Il rovescio del futuro
Scopriamo il tennis di domani

 
17 Febbraio 2009 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Perché la percentuale di bimani tra i professionisti aumenta costantemente? E’ vero che il rovescio ad una mano è destinato a sparire? Davvero il rovescio ad una mano è sempre più spettacolare di quello bimane? E come sarà il rovescio del futuro? Scopriamolo in questa analisi.

La settimana appena trascorsa, con il ritorno alla vittoria di Amelie Mauresmo, profeta in patria nel torneo indoor di Parigi, e la scintillante apparizione del giovanissimo talento bulgaro Grigor Dimitrov nell’Atp di Rotterdam, ha rinfocolato il dibattito sulle prospettive estetiche del tennis e in particolare sul rovescio ad una mano, da sempre uno dei gesti più nobili e regali del nostro sport. La Mauresmo ha incantato il pubblico di casa e gli appassionati con il suo fantastico, bassissimo back, che ha fatto impazzire le avversarie, mentre il ragazzino bulgaro ha messo addirittura a disagio King Kong Nadal, visibilmente in imbarazzo sulle variazioni che il campione del mondo juniores 2008 eseguiva con il suo classico rovescio ad una mano.

I puristi e i nostalgici non hanno dubbi: i bimani, le nuove racchette e le superfici lente hanno ucciso il tennis, secondo costoro regredito da arte creativa ad esercizio di puro muscolo. Dall’altro lato gli innovatori, i pragmatici, ribattono che con le velocità di palla attuali è sempre più difficile sostenere gli scambi impugnando ad una sola mano, precisando che è proprio questa intensità a conferire al gioco grande spettacolarità, mentre il tennis di una volta era una gran noia, con le vecchie racchette si tirava pianissimo, si commettevano un mucchio di errori banali, eccetera.

Insomma, come ben sapeva Umberto Eco, l’umanità si può suddividere fra apocalittici e integrati.

I primi sono convinti che il rovescio ad una mano è destinato a sparire, e che il vero tennis sta morendo; i secondi ritengono che il nostro sport, come ogni campo di attività in cui è impegnata la nostra specie, si evolve continuamente e i suoi contenuti cambiano alla ricerca della migliore prestazione, avvicinando l’uomo ai suoi limiti e assicurando un continuo incremento dello spettacolo.

Ma come stanno veramente le cose?

Davvero il rovescio ad una mano è sempre più spettacolare di quello bimane? Perché la percentuale di bimani tra i professionisti aumenta costantemente? E’ vero che il rovescio ad una mano è destinato a sparire? E come sarà il rovescio del futuro?

In questo articolo cercheremo di rispondere a tutte queste domande.

Un po’ di storia.

Fino all’inizio degli anni ’70, i giocatori con impugnatura bimane sono stati un’eccezione, una goccia nel gran mare dei tennisti con impostazione classica. In Italia nel dopoguerra avevamo avuto Beppino Merlo, all’estero aveva furoreggiato il diritto bimane di Pancho Segura. Casi sporadici. Tuttavia, verso la metà di quel decennio, con l’adozione su vasta scala delle impugnature western e delle rotazioni in top spin esasperate, le cose iniziarono a cambiare. Bjorn Borg, Harold Solomon, Eddie Dibbs, utilizzavano l’impugnatura bimane per rendere più solido il loro gioco da fondo ed imprimere maggiore rotazione. Nello stesso tempo, Jimmy Connors mostrava al mondo i grandi vantaggi che una presa bimane poteva conferire in termini di anticipo, peso di palla, efficacia in risposta. Sommo sacrilegio, apparvero giocatori che addirittura impugnavano a due mani sia dal lato destro che da quello sinistro, come l’americano Gene Mayer e il cileno Gildmeister, che erano tennisti di grande talento, capaci di soluzioni altamente spettacolari, nonostante la definizione che ne ebbe a dare il grande Gianni Clerici: lo scriba, con una delle sue deliziose punte di snobismo, li chiamò quadrumani. Non lo meritavano.

Tra le donne, l’eponima della modernità fu Chris Evert: in un’epoca dominata da tenniste classiche, tutte rovescio in back e voleè affilate, come Margaret Court, Billie Jean King, Evonne Goolagong e poi Martina Navratilova, il suo gioco da fondocampo geometrico e incisivo, perfettamente piatto, asfissiante, poggiava soprattutto sullo strepitoso rovescio bimane.

I tecnici iniziarono a dividersi. A quelli che difendevano la tradizione, (ma come fanno a giocare bene al volo, o in recupero, questi bimani?) si affiancarono coloro che, albi d’oro alla mano, sottolineavano l’efficacia della nuova tecnica in termini di risultati. Dalla Svezia venne un gran numero di cloni del grande Orso (definizione certo riduttiva per un Mats Wilander, ma azzeccata per i vari Nystrom, Pernfors, Gunnarson, Jarryd, Gustaffson e via elencando, tutti rigorosamente bimani).

Tuttavia, la fortezza dell’ortodossia resse per tutti gli anni ‘80, quelli della rivoluzione dei materiali: in quel periodo, il maggior numero di settimane in vetta alla classifica lo passò Ivan Lendl, che con la sua feroce volontà e il suo polso di acciaio si era costruito un rovescio coperto ad una mano di rara efficacia. La velocità delle superfici dure e dell‘erba di quegli anni, inoltre, aiutava il gioco al volo ed incentivava la costruzione di tanti specialisti del serve & volley, ovviamente monomani: John McEnroe ne fu il più grande rappresentante, ma vanno citati anche Tim Mayotte, Bill Scanlon, Guy Forget, Johan Kriek, Pat Cash e tanti altri. E infine, ecco il nobile Stefan Edberg, apoteosi del rovescio classico, e l’audace Boris Becker, capace di alternare rovesci piatti e temibili back con gran disinvoltura. Fra le donne, il confronto più affascinante sembrava quello fra il tagliente slice di Steffi Graf e il clamoroso top spin di Gabriela Sabatini, regina de Roma, ma sulla scena si affacciavano già le bombardiere della nuova generazione, rigorosamente bimani: dalla Seles alla baby Capriati, vera erede della Evert.

Ancora qualche anno, e la scena cambia nuovamente. Irrompono sul circuito i Bollettieri-guys: Jim Courier, Aaron Krickstein, Andre Agassi. Il rovescio bimane (molto personale ma solido quello “baseball” di Courier, perfetto quello di Agassi) costituiva per questi due giocatori una terribile arma offensiva, di efficacia quasi pari a quella del “killer forehand” il diritto assassino, marchio di fabbrica della scuola di Bradenton. Ne nacquero i primi veri attaccanti da fondo campo. Giocatori che per fare il punto non avevano bisogno di scendere a rete, ma che grazie alla nuova tecnica di esecuzione e ai nuovi materiali erano in grado di tirare un vincente colpendo con i piedi sulla riga di fondo. Il tennis era cambiato per sempre.

Da lì in poi, fu un’alluvione. I bimani si moltiplicarono, ad ogni latitudine. Oltre alla scuola russa, che da sempre produceva soprattutto bimani, spesso di gran talento (da Volkov a Medvedev, da Kafelnikov a Safin), si allinearono al nuovo credo la scuola cecoslovacca e quella spagnola (un nome per tutti: Sergi “Massinissa” Bruguera). Gli ultimi a cedere sono stati gli argentini, fierissimi difensori del loro caratteristico, magnifico rovescio coperto ad una mano, ma poi anche loro hanno iniziato a sfornare i Coria e i Chela.

All‘inizio del nuovo millennio, nonostante l’ingombrante esempio di Pete Sampras e dei suoi 14 Slam, nelle scuole tennis di tutto il mondo il rovescio a due mani costituiva ormai la regola, e quello ad una mano una sublime eccezione. I frutti li vediamo oggi. Nell’ultima classifica Atp, i rovesci ad una mano nei primi 100 giocatori del mondo sono appena 26. Uno su quattro. Fra le donne, poi, non ne parliamo nemmeno.Vediamo ora perché.

La presa bimane nel tennis moderno. I molti pro e i pochi contro.

Nel tennis attuale, esiste una legge fondamentale: sii aggessivo, cerca l’anticipo, picchia per primo e fai di tutto per non perdere campo. Il giocatore costretto in difesa, a colpire 2 o 3 metri dietro la riga, ha statisticamente poche possibilità di vincere il punto.

In questo contesto, il rovescio bimane, con gli attuali materiali e al ritmo soffocante del gioco moderno, consente di tenere più facilmente lo scambio sulla diagonale, limitando gli errori nel palleggio ad alto ritmo, a patto di possedere buone qualità atletiche. Anche se si arriva in ritardo con l‘apertura, le possibilità di trovare un buon impatto sono molto superiori che non giocando un rovescio classico, perché è possibile colpire la palla con efficacia sia all’altezza ideale (quella dell’anca) sia quando rimbalzo è più alto. Pertanto, impugnando bimane è più facile colpire in anticipo, impattando la palla mentre sale. Ne risulta una maggiore capacità di giocare con i piedi vicini alla riga di fondo, evitando così di perdere campo. In aggiunta, la presa bimane consente di indirizzare più agevolmente in lungolinea palle anche pesanti, grazie all’aiuto della seconda mano, che rende la presa più salda, ampliando così le possibilità tattiche e riducendo i rischi.

Inoltre, proprio perché il primo che assume l’iniziativa ha le più alte probabilità di ottenere il punto, sono fondamentali i colpi di inizio gioco: il servizio e la risposta. Nel servizio, dal momento che le superfici sono state rallentate, non si cerca più solo la potenza pura. I coach cercano di dotare i giocatori di un servizio il più possibile vario, in termini di angoli e rotazioni, per destabilizzare il ribattitore. In questo processo, ha assunto importanza sempre maggiore la variante in kick (ad alto rimbalzo) che oggi non viene più utilizzata solo sulla terra rossa, ma anche, a sorpresa, sulle altre superfici, sia come soluzione offensiva (è una delle specialità ad esempio di Djokovic), sia per giocare una seconda palla profonda e sicura. Contro la rotazione kick, la presa bimane presenta grandi vantaggi rispetto alla presa tradizionale, perché permette di non perdere troppo campo e di aggredire la risposta. Questo avviene ormai sia sulla terra rossa, sia soprattutto sulle superfici rapide, dove l’impatto in avanzamento sulla seconda palla altrui è la norma, per sottrarre l’iniziativa all‘avversario. Sono pochissimi i giocatori in grado di aggredire un buon servizio kick impugnando ad una mano. A questi fondamentali vantaggi, connessi con il moderno modo di giocare, si sommano quelli tradizionali: maggiore saldezza della presa, maggiore capacità di trovare angoli stretti, specie nel passante.

Gli svantaggi principali, d’altro canto, sono quelli noti. Minore allungo, da cui deriva la necessità di avere grande mobilità per coprire adeguatamente il campo, minore sensibilità ed efficacia nella variante in back, nella voleè e nella palla corta. Ne consegue che, storicamente, i bimani hanno avuto un gioco più monocorde e fisico rispetto ai giocatori classici, sebbene non siano mancate le eccezioni.

Per le donne, l’adozione del rovescio bimane presenta il vantaggio di poter più agevolmente giocare in spinta offensiva da ambo i lati. Si tratta di una qualità fondamentale fra le ragazze, che non hanno la rapidità di gambe degli uomini e che quindi possono meno facilmente girare intorno al diritto. Ciò, oltre all’effetto emulazione portato dal power tennis delle Williams, spiega probabilmente la recente omologazione del tennis femminile.

Un altro interessante sviluppo della tecnica negli ultimi anni, sia fra gli uomini sia fra le donne, ha riguardato i mancini. Tradizionalmente, i mancini con rovescio classico hanno in questo fondamentale il loro tallone d’achille. Il mancino, in genere, ha un polso non particolarmente forte, e questo lo porta a giocare un buonissimo back naturale, ma ad avere grossi problemi nell’eseguire il colpo coperto. Per lunghi anni, molti mancini, grandi attaccanti, furono vulnerabili in difesa, sul loro rovescio, al punto che le eccezioni sono passate alla storia. Da Rod Laver (che Harry Hopman, suo mentore, da bambino costringeva a stringere per ore una palla da tennis nella mano, per rinforzarne il polso e l’avambraccio) a Manuel Orantes, da Petr Korda, ad Henry Leconte: notevolissimi esempi di mancini dotati di un rovescio ad una mano incisivo. Come vedete, si contano sulle dita di una mano.

Poi si è iniziato ad impostare bimani anche i mancini: i coach hanno accettato di sacrificarne un po’ di estro pur di guadagnare in consistenza e in solidità. Ne è nata una tipologia di giocatore relativamente nuova. I primi esempi sono stati il muscolare tedesco Carl Uwe Steeb, gran guerriero di Davis, e il geniale ma fragile Marcelino Rios, che aveva proprio nel rovescio bimane, anticipato e angolatissimo, il suo colpo migliore. Generalmente questi tennisti hanno mantenuto il classico diritto arrotato e pesante tipico dei mancini, a cui hanno però aggiunto un rovescio bimane che in genere giocano più piatto, ma con buon anticipo e penetrazione, ciò che consente spesso loro di prendere il sopravvento nello scambio su entrambe le diagonali. Gli esempi non mancano: da Fernando Verdasco a Jarko Nieminen, da Misha Zverev (molto buono anche al volo) fino al brasiliano Bellucci, mentre fra le ragazze possiamo citare Patty Schnyder e Casey Dellacqua.

Il rovescio del futuro.Ma l’evoluzione non si arresta. Ormai nel gioco attuale la potenza è alla portata di molti giocatori. Basta prendere un buon atleta, adeguatamente dotato sul piano dell’esplosività, dotarlo di due fondamentali biomeccanicamente corretti, armarlo con una delle racchette ultimo modello, ed ecco che il ragazzo sarà in grado di sparare accelerazioni vincenti. In questo contesto, si è ormai compreso che ciò che farà sempre più la differenza sarà la capacità di sorprendere l’avversario, più che di prenderlo a pallate. Il nuovo credo, l’ultimo grido dei tecnici è “conoscere le variazioni”: di ritmo, di effetto, di angolo, l’attacco in controtempo, la palla corta, la verticalizzazione improvvisa, il serve & volley sulla palla break.

Per questo motivo, il colpo più moderno che ci sia oggi sul circuito è probabilmente il rovescio dello scozzese Murray.

Andy dal lato sinistro può fare qualsiasi cosa. Può stringere il cross, può accelerare in lungolinea, può salire sopra la palla per aggredire la risposta, sfruttando la presa bimane. Ma può anche, all’occorrenza, staccare la mano sinistra e giocare rovesci in back che paiono rasoiate, o inventare mortifere palle corte. Se lo si vede giocare al volo, nessuno può intuire nella sua voleè di rovescio le scorie di un’impostazione bimane, tanto il gesto è corretto ed efficace. Insomma, Murray è in grado di coniugare in un solo colpo i vantaggi di entrambe le tecniche. Lo scozzese è probabilmente il giocatore che farà tendenza, quello che sarà maggiormente studiato dai tecnici in cerca di ispirazione, come è sempre successo nel passato agli innovatori.

Conclusioni.

Probabilmente dovremo rassegnarci: per poter dotare un giovane di un rovescio ad una mano competitivo, nel tennis attuale, occorre che l’atleta disponga di una grande forza nel polso, o non sarà mai in grado di reggere la pesantezza di palla del gioco moderno. E quindi ne vedremo sempre meno. Tuttavia, se i maestri sono bravi, non rinunciano in linea di principio al rovescio classico, come dimostra la scintillante apparizione di Grigor Dimitrov, classe ‘91. E come del resto avviene anche da noi: fra i nostri ‘92, a Tirrenia, si allena Federico Gaio, di Faenza, un giovane molto promettente dotato di un magnifico rovescio ad una mano. Quindi, state tranquilli, i gesti classici non scompariranno. 

Del resto, i discorsi e le dispute di carattere estetico non avranno mai fine. De gustibus non disputandum est. Ma non si può negare che il tennis attuale sia altamente spettacolare e che i nostalgici ad oltranza hanno spesso torto. La recente finale del torneo di San Jose, tra Stepanek e Mardy Fish, ad esempio, è stata davvero molto gradevole, con grandi discese a rete, e soluzioni pregievoli, anche se a confrontarsi erano due giocatori entrambi impostati bimani.

E poi, per finire, chi lo dice che un rovescio vincente eseguito ad una mano sia necessariamente più bello di un vincente bimane? Che il rovescio di Sampras, il gomito sinistramente alto, era più bello di quello di Agassi, gesto mirabile nella sua compattezza? O ancora, chi può stabilire che De La Pena era più bello di Rios? Che Gasquet è più bello di Safin?

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34 Commenti a “Il rovescio del futuro
Scopriamo il tennis di domani”

  1. ruud krol scrive:

    Come al solito un articolo molto interessante.Penso che sia più facile insegnare il rovescio a due mani.Mio figlio ha iniziato a 5 anni e a 7 gli hanno tolto la seconda mano.adesso a 11 ha un bel rovescio dal punto di vista estetico,un buon back ma a parità di valore chi lo fa a due mani semmbra avvantagiato.Il fatto che oggi solamente 1/4 dei primi 100 lo faccia ad una mano convincerà sempre più i maestri ad impostare i bambini a 2 mani e temo che Federer ed i Dimitrov saranno sempre più rari ma questo non dimiunirà la spettacolarità del gioco.

  2. marcos scrive:

    ottimo approfondimento, robbi!

    io penso che si sia passati al rovescio a due mani soprattutto per il fatto che i bimbi iniziano a giocare in età sempre più acerba: quarantanni fa si iniziava a 12 anni, trentanni fa a 11, ventanni fa a 10…oggi a 8 si è già in pre-agonistica.

    il futuro lontano del rovescio? il dritto giocato con la mano sinistra…almeno, per gli scambi da fondo. i bimbi inizieranno a giocare bimane sia il dritto che il rovescio. poi, gradualmente, si leverà la mano di troppo. e batteranno slice ad uscire con la destra, quando serviranno da destra; e con la mano sinistra, quando batteranno da sinistra.

  3. rude scrive:

    Scuste ma il rovescio di Gasquet è PIù BELLO di quello di safin punto.

  4. Giorgio Di Palermo scrive:

    Bravo, Commentucci, mi hai convinto!
    Talmente tanto che intervengo e vorrei darti uno spunto di riflessione al quale penso da un po’, e di cui parlavo con un giocatore “operaio” qualche tempo fa.
    Direi che puo’ apparire provocatorio per la sua difficolta’ di attuazione, ma una domanda tecnica riguardante il futuro potrebbe essere: “e se fosse il rovescio ‘tout court’ destinato a scomparire? E se il campione del futuro avesse il dritto di Nadal dalla parte sinistra ed il dritto di Federer dalla parte destra?” Di certo un simile fenomeno non perderebbe mai.
    Col rovescio scomparirebbe quasi il concetto di “difesa”.
    Ma forse si tratta di fantascienza…
    Saluti. Giorgio Di Palermo.

  5. anto scrive:

    Grande, Grande Rob, sono questi gli Editoriali che mi piace leggere, e tu sei un Maestro nel scriverli!

  6. Supermad scrive:

    Come ho già detto in passato, esteticamente parlando non sono un fan del rovescio bimane. Ma riconosco che il pezzo di Commentucci è super valido: nel tennis di oggi il colpo ad una mano ha poche chances di sopravvivenza. Io penso che sia una questione di forza: ho visto parecchi tornei giovanili (under 13 e 14), già a quell’età i ragazzini tirano delle sassate. Con un rovescio ad una mano sarebbe impossibile raggiungere le velocità del bimane.

    Devo inoltre ammettere che le esecuzioni di Murray e Nalbandian non sono poi tanto brutte da vedere, così come apprezzo molto il rovescio (migliorato negli anni) di Nadal. Sul rovescio di Sampras…beh lasciamo perdere. Il colpo di Andreino non solo era più efficace ma era anche più bello.

    Sul discorso del rovescio dei mancini…mi piaceva molto il colpo di Puerta…peccato che l’abbiano beccato più volte positivo all’antidoping..

  7. madmax scrive:

    come già scritto su g&f alla vavassori impostano tutti i bambini ad una mano che in linea di principio è molto più duttile da più morbidezza e soprattutto soluzioni… ora con racchettine piccole nonchè leggere e palline di spugna è ancora possibile impostarli così visto che il grosso problema di fondo è la mancanza di forza dovuta all’età… purtroppo quando sono arrivato a palazzolo per mia figlia era un po’ tardi in rapporto al livello di gioco da lei già raggiunto

  8. saretta scrive:

    Come sempre un articolo interessantissimo…mi sembra di capire che quindi il rovescio del futuro dipenderà meno da questioni tecniche e più dalla qualità del giocatore ?! Per intenderci, Murray è in grado di fare quello che fa con il rovescio proprio perchè è Murray oltre che per caratteristiche tecniche del suo rovescio. Potrebbe essere quindi che l’avvento dello scozzese, oltre che ad un cambiamento diciamo tecnico, porterà ad un cambiamento qualitativo di tutti i giocatori…visto che per fare tutte quelle variazioni di cui sopra sarà richiesta maggiore sensibilità, maggior tocco, migliore visione di gioco, ecc…??

  9. roby68 scrive:

    Come sempre gli articoli di Commentucci sono piacevolissimi da leggere e non mancano mai citazioni storiche e analisi tecniche sopraffini, complimenti. Per quanto mi riguarda, penso che il futuro sarà inevitabilmente il rovescio bimane, soprattutto perchè l’età in cui si inizia a praticare seriamente il tennis si stà abbassando, e gestire il rovescio ad una mano per un giovanissimo è quasi impossibile, mota importanza però verrà data alla capacità di staccare la mano per difendersi meglio, risparmiare energie e variare rotazioni.

  10. federico di carlo scrive:

    X Commentucci
    bell’articolo, molto dettagliato ed esaustivo. Vorrei aggiungere un mio piccolo contributo dal punto di vista tecnico. Il rovescio a due mani di un giocatore destrimane biomeccanicamente parlando è eseguito come un diritto mancino e con la mano destra ad accompagnare il gesto. Nel rovescio bimane di un destrimane è la mano sinistra a dare “punch” al colpo. Molti giocatori moderni possono essere considerati ambidestri. E’ la necessità di essere aggressivi con entrambi i colpi da qualsiasi parte del campo a renderlo necessario. Bisogna avere molta forza in entrambe le braccia (è assai difficile trovare nei giocatori moderni quelle asimmetrie muscolari e posturali che si trovavano ancora nei giocatori di 30 anni fa) .
    Dal punto di vista biomeccanico rovescio ad una mano e rovescio a due mani sono due colpi completamente diversi perche a spingere sono il braccio dx ed il braccio sx. Molti maestri sostengono che insegnare a colpire a due mani o ad una mano è indifferente argomentando che poi si fa sempre in tempo ad aggiungere o togliere una mano. Pura follia!!!!!!

  11. madmax scrive:

    si certo si comincia a giocare prima a tennis, basta però non ricercare la vittoria a 10 anni!!! è in questa ottica allora che uno può tranquillamente orientarsi al rovescio ad una mano…

  12. Luca scrive:

    Ottimo articolo, tecnico e scientifico, e scevro da tutte le fesserie che si leggono sulla rivalità Federer-Nadal e cose del genere.
    Tornando al tema del rovescio.. Io ho un annetto in meno di Murray (tanto per chiarire la generazione) e sono poco più di un giocatore di club. Sono mancino, gioco il rovescio a due mani ma da quando avevo 15 anni circa mi sono allenato parecchio a giocare il rovescio in back e la volèe a una mano sola. Con questo allenamento, unito a esercizi specifici per rinforzare il polso (esistono delle specie di “palline giroscopiche” che si avviano con una cordicella e poi si girano con la mano, più girano forte e più oppongono resistenza, sono ottime per il polso e l’avambraccio), mi sono trovato molto bene.
    Nel senso che (al mio livello da semi-amatore) adesso gioco altrettanto bene il back a una mano, la volèe, e il mio vecchio rovescio a 2 mani, e mi sono abbastanza convinto che questo modus sia quello migliore.

    @marcos: scusate se parlo sempre di me stesso, ma conosco la teoria dei 2 dritti perchè un maestro di tennis ha tentato di insegnarmela, essendo io ambidestro di natura. Il suo handicap principale è la scomodità di cambiare mano durante lo scambio, specie se ad alta velocità. E poi, se si escludono alcune situazioni estreme (come tirare un passante in corsa da fuori dal campo) francamente non ho colto la differenza tra avere sul mio lato destro un buon rovescio bimane mancino o un dritto destro..

  13. wik scrive:

    @ Di Carlo
    Ma se li impostiamo bimani dominante destra il passaggio da bimane a una mano o bimane domininante sinistra é meno traumatico.
    Quello che notavo é che impostandoli dominante destra é piú facile capire se sono portati al bimane o al monomane, e da qui il poter operare una scelta precoce.

    Riguardo al futuro dubito vedremo molti monomani in giro fra le prime posizioni prossimamente, i vantaggi sono di gran lunga dal lato bimane, ma qualche talento sempre ci sará, gli amanti del bel rovescio qualche soddisfazione l’avranno sempre. Se poi i bimani cominciano a saper staccare la mano per slice e volée ben fatte oltrepassano l’unico limite che attualmente resta a questa tecnica.

  14. Avec Double Cordage scrive:

    e che te devo dì?! perfetto come al solito

    anche io la vedo come marcos e Giorgio Di Palermo.

    penso però che partendo da giovanissimi con racchette leggerissime e palline piccole e di spugna sia giusto partire con l’impugnatura ad una mano, una volta “metabolizzata” questa presa ad una mano sul rovescio che sarà utilissima per volley e difesa il passo successivo sarà quello del quadrumane mancino (o destro per i mancini) in modo da poter successivamente (quando il ragazzo avrà l’età e i muscoli adatti) apprendere il diritto “con la mano sbagliata” tipo Nadal e poter rispondere aggressivo da entrambi i lati sia a servizi più sul corpo (a due mani da entrambi i lati) che su servizi ad uscire, ad una mano da entrambi lati, sia offensivo su palle potenti ma non troppo distanti dal corpo che difensivo in allungo

    una volta raggiunta un certa solidità fisica sarà il momento di giocare il dritto mancino (non solo quello piatto com lo si può imparare da subito anche ad una mano) ma anche liftato come quello di Nadal, in pratica imitando l’evoluzione di Nadal sul lato sinistro e quella di Federer sul lato destro, partendo però con Federer a 4 anni e aggiungendoci poi a 6 o 7 anni Nadal, un po’ l’inverso di Sampras che era nato bimane per poi divenire monomane

    penso però che sullo scambio normale da fondo campo un giocatore che abbia seguito una formazione di questo tipo rimarrà un destro con il rovescio a due mani molto simile a Murray, ma in situazioni particolari come in caso di una palla dell’avversario non abbastanza profonda potrà sfoderare il dritto mancino killer di Nadal o un rovescio liftato ad una mano tipo Gasquet

    in fase difensiva invece potrà utilizzare un rovescio slice o pure (in allungo) un dirittto mancino piatto, soluzione che lo renderà più efficace anche a rete aumentandone “l’apertura alare”

    in risposta sarà difficilissmo fargli ace, un servizio lento verrà pagato a carissimo prezzo e nemmeno il servizio sul corpo grazie alla variante di partenza quadrumane sarà efficace più di tanto se non sparato a 250 km/h alla Roddick (e penso che il servizio alla Roddick o Monfils farà scuola ancor più di quello stile Federer, di Monfils probabilmente faranno scuola anche le scivolate sul duro e se rimane sano e ci arriva con un buon ritmo al servizio penso che quest’anno Monfils al Roland Garros lo potrebmmo vedere anche in finale)
    sono sicuro che da qualche parte stanno già lavorando su giocatori simili da qualche anno ma dovendo partire prestissimo ci vorranno almeno 10 anni prima di vederli tra i pro

  15. Avec Double Cordage scrive:

    anzi aggiungo pure quest’altra visione ;) date mi pure del pazzo: forse con la possibilità di giocare in estremis la volèe ad una mano da entrambi i lati riudcendo la vulnerabilità a rete, potremmo persino rivedere il chip and charge, almeno come tattica a sorpresa

  16. federico di carlo scrive:

    x Wik
    Non sono d’accordo sul fatto che l’impostazione bimane per i bambini sia il metodo migliore per valutare se siano portati al bimane o al monomane. L’uso della mano dx predominante nel rovescio non determina la coordinazione occhio-mano sx necessaria per eseguire correttamente un rovescio a 2 mani (destrimane) ne tanto meno per capire se i bambini hanno delle potenzialita balistiche sul lato sx del corpo (destrimane). Spesso sotto i 7 anni di età i bambini non hanno ancora scelto quale è il loro lato cerebrale dominante. L’aggiunta della seconda mano si rivela spesso un elemento che aggiunge confusione percettiva allo sviluppo della visione tridimensionale.

  17. wik scrive:

    @di carlo
    Da quello che mi sembra di capire tu li impostiti monomane, e quando adotti una scelta e cosa ti fa optare per una scelta o l’altra ?

  18. federico di carlo scrive:

    x Wik,
    non imposto i bambini preferenzialmente al monomane o bimane. Per me vanno bene entrambi a patto che i bambini si sentano a proprio agio nell’uso dell’attrezzo e che il loro sistema percettivo e ciò che fanno con la racchetta sia congruo e parallelo. Per questo è necessario che le racchette abbiano un’impugnatura assai piccola, siano molto corte e che siano estremamente leggere. Devono essere un’estensione del braccio. Quando non ho il materiale adeguato li faccio iniziare con i mestoli……………. ;-)

  19. Pete scrive:

    Splendido editoriale.
    Per quanto mi riguarda, al di là delle considerazioni sul rovescio, ho apprezzato in maniera particolare questo passaggio: “In questo contesto, si è ormai compreso che ciò che farà sempre più la differenza sarà la capacità di sorprendere l’avversario, più che di prenderlo a pallate. Il nuovo credo, l’ultimo grido dei tecnici è “conoscere le variazioni”: di ritmo, di effetto, di angolo, l’attacco in controtempo, la palla corta, la verticalizzazione improvvisa, il serve & volley sulla palla break.”.
    Ne parlavo proprio un paio di settimane fa con mio fratello, la sensazione è che - dopo un periodo di estrema “standardizzazione” - si sia in una fase di riscoperta delle variazioni. Ne guadagna senza dubbio lo spettacolo.

    PS Rimango convinto che un bambino/ragazzino dotato di un rovescio naturale vada assecondato nelle sue attitudini e impostato ad una mano.

  20. stefano grazia scrive:

    D’accordo con Roberto : ma chi lo stabilisce che il rovescio ad una mano sia stilisticamente piu’ bello?
    Giorgio di Palermo: l’argomento rovescio nei due anni di vita del blog e’ stato piu’ volte affrontato (un po’ come con il GOAT) e diverse volte anch’io avevo suggerito questa cosa, la scomparsa del rovescio… Un certo Maestro Iacopini lo ha perfino scritto in un suo libriccino di notarelle sul tennis, scommettendo che il futuro sara’ quello …
    Mio figlio a 3 anni impugnava da quadrumane col dritto con impugnatura mancina e il rovescio con impugnatura destra…Io non sono mai intervenuto ma da Bollettieri, a 7 anni,nel 2004, gli cambiarono l’impugnatura del dritto, staccandogli la mano … Per essere sicuro chiesi udienza anche a Chip Brooks e allo stesso Nick Bollettieri che lo valutarono e mi confermarono che non c’era alcun motivo per cui lui non giocasse il dritto a una mano. Nick aggiunse (ed e’ registrato su video!) a un certo punto che non era sicuro che Nicholas,mio figlio, fosse un bimane nel rovescio, che forse piu’ avanti, sarebbe stato un Natural One Hander… Siccome non era un gigante abbiamo continuato con le due mani sul rovescio ma in allenamento spesso abbiamo sempre fatto cesti con il due mani, lo slice, il rovescio normale a una mano, il dritto mancino … E insomma lui ha sviluppato da solo (o quasi) un rovescio slice che alterna al rovescio a due mani … Lo scorso dicembre da Bollettieri gli ammiravano molto il natural slice back hand…
    Credop abbia ragione Roberto indicando in Murray il prototipo ideale: due mani e una mano slice…Lui, come mio figlio (eheheh…) ha tutte e due le opzioni migliori…

  21. Godzilla scrive:

    L’ottimo Commentucci non lo prenderei mai in una redazione giornalistica, ma se un giorno metterò in piedi una pubblicazione enciclopedica (che so, una Godzillypedia) lo chiamerò senz’altro e gli proporrò paga doppia. Forse sbaglio, ma non mi sembra che lo scritto presenti novità, però riproduce con una certa fedeltà lo stato delle cose. Confesso di essermelo subito “copiaincollato” e inserito nel mio contenitore di articoli. Un giorno o l’altro potrebbe tornare utile, anche se, “quel giorno”, non condividerò di sicuro alcune annotazioni, come quella di inserire Pernfors e Jarryd fra i cloni di Borg, o l’altra, di regalare a Steeb l’appartenenza a una “tipologia di giocatore relativamente nuova”. Soprattutto, cercherò di non dimenticare il rovescio di Mecir, di cui lo scritto non ha memoria. A parte questo, mi sembra che l’unica cosa davvero nuova l’abbia scritta il buon Giorgio Di Palermo, al quale voglio tanto, tanto bene… Dieci righe, e una visione nuova del tennis, un elemento di sostanza su cui dibattere. Lui è un ottimo giornalista. Solo che fa finta di non saperlo.

  22. flexible scrive:

    portate pazienza ma anche io devo citare un caso personale che secondo me farà tendenza. Premesso che sono un tristone autodidatta (anche se belle soddisfazioni con figli dei club me ne sono prese) sin da piccolo, causa fragilità di braccia ho sempre usato il bimane, anche se dentro di me sentivo che avevo il rovescio a una mano. Causa forse anche un discreto tempo tra un ciclo di partite e l’altro da qualche mi sono messo intesta di seguire quella sensazione che ho sempre provato. Da qualche anno ho ormai sviluppato una tecnica a mio avviso molto efficace. Rovescio bimane in risposta e negli scambi con la palla dell’avversario lunga. Rovescio ad una mano quando devo attaccare. Ovviamente al volo sempre ad una mano.
    mi sembra questa un’ottima mediazione che prende i pregi dei due colpi. Avesssi anche un buon braccio sarei a posto

  23. anto scrive:

    @ Giorgio Di Palermo….nessuna chiamata dalla Fit per sfruttare la sua esperienza?

  24. andrew scrive:

    d’accordo con Flexible…Anch’io ho sviluppato tale tecnica…Il Rovescio a due mani è insostituibile in risposta…

  25. Giovanni Rossi scrive:

    Interessante articolo, grazie.
    Con riferimento allo sviluppo degli attrezzi, quale sara’ il futuro delle racchette con doppia impugnatura?

  26. stefano scrive:

    questa sua delucidazione sulla particolarita’ del rovescio ci fa capire ancora piu’ perche’ un talento come federer subisca il gioco di potenza di nadal .da come ho capito lo svizzero non ha un rovescio adeguato sia in risposta che nel prolungarsi dello scambio .

  27. Stefano Broccoli scrive:

    Non è il rovescio il problema di Federer contro Nadal…Federer ha un eccellente rovecio monomane e nella finale dell’A0 2009 è uscito spesso vincitore su quella diagonale
    Ci sono ben altre cose inadeguate di Roger quanto incontra Rafa….
    Comunque analisi molto interessante

  28. Roberto Commentucci scrive:

    Grazie a tutti per i commenti e per i complimenti. Un ringraziamento particolare a Giorgio Di Palermo, già tour manager dell’Atp. Provo a rispondere alle vostre sollecitazioni. In molti (lo stesso Giorgio, marcos, Avec e Stefano Grazia) avete suggerito l’idea che in futuro il rovescio possa scomparire e che i tennisti di domani possano diventare perfettamente ambidestri, tanto da giocare il diritto da entrambi i lati.
    Personalmente non sono molto convinto che una cosa del genere possa avvenire, per il motivo ben spiegato da Luca: negli scambi ad alta velocità probabilmente non c’è tempo per passare la racchetta da una mano all’altra.
    Mi è piaciuto poi moltissimo il pacato, civile dibattito fra i nostri due tecnici espatriati, wik che lavora da tempo in Sudamerica e Federico Di Carlo, che ha esperienze australiane. Trovo che il tema che hanno toccato sia davvero interessante: come decidere se impostare un bambino con il rovescio a due mani o a una?
    E se permettete, credo che sia molto bello avere qui la possibilità di discutere di queste tematiche. Credo, mi illudo, che anche così si dia un piccolo contributo alla crescita della cultura sportiva nel nostro ambiente.
    A Godzilla, che da quanto scrive immagino giornalista professionista, volevo esprimere un ringraziamento per aver letto e addirittura archiviato il mio articolo. Accetto i suoi rilievi: Jarryd e Pernfors non erano cloni di Borg in senso stretto: erano certo più aggressivi da fondo di Borg (anche perché nel frattempo erano cambiati i materiali), e avrei dovuto parlare di scuola svedese più che di emulazione dell’Orso. E poi si, anche Mecir andava citato. Su Steeb invece non sono troppo d’accordo. Era un muscolare, senza troppo talento, ma sfiorò i primi 10 e battè grandi giocatori (specie in Davis) anche grazie all’intelligenza di chi gli impostò bimane il rovescio, rendendolo più solido in difesa.
    In generale, so bene di non avere davvero il dono della sintesi, :) ma per fortuna lo spazio virtuale del web e la fiducia di Ubaldo mi consentono di scrivere nel modo che voglio, cosa che mi sarebbe certo impossibile in qualsiasi redazione.
    Del resto, io lo ho sempre detto: non sono un giornalista, nè voglio diventarlo. Faccio un altro lavoro, e sono solo un appassionato, molto tifoso dei tennisti italiani; per me questo è un piacevole hobby, un modo per coltivare la mia passione per il tennis.
    E quindi, il solo sapere che a volte anche professionisti e addetti ai lavori leggono i miei scritti, mi riempie di soddisfazione.
    Grazie ancora, a tutti.

  29. pedrinho&luvanor scrive:

    Immagino Roberto Lombardi in lacrime.
    Parlare del rovescio senza inserire una equazione, una formula, un paio di x e y, due termini inglesi e’ un delitto.
    Troppo facile.
    Il Centro studi della Scuola Nazionale e’ in crisi.

  30. federico di carlo scrive:

    x Roberto Commentucci
    mi congratulo per la puntualità e per le lucide analisi che sono ancor più meritorie perchè fatte da un appassionato e non da un addetto ai lavori. Vorrei aggiungere una annotazione tecnica sulla possibilità di giocare il diritto da ambedue le parti del corpo. Il tempo di reazione per passare la racchetta da una mano all’altra ci sarebbe. Faccio presente che anche nei colpi in cui occorrono dei tempi di reazione velocissimi (risposta al servizio e volee), la racchetta parte comunque da una posizione neutrale di attesa davanti al corpo per cui è indifferente se viene adoperata la dx o la sx nell’articolazione del movimento di risposta allo stimolo.
    I problemi nell’articolare movimenti competitivi di diritto da ambedue le parti del corpo sono determinati da : 1) una racchetta estremamente personalizzata, costruita ad hoc per il giocatore; 2) una capacita sensitivo percettoria perfetta, (determinata dall’uso contemporaneo, associato ed ambivalente di entrambi gli emisferi cerebrali) tale da determinare che lo stimolo al passaggio da una mano all’altra sia istintivo. Si tratta però di un’attività non naturale del cervello umano in cui un emisfero cerebrale prevale sull’altro e ne determina gli istinti sensoriali.
    Il primo punto penso possa essere tecnicamente raggiungibile e futuribile. Per il secondo sono invece molto più scettico per una semplice questione evolutiva

  31. Gioia scrive:

    ….beh……ai miei allievi, quando posso, cerco sempre di insegnare il rovescio ad una mano….se ci sono difficoltà, allora ricorro a quello a due…c’è anche da dire, in base a quanto ho notato, che alcuni bambini hanno una predisposizione immediata per uno dei due rovesci…lo sentono subito più dell’altro….e allora, a mio parere, meglio privilegiare la natura… e lavorare su un’attitudine spontanea…certo per l’insegnante è più facile insegnare il rovescio a due mani….infatti penso che in un’epoca come la nostra in cui si cerca il prima possibile di sfornare campioni, questo tipo di scelta obbligata o in parte tale, dimezzi i tempi di lavoro….non è una critica, ma non ci si dimentichi di lavorare anche sulla sensibilità del braccio per back e volée……

  32. giuseppe scrive:

    ???il rovescio di gasquet meglio di quello di safin???
    ok dai va bene tutto ma a tutto c’e un limite.
    gasquet sara’ pure elegante ma la creativita’, le accelerazioni, la potenza e le geometrie di marat per il povero riccardino sono solo fantasie.
    un po’ di onesta’ per favore

  33. Marco scrive:

    Parlo da profano giocatore dilettante ma con esperienza personale.

    Sono mancino, buon rovescio a una mano sia top sia slice.

    Per sfizio ho però sempre rimandato le palline raccolte dopo lo scambio con un diritto di destro; un maestro ha visto il movimento e mi ha consigliato di provare il rovescio bimane, descrivendomelo come un dritto con supporto dell’altra mano.
    Le prime volte, per allenarmi, giocavo il dritto di dx, per poi aggiungere la sx.

    A oggi il mio rovescio bimane è migliore del dritto, lo slice di rovescio (una mano) lavora sempre bene… e io sono contento.

    A mio figlio, se vorrà giocare, gli farei insegnare tutti i colpi sia di dx che di sx, a una mano, per poi vedere la sua evoluzione.

    Attendo vostri commenti. Un appassionato (Marco)

  34. pietro di lucia scrive:

    La soluzione ottimale, secondo me, sarebbe imparare sia l’uno che l’altro rovescio e usarli a tempo e ad occasioni opportune. Quello ad una mano per le palle a metà o a 3/4 di campo perché offre più libertà e facilità di impiego,; quello a due mani per la risposta , incrociati normali e stretti, lungolinea etc. dove occorre più potenza e polsi solidi. Ciao, Pietro.

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