Tratto da www.quotidiano.net/calciomercato
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“Prima dell’incontro con la società le mie possibilità di rimanere erano al 49%, adesso invece siamo al 75%”. Probabilmente “aiuta” anche l’ipotesi del ritorno di Lippi: “Avere uno come lui significa affiancargli giocatori all’altezza”

COVERCIANO - Gianluigi Buffon si “avvicina” ancora di piu’ alla Juventus. Dal ritiro della Nazionale a Coverciano, il portierone bianconero comincia a dissipare le ombre sul proprio futuro. “Prima dell’incontro con la societa’ le mie possibilita’ di rimanere erano al 49%, adesso invece siamo al 75%. Rispetto a due settimane fa - spiega Buffon - qualcosa e’ cambiato in meglio, il merito e’ di questa nuova proprieta’ che ha saputo proporsi con progetti giusti”.

Probabile che in questo riavvicinamento di Buffon alla Juventus abbia contribuito l’ipotesi di avere nuovamente Marcello Lippi come allenatore. “Avere una personalita’, un uomo con un’immagine e la storia di Lippi penso sia una certezza, per noi giocatori e per i tifosi”.
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tratto da www.quotidiano.net/calciomercato

Londra, 30 maggio 2007 - Quando a novembre si chiudera’ la stagione della MLS, David Beckham potrebbe lasciare i Los Angeles Galaxy e giocare in prestito per qualche mese in Europa prima di tornare negli States.

L’ipotesi ventilata negli scorsi giorni dai quotidiani inglesi trova conferma nelle parole di Alexi Lalas, presidente dei Galaxy. “Teniamo sempre in considerazione le possibilita’ che rendono un giocatore migliore sotto il profilo tecnico e che quindi ne possono aumentare il valore economico - ha spiegato Lalas a Sky Sports News - e l’esperienza di andare a giocare in prestito altrove va in questa direzione”. Le parole di lalas hanno imediatamente riacceso la possibilità che Beckham possa andare in prestito al Milan. . Che ora potrebbero liberarlo. E’ Beckham l’ aspirante rossonero di cui ha parlato Ancelotti?

tratto da www.quotidiano.net/calciomercato

di GIULIO MOLA

MILANO - Indesiderato. Scaricato. Meglio, cacciato. La favola (o l’incubo, dipende dai punti di vista) di Antonio Cassano al Real Madrid sta finendo per davvero, e nel peggiore dei modi. Dopo aver vissuto mesi da separato in casa, senza aver fatto molto per recuperare la fiducia di società, tecnico e compagni, il ragazzo è stato invitato a non presentarsi più alla “Ciudad Deportiva”, il quartier generale degli allenamenti delle merengues, per «non turbare i compagni di squadra impegnati nella lotta scudetto con Barcellona e Siviglia». Il barese non se lo è fatto ripetere due volte, ha fatto i bagagli ed è tornato, (more…)

tratto da www.quotidiano.net
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Anche se è vero che ci sono ragioni personali (oggi il difensore si è sposato) e di natura fisica (è reduce da una stagione complicata), in realtà alla base c’è una vera e propria rottura con il ct della Nazionale

di GIULIO MOLA

Milano, 30 maggio 2007 - Emerge un clamoroso retroscena dietro la volontà di Alessandro Nesta rinunciare alla maglia azzurra. Perché se è vero che ci sono alcuni motivi personali (oggi il difensore si è sposato a Ravello e quindi non avrebbe potuto comunque rispondere alla doppia convocazione) e di natura fisica (è reduce da una stagione complicata, solo da pochi mesi si è ripreso completamente), in realtà alla base c’è una vera e propria rottura con il ct della Nazionale, Donadoni. Il motivo? Quella panchina mal digerita all’Olimpico lo scorso 7 ottobre contro l’Ucraina in occasione della gara valevole per le qualificazioni agli Europei (e vinta 2-0). Sfogandosi con alcuni amici, il difensore del Milan ha detto che mai si sarebbe aspettato un trattamento del genere da parte dell’allenatore (che allora gli preferì Materazzi), anche perché ci teneva tantissimo a disputare da titolare quella gara da campione nel mondo nello stadio della sua città. Invece Donadoni lo fece accomodare in panchina. Non solo. A differenza di Camoranesi e Inzaghi, che furono utilizzati nella ripresa, Nesta non fu impiegato neppure per un minuto. Insomma, uno schiaffo difficile da dimenticare. Da allora il centrale del Milan ha giurato a se stesso di voler chiudere con la Nazionale almeno fin quando ci sarà Donadoni. Non un addio, dunque, ma un arrivederci. Aspettando un nuovo ct…

di GIULIO MOLA

Tratto da www.francorossi.it
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di FRANCO ROSSI

Hanno vinto e vogliono rifarlo: Inter e Milan grandi protagoniste del mercato, non soltanto a livello italiano.

L’Inter dopo aver preso Suazo ed aver confermato Crespo, sta per concludere con la Roma gli acquisti di Mancini e Chivu, mentre il Milan persa la possibilità di riavere Sheva (ma è sembrata più una mossa propagandistica che altro) è pronto a sferrare l’attacco decisivo per Eto’o.

Mancini (l’allenatore) è rimasto all’Inter perché le promesse di Moratti erano state chiare: allestire una squadra per la Champions, una manifestazione che nella prossima stagione potrà affrontare con strategia diversa rispetto al passato.

Nel campionato potrebbero non esserci problemi, tanta è stata la superiorità mostrata nella stagione appena conclusa, e per essere competitivi in Champions l’Inter ha puntato sulla qualità: in difesa Chivu e a centrocampo Mancini.

C’è sempre poi la pista Pato, il diciassettenne dell’Internacional campione del mondo, per il quale è stato fissato in venti milioni di dollari il prezzo del cartellino.

L’Inter è convinta che Pato sia un futuro fenomeno (e Mancini, dopo aver mandato in Brasile il suo personale osservatore, è dello stesso parere) e ha deciso di investire su questo giovane talento che nel fisico somiglia ai migliori brasiliani dell’ultimo decennio.

Chivu, Mancini, Suazo e Pato, questi gli obbiettivi principali dell’Inter in una campagna acquisti che si annuncia, almeno nei propositi, assolutamente straordinaria.

Adesso toccherà agli specialisti del mercato nerazzurro trasformare i desideri in contratti veri e propri, ma i problemi che si presenteranno dovrebbero essere di non impossibile soluzione visto che sono più economici che tecnici.

Niente Sheva per il Milan, considerando che il Chelsea ha ceduto definitivamente Crespo e che comunque l’ucraino solo di ingaggio costerebbe oltre cento milioni nei prossimi quattro anni.

L’obbiettivo dei rossoneri si è spostato su Eto’o, che il Barcellona potrebbe vendere visto che il dissidio con Ronaldinho sembra irrecuperabile.

Il prezzo fissato dal Barcellona è di quaranta milioni, una cifra “possibile” per una società che vuol vincere il prossimo Mondiale per club, finora appannaggio esclusivo delle squadre brasiliane.