka e di tutto un po’. E soprattutto quella coppa, che secondo alcuni non avrebbe “mai vinto”. Eccola lì.

    E Adesso? Se i problemi di Federer (problemi relativi, visto che negli ultimi 4 slam lo svizzero si è regalato 4 finali, di cui 2 vinte) fossero davvero stati frutto della “pressione” figlia dei “fantasmi” di Sampras e/o del R.G., adesso allora vedremo sicuramente un giocatore più tranquillo e rilassato, capace di esprimere il proprio tennis in maniera più serena, consapevole del fatto che comunque ormai la scalata è riuscita. Un Federer più “leggero nell’animo” potrà allora liberare il proprio braccio e regalare ancora magie? Certo, la vittoria di oggi non cancella una questione che lo accompagnerà anche nei prossimi mesi (o più probabilmente per sempre) e che si può riassumere in un nome: Rafael Nadal. Questo trionfo non deve farci dimenticare che, per ragioni squisitamente tecniche relative ad esempio alla nota problematica legata alla diagonale sinistra (sulla quale, come arcinoto, il dritto mancino di Rafa incontra il rovescio ad una mano dello svizzero), il maiorchino continuerà ad essere avversario assai ostico da affrontare; Rafa è in vantaggio negli scontri diretti, detiene il n.1 del ranking e sarà sicuramente animato da propositi bellicosi e vendicativi dopo la sconfitta di Parigi. Proprio Nadal, dopo l’inaspettata vittoria all’Australian Open, ha mostrato una certa flessione che si è palesata non solo in un numero di sconfitte per lui inusuale (2 solo nelle ultime due settimane, e sempre sulla terra), ma anche in una (apparente) minore esplosività. In alcuni momenti chi scrive ha pensato, vedendolo giocare, al famoso commento di Bollettieri su Curier quando, a sentire il famoso coach, il rosso statunitense non faceva più “sanguinare la palla”. Nadal ha sicuramente più numeri di quelli che aveva Curier ma il paragone può starci: un certo tipo di tennis necessita di una forma psico-fisica perfetta ed elevatissima che è molto difficile conservare per periodi di tempo elevati, anche quando si è fenomeni. Vedremo in che modo il campione di Manacor tornerà ai suoi livelli, e (a scanso di equivoci) riteniamo improbabile che questa flessione possa essere interpretata come un primo accenno di declino visto che, nonostante la grande dispendiosità del suo tennis, Rafa ha appena 23 anni. Certo è che se vuole tornare a primeggiare Rafael dovrà tornare a sparare la pallina ben oltre la linea del servizio, come non troppo spesso ultimamente gli capita. D’altro canto Federer, che va per i 27, continua a conseguire risultati eccellenti a dispetto di un tennis non sempre all’altezza della sua classe; sempre più spesso si concede pause di gioco, soffre ed è costretto a sudare con avversari contro i quali prima passeggiava. Ma forse, per assurdo, questo aspetto potrebbe rivelarsi addirittura utile. Vincere soffrendo potrebbe aver fortificato l’autostima dello svizzero (probabilmente uscire indenni da match come quelli vinti questa settimana contro Haas e Delpotro può accrescere una sensazione di invulnerabilità che può tornare utile nei momenti difficili: i risultati che Fed continua ad ottenere nei match 3 su 5 sembrano confermare questa ipotesi). Fisicamente, seppur costantemente sottoposto all’attacco di avversari più giovani, Roger sembra essere in forma fisica smagliante. Le due settimane durissime alle quali si è sottoposto non sembrano averlo sfiancato ed oggi è parso a tutti brillante e reattivo. Superati inoltre i problemi alla schiena, il servizio (fondamentale importantissimo per il suo gioco) sta finalmente tornando quello dei tempi andati (è opinione di chi scrive che proprio il servizio sia la discriminante per quel che riguarda le sue sfide con Rafa in misura addirittura maggiore rispetto alla citata diagonale dritto-rovescio). Gli altri 3 top players, ai quali potremmo aggiungere un Delpotro che pare maturo per disturbare i “fab 4”, dovranno allora probabilmente continuare a fare i conti con lui per più tempo del previsto, ed alzare ulteriormente il livello di competitività. Wimbledon è alle porte ed innanzi tutto ci dirà delle reali condizioni di Nadal. Sull’erba i pretendenti al titolo da lui detenuto saranno molti (Federer in primis, e poi Murray, Djokovic più qualche mina vagante che può sempre saltar fuori (Gulbis?). E, a proposito di mine vaganti, mi pare giusto concludere ricordando colui che, pur perdendo in finale di Parigi, ha comunque compiuto un’impresa storica per il tennis eliminando dal torneo il favorito-detentore del titolo (facendo così un regalo al connazionale Borg, che dopo averla scampata lo scorso anno a Wimbledon ce l’ha fatta di nuovo: complimenti anche a lui): parliamo dell’underdog, Robin Soderling. Dopo questa prestazione convincente potrebbe dire la sua anche all’All England Club, e sparare il suo “serve and forehand” sui malcapitati avversari. Grande, Soderling. Ci è piaciuto tantissimo anche nella propria odierna imperfezione; anche in svantaggio si incitava, si caricava, non ha mollato. Ha perso, è vero. Contro un signore che in bacheca ha 14 slam e 20 semifinali consecutive nei suddetti. Insomma, ci può stare, no? Per di più, deposta l’ascia e l’attitudine guerriera un secondo dopo la fine dell’incontro, Robin è stato a mio avviso molto educato e addirittura simpatico (la sua verve umoristica, messa in dubbio da taluni nonostante la testimonianza dell’amico Mats Wilander, si è consumata con una considerazione relativa al “sentirsi come a casa a Parigi” a causa del clima, tanto piovoso da ricordargli la natia Svezia). Sarà che il mondo del tennis (anzi, dello sport professionistico in genere) ormai è soporifero e che le interviste, specialmente alla fine dei tornei, sfociano sempre nei soliti ringraziamenti rituali al coach, agli sponsor etc etc…ben venga allora il presunto antipatico Soderling, che a quanto pare non considera degno di attenzione tutto ciò che attiene al “politically correct” (atteggiamento assai apprezzato da chi scrive): una panacea, lo svedese, per chi da sempre preferisce guasconi come Nastase (o anche veri maleducati come Connors o McEnroe, lo confesso) ai vari “iceman” come Borg e, tutto sommato, ai nemici-amici Federer e Nadal: appassionanti fino all’ultimo 15 ma sicuramente anche troppo sdolcinati nei post-gara. Certo, tornando al sicuramente più modesto Soderling, avesse vinto oggi sarebbe stato davvero il coronamento di un’impresa incredibile; ma si consoli e continui a darci dentro: se continua a giocare così non è detto che non gli ricapiti l’occasione.

    (1) Per evitare di dover rispondere alla domanda “Quali sarebbero, allora, gli ambiti nei quali etc…” rispondo in anticipo. Troppo facile. Arte, musica… Se ad esempio un qualsiasi essere senziente cercasse di convincermi che i Police sono meglio dei Violent Femmes solo perchè “hanno venduto più dischi”, ammirerei la candida sfrontatezza dell’interlocutore. Ma, al contempo, sarei costretto dal mio rigido sistema di valori ad interrompere ogni tipo di relazione interpersonale con il medesimo. Nel caso che poi questi, in maniera che a quel punto non potrei che definire fastidiosamente oltraggiosa, insistesse nel perorare la propria indifendibile tesi allora inevitabilmente sarei costretto ad affilare il mio machete canticchiando “It’s gonna rain”, confidando che capisca la situazione: il suo bonus si è esaurito. A lui la scelta. El silencio o la muerte.

  36. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Domenico.
    Permettimi di osservare che senza la maturità dell’uomo, la tennistica non può essere data, essendo Roger Federer persona meno scissa di quanto si andava sostenendo nei momenti in cui avremmo dovuto (io tra i primi) usargli maggiore comprensione. Credo si possa considerare maturo tennisticamente in un momento determinato anche l’atleta capace di comporre tutti i tasselli del proprio tennis tenendo conto della sua condizione attuale, del proprio potenziale da sviluppare coscienziosamente. La buona “consapevolezza” raggiunta da Roger non è dovuta all’intromissione nel suo vivere equilibrato, malgrado tutto, di uno “strizzacervelli” caro a chi agli “strizzacervelli” vuole o deve ricorrere. L’ha raggiunta attraverso esperienze disparate, opportunamente digerite, felici ed infelici, da cui ha tratto insegnamenti diretti.
    Permettimi inoltre di appuntare, senza alcuno spirito polemico, l’affermazione al riguardo della classe di Roger. A differenza di altre caratteristiche distintive degli atleti, la classe è innata come i tratti cromosomici. Tentarne l’mitazione sarebbe dunque non troppo sensato.
    Cordialmente.

  37. antonio taviani scrive:

    D’accordo con quanto espresso nell’articolo.
    Anch’io ho trovato nelle parole di Federer rilasciate subito dopo aver chiuso il match con Soderling,la sensazione di essere all’inizio di una nuova carriera e in un commento sul blog ho parlato proprio di “un cerchio che si è chiuso”.
    Ritrovata la condizione fisica ottimale,non ha avuto difficoltà apparente nel gestire la tensione e la pressione dovute al fatto che questa era l’occasione della vita per la storia e i record.
    Ora può pensare “solo” a giocare e le motivazioni saranno ispirate dalla gioia di giocare a tennis piuttosto che dall’obbligo di vincere o di battere i record, o ancor meno dal tornare numero 1 in classifica.
    C’è da credergli quando dice che non lo ha nemmeno sfiorato l’idea di un ritiro a breve termine.
    Questo significa che non è usurato dal punto di vista mentale,mentre fisicamente,risolti i problemi legati alla mononucleosi e alla schiena,non sembra a rischio,grazie al talento che gli consente di fare meno fatica degli altri e che,salvo imprevisti,gli permetterà di essere altamente competitivo per altri anni a venire.
    Mi auguro,da amante dello sport,che Nadal riesca ad essere in forma per Wimbledon,in modo che possa difendere al meglio il titolo,anche se le notizie che ci arrivano non sono proprio rassicuranti.

  38. balsamo scrive:

    Spero che Scaniz si legga perbenino questo articolo e anche coloro che pensano che nadal a wimbledon battera’ ancora roger…….

  39. Domenico scrive:

    X Giovanni:
    D’accordo che maturità umana e tennistica possono crescere di pari passo ma se non ci fosse stato Nadal, sarebbe stato comunque stimolato a dover fare dei passi per crescere da qualche altro, Murray o Djokovic per esempio, ed il fatto che abbia scelto di sposarsi o avere un figlio non significa che il senso di responsabilità per queste scelte le abbia trasferite anche nel suo ruolo di giocatore, (restare per 4 anni di fila n° 1 vuol dire grande senso di responsabilità ad interpretare un ruolo anche molto complicato) o che sia stato uno strizzacervelli ad averle stimolate. Ciò che Nadal ha fatto è semplicemente messo in luce un aspetto di Roger ancora da lui poco curato fino all’anno scorso. Ha praticamente “contribuito” a far capire a Roger che se gioca da Federer non lo batte neanche lui. Ma questo a prascindere da Nadal, Mirka, Novak, Andy o figli in conto. E’ stata una crescita o maturità semplicemente accellerata da persone o fatti in corso. Ci sarebbe comunque stata ma con protagonisti diversi o situazioni diversa o tempi diversi. Altri grandi del tennis sono stati maturi in questo loro ruolo di giocatori ma hanno scelto di sposarsi o avere bambini a fine carriera eppure sono stati lo stesso responsabili e maturi durante la carriera di sportivi (Agassi, Graf, Sampras, etc…). Sono anche stati grandi a prescindere dai loro avversari. Quindi o in campo umano o in campo sportivo la maturità può essere scissa e non è detta che vada di pari passo.
    La classe di Roger poi l’ha dovuta anche lui imparare nel corso del tempo, tant’è vero che lo si può paragonare con il Federer dei primi anni e capire quanta strada ha fatto da allora.

  40. Giovanni da Roussillon scrive:

    Penso, Domenico, che le nostre concezioni di maturità divergano. Di conseguenza non posso sposare tua proposizione originale, men che meno raggiungere il tuo ultimo sillogismo a proposito della possibilità di scindere l’umano dallo sportivo.
    Tuttavia mi interesserebbe capire cosa tu intenda per “[Nadal?] ha ‘contribuito’ a far capire a Roger che se gioca da Federer non lo batte neanche lui”.
    Perdona la mia difficoltà, e grazie di venirmi in aiuto.

  41. olm scrive:

    Mmmm, d’accordo che Federer ultimamente sembra avere un piano tattico piu’ articolato, non sono piu’ i tempi in cui bastava un passante per demoralizzarlo. Pero’, pero’, a parte Madrid, da quando e’ che non vince con uno dei primi tre? Mi sembra dagli USOpen no? Aspetterei quindi un attimo prima di intonare i peana, anche se il significato di questa vittoria e’ indiscutibile. Tennisti di quasi 2 metri che possono giocare come del Potro e Soderling non ne sono mai esistiti finora. Essere riusciti a batterli e’ eccezionale. Vedremo come se la cavano gli altri in futuro.

    Penso che ci manchera’ tanto Federer. La sua costanza di rendimento ha bandito per anni gli Slam vinti “per caso”. Se l’uscita di Nadal e’ stata elettrizzante piuttosto che sconfortante e’ stato solo per merito suo.

  42. Giovanni da Roussillon scrive:

    Rimane da stabilire, e non è cosa tra le più semplici e neanche tanto necessarie da intraprendere, quando Roger Federer inizierà a mancarci. A due giorni dal suo ultimo trofeo pare proprio improbabile che intenda addolorarci con l’abbandono in tempi brevi della sua attività professionale.

  43. Danij66 scrive:

    Roberto ottimo articolo (al solito).
    Condivido quasi tutto; sono un pò titubante sulla tua analisi che attribuisce alla tensione il non avere giocato il suo miglior tennis a Parigi.

    Se il fattore nervoso può avere pesantemente inciso per le partire post Nadal-Soderling, non può giustificare le prove con Acasuso (e anche con Mathieu).

    Su questo concordo più con Anakyn, che attribuisce la minore incisività di Federer a un naturale declino atletico; non sono un esperto ma, basandomi su riscontri presi dall’atletica, con lo scorrere del tempo calano per prime reattività e forza esplosiva, mentre la resistenza si conserva più a lungo.

    Ripercorro rapidamente il Federer 2009.

    Il momento in cui si è riavvicinato di più al tennis del tempi d’oro sono gli AUS Open (quarti e semifinale).
    Io lì ho visto il Federer doc.
    La stessa finale, pur se persa, lo ha visto secondo me “reggere” il palleggio con Nadal come poche volte prima.
    Mi pare abbia fatto 6 break a Nadal, quando nella finale di Wimbledon 2008 forse era arrivato in totale a uno.
    E’ mancato il servizio che, alla fine, incide non poco nei suoi risultati (mi viene in mente una delle poche occasioni in cui Federer ha “dominato” Nadal, la semifinale dei Master 2007, vinta 6-4,6-1; nel primo set, sul servizio di Federer e sullo 0-30, ci sono stati quattro ace consecutivi; è scontato, ma avere o non avere il servizio può fare la differenza).

    Tutto questo per dire che l’AUS Open 2009 di Federer è stato molto sottovalutato, forse anche da Federer stesso.
    Ha dimostrato che, quando è preparato fisicamente (e agli AUS OPEN era anche fisicamente più “asciutto” che a Parigi) è ancora in grado di giocare un grandissimo tennis.
    Ha d’altra parte mostrato che un Federer pur ottimo perde con Nadal anche sul duro, con un servizio non a posto; ma questo aveniva anche prima.

    Perchè Federer era distrutto alla fine della partita, oltre chiaramente alla delusione per la sconfitta?
    Per lui l’AUS Open 2009 era uno snodo fondamentale; penso che il suo programma fosse:
    - nel 2008 ho avuto problemi
    - ora mi posso fermare e mi alleno seriamente e duramente
    - torno a giocare un ottimo tennis e ad essere il Federer “doc”
    - torno a vincere
    Ha “sentito” di aver giocato un torneo vicino ai suoi limiti massimi e ha comunque perso.
    La conclusione logica era che, al suo massimo livello possibile, era oramai comunque inferiore a Nadal.

    Dopo quella sconfitta ha probabilmente “mollato” per un periodo.
    Ha ripreso ad allenarsi dopo i Master Series americani, quando si è reso conto che a livello assoluto poteva essere ancora competitivo con Djokovic e Murray, e gli mancava la capacità di tenere “quel” livello di gioco per più tempo.
    Penso inoltre che si sia reso conto anche del ruolo avuto dal servizio nella sconfitta agli AUS Open 2009, e abbia ripreso un pò di fiducia.

    Ha vinto a Madrid, con un Rafa sicuramente non al meglio, ma comunque sulla terra e interrompendo una striscia negativa.

    A parigi è arrivato in discrete condizioni, ma nulla di più.
    Ha giocato un tennis “in difesa”, senza prendersi rischi da fondo campo, aspettando spesso l’avversario.
    Ha ritrovato il servizio, e tutto ciò gli è stato sufficiente per vincere.
    Cito ancora @Anakyn: questa vittoria, più che apparirmi il ritorno trionfale del “Re”, mi è sembrata la faticosa battaglia del “Soldato”.

    Come suo tifoso l’ho ammirato, ho sofferto con lui, e mi sono esaltato per la sua vittoria.
    Come amante del tennis aspetto di vedere se la terza fase della sua carriera, per la quale Parigi è sicuramente un crocevia “storico”, ci riporterà il Re e a quali livelli.

  44. tano scrive:

    Non riesco a capre una cosa, fino ad 1 mese fa’ non si reggeva in piedi, ora vince 2 incontri al 5 set, ma tutti parlano solo che è classe, invece se era Nadal che vinceva al 5 set, tutti a dire che è dopato..un vero miracolo come corre oggi!!! riflettete…….

  45. Ros scrive:

    E si, Tano, la notizia è questa. Roger si dopa. Tra Roma e Madrid è passato dalle sue riserve in Svizzera e voilà, il piatto è servito. :)

  46. Ros scrive:

    Ah, per la cronaca: Federer non intende abbandonare proprio niente e nessuno. Semplicemente preferisce non rischiare schiena e piccoli altri acciacchini ad Halle visto il poco tempo a disposizione avuto per allenarsi prima di domani, allora rinuncia. Lo aveva già fatto nel 2007. Federer ha giocato 2 incontri durissimi al quinti al RG e due al quarto. Per lui non è normale e vista anche l’euforia e la soddisfazione, preferisce aspettare la motivazione per lui suprema: Wimbledon.

    Come sempre si gestisce al meglio, malgrado avrei preferito si abituasse all’erba prima dello Slam. Ma se c’è uno che si abitua subito all’erba è proprio lui.

  47. Lorenzo scrive:

    @tano Credo ci sia una bella differenza tra le partite al quinto set disputate da Federer al Roland Garros (una giocata il lunedì, l’altra giocata il venerdì), e le due partite consecutive al quinto set giocate da Nadal agli Australian Open.
    Oltre al fatto di averle giocate l’una a 48 ore di distanza dall’altra, i match di Nadal sono durati mediamente 1h in più rispetto a quelli di Roger e hanno richiesto un enorme dispendio fisico per difendersi dalle bordate di Verdasco in semifinale e da quelle dello stesso Federer in finale.

    Inoltre, quel “tutti a dire che è dopato” mi puzza di generalizzazione e fa trasparire uno stato d’animo non proprio sereno, come invece dovrebbe essere.
    Dovrebbe essere sereno perchè adesso arriva Wimbledon, dove Rafa è campione uscente e vorrà difendere il suo titolo dagli attacchi di un Roger voglioso di riprendersi il trono sul suo giardino preferito.

  48. Ubaldo Scanagatta scrive:

    ottimo pezzo di roberto, come sempre. Roberto preferisce “esibirsi” sul blog che sul sito, perchè così chi lo commenta non ha problemi di spazio (come del resto non li ha lui). Vorrei che chi critica a volte i pezzi dei giornalisti (qui sopra ne ho viste alcune a Tommasi, da un’altra parte un anonimo mi ha rimproverato per una consecutio mancata nell’atto di tradurre al volo le parole di Federer per il sito…) si rendesse minimamente conto:
    a) che spesso si ha sì e no una mezzora per scriverli; federer è andato via dalla conferenza stampa, se non sbaglio, che erano passate le 20 e i giornali, incalzati anche dalle scadenze elettorali, premevano perchè si mandassero i pezzi al più presto. b) che gli spazi che ti danno i giornali non sono mai quelli infiniti del web, per cui devi inserire un po’ di cronaca, un po’ di analisi tecnica, un po’ di frasi dei protagonisti, un po’ di clima e d’ambiente, di tue considerazioni perchè l’articolo non sia come quello d’un’agenzia.
    Nel mio caso, poi _ e vi parrà certo un’excusatio non petita _ c’è da tenere contemporaneamente d’occhio il sito, le mille proposte che arrivano (soprattutto quando vince Federer….tutti vogliono scrivere, molti meno vogliono…ad esempio, tradurre chilometriche conferenze stampa: e vanno ringraziati calorosamente quelli che si prestano; nell’ultimo caso Sara Cecamore e Rossana Capobianco; hanno trascritto e tradotto una conf.stampa di 40 minuti), i titoli da controllare, che non si ripetano, che non si contraddicano…ovviamente non faccio tutto da solo, ci mancherebbe, ma alla fine l’ultima parola è spesso la mia. Vi assicuro che scrivere in quelle condizioni, non è la cosa più facile del mondo. Se poi si pensa che vanno guardate e seguite le dirette, anche 500 commenti al giorno nelle giornate calde (e poi c’è magari chi si lamenta perchè è stato passato un commento inopportuno, o addirittura chi ha il cattivo gusto di minacciare querele…) beh, spesso invidio il mio amico Roberto Commentucci che ha tutto il suo tempo per scrivere le sue eccellenti analisi, ben concentrato, senza mille interruzioni, senza redazioni del giornale che ti chiamano…

  49. Giovanni da Roussillon scrive:

    Fa bene Scanagatta ad elogiare l’autore. Roberto sceglie saggiamente di prendersi tutto il tempo necessario e pubblica le sue considerazioni pregevoli qui. Il suo scrivere eccelle per competenza ed equilibrio, ancorché mai “esibito”. Rallegra constatare che quando Federer cresce, Commentucci, da “buongustaio”, sappia essergli al passo.
    Il pezzo è delizioso: auspico che altri suoi colleghi lo prendano a modello.

  50. chloe de lissier scrive:

    gentile scanagatta, se invidi spesso il tuo “amico roberto commentucci che ha tutto il suo tempo per scrivere le sue eccellenti analisi, ben concentrato, senza mille interruzioni, senza redazioni del giornale che ti chiamano…”, potresti allora proporgli un scambio di ruoli.
    oppure secondo te l’ottimo commentucci si perderebbe se dovesse scrivere nelle condizioni in cui dichiari di essere costretto a lavorare tu?

  51. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    E finalmente, aggiungerei, si è letta un’analisi (anche) tecnica, che ha messo in luce il dato più rilevante della stagione su terra battuta 2009, cioè la rielaborazione del dropshot “made in Federer”.
    Come mi ripete sempre un amico regista (di cinema), scoprendo l’acqua calda, “nell’arte tutto è soggettivo, a parte la tecnica”. Figuratevi nello sport….
    E a proposito, Commentucci, vogliamo sottolineare in negativo che non si possono perdere due ore e mezzo della propria vita a NON rispondere al servizio di Kohli? Djokovic, si, che avrebbe bisogno di un coach…….che ne dici? (sto suggerendo materia per un altro articolo)

  52. marcos scrive:

    bravissimo roberto e deliziosi molti commenti!

    roger ha avuto il grande merito di star lì ad aspettare, incassando sconfitte cocenti e versando lacrime di disperazione. appena nadal, murray e djokovic sono calati, il suo splendido tennis è tornato vincente. del potro sta arrivando: veramente preoccupanti per tutti le sue pesantissime traiettorie: sta superando, a mio parere, quella fase in cui il rispetto per i grandi campioni non consente di esprimerti al meglio, quando li incontri.

    se rafa non ritrovasse rapidamente la sua spinta atletica, roger potrebbe vincere ancora qualche slam: non sarà lo spagnolo a preoccuparlo, ma i 4 dell’avemaria…djoko, murray, tsonga e del potro.

    anche se la terza carriera di roger si fermasse al titolo del roland garros, sarebbe una terza carriera da incorniciare: a mio parere, questa vittoria a parigi vale molto di più dei suoi secondi o terzi titoli negli altri tornei dello slam.

  53. Roberto Commentucci scrive:

    Grazie a tutti quanti per i commenti e per i complimenti. Molti dei vostri contributi sono davvero interessanti, pregievoli e ben scritti, e contribuiscono notevolmente a migliorare la qualità del sito. Ve ne sono grato.
    Ringrazio molto anche Ubaldo, che mi consente di avere uno spazio virtuale, fortunatamente illimitato, dove esprimermi.

    Vorrei dire che Uby ha ragione. Sono stato accreditato 2 volte agli Internazionali d’Italia (i miei impegni di lavoro e di famiglia non mi consentono di andare altrove) e posso confermare che il lavoro sul campo, da inviato, è effettivamente sottoposto a vincoli notevoli di tempo e di stress.

    Vorrei però dire che credo vada fatta una distinzione fra gli articoli di pura cronaca e i pezzi di approfondimento, gli editoriali, i pezzi “da terza pagina”. I primi sono scritti a caldo, sulla scia di quanto si è visto e tra mille difficoltà. I secondi sono pianificati con maggiore anticipo, e si scrivono a bocce ferme, privilegiando l’analisi sulla cronaca.
    Quindi fare confronti fra queste due tipologie di articoli non ha molto senso.
    Credo anche che per questa seconda tipologia di articoli la formula del blog si presti maggiormente rispetto a quella del sito, e che in questo modo riusciamo a sfruttare in pieno le possibili sinergie fra le nostre due piattaforme.

    Facendo un pò di outing, posso dirvi che la mia professione (mi occupo di economia e lavoro per una istituzione finanziaria) non mi consente di scrivere pezzi di cronaca. Non riesco a seguire a caldo lo svolgersi degli avvenimenti, per mancanza di tempo. E quindi, l’unico modo che ho per contribuire al sito, e per coltivare la mia passione, è quello di scrivere editoriali, che posso pianificare con un minimo di calma nel poco tempo libero che il lavoro e la famiglia mi lasciano.
    In genere i miei articoli sono scritti in fretta e furia tra le 10 di sera e mezzanotte, quando mia moglie mette a letto il mio bimbo di 4 anni.
    Insomma Ubaldo, tu invidi la mia tranquillità.
    A me, d’altro canto, anche se amo molto il mio lavoro, sarebbe piaciuto un sacco poter venire a Parigi.
    Ma non si possono vivere due vite contemporaneamente, e io ho già la mia.

    Grazie ancora, a tutti.

  54. chloe de lissier scrive:

    hai perfettamente ragione, roberto. ma credo che non siano le condizioni esistenziali a rendere un giornalista più o meno grande, bensì il talento e lo spessore umano e culturale. a biscardi e varriale, per esempio, puoi dargli tutto il tempo che vogliono, non diventeranno mai gianni brera.

  55. Giovanni da Roussillon scrive:

    In codesta bella occasione saluto vivamente Marcos e anche Marcelus.
    A Marcelus [il birichino, benché avesse espresso allegría per il risultato di Madrid, previde un po’ affrettatamente la disfatta di Roger a Parigi ad opera di uno dei muscolosi tra le ave marie, se non proprio il Muscoloso] desidero fargli notare che il lavoro in profondità del nostro non è stato solo fruttifero di varianti tecniche perfezionate (ritrovabili nel suo bagaglio generoso di qualsivoglia preziosità solo da calibrare), visto come ha saputo resistere alle gare in cinque set: certo l’intelligenza aiuta, ma la tenuta fisica non gli è nemmeno venuta a mancare fino alla certezza di appropriarsi del calice “des Mousquetaires”.
    Al carissimo Vate riconosco ingegno poetico. Tutto in soavità, si sceglie il sistema di riferimento a lui più congeniale: così, anziché occuparsi della pressione che Roger riesercita su tutti, rovescia con eleganza la proposizione. La spinta atletica di Nadal e l’incalzare delle “ave marie” dovrebbero tangere il vendicatore del torneo più recente. Oppure preferisce leggerci l’Impresa di Roger un po’ come opportunità non colta da chi lo vinse in circostanze meno prestigiose.
    Miei cari, al nuovo banchetto luculliano manca qualche giorno ancora, dunque continuo a godermi il retrogusto in sintonia col Gran Commensale longevo e piuttosto vivace.
    Con simpatia.

  56. ferruccio scrive:

    MI sembra comunque un pò forzato parlare della vittoria di un attaccante, se a questo termine si attribuisce il significato tennisticamente tradizionale. Federer ha vinto giocando uno splendido e godibilissimo tennis da fondocampo. A rete si è presentato molto di rado i veri attaccanti del passato che hannno provato a disorientare i loro avversari terraioli con servizio e voleè e risposta e rete hanno collezionato solo sconfitte. Mcennroe nell’84 fu abbattuto dalla solidità di lendl, Edberg nell’89 fu affonndato dal pallonetto sistematico di Chang, nel 96 Stich a rete sembrava un tordo impallinato da dieci tiratori. Col serve and volley ormai non si vince da nessuna parte, tantomeno a Parigi. pur esprimendo soddisfazione per Roger, la vittoria di Noah dell 83 attende ancora un successore, che riesca dove edberg mcenroe e stich hanno fallito

  57. Nik85 scrive:

    La differenza tra Federer e gli altri.
    Federer è talmente grande da permettersi tre carriere. Altri ai 23 son già stati agli sgoccioli di una, l’unica.
    Federer è talmente grande da permettersi di vincere con tre generazioni successive di tennisti. Altri i più giovani e più vecchi li han visti in televisione.
    Federer è talmente grande che - ci suggerisce Marcelus - sfoggia all’uopo colpi mai utilizzati, li affina, sperimenta variazioni, s’adatta a nuovi avversari e nuove superfici, reinventa il proprio gioco modulandolo alla situazione storica contingente, attingendo dal suo talento a necessità.
    Brindo dunque come promesso con l’ottimo e lucido Anakyn alla sua vittoria, e assaporandone con Giovanni il retrogusto, mi prenoto anche io per il prossimo simposio.

  58. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Johnny from Roussillon
    Se mi conosci un po’ (come blogger), sai che i pronostici li sbaglio tutti…..non c’è verso, è il mio principale talento.
    Sulla condizione fisica di Federer 2009, sono mesi che contraddico tutti coloro che non lo vedono in forma, anche perchè rispetto al 2008 non c’è mai stato paragone (e anche l’anno scorso, comunque, 1 slam, due finali e una semifinale).
    Chiudo quindi, rispetto alle tue osservazioni, in un sostanziale pareggio.
    Ribadisco tutto il ribadibile sulla evoluzione del dropshot svizzero on clay (davvero notevole), e aspetto Wimbledon come il lupo Ezechiele aspettava i porcellini: con l’acquolina in bocca.
    Con grande simpatia.

  59. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Marcos
    Sono d’accordo con te: Del Potro li farà impazzire tutti. Ovvio, se continua così. Il sesto game del quinto set con Federer ha registrato 6 servizi di Roger sulle righe, e quattro risposte fulminanti, con break a 30!!!!!
    Un game di livello interstellare, tanto per ricordare Syd Barrett.

  60. chloe de lissier scrive:

    è la seconda volta in pochi minuti che mi trovo ad essere d’accordo con marcelus. del potro è l’unico dei tre dell’ave maria (che per marcos sono quattro, a patto, a mio parere, che tsonga faccia la parte del cavallo) che può aspirare seriamente al vertice in un lasso ragionevole di tempo. djokovic e murray sono troppo nevrili (non avranno anche loro ascendenti equini?), troppo tendenti alla malinconia, per poter assumere sulle loro fragili spalle il gravoso ruolo del protagonista principale. del potro non è un genio, ma è solido e non ha paura dei fantasmi.
    avrà certo bisogno di armarsi di pazienza, ma se riesce a tenere le ruote di nadal (in parabola discendente ma sempre ostico come uno squalo in una piscina comunale) e di federer (che può diventare un grosso rompiscatole per gli aspiranti alla gloria, visto che da ora in poi giocherà sul velluto) allora del potro ha serie possibilità di giungere prima o poi alla vetta.

  61. haiv scrive:

    non so come si possa dare nadal per finito…penso che rafa sara num 1 per almeno un altro anno…escludendo federer che ormai gioca per gli slam,mi piacerebbe vedere del potro ai vertici e ha tutte le carte in regola per riuscirci oltre a essere quello che si è piu migliorato negli ultimi mesi anche se tutti parlano di murray e djoko…non dimentichiamoci che ha fatto semi(e poteva vincere il torneo) al suo primo anno serio sul rosso al rg(oltre ad aver battuto murray a madrid)..tosnga penso,purtroppo,che sarà sempre discontinuo..su murray e djoko ancora non ho un idea..djoko dopo AO 2008 doveva essere il nuovo num 1,poi si è perso nella sua arroganza..murray bah,di sicuro ha piu chance ma è debole sul rosso e lo vedo sempre un livello sotto roger e rafa negli slam..altri continui non ne vedo…e preghiamo di vedere Dimitrov top 10 dall anno prox!!!
    Ah del potro ha in federer il suo problema,gli altri li ha battuti e non per caso..per battere lo svizzero si deve scrollare un po di quel rispetto che nutre e giocare piu cattivo come ha fatto con nadal a miami anche se indubbiamente l’argentino soffre di piu il gioco dello svizzero

  62. andrew scrive:

    Marcelus…

    I’ve got a bike, you can ride it if you like…

  63. enzo cherici scrive:

    @haiv
    Del Potro non ha problemi di troppo rispetto nei confronti di Federer, ma problemi esclusivamente tecnici. Molto semplicemente, non può vincerci. A meno di non trovare un Federer in versione Montecarlo e allora potrebbe avere qualche chances ;-)

  64. marcos scrive:

    quant’è bello ritrovar certi commenti!

    caro giovanni, nella mia di sopra evidenziavo quei meriti che, per solito, si trascurano. sbagliando, a mio parere, nel considerar corsa finita alla vista del traguardo. se c’è una cosa dura, infatti, in questa vita, è risolvere i problemi che paiono più facili perchè spesso addomesticati nella routine.
    spostandoci sul campo, non sempre si chiude quella maledetta volée che ti casca in rete, dopo aver già pregustato il punto. a roger, che a questo punto considero il più forte tennista ch’io abbia mai visto in azione, eliminata con orgoglio l’ultima delle marie pericolose, non restava che bere il bicchier d’acqua della mattina, per far suo il titolo. volendo anche considerare, per una sola volta, gli astri, gli dei, il caso, gli infortuni, il gatto nero, la suora sulla soglia e l’influsso della luna sulla marea di mont saint michel, in pochi al mondo credevano che soderling potesse in qualche modo sovvertire il pronostico. proprio qua sta la grandezza di federer: nel momento più importante della sua carriera, dopo aver vinto tutto e mostrato all’universo come si tratta la pallina, è riuscito, senza troppi patemi, a vincere l’ultima partita, quella più facile, considerata la differenza di valore tecnico e di esperienza tra i finalisti. io credo che saper cogliere coscientemente ciò che par semplice ottenere nel momento più difficile sia prerogativa solo dei più grandi.

    cara chloe, a parte che le marie eran tre e quelli dell’avemaria eran quattro, io ritengo che tsonga, l’uomo più esplosivo del secolo, possa trovare il coraggio di battere, nei tornei dello slam, tutti i migliori, roger compreso, magari solo uno alla volta. se a wimbledon batte djokovic, agli usopen batte nadal, in australia batte roger ed a parigi batte murray, non gli resta che del potro, magari un giorno in coppa davis. tsonga è una minamaria vagante, in grado di battere chiunque: consideriamolo pure cavallo, ma nel gruppo. forse, mai riuscirà a vincere uno slam: son certo, però, che batterà, proprio negli slam dei prossimi anni, tutti coloro che ai nastri di partenza saranno considerati tra i principali favoriti.

    per comodità, senza troppi distinguo, potremmo considerarne sei, dunque: tra cavalli, marie e cavalieri, direi che roger, rafa, murray, djokovic, del potro e tsonga sono quelli che tra loro si daranno maggior fastidio. in caso di loro débacle, son pronti validi fantini, di minor lignaggio, ma di pari coraggio: verdasco, soderling, andreev, kohlschreiber, gulbis (dove sei finito?), berdych (ma perchè?) scalpitano, di volta in volta, a caccia di grossi scalpi, da mostrar con fierezza alla progenie, nelle tarde sere della maturità.

    chiudo con marcelus. del potro, al momento, è il tennista dotato dell’artiglieria più pesante: mi pare pure che stia mettendo a punto l’alzo più efficace. per lunghi tratti del match, i suoi proiettili vulcanici cascano con mirabile costanza a venti centimetri dalla riga di fondo: solo obelix potrebbe rimandarli di là senza tanta fatica e con un qualche costrutto.

  65. Anakyn scrive:

    A dire il vero, Marcelus, anche io Roger lo vedo in forma… ma è il buon stato di forma di un tennista comunque quasi ventottenne, mentre il Federer al top quando di anni ne aveva 24 era un altra cosa. Ripeto, per me si vede ad occhio confrontando movimenti e reattività fra una partita attuale ed una pescata abbastanza a caso fra qualche Slam del triennio dorato.
    Roger è, per sua stessa ammissione, calato nella self-confidence sul campo: rischia meno colpi e ricorre maggiormente a soluzioni tattiche non forzate o a disturbare il gioco dell’avversario, a volte attendendone l’errore.
    Secondo me è il riflesso di una condizione fisica buona ma non paragonabile agli anni migliori; poi è chiaro che posso sbagliare interpretazione.
    Come qualcuno ricordava in questo sito (non ricordo dove), a livello atletico col passare del tempo calano prima velocità e potenza, mentre la resistenza dura più a lungo… e secondo me questo aderisce allo sviluppo agonistico di Federer: riesce a reggere i 5 set e vincere un torneo sul rosso, dunque stressante per definizione, ma non sfonda più regolarmente da fondocampo (anche per questo ricorre al drop-shot) e in difesa arranca più di un tempo, quando era veramente dura togliergli l’iniziativa e capovolgere l’inerzia dello scambio.

    Nel ritenere che sia calato fisicamente, non sono sicuro che il suo valore complessivo come giocatore abbia seguito lo stesso inevitabile declino, perchè è stato abbastanza intelligente da affinare la tattica, e abbastanza maturo da irrobustirsi mentalmente.
    Quindi sono del parere che la sua cosiddetta “terza carriera” possa continuare a portargli numerosi trionfi: solo diversi dai precedenti.

  66. chloe de lissier scrive:

    caro marcos, molti recenti studi comportamentali hanno evidenziato che la strategia vincente nelle relazioni e nei confronti umani è quella denominata “tit for tat”, cioé “occhio per occhio”. è la più semplice di tutte. essa consiste nell’iniziare qualsiasi relazione o confronto con una mossa amichevole e poi nel fare ogni volta quello che l’altro ha fatto la volta prima: la mossa ostile se l’altro è stato ostile, la mossa amichevole se l’altro è stato amichevole. in buona sostanza, dal momento che non siamo tutti uguali, vi sono persone che, per motivi di buona maturazione personale o per merito di favorevoli vicende culturali, si rivelano più inclini a proporre subito un comportamento intelligente e leale quando si confrontano con gli altri. ciò li renderebbe più rilassati di fronte all’inevitabile rischio di confusione che si corre quando ci si trova a dover valutare le strategie da adottare sotto una forte pressione emozionale.
    è del tutto evidente perciò che, fra due individui con un grado di talento e di conoscenza tecnica più o meno equilibrati, tende a prevalere il meno ostile perché è anche il più duttile nelle scelte strategiche e tattiche. in questa luce, non sono difficili da comprendere le ragioni che sottendono (o hanno sotteso) i risultati, il successo e il diverso grado di popolarità di ciascun tennista, nella fattispecie che ci interessa (ma è facile comprendere che il discorso può essere ampliato con tendenza all’infinito).
    Mi pare dimostrato dai fatti che djokovic e murray sono portati più verosimilmente a un comportamento irrazionalmente ostile, così come tsonga, anche se per ragioni che appaiono intuitivamente diverse. verdasco, soderling e andreev (mi attengo ai nomi esaminati da te) si situano in una linea di mezzo; mentre gulbis, berdich, e direi anche gasquet, sono persone ancora troppo confuse e infantili per attuare le loro scelte strategiche.
    del potro mi pare il più semplice del gruppo: è portato quasi per natura alla strategia “tit for tat”. questo gli sta consentendo di maturare tranquillamente, senza quelle aspettative pressanti che a mio parere sono fra i motivi che hanno condotto precocemente murray, djokovic e tsonga a deragliare in atteggiamenti mentali negativi.

  67. Anakyn scrive:

    Chloe, il discorso mi pare interessantissimo perchè fonde psico-sociologia e sport, ma faccio fatica a comprenderlo appieno perchè secondo me confonde comportamento sul campo e fuori dal campo.
    Voglio dire: mi pare che l’assunto di base sia (correggimi se sbaglio) “è vincente (nelle relazioni, nello sport) colui che si pone positivamente verso il prossimo”.
    Ora, prendendo Djokovic e Murray: sono d’accordo nel considerarli per così dire “ostili” (nel senso di aggressivi, per il serbo, e poco diplomatici, per lo scozzese) negli atteggiamenti esterni al gioco, però in campo uno come Murray, ad esempio, è ben poco aggressivo, anzi del tutto attendista nella propria strategia.
    Posso capire la tesi per la quale aggressività e ostilità hanno per conseguenza una certa ottusità tattica, perchè ti spingono a caricare a testa bassa e ragionare poco.
    Ed il discorso rimane semplice se prendiamo giocatori che dentro e fuori dal campo denotano gli stessi atteggiamenti, tipo un Federer (”educato” in entrambi i casi) e un Djokovic (aggressivo); ma se invece il comportamento differisce?
    Oltre a Murray, si potrebbe citare come esempio di divergenza opposta lo stesso Tsonga: in campo un ariete, fuori mi pare abbastanza tranquillo.

    Non so, forse sono io che ho reso il discorso più complesso di quello che è… però mi pare un discorso fertile e lo si potrebbe approfondire.

  68. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Anakyn
    Ma certo che è così, tuttavia è la forma di un ventottenne che ha già al suo attivo due finali slam, nel 2009……magari non torna numero uno, perchè i MS comincia a considerarli per quello che valgono (cioè poco, e apportano stress aggiuntivi mica da ridere), ma che gliene frega?
    Da numero 2, ha già vinto due slam, tra cui il RG…….forse preferisce il numero due, gli porta benissimo…..
    @ Andrew
    Me lo figuro nell’aldilà, che sporca le note di John Lennon……

  69. chloe de lissier scrive:

    le tue osservazioni sono molto pertinenti, anakyn. si può dimostrare sperimentalmente che, in presenza di altre persone, siamo meno rigidi e più brillanti e inventivi che se fossimo soli, ma a condizione che il problema che intendiamo risolvere ci sembri alla nostra portata. accade il contrario se il problema è difficile o non ci sentiamo esperti: qui la presenza degli altri ci rende più rigidi che se fossimo soli, e il rendimento è minore. per motivi analoghi, una situazione di intensa emozionalità tende a incrementare la rigidità del pensiero, e questo contribuisce a spiegare per quale motivo in situazioni di improvvisa grave minaccia noi tendiamo a insistere ostinatamente sulla prima via di fuga che ci è venuta in mente, anche se questa non è l’unica né, magari, la più agibile. questi fattori vengono notevolmente aggravati quando lo schema dell’ostilità prescinde dalla presenza o meno degli altri, ma è in sostanza una vera e propria percezione del mondo esistenziale. in poche parole, djokovic e murray hanno una forma mentis ostile, che li pone in una continua condizione di tensione interiore e di insoddisfazione. tsonga ha gli stessi problemi (anche se in maniera meno palese, perché il colore della pelle gli ha insegnato la dissimulazione ben prima che al serbo e allo scozzese). queste persone sono inclini più delle altre a non lasciar trasparire i loro effettivi sentimenti e vivono in uno stato di continua insicurezza, che mina alle fondamenta le loro reali possibilità: tendono a crollare in prossimità del traguardo, perché i primi verso i quali nutrono ostilità sono essi stessi.

  70. Alex scrive:

    …federer è così grande che ha dovuto aspettare che Nadal non ci fosse per poter vincere…

  71. chloe de lissier scrive:

    accade spesso: l’idiota che ti insulta per dispetto, il teppista che ti lancia un sasso per crudeltà, l’invidioso che ti cammina sulle scarpe nuove. insomma il mondo è pieno di deragliati mentali che devono per forza romperti le scatole. poteva mancare qui?

  72. Roberto Commentucci scrive:

    Cari amici, dal momento che questo post è ormai diventato un covo di federeriani doc, vi incollo qui sotto un piccolo omaggio a Roger scritto a caldo, la scorsa domenica, pochi minuti dopo averlo visto agguantare la Coppa dei Moschettieri. Il pezzo è stato scritto per il forum tennisteen, una delle migliori comunità tennistiche in Italia.

    E’ forse un po’ retorico, un pochino aulico nei toni. Ma riflette molto bene il mio stato d’animo in quel momento, e credo che a volte, in determinate occasioni, certi toni un po’ forti ci possano stare.

    Il titolo è

    IL SENSO DELLA STORIA

    “La Storia non dà nascondigli.
    La Storia non passa la mano”
    (Francesco De Gregori)

    “Grondante di sudore e lacrime, onusta di Fato,
    si affaccia e passa la Storia”
    (Filippo Turati)

    Il popolo francese, si sa, possiede il senso della storia.

    Non per niente è il popolo che ha avviato il secolo dei Lumi, il popolo che ha ridato dignità all’uomo, oppresso dalla superstizione, il popolo che per primo ha sanguinosamente spezzato le catene dell’assolutismo, il popolo che 40 anni fa innescava il maggio parigino del ‘68, dando inizio al mondo in cui viviamo.

    E anche questa volta, il popolo francese ha confermato di saper riconoscere i momenti storici. Quando Roger Federer è andato a servire per il match, tutti nello stadio, nessuno escluso, hanno gridato allo svizzero il loro incoraggiamento. Sorprendente: in situazioni simili, da che mondo è mondo, il pubblico del tennis tifa per lo sfavorito, per l’underdog, per la partita, sperando che essa si prolunghi ancora.

    Non oggi, non questa volta. Oggi, tutto il mondo del tennis si stringeva intorno a Roger Federer, gli era a fianco nella sua ricerca dell’Ultimo Alloro. Roger, il campione più ammirato, il campione più amato. Perché?

    Semplice. Perché Roger Federer è poesia in movimento.

    Ogni suo gesto è una gioia per gli occhi.

    Un Servizio armonioso, fluttuante, imprevedibile, letale, impossibile da leggere. Ti aspetti uno slice, fai un passo verso destra… Ed ecco che ti fulmina con una traiettoria centrale, netta e precisa come un laser. Ti prepari per rispondere d’incontro, ed ecco che ti arriva un kick assassino, velenoso, dal rimbalzo altissimo, che ti manda in braccio ad un giudice di linea…
    Il movimento è sempre lo stesso, qualsiasi sia la soluzione che Roger ha in mente. Ma tutto si decide una frazione di secondo prima dell’impatto, grazie al diabolico gioco del polso, che all’ultimo istante, come una pallina in una roulette, determina la traiettoria, l’angolo, la rotazione, e con essa il destino del ribattitore.

    Hai puntato sul rosso? Spiacente, sir, è uscito il nero. Ace. Game Federer.

    Il Rovescio, l’antico punto debole, negli anni è diventato una cornucopia di meraviglie. Può uscire qualsiasi traiettoria da quel grip eastern backhand, da quella presa che si insegnava una volta, fra un tè e un derby di galoppo. Traiettorie incrociate strettissime, grazie alla ferrea azione del polso. Passanti lungolinea in controbalzo, improvvise bordate in anticipo, quasi prive di rotazione.
    Ma soprattutto, lui. La biscia, il rettile, il mamba nero più velenoso della storia del nostro sport: il più bello, il più temibile, il più insidioso rovescio slice che si ricordi. Un colpo dal rimbalzo bassissimo, in grado di sbilanciare e mandare fuori tempo i più temuti colpitori, costringendoli a massaggiarsi le caviglie.

    Ed eccoci al Diritto, l’Apoteosi. Forse il più bel diritto mai apparso su un campo da tennis. Grip che oscilla tra una eastern (sulle palle più basse) ad una semiwestern (quando c’è da picchiare dall’alto in basso), una catena cinetica possente e armoniosa, come i pistoni e gli ingranaggi della sala macchine del Titanic. E una spaventosa ricopertura di polso, ad imprimere alla palla rotazione, direzione, profondità, angolo, controllo assoluto.
    Il Diritto di Roger Federer, nelle giornate di grazia, si presta ad aggettivi netti, definitivi. Inesorabile, come una mitragliatrice. Tonante, come un pezzo di artiglieria. Non esiste traiettoria che gli sia preclusa. Il colpo incrociato dall’angolo destro può tagliare il campo a fette come un melone. Dall’angolo sinistro, poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta: sarà uno sventaglio? Piazzerà il lungolinea anomalo? Si domandano, attonite, le vittime. Ma il pensiero ha appena attraversato il loro cervello che… pam! la palla è già passata, imprendibile.

    E il resto? Beh, prendete la voleè di rovescio di Stefan Edberg, mescolatela con il tocco di palla di John McEnroe, aggiungeteci i riflessi di Patrick Rafter. Se ancora non vi basta, legate il tutto con la determinazione e la ferrea volontà in allenamento di Ivan Lendl, a conferire continuità alle prestazioni, ed ecco a voi il risultato:

    5 US Open
    5 Wimbledon
    3 Aus Open
    1 Roland Garros

    20 semifinali consecutive nei tornei dello Slam
    Almeno 4 finali raggiunte in tutti e 4 gli Slam
    237 settimane consecutive in testa alla classifica Atp
    Più alta % di sempre di match vinti sul circuito (80,7%)

    Grazie Roger. Sono felice di aver vissuto nella Tua Era.

  73. Giovanni da Roussillon scrive:

    Carissimo Roberto Commentucci
    La tua apologia sarà anche un tantino retorica, magari anche enfatizzante. Ma, a parte il citrullo [se cipensa un po’, potrebbe ravvedersi, senza obbligo di segnalarcelo], nessuno qui potrebbe tenere propositi meno veri. E’ ciò che più importa. Allora: grazie di cuore.

    ______
    Roger, col suo comportamento da bamboccino a Melbourne e a Miami, è stato ad un passo dal cadere nel baratro. E’ stato capace di riscatto, è giunto stupendo all’appuntamento, dunque stupendomi in gran bene.
    ______
    Un’ultima osservazione candida: il masters su terra madrilena sembra concepito per dimostrare al citrullo quanto fosse inutile riincontrare Nadal troppo poco dopo. Alla finale degli slam accedono solo i due tennisti più forti al momento della disputa. L’argomento della malattia e del ferimento non ne è uno, giacché malattie e ferimenti testimoniano debolezza.

  74. Ubaldo Scanagatta scrive:

    vorrei aggiungere ai complimenti i già fatti a Rob. che questo suo articolo ha avuto il pregio di stanare commenti di qualità che purtroppo non hanno sempre assistito nè il sito nè il blog. Lo dico anche nei confronti di qualcuno che ha l’aria, in genere, di non stimarmi molto. Vorrà dire che se non sono bravo di mio, almeno ho saputo scegliermi dei collaboratori validi che mi…riscattano. Rob e diversi altri.
    Ho visto qui anche alcuni commenti di uno dei primissimi commentatori del mio blog, che secondo me ha qualità umane e di scrittura _ alludo a Marcos _ davvero eccellenti. Anche lui, come tanti, ha bisogno di stimoli per dare il meglio di se stesso. Eppure avrebbe il talento per darne lui di stimoli agli altri. Ma tende a disperdersi in troppi siti, oltre che _ com’è più che naturale _ nel suo lavoro. Mi piacerebbe si dedicassse più a questo. E’ scorretto un mio appello così pubblico? Spero non lo interpreti come tale, Marcos è una persona intelligente. E grazie a tutti gli intervenuti

  75. Renée scrive:

    Questo post mi piace tanto, alcuni commenti mi hanno fatto quasi commuovere, altri riflettere….insomma è tutto perfetto.
    Allora mi permetto di aggiungere due sensazioni in replica agli ultimi dibattiti (e ancora chiedo scusa se pecco di eccessivo romanticismo…i francesi non sono solo famosi per essere “precursori della storia”, caro Roberto….)

    1) Il discorso di Chloe è chiaro ed esaustivo e permette di comprendere meglio l’importanza della psiche in un gioco come il tennis che è quanto di più simile ad un duello, fisico e mentale insieme.
    Del Potro (che- come emerge da molti miei post - è il mio “protetto” anche per ragioni fisiognomiche, visto che mi ricorda Pippo l’amico di Topolino) è obbiettivamente avvantaggiato dal punto di vista psicologico. Non è un genio, è vero. Forse anche per questo su di lui non ci sono state grandi pressioni, nemmeno dalla stampa. Poi è argentino: i sudamericani de quo sono molto forti nei giochi con la palla, soprattutto di squadra, ed hanno un forte nazionalismo, ma non troppo tragico (come i brasiliani)..non solo, hanno quasi sempre avuto un tennista tra i top 20 e non lo aspettavano come il messia (a differenza dei britannici, che hanno trasformato Murray - un ragazzo smilzo, molto intelligente caratterialmente schivo - in una specie di gladiatore, condottiero, braveheart e chi più ne ha…). Poi, la famiglia: è vero che il sudamerica è lontano da tutti gli Slam, ma non credo che i genitori di Juan Martin (che ha poco più di 20 anni) lo abbiano raggiunto a Parigi per la semifinale (sui danni che le pressioni familiari possono aver prodotto su certi giocatori è inutile stare a parlare). Eppoi, caratterialmente, Del Potro mi sembra un ragazzo piuttosto semplice ed equilibrato, con quel tanto di finta arroganza che ci vuole per caricarsi(vedi dichiarazioni pre finale di coppa Davis), ma anche capace di chiedere scusa quando va fuori dai gangheri (come è successo l’anno scorso con Murray mi sembra a Roma). Questo spiega perchè, sinora, sia stato nel 2009 il più continuo (è sempre arrivato in fondo) e perchè secondo me è il più papabile n. 1) del prossimo futuro. Al suo “vassallaggio” possono credere solo i detrattori di Federer…se si legge cosa ha dichiarato in conferenza stampa a Parigi si vede come fosse deluso di aver perso

    2) Scusa, caro Giovanni “Roger, con suo comportamento da bamboccino a Melbourne e a Miami” è una frase che non mi piace tanto… voglio dire: lasciamo un attimo perdere la racchetta rotta in Florida, in Australia Federer non è stato un “bamboccino”, ma solo terribilmente umano.
    Poi sono d’accordo: io pure credo che quella sconfitta sia stata provvidenziale. La “catastrofé” (in senso etimologico) di tutta la sua carriera: se proprio non è grazie a quella che ha potuto vincere a Madrid e a Parigi almeno è quella che gli ha consentito di percepirne in modo totalmente diverso l’importanza.
    Che il nostro campione fosse emotivo si sapeva bene… però, stava dando un po’ troppo per scontata un’idea di sè e dei traguardi che era destinato a raggiungere. Non è solo un discorso di “presunzione”. A mio giudizio stava dando troppo valore formale (non sostanziale) alle vittorie. Lo sport non è fatto di numeri e record, lo sport è fatto di occasioni e di momenti speciali. Che non vanno sprecati a pensare ai record.
    A me quello che non è piaciuto di AO non sono le lacrime di delusione per aver perso, ma il fatto che abbia - a mio giudizio - sottovalutato (?!) il suo avversario. Rog ha giocato per il record, per la sua immagine di Goat, non per vincere quella partita contro quel giocatore. Si è distratto, dimenticandosi il duello.
    Io credo cha in Australia Federer sia crollato emotivamente perchè nonostante gli gridassero che era comunque un grande, lui si è sentito una nullità. Non perchè aveva perso, ma per essersi dimenticato che lo sport comprende anche il poter perdere, con la consapevolezza di aver fatto del nostro meglio per evitarlo.
    Non è una lezione tanto facile da imparare ed accettare. Chi nega questo, secondo me, mente sapendo di mentire.
    Come si fa a non essere comprensivi per quelle lacrime? Come si fa a dire (e l’hanno detto in tanti) è atteggiamento infantile, è un bambino cui si è rotto un giocattolo… A me veniva da chiedere a quei soloni: non li avete mai amati i vostri giocattoli? Non ricordate quanto può essere folle quel dolore (”come se tutte le stelle si spegnessero…” dice “il Piccolo Principe) che ci può dare il mancare un traguardo cui tenevamo tanto, proprio nel momento in cui ci sembrava - erroneamente - “nostro di diritto”?
    Roger da lì è ripartito.
    E infatti a Parigi è stato grandioso perchè non ha sottovalutato nessuno. Ha giocato contro ogni singolo avversario che aveva davanti, ed ha raggiunto un successo straordinario (superiore persino a quello che avrebbe raggiunto in Australia) comportandosi non da GOAT ma da giocatore autentico.
    Niente ti è dovuto nella vita, anche se sei un ragazzino “viziato” dal tuo talento e dai successi raccolti, niente è prestabilito in partenza. Almeno credo che questa sia la lezione che gli ha impartito la sconfitta da Nadal a Melbourne e, simmetricamente, la sconfitta di Nadal a Parigi: basta niente per rivoluzionare il nostro presente e l’idea che ci siamo fatti di noi stessi e del nostro presunto valore. Quindi a che pro dargli tanta importanza?
    Io sono convinta che un domani Roger, se sarà equilibrato e sereno, sarà persino contento (!?) di aver perso lo slam australiano del 2009. E di aver pianto non perchè aveva perso, ma perchè qualcuno gli aveva ricordato che si può essere grandi anche perdendo.

  76. Giovanni da Roussillon scrive:

    La grandezza del “nostro Vate” (così Roberto in un’occasione remota) sta anche nell’elargire generoso apprezzamenti ad atleti e interlocutori con leggerezza di una piuma, non poco senso dell’umore e, soprattutto, nell’affrontare sobriamente gli aspetti etici che al tema discusso soggiaciono. Come pochi sa ovviare alla scissione sovente messa in atto tra il tennis e le altre cose della nostra esistenza.
    Lo parafraso volentieri: quanto è magnifico ritrovare i tuoi commenti, Marcos!

  77. Giulia scrive:

    Analisi perfetta da parte di Roberto Commentucci.

    Mi sembrano molto interessanti anche alcuni post, in particolare quelli di Anakyn, Ros e Renée.

    Tuttavia ritrovo tra i commentatori qualcuno che in tempi non sospetti aveva sbattuto con forza la porta di Servizi Vincenti con un eloquente “a mai più rivedervi” promettendo di uscire definitivamente dal blog.
    E invece si ripresenta a sermoneggiare come nulla fosse, seguita pure dal suo illustre (uhm) portaborse dal linguaggio fumoso ed ermetico.

    Che peccato!
    Questi saccentoni sono tornati con la loro aria di superiorità a impartire lezioni di giornalismo a Scanagatta e alla sua crew, lezioni di vita a Federer, lezioni di tutto a noi tutti.

  78. Anakyn scrive:

    Grazie del chiarimento, Chloe: da quest’ottica capisco cosa intendi e mi trovo piuttosto d’accordo con la tesi per cui un carattere tendente ad apertura e umiltà riflette in campo un atteggiamento più rilassato e riflessivo, che avvicina alla vittoria (senza comunque poterla garantire) maggiormente rispetto a chi fa dell’aggressività la propria arma principale (e spesso l’unica).

    Renèe, quella metafora delle stelle che si spengono tratta dal Piccolo Principe mi ha fatto venire i brividi. Non l’ho mai letto e mi chiedo se sia una lettura adatta anche ad un (semi) adulto… se è più indicato per bambini e adolescenti vedrò di proporlo a mia sorella… (scusate l’OT).

  79. Renée scrive:

    Anakyn carissimo: leggilo! Non è nemmeno un off topic visto che la favola è stata scritta da un aviatore francese (come Rolland Garros…)
    Vedrai, lo divori in un fiato vedrai…
    Eppoi “Tutti gli adulti sono stati bambini anche se tanti non se lo ricordano più”.

  80. androp scrive:

    Complimenti a Roberto Commentucci per l’articolo e a tutti i commentatori. Davvero molto bravi, vi leggo sempre con piacere.
    A proposito del pianto di Federe all’AO vorrei fare un ringraziamento speciale a Renèe, che con il suo ultimo post è riuscita a dar forma ad un pensiero dentro la mia testa. Anzi, non era neanche un pensiero, era anche meno di un frullarmi per la testa…un qualcosa di così sfuggente proprio perchè così semplice. Altro che giocattolo rotto o “non vincerò mai più”….come ha scritto Renèe si era distratto dimenticatosi il duello….la vera essenza dello sport. Grazie

  81. Giovanni da Roussillon scrive:

    Cara Renée
    Intendo ben volentieri dare risposta al post gentile nel quale ti rivolgi a me. Ti prego, non volermene se rinvio il propostito a più tardi, in attesa che mi abbandoni del tutto il senso di vomito provato ora all’apertura di questa pagina, nausea peraltro assai in contrasto con tua squisitezza.

  82. Bez Giacomo scrive:

    bell articolo. davvero sn estasiato e mi emoziono nel rileggerlo… ricordo al signor commentucci però che è facile salire sul carro dei vincitori e scrivere così x chi conosce il tennis… ma 3 mesi fa era il + duro critico di roger.. che dava x “finito” e lo paragonava ad un bambino che in questi anni era stato falso con se stesso…

  83. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Bez Giacomo, ti ringrazio per i complimenti e sono contento che il mio pezzo ti abbia emozionato. Immagino che tu ti riferisca, nella seconda parte del tuo post, al pezzo “Roger e la corazza”, che scrissi a caldo subito dopo la sconfitta di Roger a Miami, e dopo la sua inusuale distruzione di una racchetta. Il pezzo è qua:

    http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/04/04/162902-roger_corazza.shtml

    Nel pezzo, non mi pare di aver dato Roger per finito. Io mi auguravo che lui rompesse quella corazza di perfezionismo che si era costruito, e lo invitavo a riposare. In realtà, ora lo sappiamo, Roger stava compiendo l’ultima trasformazione, il recupero dell’antico bagaglio di soluzioni di talento, depurandole dalle scorie giovanili.

    La crisi di Miami, alla luce di quanto è avvenuto dopo, è stata una crisi di trasformazione, che gli ha consentito di stupirci ancora una volta.

    Sinceramente, non vedo grosse contraddizioni fra quanto scrivevo allora e quanto ho scritto in questo articolo.

  84. Giovanni da Roussillon scrive:

    Cara Renée

    Vengo al comportamento da bamboccino di Roger, tenuto in almeno due occasioni in questa stagione di crescita.
    Capisco che ti possa, come scrivi, “non piacere tanto la frase”. Non si tratta di discutere di piacere o di dolore, quanto piuttosto di osservare i fatti. Il giocatore professionista di tennis non è un bimbo, ovviamente; bensì un adulto. Una delle prerogative di un adulto è sapere convivere con le proprie personali frustrazioni (forse qualcuno di noi, adulti, ne sarebbe privo?) ed eventualmente superarle, quali che siano. Ora il Roger Federer di fronte allo smacco subito a Melbourne, fosse stato un bimbo, nessuno si sarebbe sotratto all’impulso di consolarlo, ma, essendo piuttosto un “bimbo cresciuto”, la reazione fu di valutarlo per quello che offrì: una manifestazione stucchevole. Vista la circostanza e le sue aspettative nonché la serie di errori che lo condussero alla perdita della finale, il suo lasciarsi andare alle lacrime di dispetto è stato per me episodio più che riprovevole. Di passaggio, a me non sembra che l’ “umano” confligga necessariamente col “bamboccio”; Federer ne fu la prova. Quella sconfitta non fu provvidenziale perché in quel momento di difficoltà non seppe constatare di essere immaturo e di dover agire di conseguenza, non ebbe la lucidità di ammettere che si era appunto comportato da bamboccio: altrimenti non avrebbe mancato di salutare l’arbitro, di lanciare bottigliette vuote, né mai avrebbe distrutto il suo strumento di lavoro più tardi, a Miami. Chi condannò quei gesti, io per primo, non fu comprensivo se si vuole, ma ebbe ragione se restiamo alla sostanza dei fatti.
    A Miami, sprofondò al piano più basso di sé. Mi rallegrai vivamente, mesi dopo, nel trovare che qualcosa aveva nel contempo dovuto capire, vista l’umiltà con la quale si è aggiudicato il Masters recente di Madrid. La conferma della sua resipiscenza, della mutazione di atteggiamento e del lavoro consistente compiuto poi ci è data al “Roland Garros”, dalle vittorie sofferte contro gli avversari di turno. Un bamboccino fu dunque qualche tempo non lontano fa, un uomo capace di assumersi (non vince un torneo di Grand Slam un bimbo sotto più volte due set!) è divenuto da Madrid e Parigi.
    Oggi Federer è magnifico, regale e temporaneamente appagato. Non per questo dovremmo misconoscere i fatti precedenti la sua uscita tardiva dall’infanzia.

    A proposito di giocattoli e del “Petit prince”. Miami segna il momento in cui Roger pensa frantumare il suo giocattolo; ma in verità è lo strumento di esercizio della sua professione. Anch’io leggo, leggevo, Antoine de Saint Exupéry. La signora Marie-Louise von Franz, allieva e un tempo compagna di Karl Gustav Joung, scrive un saggio interessante pure a me, scettico della psicologia profonda, nel quale mostra apprezzamento per il talento letterario di Saint Exupéry, ma ne rivela anche l’enorme infantilità e friabilità in quanto uomo. Il titolo del lavoro di von Franz: “Puer aeternus, Eterno fanciullo e genio creativo”.

    Buon pomeriggio, cara Renée

  85. Agatone scrive:

    E’ molto bello questo post. Però, non si sta un po’ esagerando nell’esaltare questa nuova maturità di Federer? E’ già il quarto anno che arriva in fondo al Roland Garros e quest’anno forse molto più semplicemente non ha trovato Nadal.
    Io sono un grande ammiratore di federer, è l’unico che veramente mi emoziona quando gioca. Però forse come prima si esagerava nell’analizzarlo in negativo qui si rischia di esagerare nell’analizzarlo in positivo.

  86. Giovanni da Roussillon scrive:

    Prima di eventualmente congedarmi, due parole al riguardo dell’intervento di chi scrive con nick “Giulia”.
    E’ sufficiente aver seguito la discussione sviluppatasi fin qui, perché le persone in buona fede siano portate a convincersi che essere depositari del bagaglio culturale di Chloe de Lissier sarebbe grande onore. E’ d’altra parte facile intuire come, nella sua grande indipendenza intellettuale, non necessiti di alcun curatore o fiduciario del suo sapere.
    E’ invece difficilissimo cogliere in senso costruttivo il messaggio deposto della signora Giulia, che, guarda caso, sembra confermare la tesi, espostaci proprio da Chloe, sull’ostilità crescente in individui precari sottoposti in pubblico a sforzo elevato (relativamente ai mezzi in loro dotazione). Ecco, a codesta signora posso allora assicurare, sempre a propostito di involucri e loro contenuti: fintantoché le sue fattezze restano sconosciute dietro l’internet, semmai la scorgessi perdere una busta, un sacchetto, fosse anche ricolmo di bile, lo raccoglierei per porgerglielo benevolmente, magari accompagnandola da chi lo ricompone; nel caso contrario, esiterei tra ignorare il fatto e lasciarlo perdere.

  87. Renée scrive:

    Mi spiace Giovanni. Dissento di nuovo. Anzi, ancora di più.
    L’episodio di Miami per me ha poco valore…Roger ha avuto un gesto di rabbia (era fondamentalmente arrabbiato con sè stesso) e come può succedere di perdere una partita, si può smarrire un po’ il controllo.
    E’ stato maleducato. E’ vero. Capita, ogni tanto, a - quasi - tutti
    Io non ci farei sopra tanta filosofia, nessuno è perfetto, e meno male!?

    Le lacrime di Melbourne sono stato il sintomo di ben altro, secondo me.
    Ma perchè parlare con disprezzo di reazioni infantili? Dove sta la differenza? Gli adulti sono semplicemente più razionali, più “educati” (nel senso comune del termine, che non è sempre il migliore…)
    Ma quando si ha a che fare con sentimenti, quali rabbia, paura, amore, la razionalità e l’educazione non possono nulla. Aiutano quanto “masticare un chewing gum per risolvere un’equazione algebrica” (cit)
    Un bimbetto che ha paura del buio, dei mostri, di addormentarsi perchè teme l’abbandono, e si fa forza abbracciando il suo orsetto di peluche (quando un adulto razionale saprebbe bene che un oggetto inanimato non è in grado di difenderti) non è poi tanto diverso dal uomo fatto che ha paura di perdere il lavoro o di non avere la promozione, perchè inconsciamente ne fa dipendere il prorio prestigio, la propria sicurezza e dunque la certezza che - grazie a quelli - sarà “amato” e non “abbandonato”.
    Roger è stato “pompato”, “esaltato”, “celebrato”quanto mai prima della finale di Melbourne. Tutti certi che stava per vincere, che avrebbe raggiunto Sampras, che era il più forte dell’era open…e lui ha cominciato a pensare solo a quello, come se solo raggiungendo il record avrebbe raggiunto qualcosa
    così si è dimenticato che si gioca per vincere la partita! E che non sempre dipende solo da noi vincere o perdere…
    Così la sconfitta deve essere stata terribile: se fai coincidere l’idea di te stesso, del tuo valore, persino - in senso metaforico - della tua stessa esistenza, dal raggiungimento di un determinato traguardo, il vederlo prima già tuo e poi svanire è terrorizzante, quanto perdere l’orsetto.
    E’ la sensazione che allora non sei nulla, non vali nulla, non meriti nulla…
    Sembrerà esagerato ma pensa al pathos che c’era qual pomeriggio…

    Eppoi scusa se mi permetto, ma un po’ di reazioni stizzite le ho viste anche in te, proprio in questo blog, quando hai letto qualche commento meno piacevole ed esaltante.
    Nessuna accusa, credi, Capita anche a me di esaltarmi perchè ricevo un po’ di complimenti o perchè qualcuno mi “cita”, allora mi dimentico che - anche se è bello avere “successo”, non poso farne dipendere il mio senso di fiducia. e così mi sento ferita e lesa più del dovuto da qualcuno che, banalmente, non apprezza i miei modi
    Come direbbe alla tua esperta Saint- Exupéry: noi non siamo bambini, ma lo siamo stati, anche se spesso non ce lo ricordiamo più.

    Buona serata anche a te

    ps: Hai ragione Agatone, ma stai tranquillo… anche questa esaltazione passerà…

  88. Giovanni da Roussillon scrive:

    Il tuo discorso mi è chiaro, cara Renée. E’ bello, puro ma anche un po’ affabulatorio. Vorresti dirmi che ogni persona (io, ad esempio) sorpresa nell’incoerenza perderebbe ogni facoltà di critica verso altre incoerenti?
    Perché negare l’evidenza? Trovi che “in Australia Federer …è stato “solo terribilmente umano” ed io replico che il tuo “umano” si coniuga tranquillamente all’infantile, senza disprezzo, solo constatando; tu stessa riconduci Roger, per giustificarlo, al pargolo, anche con l’ausilio del “noi non siamo bambini, ma lo siamo stati, anche se spesso non ce lo ricordiamo più” e io, senza scomodare la defunta Marie-Louise von Franz, potrei argomentare che, il ricordo tenero di essere stato bambino non risparmia l’adulto dalle responsabilità della sua condizione attuale. Insomma, non la vediamo proprio allo stesso modo, qui: tu anteponi il sentimento alla ragione, io la ragione alla… ragione tua. A me sta bene così; e mi congedo (ora per davvero!) salutandoti con rispetto.

  89. Anakyn scrive:

    @ Renèe

    Grazie del consiglio, credo che lo seguirò… oltretutto vedo che il testo integrale del racconto è disponibile su Internet.

    @ Agatone

    Secondo me la differenza sostanziale che si ritrova nell’atteggiamento tenuto dall’attuale Federer rispetto agli anni scorsi, e che merita dunque di essere sottolineato, non dipende più di tanto dall’assenza in finale di Nadal. Sicuramente ne ha condizionato il risultato finale, senza il quale ammetto che probabilmente ora useremmo toni comunque diversi, ma a livello di approccio alla partita ed al torneo secondo me l’uscita prematura di Nadal è anzi stata un’ostacolo più che un vantaggio.
    Considera infatti che in contemporanea era uscito pure Djokovic, ed immediatamente tutti (ma proprio TUTTI: giornalisti, addetti, telecronisti, appassionati competenti e non) hanno incollato a Roger l’etichetta di superfavorito: aggiungi l’improvvisa e concreta opportunità di cogliere 14° Slam e Career Slam, e ottieni un carico di pressione enorme.
    Inoltre, come ha fatto notare più d’uno, Federer solitamente arriva alla finale in carrozza, con massimo 1/2 set ceduti lungo il torneo… qui ne ha ceduti 6.
    Inoltre, in 3 partite è stato costretto alla rimonta, e se con Mathieu in fondo si sapeva già come andava a finire, con Haas e Del Potro si è trovato in situazioni disperate.

    Insomma, si è trattato di un Federer che ha vinto nonostante abbia incontrato lungo il percorso difficoltà per lui quasi inedite, ed in rapida successione.

    Se lo si confronta col Roger che senza troppo sforzo vinceva 3/4 di Slam all’anno, sembrano 2 giocatori agonisticamente diversi: anche perchè al Roger d’annata l’agonismo serviva fino ad un certo punto.
    A me ha ricordato comunque la vittoria all’ultimo Slam (US Open) nel senso che in entrambe lo svizzero ha superato scogli non indifferenti, finendo sempre in crescendo: in America, oltre al V° set sudatissimo con Andreev, va ricordato come il tabellone da lui incrociato fosse stato più duro, con i 2 principali specialisti del cemento incrociati uno dopo l’altro.
    Il fatto è che a New York si giocava sulla sua superficie preferita, ed in un torneo dove non si ricordava nemmeno a quando risalisse la sua ultima sconfitta.
    Dover fronteggiare ostacoli analoghi, ma sul rosso e con lo spettro del 14° set a danzargli attorno, è impresa di caratura superiore. Necessita di carattere maturo, testa solida e neuroni attivi.
    Roger ha dimostrato di possedere tutto questo è non era poi così scontato… ecco perchè a mio avviso è giusto distinguerla nettamente dalle vittorie del passato.

  90. aro scrive:

    grande roger

  91. Alex scrive:

    …il mondo è pieno anche di persone che a causa del tifo vivono in una realtà diversa da quella in cui realmente vivono…

  92. Alex scrive:

    …anche roger è felice di aver vissuto in questa era senza avversari…

  93. Giovanni da Roussillon scrive:

    … o forse, un po’ più correttamente: “Roger è felice di giocare a tennis e vincere. Vive un’epoca in cui è realmente Re. Pochissimi sono in grado di tenergli un po’ testa nelle grandi occasioni.”

  94. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Alex: non capisco.
    secondo te, Nadal non ha mai avuto avversari? O mi rispondi di no (e allora non capisco il termine avversario, nè quello che vuoi dire), oppure mi rispondi che di sicuro ha avuto Federer (le finali Slam le ha vinte solo contro di lui, eccetto Puerta, una volta). Come è possibile, dunque, che Federer non abbia mai avuto avversari? E Nadal?
    Dalla primavera 2005 ad oggi, come ho già scritto, Federer e Nadal hanno dominato, cioè (come bene scrive il Roussillon) “non hanno avuto avversari”, il che è un effetto della loro bravura, non una causa di ingiustizie, come alcuni tendono a dire.
    A parte loro due (16 slam complessivi), solo Djojkovic ha vinto uno slam degli ultimi 17! E allora? Non hanno avversari? ma come, ognuno dei due ha l’altro……o nemmeno Nadal è un degno avversario? e nemmeno Federer? Wow! se vuoi chiamo altri miei amici cretesi, esperti in paradossi, e facciamo il party della negazione. Negazione del tennis del 2000, che secondo te evidentemente non esiste….

  95. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Obiezione possibile alla mia (farfugliante, massi’) teoria: “appunto, Nadal quando ha vinto ha sempre trovato Federer in finale e lo ha battuto; invece Federer ha vinto un sacco di volte contro altri avversari mediocri”.
    Limitiamoci sempre agli ultimi 17 slam: c’era sempre anche Nadal, era iscritto anche lui, no?
    Se non è arrivato in finale, non è degno avversario? Oppure Nadal diventa “degno avversario” quando va in finale con Federer e lo batte, mentre negli altri casi è solo chiacchiere e distintivo?
    I numeri, ragazzi: non mentono mai. Il resto? Chiacchiere da tifosi, ovviamente, altrimenti che ci sta a fare un blog?
    Vi invito comunque a commentare, citando un po’ Alex, un po’ Carmelo Bene, il seguente:
    “Il tennis non esiste. Dio non esiste. Dunque Federer è il Dio del tennis”.
    O no?

  96. losconcertodifronteadalex scrive:

    MEW risponde egregiamente ma poi mi chiedo: vale proprio la pena disquisire con individui (il riferimento ad alex il Mignolo è puramente casuale) che intervengono da pseudofini dicitori con poche astiose righe dimostrando tutta loro inconcludenza e bassezza? ecco mi faccio la domando e mi dò anche una risposta alla maniera di programmi che tanto piacciono al suddetto alex er piacione: no, non ne vale la pena, che se la cantino e suonino da soli ma…..ma qualche ramazzata (di parole si intende) la meritano senza pietà….simpliciter poverino…

  97. Giovanni da Roussillon scrive:

    L’alex-pensiero in sintesi.
    Dio esiste. Nadal ha un avversrio inesistente: Federer. -> Federer non è dio.

  98. fausto1985 scrive:

    complimenti roberto, il tuo pezzo “il senso della storia” mi ha emozionato…

  99. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Losconcertodifronteadalex
    Per me vale sempre la pena disquisire, perchè in fondo, al di là di alcune prese di posizione da tifosi (rispondendo alle quali, sinceramente, mi diverto parecchio, io che non lo sono), non vedo mai acredini eccessive in questo blog tennistico.
    E’ peggio scrivere di tennis da “controtifoso” accanito, e poi sparire nel nulla quando si è clamorosamente e oggettivamente smentiti. Ecco perchè spero di rileggere tutti quelli che scrivevano “è più facile che Nadal rivinca Wimbledon piuttosto che Federer vinca il RG” (Rino Tommasi, tra gli altri: ma lui non ha paura di cambiare opinione), e anche quelli che scrivevano “Federer non vincerà mai il RG”.
    Quindi, anzitutto, visto che siamo in tema di paradossi, sarò ben contento di rileggere……me stesso.
    E mi piacerebbe leggere, che ne so, Andrea Scanzi anche quando Federer vince.
    Lo sport è molto semplice. E molto semplicemente, quando un opinionista sportivo viene smentito dai fatti deve cambiare opinione. E anche un semplice blogger, se ci capisce qualcosa dello sport che segue.

  100. Giovanni da Roussillon scrive:

    Sono in sintonia con Marcelus.
    Gli è che spesso l’intelligenza può non aiutare a percepire criticamente i fatti e soggiace ancor più spesso al nostro temperamento, anzi, tanto più è fragile quanto più si dilapida nella ricerca di sostegno ai preconcetti.

  101. Alex scrive:

    Mi spiace che mettiate il mio pensiero in sintesi, io ho un’opinione diversa dalla vostra, tutto qui.

    Ciò che vale per Federer naturalmente vale per Nadal: non sono tifoso né dell’uno né dell’altro e, grazie a ciò, credo (e sottolineo credo, non penso di avere la conoscenza assoluta io), di essere più lucido di voi, proprio come voi credete che il vostro parere sia più corretto e veritiero del mio.

    Io sto ai numeri che, sempre a mio parere non mentono, guardate chi ha dovuto fronteggiare Federer in finale (e anche nei turni precedenti) nei tornei e ditemi con onestà se pensate che un Sampras (e prendo uno a caso del passato, ma il discorso vale anche per altri grandissimi naturalmente) che per vincere Parigi e altri tornei doveva mettere in fila veri fenomeni e gente che ha vinto infinitamente di più rispetto a questi (e non perché Federer o Nadal siano dei marziani, ma perché prima di marziani ce n’erano di più) avesse o meno la strada un po’ meno spianata?

    Poi è chiaro potete dire che oggi sono tutti fenomeni e loro 2 sono marziani, io rimango del parere che purtroppo il livello del tennis a livello medio si sia alzato, ma a livello alto sia mediocre, leggo la classifica dei top 10 e ci vedo Simon, Del Potro, ecc…

    Djokovic e Murray sono appena arrivati, vediamo…

    Però Sampras, anche lui 14 Slam, di avversari forti ne aveva di più e ha dominato, però i suoi avevano vinto 6 Slam (Becker, Edberg), poi c’era Courier che per 2 anni è stato ingiocabile, ecc…

    Mi spiace tanto che pensiate che io voglia sminuire il “vostro re”, ma per me rimane un grandissimo giocatore che però ha giocato da solo.

    Aggiungo poi che io penso che non conta solo vincere ma conta anche con chi si vince, però io non sono cresciuto sportivamente in Italia, dove la cultura sportiva è basata solo sulla vittoria, anche se rubata va bene (prima che capiate male non dico che roger abbia rubato qualcosa, è un discorso diverso, dico che se avesse battuto il miglior Nadal in finale, ad esempio, sarebbe stato molto meglio), ma per me lo sport è altro.

    Comunque continuate a leggermi nel pensiero…

    …sicuramente è molto più divertente, anche perché non conoscendomi (come io non conosco voi peraltro) potete scrivere ciò che volete.

  102. Alex scrive:

    Aggiungo solo un’altra cosa, i campioni che ho citato non erano finiti quando giocava Sampras, anzi, Edberg gli ha “rubato” uno US Open, poi c’erano Agassi, il vero Marat (uno US Open pure lui), Becker, ecc…

    Quindi erano belli vivi e vegeti quando si confrontavano con lui, per poi non parlare dei terraioli veri che c’erano una volta, non solo 1, ma tanti specialisti da mettere in fila con lunghe battaglie uno dopo l’altro e si sa che poi la benzina finisce.

    Poi c’è pure l’anemia Mediterranea di cui soffriva Pete…

    Insomma mi sembra strano che persone innamorate come voi di questo sport non riescano a considerare tutti questi fattori che ripeto, se prendo Laver ad esmpio, che ha avuto la guerra di mezzo, rimangono validi anche per lui.

    @ losconcertodifronteadalex

    una chiosa te la dedico visto il nick che hai creato appositamente per insultarmi: grazie! ;) essere insultato da una persona che scrive come te è un pregio.

  103. Giovanni da Roussillon scrive:

    Forse Alex potrebbe provare a leggere le considerazioni, un po’ più documentate - assai poco arbitrarie e men che meno contro - tenute da Nicola Farina qualche giorno fa su Ubitennis, giacché, se si sta ai numeri, dovrebbero tali considerazioni “confortare”.
    L’affermazione secondo la quale Roger Federer è Re del tennis non è specifica al tifoso, né all’estimatore. Segue all’accadere dei fatti, descrivibili, guarda un po’, anche in termini di numeri nudi.

  104. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Alex
    1) E Pioline?
    2) guerra?
    3) Pete (’90 a parte) ha cominciato a vincere slam quando Stefan e Boris avevano finito…..
    4) Safin ha rubato uno slam anche a Federer
    5) sulla terra Pete ha perso da avversari che lasciamo perdere
    6) Pete era ed è inarrivabile a Wimbledon.
    Come vedi, sul punto 6) siamo d’accordo.
    Agassi era il numero due del decennio di Pete, e Nadal è (in rapporto ai tempi) più forte di Agassi.
    Da quando Pete è diventato Pete (’93) a quando ha smesso, Agassi a parte, solo Guga ha vinto 3 slam. Sulla terra, dove Pete non esisteva. Gli altri ancora meno.
    Poteva battere Kafelnikov, Pete, quella volta ha Parigi, nel 1996. ma ha perso. Quella volta, a Parigi, in finale, c’erano kafelnikov e Stich, non proprio terraioli.
    Federer, invece, ha battuto Del Potro. E poi ha vinto.
    Numeri, Alex. Non mentono mai……

  105. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    ha con l’acca!!!!!!!!!! Scusatemi. Sono depresso……

  106. Alex scrive:

    Sul fatto che i numeri non mentano mai sono d’accordissimo con te.

    Credo che postare i tabelloni con cui si è dovuto confrontare Pete qui sia inutile. A mio parere non c’è paragone con quelli di Roger.

    Per ciò che riguarda la guerra, non parlavo di Sampras naturalmente.

    Stich mi sembra un “filo” più forte di Del Potro, e per ciò che riguarda kafelnikov vedi tu quanto talento aveva.

    Guga, proprio lui, la pensa come me e Agassi, che dice un gran bene di Roger, non si ricorda, sempre a mio parere, che lo svizzero lo ha affrontato da quasi “ex”. E mi baso proprio sul fatto che se Agassi 40enne mi arriva in finale di slam (US Open), significa che di talenti proprio non ce ne sono in giro…

    Aggiungo l’ultima cosa Pete le partite combattute al V set le vinceva sempre (dote del campione vero), Roger non appena è un po’ in crisi (contro tennisti forti, non del potro o haas di oggi) scioglie.

    Io la vedo così, tu e tutti i tifosi di federer no (chissà come mai, e lo dico in amicizia, non avertene a male, io non insulto ;) ).

    Va bene così, abbiamo opinioni differenti e ognuno si tiene le sue ci mancherebbe, ma come io rispetto le vostre voi dovreste rispettare le mie e non scagliarvi contro come avete fatto. E’ questo che fanno i tifosi, si scagliano contro e ti insultano, io ho solo espresso le mie perplessità, magari in modo un po’ troppo conciso, ma sempre educato e se va a rileggere ciò che mi è stato “detto” potrai giudicare tu stesso.

    Se questa è cultura (ancor prima che cultura sportiva) andiamo bene, è poi ci stupiamo del perché ci sono le guerre…

    …e qui si parla di tennis!

    Ciao.

  107. Nik85 scrive:

    MEW di solito la tua completezza non ammette chiose, stavolta mi permetto di riprendere da dove hai finito.
    Federer-Del Potro è stata la vera finale anticipata del RG. Non è mai emerso su questo blog, salvo un tuo accenno. Il RG 2009 di Federer sarà ricordato come il trofeo vinto in finale contro una comparsa, che giorni prima aveva fortunosamente battuto l’Imbattibile per poi squagliarsi - vassallicamente (1) - di fronte al più forte fenomeno - mediatico (!) - di sempre. Mai vicenda tennistica sarà più capziosamente etichettata, manomessa e confezionata per gli annali.
    Federer - in una semifinale sottovalutata dai più - ha battuto non solo un futuro campione di 8 anni più giovane, ma soprattutto un tennista che quel giorno, con quei numeri in servizio e risposta, avrebbe battuto chiunque: lo stesso Nadal, gustandosi un cubano tra i denti; Murray e Djokovic messi insieme dall’altra parte del campo, col raccattapalle in mezzo ai piedi e una bionda sugli spalti a distrarlo. Un fenomenale Federer ha vinto la partita giocando il decisivo tie-break del secondo da campione, al che attendendo con pazienza che l’avversario in giornata di grazia calasse quel minimo per portarsi a casa la partita al quinto. Nel quale quinto set, sul 3-2 e servizio un fenomenale Federer viene ribrekkato, per poi - rispetto a coloro che ne negano la classe nei momenti decisivi - a sua volta ribrekkare sul 3-3 con tre risposte fenomenali. A proposito di risposte, ricordate quella della scorsa finale di W sul 8-7 nadal al quinto, servizio mancino slice verso il suo (debole!) rovescio incrociata sulla linea? Un ultimo sprazzo di classe accecante prima che calasse il buio sul Centrale.
    I numeri, la storia e le immagini non mentono mai.

  108. Anakyn scrive:

    Beata l’ora che c’è ancora qualcuno, e qui mi riferisco a Daniele Malafarina, che non ha la presunzione di calare dall’alto le proprie opinioni senza uno straccio di argomentazione razionale a sostenerle.

    Alex scusami, magari davvero Stich in confronto a Del Potro era come un orafo di fronte ad un maniscalco, e forse a Sampras nei tabelloni gli buttavano le mine mentre a Federer spianano autostrade… ma non ti pare che il tuo intervento nel topic sarebbe un pò meno sterile se ci spiegassi anche come mai, secondo te, le cose stavano così?

    Perchè a dirtela tutta, a me Del Potro pare ancora un pò immaturo, ma pure molto, mooolto forte.
    E mi risulta che Federer in parecchi dei suoi 14 Slam per vincere abbia dovuto battere gente piuttosto tosta, e magari diversi nello stesso torneo, e magari pure di fila. Non so, tipo Djokovic Murray Hewitt Roddick Nadal (eh sì, ha battuto pure Nadal… non solo viceversa) Safin Agassi Nalbandian. Mezze seghe?

    Poi c’è un’altra perla, e cioè che Federer “scioglie” quando è messo alle corde. Mischiata a quella per la quale Haas (ex n° 2 al mondo e ripetutamente semifinalista Slam), e Del Potro (n° 5 a 20 anni e recente giustiziere di Nadal) siano “non forti”. Altre mezze seghe, insomma… altro che quegli innumerevoli campioni che negli anni ‘90 facevano sfavillare i tabelloni!
    Si scioglie talmente tanto il buon Roger, che l’ultima sconfitta al V° set subita negli Slam risale alla finale Wimbledon 2008; da lì in poi, se non sbaglio 4 vittorie (1 a US Open ‘08, 1 a AO ‘09, 2 a RG ‘09).
    Dimenticavo poi l’impressionante record nei tie-break giocati, sempre relativamente a partite di Slam: purtroppo non lo ricordo di preciso ma era una roba con un rapporto tipo 10:1 fra vinti e persi o giù di lì.
    Insomma, non esattamente il profilo di un ghiacciolo.

    Quindi Alex, è inutile da parte tua fare vittimismi del tipo “voi non accettate le mie opinioni”, quando in verità ti si sta solo chiedendo di argomentarle.
    Esattamente come io qui ho cercato di controargomentarle.

    Quindi please, te le chiedo sapendo di poter parlare anche a nome di qualche altro Federasta incallito:
    - perchè Stich è più forte di Del Potro?
    - in che senso Sampras aveva tabelloni difficili e Federer no?
    - come può un tizio vincere 14 Slam e fare semifinale da 20 Slam consecutivi nonostante nei momenti difficili non regga la pressione?

    Grazie.

  109. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Nik85
    La tua apologia è di eleganza federerica. E’ di gran piacere a leggersi: racconta il vero e il bello.
    Penso proprio che nessuno, tra i più sciagurati rematori contro, potrà mai ricordare Robin Soderling in veste di comparsa sensa evaporare nell’imbecillità. Quello ha combattuto fino a incontrare Roger, più che in veste di comparsa, direi da vincente (dopo un paio di battaglie di successo dei giorni prima) Ferrer, Nadal, Davydenko e Gonzalez. E’ vero, l’unico argomento di quegli sciagurati si agrappa allo scadimento presunto del livello del tennis praticato oggi rispetto a… “una volta”. Ma è anche l’appiglio più insulso: in tutte le discipline nelle quali si lotta contro limiti non relativi, la storia ed i numeri provano la tendenza ovvia ed inesorabile al miglioramento. Perché mai sciabola, pugilato, vela, tennis dovrebbero conoscere un cammino (tecnico) inverso? Il “Roland Garros” 2009 sarà ricordato come una tappa magnifica del migliore, da certi designato il GOAT un po’ pomposamente [qui faccio mio l’appellativo col pensiero rivolto alla… Genova Liberata].

  110. Stefano Grazia scrive:

    In effetti di tutta questa storia rimane certa una cosa sola: l;ignobile fuga di Scanzi dinanzi alle sue responsabilita’. Lo leggevo con piacere ed ero stato uno dei primi a difenderlo scrivendo ai detrattori: guardate bene, scanzi e’ un cazzaro da bar, uno che spara battute e che magari non ha mai praticato davvero sport in vita sua, eppure e’ simpatico, ti strappa per assurdo la risata…Ma ora che non ha scritto nemmeno una frase,un rigo appena …be’, con che coraggio potra’ poi ritornar, come il saggio, il pio, il teorete e il Bertoncelli di Guccini, a sparar cazzate/ Con che coraggio gli daranno ospitalita’? Vabbe’, gliela daranno, e’ una firma di prestigio, ma certamente io, noi, lo leggeremo con altri occhi, con un retrogusto amaro, con un po’ di imbarazzo…Ben altra figura avrebbe fatto se con autoironia si fosse esposto al fuoco amico e nemico, cosi’ invece e’ andato a ingrossare le fila di quelli che han perso un’occasione… per non stare zitti!

  111. Roberto Commentucci scrive:

    Stefano, ad onor del vero Scanzi non è affatto fuggito, ha solo scritto sul suo blog su La Stampa:
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=241&ID_articolo=141&ID_sezione=522&sezione=

    Peraltro ribadendo le sue idee con ammirevole coerenza.

  112. Nik85 scrive:

    Caro Giovanni, sei gentile. Leggo l’articolo di Scanzi sul link propostoci, poi rileggo di nuovo il tuo post. E capisco che l’evaporazione a cui accenni avvolge in una nuvola tossica - di difficile smaltimento - i più, lettori sani dal respiro (ahiloro) profondo, stimolandone sgradevoli reflussi biliari.
    A roberto commentucci dico che nuovi Scanzi crescono, e con “ammirevole coerenza” questo blog - per la sua gioia - già ospita (e ospiterà) l’originale e la serie completa dei suoi cloni.
    Oh Anakyn, come sempre in prima linea, sembra ormai di combattere disarmati un esercito di sith!

  113. Giovanni da Roussillon scrive:

    Fino ad oggi, che Roberto Commentucci velasse una certa dose di perfidia, un po’ di perversione sotto sotto, era per me soltanto un dubbio. Dopo essermi recato al bell’indirizzo al quale ci orienta, il dubbio è svanito.
    Come può uno contorcesi, nascondersi tra parentesi, dentro doppie ironie fatte di acredine ed imbarazzo? Scansarsi, “scanzarsi”? L’articolo - meraviglia paradigmatica del mondo degli ornitorinchi - dimostra bene come l’incoerenza recidiva sia una forma di coerenza riconoscibile.
    Caro Roberto, la tua iniziativa è cattivella quanto foriera di buon umore. Da scapestrato gentile, hai risolto l’inghippo dell’ “autorizzazione a pubblicare gli articoli” del giornalaio; non usuale, parrebbe, concessa quasi di malavoglia.

  114. chloe de lissier scrive:

    le esortazioni di molti miei “estimatori” in questo blog mi hanno convinta: è giunto il momento che la soprascritta saluti definitivamente (l’avverbio stavolta è giusto, garantisco) gli astanti e i frequentatori d’ogni tempo di quest’accademia di sport e varia umanità. mi auguro perciò che vorrete accettare questa mia ultima divertita opinione, per quanto appaia futile anche a me stessa, soprattutto oggi. ad ogni modo…
    “servizi e canzoni” è un luogo dove il nepotismo impera: infatti ‘o boss, il sottoboss, il norman mailer alle vongole, i manganellatori (chiamati moderatori per non offendere la memoria di italo balbo e roberto farinacci) sono tutti fratellastri fra loro, figli dello stesso padre, chuck norris, e di madri alterne (tipo targhe). come sapevano anche i latini, mater semper certa est, pater nunquam. nel caso dei nepotisti di “servizi e canzoni (sempre le stesse)” è il contrario: sono sicuramente tutti figli del texano alle cui dipendenze come maggiordomo c’è anche dio, ma le maternità sono supposte (come quelle di cui si rimpinzano i nostri lirici cantori). alcuni documenti vorrebbero che il norman mailer alle vongole, anche conosciuto come il riparatore di frigoriferi e dei torti (troppi) perpetrati da federer, sia venuto fuori in conseguenza di un brutto raffreddore di chuck che avrebbe ingravidato moira orfei: invero, le somiglianze ci sono tutte, basta guardare le foto che campeggiano sui suoi articoli e valutare lo stile dei suoi argomenti.
    ‘o boss, sempre talmente oberato che non riesce a fare mai niente, raccomanda a tutti educazione e fair-play pur dichiarandosi un pessimo maestro. è perciò assai plausibile l’ipotesi che lo vorrebbe discendente del solito palpatore con i piedi (il sempiterno chuck) e di tal brunetta, una meraviglia piccola ma perfetta.
    il sottoboss (attualmente si dichiara fuori, ma è una finta attuata per farsi desiderare), altrimenti noto alle cronache interne, e perciò ai maroni, come “il ras della figliolanza”, è l’unico caso di discendenza certa: proviene da un calcio rotante di chuck che ingravidò anna della giungla, figlia di hugo pratt. la certezza sull’origine del sottoboss è data proprio dai continui suoi nostalgici richiami ai rutti del nonno materno.
    i manganellatori sono capeggiati da un arcangelo e dal quinto vescovo riabilitato da papa ratzinger: tal michele tabellina (al momento latitante) e talaltro roberto di comme ci comme ça. dal padre, il sempiterno norris, hanno ereditato il quoziente di intelligenza e la perfetta conoscenza della suprema arte marziale, il “chi fu?”(a scrivere, naturalmente). quando non sanno che pesci prendere, chiamano la mamma. che non compare mai perché arriva prima quel tipo sempre oberato. l’origine materna dei manganellatori resta perciò un mistero della fede. i credenti devoti venerano però leonarda cianciulli come madre di michele e roberto per la loro reiterata abitudine di prendersela sempre e solo con le donne.
    raccomando dunque vivamente la frequentazione quotidiana di “servizi e canzoni”. si incontrano letterati, scienziati, filosofi, educatori di ogni provenienza, soprattutto furtiva; si discute in un clima che neanche i club mediterranée possono offrirvi; troverete sempre il consiglio giusto e la parola buona; e infine, avrete la certezza di un posto fra i collaboratori, se vi fate avanti, cosa che in questi tempi grami non è poco. obama non è nessuno al confronto di ‘o boss.
    statevi bene.

  115. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Giovanni, a me non pare di aver compiuto alcunché di perfido. :)

    Stefano Grazia aveva mal interpretato l’assenza di Scanzi dal nostro blog, accusandolo - ingiustamente - di essere pusillanime e di scrivere solo quando i fatti gli danno ragione.
    Io mi sono limitato a mettere Stefano a conoscenza del vero stato delle cose, senza alcun secondo fine, se non l’amore della verità.

    L’informazione deve essere completa, le opinioni degli altri vanno rispettate anche quando non sono da noi condivise.
    Io raramente condivido ciò che scrive Scanzi, ma non per questo penso che lo si debba ritenere un pusillanime sulla base di informazioni incomplete.

    Che poi ci siano altri blogger sedotti dal suo modo di scrivere, e che cercano di imitarne lo stile, a me personalmente può far sorridere, ma credo che costoro siano nel loro diritto, se si mantengono nei limiti della buona educazione.

  116. Renée scrive:

    Carissima Chloe. Scusa se mi permetto. Il tuo ultimo post è semplicemente fantastico (Chuck Norris che ha alle dipendenze servili persino Dio!?), ma per certi aspetti non l’ho capito molto. Problema mio, senz’altro. Quello che volevo semplicemente scrivere è che non comprendo perchè tu voglia davvero dare una portata così assoluta agli “avverbi”. Lo faccio per interesse personale, perchè leggere i tuoi scritti, sia che siamo d’accordo, sia che io non li intenda perfettamente, è sempre piacevole, interessante e “fertile” Ma allora, mi chiedo, perchè arrabbiarsi?
    Così farcirò questa serie di commenti, dove la mia tendenza allo sdolcinato ha dato, probabilmente, il meglio, con un pensiero per te.
    Le creature più coraggiose del mondo sono i fiori…fragili, effimeri, senza difesa, combattono sia per uscire dalla terra che per rimanere al loro posto. Non hanno alcuna apparente occupazione, se non diffondere la loro fragranza. La loro grandezza sta in questo. Che lo fanno, continuamente, indipendentemente dalla considerazione che qualcuno abbia voglia, tempo, capacità di concedere loro e si fermi ad annusarli o a guardarli. Indipendentemente dal fatto che ci sia qualche zotico che li calpesta senza averli neppure notati, o qualche sadico che pur vedendoli, prova piacere nel martoriarli, convinto, in assoluta mala fede, che “aver il potere” di compiere un gesto di forza ci dia il diritto di farlo.
    Il mondo potrebbe sopravvivere senza Chuck Norris.
    Non potrebbe senza i fiori.

  117. chloe de lissier scrive:

    carissima renée, desidero ringraziarti di cuore delle tue bellissime parole e dei nobili sentimenti che le sottendono.
    il mio maestro scrisse su questo blog, oltre due anni fa: “La massima parte della specie umana non è guidata dall’intelligenza e dunque dalla logica, ma dalla ferocia e dal conseguente bisogno di prevalere a qualsiasi costo. Il mondo non può essere governato da individui intelligenti, ma da esseri feroci. Gli uomini dotati di capacità intellettive sono davvero parte infinitesimale a confronto della gran quantità di persone con poca intelligenza ma con forte propensione a sopraffare i propri simili. Per quale strana ragione? Semplicemente perché (ammesso che sia concepibile) un mondo governato da esseri intelligenti consentirebbe la sopravvivenza anche dei deboli a qualsiasi titolo. Ma la Natura, nostra madre matrigna, si occupa della riproduzione della specie, selezionando duramente la razza umana. Questa nostra genitrice prevede dunque giusto la nascita di pochi esseri intelligenti, ma solo per garantire che i feroci non sbilancino totalmente l’equilibrio, spingendo gli effetti dei loro comportamenti fino alla completa distruzione. In sostanza, la rara intelligenza serve soltanto a riequilibrare situazioni che potrebbero degenerare drasticamente fino a mettere a repentaglio la sopravvivenza della specie umana. Ma il predominio è comunque destinato ai più feroci, sempre supportati ovviamente dal grande esercito di cani stupidi e crudeli che di fatto costituisce la gran quantità della popolazione umana. Si potrà anche ritenere questa una triste realtà, ma non si può nulla di fronte all’evidenza. Un individuo dotato di intelligenza non si rammarica dei fatti, giusti o meno che siano”.
    difatti io non mi rammarico, né mi lamento. nel corso del paio d’anni in cui mi è piaciuto intervenire in questo luogo l’ho fatto facendo tesoro delle giuste osservazioni, assai rare purtroppo, e cercando di scrollarmi di dosso i tantissimi attacchi personali subiti. ma giorno dopo giorno mi sono stancata, nauseata di tutto il livore che non smetteva di piovermi addosso. non sono interessata a stabilire se io sia migliore o peggiore, un fiore o chuck norris. sono attratta dalle parole e dalle domande che ricevono risposte sensate, logiche, argomentate o pregne di emozione, come le tue. ti ringrazio del paragone, ma non sono un fiore. bensì una persona, magari piccola, ma con un solo grande, insopprimibile desiderio: essere liberamente me stessa, andare per la mia strada e accompagnarmi ai miei simili.

    ————————————————————————————
    personaggi e interpreti dell’ultima piéce (senza acrimonia):

    ‘o boss: ubaldo scanagatta
    norman mailer alle vongole: andrea scanzi
    il sottoboss: stefano (dis)grazia, “ras della figliolanza”
    manganellatori: michele “tabellina” fimiani
    roberto “comme ci comme ça” commentucci

    e con un ultimo sorriso adesso saluto davvero. tutti.

  118. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Commentucci
    Forse hai ragione, a patto che si ribadisca l’assoluta assenza di “idee tennistiche” nello scrivere di tennis da parte di Andrea Scanzi.
    Ha ancora una volta semplicemente ribadito che se Federer vince sempre lui non si diverte. Problemi suoi, se permetti.
    Ma non argomenta mai dal punto di vista tennistico questa che è solo personale antipatia, in cui il gioco non c’entra niente.
    Rispondendo a lui, altrove, citavo per la prima volta la rielaborazione del dropshot di Federer 2009; ricordavo dettagliatamente alcune demi-volee’ di Roger Federer a Madrid (contro Roddick ne ha giocate due da delirio, più una difensiva contro nadal in finale); ricordavo lo show di palle corte contro Del Potro, sempre a Madrid.
    Tutto ciò è oggettivo. I colpi li abbiamo visti (almeno, io li ho visti). Gli altri, quei colpi lì, non li giocano.
    E certo, i gusti sono gusti, ma se nel tennis non stai (anche) a guardare queste cose, di che parli, poi, negli articoli? Di Mirka, per prenderla in giro? Complimenti vivissimi. “Uomini che odiano le donne” dev’essere un titolo che adora. Se continua così, leggetevelo voi, Scanzi.
    @ Chloe
    Un ideale abbraccio, chiunque ed ovunque tu sia (in realtà il tuo nome l’hai scritto, e dovresti essere a Napoli). Au revoir.

  119. Giovanni da Roussillon scrive:

    Carissima Chloe
    Per ogni giulia biliosa siamo mille ad apprezzare il tuo commentare. L’ultima tua produzione è una perla di limpidezza e umore. Insieme con l’epica mitologica molto godibile della pièce, colgo la gratitudine verso il tuo maestro [fin dalla prima lettura qui di una sua riflessione, considero pure io Thomas Yancey una persona di riferimento, un faro].
    Senza voler influire sulle tue scelte, sarei ben felice se talvolta ti riprendesse il desiderio di scriverci.
    Con un saluto amichevole, caro.

  120. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Roberto
    Intendevo appunto far risaltare la tua presa di due piccioni: il secondo, non menzionato esplicitamente perché ovvio, sta nel segnalarci con leggerezza e non senza una punta di perfidia “innocente” un modo di comunicare che pochi di noi condividono, tu ed io tra i primi.

  121. Alex scrive:

    @ Anakyn

    Non mi sento una vittima né faccio del vittimismo, parlo solo della differenza di educazione tra i miei post e quelli dei tifosi.

    Venendo alle tue domande:

    1) Riguardati le partite di Stich e quelle di Del Potro (anche quelle che farà) e poi mi saprai dire se non noti nulla di diverso a livello di tennis e spero che non ci si nasconda dietro al “il tennis è cambiato molto”.
    Federer batterà Del Potro anche a 60 anni suonati, è strano il fatto che ci abbia messo 5 set.

    2) Credo che postare i tabelloni dei tornei qui, anche limitandomi ai soli slam, sarebbe fuori luogo. Se ti va e hai voglia di farlo, come ho fatto io, a tempo perso e lasciando il tuo amore per Roger per un attimo fuori dalla porta, ti renderai conto di ciò che ho scritto, poi puoi condividerlo o meno, ma almeno non dirai che non argomento ciò che scrivo.

    3) Ti ricordo che ha “sciolto” al V set contro Nadal in Australia proprio poco tempo fa (se ti fosse sfuggito, come forse ti sono sfuggiti i tabelloni di cui sopra te lo ricordo qui), contro un avversario che ormai non si reggeva più in piedi a causa di una semifinale estenuante, ma psicologicamente mostruoso. E ciò è capitato in un momento e su una superficie dove Federer è e resta comunque più forte di Rafa, unico suo vero oppositore e con armi tecniche neppure paragonabili a quelle dello svizzero.

  122. Alex scrive:

    @ Roberto Commentucci

    Ti faccio i complimenti sia per l’articolo sia per la tua educazione, oltre che naturalmente per avere messo il link dell’articolo di Scanzi.

    Io, a differenza di tutti qui condivido ogni riga del suo (di Scanzi intendo ;) ) articolo.

    Però, come vedi, a differenza dei “tifosi” di Federer, non mi scaglio contro di te, anzi.

    Faccio anche notare agli altri, che forse se lo sono perso, il fatto che Scanzi dica più volte che Federer gioca un tennis straordinario.

    La questione è solo questa: peccato che sia da solo, come non era successo ad altri, ci saremmo divertiti tutti, tranne i tifosi, di più, proprio come accadde negli anni ‘90 o prima.

  123. losgomentodifronteadalex scrive:

    Nella personale coda della discussione in cui ero intervenuto per reagire istintivamente alle stilettate di alex, ecco nella personale coda in questo caso nessun fiele o livore - almeno spero, confidando in me - ma solo qualche considerazione acché il commento di qualche giorno fa possa assumere contorni ben più definiti svestendo i panni di un esangue fantoccio. Il meglio è stato già scritto, questo detto senza alcuna sfumatura sarcastica, e proprio di questo meglio vorrei appropriarmi per definire le parole di giorni fa: MEW e anakyn chiariscono in maniera esauriente, da parte mia, la questione federer ed avversari richiamando l’articolo di malafarina e ponendo tra l’altro delle domande ancora inevase, nik85 fornisce ulteriori chiavi di lettura e ha il pregio di dare valore ad una semifinale in cui del potro ha mantenuto per tre set una notevole efficacia al servizio e ha poi giocato,come ricordava anche MEW, uno strabiliante sesto gioco del quinto che avrebbe demoralizzato chiunque… e quindi…quindi, caro alex, pur apprezzando il fatto che, dopo le uscite da aforismi che si snocciolavano quando si era fanciulli in ammoree, ti sei dilungato nel farci partecipe delle tue opinioni (cosa che ha trasformato il mio iniziale sgomento in una semplice disapprovazione personale), non riesco ancora a capire come tu possa ritenerti obiettivo e matematico se non fornisci un granchè di sostanza ai giudizi soggettivi adducendo soltanto il motivo che non tifi nè per nadal nè per federer: come direbbe un politico molto in voga, ahimè, in questi tempi “che c’azzecca?”
    Comunque, al di là di ciò, sarò noioso ma c’è un altro aspetto che mi infonde tristezza, sì tristezza, e non riguarda per niente il battibecco con alex ma le parole “ammirevole coerenza” con cui roberto comme çi comme ça definisce l’operato di andreino vocina da gatto castrato (quando ce vò ce vò):d’accordo, caro commentucci, che siete amici e vi scambiate amorevoli effusioni su facebook e brodaglia varia, d’accordo che andreino il moralizzatore è ormai un giornalista (???) affermato scrivendo sulla Stampa (poi però nessuno si chiede come mai lo scanzi esperto di tennis non scriva di tennis sul quotidiano di calabresi:semplicemente perchè hanno già un vero e meraviglioso scrittore quale semeraro lontano anni luce dalla paccotiglia del pennivendolo toscano), d’accordo che fra colleghi alla fin dei conti ci si difende (e quegli attacchi di andreino a roma erano solo uscite pubblicistiche), però a tutto c’è un limite e mi sembra eccessivo, un po’ democristiano dare credibilità ad uno che da anni ripete le stesse cose, le stesse espressioni, gli stessi atrofizzati pensieri, che rimestola sempre lo stesso minestrone per servire poi una melensa pastina che non è coerenza, men che meno ammirevole, ma solo sterile stupidità e,come evidenziava MEW, incompetenza tennistica..ecco il fiele lo sapevo..e allora brevemente, per concludere, un ultimo pensierino: in questi anni ho aperto il blog dell’uomo oberato per capire come organizzarmi con le dirette televisive grazie all’apporto di bisti e per cercare i commenti di chi apprezzavo:fra questi, non molti come è ovvio che sia, ho amato (eh sì son ritornato fanciullo in ammoree) le parole e la lucidità mista ad una rara sensibilità di chloe tanto da stamparne spesso i commenti (come l’ultimo) e da inseguirne i passi su altri forum (beh sì quasi da maniaco…) e quindi non posso che fare mio l’”appello” di giovanni da roussillon alla facciaccia della biliosa giulia…scusate la lunghezza:non lo farò più….

  124. losgomentodifronteadalex scrive:

    mi sbagliavo:è sempre lo stesso..lo sgomento ridiventa tale…simpliciter poverino….

  125. Roberto Commentucci scrive:

    A me sembra che come al solito si vada oltre le righe…

    Io ho postato il link al pezzo di Scanzi solo ed esclusivamente per ristabilire la verità dei fatti dopo le affermazioni di Stefano Grazia. Scanzi non si è sottratto dal commentare dopo la vittoria di Federer a Parigi. Non è stato fellone, non ha scelto il silenzio, ha continuato a dire la sua, con coerenza.

    Ripeto che raramente sono d’accordo con quanto scrive Andrea.

    In un mio articolo di qualche giorno fa sulla (mancanza di) cultura sportiva in Italia, scrivevo, tra l’altro, a proposito di certi commenti:

    “terminologie magari suadenti e seducenti, ma che spesso portano ad analisi del tutto inesatte o, peggio, inesistenti, spesso fondate su un uso del tutto superficiale della psicologia, come se si fosse all’Isola dei Famosi”.

    Quindi potete ben capire come la penso, quando leggo post ispirati allo stile di Andrea, scritti per giunta da persone che non sanno scrivere bene come Andrea.
    Non lo condivido, e credo che non sia un modo serio di approcciare lo sport.

    Tuttavia, ribadisco che le opinioni altrui vanno rispettate.

    Scanzi, come tutti i cittadini di questo paese, se non commette reato di diffamazione (e non mi pare questo il caso) ha pieno diritto di parola.

    E nessuno può nè pensare di negarglielo, nè può venire a dettare la linea editoriale di questo blog, che resta improntata a tutelare il dialogo e il confronto, cercando di esaltare la libertà di espressione.

    La negazione del diritto di affermare opinioni contrarie alle proprie si chiama settarismo, parola davvero brutta.

    Se a qualcuno la libertà di espressione non piace, e preferirebbe trovare qui un pensiero unico, beh, non ci legga, non scriva, non commenti. E’ nel vostro diritto.

    Questo è un blog di tennis, non un Roger Federer fan club.

    E lo dice uno che non ha mai nascosto la sua predilezione per lo svizzero.

  126. Roberto Commentucci scrive:

    Rispondo poi ad Alex, sulla questione Stich Del Potro.

    Credo che debba essere fatta una distinzione fra estetica ed efficacia.

    Se si parla di bellezza estetica dei colpi, possi anche essere d’accordo: Stich,l’Airone, era molto più gradevole da vedere di un Del Potro, muscolare, sgraziato e monocorde.

    Ma sostenere che Stich è più forte e più efficace di Del Potro è a mio avviso molto difficile.

    I giocatori di vertice attuali sono tutti - ma proprio tutti - molto più forti di quelli che andavano per la maggiore nei dorati e mai troppo rimpianti anni ‘80 e ‘90.

    E per un motivo molto semplice: quelli di oggi sono molto più completi nei colpi fondamentali (servizio diritto e rovescio), e sono molto più forti fisicamente, più potenti e più veloci.

    Sono più completi nei colpi perché da bambini la loro tecnica di esecuzione è stata modellata secondo principi biomeccanici più recenti ed efficaci, in modo da costruirli esenti da punti deboli.
    Per cui oggi non troverai mai nei primi 10 un Krajcek, che non sapeva tirare il passante di rovescio, o un Edberg che aveva grandi problemi a controllare il diritto, o uno Stich che quando doveva spingere con il diritto una palla senza peso la mandava in tribuna.

    Del Potro avrebbe triturato Stich semplicemente giocando sulla diagonale destra, diritto contro diritto.

    Sul piano fisico, è altrettanto impossibile oggi trovare un top 10 che si muove male come Becker, o come Todd Martin, o incapace di giocare vicino al campo come un Bruguera o un Berasategui, i grandi terraioli dell’epoca di Sampras, che valgono poco più della metà della gamba sinistra di Nadal.

    Federer ha dominato contro questa gente, più forte e più completa, come nessuno era mai riuscito a fare prima. Se a te e a Scanzi non emoziona, rispetto il vostro punto di vista, ma nello stesso tempo mi spiace per voi, perché non sapete cosa vi perdete.

  127. Diego scrive:

    Roberto, non condivido la tua concezione di completezza tennistica: Del Potro, come Nadal, Djokovic, Nalbandian, Roddick, Davydenko, insomma tutti i grandi campioni cui ti riferivi, non sanno fare una volée. Chi l’ha detto che è più completo un giocatore non in grado di fare mezza volée rispetto a uno non in grado di fare un passante di rovescio? Ricordati poi che la grande arma di Federer contro tutti questi bimani è il rovescio in back stretto, che questi giocatori, per manifesti limiti tecnici (quindi non sono completi come dici tu), al posto di attaccare la rete sul colpo meno sicuro di Roger, il passante di rovescio, ributtano di là una “mozzarella”, puntualmente punita da Federer con un diritto definitivo. Nadal, mancino, è l’unico giocatore in grado di sottrarsi a questo schema. Ma chi ci dice che un Rafter non sarebbe stato capace di attaccare quella palla in back e mettere in difficoltà Roger?

  128. Roberto Commentucci scrive:

    Io parlavo di completezza nei colpi fondamentali: servizio, diritto, rovescio. Il tennis è cambiato, è divenuto meno importante saper giocare bene al volo rispetto alla solidità dei colpi da fondo.
    Federer contro un Rafter avrebbe vinto piuttosto facilmente.
    La sua enorme superiorità nei colpi di rimbalzo non avrebbe consentito a Rafter di prendere la rete se non dietro al servizio. Da fondo Federer non avrebbe avuto nemmeno bisogno, contro un Rafter, di giocare il back. I suoi colpi in topspin sarebbero stati ampiamente sufficienti contro un tennista dai fondamentali leggeri come era Rafter. Che poi, a sua volta, avrebbe avuto notevoli problemi a difendersi contro le discese a rete di Federer.

  129. Agatone scrive:

    Io penso che un po’ più di leggerezza non guasterebbe, quando si scrive e si legge di tennis. It’s only a game and I like it, mi vien da dire, parafrasando una vecchia canzone.
    Io leggo sempre con molto piacere Chloe, che scrive dei piccoli saggi sempre perfetti e soprprendenti, ma leggo anche con gusto le trovate e le battute di Scanzi, che, come dice Stefano Grazia, scrive di tennis come fosse tra gli amici in un bar. Usa l’ironia, anche pesante a volte, e spesso riesce a far ridere.
    Che poi lui accusi Federer di essere senza avversari è un’accusa agli avversari, non a lui. Che gli dica di essere freddo è una visione personale che non mi trova d’accordo, ma fatti suoi.
    Non penso che Federer possa essere minimamente toccato da quello che scrive Scanzi.
    Anche questa volta mi trovo a essere d’accordo con R. Commentucci. Comincio a preoccuparmi…… ;-)

  130. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Ragazzi, io dico che quando si scrive di tennis si dovrebbe scrivere (anche) di tennis.
    Vi fa ridere, eh, Scanzi, quando fa i commenti estetici sulla corpulenta Mirka? E’ un’umorista alla “chi è tatiaaaana? è quella grassa, ma così grassa, che….”. Uguale.
    Arguisco che non c’è più alcuna distanza da uno che scrive (anche) su Micromega e Cirilli, che non è proprio il più raffinato dei comici televisivi.
    Registro, e vado avanti.
    Commentucci parla di idee e di ammirevole coerenza. Io dico che in quell’articolo non ci sono “idee tennistiche”, e c’è la “ammirevole coerenza” dei tamarri del bar sotto casa.
    Che non è il “Bar Sport” di Stefano Benni (ah, no: proprio no), ma il “cocktail bar” del 2000, dove il commento sulla donna sgraziata (che se sentisse, forse reagirebbe, forse non degnerebbe di risposta, ma forse piangerebbe, chissà) fa sghignazzare ghli astanti a corto di argomenti. E farebbe sghignazzare Alex, che condivide l’articolo “in pieno”. Complimenti Alex. ma che c’entra Sampras? Che c’entra il tennis? Che c’entra l’essere tifosi di Federer?
    Certo che Federer non è toccato da quello che scrive Scanzi. Forse non sa nemmeno chi è. Ed è chiaro che l’argomento tennis è “leggero”. Ma nel caso specifico la battuta su Mirka è immotivata, a se stante, e molto sgradevole, e se nessuno riconosce anche l’oggettivo, che leggiamo a fare?
    Peste, e io non sono nemmeno tifoso di Federer, che il diavolo vi porti, direbbe sempre il vecchio Tex Willer.

  131. Giovanni da Roussillon scrive:

    “Questo è un blog di tennis”. Benissimo. La discussione intorno a giornalisti di articoli afferenti il tennis e pubblicati talvolta in codesto blog con l’autorizzazione dell’autore - così l’autore stesso in un suo commento (non qui, bensì su “lastampa.it”) - rientra nello scopo di “un blog di tennis”.

    E’ vero che accennare al “marito Mirka” e ad altre volgarità, da un punto di vista del diritto, può essere irrilevante se pure il giudicante è misogino. Ma è anche vero che simili espressioni non elevano l’onorabilità della testata, offendono. Come è vero che, se un individuo designa un insieme di persone col termine di “federasti”, significa che a ciascun membro di dato gruppo si sentirebbe di potergli dare del “federasta”. Ecco, se Scanzi avesse il coraggio di accostare l’epiteto al nome anagrafico di un singolo, il leso non incontrerebbe alcuna difficoltà citandolo in giustizia.
    Ripararsi dietro proposizioni contorte per alludere volgarmente a presunti difetti fisici di persone e a presunte debolezze e malformazioni non significa scrivere bene. E’ uno schifo. Una vergogna.

  132. Anakyn scrive:

    Alex, quella da te citata (finale AO 2009) è l’unica occasione in cui Roger ha effettivamente “sciolto”. E lì c’erano su di lui pressioni che andavano ben al di là di una finale Slam. Oltretutto, ci si dimentica sempre di come, sin dalle prime sfide, tra Federer e Nadal la pressione di vincere sia sempre stata sulle spalle dello svizzero, visto che a detta di (quasi) tutti, e dello stesso Nadal, era lui a partire favorito; spesso e volentieri anche sul rosso, almeno sino al 2006 compreso… poi si è cominciato ad ammettere che su quei campi il favorito era Rafa. Si parla tanto del “coraggio” di Nadal, ma è ben più facile dimostrarlo quando sei l’underdog.

    Il discorso sui tabelloni: chiaro che va limitato agli Slam, sia perchè sono gli unici tornei DAVVERo importanti, sia per “campionare” un’analisi che altrimenti sarebbe dispersiva… infatti, perchè dovrebbe esserci STATISTICAMENTE grosse differenze tra un tabellone Slam ed uno Master Series, visto che più o meno partecipano sempre gli stessi giocatori?
    E se ci riferiamo agli Slam, attendo ancora di capire come mai quelli di Sampras erano così ostici rispetto a quelli proposti allo svizzero.
    Giusto una settimana fa leggevo di come Sampras ha vinto i suoi ultimi Wimbledon con tabelloni quasi da challenger: nel 2000 se non erro non ha dovuto battere nemmeno un top 20.

    Il discorso sensato è quello che si rifa ad una prospettiva storico-sociale, e cioè il rendersi conto che negli Sport principali (tra cui figura anche il tennis), la massificazione e la mediatizzazione sono proporzionali al crescere della competitività. In altre parole: più cresce il n° di spettatori ed appassionati, più sale il livello in campo. E’ inevitabile e succede anche al tennis. Ecco perchè di sicuro, ripeto DI SICURO, e senza nemmeno bisogno di spulciare tabellone per tabellone, gli avversari che incontri in questo decennio sono superiori a quelli del decennio scorso.

  133. Anakyn scrive:

    P.S.
    Poi per fortuna Commentucci ha fornito anche delle motivazioni tecnico-atletiche a dimostrare come la top ten di 10-15 anni fa fosse “in assoluto” meno forte dell’attuale.
    Se relativizziamo è un altro discorso. Ma allora non si pretenda di mettere sullo stesso piano gli avversari di 2 campioni di decenni diversi.

    Piuttosto, sono curioso di assistere all’eventuale evoluzione del tennis del futuro… per capire se ci sono altri margini di miglioramento, ed in che misura.
    Qui forse lo stesso Roberto potrebbe venire in soccorso con qualche previsione: chissà se posso nascere giocatori fisicamente ancora più evoluti (ma dopo Nadal è ancora ipotizzabile?), meglio allenati e tecnicamente ancora più completi?
    Oppure la tecnica verrà rivoluzionata e nasceranno dal nulla nuovi colpi e nuove conseguenti tattiche?

  134. Giulia scrive:

    Concordo con ogni singola lettera di Commentucci quando dice:

    “La negazione del diritto di affermare opinioni contrarie alle proprie si chiama settarismo, parola davvero brutta.

    Se a qualcuno la libertà di espressione non piace, e preferirebbe trovare qui un pensiero unico, beh, non ci legga, non scriva, non commenti. E’ nel vostro diritto.

    Questo è un blog di tennis, non un Roger Federer fan club.

    E lo dice uno che non ha mai nascosto la sua predilezione per lo svizzero. (Anche la sottoscritta lo è! ndr)”

    Per il resto incasso l’aggettivo “biliosa” che mi è stato donato da qualcuno che non sa affrontare critiche, ma vorrebbe solo sedurre ed essere applaudito.
    Chi osa non essere d’accordo è livoroso e/o incompetente.
    Speriamo almeno di non avere ancora una volta assistito alla solita patetica sceneggiata di chi sbatte le porte, ma non se ne va mai.
    Se ne va da vittima frignante come se lei avesse trattato sempre tutti con dei guantini bianchi.
    Si commenta da sé.

    Un plauso particolare all’autore del pezzo anche per non aver risposto alle provocazioni del tutto infondate della pièce di cui sopra.

    Tra l’altro Roberto Commentucci pare avere pure poteri divinatori basti leggere il titolo del primo paragrafo del suo ottimo articolo ossia “La liberazione.”

    Buon Wimbledon a tutti

  135. Agatone scrive:

    Le battute su Mirka Scanzi se le potrebbe evitare, su questo sono d’accordo.

  136. Thomas Yancey scrive:

    Gentile Giulia, forse sono stato il primo in questo blog a criticare aspramente un certo modo di fare informazione, al tempo della vicenda che vide coinvolto Davydenko. Roberto Commentucci sicuramente se ne ricorderà bene. Mi sono allontanato dal blog certo non perché reputassi livorose o incompetenti le opinioni diverse dalle mie, ma perchè accadeva che la mancanza di argomenti da parte di diversi interlocutori si traduceva in una questione personale. Ho avuto qualche disputa con Ubaldo Scanagatta e una diatriba con una persona che si firma “Gianpaolo”, che peraltro mi pareva persona di un certo spessore culturale. Ho smesso di scrivere qui semplicemente perché me ne era passata la voglia. Ma non ho smesso di leggere il blog. Conosco perciò gli interventi di Chloe e le reazioni (giuste o sbagliate, poco importa) che ne sono seguite. Ma non ricordo, gentile Giulia, alcuna polemica fra Chloe e lei. Il suo modo di porre la questione non è chiaramente quello di un semplice utente, ma parrebbe quello di una persona che riveste un ruolo di una certa importanza nella redazione del blog. Fra l’altro, nell’ultimo suo intervento lei scrive ” Anche la sottoscritta lo è! ndr”, dove “nota del redattore” può essere anche un lapsus, ma certo lascia assai perplessi. Chi è lei, allora, Giulia? E a quale titolo interviene in questioni che non paiono riguardarla e trinciando giudizi di valore su persone che nulla hanno mai avuto a che vedere con lei? Perché pensa di avere il diritto di comportarsi come fa? Perché offende le persone, permettendosi di mettere alla porta chi le pare da un luogo che non è errato definire pubblico? Insomma, Giulia, mostri concretamente che dietro la sua arroganza c’è anche serietà e responsabilità e dica chi è lei e perchè si permette simili comportamenti.
    Diego Trio

  137. Giovanni da Roussillon scrive:

    Già, già. Come si spiegano gli epiteti sparati dalla non livorosa Giulietta dello spirito, quali “vittime frignanti”?
    E come si spiega, altresì, che la magnifica postina commenta ciò che da sé già si commenta?
    Da non livoroso e incompetente dico alla traboccante di bile: “Osi, osi pure apol(l)ogizzare il misogino e chi ne difende la stoffetta. Purché osi essere abbastanza ricettiva nell’incassare i contraccolpi.

    ___________
    Ognuno può promuovere e riprodurre le amenità dello Scanzi. Così come ognuno può scrivere di esserne disgustato alla lettura. Nicht wahr?

  138. Roberto Commentucci scrive:

    Sento il bisogno di chiarire la posizione della Redazione, dal momento che Diego Trio (Thomas Yancey) ci coinvolge.
    Signor Diego, le garantisco che nessun esponente della Redazione si è immischiato in questa discussione sotto falso nome.
    Giulia è un normale utente.
    I componenti della redazione, quando scrivono dei commenti, lo fanno SEMPRE con il loro nome e cognome o, come marcos, con lo pseudonimo che hanno scelto e con cui fimano gli articoli.
    Scrivo questo per evitare dietrologie e speculazioni.

  139. Thomas Yancey scrive:

    Nessuna speculazione o dietrologia, signor Commentucci, almeno da parte mia. Tengo a ribadire che il mio intervento è rivolto direttamente alla persona che si firma “Giulia”. Pertanto non penso minimamente ad alcun coinvolgimento della redazione o della direzione del blog in questa vicenda, ma semplicemente ad un’irresponsabile atteggiamento di qualcuno che “potrebbe” anche essere un redattore, ma che comunque assume atteggiamenti di cui è responsabile solo personalmente, chiunque egli o ella sia.
    So che va di moda di questi tempi, ma tendo a dare sempre scarso credito alle teorie dei complotti.

  140. Alex scrive:

    @ MEW

    Non mi sono espresso bene sull’articolo di Scanzi.

    Intendevo che condivido il suo pensiero quando dice che Federer è grande ma gioca da solo, e questo non è colpa sua (di Roger), ma degli altri.

    L’opinione su cui siamo e saremo sempre in disaccordo è quella solita, c’è chi dice che lui è talmente grande da far sembrare gli altri meno forti di quello che in realtà sono, e c’è chi sostiene come me che lui risulta essere così grande proprio perché, ad alto livello, non c’è gente forte (Nadal escluso, che però è molto più giovane e quindi è entrato a competere con lui diciamo ad armi pari, terra esclusa, solo da poco) come c’era prima.

    I numeri che porto a supporto della mia tesi sono quelli degli slam vinti dagli avversari che ha trovato lungo la sua strada.

    Ben diverso, a parità di slam vinti, quelli che trovò Sampras.

    sono anche d’accordo con l’articolo di Scanzi quando parla degli avversari che lo svizzero ha trovato in finale di slam.

    Trovo poi sbagliato dire che Scanzi ribadisce sempre le stesse cose quando lo fate anche voi, è normale, voi avete le vostre ideee e le continuate a ribadire in maniera identica, io le mie e faccio lo stesso e lui le sue e così via. Tutti noi cerchiamo di motivarle al meglio e siccome nessuno è tenutario della verità assoluta continueremo a discuterne.

    Spero con meno lirvore però nei confronti sia di Scanzi, sia miei, ma credo sia chiedere troppo, o forse no!?

  141. Stefano Grazia scrive:

    APRO SOLO OGGI DOPO QUALCHE GIORNO l’articolo su cui avevo postato il mio piccolo j’accuse a scanzi (tra l’altro riprendendo un post di Wally (MEW) e sono rimasto esterefatto dall’alluvione impermalosita di posts…Tra l’altro, nemmeno a parlar male di Scanzi riesco ad ottenere l’approvazione di Chloe, se non e’ amore questo… COMUNQUE: CHIEDO SCUSA A SCANZI(e ringrazio Roberto per avermi dato l’opportunita’ di chiedergli scusa: suppongo che anche a lui di quel che scrivo io non lo tocchi cosi’ come quello che scrive lui non tocca sicuramente Federer). MAGARI,solo magari, sarebbe stato un tocco di classe scrivere un pezzo ANCHE per il Blog ANCHE quando Federer vince il RG, visto che era andato in orgasmo quando Federer aveva perso gli Aussie Open (non ricordo cosa aveva scritto a W). MA PUR NON CAMBIANDO OPINIONE SUL FATTO CHE SCANZI RIMANE UN DIVERTENTE CAZZARO DA BAR, E” OVVIO CHE IO ABBIA PISCIATO FUORI DALL’URINALE …E NON E’ NEMMENO LA PRIMA VOLTA come Giovanni De Roussillon e Chloe potranno certo rimarcare (con Thomas Yancey, loro mentore, invece mi sembra di aver avuto sempre un buon rapporto..).Confesso di non essere mai riuscito a condividere l’entusiasmo per ogni scritto di Chloe che trovo spesso di una perfidia aristocratica intellettualoide esagerata aggravata dal fatto che appena le si risponde, di fioretto o con la clava,si offende a morte mentre continua ad avere la pretesa che gli altri si debbano sentire onorati di essere offesi da lei. E De Roussillon tutto servile e felice a farle la corte… Mah! Intendiamoci, mi puo’ offendere, deridere, ridicolizzare finche’ vuole…A volte le do anche ragione. Ma se fosse meno permalosa sarebbe piu’ credibile. Invece lei ci guarda dal balcone, come il Verga osservava la plebe…da lontano, perche’ in fondo un po’ puzziamo.
    Comunque io al momento sono davvero in congedo, mi trovo qui a Bradenton, c’e’ il sole, mio figlio gioca e vince… Un abbraccio a tutti.
    E PORGO DI NUOVO LE MIE SCUSE A SCANZI.

  142. Stefano Grazia scrive:

    Dimenticavo: in pratica, quel che volevo dire era: ragazzi, rilassatevi. E’ solo un blog. Uscite, andate a giocare a tennis, divertitevi, ‘get a life!’ come si direbbe qui…E’ solo un Blog e si parla quasi sempre del nulla. A volte,quando fate cosi’, mi sembrate gente molto triste e molta disperata e soprattutto molto sola.

  143. Alex scrive:

    @ Giulia

    Volevo solo porre l’accento su una tua frase:

    “Chi osa non essere d’accordo è livoroso e/o incompetente.”

    che mi è piaciuta molto (non sono per niente ironico! La penso proprio come te e come Roberto Commentucci, sempre educato e misurato, spesso anche nel non rispondere a certe inutili e sterili provocazioni).

  144. Giovanni da Roussillon scrive:

    Come è possibile invocare gli slam vinti dagli avversari, se in un quadriennio li vince tutti il medesimo giocatore o eventualmente il suo delfino?
    ______________

    Di transenna: sembra che il livore sia da relazionare all’invidia, al rancore. Invidia? Rancore? Per la carità! Non si saprebbe per cosa e per chi? Una sensazione di strazio ci sta invece tutta. Alex continua a non “esprimersi bene”, benché faccia sforzi, da riconoscergli, per recuperare un poco di dignità dopo lo sgarbo iniziale.

  145. Renée scrive:

    Perfido o non perfido (sto scherzando, eh, non so inserire lo smile ammiccante..) io sono d’accordo con Roberto su tutto….tranne che per una frase: “ammirabile coerenza”(!?) riferita a Scanzi, nooooo!
    E’ un ossimoro, una contraddizione in termini.
    Cooerenza non significa ribadire ad ogni occasione le proprie più intime e radicate convinzioni (in questo siamo tutti maestri, io per prima)
    La cooerenza è quella che ti porta ad agire secondo i tuoi principi, ad arrivare alle tue personali soluzioni e convinzioni adottatando gli stessi criteri. Il contrario di coerenza è applicare il motto “uso parametri e principi diversi a seconda del risultato che voglio dimostrare.”
    E, chiedo scusa, ma in questo Scanzi è davvero grande!

    Per giustificare i prorpri costrutti ( o spesso le proprie batture ironiche) Scanzi - più di Federer - nega sè stesso:
    Parla di noia della dittatrua federiana, ma celebra il Rolland Garros del 2008 (apoteosi del torneo dittatoriale dell’ultimo lustro)
    Parla delle manie robotiche di Nole, ma non accenna mai alle bottogliette in fila di Rafa
    Invoca il vassallaggio solo per King Roger e mai per altri “dominatori di match”
    Si dichiara un esteta e rimprovera a Fed di essersi venduto il talento per i record, ma è aspro con Gasquet perchè non vince
    Si dichiara un amante del bel gioco a scapito del dominio, parla di uccisione di favole quando il nostro svizzero sconfigge un valente outsider, ma non ha mai il minimo segno di ammirazione per un valoroso tentativo di vittoria non raggiunta da un tennista italiano
    Prende in giro, fa il censore, critica anche duramente il minimo tic o difetto fisico…tranne quando si tratta dello spagnolo n. 1)
    Non perchè gli piaccia davvero, ma perchè va santificato chi batte Roger negli Slam (Murray e Simon infatti sono vilipesi quanto gli altri)
    Nega la grandezza del dominio di Roger citando i suoi avversari
    Ora io non voglio infilarmi nella polemica più sterile e tautologica che si sia mai vista (è forte Rog o sono scarsi tutti gli altri)
    Però mi accodo a chi dice allora anche lo spagnolo non è poi tutto sto granchè
    E’ vero, batte Roger. Ma è anche vero che, anche solo a guardare gli ultimi 4 Slam, lo svizzero ha vinto più partite di lui e arrvia più spesso in finale. Non mi pare che giochino in due cricuiti diversi, no?

    In ogni caso, davvero, non mi importa niente di stabilire chi ha ragione o torto
    Non penso che ci sarà mai modo di dimostrare “scientificamente” un concetto a chi è convinto del contrario quando a muovere le nostre convinzioni è un sentimento irrazionale e illogico come è il “tifo sprotivo” o l’antipatia (e questo vale per me, per i cd federasti, per i nadaliani, per i vari Alex, Scanzi e tutti quanti)

    Infine: credo di aver chiarito nel mio personale post a Chloe che non trovo sensato arrabbiarsi con chi non ci apprezza, né considerare indegni interlocutori quelli che non amano nè le nostre idee nè il modo di porgerle
    Trovo però assurdi (mi auguro che questo non offenda nessuno) anche i proclami di allontanamento dal blog.
    Se Scanzi scrive ho diritto di leggerlo o di ignorarlo o di commentare che quello che scrive mi sembra una boiata.
    Ma questo è un passatempo: se non si ha voglia di partecipare (perchè qualcosa ci ha ferito o fatto risentire nel nostro amor poprio, o ci annoia o più semplicemente non abbiamo tempo da perdere in leggerezze del genere) basta non clikkare.

    E così, se ci tornerà la voglia di disquisire su queste amenità, nessuno potrà tacciarci di essere incoerenti.

  146. Stefano Grazia scrive:

    Renee’ dice molto meglio di me cose che avrei voluto dire anch’io e se mai ho tentato a volte di dirle evidentemente sono state male interpretate.Perfettamente d’accordo anche su Scanzi che secondo me comunque non va mai,ripeto, preso troppo sul serio.

  147. Roberto Commentucci scrive:

    Volevo rispondere ad Anakyn, a proposito della sua richiesta circa lo sviluppo futuro della tecnica.

    Ne abbiamo un pò parlato in questo pezzo:

    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2513

    Ringrazio poi Reneè per la sua pacatezza e per la serenità che traspare dai suoi post. Se ha questo stato d’animo anche nella vita reale, ecco una donna da sposare, se posso permettermi :) .

  148. Giovanni da Roussillon scrive:

    Cosa mai non farebbe mai il Grazia affinché gli si rivolga parola!

    Allora, prima di turarmi il naso: il fioretto non lo sai maneggiare; non escludo altresì che tu confonda la clava con la clavicola, la clavicola col clavicembalo, strumento a cui praticheresti un’emostasi, dopo averlo scambiato per la succlavia.

  149. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Mi spiace veramente non avere il tuo “eloquio” e di esprimermi male, cercherò di migliorare in modo da essere alla tua altezza, anche se chi è superiore come tu pensi di essere, da ciò che scrivi, dovrebbero capire anche quelli che scrivono come me.

    Invece tu, bravo come sei, dovresti abbassare il tuo livello in modo che il popolino (di cui io faccio parte) riesca a comprendere appieno gli alti concetti che tu esprimi.

    Se non sei disposto a farlo allora ignorami, per me non c’è problema, ma non “insultare” una person che credi esserti inferiore, sempre che non ti piaccia sparare sulla croce rossa.

    Anche Sampras ha fatto 14 eppure gli avversari con cui si è confrontato ne hanno vinti eccome a differenza di quelli di Roger, e mentre Pete c’era eccome e aveva già ben cominciato a vincere, non è che forse fossero più forti?

    @ Renée

    Molto bello il tuo pezzo e condivido ciò che hai scritto, non leggo da molto questo blog e, di conseguenza, non conosco bene il modo di scrivere di Scanzi come hai dimostrato di conoscerlo tu. Se ciò che hai scritto è vero, allora io sono d’accordo con lui “solo” quando afferma (e cito una tua frase “è forte Rog o sono scarsi tutti gli altri”) che Rog vince per mancanza di competitors.

  150. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    ops, ho sbagliato ancora, sono proprio una frana, ho scritto dovrebbero invece di dovrebbe…perdono…

  151. Carlo.H scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Il dott. Grazia probabilmente troverà il modo di risponderti con maggiore signorilità ma leggendoti la cosa che mi viene da dirti di cuore è: ma perchè non te ne vai a quel paese?
    Solo che i moderatori non la lasceranno passare.

  152. Giulia scrive:

    Per prima cosa mi preme chiarire che quanto ha risposto il tempestivo Roberto Commentucci corrisponde assolutamente al vero, cioè che io sono una semplice utente, senza alcun legame con i redattori che non conosco. Il mio “ndr” era per aggiungere alla citazione delle parole di Commentucci la precisazione che anch’io sono tifosa di Roger Federer.Stando ai lapsus, allora io dovrei pensare del tutto erroneamente che qualcuno non conosca la differenza tra troncamento ed elisione come capitato a Thomas Yancey nel suo secondo messaggio con “un’irresponsabile atteggiamento”? Leggo questo blog da tempo, ma commento poco perché il mio lavoro mi porta in giro per il mondo e non ho sempre la possibilità d’intervenire nel vivo della discussione. Ultimamente, però, ho un periodo di tregua di qualche giorno che mi ha spinto a voler lasciare qualche impressione.Ho notato ancora una volta il ridicolo del comportamento di persone adulte, forse anche attempate, che dicono di andarsene per sempre, ma poi restano o tornano ad accapigliarsi con qualcuno, dall’alto della loro albagia, per giunta con un involuto cicisbeo sempre tra i piedi. E’ davvero singolare di come gente così sapiente e fine d’animo e mente (come si crede di essere), sia così profondamente incoerente gradendo essere caustica qua e là per poi risentirsi e piagnucolare stizzita allorché qualcuno si permette (non sia mai!) di risponderle utilizzando le sue stesse armi dato che non è l’unica a saper scrivere, sebbene si conceda il privilegio di non usare il caps lock. Sono donna anche io e ritengo tragicamente stucchevole e antiquata una donna che adduce come motivazione una presunta misoginia lasciando intendere che è trattata diversamente in quanto donna, come se per il fatto di essere tale possa permettersi le sue rasoiate rimanendo impunita o comunque ricevendo un trattamento differente soltanto per appartenere al gentil sesso. Nel frattempo ringrazio Stefano Grazia che col suo post ha espresso bene qualcosa che penso anch’io e che forse non sarei riuscita a esprimere così chiaramente quantunque mi ronzasse in testa da tempo immemore. Lunedì inizia il torneo più bello e più blasonato. Godiamoci lo spettacolo, grazie anche a questo sito che ci tiene informati e che ci permette di scambiare opinioni ed emozioni.

  153. Giovanni da Roussillon scrive:

    Parafraso la Giulietta dello spirito e mi servo di un sillogismo un po’ mozzo e strampalato, secondo sua logica.
    “Allora io dovrei pensare” che il Grazia prescriva una tisana della buona notte al Carlo H. affinché sogni il suo bel paese così come lo vorrebbe; e disponga che qualche giornata ulteriore di ferie sia concessa a Sua Concitazione, raccomandandole di curarsi per bene dai lapsus tastierae estesi ed anche il fegato [sarà la sindrome da peregrinaggio], visto che in fondo l’invidia è curabile.
    Se nessuno vorrà importunare, mi congedo pure in via definitiva.
    Bene. Sono atteso dal cane.

  154. Carlo.H scrive:

    @ Giovanni da Roussillon
    Io, veramente, non avevo scritto proprio, “a quel paese”, ma tant’è.
    Se non ricordo male hai scritto di recente di avere superato i sessanta, in genere con il passare degli anni si diventa più saggi, mi viene da pensare a quali vette di idiozia potessi arrivare quando eri più giovane.
    Spiace per il cane.

  155. Giovanni da Roussillon scrive:

    “Il cane” è un essere eccezionale. Averlo citato, sarebbe dovuto bastare per capire quali sono le priorità.
    Accidenti, che olezzo! Moderato ma incantabile.

  156. Renée scrive:

    Ho un po’ di tempo quindi dò un po’ di risposte:

    @Roberto Commentucci: Permettiti…permettiti! Anche se siamo negli anni 2000 quella da te pronunciata rimane - a mio giudizio - la frase più amata dalle fanciulle!
    Da questo avrai capito che sono sì piuttosto pacata, ma - ahimè - molto molto vanitosa e sensibile alle lusinghe.
    E questo, ovviamente, mi squalifica in automatico come buona mogliettina, ma grazie davvero!

    @Stefano Grazia. Anche io mi sono trovata spesso in accordo con il tuo pensiero, anche se, ogni tanto, nei modi mi ricordi un po’ il superiore dei marines alla “full metal jacket”. Così, ad esempio, sposo alla grande il parallelo che ho letto tu fai tra Graf/ Seles = Federer / Nadal, ovviamente con le dovute specificazioni. Non ultima che le ragazze erano, entrambe, di un’antipatia stratosferica e io tifavo perchè le varie Sanchez e Sabatini le sconfiggessero ad ogni occasione. Roger e Rafa invece mi ispirano istintiva umana simpatia entrambi e preferisco di gran lunga la loro vittoria a quella dei vari Nole o Murray. Del Potro fa eccezione, perchè è il mio protetto….

    @Giulia: scusa se mi permetto un piccolo consiglio del quale ovviamente sei libera di fare quello che ritieni: se non ti piace essere definita “livorosa” e non ti piacciono i commenti altrui quando intervengono decisi a stigmatizzare un comportamento da loro ritenuto non accettabile, evita di partire tu per prima alla carica (come mi sembra sia successo in questa ipotesi). Soprattutto se non ti piace certo apparente aristocratico snobismo intellettuale (e posso anche essere d’accordo con te) evita di attaccarti agli errori di ortografica e/o di battuta sulla tastiera. Io ne faccio a bizzeffe, ma non è solo nel mio interesse che lo dico, credi.
    Certi rilievi - in questo contesto - sono quanto di più gratuito si possa dire.

    @ALex: effettivamente io Scanzi lo leggo praticamente sempre (a dire il vero io leggo quasi tutto ciò che parla di tennis) pur non condividendo pressochè mai i suoi contenuti, che, anzi, spesso mi hanno profondamente irritata.
    Mi trovo infatti in totale sintonia con quanti hanno ad esempio deprecato gli attacchi psuedo ironici (ma molto aggressivi) alla moglie di Roger.
    E’ vero: rappresentano bene il qualunquismo analitico che si sta sempre più diffondendo nei giudizi fondati sulla mera apparenza…. ma lo sappiamo bene che, come notava MEW, la battuta qualunquista, magari sulla persona grassa (o sul politico piccolo di statura…) un applauso te lo fa sempre guadagnare.
    Allora perchè lo leggo?
    Masochismo? Mah è possibile, anche se non soffro della detta sindrome in nessun altro contesto (sono anzi piuttosto una epicurea)
    La risposta più sincera che posso dare è questa: perchè di Scanzi mi piace il modo di scrivere. Devo ammetterlo: ha uno stile perfetto.
    Del resto (e così ritorniamo un po’ al dilemma storico) deve necessariamente avere una dialettica perfetta altrimenti
    come potrebbe convincere così tanti lettori che:
    - Federer è freddo quando mi sembra il campione che più ha manifestato la sua emotività nelle vittorie come nelle sconfitte;
    - Federer non sa lottare e vuole stravincere quando ha visto che il nostro dopo aver dominato per tre anni, ha cominciato a perdere da chiunque, si è senttito consigliare lo psicanalista, il coatch, il calcio nel didietro, o persino il ritito, ma ha continuato a scendere in campo (e a prendere qualche batosta)
    - con Federer gli avversari (tranne Nadal) sono vassalli quando risulta evidente che, nel momento in cui Rog è calato di formazione, lo hanno battuto (e credo con qualche soddisfazione aggiuntiva) personaggi quali Fish, Roddick, Karlovic, Wawrinka (suo amico). E chiunque abbia un minimo di esperienza di sport sa bene che più il tuo avversario ti ha dominato in passato, più lo ammiri, più daresti l’anima per batterlo. Figurati un po’ se Roddick non darebbe un rene per sconfiggere proprio Rog in finale a Wimbledon o a New York….
    - Federer ha approfittato di un interregno, è fortunato quando il nostro da venti tornei dello Slam (che quanto a durezza non sono certo il torneo di topolino) e quindi da cinque anni è SEMPRE ARRIVATO IN SEMIFINALE, vincedo 12 volte, perdendo 5 volte in finale (e sempre dallo stesso, grandissimo avversario) e tre in semifinale (perdendo comunque dal vincitore del torneo)..
    Va bene, sarà stato fortunato nei sorteggi, senza avversari, avvantaggiato dagli organizzatori, tutto quello che volete:
    però come dicono i francesi “il faut le faire” e non mi sembra impresa da poco

    Come si possa continuare ad ammaliare il lettore sostenendo così tante assurdità io lo spiego in un solo modo: Scanzi scrive benissimo.
    Ed è probabilmente per questo che io lo leggo sempre!

    Saluti a tutti

    PS Alex, da ultimo: permettimi un’osservazione circa le tue considerazioni riguardo a Sampras. Parlando dei suoi terribili rivali hai citato Courier. Bene. Io ricordo: l’americano de quo in uno USO quando era il numero uno ed al massimo della sua apparente invincibilità (dato per favorito su Pete in finale) perse nei quarti da Pioline, un francese quasi sconosciuto…il quale poi fu triturato da Sampras in finale, ovviamente. Non penso che Pioline fosse tanto più forte di Soderling, no?
    Allora che facciamo? togliamo a Pete quello Slam? diciamo che vale meno come questo Rolland Garros?

  157. Carlo.H scrive:

    Oh beh! Anche l’uomo è un essere eccezionale. Però in questo hai ragione: il cane, col tempo, impara a non farla dove non dovrebbe, alcuni uomini evidentemente no, salvo poi lamentarsi per l”olezzo”.

  158. Giovanni da Roussillon scrive:

    Grad ottuso H.: “il cade” è l’adibale che vive cod doi. Dod gederalizziabo!

  159. Diego scrive:

    Brava Giulia!

  160. chloe de lissier scrive:

    giulia, chi tu sia è ormai evidente per me, hai voglia di cambiare nick… ciao ciao.

  161. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Alex
    E allora, numeri! basta polemiche, viva il tennis.
    Sampras a RG: zero assoluto, quindi poco da dire.
    Sampras in Australia ha vinto solo due volte: la seconda, battendo dagli ottavi alla finale Hrbaty, Costa, Muster e Moya. Vaya tabellone, direbbe Nadal. Poi una volta perse da Kucera, un’altra volta battè Woodruff e Dosedel (!!) prima di perdere da Agassi, e via così, in ordina sparso.
    Sampras a Wimbledon (dove peraltro fu fenomenale, ma l’ho già scritto sedici volte) e Sampras allo US Open: i suoi principali avversari, dal 1993 al 1999, furono sempre Agassi, Ivanisevic, Becker (solo a Wimbledon), Rafter, Courier e Chang.
    Ora, eliminando il ‘91 e il ‘92 di Sampras, in cui peraltro non vinse nulla, ed esaminando il periodo in cui Sampras diventò Sampras (dal 1993 in poi), troviamo:
    - un Becker nato del 1967 e che negli anni ‘90 vinse solo un torneo “canto del cigno” in Australia, nel 1996;
    - un Ivanisevic nato nel 1971 che, con tutto il rispetto e la simpatia, era anche lui competitivo solo a Wimbledon, non vinse mai nulla se non anche lui al canto del cigno, e come risultati è inferiore a Roddick (una vittoria pari, tre finali pari, ma Roddick già oggi ha più semifinali).
    Si dirà: ma Ivanisevic giocava meglio di Roddick, aveva la volee’, ecc…Ma allora si va su un altro piano, quello del tennis del ‘90 e delle specializzazioni ancora possibili, rispetto al 2000 in cui le specializzazioni sono scomparse (perchè mai l’allenatore di Roddick avrebbe dovuto insistere sulla volee’, col tennis che si gioca oggi?). Tutto un altro discorso, diverso da quello degli “avversari”.
    - un Agassi, nato nel 1970, certamente grande campione, ma che nel periodo 1993-1999 di Sampras (confrontabile con il 2003-2009 di Federer, tenuto conto che il 2009 non è finito) vinse quattro slam, a conti fatti, e che come avversario, rispetto a un Nadal, era nettamente inferiore;
    - un Rafter, nato nel 1972 (e mio preferito degli anni ‘90) che faceva serve and volley, quindi oggi sarebbe un avversario impossibile. Che c’entra? C’entra eccome, perchè la mia tesi (non solo mia, anche perchè di evidenza terra-terra) è che il tennis di oggi ha meno varianti, per cui il più forte tecnicamente sui colpi base vince di più. Altro che “tabelloni più facili”;
    - un Chang, nato nel 1971, che vabbè;
    - un Courier che conta poco, perchè finì di vincere slam a Gennaio del 1993, ante Sampras.
    Il dato più importante è ovviamente quello delle età.
    Federer per vincere US Open 2007 e 2008 ha già dovuto battere in finale due ventenni (e Djokovic anche in una semifinale), solo per fare un esempio; a parigi, quest’anno, non ha battuto Ferrero, che è dell’80, ma Del Potro, che è dell’88, e prima di lui Monfils.
    L’altro dato è quello relativo agli avversari che, quando Pete cominciò a vincere slam, avevano già finito di farlo.
    Tutti ’sti gran tabelloni e avversari rispetto a quelli di Federer non li vedo proprio. C’è qualcosa che non so?

  162. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Non ho scritto della meteora olandese, che battè una volta Sampras, e poi più nulla. Anche lui sarebbe impossibile oggi, senza volee’ e “specializzazioni”. Comunque, Krajicek è stato veramente sfigato per via degli infortuni, senno’…..

  163. Alex scrive:

    @ MEW

    Ok, allora cominciamo con i numeri, anche se credo che ogniuno di noi, alla fine, rimarrà della sua idea ;)

    Sampras ha battuto in finale negli slam (per ora mi fermo qui):

    1990 US Open (1) Andre Agassi 6–4, 6–3, 6–2
    1993 Wimbledon (1) Jim Courier 7–6, 7–6, 3–6, 6–3
    1993 US Open (2) Cédric Pioline 6-4, 6–4, 6–3
    1994 Australian Open (1) Todd Martin 7–6, 6–4, 6–4
    1994 Wimbledon (2) Goran Ivanišević 7–6, 7–6, 6–0
    1995 Wimbledon (3) Boris Becker 6–7, 6–2, 6–4, 6–2
    1995 US Open (3) Andre Agassi 6–4, 6–3, 4–6, 7–5
    1996 US Open (4) Michael Chang 6–1, 6–4, 7–6
    1997 Australian Open (2) Carlos Moyá 6–2, 6–3, 6–3
    1997 Wimbledon (4) Cédric Pioline 6–4, 6–2, 6–4
    1998 Wimbledon (5) Goran Ivanišević 6–7, 7–6, 6–4, 3–6, 6–2
    1999 Wimbledon (6) Andre Agassi 6–3, 6–4, 7–5
    2000 Wimbledon (7) Patrick Rafter 6–7, 7–6, 6–4, 6–2
    2002 US Open (5) Andre Agassi 6–3, 6–4, 5–7, 6–4

    Mentre Federer:

    2003 Wimbledon Mark Philippoussis 7–6(5), 6–2, 7–6(3)
    2004 Australian Open Marat Safin 7–6(3), 6–4, 6–2
    2004 Wimbledon (2) Andy Roddick 4–6, 7–5, 7–6(3), 6–4
    2004 US Open Lleyton Hewitt 6–0, 7–6(3), 6–0
    2005 Wimbledon (3) Andy Roddick 6–2, 7–6(2), 6–4
    2005 US Open (2) Andre Agassi 6–3, 2–6, 7–6(1), 6–1
    2006 Australian Open (2) Marcos Baghdatis 5–7, 7–5, 6–0, 6–2
    2006 Wimbledon (4) Rafael Nadal 6–0, 7–6(5), 6–7(2), 6–3
    2006 US Open (3) Andy Roddick 6–2, 4–6, 7–5, 6–1
    2007 Australian Open (3) Fernando González 7–6(2), 6–4, 6–4
    2007 Wimbledon (5) Rafael Nadal 7–6(7), 4–6, 7–6(3), 2–6, 6–2
    2007 US Open (4) Novak Djokovic 7–6(4), 7–6(2), 6–4
    2008 US Open (5) Andy Murray 6–2, 7–5, 6–2
    2009 Roland Garros Robin Soderling 6–1, 7–6(1), 6–4

    Se conti il numero di tornei e di slam, oltra alla posizione in classifica ottenuta dai competitors di Pete rispetto a quelli di Roger, credo non ci siano dubbi di chi abbia giocato nel periodo dove era più difficile vincere.

    Siccome tra epoche, l’unico modo per fare un paragone statistico è quello di confrontare gli avversari (e i loro numeri) che hanno dovuto fronteggiare i 2 campioni presi ad esmpio per il confronto ti pongo questa domanda: non ti sembra clamorosa la differenza a favore di Pete? Beh, a me sì.

    Se poi vado a prendere i tabelloni, torneo per torneo, allora il tutto aumenta ancora, sempre a favore di Pete.

    E’ sulla base di questi numeri che dico che Federer praticamente gioca con il Round Robin, mentre Sampras doveva arrivarci in finale ogni volta e poi lì si trovava avversari diversi con stili diversi e quindi doveva adattarsi a tipi di gioco diverso, mentre a Federer bastava capire come sconfiggerne uno, uno solo, per vincere sempre.

    Per me è un po’ più facile così.

    A te la palla ora :)

  164. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    No, tra epoche non si può fare paragoni, e lì ti sbagli (come paraltro tanti altri), secondo me.
    Se invece si gioca, che si giochi, diamine.
    I tuoi “coefficienti” (se così li vogliamo chiamare) non conteggiano le prestazioni pessime del giocatore, laddove non si considerano le premature eliminazioni a Parigi rispetto alle quattro finali di Federer.
    Ed è più difficile vincere oggi Parigi, con Nadal in giro, e non essendo Nadal, questo è poco ma sicuro.
    E ancora, se la posizione in classifica del giocatore battuto in finale è stata raggiunta (vedi Boris becker) anni e anni prima, dov’è la validità della statistica?
    E ancora: se si batte Moya in Australia in finale, vuol dire che il tabellone è stato facilissimo, non difficile (sulla base della posizione raggiunta da Moya), perchè Moya la sua classifica la faceva solo sulla terra. E infatti la seconda vittoria di Sampras in Australia è stata ottenuta sfruttando un tabellone ridicolo.
    E ancora: guarda le età dei finalisti e capisci da solo che Sampras non ha dovuto giocare contro gente di cinque anni più giovane che tirava sempre più forte, ma praticamente solo con coetanei, o con giocatori più vecchi di lui (Becker, Agassi, ecc.).
    E ancora: per un calcolo finale in base ai tuoi parametri, dovresti attendere, la fine della carriera di Murray e Djokovic, per capire quanti slam vinceranno.
    Vincere ai tempi di Sampras era senz’altro più facile, in termini di avversari affrontati, perchè alcuni avevano già dato il meglio di sè (il vero Becker, con tutto il rispetto, l’hanno battuto Edberg e Stich, non Pete; Courier era già mezzo scoppiato nel 1994), o non così dominanti a loro volta (Agassi).
    Ai tempi di Sampras, infatti, cioè nel periodo 1993-1999 (e non PRIMA di Sampras, nè dopo il 1999, perchè non c’è raffronto con Federer 10 anni dopo), poichè tu mi parli di quant’era difficile vincere in QUEL periodo, ecco il REALE conteggio degli slam vinti da coloro che sono stati battuti in finale da Sampras:
    Agassi 4, Courier 0, Becker 1, Chang 0, Pioline 0, Moya 1, Rafter 2, Ivanisevic 0, Martin 0. Totale, 8.
    In realtà dovrei togliere Rafter, e si scenderebbe a 6, perchè Rafter fu battuto nel 2000, e nel 2010 non ci siamo ancora arrivati, quindi il raffronto con Federer lo dovremmo fare l’anno prossimo. Ma te lo concedo, per simpatia.
    Federer 1993-1999 (slam vinti dagli avversari battuti in finale): Nadal 6, Safin 1, Djokovic 1. Totale,8.
    La posizione in classifica, sempre con tutto il rispetto, conta niente, in confronto agli slam. Anche Kiefer e Rios erano molto su, e che mai hanno combinato? Niente.
    Nel 2012, vedremo. C’è ancora qualcos’altro che non so? Sulle finali non mi hai convinto per niente….

  165. Alex scrive:

    @ MEW

    Aggiungo ancora una cosa che sono andato a guardarmi, che conferma ancor di più la mia tesi.

    Sono andato a guardare i risultati ottenuti durante tutto l’anno dei finalisti che ha dovuto affrontare Pete e ho fatto lo stesso per quelli che ha dovuto affrontare Federer (ad esempio, Agassi del ‘90, anno in cui vinse 4 tornei, più 2 finali di slam, mica poco! Non è neppure lontanamente paragonabile all’Agassi del 2005, dove vinse 1 solo torneo e fece una finale di slam).

    Se procedi in questo modo, che a detta di grandi statistici, è l’unica possibilità di fare un confronto razionale basato sui numeri, tra epoche ti renderai conto di quanta differenza ci sia tra i 14 slam di Sampras e quelli di Federer a favore del primo, nonostante Pete non abbia mai vinto Parigi.

  166. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    C’e anche Roddick. Fa nove. 9 a 6. O 9 a 8, alex. fai tu.

  167. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Più scrivi e meno mi convinci. Guarda i risultati di Nadal 2006 e 2007 (gli anni in cui perse). Mica male…..

  168. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Adesso non dire anche che il tuo è l’unico modo giusto di fare le statistiche, caro Alex Pinochet….ad Arcore c’è posto……
    Sto ovviamente scherzando e giocando.

  169. Alex scrive:

    @ MEW

    Il lavoro che ho fatto per Agassi l’ho fatto per tutti gli altri, preferirei non postare il tutto qui, anche perché puoi facilmente verificare la pochezza degli avversari che ha avuto Roger (in base alle annate e ai risultati in confronto con quelli di Sampras) da qualsiasi sito.

    Se invece trovi che questo metodo non vada bene, allora prova a trovarne un altro che sia migliore, non dirmi semplicemente che questo non va bene senza fare una proposta di un metodo statistico migliore di questo. Sappi però che io sono laureato proprio in statistica e, ad oggi, in campo sportivo, questo è l’unico metodo accettato universalmente per fare confronti tra epoche diverse.

    Però, come sappiamo, tutto è perfettibile, se hai idee migliori esprimile e sarò ben felice di ascoltarle.

    Per quel che riguarda invece la tua chiosa finale ti chiedo gentilmente (anche se come sempre ti sei dimostrato educato aggiungendo che scherzavi :) ) di evitare di accomunarmi a certi personaggi in quanto i miei obiettivi di vita e valori sono quantomeno diversi dai loro.

    Noi non ci conosciamo, quindi non lo potevi sapere, però hai davanti una persona che per colpa di gente del genere ha vissuto cose molto brutte sulla sua pelle e su quella dei suoi cari, quindi ti chiedo, se puoi, di evitare.

    Il tutto in amicizia, perché ribadisco che non conoscendomi non potevi sapere.

    Ciao.

  170. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    @ Alex
    The game is over.
    Non si possono confrontare grandezze disomogenee. Questo lo dicono i matematici.
    Il tuo atteggiamento sulle idee altrui è quantomeno discutibile. Hai ragione tu, e basta.
    Io rimango dunque della mia idea, e affermo (come fai tu: affermi, e non documenti) che il raffronto tra atleti di diverse epoche, nel tennis, è impossibile, perchè nel frattempo è troppo cambiato il gioco del tennis.
    Ritengo che le mie affermazioni siano sensate, e ragionate sulla base della mia competenza nell’osservazione trentennale di questo gioco e dei suoi protagonisti. Che è la mia, e quindi vale quel che vale.
    Alle mie obiezioni non hai risposto (neanche ad una). La tua interpretazione vale per te, come la mia per me. Di oggettivo non c’è nulla per te, neppure la pochezza del tabellone di AUS Open 1997, neppure le età degli avversari, e allora non ho altro da dire.
    Ritenere una interpretazione “soggettiva” migliore delle altre, senza spiegazioni che giustifichino tale preferenza, non è una filosofia da me condivisa, nè una filosofia da scambio di idee, nè una filosofia “libertaria”.
    Mi scuso per eventuali offese, da me peraltro mai neanche immaginate neppure per scherzo.
    E ribadisco: non c’è un migliore di tutti i tempi, nel tennis, perchè “i tempi” sono troppo influenzati da materiali, da corde, da racchette, da superfici di gioco non uguali.
    Detto questo, vado a vedere Wimbledon, e a tifare per i miei perdenti preferiti (gli italiani, Roddick, Berdich). A dopo il 5 Luglio.

  171. Alex scrive:

    @ MEW

    Leggendo i tuoi post non credevo che potessi avere reazioni del tipo “the game is over” e non comprendo neppure da dove tu mi possa classificare come questo tipo di persona che tu definisci così: “Il tuo atteggiamento sulle idee altrui è quantomeno discutibile. Hai ragione tu, e basta.”

    Se leggi i miei post non traspare mai questo tipo di atteggiamento, a differenza di ciò che invece fai tu negli ultimi che hai scritto.

    Ho addirittura detto che se hai un tuo metodo nuovo per fare un raffronto tra epoche sportive a livello statistico io sarei stato ad ascoltarlo perché c’è sempre da imparare, cosa che cozza proprio con l’affermazione che tu vai a fare sul mio conto.

    Mi scpiace molto constatare che forse il tifo riesce a “corrompere” anche l’intelletto di persone che su argomenti che riescono a giudicare lucidamente è veramente ammirevole: peccato.

    Nei miei post ho invece risposto a tutte le tue domande in maniera molto esauriente (ma evidentemente non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire) e se non te ne sei accorto mi spiace, evidentemente è sempre il “tifo” a farla da padrone.

    La tua frase “The game is over” ti qualifica, proprio come la mia frase : “…anche se credo che ogniuno di noi, alla fine, rimarrà della sua idea ;)
    qualifica me e il mio non voler aver ragione a tutti i costi.

    Nota pure come cerco io di smorzare i toni ad ogni post e come tu, anche quando mi hai insultato profondamente, continui ad affondare dando pareri contro la mia persona.

    Mi spiace veramente perché pensavo fossi una persona più liberale. Peccato, ma dopo tutti questi attacchi direi che, anche se lo sei, in questa discussione proprio non lo sei stato.

  172. Giovanni da Roussillon scrive:

    Alex. Senza essere il legale difensore di alcuno, è forse da considerare che Marcelus è giocherellone.
    Visto in ogni caso che dal tuo primo intervento improvvido hai nel contempo cambiato atteggiamento, lasciando perdere i confronti e le differenze delle caratteristiche umane a te care, e tenuto conto che ti piace fondare gli argomenti sui numeri: qualche giorno fa, Malafarina ha pubblicato sulla “piatta forma” un pezzo di analisi statistica. Dopo aver premesso ipotesi e limiti del suo lavoro, ha affrontato con molto rigore la tematica in discussione qui, giungendo a certi risultati. Come l’autore sostiene, nessuno degli intervenuti ha saputo confutare razionalmente le sue conclusioni. Nel caso tu lo sapessi fare, la tua tesi farebbe un primo passo avanti; in altro caso, non ti restebbe che riconoscere ciò che ora neghi.

  173. Giovanni da Roussillon scrive:

    Desidero precisare a scanso di equivoci che, designando Marcelus Edberg Wallace “giocherellone”, non intendo dubitare della consistenza delle sue argomentazioni, ma indicare a controparte il piglio un po’ giocoso che la discussione assumerebbe.

  174. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Per prima cosa ti ringrazio per avermi segnalato questo articolo (che mi è piaciuto molto).

    Questo punto all’inizio mi sembra identico a ciò che ho scritto io all’inizio del mio “discorso” con MEW.

    “Questa è la tesi che intendiamo sostenere in questo articolo, cercando di supportarla con argomentazioni quanto più oggettive e quantitative. Certo i motivi di dissentire da questa tesi saranno molteplici e molti di essi sicuramente validi, in fondo stiamo parlando di tennis e non di matematica e quindi ogni opinione è legittima.”

    Come tutte le analisi si parte da certe considerazioni che devono essere “date per buone”, ed è proprio questo che all’inizio l’autore, molto ben preparato, dice le parole che ho copiato sopra.

    Partendo dai presupposti da cui parte lui la conclusione non può essere che quella, proprio come partendo dai presupposti da cui parto io (che sono statistico e non un fisico come lui, si arriva al risultato opposto).

    E si torna al punto: ognuno, alla fine, la può pensare come vuole (e se questo fosse stato l’approccio al mondo di Pinochet, beh, forse, molte persone oggi starebbero meglio).

    E’ vero, mi stanno molto a cuore le “differenze delle caratteristiche umane”, soprattutto quando c’è una persona che dà giudizi e accusa e l’altra che non risponde e si comporta in maniera educata e liberale e si sente dare del “Pinochet”, con tutta la simpatia e l’ironia del caso sentirsi così additati non è bello e credo che chiunque lo possa capire.

  175. Giovanni da Roussillon scrive:

    Alex.
    Vorrei dapprima sbarazzare il campo dagli aspetti “personali”:
    - Le “differenze delle caratteristiche umane” di chi commenta non possono arricchire l’esposizione di un assunto, anzi, molto spesso contaminano. Anch’io porto di tanto in tanto, purtroppo, giudizi [ad esempio allorquando stavamo rallegrandoci dell’impresa di Roger al “Roland Garros”, immediatamente successiva a Madrid, e tu entrasti a gamba tesa: “…federer è così grande che ha dovuto aspettare che Nadal non ci fosse per poter vincere…”], ma al discorso sulla grandezza dell’atleta Federer non vi è apporto di materiale nuovo con l’esternazione di “deprezzamenti” sul conto di un blogger, o di un tennista il cui collega antagonista è indebolito da qualche guaio.
    - Il “Pinochet” di MEW è espresso nell’atmosfera di gioco così come lui stesso l’aveva definita in precedenza, e critica semplicemente l’imposizione “dittatoriale” al riguardo di tue parole (appunto), le quali non hanno alcuna conseguenza sulla nostra libertà di movimento.
    - In logica non esistono i pareri del fisico, del buralista postale, dello statistico o del vigile urbano; esistono esclusivamente premesse e conseguenze tratte grazie al ragionamento. Ed è dunque soltanto la dimostrazione di una tesi, auspicabilmente prodotta dall’ingegno e dal lavoro di uno o più individui, a far peso.

    Ciò osservato, arrivo al dunque. Il confronto tra le “considerazioni” di Malafarina e le tue e di MEW non si presta alla redazione di un post veloce veloce, del resto proprio contestualmente allo svolgimento di un torneo dello Slam. Sono un po’ troppo catturato da ciò che accade a Wimbledon per potermene occupare ora. Di conseguenza, mi riprometto tornare qui con calma e replicarti in tempi meno “caldi”.

  176. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Rispondo su quella che hai definito “entrata a gamba tesa” ;)

    Io scrissi, in modo un po’ compatto: “…federer è così grande che ha dovuto aspettare che Nadal non ci fosse per poter vincere…”.

    Ho però scritto la verità, a Parigi non ha mai battuto Nadal e a Madrid l’ha battuto solo dopo che Rafa si era “distrutto” contro Djokovic in semifinale.

    E mi ha ricordato quando dopo una semifinale dura (è successo 2 volte a Nadal in carriera), Rafa aveva ceduto a Davidenko, una volta, e a Yuznhy, in un’altra circostanza.

    Mi ricordo che in sede di premiazione entambi avevano ricordato il fatto.

    Quindi io non la vedrei come una entrata a gamba tesa, ma solo come una costatazione quale era e quale voleva essere.

    Non so perché l’avete interpretata così onestamente…

    Pensa che bello se Federer battesse Rafa entrambi al top della forma e pensa che partita!

    Io tifo per lo spettacolo (nel 2008 a Wimbledon, ad esempio, mi sarei divertito nello stesso modo se avesse vinto Roger) e vedere gli “one man show” mi annoia molto, come temo farà questo Wimbledon, o come ha fatto Parigi 2008 e 2009 ad esempio.

    Non riesco perciò a capire la vostra esultanza per questa vittoria “monca”, mi sforzo, ma non riesco proprio a capirla.

  177. Giovanni da Roussillon scrive:

    Alex.

    Scrivesti - così almeno definisci il tuo primo intervento - in modo un po’ compatto: “…Federer è così grande che ha dovuto aspettare che Nadal non ci fosse per poter vincere…”. Tenuto conto del contesto [tutti a onorare Roger Federer ed a rallegrarci della sua conquista del “Roland Garros” e di quanto tale fatto sia significativo per incoronare un grande tennista quale ormai storicamente è riconosciuto], più che “compatto” direi secco, povero di linfa. Un po’ come secco e senza linfa si ritrova in questi tempi Rafael Nadal*, forse dimentico che, prima delle finali, nei tornei bisogna affrontare i primi turni, in particolare gli ottavi (RG) ed anche le semifinali (Madrid).
    Osservo che non dici alcuna verità: Federer non aspetta proprio nessuno - infatti! -, e quando in una partita si perde (Madrid, finale; RG, ottavi) si è più deboli dell’avversario, vuoi per inferiorità tecnica, di condizione, di salute o anche di capacità a programmare gli eventi a cui partecipare.
    Penso altresì che quella tua frase non è da interpretare. Dice tutto ciò che esprime: non è sicuramente un invito ad amare lo spettacolo (il tuo “tifo per lo spettacolo” confligge con lo spettacolo, giacché il tifo è patologia in se’). Certo, poi hai cambiato tono, invogliandomi a tornare a discutere. Ma se fingi di non riuscire “a capire l’esultanza per questa vittoria” [e per le implicazioni relative], che proprio monca non è, me ne torno al silenzio. Perché mai distrarmi a dimostrare evidenze?
    ______________________
    * La perdita di linfa di Nadal è comprensibile alla luce dei numeri ai quali ti aggrappi [pur non essendo del tutto chiaro se prediligi i numeri, o lo spettacolo, o desideri battaglie tra indistruttibili, o altro ancora]:
    Nel 2008, Nadal ottenne, nei tornei a cui partecipò, complessivamente 13400 punti (50 fuori Ranking) in 173 ore e 52 minuti di gioco, mentre Federer 10610 in 137 ore e 38 minuti. Mediamente entrambi lavorarono 47 secondi per guadagnare un punto.
    In questo scorcio di 2009 [escludendo Wimbledon, in corso], Nadal si fregia di complessivi 6885 punti in 95 ore e 14 minuti, Federer di 5460 punti in 72 ore e 43 minuti. Il bravo Nadal dunque peggiora la performance rispetto all’anno precedente: gli occorrono 3 secondi in più per guadagnarsi un punto) mentre Federer, di qualche anno meno giovane, la peggiora solo di uno.
    Constato che Roger, all’età attuale del finto tuo non tifato, ovvero nel 2004, lavorò 116 ore e 33 minuti per essere il numero uno a fine anno, con una performance di 1 punto (unità sempre 2009) in 33 secondi. Ciò significa che il ventitreenne finto tuo non tifato si è consumato purtroppo molto più rapidamente, e l’ “obsolescenza” in tempi corti non è granché sinonimo di grandezza. In fondo, non è propriamente indispensabile una perspicacia spropositata per capire chi è astro e, eventualmente, chi meteora. Basta osservare i fatti in prospettiva un po’ storica.
    ______________________

    Roger Federer è astro, quale che sia la natura e il grado di cecità sofferta dall’osservatore.

  178. Anakyn scrive:

    Parigi 2009 un “one man show”? Alex, ma che stai a dì?
    O sono io che ho difficoltà a capire il senso del termine, oppure significa che 2 partite vinte al V° più altre 2 al IV° (e tutte in rimonta), ed un n° complessivo di set (6) che a Federer non era capitato di perdere manco quando era uscito sconfitto in finale, equivalgono ad un torneo senza storia.
    Ma non si può criticare Federer scrivendo semplicemente ciò che non convince dello svizzero, ed evitando così di scadere in simili distorsioni della realtà?

    Riguardo la stanchezza di Nadal nei 2 incontri persi da Federer sul rosso (Amburgo 2007 e Madrid 2009), chiedo: vanno interpretati come casi fortuiti e sfortunati, o come precise conseguenze di uno stile di gioco che costringe a spandere litri di sudore ad ogni match appena appena combattuto?
    Perchè se fosse vero il secondo caso, ci sarebbe poco da lamentarsi, e soprattutto sarebbe fuorviante considerare tali circostanze come esterne al gioco espresso in campo.
    In altri termini: se Nadal arriva in finale spompato, è a causa delle sue precedenti maratone e non di macumbe di provenienza svizzera; allo stesso modo, se Roger arriva fresco è perchè è in grado di vincere senza prosciugare il proprio fisico.

  179. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Non faccio finta di non capire, purtroppo, avrò un diverso tipo di cultura sportiva (non migliore, ma neppure peggiore, solo diverso) da te.

    A me piace vincere contro avversari ostici, come Nadal (non Soderling) per Federer.

    Comunque se pensi che non ne valga la pena non c’è problema.

    Ti capisco, in questo mondo essere diretti non è da tutti e quindi si cercano sempre doppisensi, sappi che con me è diverso: ciò che scrivo è ciò che scrivo e va preso solo per quello, non perché voglio intendere altro. Si può essere d’accordo oppure no sui concetti, ma non interpretarmi, con me non ce n’è bisogno.

    @ Anakyn

    E’ chiaro che il fatto che Nadal arrivi stanco dipenda dal suo gioco, però, ciò non toglie, che nella finale di Wimbledon 2008 io mi sia divertito, come peraltro nella finale in USA dove vinse Federer 6-1 al V set contro Nadal, a vedere il triste spettacolo di Parigi di quest’anno no.

    Mi spiace che vi secchi che a qualcuno i monologhi di Federer non piacciano, ma via, siate tolleranti anche per le opinioni altrui.

  180. Anakyn scrive:

    Ma perchè parli di scarsa tolleranza? Per caso va di moda affermare che il prossimo è intollerante, ed io me lo sono perso?
    Perchè l’intolleranza è sinonimo di voler tappare la bocca, e a me pare che tu in questo spazio stia scrivendo spesso e senza limiti, per fortuna.

    Sul resto: nel tuo discorso non capisco perchè intrecci lo stile dispendioso del tennis di Nadal con alcune delle sue vittorie più leggendarie, tipo Wimbledon 2008. Quella partita è piaciuta anche a me, ma mi pare che in precedenza si parlasse delle motivazioni delle sue sconfitte più che delle vittorie.

  181. Giovanni da Roussillon scrive:

    Non farfugliare, oh Alex!
    E’ problematico accreditare un confuso. Affermi qui esserti divertito nella finale USA dove vinse Federer al V set contro Nadal. Poco dopo, in coda al pezzo di Spalluto, designi lo stesso Roger “Re dei poveri”, “faccia di gomma” e ti auguri che Andy Murray lo decapiti. Ti riveli così il monarca dei poveracci.
    Quindi: basta!

  182. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Sono entrato per la prima volta nel sito di UB Tennis e ho visto con quanta acredine ti sei scagliato contro ALEX, peccato che ti sia sfuggito, preso dalla foga di difendere lo svizero, che io non sia quell’ALEX e guarda un po’ neppure alex.

    Però è curioso che anche loro la pensino più o meno come me.

    Caro Giovanni da Roussillon, sei tu che ti contorci e ricontorci attaccandoti alla dialettica e alla forma (rileggiti ciò che mi hai scritto sul tifo) piuttosto che sui contenuti.

    Un bel bagno di umiltà dovresti farlo, ti rivelo che come me, e come gli altri che la pensano come me, non possiedi la verità assoluta e fidati, il giorno in cui te ne accorgerai ti si aprirà un mondo nuovo.

    Ognuno ha le sue opinioni e vanno rispettate tutte: ricordatelo!

    P.S.= Ora farai un post di risposta “lungo così” perché ti ho scritto “caro”?

    Guarda, se vuoi spargere il tuo sapere apri un blog tutto tuo, così vedrai che gioia.

    E basta con questa “lesa maestà” per federer, nessuno dice che è scarso…

    …è bravo, ma contro Nadal perde sempre! E ho detto Nadal, non Laver, Sampras, ecc… basta un abbastanza buono e ci perde.

    Questa è la mia opinione ed è rispettabile tanto quanto la tua, so che ciò ti rode, ma quando avrai un regno tutto tuo potrai imporre le tue idee (magari con la forza?), fino a quando vivrai in un posto che garantisce la libertà ti devi adattare anche alle opinioni altrui.

    Rispetto molto Commentucci, impara da lui.

  183. Giovanni da Roussillon scrive:

    Alex.
    Il blog che mi consigli esiste già. E’ godurioso per davvero! So che le persone che vi aderiscono non ti ammetterebbero. Dunque, fai tu, anzi fatti [qualche pateravegloria].

  184. Plague scrive:

    Alex…..PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!!!!!!!!

  185. Otello Lorenzi scrive:

    Alex, ho seguito tutti i commenti a quest’articolo. Ce ne sono di tutte le varietà. Ma i tuoi si distinguono per la rancorosità contro tutto e tutti. A te non te ne frega niente di discutere. Tu vuoi fare a pezzi gli altri, che raccogli in un unico insieme, i tifosi di Federer, servendoti di Nadal come di una clava. Non c’è un solo accenno tecnico, stilistico, scientifico nelle tue invettive. C’è solo odio e disprezzo. Verso tutti. Sei peggio perfino della signorina Giulia, che è stata capace di privarci di una meraviglia unica come chloe de lissier.
    Ma un po’ mi fate pena. Perchè la vostra vita deve essere proprio tremenda.

  186. Domenico scrive:

    Comunque per concludere Federer resta il migliore di sempre.

  187. Alex scrive:

    @ Otello Lorenzi

    Giulia ha scritto molto bene, Commentucci si è sempre comportato in maniera educata, proprio come me. Se non l’hai capito mandagli una bella mail e chiedigli di spiegarti dove vedi tutta questa mia acredine, sono convinto che ti chiarirà le idee, lui, come le persone che leggono senza pregiudizio alcuno, lo possono chiaramente capire.

    E poi io sono l’unico qui (tra voi che mi attaccate naturalmente) che specifica sempre che è giusto che ognuno abbia la sua opinione, senza voler imporre la mia.

    La mia vita, come spero anche quella di Giulia, è veramente molto felice. Grazie per l’interesse comunque. Ti faccio notare, tra l’altro che io non sono MAI sceso sul personale, mentre voi si: complimenti!

    La vostra vita, invece, dopo gli Australian Open sembrava essere “distrutta”, meno male che Rafa è uscito di scena, così vi siete rianimati e avete ricominciato a scrivere.

    Evviva! Ho usato ancora la mia “clava” preferita, ma per favore…

    Io spero vivamente che ciò che hai scritto e l’interpretazione a ciò che ho scritto io sia ottenebrato dal tuo tifo per Roger.

    Le mie frasi sono sempre caratterizzate dal rispetto delle idee altrui (basta leggere, è chiaro a tutti, chiedi pure a Commentucci), a differenza delle vostre.

    @ Giovanni da Roussillon

    Immagino che sulla tua “isola” un democratico come me non sia ben accetto.

    E’ risaputo che per crescere si deve stare a contatto con persone con le stesse idee, vero? Beh, io penso il contrario, chi la pensa diversamente da me (e che però esprime educatamente le sue opinioni) non è uno a cui fare cambiare idea, ma un’opportunità per crescere, parole queste che, da ciò che hai scritto tu, sul tuo sito evidentemente non sono apprezzate.

    In quei lidi non mi interessa entrarci, quindi non hai di che preoccuparti.

    Ma qui, ahimè c’è libertà di espressione, quindi dovrai sopportare anche persone che non la pensano come te, terribile vero da accettare?

  188. Giovanni da Roussillon scrive:

    Un inquilino statisticamente posticcio, sulla via dell’…Umiltà. Generoso - “curiosamente” pronto - ad assumere ogni meschinità eventuale di qualsiasi suo omonimo.
    Mentre l’amato Roger, al riparo dal dramma alexandrino, si diletta, ci diletta col suo gioco vieppiù splendido e quanto mai efficace [da chiedersi chi aspettò che].

  189. gianni barba da farfuglion scrive:

    Solidarietà ad Alex, solo contro tutti: il coraggio di affrontare la brodaglia federeriana che in preda a meteorismo acuto (post 1 anno di fasgiolada) scambia perfino gli astri: 13 x meteora 7 x m_astro pataccca, questa è la realtà. Non mollare Alex

  190. Alex scrive:

    La cosa buffa è che oggi speravo vincesse Federer, perché avere come vincitore a Wimbledon uno che sbaglia una voleé alta di rovescio come ha fatto Roddick (onore a lui naturalmente per l’impegno) sul set point del II set sarebbe stata una vergogna (a mio parere naturalmente).

    Il problema sta prorpio qui, se Federer avesse avuto uno come Sampras contro cui giocare sapete che livello e che divertimento avremmo avuto?

    E chissà per quanti anni…

    …peccato, abbiamo forse perso l’unico contro cui potessimo avere partite epiche.

    E purtroppo è proprio qui il punto dove i tifosi mi attaccano: pazzesco!

    @ gianni barba da farfuglion

    ahahahahahahaha

  191. Giovanni da Roussillon scrive:

    Desidero aggiornare i tempi di lavoro. Dopo la fatica piacevole di Roger Federer a “Wimbledon 2009″, uno spezzone del mio post di data 30 giugno è mutabile come di seguito.

    … Nel 2008, Nadal ottenne, nei tornei a cui partecipò, complessivamente 13400 punti (50 fuori Ranking) in 173 ore e 52 minuti di gioco, mentre Federer 10610 in 137 ore e 38 minuti. Mediamente entrambi lavorarono 47 secondi per guadagnare un punto.
    In questo scorcio di 2009 (fino al 6 luglio), Nadal si fregia di complessivi 6885 punti in 95 ore e 14 minuti, Federer di 7460 punti in 88 ore e 27 minuti. Il bravo Nadal dunque peggiora la performance rispetto all’anno precedente: gli occorrono 3 secondi in più per guadagnarsi un punto. “Mentre io”… no, anzi [chiedo perdono, emulerei Alex], mentre Federer, di qualche anno meno giovane, la migliora, riducendo lo sforzo di 4 secondi al punto.
    Constato che Roger, all’età attuale del fino a ieri numero uno al mondo, ovvero nel 2004, lavorò 116 ore e 33 minuti per essere il numero uno a fine anno, con una performance di 1 punto (unità sempre 2009) in 33 secondi. Ciò significa che il ventitreenne Rafael si è consumato purtroppo molto più rapidamente, e l’ “obsolescenza” in tempi corti non è granché sinonimo di grandezza. In fondo, non è propriamente indispensabile una perspicacia spropositata per capire chi è astro e, eventualmente, chi meteora. Basta osservare i fatti in prospettiva un po’ storica.
    ______________________

    Roger Federer è astro, quale che sia la natura e il grado di cecità sofferta dall’osservatore. L’esito di Wimbledon 2009 lo sta a suggellare. Le steli del sole e dei satelliti visionabili ora sul sito ATP pure.

  192. Plague scrive:

    Alex….ri-PPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

  193. Alex scrive:

    Non c’è nulla da fare, non ho mai capito i tifosi, probabilmente perché non lo sono mai stato io in prima persona, e allo stesso modo non riesco a capire voi.

    Nulla di male, vi auguro di vivere altre 1000 di queste finali, tra Federer e Roddick, tra Federer e Baghdatis, tra Federer e Gonzalez, tra Federer e Agassi (quarantenne), ecc…

    E via con i record…

    E via con gli insulti ai “non vassalli” del cosiddetto re (io non sono e non sarò mai suddito di nessuno).

    Per me il tennis e lo spettacolo è altra cosa, evidentemente voi vi divertite così, ognuno ha i suoi gusti e io rispetto i vostri, anche se non riesco propro a condividerli ma soprattutto a capirli (sarà sicuramente un mio limite, visto che siete voi e solo voi i tenutari delle verità assolute).

    Buon divertimento e avanti così. ;)

  194. Plague scrive:

    Alex dai non prendertela ri-ri-PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

  195. Giovanni da Roussillon scrive:

    Alex.
    Non è il caso di soffrire troppo per il dolore che ti occasiona non essere capito. Se ti può consolare: al tuo gruppo degli incompresi sembra appartenere anche Rino Tommasi. Quantunque una piccola differenza, quanto meno nella manifestazione dell’inconveniente, sussiste: “mentre tu” chiami a testimone della tua onestà l’autore del pezzo e qualche parente di passaggio, Tommasi gode dell’arringa spontanea tenuta dal titolare di questo blog.

  196. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Tranquillo, non soffro. :-)

    Non sono mica io che devo “agitarmi” per difendere il mio idolo o Re, come piace chiamarlo a voi, da noi “infedeli”. :-)

    Tra l’atro il “gruppetto” siete voi tifosi e non ve ne rendete neppure conto…

    E’ però curioso che quando perse agli Australian Open, cosa che sia tu che MEW avevate addirittura rimosso dalle vostre illuminate statistiche (e menti, e non fate finta di offendervi per questa mia frase o attaccarvici, se veramente vi considerate illuminati avete capito benissimo il mio riferimento ai vostri precedenti e immeritati attacchi rispetto alla mia libertà di parola e pensiero) fino a quando non ve lo ricordai io, forse per proprio quella sofferenza che, provandola tu ad ogni sconfitta del tuo Re, riversi su di me e su quelli che come me la pensano, dal vostro “gruppetto” non fu scritta neppure l’ombra di una riga (e forse lì il vostro Re avrebbe avuto più che mai bisogno dei sui fedeli sudditi, ma si sà come vanno queste cose, lo insegna la storia fin troppo bene, vero?).

    Ora invece, “decapitato (da una circostanza sfortunata)” l’unico vero suo avversario (che ti ricordo lo batte sempre e ormai dovunque, quando sta bene) vi fate rivedere tutti impettiti…

    …bei sudditi che siete. :-)

  197. Giovanni da Roussillon scrive:

    Mentre_io.
    E’ molto vero, dopo la misera figura rimediata a Melbourne, Roger Federer ha vinto nel contempo altri due tornei di Grand Slam, nel primo dei quali è stato più bravo del dominatore di Nadal nella circostanza reale. E’ altrettanto vero che Federer è Re, beninteso del tennis, di conseguenza esercita la sua autorità sui colleghi giocatori buoni, meno buoni, fortunati, infortunati, sfortunati e via via, forse sui tifosi, sicuramente non sul soprascritto, giacché mi ritengo estimatore ed aborro il tifo, soprattutto se espresso “contro”, tipo il tuo.
    Mi sta prendendo una certa noia. Ti saluto, gentile Mentre_io.

  198. Alex scrive:

    @ Giovanni da Roussillon

    Infatti, nella finale di Wimbledon, speravo, come ho scritto e come ho pure letto sperava anche lo stesso Scanzi, con cui spesso mi trovo d’accordo, e che viene tacciato come me da te “non tifoso” (e meno male, altrimenti cosa mai potresti fare?), come eretico, che vincesse Federer.

    Dopo ciò che hai scritto, sia qui, sia sul sito, ora non sei tu il tifoso, ma sarei io il “tifoso contro”?

    Ma che coraggio…

    Ancora riversi emozioni e sensazioni che ti appartengono sugli altri…

    Se ti annoi così tanto e te l’ho già scritto, lascia stare, stai con il tuo “gruppetto” di tifosi e di persone “illuminate” che la pensano come te a crogiolarti per i record, non mi offendo mica se non mi rispondi, non mi sono neppure offeso per tutti gli insulti da te ricevuti.

  199. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Oddio, ma che ho combinato?
    Torno dopo Wimbledon, quell’altro ha vinto il 15esimo slam, e ancora si discute di nulla?
    The game is over voleva dire: tanto il più forte di tutti i tempi non esiste, ho giocato, sono stufo, e vado a vedere Wimbledon.
    Ah, no, c’era anche un sottinteso: se ti offendi pure, e senza alcun motivo, allora non ha proprio senso colloquiare, anche a distanza.
    Comunque, mi ero anche scusato. ma di che cosa, poi….
    E infine, a nessuna obiezione di tennis hai mai risposto, manco per niente.
    Io (ma anche qualcun altro) ti ho detto cose sensate per un osservatore di tennis, quantomeno spunti da dibattito, e tu niente. E di che parliamo, allora, su un blog di tennis? Di emozioni? Le emozioni lasciamole a Battisti (Lucio, non il terrorista, se no si offende qualcun altro).
    Boh, roba da matti…..
    Roddick ha riperso, ‘camiseria. Questo è il vero dramma….e quando gli ricapita, di poter battere Federer a Wimbledon? la volee’ del 6 pari del tie-break del secondo set è stata fatale per le mie pupille. Ancora non ci credo. L’ha sbagliata. Impossibile, mi dicevo. Impossibile.
    Anche quella, roba da matti….

  200. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Ah, Alex, tanto per ribadire, io non ho mai voluto offendere nessuno, e (salvo battute appositamente indicate come tali, e con l’indicazione “stavo scherzando”) non mi sembra di aver mai “attaccato la tua persona”. Io rispondo sul tennis, e sul tennis ho opinioni precise. Le mie, che valgono quanto le tue. Non “di più”, ho detto “quanto” le tue.
    Punto. A capo. Ricominciamo, direbbe il Pappalardo.

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