di LEO TURRINI
Inviato di QN (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno)

CHE lo scudetto sulle maglie nerazzurre fosse destinato a dar fastidio, Moratti e noi interisti l’avevamo messo in preventivo. Ieri, su queste colonne, l’ottimo Enzo Bucchioni ne ha simpaticamente fatto una questione di stile: come se fosse una colpa non avere colpe. Ma, a parte i delicati sofismi sull’eleganza delle conquiste a tavolino (a proposito: stiamo ancora aspettando che qualcuno pretenda da Lewis la restituzione dell’oro vinto in pista da Johnson a Seul, o da Gimondi la riconsegna di una maglia rosa a Merckx), il curioso dibattito suggerisce una dolorosa riflessione. In un Paese che troppo spesso ha premiato i furbi, c’è chi trova intollerabile sia stata premiata la mancanza di furbizia. (more…)

di XAVIER JACOBELLI

IL RUGGITO DEGLI AGNELLI non è soltanto un sussulto d’orgoglio juventino, riassumibile nella presenza dei fratelli Elkann alla passerella di Villar Perosa, nei tatuaggi di Lapo che sono già diventati oggetto di culto fra la gente bianconera o nelle ripetute sortite pubbliche di Cobolli Gigli che al ricorso al Tar aveva cominciato a pensare sin dalla sentenza sportiva di primo grado. No, il ruggito degli Agnelli è il segnale che la Juve è decisa a giocarsi ogni carta, anche a costo di bloccare i campionati o di rischiare una nuova penalizzazione e addirittura una squalifica in campo internazionale. (more…)

di Enzo BUCCHIONI
Vicedirettore QN (La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino)

LA NOVITÀ PIÙ SORPRENDENTE dell’estate è lo scudetto sulle maglie dell’Inter. Ma, detto fra di noi, non ci sembra un granché. Forse è troppo grosso. Forse il tricolore e il nerazzurro sono colori che non legano.
Oppure, più semplicemente, questo è uno scudetto fuori posto. Dopo diciassette anni di attesa e sofferenza, l’Inter e i suoi tifosi meritavano qualcosa di più e di meglio di un campionato a tavolino, figlio illegittimo di una grande famiglia di trionfi. Solo uno scudetto vero, da alzare al cielo su un campo di calcio può far riscoprire emozioni e lacrime, può servire a ritrovare intatto il grande orgoglio interista. (more…)

di Xavier Jacobelli

Come prima, peggio di prima. I massimi dirigenti del calcio italiano hanno ricominciato a dirsele di santa ragione. Un giorno si alza il Commissario Rossi e spara a palle incatenate contro la stampa cinica e bara, rea di non prostrarsi davanti a lui, il Grande Moralizzatore che ancora non ci spiega perché la Federcalcio si sia calata le brache davanti alla Fifa, alla Uefa e alle loro porcherie (Materazzi equiparato a Zidane; il Milan che rischia di essere fatto fuori dalla Champions per fare un favore ai francesi; il divieto di mostrare allo stadio di Livorno la Coppa del Mondo perché nello stadio non ci sono i marchi degli sponsor cari a Blatter). (more…)

di Xavier Jacobelli
Quaranta giorni dopo il trionfo di Berlino, il calcio italiano si riscopre sgradevolmente in mezzo al guado. Mentre sul fronte della giustizia sportiva, soffiano sempre più forti i venti dei tarallucci, l’obbrobrio di Livorno ha esposto la Nazionale ad una figuraccia che doveva e poteva essere evitata. E non è soltanto una questione squisitamente tecnica, anche se Donadoni ha mandato in campo una squadra senza capo né coda, che ci auguriamo di non rivedere mai più, nemmeno per uno stage a Coverciano. Il problema è prima di tutto manageriale ed organizzativo, cioè della Federazione Italiana Giuoco Calcio, sempre pronta a questi disastri. (more…)