Gli ultimi anni di dolore di “Milano”.
I mille sacrifici di Bartoni non bastarono.
Torneo “perso” per i finanziatori.

 
14 Febbraio 2008 Articolo di Cino Marchese
Author mug

Nel 2005 era stato coinvolto anche Andrea Gaudenzi con la sua società di management, ma la morte di Bartoni segnò la fine della manifestazione. Tra gli ultimi vincitori anche un giovanissimo Federer.

Seconda parte


The magic Milan tournament in 1991 when Cristiano Caratti went nearly all the way. Il magico torneo di Milano 1991 di Cristiano Caratti
I
l Forum di Assago è un impianto che non è mai decollato per una serie di ragioni di diversa natura, ma soprattutto per mancanza di management illuminato. La ragione principale, però, a mio avviso è stata la mancanza di collegamento con la Città e indubbiamente il torneo ne ha sofferto. Si sarebbe potuto fare molto se fin dall’inizio ci si fosse occupati del problema senza purtroppo sottovalutarlo come invece si è fatto. Se fosse rimasto Massimo Moretti, genero di Cabassi, a capo del progetto sicuramente si sarebbero trovate delle soluzioni. C’era molta euforia attorno al progetto di ridare a Milano una struttura adeguata. Un giorno, invece, Massimo venne da me e mi disse che lui voleva troppo bene alla sua famiglia e non voleva arrivare a delle situazioni che lo avrebbero portato a delle estreme conseguenze. Preferiva fare un passo indietro, sarebbero stati i suoi cognati ad occuparsi del progetto.
Fu per me un brutto colpo perché mi ero molto battuto all’interno della mia Società per entrare nel business della gestione di impianti e con Moretti avevamo fatto un piano di sviluppo del Forum proprio in questo senso. Tutto ciò successe poco prima della fine del 1990 appena dopo il formidabile successo dello “Shoot Out” ed avevamo avuto un’avvisaglia nel corso di una esibizione femminile che era stato un flop. Un fallimento vero e proprio, un po’ ingentilito ancora dal successo dello Shoot Out.
Il torneo del 1991 intanto incombeva e una nevicata tardiva assolutamente non prevista complicò ancora di più le cose. La viabilità era molto precaria e poi alcune sfortune nei risultati confermò che i guai non vengono mai da soli. Sì, Lendl aveva perso da un Italiano rampante, Cristiano Caratti, ma con tutto il rispetto e l’ammirazione per Cristiano il torneo veniva decapitato della sua stella più importante e la sua sconfitta creava una serie di problematiche poi mai risolte. Lasciai l’IMG alla fine del ’92 e rimasi come consulente nel ’93 e nel ’94 e fu in quegli anni di difficile gestione del torneo che l’IMG maturò la decisione di venderlo a qualcun altro e la cosa puntualmente accadde dopo l’edizione del ’95. Franco Bartoni, allora rappresentante Europeo al board dell’ATP si fece avanti e con l’allora direttore Europeo dell’IMG, Eric Drossart, trovò terreno fertile e con il sostegno di Ion Tiriac (che non poteva apparire) comprò il torneo per una cifra alquanto inferiore a quella pagata. Quasi irrisoria.
Bartoni era molto abile politicamente, ma anche era al corrente di quanto sarebbe successo, perché fino ad allora il valore dei tornei era un argomento poco praticato e alquanto sottovalutato da tutti. Franco subito decise di ritornare al Palatrussardi, da Divier Togni. Il brillante circense non aveva mai digerito la perdita del torneo e fece ponti d’oro perché si rigiocasse nel suo impianto. Franco si illuse che l’impianto potesse ospitare l’evento con una spesa molto limitata. Fu una edizione disastrosa sponsorizzata da una vodka russa che Tiriac aveva trovato a Mosca. Vodka prodotta e distribuita da un personaggio poco chiaro dal nome vagamente italiano tale Fanchini. Franco si rese conto del problema ed in fretta e furia ritornò al Forum nel 1997 in una edizione alquanto anonima vinta da Ivanisevic che battè Bruguera in finale. Questa fu l’ultima edizione giocata a Milano nella sua data originale di metà marzo. Il torneo emigrò a Londra dove intanto il tennis aveva preso molto vigore con l’affermazione di Tim Henman e Greg Rusedski ed alcuni miei amici mi chiesero se fosse possibile di proporre a Franco di organizzarlo a Londra, che nel frattempo aveva perso il suo classico appuntamento indoor. Detto e fatto il torneo fu organizzato con successo nel parco di Battersea in una struttura appositamente allestita per due anni e poi si ebbe la malaugurata idea di trasferirsi alla London Dock Arena. Fu una edizione tragica che diede a Franco la possibilità di interrompere questo contratto perchè aveva negoziato con Dubai un lucroso contratto di affitto della data. Aveva anche raggiunto l’accordo con l’ATP per far svolgere un torneo con il montepremi minimo in Europa al coperto nella settimana immediatamente dopo l’Australian Open e prima del primo turno di Coppa Davis. A questo punto aveva bisogno di una località dove far svolgere questo torneo. Io avevo ricevuto mandato da Sergio Tacchini per organizzare un challenger a Milano per una sorta di gratitudine che l’imprenditore aveva nei confronti della città, a cui era molto legato. A quei tempi avevo una collaborazione con una Società di Torino ambiziosa. Subito mi autorizzò a portare avanti il progetto. Ovviamente per avere la data che mi interessava mi rivolsi a Bartoni che fece finta di niente, nonostante io fossi la soluzione ai suoi problemi. Dopo alcuni tergiversamenti, dovuti alla concorrenza di un’altra organizzazione che aveva il mio stesso obiettivo.
Bartoni era abilissimo a gestire queste situazioni e a farti fare quello che voleva lui facendolo sembrare qualcosa che invece tu volevi e quando lui mi propose di fare un torneo ATP e non un challenger io ero tutto contento e sembrò che io avessi avuto l’idea, mentre non ero altro chi gli levava le castagne dal fuoco e gli regolarizzava il suo contratto con Dubai. Ebbi qualche sussulto perché non volevo che organizzassero a poca distanza di tempo quel challenger a Milano, ma alla fine il desiderio e la voglia di riorganizzare un torneo ATP a Milano fece sì che minimizzassi tutti i problemi che invece esistevano. Infatti Tacchini si dichiarò interessato a farne parte, ma con una sponsorizzazione alquanto parziale e totalmente differente al progetto originale. Con molta fatica e pochi soldi riuscimmo alla fine a mettere insieme una buona edizione in un impianto che malgrado tutti gli sforzi che facemmo sembrava sempre una palestra della GIL(Gioventù Italiana Littorio) e cioè un posto pulito e rigoroso, ma senza quel lato frivolo così indigesto a tanti blogghisti però indispensabile per decollare. Avevamo tuttavia Safin e poi alla fine vinse nientepopodimeno che Federer allora ancora quasi ignoto ai più.
L’operazione malgrado tutto non portò utili e quella società di Torino se ne usciì. Trovai un Gruppo non meglio definito di Roma per levare le castagne dal fuoco a Bartoni che comunque aveva interesse che il torneo si facesse, nonostante avesse capito le poche garanzie di questi “signori”. Successe di tutto ed è ancora in corso una causa. Andarono avanti tre anni. Il torneo si degradò sempre di più, fino al 2005: Franco mise insieme ancora in qualche modo il torneo con il coinvolgimento anche della Società di Andrea Gaudenzi. Ma in quello stesso anno Bartoni morì con lui se ne è andato per sempre il tanto amato torneo di Milano a cui devo molto, anzi moltissimo e come me tutti gli appassionati di tennis di Milano ed in generale di tutto il Nord. Ora sono troppo vecchio per ricominciare, ma ne varrebbe la pena e se qualche giovane si facesse avanti sono pronto a dargli una mano perché Milano meriterebbe di avere il suo torneo e sono certo che se lo potrebbe anche permettere.

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39 Commenti a “Gli ultimi anni di dolore di “Milano”.
I mille sacrifici di Bartoni non bastarono.
Torneo “perso” per i finanziatori.”

  1. luca scrive:

    Ho già il mio da fare ad organizzare convegni e seminari sull’automotive; non posso contribuire operativamente alla rinascita del Torneo milanese, ma uno spunto mi sento di darlo : perchè non farne una base per il senior tour ?
    Basta che l’Highlander Vikingo scenda in campo con i suoi vecchi colleghi ed è tutto esaurito di sicuro.
    Figuriamoci se utilizzasse i completini, la fascetta sui capelli e la racchetta del tempo : spero sinceramente possa verificarsi un evento del genere.
    Duri in eterno. Non ce ne sarà più uno così

  2. Margherita scrive:

    luca non puoi vivere eternamente nel passato che fu. siamo nell’anno 2008, te lo ha ancora detto nessuno?

  3. luca scrive:

    @Margherita
    Era un post vintage quello di Marchese; ho fatto una opinabilissima proposta.
    Le mie considerazioni sono frutto della lettura dei commenti su you tube ai vecchi matches. Molti la pensano come me.
    Eppoi, l’R&D - implicitamente citato nel mio commento - non è propriamente il passato, ma il di là da venire !!!!
    Del quotidiano ce n’è a sufficienza

  4. Enzo Cherici scrive:

    Ottima idea questa di Milano tappa del senior tour. Almeno una (1) presenza sarebbe assicurata… ;-)

  5. Margherita scrive:

    d’accordo sul quotidiano. allora pensiamo anche al futuro, magari anche uno a breve termine.
    consiglio: leggi anche i commenti ai matches meno vetusti! vedrai che ti divertirai alla grande, garantito.

    un saluto,
    Margherita

  6. Fabio P. scrive:

    Ci vogliono i soldi … e nessuno vuole investire nel tennis … come dar loro torto ?

  7. daniela scrive:

    Tornei che passavano nel silenzio: tranne quelli che lo sapevano perchè seguono regolarmente il tennis: non uno striscione per Milano, non un manifesto, tranne in rari anni. Ah sì, una volta vennero Ferrero e Federer con una cameraman in piazza Duomo e con due racchette , senza una rete , da tre metri di distanza si lanciavano una pallina fra l’indifferenza, la curiosità o un” Ma chi sono quei due, mamma?”di un bambino. -Niente, farannio il solito servizio di moda-

  8. marcos scrive:

    ogni volta che leggo del torneo di milano mi si stringe il cuore.

  9. Roberto Commentucci scrive:

    A me sembra che in questo caso, come in tanti altri aspetti della vita sportiva italiana, un manipolo di coraggiosi organizzatori (fra cui il nostro Cino) è chiamato a scontrarsi con problematiche complesse e di difficilissima soluzione, che potremmo chiamare “di sistema paese”. Ne è un esempio la costruzione decentrata di un impianto come il Forum, condannato al sottoutilizzo a causa dei mai risolti nodi della viabilità. Nelle moderne città europee quando si contruisce un palazzo dello sport da 15.000 posti si fa in modo da renderlo raggiungibile con una linea metropolitana…
    E’ prossibile che se il tetto del palazzo di San Siro (un impianto grande, molto ben collegato e perfettamente integrato nel tessuto cittadino), non fosse crollato per la neve (!), il torneo di Milano sarebbe ancora là, nonostante la carenza di sponsor e lo scarso appeal che il tennis ha avuto nel nostro paese tra la seconda metà degli anni ‘90 e i primi anni di questo secolo.
    Insomma, in questa vicenda il tennis sconta sicuramente problemi suoi, ma paga anche la carenza tutta italiana delle dotazioni infrastrutturali e la scarsa qualità delle amministrazioni pubbliche.

  10. Voortrekker Boer scrive:

    Ancora un off topic per Roberto Comentucci: dopo tante peripezie sono riuscito a parlare con um membro dell’associazione Italia Nostra riguardo alla situazione Foro Italico. Loro ribadiscono il no alla costruzione del nuovo centrale di tennis e in prospettiva generale la richiesta di togliere al Coni la gestione del Foro. Per il momento stanno alla finestra visto che nessun tipo di cantiere è stato installato, ma fanno fermo il proposito di una petizione di firme o di un possibile ricorso in tutela del patrimonio artistico presso il famigerato TAR del Lazio.

  11. Cino Marchese scrive:

    Non dimenticate che Milano è una Città molto generosa, ma anche molto esigente e che in tutte le cose pretende avere il meglio senza vie di mezzo o surrogati. Milano ti da tantissimo se il prodotto è al massimo livello, ma se ha la sensazione di avere a che fare con qualcosa che assomiglia a quello che invece vorrebbe ti massacra e in altre parole non ti fila proprio.
    Si, abbiamo pensato anche al Senior Tour, però ci sono parecchie contro indicazioni. Costa troppo e i criteri di selezione sono troppo cervellotici e non ti danno la garanzia di avere i giocatori giusti. L’idea poi era di organizzare il torneo in un Club di grande tradizione come il T.C. Milano dove si sarebbe potuto ricreare l’atmosfera del tempo che fu attraverso manifestazioni collaterali tipo il pro-am o cose del genere. Forse la cosa migliore sarebbe un grande torneo femminile indoor prima dei Championships di Madrid con tutte le migliori e con le nostre giocatrici che in questo momento sono meglio dei loro colleghi maschi, ma anche in questo caso servono molti soldi. Tuttavia se si potesse ottenere la data, e si può, sono convinto che Milano reagirebbe alla grande e si troverebbero anche i soldi. Se vi ricordate io organizzai un torneo femminile al Forum e ci fu una finale fantastica Navratilova-Seles. Il torneo ebbe un buon successo, per essere il primo anno e senza tradizione, ma per problemi interni della mia Società IMG mi fu sfilato per essere messo a Parigi che pretendeva un evento tennistico ed io no potei fare nulla per trattenerlo.

  12. sara scrive:

    monica seles ha annunciato questa mattina il suo ritiro;
    in attesa di un topic su questa brutta ma prevedibile notizia a 4 anni e mezzo dalla sua ultima partita ufficiale giocata a parigi nel 2003,
    vi riporto le duchiarazioni rilasciate questa mattina dal suo manager!!
    grazie monica, di tutte le emozioni che mi ahi regalato!!!

    Seles issued the following statement through Tony Godsick, her longtime manager at IMG.

    “Tennis has been and will always be a huge part of my life. I have for some time considered a return to professional play, but I have now decided not to pursue that,”

    “I will continue to play exhibitions, participate in charity events, promote the sport, but will no longer plan my schedule around the tour. I look forward to pursuing other opportunities with the same passion and energy that fueled my dedication to tennis and to devote more time to two of my passions — children and animals.

    I especially want to thank all my wonderful, loyal fans for all of their support for me over the years. They have inspired me throughout my career in the good times and comforted me in the bad times.

    I have always been so proud to have such a special group of precious fans to call my very own and felt they were the best an athlete could ever hope to have. I will miss them all as much as I will miss competing in the game of tennis.”

  13. Steb scrive:

    L’esempio di Bergamo, che organizza un challenger di altissimo livello (in soli tre anni) è lampante: ha sfruttato una struttura, il PalaNorda, centrale e facilmente raggiungibile, sponsor generosi che a Milano non mancherebbero, vi ha messo eventi extratennistici (moda e spettacolo) che a Milano sono esponenziali rispetto alla città orobica, e ha trovato una settimana in cui non si gioca il circuito principale (per la Coppa Davis)… i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Perché Milano non può provare a replicare la formula? Oltretutto, il movimento italiano è in lenta ma costante crescita, e in generale il tennis grazie alla rivalità Federe-Nadal e a nuovi personaggi (Tsonga, Djokovic ecc.) di sicuro interesse, dentro e fuori dal campo. Io a Bergamo, in tribuna, ho visto giovani, bambini, pensionati, che di certo non conoscevano Mahut, Benneteau o Kunitsyin…

  14. Avec Double Cordage scrive:

    stavo per scrivere più o meno la stessa cosa di STEEB che mi ha preceduto ;)

    da quel che ne ho capito il torneo di Bergamo viene organizzato da gente “normale” si fa per dire perchè con tutti che parlano come se impegnare del tempo (e si sà time is money) nel tennis in italia fosse una spedizione al centro della terra queste persone normali on possono essere

    il loro sito è http://www.olmesport.it ma poi c’è Riccardo Bisti che li dovrebbe conoscere bene se non ne fà addirittura parte

    mi sembra che il torneo abbia riscosso un successo straordinario e di questo passo arriverà sicuramente a diventare il torneo indoor italiano che prima fù Milano.

    Mi ricordo vagamente dello “Shoot Out” torneo di tie break vinto mi sembra da Agassi e mi ricordo anche vagamente del torneo indoor di Bolzano e delle esibizioni che lo avevano preceduto, da qualche parte dovrei avere conservato persino una borsa tennis della donnay autografatami a bolzano da Lendl, Ivanisevic, Korda e Camporese

    vorrei chiedere a Cino se sa chi aveva organizzato il torneo ATP di Bolzano

  15. anto scrive:

    Grande Cino, ma Caratti che fine ha fatto?

  16. Daniele Bartolini scrive:

    Avec a Milan vinse Ivan Lendl, che come sempre ci mise tutto l’impegno agonistico di cui era capace!

  17. Daniele Bartolini scrive:

    Mi riferivo allo Shoot Out.

  18. Avec Double Cordage scrive:

    OK grazie Daniele Bartolini! infatti non ne ero sicuro ma sai sono passati parecchi anni :) ma dello “Shoot Out” mi ricordo solo di un entrata trionfale di agassi e del commento di rino tommasi. Mi associo al quesito di anto; che fine ha fatto caratti?

    BTW oggi in un forum ho trovato un commento eccezzionale su Paolo Canè scritto da tale “Nevenez” Inviato: Sab Mar 31, 2007 10:55 pm

    http://www.mymag.it/forum/viewtopic.php?t=24847&postdays=0&postorder=asc&start=0

    leggetelo perchè è veramente degno di essere letto, c’è anche una precisazione a seguito

    se non erro Canè ha vinto anche una medaglia di bronzo alle olimpiadi di los angeles, mi ricordo di aver visto la sua partita di coppa davis contro Wilander a Cagliari in tv ma solo di averla vista, sarebbe bello se qualcuno potesse mettere qualcosa di quel match su youtube

  19. Daniele Bartolini scrive:

    Hai ragione Avec: davvero notevolissimo il post di Nevenez su Canè! Bisognerebbe proporlo a Ubaldo come articolo del blog.

  20. Avec Double Cordage scrive:

    si Daniele propognamolo allora! magari si potrebbe anche aggiungere qualcosa sulle olipiadi del 84 vinte da Edberg dove Canè arrivò in semifinale, e trovo molto interessante anche il pezzo che Nevenez ha scritto qualche post dopo il primo, è più breve ma parla anche di un doppio McEnroe-Canè nel quale Mac dovette calmare Canè e fini pure per indicarli disegnandolo con la rachetta sul campo il quadrattino che doveva essere il posto dove piazzarsi per rispondere

  21. rochus69 scrive:

    Ribadisco la mia proposta sulle racchette di legno sperando che l’amministratore non mi censuri.Quantomeno vorrei avere una risposta da Cino Marchese

  22. andrew scrive:

    …you don’t give up easily, do you?…

  23. rochus69 scrive:

    Please can you go away ? (siamo in democrazia)

  24. luca scrive:

    @ rochus69
    Approvo la tua proposta, sperando che Margherita non mi spari una fucilata via e mail.
    Certo è che le aziende produttrici di racchette potrebbero introdurre una linea vintage, sulla falsariga di quanto le Case automobilistiche americane stanno facendo con i remakes delle muscle cars.
    Che so, Wilson Kramer / Smith, Head Ashe / Vilas, Donnay Borg, Dunlop McEnroe, Fisher superform, etc.
    Magari farle pagare care, così il prezzo fa moda.
    E magari nascerebbe una disciplina differenziata, secondo me più selettiva a livello di attitudini e talento

  25. Avec Double Cordage scrive:

    luca e te pareva ;) avevo previsto la tua adesione e l’ho scritto da qualche parte nel blog, adesso vado a vedere cosa hai risposto li se trovo il post

  26. andrew scrive:

    …ripeto…tutto questo deve essere fatto necessariamente in Italia in un circolo prestigioso per completare l’opera di disfacimento del tennis giocato odierno in Italia…

  27. Avec Double Cordage scrive:

    senz’altro andrew il sorteggio avverrà nel bagno termale del circolo e la premiazione nel solarium… per luca il post dove tu ci sguazzeresti e quello scritto da rochus69 nei commenti all’articolo di Stefano Grazia Su Rios http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1575#more-1575

  28. luca scrive:

    @ Avec Double Cordage

    Il prize money in…sesterzi !!!!! Scherzo; il premio per il vincitore sarà….la CADILLAC ELDORADO CONVERTIBLE MY 1975 ianca con interni rossi : Detroit iron at its best : land yacht da 8.200 cc di cilindrata !!!!!
    Per il finalista una Chevy Corvette C3 Stingray big block da 7.400 cc
    BJORN SANTO SUBITO !!!!!!

  29. Cino Marchese scrive:

    Il torneo di Bolzano lo organizzava Alex Tabarelli
    Caratti è sposato o accompagnato con una ragazza americana e vivono dalle parti di Huston e sta cercando un lavoro come coach.
    I tornei con le racchette di legno sono abbastanza giocati e per lo meno so dell’esistenza di uno a Como perchè me lo dice Gianni Clerici. In Francia credo che ci sia addirittura un circuito. Personalmente sono contrario però devo ammettere che può essere divertente.
    A proposito di Bergamo vorrei sottolineare una cosa che un challenger è molto diverso da un ATP Tour ed il mio amico Gabriele Merelli( l’organizzatore) lo sa molto bene perchè è stato molto tentato di prendere in gestione il torneo di Milano e poi anche lui, che ha molte possibilità, ha optato per un challenger non solo per questioni di budget, ma soprattutto per quanto riguardava l’impegno che avrebbe dovuto prendere. Comunque ce ne fossero tanti di tornei come Bergamo, ma non facciamo confusioni.
    Poi vorrei dire a Andrew che se gli sono così invise le attività di contorno in un torneo semplicemente le ignori e non faccia dell’ironia su chi le fa perchè sono tutte finalizzate a fargli vedere un torneo migliore e rispetti il lavoro e l’impegno di chi le fa e non c’entra niente il disfacimento del tennis in Italia che è tutto un altro problema e magari si potesse risolvere con qualche tartina al caviale.
    Con molta sportività

  30. Avec Double Cordage scrive:

    grazie delle informazioni Cino, in effetti sospettavo proprio che fosse Alex Tabarelli l’organizzatore del torneo di Bolzano se non sbaglio lavora anche come giornalista sportivo per la rai tedesca di Bolzano, allora probabilmente avrà organizzato anche quel torneo che fecero a Merano e che mi pare vinse Gaudenzi ma probabilmente era un challenger.

    però non riesco a capire bene la grande differenza tra un challenger come quello di Bergamo con 125 mila $ di montepremi e un atp da 370 mila $ come li sono quelli di Zagabria e Poertschach, a livello di soldi non mi sembra un salto troppo grosso, con “il consenso del landeshauptmann” ad esempio mi pare che un tale gap in provincia di bolzano possa essere coperto senza troppi problemi da una collaborazione pubblico-privato specialmente nel momento attuale e con l’esperienza del atp indoor di Bolzano alle spalle.

    Cos’è che fa lievitare i costi cosi drammaticamente nel passaggio da un challenger come Bergamo a un ATP minore da renderlo un passaggio azzardato agli occhi di una persona esperta come Cino, sono degli obblighi per l’hospitality e delle garanzie mediatiche che richiede l’ATP?

    tra l’altro mi sembra di capire che la superficie di Bergamo era lo stesso play it di caldaro, non c’è troppo da sorprendersi quindi se Andreas si trovava molto a suo agio a Bergamo

  31. Cino Marchese scrive:

    A Merano l’organizzatore era Veso Mathias, croato che organizzava il satellite in Alto Adige e che organizzò anche una esibizione molto sfortunata a Verona nell’Arena che io avevo cercato di convincere a non farla dal momento che in passato con molti più mezzi avevamo cercato inutilmente di organizzare, ma quando i giocatori erano disponibili non era disponibile l’Arena e viceversa. Veso testardamente la volle fare lo stesso e ne ha pagato le conseguenze. Da allora ha cambiato mestiere ed ora lavora per la Lotto dopo avere lavorato per la Diadora in tutti e due casi con profitto. A Merano ha fatto per alcuni anni un challenge e poi ha organizzato un ATP Tour e ci ha lasciato le penne.
    La differenza tra un challenge e un ATP Tour è enorme per impegno economico per numero e qualità dei collaboratori per i rapporti internazionali, per i rapporti con i giocatori, per quelli con i media e soprattutto perchè per giustificare gli investimenti richiesti è indispensabile la televisione ed ottenerla oggi è molto difficile, quasi impossibile. Oggi poi l’ATP vuole ridurre il numero dei tornei per cui tutte queste supposizioni diventano illusioni e basta, ma non fate mai paragoni tra challenger e ATP perchè la differenza credetemi è abissale.

  32. andrew scrive:

    Sig. Cino…

    che il tennis si risolva a tartine di caviale lo dice lei e non io…anche se non mi dispiacciono insieme al Barolo; e poi Prosecco con un bell’arrosto di maiale…a fine pasto caffè tagliato con succo di frutta…

    vede, quello che io percepisco e la poca fiducia degli operatori italiani del tennis nel…TENNIS…: dai circoli, dove il tennis non è mai solo tennis, ai promoter che se è solo tennis non promotano. Vivere in un ambiente così per un tennista non è facile.

    Intanto le accademie che vendono solo tennis funzionano…probabilmente avrete in mano le vostre ricerche di mercato che non incoraggiano…

    Io intanto, senza che mi ci mandi lei, vado affantennis…

  33. Cino Marchese scrive:

    Caro Andrew,
    ora è il momento che ti scriva direttamente, perchè dalle tue reazioni capisco che non gradisci molto il senso ironico e benevolo con cui mi sono indirettamente rivolto a te. Tu non hai fatto altro che reagire a quanto ho detto io sull’argomento in maniera scomposta e cattiva da spingere, se non mi sbaglio,
    i gestori del blog ad eliminare anche un tuo commento. Capisco che sei un purista e che ami molto il tennis come del resto tutti noi che scriviamo su questo blog fatto e redatto con tanta passione ed amore dal nostro amico UBS, ma se permetti devi saper ascoltare e comprendere anche i giudizi degli altri che spesso sono in contraddizione con i tuoi. Da organizzatore di eventi e nella mia vita ne ho messi in scena moltissimi, ho descritto con dovizia di particolari molte situazioni di marketing e la maniere che di volta in volta abbiamo adoperato per arrivare al risultato, ma ricordati che il tennis è sempre stato rispettato per quello che è, e che se un aspetto di questo lavoro non ti garba oppure non lo reputi opportuno devi accettarlo e cercare di capirlo anche se con molto senso critico senza rivolgerti a chi lo ha adoperato con un sarcasmo fuoriluogo e quasi insultante. Nella vita esistono molte cose con cui non si è d’accordo e non si condividono, ma è necessario avere molta temperanza per fartele andare bene anche e soprattutto quando non sei in sintonia. Penso che tu sia al corrente, come tutti i tuoi colleghi “blogghisti” che io come tutti i miei colleghi che ci divertiamo a scrivere su questo blog lo facciamo perchè ci piace e basta, ma soprattutto ci piace ed amiamo il tennis come te e forse più di te per cui senza assolutamente mandarti a affantennis ti saluto con affetto.

  34. Enzo Cherici scrive:

    Un grande Cino. Come sempre :-)

  35. andrew scrive:

    Sig. Cino…

    ma perché dice che si è rivolto a me “indirettamente” con ironia e benevolenza se poi si sente in dovere di suffragare una mia supposta cattiveria e scompostezza con un piccolo “falso” su un mio post talmente “scomposto e cattivo” da essere censurato (N.di Ubs: non so chi abbia censurato, nè cosa sia stato censurato, ma se è stato fatto una ragione ci sarà stata visto che non censuriamo quasi mai nulla; una cosa è certa: la censura non è partita da Cino che manda i suoi pezzi e poi legge le risposte, ma non interviene nella moderazione dei commenti. Qui sotto ho invece censurato io un’espressione che mi pareva poco elegante…e mi attribuisco la responsabilità; le ho lasciato invece tutto il resto anche se i toni non li trovo in genere condivisibili…pur se è vero che i toni dalle email è spesso difficile coglierli. saluti UBS)
    È una tecnica non originale, un riflesso condizionato forse?, che viene spesso utilizzata per togliere dignità all’interlocutore e che non credo nemmeno di meritare, data la mia pochezza…
    Capisco che si senta attaccato nel suo operato dai miei commenti eccessivamente e sciaguratamente pseudo-sarcastici ma la invito a lasciar cadere un po’ del suo “candore” per rispondermi per le rime…

    Io non voglio attaccarla personalmente; sono convinto che “comunque fare” sia meglio di mero immobilismo o mero “commentismo” (il mio)…

    In questo post e in altre occasioni ho soltanto “urlato” la mia contrarietà alla vendita del tennis (specialmente nei circoli) per quello che “non è”. Semplicemente perché sono convinto che sia uno sport, oltre che un gioco, bellissimo e da godersi “così come tale” (”AS IS”).

    beh, comunque sono qua e spero di riuscire con pazienza a fare meno polemica spicciola e a scrivere con più rispetto…

    Mi perdoni però per questa volta non posso trattenermi dal rivolgerle un invito non-violento and sympathetic affinché mi raggiunga su un campo da tennis per esibirsi nel Vaffantennis!

    …dai diamo una scossa a questo mondo tennistico…

  36. Avec Double Cordage scrive:

    Cino in effetti sospettavo proprio che fossero quelli i problemi più che i soldi del montepremi a rendere proibitivo un ATP in Italia al momento (forse Seppi, Fognini e Knapp non basteranno ma speriamo che con Miccini e Quinzi le cose cambino) ad ogni modo grazie della risposta dettagliata!

    Mi sembra di capire però che riguardo ad andrew ti stai sbagliando, non ne sono sicuro ma mi sembra di aver capito tempo fa che il suo affantennis non è sarcastico ma invece un saluto inteso con ironia, nel senso di andare veramente a fare una partita di tennis, incitando a praticarlo di più senza per questo svalutare il tennis parlato e scritto.

    Sono praticamente sicuro che andrew porti il massimo di rispetto verso la tua persona, forse lo stai confondendo con qualcun altro del quale adesso mi sfugge il nome che era entrato in conlflitto con l’etichetta del blog.

  37. rochus69 scrive:

    Grande Cino. Aggiungo che andrew dovrebbe sapere che questo questo signore è probabilmente uno dei migliori manager sportivi italiani degli ultimi venti anni,uno che a differenza di te lo sport lo ha vissuto in maniera professionale,lavorando per la IMG , la più importante società di sport management del mondo. Ti dirò di più :se come presidenti della federazione italiana tennis avessimo avuto Cino Marchese,Rino Tommasi ( che seguo dalla prima telecronaca tennistica di Boca Raton del 1981 , un vero vate per la mia educazione sportiva),Ubaldo Scanagatta , anzichè Galgani, Binaghi che hanno ” Craxizzato” e ” Mastellizzato ” questo fantastico sport nel nostro paese, il nostro amico non sarebbe qui a polemizzare sui mali del tennis italiano.

  38. Cino Marchese scrive:

    Vorrei chiudere una volta per tutte questa stupida e inutile polemica con Andrew. Ho capito benissimo lo spirito del vaffantennis tanto è vero che ci ha scherzato anch’io. Quello che mi ha dato fastidio invece è il tono dei commenti fatti a proposito di tutte le attività di contorno che esistono in un torneo o in un Club in occasione di un torneo che sono fatte esclusivamente per dare a chi investe nel tennis un motivo ulteriore per comunicare. Se non ti piacciono e non ti danno nessun valore aggiunto, semplicemente le ignori, senza sfottere o criticare chi le fa. Comunque mi farebbe piacere incontrarti su un campo da tennis, ma temo che le mie condizioni fisiche non me lo permettano e poi vi ho detto che ho compiuto 70 anni e questo fatto certamente non aiuta.
    Chiudiamo e vediamoci di fronte ad una bottiglia di Barolo che ti prego di non confondere con del volgare Prosecco. Saluti da un buon piemontese.

  39. luca scrive:

    @ Cino Marchese
    Piemontese ? Ho vissuto cinque anni al Centro Universitario Villa San Giuseppe di Torino, assurto agli onori della cronaca per la presenza di John Elkann, anche lui al Politecnico come me.
    Mamma mia, ambiente “vecchio Piemonte” : provincia Granda rappresentata alla grande !!!! Anche da Bielle - che ho avuto modo di frequentare parecchio - aveva nutrita presenza.
    Ogni lunedì sera conferenza, martedi 19:45 incontro canonico col direttore.
    Gaudeamus igitur a manetta !!!!!!
    Le spiagge della mia amata Sardegna mi hanno ricaricato !!!!!!

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