Mister X http://www.blogquotidiani.net Il blog di chi ancora ama il calcio - a cura di Xavier Jacobelli Wed, 12 Dec 2007 16:34:42 +0000 http://wordpress.org/?v=2.0.2 en Mister X cambia indirizzo http://www.blogquotidiani.net/?p=812 http://www.blogquotidiani.net/?p=812#comments Wed, 12 Dec 2007 12:58:03 +0000 redazione Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=812 Cari Lettori,
da oggi questo blog cambia indirizzo: i miei post e i vostri commenti sono su

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Moratti: mai incontrato Mourinho http://www.blogquotidiani.net/?p=811 http://www.blogquotidiani.net/?p=811#comments Tue, 11 Dec 2007 13:51:32 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=811 dal sito www.inter.it

MILANO - In merito a quanto pubblicato oggi da ‘La Gazzetta dello Sport’, il presidente Massimo Moratti smentisce categoricamente qualsiasi presunto contatto o incontro con Josè Mourinho.
Si tratta di una notizia falsa e non verificata che considera di gravissimo disturbo nei confronti della Società.

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Chi vuole resistere all’Interdeve investiresubito sul mercato http://www.blogquotidiani.net/?p=810 http://www.blogquotidiani.net/?p=810#comments Sun, 09 Dec 2007 18:31:19 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=810 di Xavier Jacobelli

Secondo una stima per difetto, nell’arco dei quasi tredici anni della sua presidenza, Massimo Moratti ha investito circa 600 milioni di euro nell’Inter. I risultati si vedono: ha costruito due squadre e le ha fuse in una per primeggiare in Italia e in Europa; domina il campionato schiacciandolo sotto il peso di una supremazia tecnica che ha pochi precedenti nella storia recente del calcio italiano; punta dichiaratamente al Grande Slam (scudetto e Champions League) che, se a Mancini non riesce quest’anno, non riesce piu’.
Si aggiunga la maturazione dell’allenatore: nella stessa misura in cui, in passato, egli era stato criticato perche’ guidava con le marce basse la Ferrari di Via Durini, oggi merita gli elogi per la sua capacita’ di fulminare la concorrenza con un’abbondante capacita’ di scelta. Al punto che il tecnico, fra campionato e coppe ha schierato ventuno formazioni diverse in ventuno partite consecutive, collaudando tattiche e assetti multiformi, superando le fisiologiche emergenze causate dagli infortuni, dalle squalifiche e facendo pure finta che il caso Adriano sia ininfluente, il che e’ esattamente vero.
La domanda che ora il calcio non nerazzurro si pone e’ questa: che cosa fare per agguantare l’Inter o per non subire la dominazione di una squadra e di una societa’ che dispone di uomini e mezzi per comandare in lungo e in largo anche negli anni a venire?
La risposta vale per tutte le Grandi: la Roma, la Juve, il Milan, la Fiorentina. O investono sul mercato o soccombono o si riducono al medio cabotaggio. Dove per investire sul mercato s’intende rafforzare il proprio organico coniugando la capacita’ di spesa all’oculatezza delle scelte. Se Moratti non s’adombra per il parallelo, la supremazia dell’Inter nel terzo millennio puo’ essere accostata a quello del primo Milan berlusconiano che, con Sacchi prima e Capello poi, si protrasse per otto anni durante i quali i rossoneri fecero terra bruciata: con Arrigo che vinse un solo scudetto ma conquisto’ il mondo e con Fabio, capace di centrare 4 tricolori in 5 anni e di dominare in Europa con l’apoteosi ateniese ai danni del Barcellona di Cruyff. Oggi il Cavaliere, Sensi, Cobolli Gigli e Della Valle sono i convitati di pietra alla saga interista. Se non si muovono, tali resteranno per molto tempo a venire.

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Il fisco batte cassa con il calcioDalla A alle serie minorisono 754,4 i milioni di euro da versareMilan, Empoli e Samp non devono nulla http://www.blogquotidiani.net/?p=809 http://www.blogquotidiani.net/?p=809#comments Thu, 06 Dec 2007 17:40:44 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=809 ROMA - Il fisco batte ancora cassa con il mondo del calcio. L’intero sistema, considerato dalla serie A a quelle minori, ha ancora sulle spalle 754,4 milioni di euro di ‘’cartelle fiscali'’ da versare all’erario, nonostante le rate gia’ versate. Ma nasce un vistoso fenomeno: lo scaricabarile fiscale. Le nuove societa’ prendono il posto delle vecchie alle quali rimangono le tasse da pagare. A fare i conti in tasca al mondo del calcio e’ il ministero dell’Economia che - su sollecitazione del presidente della Commissione Finanze del Senato, Giorgio Benvenuto - ha calcolato quando devono ancora le societa’ calcistiche in base alle cartelle fiscali staccate negli ultimi anni. A dover di piu’ sono club maggiori, che animano la massima divisione, anche se le nuove glorie sono oramai fiscalmente ripulite. Cosi’, fatti i conti, la Serie A deve ‘’solo'’ 165,9 milioni di euro perche’ 210,2 milioni di debiti tributari sono rimasti nei cassetti delle gloriose societa’ del passato ora trasformate in scatole vuote, in pratica rimaste in vita solo per pagare le tasse arretrate al fisco. Il ministero dell’Economia tira le orecchie al mondo del calcio. ‘’L'Agenzia delle Entrate - e’ scritto nella risposta che il dicastero ha inviato alla interrogazione del senatore - per quanto attiene la tempestivita’ e le correttezza dei versamenti delle imposte dovute ha fatto presente che le societa’ di calcio sono state oggetto di controllo per gli anni 2001-2005. L’attivita’ ha evidenziato significative
violazioni agli obblighi di versamento, con conseguente attivita’ di recupero da parte degli uffici dell’Agenzia con iscrizioni a ruolo (l’invio di cartelle, ndr.)'’.
L’elenco del fisco e’ lungo. Conta 193 societa’ suddivise per regioni. Ci sono gli importi dovuti e le rate gia’ versate. E quindi il conto ancora da saldare, appunto i 754,4 milioni di euro. Il fenomeno dello scaricabarile e’ evidente. La nuova A.C.F Fiorentina spa non deve nulla al fisco, la
vecchia A.C Fiorentina Spa ha un debito di 43,3 milioni. Il Torino Fc ha con il fisco i conti in pari mentre il glorioso Torino Calcio spa deve 38,4 milioni di euro. Lo stesso vale per il Parma: nulla deve la nuova squadra, 81,1 milioni la vecchia. L’elenco mette in risalto che a dovere di piu’ e’ la Lazio - ha sul groppone ancora 129,1 milioni di tasse da pagare - ma la squadra e’ tra quelle quotate per le quali il ministero dell’Economia parla ora di grande trasparenza. Per la Roma, la Lazio e la Juventus la quotazione sul mercato azionario ha introdotto l’obbligo di ‘’redigere i propri conti consolidati e i bilanci individuali in conformita’ ai principi contabili internazionali ('’International Financial Reporting Standards'’). E cosi’ - rileva il ministero - ‘’la qualita’ dell’informazione finanziaria fornita’ e’ stata ulteriormente migliorata'’ anche se questo per i club ha rappresentato uno svantaggio. ‘’Le nuove disposizioni Ifrs - spiega il Tesoro - non hanno piu’ consentito a tali societa’ di adottare quelle opzioni agevolative che la normativa nazionale e di settore aveva in precedenza concesso alle societa’ calcistiche'’. A dover onorare cartelle con il fisco sono comunque moltissime societa’, da importi milionari a gabelle di pochi euro. Scorrendo la serie A devono:
3,1 milioni la Reggina;
47,4 milioni il Calcio Napoli;
81 milioni il vecchio Parma;
367 euro l’Udinese Calcio;
11,7 milioni la Roma;
129,1 milioni la SS Lazio;
6,9 milioni il Genoa;
2,7 milioni l’Atalanta;
1,5 milioni l’Inter;
2.305 euro la Juventus;
38,4 milioni il vecchio Torino;
284 euro il Lecce;
8.741 euro il Cagliari;
1,5 milioni il Palermo;
7,9 milioni il Catania;
43,3 milioni la vecchia Fiorentina,
16.061 euro il Livorno;
1,2 milioni il Siena.
Nulla devono invece il Milan, l’Empoli e la Sampdoria.

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Recoba, veleno su Mancini“Non siamo mai andati d’accordoLui è un allenatore molto fortunatoIo non ho mai fatto il ruffiano”Mancini: il suo problema è che giocava poco http://www.blogquotidiani.net/?p=808 http://www.blogquotidiani.net/?p=808#comments Thu, 06 Dec 2007 17:05:58 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=808 tratto da www.gazzetta.it
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MILANO - Il privatissimo “tempo zero” di Recoba, domenica a San Siro, sarà fatto di molte strette di mano e pacche sulle spalle. Ci saranno i “bentornato” dei vecchi amici e, con ogni probabilità, gli applausi di un pubblico che, se spesso l’ha criticato, di sicuro gli ha voluto un bene particolare. Perché il Chino a volte faceva una rabbia da non vederci più, ma quando accarezzava il pallone con il suo sinistro il suo calcio era esemplare, unico, spettacolare. Qualcosa di cui innamorarsi esattamente come Recoba si era innamorato dell’Inter. Di tutto e di tutti ma non di Mancini. I due, anzi, non si amavano per niente. E non per una questione squisitamente tecnica e legata alle molte panchine fatte dal Chino in nerazzurro. Le crepe sul rapporto avevano radici più profonde, personali, di pelle.
E’ lo stesso Recoba ad ammetterlo senza mezzi termini: “Tra noi non c’è mai stato feeling - ha spiegato il Chino -. L’ho sentito parecchie volte prima che lui arrivasse all’Inter, poi, una volta qui non è che gli andavo dietro per giocare. Lui ha il suo modo di vedere le cose, io il mio, non ci siamo incontrati”. E ancora (anticipiamo qui un pezzo della lunga intervista rilasciata in esclusiva a Sportweek che sarà in edicola sabato, ndr): “Mancini è stato fortunato, molto fortunato: è arrivato all’Inter al momento giusto, in tutti i sensi…”. Altro che allenatore dei miracoli. Fortuna, fortuna e basta.

NUOVA VITA - Logico, dunque, in questo clima da guerra fredda, far le valigie e cambiare aria. A Torino, nonostante qualche problema fisico che l’ha tenuto fuori qualche mese, Recoba ha se non altro ricominciato a vivere. Grazie a Novellino, il “suo” tecnico, e grazie a Cairo, che su di lui sembra puntare molto. La sua avventura in granata però potrebbe concludersi a fine stagione, perché, spiega correttamente l’uruguaiano, “se Cairo dovesse chiedermi di restare al Torino, dovrei parlarne con Moratti”. Già, Moratti. Altra bella storia. Recoba gli deve molto, tanto che “se avessimo avuto qualche punto in più in classifica, magari avrei fatto finta di non stare bene per restarmene a casa e non giocare con l’Inter”.

TITOLARE - Invece a San Siro Recoba ci dovrà andare eccome. Anzi, Novellino sembra del tutto intenzionato a buttarlo dentro dal primo minuto. Gli potrebbe quindi anche capitare di fare un dispetto ai suoi vecchi compagni. Magari con uno dei suoi sinistri magici: “Mi auguro di segnare e basta, poi se esulterò o meno non lo so. In 10 anni non ho mai fatto il ruffiano, penso che la gente mi saluterà, poi durante la partita possono fischiarmi e mandarmi a quel paese se faccio cose belle per il Torino, del resto dal 1′ al 90′ minuto tutto quello che succederà sarà passione, prima e dopo il 95′ amore”.

A.F.

La replica di Mancini

BOLOGNA - «Nonostante il problema dei tanti infortunati, le cose stanno andando bene, quindi dobbiamo sperare e lavorare tanto per continuare su questa strada, sia in campionato che in Champions League». All’indomani del netto successo nel recupero contro la Lazio, Roberto Mancini tesse le lodi della sua Inter, capace di vincere e convincere nonostante i tanti guai fisici soprattutto a centrocampo. «Tutti i calciatori - spiega il tecnico nerazzurro, ospite per Volvo Italia all’edizione 2007 del Motorshow - anche quelli utilizzati un pò meno stanno rispondendo con professionalità.
Se Stankovic scenderà in campo domenica? No, non credo. Crespo il più sacrificato tra gli attaccanti? Da quest’estate ha avuto problemi fisici, ora è ancora un pò indietro di
condizione, ma presto tornerà in forma». L’Inter, domenica al «Meazza», aspetta il Torino per un confronto che vedrà, dall’altra parte del campo, anche Alvaro Recoba. L’uruguaiano ha sottolineato di aver avuto poche occasioni per giocare nell’Inter di Mancini e di aver scarso feeling con il tecnico jesino. Mancini, però, come si legge sul sito nerazzurro, getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Come ho sempre detto, è un calciatore di grande talento. È normale che, se uno gioca poco, possa nascere qualche problema, ma in realtà nulla di particolare». Già qualificati per gli ottavi di finale, i nerazzurri chiuderanno il 2007 in Europa mercoledì prossimo a Eindhoven. «La Champions
League - ricorda Mancini - è una manifestazione particolare, bisogna essere pronti al momento giusto. Spero solo che saremo in forma e in condizione quando riprenderemo a giocarla. In ogni caso, spero che la squadra continui a giocare come sta facendo ora in tutte le competizioni. Il calcio è bello perchè si cerca sempre di vincere, tanto meglio se i ragazzi prosegueno sulla strada intrapresa». Tornando al campionato, pare più che probabile ormai un duello a due per lo scudetto tra l’Inter, capolista, e la Roma, che inseguea tre punti di distanza. «Sono le squadre che ora vanno meglio, ma il cammino è ancora lungo e ci sarà tempo per parlare di queste cose».

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Caro Moratti, si ricordi degli italianiche non ci sono nella sua invincibile Legione Straniera http://www.blogquotidiani.net/?p=807 http://www.blogquotidiani.net/?p=807#comments Thu, 06 Dec 2007 11:23:36 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=807 di Enzo Bucchioni

CONTRO la Lazio, Mancini ha lanciato un giovane portoghese di vent’anni che si chiama Pelè. Ogni riferimento è puramente casuale, ma ormai l’Inter può permettersi di tutto e di più. Troppo forte, troppo squadra, troppo tutto. Comunque, sarebbe stato bello se il ragazzino in questione si fosse chiamato Giovanni Rossi o Marco Bianchi, ma nessuno è perfetto. Tanto meno Moratti che non molla di un centimetro dalle sue idee: è presidente di un’Internazionale di nome e di fatto. Finchè dura. Blatter e Platini hanno già parlato chiaro: dall’anno prossimo ogni squadra dovrà avere in rosa cinque giocatori del vivaio. Anche ieri il presidente del Coni Petrucci ha richiamato tutte le società all’utilizzo di atleti italiani nel maggior numero possibile. Ma in questo momento l’Inter sembra al di sopra del bene e del male, vive in un mondo tutto suo. Sicuramente è dentro un sogno. Peccato. Da un presidente come Moratti sempre attento a certi valori e sempre disposto a iniziative sociali, sarebbe logico attendersi una maggiore sensibilità. Il calcio si salva e si cambia anche riportandolo alle radici, riscoprendo le tradizioni, i campanili e il suo senso più vero e popolare. Certe Legioni Straniere del pallone non fanno vibrare il cuore neanche ai tifosi nerazzurri. E certe idee come il Terzo Tempo lanciato dalla Fiorentina andrebbero prese al volo. Il Moratti di una volta lo avrebbe fatto, uno come lui doveva imporre la novità senza aspettare la Lega. Non lo ha fatto, evidentemente vincere rende diversi.

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Moggi: “Se il Tar mi togliesse la sospensioneaccetterei la proposta di Berlusconidi andare al Milan” http://www.blogquotidiani.net/?p=806 http://www.blogquotidiani.net/?p=806#comments Wed, 05 Dec 2007 18:21:31 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=806 ROMA - “Se il Tar mi togliesse la sospensione, accetterei la proposta di Berlusconi di andare al Milan”. Lo ha dichiarato Luciano Moggi, ospite di Pierluigi Diaco a ‘Temporale’, in onda su Canale Italia. “Ho saputo poche ore fa - aggiunge Moggi - che la sentenza del Tar è stato spostato di 3 mesi, al 13 marzo”.

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La Lega: da gennaio terzo tempo su tutti i campiHa vinto la FiorentinaMatarrese finalmente ha fatto una cosa giusta http://www.blogquotidiani.net/?p=805 http://www.blogquotidiani.net/?p=805#comments Mon, 03 Dec 2007 17:27:38 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=805 di Xavier Jacobelli

Stamattina avevamo chiesto: «Abete e Matarrese, imparate da Firenze». Oggi pomeriggio, incredibilmente, l’hanno fatto. Sia pure in politichese («Non penso che la Lega abbia voluto dare un segnale di lontananza. Non è facile prendere decisioni in tempo reale, ma ben venga il fair play»), il presidente della Federcalcio ha benedetto il terzo tempo della Fiorentina. E il presidente della Lega l’ha addirittura adottato ufficialmente, a partire da gennaio. Certo, non si capisce perchè la norma non entri in vigore subito e sia necessario aspettare un mese e mezzo (il campionato tornerà il 13 gennaio), ma le ragioni dell’infernale burocrazia calcistica cozzano da sempre contro il buon senso. Tant’è vero che se non fosse stato per Diego e Andrea Della Valle, Cesare Prandelli e tutta la società viola, domenica lo stadio Franchi non sarebbe stato teatro di quello splendido gesto di civiltà al termine di Fiorentina-Inter che ha riscosso gli applausi di tutti, ricevendo anche gli elogi dell’Uefa. Ce ne ha messo del tempo, eppure, dai e dai, finalmente Matarrese ha fatto la prima cosa giusta. Certo, dal 2 febbraio scorso, la signora Raciti sta ancora aspettando che Don Tonino le porga le sue scuse per la bestialità pronunciata dopo l’omicidio del marito («I morti fanno parte del sistema, lo spettacolo deve continuare»). Ma la sensibilità è come il coraggio: se uno non ce l’ha, non se la può dare. Avevamo scritto: «L’esempio di Firenze è lì da seguire. Chi non lo fa, pur avendone il potere di farlo non ha capito nulla. Non capisce nulla». Matarrese ha capito. Meglio tardi che mai.

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Strapotere Inter a FirenzeSolo la squadra di Mancinipuò perdere uno scudetto che ha già in pugno http://www.blogquotidiani.net/?p=804 http://www.blogquotidiani.net/?p=804#comments Sun, 02 Dec 2007 18:34:52 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=804 di Enzo Bucchioni

Non serve leggere la mano del campionato per capire cosa l’aspetta: c’è l’Inter e solo l’Inter nel suo futuro. Gli scopritori di acqua calda se ne accorgono soltanto ora, ma la squadra di Mancini non ha avversari possibili e neanche probabili. La Roma può dare noia. La Juve può ringhiare. Il Milan può sperare. E’ tutto qui. C’era anche la Fiorentina, ma ieri abbiamo capito fino in fondo quanta differenza ci sia ancora tra viola e nerazzurri. Lo confessiamo: avevamo sperato. Mutu e compagni con la loro straordinaria organizzazione di gioco e la freschezza giovanile, sembravano la formazione giusta per mettere almeno in difficoltà l’Inter, per darci un’emozione e mettere un po’ di pepe alla monotonia dilagante. Missione fallita. Ci voleva la miglior Fiorentina, ci voleva una situazione ambientale e morale diversa. I viola sono sembrati giù di tono e giù di corda, stringersi attorno a Prandelli ha datto coraggio, ma l’impresa è diventata impossibile. Così anche nell’ultima curva, i nerazzurri sono rimasti in carreggiata. Ora hanno affrontato tutte le cosidette grandi e sono usciti senza danni e senza ferite. L’Inter è la nuova Juventus. Ha una facilità di gioco sorprendente, sembra assente, mai in giornata, non regala grandi emozioni, ma quando decise di segnare lo fa come e quando vuole. Lo strapotere, appunto. Quel senso di superiorità che accompagna un gruppo tecnicamente straordinario ora arricchito dall’autostima al massimo dei livelli. Ibrahimovic guarda tutti dall’alto in basso, ma non da oggi. Cambiasso è un centrocampista completo che corre, imposta e contrasta. Samuel è tornato il muro. Queste sono le eccellenze di una squadra che comunque la rigiri nasconde dei gioielli. Jimenez, per esempio. Tolto dalla naftalina, messo dentro questo complesso mostruoso, segna due gol in due partite. C’è di più e di meglio? Impossibile. Ma il campionato è così prevedibile che ci lanciamo in un pronostico finale. In Champions andranno Roma, Juve e Fiorentina. Con il Milan beatamente campione del mondo a Tokio fra dieci giorni. Senza voler essere maghi, ma realisti. Semplicemente.

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Immensa Firenze: in 40 mila stretti a PrandelliPrima un vero, commovente minuto di silenzioPoi un applauso interminabile dedicato a ManuelaE alla fine il terzo tempo come nel rugby: i viola hanno stretto la mano agli interisti http://www.blogquotidiani.net/?p=803 http://www.blogquotidiani.net/?p=803#comments Sun, 02 Dec 2007 16:51:32 +0000 Xavier Jacobelli Calcio http://www.blogquotidiani.net/?p=803 FIRENZE - Rose bianche lanciate dalla gente a Cesare Prandelli al suo ingresso in campo, con il tecnico viola, sommerso di applausi, che ha ringraziato lanciando baci ai presenti e chinandosi per raccogliere quelle rose e posarle sopra la panchina. E poi silenzio assoluto, totale, da brividi, da parte di tutti i 45 mila spettatori durante il minuto di raccoglimento in memoria della signora Manuela Prandelli, scomparsa lunedi’ scorso dopo una lunga malattia. Cosi’ Firenze ha voluto omaggiare l’allenatore della Fiorentina e ribadirgli la propria vicinanza e partecipazione al suo grande dolore. L’unico grido e’ stato quello lanciato attraverso gli striscioni esposti prima della gara. Su tutti, quello enorme e commovente apparso in curva Fiesole un attimo prima del minuto di silenzio: ‘’Il tempo che passa smorzera’ il dolore ma se avrai bisogno di lei alza gli occhi al cielo… la sua stella ti guidera’ per sempre e ci portera’ lontano'’. A fine partita, persa dai viola per 2 a 0 contro l’Inter, grande gesto di fair play da parte della Fiorentina:i giocatori e il tecnico Prandelli si sono avvicinati all’ingresso del sottopassaggio e qui hanno atteso, sistemati su due lati e sopra a un tappeto viola, l’uscita degli avversari, dell’arbitro Farina e dei suoi collaboratori, stringendo mani e dando pacche sulle spalle a tutti. Un cerimoniale assai simile a quello che avviene ogni volta nel rugby, nel cosiddetto terzo tempo, oltre che una straordinaria dimostrazione di civiltà. In serata, con una nota diffusa sul sito ufficiale della Fiorentina, Cesare Prandelli ha dichiarato: “Ringrazio, anche a nome della mia famiglia, il pubblico della Fiorentina e tutta la citta’ di Firenze per lo straordinario tributo, la grande civilta’ e il senso di rispetto dimostrato in questi giorni”.

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Abete e Matarrese, imparate da Firenze

di Xavier Jacobelli

C’È UNA COSA che la Federcalcio deve fare oggi, adesso, subito. Stabilire che, d’ora in avanti, su tutti i campi di ogni ordine e grado, a fine partita si faccia com’è successo ieri a Firenze, alla fine di Fiorentina-Inter, quando, sotto la Curva Fiesole, Prandelli e i giocatori viola hanno atteso gli interisti e li hanno salutati a uno a uno. Dicono che la Lega abbia protestato perchè desiderava essere preventivamente informata: la prossima volta Matarrese si svegli prima, così non fa la figura di quello che arriva tardi. Il terzo tempo del rugby applicato al calcio: quel gesto della Fiorentina, così semplice e al tempo stesso così importante, vale più di uno, dieci, cento dibattiti sui modi di combattere la violenza nel calcio, sui bla bla bla dei politici e di alcuni dirigenti che straparlano e non sanno ciò che dicono. Quelli che hanno avuto pure l’improntitudine di zittire la signora Raciti «perchè parla troppo»: pure questa ci è toccato sentire. Nel week end della maleducazione di Cassano contro Ulivieri (se ci fosse stato Paolo Mantovani, avrebbe preso il barese per le orecchie e l’avrebbe sbattuto fuori squadra sino a quando non avesse chiesto scusa). Nel week end delle uova marce contro il pullman del Palermo a Catania, ma anche, delle scuse porte a Bergamo dagli ultrà della Curva Nord, da Firenze è arrivata una straordinaria lezione di civiltà, di umanità, di sensibilità che inorgoglisce una città intera e onora chi l’ha impartita. E’ cominciata con la toccante dimostrazione d’affetto dei quarantaduemila del Franchi nei confronti di Cesare Prandelli, con quel minuto di silenzio assolutamente tale, con quello striscione dedicato a Manuela, con quell’applauso a Cesare e a Manuela che non finiva mai. E’ finita con quell’incontro fra sconfitti e vincitori sul tappeto viola steso a fine partita. Di fatti, non di parole, ha bisogno il calcio italiano. L’esempio di Firenze è lì da seguire. Chi non lo fa, pur avendo il potere di farlo, non ha capito nulla. Non capisce nulla.

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