Mister X cambia indirizzo
Mercoledì 12 Dicembre 2007Cari Lettori,
da oggi questo blog cambia indirizzo: i miei post e i vostri commenti sono su
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dal sito www.inter.it
MILANO - In merito a quanto pubblicato oggi da ‘La Gazzetta dello Sport’, il presidente Massimo Moratti smentisce categoricamente qualsiasi presunto contatto o incontro con Josè Mourinho.
Si tratta di una notizia falsa e non verificata che considera di gravissimo disturbo nei confronti della Società.
di Xavier Jacobelli
Secondo una stima per difetto, nell’arco dei quasi tredici anni della sua presidenza, Massimo Moratti ha investito circa 600 milioni di euro nell’Inter. I risultati si vedono: ha costruito due squadre e le ha fuse in una per primeggiare in Italia e in Europa; domina il campionato schiacciandolo sotto il peso di una supremazia tecnica che ha pochi precedenti nella storia recente del calcio italiano; punta dichiaratamente al Grande Slam (scudetto e Champions League) che, se a Mancini non riesce quest’anno, non riesce piu’.
Si aggiunga la maturazione dell’allenatore: nella stessa misura in cui, in passato, egli era stato criticato perche’ guidava con le marce basse la Ferrari di Via Durini, oggi merita gli elogi per la sua capacita’ di fulminare la concorrenza con un’abbondante capacita’ di scelta. Al punto che il tecnico, fra campionato e coppe ha schierato ventuno formazioni diverse in ventuno partite consecutive, collaudando tattiche e assetti multiformi, superando le fisiologiche emergenze causate dagli infortuni, dalle squalifiche e facendo pure finta che il caso Adriano sia ininfluente, il che e’ esattamente vero.
La domanda che ora il calcio non nerazzurro si pone e’ questa: che cosa fare per agguantare l’Inter o per non subire la dominazione di una squadra e di una societa’ che dispone di uomini e mezzi per comandare in lungo e in largo anche negli anni a venire?
La risposta vale per tutte le Grandi: la Roma, la Juve, il Milan, la Fiorentina. O investono sul mercato o soccombono o si riducono al medio cabotaggio. Dove per investire sul mercato s’intende rafforzare il proprio organico coniugando la capacita’ di spesa all’oculatezza delle scelte. Se Moratti non s’adombra per il parallelo, la supremazia dell’Inter nel terzo millennio puo’ essere accostata a quello del primo Milan berlusconiano che, con Sacchi prima e Capello poi, si protrasse per otto anni durante i quali i rossoneri fecero terra bruciata: con Arrigo che vinse un solo scudetto ma conquisto’ il mondo e con Fabio, capace di centrare 4 tricolori in 5 anni e di dominare in Europa con l’apoteosi ateniese ai danni del Barcellona di Cruyff. Oggi il Cavaliere, Sensi, Cobolli Gigli e Della Valle sono i convitati di pietra alla saga interista. Se non si muovono, tali resteranno per molto tempo a venire.
ROMA - Il fisco batte ancora cassa con il mondo del calcio. L’intero sistema, considerato dalla serie A a quelle minori, ha ancora sulle spalle 754,4 milioni di euro di ‘’cartelle fiscali'’ da versare all’erario, nonostante le rate gia’ versate. Ma nasce un vistoso fenomeno: lo scaricabarile fiscale. Le nuove societa’ prendono il posto delle vecchie alle quali rimangono le tasse da pagare. A fare i conti in tasca al mondo del calcio e’ il ministero dell’Economia che - su sollecitazione del presidente della Commissione Finanze del Senato, Giorgio Benvenuto - ha calcolato quando devono ancora le societa’ calcistiche in base alle cartelle fiscali staccate negli ultimi anni. A dover di piu’ sono club maggiori, che animano la massima divisione, anche se le nuove glorie sono oramai fiscalmente ripulite. Cosi’, fatti i conti, la Serie A deve ‘’solo'’ 165,9 milioni di euro perche’ 210,2 milioni di debiti tributari sono rimasti nei cassetti delle gloriose societa’ del passato ora trasformate in scatole vuote, in pratica rimaste in vita solo per pagare le tasse arretrate al fisco. Il ministero dell’Economia tira le orecchie al mondo del calcio. ‘’L'Agenzia delle Entrate - e’ scritto nella risposta che il dicastero ha inviato alla interrogazione del senatore - per quanto attiene la tempestivita’ e le correttezza dei versamenti delle imposte dovute ha fatto presente che le societa’ di calcio sono state oggetto di controllo per gli anni 2001-2005. L’attivita’ ha evidenziato significative
violazioni agli obblighi di versamento, con conseguente attivita’ di recupero da parte degli uffici dell’Agenzia con iscrizioni a ruolo (l’invio di cartelle, ndr.)'’.
L’elenco del fisco e’ lungo. Conta 193 societa’ suddivise per regioni. Ci sono gli importi dovuti e le rate gia’ versate. E quindi il conto ancora da saldare, appunto i 754,4 milioni di euro. Il fenomeno dello scaricabarile e’ evidente. La nuova A.C.F Fiorentina spa non deve nulla al fisco, la
vecchia A.C Fiorentina Spa ha un debito di 43,3 milioni. Il Torino Fc ha con il fisco i conti in pari mentre il glorioso Torino Calcio spa deve 38,4 milioni di euro. Lo stesso vale per il Parma: nulla deve la nuova squadra, 81,1 milioni la vecchia. L’elenco mette in risalto che a dovere di piu’ e’ la Lazio - ha sul groppone ancora 129,1 milioni di tasse da pagare - ma la squadra e’ tra quelle quotate per le quali il ministero dell’Economia parla ora di grande trasparenza. Per la Roma, la Lazio e la Juventus la quotazione sul mercato azionario ha introdotto l’obbligo di ‘’redigere i propri conti consolidati e i bilanci individuali in conformita’ ai principi contabili internazionali ('’International Financial Reporting Standards'’). E cosi’ - rileva il ministero - ‘’la qualita’ dell’informazione finanziaria fornita’ e’ stata ulteriormente migliorata'’ anche se questo per i club ha rappresentato uno svantaggio. ‘’Le nuove disposizioni Ifrs - spiega il Tesoro - non hanno piu’ consentito a tali societa’ di adottare quelle opzioni agevolative che la normativa nazionale e di settore aveva in precedenza concesso alle societa’ calcistiche'’. A dover onorare cartelle con il fisco sono comunque moltissime societa’, da importi milionari a gabelle di pochi euro. Scorrendo la serie A devono:
3,1 milioni la Reggina;
47,4 milioni il Calcio Napoli;
81 milioni il vecchio Parma;
367 euro l’Udinese Calcio;
11,7 milioni la Roma;
129,1 milioni la SS Lazio;
6,9 milioni il Genoa;
2,7 milioni l’Atalanta;
1,5 milioni l’Inter;
2.305 euro la Juventus;
38,4 milioni il vecchio Torino;
284 euro il Lecce;
8.741 euro il Cagliari;
1,5 milioni il Palermo;
7,9 milioni il Catania;
43,3 milioni la vecchia Fiorentina,
16.061 euro il Livorno;
1,2 milioni il Siena.
Nulla devono invece il Milan, l’Empoli e la Sampdoria.
tratto da www.gazzetta.it
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MILANO - Il privatissimo “tempo zero” di Recoba, domenica a San Siro, sarà fatto di molte strette di mano e pacche sulle spalle. Ci saranno i “bentornato” dei vecchi amici e, con ogni probabilità, gli applausi di un pubblico che, se spesso l’ha criticato, di sicuro gli ha voluto un bene particolare. Perché il Chino a volte faceva una rabbia da non vederci più, ma quando accarezzava il pallone con il suo sinistro il suo calcio era esemplare, unico, spettacolare. Qualcosa di cui innamorarsi esattamente come Recoba si era innamorato dell’Inter. Di tutto e di tutti ma non di Mancini. I due, anzi, non si amavano per niente. E non per una questione squisitamente tecnica e legata alle molte panchine fatte dal Chino in nerazzurro. Le crepe sul rapporto avevano radici più profonde, personali, di pelle.
E’ lo stesso Recoba ad ammetterlo senza mezzi termini: “Tra noi non c’è mai stato feeling - ha spiegato il Chino -. L’ho sentito parecchie volte prima che lui arrivasse all’Inter, poi, una volta qui non è che gli andavo dietro per giocare. Lui ha il suo modo di vedere le cose, io il mio, non ci siamo incontrati”. E ancora (anticipiamo qui un pezzo della lunga intervista rilasciata in esclusiva a Sportweek che sarà in edicola sabato, ndr): “Mancini è stato fortunato, molto fortunato: è arrivato all’Inter al momento giusto, in tutti i sensi…”. Altro che allenatore dei miracoli. Fortuna, fortuna e basta.
NUOVA VITA - Logico, dunque, in questo clima da guerra fredda, far le valigie e cambiare aria. A Torino, nonostante qualche problema fisico che l’ha tenuto fuori qualche mese, Recoba ha se non altro ricominciato a vivere. Grazie a Novellino, il “suo” tecnico, e grazie a Cairo, che su di lui sembra puntare molto. La sua avventura in granata però potrebbe concludersi a fine stagione, perché, spiega correttamente l’uruguaiano, “se Cairo dovesse chiedermi di restare al Torino, dovrei parlarne con Moratti”. Già, Moratti. Altra bella storia. Recoba gli deve molto, tanto che “se avessimo avuto qualche punto in più in classifica, magari avrei fatto finta di non stare bene per restarmene a casa e non giocare con l’Inter”.
TITOLARE - Invece a San Siro Recoba ci dovrà andare eccome. Anzi, Novellino sembra del tutto intenzionato a buttarlo dentro dal primo minuto. Gli potrebbe quindi anche capitare di fare un dispetto ai suoi vecchi compagni. Magari con uno dei suoi sinistri magici: “Mi auguro di segnare e basta, poi se esulterò o meno non lo so. In 10 anni non ho mai fatto il ruffiano, penso che la gente mi saluterà, poi durante la partita possono fischiarmi e mandarmi a quel paese se faccio cose belle per il Torino, del resto dal 1′ al 90′ minuto tutto quello che succederà sarà passione, prima e dopo il 95′ amore”.
A.F.
La replica di Mancini
BOLOGNA - «Nonostante il problema dei tanti infortunati, le cose stanno andando bene, quindi dobbiamo sperare e lavorare tanto per continuare su questa strada, sia in campionato che in Champions League». All’indomani del netto successo nel recupero contro la Lazio, Roberto Mancini tesse le lodi della sua Inter, capace di vincere e convincere nonostante i tanti guai fisici soprattutto a centrocampo. «Tutti i calciatori - spiega il tecnico nerazzurro, ospite per Volvo Italia all’edizione 2007 del Motorshow - anche quelli utilizzati un pò meno stanno rispondendo con professionalità.
Se Stankovic scenderà in campo domenica? No, non credo. Crespo il più sacrificato tra gli attaccanti? Da quest’estate ha avuto problemi fisici, ora è ancora un pò indietro di
condizione, ma presto tornerà in forma». L’Inter, domenica al «Meazza», aspetta il Torino per un confronto che vedrà, dall’altra parte del campo, anche Alvaro Recoba. L’uruguaiano ha sottolineato di aver avuto poche occasioni per giocare nell’Inter di Mancini e di aver scarso feeling con il tecnico jesino. Mancini, però, come si legge sul sito nerazzurro, getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Come ho sempre detto, è un calciatore di grande talento. È normale che, se uno gioca poco, possa nascere qualche problema, ma in realtà nulla di particolare». Già qualificati per gli ottavi di finale, i nerazzurri chiuderanno il 2007 in Europa mercoledì prossimo a Eindhoven. «La Champions
League - ricorda Mancini - è una manifestazione particolare, bisogna essere pronti al momento giusto. Spero solo che saremo in forma e in condizione quando riprenderemo a giocarla. In ogni caso, spero che la squadra continui a giocare come sta facendo ora in tutte le competizioni. Il calcio è bello perchè si cerca sempre di vincere, tanto meglio se i ragazzi prosegueno sulla strada intrapresa». Tornando al campionato, pare più che probabile ormai un duello a due per lo scudetto tra l’Inter, capolista, e la Roma, che inseguea tre punti di distanza. «Sono le squadre che ora vanno meglio, ma il cammino è ancora lungo e ci sarà tempo per parlare di queste cose».