Media inglesi feroci come gli italiani.
Però la Federazione britannica
almeno fa autocritica.
Disfatte in Davis a confronto

 
14 Febbraio 2008 Articolo di Michele Fimiani
Author mug

Dopo l’ umiliazione di Buenos Aires piovono le critiche sul team britannico; anche la stampa italiana non fu clemente dopo l’eliminazione in Israele. I dirigenti Federali inglesi fanno autocritica, quelli italiani no… Troppo severi i nostri giornalisti o troppo “buonisti” i nostri dirigenti?

Nell’ International Press Clipps trovate Tom Tebbutt sui nuovi sviluppi dello scandalo scommesse, Simon Cambers sulle polemiche riguardanti i fratelli Murray, Nate Cunningham sui “pazzi talentuosi” del circuito, John Yandell sui miti del rovescio ad una mano e altro ancora.

Click here to read T. Tebbutt on new information on tennis betting scandal, S. Cambers on Murray brothers, N. Cunningham on “Head-case watch”, J. Yandell on the one-handed backhand and more news.

Si è appena concluso il primo weekend di Coppa Davis del 2008, che pur non avendo regalato grandi emozioni e grosse sorprese (nessuna, per la verità) ci ha però offerto spunti di riflessione riguardo ai differenti modi in cui la stampa estera affronta disfatte colossali dei propri tennisti.
In particolar modo è molto interessante andare a leggere gli articoli scritti dai giornalisti britannici dopo la netta sconfitta della propria nazionale a Buenos Aires contro l’Argentina (4-1 il risultato finale con la Gran Bretagna che ha collezionato in cinque partite la miseria di 43 games, seconda peggior sconfitta in 108 anni di partecipazioni alla Coppa Davis).
Già i presupposti non erano stati dei migliori: difatti, dopo che Andy Murray aveva annunciato il proprio forfait per non rischiare un infortunio ad un ginocchio già in precarie condizioni, scatenando mille polemiche, il giornalista del Times Neil Harman il 31 Gennaio scriveva:
“Vilas aveva predetto che la Gran Bretagna avrebbe sofferto non poco la prossima settimana a Buenos Aires. Ora può cambiare questa affermazione e dire che subirà una vera e propria umiliazione”, dimostrando come la stampa inglese non creda poi così tanto nelle seconde linee britanniche…
In effetti di umiliazione si è poi trattato, e i giornalisti inglesi, per niente impietositi, non hanno risparmiato ai loro giocatori parole durissime.
Paul Newman , ha paragonato il team di John Lloyd a “carne da macello”, in un paese, l’Argentina, “in cui le sconfitte casalinghe in Coppa Davis sono rare tanto quanto i ristoranti vegetariani”.
Mark Hodgkinson (Telegraph) ha invece preferito raccontare la disfatta argentina con un sintetico quanto esaustivo “Gran Bretagna, go home”, riportando uno dei tanti titoli dei tabloids locali.
Lo stesso Roger Draper, direttore esecutivo della LTA, ha ammesso con molta sincerità che “con Andy Murray la Gran Bretagna è un team da World Group, Senza di lui no” (dimostrando come anche una federazione possa rendersi conto dei limiti dei propri giocatori…).
Fin qui niente di strano e di diverso da quel che la stampa italiana aveva scritto circa dieci mesi fa a proposito della debacle azzurra in terra di Israele.
Andando per esempio a rispulciare le pagine del blog relative a quei giorni, troviamo Ubaldo Scanagatta che parlava di “disastro” , “disfatta annunciata” e “cappotto pasquale” , mentre Vincenzo Martucci sul sito della Gazzetta dello Sport titolava “Italia sul baratro”.
La stampa inglese ha però proposto ieri sul sito del The Independent un interessantissimo articolo di Paul Newman dal titolo “Campioni del mondo: I miracoli sportivi dell’Argentina” nel quale il giornalista britannico esalta le grandi potenzialità del paese sudamericano in ambito sportivo.
L’articolo non vuole cercare assolutamente di giustificare i giocatori britannici cercando nella superiorità argentina l’unica causa della sconfitta di Buenos Aires, ma dopo le dovute critiche ai tennisti inglesi, vuole anche dare i giusti meriti a Nalbandian e compagni.
Meriti che invece la stampa italiana ha un po’ faticato ad attribuire ai giocatori israeliani, che se pur modesti e di livello nettamente inferiore rispetto agli argentini, hanno poi comunque dimostrato il loro valore sconfiggendo il Cile a Settembre (lo stesso Sela, la cui vittoria contro Seppi aveva fatto quasi gridare allo scandalo, si è comunque arrampicato fino alla 63ma posizione in classifica).
E’ quindi curioso come due sconfitte pesantissime in Coppa Davis abbiano ripercussioni quasi diametralmente opposte in Gran Bretagna, dove la stampa si dimostra quasi globalmente più clemente di una Federazione molto autocritica, e in Italia, dove invece i giornalisti devono fare la parte dei “cattivi”, soffermandosi a volte in maniera eccessiva sui limiti del team azzurro; limiti che invece troppo spesso i dirigenti federali faticano ad individuare.

(A tal proposito ecco il link all’articolo di Ubaldo Scanagatta “Lettera aperta ai tennisti italiani” scritta dopo che durante l’Australian Open i giornalisti italiani erano stati accusati di essere troppo critici nei confronti dei tennisti azzurri)

Collegamenti sponsorizzati


29 Commenti a “Media inglesi feroci come gli italiani.
Però la Federazione britannica
almeno fa autocritica.
Disfatte in Davis a confronto”

  1. Margherita scrive:

    complimenti Michele. bell’articolo che offre molti spunti.
    per parte mia volevo sottolineare che la stampa britannica è spesso anche molto più dura e tagliente di quella nostrana, e questo in tutti i settori. in generale per cultura gli anglosassoni mettono direttamente il dito nella piaga (se c’è una piaga) senza tanti preamboli, e sono abituati a fare una analisi molto attenta e dettagliata dei motivi per cui qualcosa succede. e questo senza rimbalzarsi la responsabilità dall’uno all’altro, come spesso facciamo noi italiani. tutto qui.

  2. Nikolik scrive:

    Naturalmente, quando si perde da favoriti, i giornalisti devono fare il loro lavoro, cioè criticare chi è materialmente sceso in campo e, eventualmente, anche il capitano, che è responsabile della squadra ed anche delle proprie scelte, in ordine a chi ha deciso di far giocare e chi no.
    Trovo incredibili, invece, in caso di sconfitta, le critiche alla Federazione nazionale.
    Anche perché, per motivi veramente ovvi, si dovrebbe arrivare al paradosso di dover elogiare la federazione di turno, al contrario, in caso di vittorie, conclusione che sarebbe chiaramente paradossale, ma inevitabile, seguendo lo stesso ragionamento e la stessa logica.
    Per questo, ad ogni vittoria italiana, provocatoriamente, grido: brava federazione.
    In realtà, la federazione dovrebbe essere criticata, o elogiata, riguardo alle sue scelte per migliorare o meno il movimento tennistico generale e, soprattutto, per migliorare o meno la posizione del tennis nella società sportiva italiana, ora pari quasi a zero (il tennis è uno sport del tutto marginale tra i giovani, altro che storie).
    Invece, continuate, con pervicacia, a criticare la federazione per gli scarsi risultati sportivi, quando questi non sono certo la causa, ma l’effetto.
    Come diceva sempre il mio Professore di Filosofia del Diritto, la scarsa consapevolezza del rapporto tra causa ed effetto è origine di molte incomprensioni tra gli esseri umani.

  3. Roberto Commentucci scrive:

    Nei paesi anglosassoni esiste una attenzione alla trasparenza nella gestione della cosa pubblica che in Italia è sconosciuta. Fa parte della loro etica calvinista, è nel loro dna. Sono paesi che prendono sul serio il contratto sociale: da un lato il contribuente percepisce la tassazione come un dovere sociale, dall’altro l’amministratore ricerca la massima oculatezza ed efficienza nella gestione del denaro pubblico.
    Questo è ovviamente un discorso generale, che serve a descrivere l’imprinting complessivo: poi ovviamente anche là si possono verificare scandali, evasione fiscale e corruzione. Ma sono l’eccezione, e non la regola.
    Da noi a me sembra che la nuova gestione federale faccia un uso del denaro pubblico più oculato, onesto e produttivo di quella che la ha preceduta (e non era difficile), sebbene i risultati sul campo siano ancora molto insoddisfacenti. E proprio nel magnificare risultati ancora insufficienti, e nel chiudersi a riccio nei confronti delle critiche, sta la sua maggiore pecca.
    Ciò detto, come discutevamo in un’altra area del blog, i dirigenti inglesi della LTA hanno ben ragione di fare autocritica. La loro è una delle federazioni più ricche del mondo, spendono mucchi di sterline ogni anno, eppure al di là di due sporadici, ancorché eccellenti casi (Henman e Murray), hanno prodotto un numero di giocatori professionisti drammaticamente inferiore a quello degli altri paesi europei paragonabili al Regno Unito per popolazione e ricchezza.
    A mio avviso gli inglesi hanno lo stesso problema degli italiani, in una forma ancora più grave: mentre le nazioni con grande tradizione (ex Cecoslovacchia, Francia, Spagna, la stessa Argentina etc.) che in passato hanno fabbricato tanti professionisti, dispongono di un nutrito gruppo di ex giocatori che sono diventati tecnici e coach di livello, la Gran Bretagna (e anche l’Italia nella quale gli ex grandi giocatori degli anni ‘70 non si sono rivelati adatti a fare i coach) non hanno la medesima risorsa (tra l’altro anche Henman ha dichiarato che non intende collaborare con la LTA) e questo li porta ad avere una strutturale carenza di know-how tennistico avanzato.
    In Italia, la nostra Federazione sta cercando faticosamente di porre rimedio, ma gran parte del progresso di conoscenze è stato realizzato grazie ai team privati (Piatti, Sartori, Rianna). Nel Regno Unito, avendo a disposizine grandi risorse finanziarie, hanno cercato la costosissima collaborazione di guru stranieri (vedi Gilbert) ma i risultati a livello di movimento per ora sono veramente ridicoli rispetto ai tanti soldi spesi.
    Insomma, sia i giornalisti italiani che quelli inglesi hanno ragione a criticare. Ma quelli inglesi ne hanno un po’ di più.

  4. Avec Double Cordage scrive:

    Nikolik mi trovi perfettamente d’accordo, mi pare però di intravedere un leggero cambiamento nella tua argomentazione ;)
    hai qualche idea nuova per rendere più accessibile e interessante il tennis ai giovani e giovanisimi?

    Roberto Commentucci come al solito molto interessante il tuo intervento ma non sarei tanto sicuro “sull’etica calvinista” inglese, in riferimento al resto del firmamento anglosassone l’influsso “protestante” ci può stare, ma nella madre patria mi sembra che non sia un fattore determinante, ma posso anche sbagliarmi

  5. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Nikolik, ma secondo te i risultati sportivi non farebbero comodo per promuovere il tennis? E per ottenere buoni giocatori non sarebbe utile l’apporto, specie in età giovanile, di tecnici federali? E i nostri tecnici federali sono davvero bravi? E i vertici della federazione non sono espressione di quei circoli elitari che a volte sono non di impulso, ma di ostacolo, al tennis giovanile?
    Individuazione del rapporto causa-effetto, ma anche visione globale del problema generale tennis in Italia, non guasterebbero affatto.
    La mancanza di una “scuola” tecnica tennistica di primo livello, in Italia, è un fatto che più passano i decenni senza vittorie (decenni, sottolineo) e più si deve rimarcare. O no?
    Brava Federazione, comunque. Come no.

  6. Nikolik scrive:

    Non è un’idea nuova, a dire la verità, è un’idea vecchia, detta e ridetta da molte persone: senza fare assurde rivoluzioni, bisogna ritoccare i regolamenti del tennis, vecchi di 100 anni, come hanno fatto tutti gli sport.
    Ci sono alcune cose che avvengono in campo, come le assurde perdite di tempo, che sono intollerabili nel 2008.

  7. marcos scrive:

    io credo che le federazioni si possano o meno criticare, in questo caso, solo sulle loro scelte quanto alla conduzione tecnica dei team nazionali e quanto alla sede interna (città e superficie campi), in cui vengono giocati gli incontri di squadra.

    se l’italia perde in israele, io critico seppi per il suo sciagurato incontro, ma, contestualmente, mi complimento con l’avversario.

    se l’italia perde contro la spagna a torre del greco, io critico la federazione.

  8. Michele Fimiani scrive:

    E intanto l’”infortunatissimo” Murray ha battuto Wawrinka 36 76 61 nel torneo di Marsiglia…

  9. Voortrekker Boer scrive:

    Pronti a cambiare i regolamenti del tennis:

    d’ora in poi i giudici di linea verranno muniti di bandierine per segnare l’eventuale fuorigioco dei giocatori, al giudice arbitro verrà dato un kit con fischietto,libretto e ralativi cartellini bicolore per richiamare,ammonire ed eventualmente espellere il giocatore che entrerà in scivolata o a racchetta tesa sulla volèe avversaria. Abolizione totale dell’ hawk-eye in conformità al divieto di moviola, sì alla prova TV in caso di comportamenti antisportivi.

    Infine i giocatori dovranno vestirsi solo con canotte e calzoncini regolamentarei e concludere ogni azione prima dei 24 secondi. Un vincente verrà calcolato doppio, una palla che colpisce il nastro saràinvece mezzo punto, in caso di raggiunto limite massimo di falli, l’avversario avrà a disposizione un “servizio libero” che dovrà poi essere convalidato dall’arbitro. Ci sarà poi la possibilità di un “extra-point” da eseguire rigorosamente in “kick”.

  10. flexible scrive:

    non mi ricordo chi ha detto :”in Italia la rivoluozione è impossibile. Siamo tutti parenti”. Punto.

  11. Avec Double Cordage scrive:

    bravo Voortrekker Boer! sono leggermente deluso perchè mi aspettavo una risposta nuova da parte di Nikolik, sinceramente avevo il sentimento che lui fosse dell’avviso di cambiare regolamenti ma non ne ero certo, adesso sono sicuro di avere già letto questa sua argomentazione precedentemente.

    Apparentemente 40.000 visitatori (paganti, e non poco) al giorno per 8 settimane all’anno a Melbourne, Parigi, Londra, New York sono dei poveri nostalgici e il tennis in paesi come Francia, Svizzera, Russia funziona perchè non si rispettano le regole giocando un pò come ognino vuole. In poche parole sono completamente contrario all’idea di cambiare le regole anzi trovo che la stabilità e la chiarezza delle regole che permettono l’assenza di arbitri faccia parte del fascino del tennis capace di farne il gioco sportivo più globale, secondo per certi aspetti solo al calcio.

    La mancanza del tennis in tv e l’insucceso del tennis in Italia (fatto spesso esagerato tra l’altro come dimostra anche il recente successo del challenger di Bergamo) non e dovuto alle regole, altrimenti non si spiegherebbe perchè il tennis viene trasmesso in chiaro in paesi come ad esempio l’Austria e riscuote da anni ampio successo in paesi come Spagna e Argentina.

    il motivo per il quale il tennis è assente nei media italiani è in parte dovuto alla dominanza del calcio ed in particolare alla dominanza del calcio nell’ambito dei responsabili giornalistici particolarmente nei passati due decenni, un monopolio che non ha eguali in paesi paragonabili strutturalmente all’italia.
    Il resto lo fà la mancanza di top ten dovuta in primis all’esigua base di amatori di ceto medio basso causata dall assenza di campi al di fuori dei circoli.

    L’insuccesso (o quantomento l’arrancare) sportivo e ricreativo del tennis in italia invece è dovuoto alla difficolta di trovare campi che permettano il primo approccio, modificando questo aspetto con campi pubbilici si faciliterebbe anche la presenza mediatica del tennis in italia.

    Le due cose quindi sono concatenate, e di un alto numero di campi gratuiti ne gioverebbero sia i circoli che gli appassionati che la federazione essendo i campi gratuiti alla base della crescita di un movimento che porta a migliori risultati di vertice, maggior interesse di sponsor e a più praticanti con soldi da spendere in circoli a pagamento di ogni livello

    invece l’unica regola che io cambierei è il let al servizio che si potrebbe tranquillamente tralasciare come viene fatto durante lo scambio, per i tempi invece do ragione a Nikolik, le pause per sedersi andrebbero dimezzate nel numero (ma non sono certo i break pubblicitari a tenere lontani le tv italiane dal tennis) solo una pausa ogni due cambi campo quindi, e anche la pausa asciugamano dopo ogni colpo andrebbe abolita.

    Per il resto va tutto benissimo, il bello del tennis è che puoi divertirti guardando un partita anche senza vedere come va a finire, basta uno spezzone di un bel match ripreso da una regia attenta e commentato da due professionisti con preparazione a livello culturale, tecnico e non ultimo intrattenenti

  12. remo scrive:

    Forse non ho capito bene di cosa si sta parlando ma etichettare “disastri” le sconfitte della Gran Bretagna in Argentina e dell’Italia in Israele mi dà tanto la sensazione di forzatura del concetto.
    L’Argentina in casa propria è una delle migliori nazionali al mondo tanto che non subisce sconfitte dal 1998 (2-3 con la Slovacchia) e da allora ha infilato dieci vittorie consecutive (undici con quella sugli inglesi) battendo squadre di un certo spessore come Russia, Svezia, Germania, Repubblica ceca e Australia. Non vedo proprio come la Gran Bretagna senza Murray (ma anche con sarebbe cambiato poco, secondo me) potesse ambire a un risultato positivo.
    E l’Italia, sul cemento o sui terreni veloci, non può certo dirsi migliore di Israele.
    Dunque, dove sta il clamore?

  13. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Avec Double Cordage, sottoscrivo e controfirmo.
    Non c’è trasmissione di tennis in chiaro, in Italia, perchè le nostre TV in chiaro hanno palinsesti di una rigidità allucinante, non variabile neppure per due settimane ogni tre mesi (cioè per gli slam); e anche perchè gli ascolti li fanno i campioni, come la Germania post Becker-Graf ha dimostrato.
    E poi, agli innovatori, ribadisco il mio appello: ci sono sempre il calcio ,dominato dai giochi di potere, e i campionati mondiali di curling, o di lacrosse, o di hockeypista.
    Quindi, invece di cambiare le regole del tennis, lo sport individuale più bello del mondo, potete dedicarvi ad altro.
    Lasciateci in pace, dunque, per favore. Siamo in tanti. A noi il tennis piace così.

  14. Nikolik scrive:

    Marcelus, basterebbe, ad esser chiari, applicare il regolamento ora vigente in ordine al tempo tra un punto e l’altro, che viene continuamente disatteso.
    Basterebbe tornare, in realtà, alle origini, in cui assolutamente non ci si sedeva tra un cambio di campo e l’altro (ai tempi di Pietrangeli, per intendersi), si cambiava campo senza perder tempo.
    Una volta ho sentito la Pericoli dire in televisione che quasi non ci si poteva nemmeno asciugare il sudore, ogni perdita di tempo era severamente proibita.
    Voi tradizionalisti, al contrario, dovreste esser contenti.
    Io, peraltro, farei di più, ma si potrebbe cominciare con poco.
    Per il resto, vi lascio senz’altro in pace. Ma non dire che siete (siamo) in tanti.
    Siete (siamo) pochissimi. Questo è il grave problema, questo è il punto.
    Non neghiamo la realtà che si vede tutti i giorni.
    Il tennis ha pochissimi appassionati, ha pochissimi praticanti, è del tutto ai margini della società sportiva italiana.
    Se foste (fossimo) in tanti, le televisioni, che guardano senza pregiudizi solo al denaro, darebbero tantissimo tennis in chiaro.
    Non cerchiamo complotti contro il tennis, che non ci sono.

  15. Fabio P. scrive:

    Marcelus, siamo in pochi, pochissimi … dividi per cento il numero di appassionati di tennis che credi ci siano … anzi, no … siamo molti di meno.

  16. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Ragazzi, ma siete impazziti?
    Certo che sarei favorevole all’eliminazione dei tempi morti.
    Certo che non sarei favorevole al cambio di una sola regola di gioco.
    Se il tennis è “ai margini della società sportiva italiana” è colpa della società (o cultura) sportiva italiana, o del tennis?
    Quele delle due cose cambiereste? Il tennis! Roba da matti.
    Siamo in pochissimi? In Italia, forse. Nel mondo, no di sicuro.
    E cosa direste, voi, a chi comanda il tennis mondiale (che non è la televisione italiana, nè la FIT)? Che bisogna abolire i cambi di campo perchè sennò la RAI non può trasmettere Federer/Tipsarevic, in quanto incombe Mezzogiorno in Famiglia?
    le TV straniere (vedi quel piccolo paese chiamato USA) con le pause ci vendono la pubblicità. Il football americano è composto da trenta azioni diluite in ottocento pause.
    Il problema è che noi, a differenza di Francia e Inghilterra, non abbiamo uno slam; a differenza di altre nazioni, negli ultimi trent’anni non abbiamo avuto un grande campione di tennis. Ecco perchè il tennis è ai margini della società sportiva italiana.
    E voi volete cambiere le regole? cambiate le teste di chi governa il tennis italiano, perchè a meno che il figlio di un avvocato di grido o di un custode di circolo non nasca con mezzi tecnici naturali strepitosi e un odio congenito per il calcio, noi non vinceremo uno slam per altri cinquant’anni.
    E il tennis uscirà anche dai margini. Finirà nel deserto delle nostre pochezze sportivo/culturali.

  17. Avec Double Cordage scrive:

    quanto riguarda le sconfitte in coppa davis do ragione a remo che ha scritto un commento molto lucido, questo fa parte anche del bello della coppa davis, basta mettersi nei panni di argentina o israele per capirlo

    Io penso che Marcelus intenedesse che siamo in tanti a livello globale, senza cattiveria ma Nikolik e Fabio P. non vorrete mica negare anche questo o ancor peggio cambiare le regole in italia …and the rest will follow

    e poi sinceramente penso che anche in italia non sono poi cosi pochi i praticanti di tennis, magari i malati non saranno molti e anche gli appassionati sarebbero molti di più se ci fosse un top ten

    ma il numero dei praticanti cosi ad occhio e croce dovrebbe essere inferiore solo al calcio, e un top ten carismatico made in italy potrebbe far lievitare parecchio anche il numero di praticanti a patto che ci sia il modo di cimentarsi del gioco senza burocrazie e furberie italiote

    come praticanti il tennis può persino competere con molti sport non basati su di un gioco come lo sci, il fondo etc.

    una particolarità del tennis stà nel fatto che anche a livello ricreativo non variano dimensioni del campo e regole mentre per il calcio questo non viene sempre conservato nel senso che una partitella a calcio tra amici è molto più distante da una partita di calcio vera (per via del numero di giocatori e dimensioni del campo) che una partita a tennis tra due settantenni da un match vero. Il tennis offre la possibilità di giocarsi un finale di US Open nel campetto del giardino di casa, non sono molti gli sport ad alta componenente atletica ad offrire questa possibilità

    altri sport invece vengono solamente praticati a livello ricreativo come lo sci e il nuoto in una versione molto distante da quella delle gare, mentre quasi tutti quelli che praticano il tennis lo fanno nell’ambito di un match vero e proprio

    inquanto alle perdite di tempo do ragione a Nikolik ma lo avevo già scritto, una pausa per sedersi ogni due cambi di campo però la conserverei, offre maggiori libertà alla regia anche per interviste e sbirciate su altri campi e un pò di riposo potrebbe (volendo) prevenire anche un certa dose di doping (permettendo l’ingenuità ;) ma si sa…)

    il medical time out invece lo toglierei: se uno non gliela fa più dovrebbe avere il buonsenso di smettere

    …è andato KO se cosi si vuole

    se non è sicuro di potercela, o non potercela fare può farsi vedere dal dottore nella pausa ma non farsi curare, perchè di cura non può trattarsi

  18. Fabio P. scrive:

    Negli USA non piace il calcio.
    In Italia non piace il football americano ed il baseball.
    Forse non capiamo nulla noi che schifiamo il football americano o il baseball ? o forse loro ?
    Siamo diversi … e qui in Italia il tennis piace poco.

  19. Avec Double Cordage scrive:

    Fabio P. negli USA il calcio piace, solo che alla gente e ai media li gli piace anche altro. in italia il calcio piace più che negli USA ma pare tutti giochino incessatemente a calcio e non siano a conoscenza di altre pratiche sportive mentre in realtà nemmeno il venti percento delle persone sommerse quotidianamente da sariea-cemmpionnz-calciomercato-serieb-moggi praticano il calcio… invece quelli che seguono il tennis al 90% lo praticano pure …beccati questa ;)

  20. Nikolik scrive:

    Avec, sarà anche vero che quelli che seguono il tennis al 90% lo praticano pure.
    Ma sono poche decine di migliaia in Italia, che è un paese di decine di milioni di abitanti.
    Il tennis è uno degli sport meno praticati in Italia, tra quelli affiliati al CONI.
    Non c’è solo il calcio in Italia: le palestre sono strapiene, milioni di persone corrono, milioni di persone vanno in piscina, non trovo una piscina che non sia affollata, tantissimi giocano a basket e a pallavolo, il rugby sta andando fortissimo, il golf ha un vero e proprio boom, le nostre montagne sono piene di sciatori.
    I miei nipotini, a scuola, hanno ricevuto delle lezioni di scherma, addirittura.
    Non è assolutamente vero che l’Italia è monomaniaca di calcio.
    E’ proprio il tennis che è ai margini.
    Purtroppo.
    Forse voi vivete in grandi città metropolitane e, quindi, quando andate nel vostro circolo, vi sembra affollato, per questo motivo.
    Ma ti assicuro che a tennis giocano in pochissimi, se fai il paragone con altri sport, anche senza considerare il calcio.
    Per me, è già un miracolo avere così tanti giocatori top 100 con una base così misera di praticanti.
    In questo bisognerebbe stimolare la federazione, non ripetere le solite accuse sulla mancanza di professionisti.
    Con questa misera base di praticanti, per forza il tennis non va in televisione; per forza abbiamo perso il torneo di Milano; per forza, anni fa, chiuse la rivista Match Ball; per forza le riviste specializzate hanno tirature minime; per forza il tennis viene relegato nelle notizie in breve sui giornali.
    Nessuno complotta contro il tennis, è proprio che del tennis non gliene frega nulla a nessuno.
    Se non facciamo un minimo di autocritica e non ci svegliamo per fare qualcosa, anche sul punteggio, andrà sempre peggio.
    Inutile dire, Avec, come fate tu e l’amico Marcelus “Quindi, invece di cambiare le regole del tennis, lo sport individuale più bello del mondo, potete dedicarvi ad altro”.
    La gente, infatti, lo sta già facendo, di dedicarsi ad altro, i giovani lo stanno già facendo, senza bisogno di inviti da parte vostra.
    Se volete restare pochi…se volete restare uno sport di elite e di nicchia…contenti voi.
    Non lamentatevi, però, se gli italiani a tennis non vincono mai. Siete voi che volete restare pochi.
    Con amicizia.

  21. Avec Double Cordage scrive:

    che bello Nikolik, stai dicendo la stessa cosa che dico sempre anche io (ma non sono certo il primo ne l’unico) ovvero che bisogna allargare la base, e per fare questo bisogna che il sitema elitario dei circoli sia veramente un sitema elitario e non che abbia il monopolio dei campi, ergo ci vogliono campi comunali (in cemento con reti ammovibili tipo indoor in modo da rendere i campi facilmente utilizzabili anche per altri sport o eventi culturali) ad ingresso gratuito per ragazzi e bambini accompagnati da adulti

    ormai l’ho gia detto parecchie volte e in tutte le salse e non so perchè continuo a farlo ;) è questo che renderebbe più accessibile il tennis e non un cambiamento delle regole, una persona che si affaccia al tennis si mette a palleggiare (magari anche contro un muro se cene fossero) non certo a giocare un match quindi le regole all’inizio contano poco nulla, e una volta che ci sei dentro le regole vanno bene a tutti anzi, con amicizia :) non riesco a capire dove sia il problema. proviamo a prendere il baseball, i tre passi del basket, il fuorigioco del calcio etc …ogni sport ha delle regole che entrano in conflitto con il telespettatore lobotomizatto.

    semmai è il modo di presentare il tennis in tv che va cambiato non certo le regole del tennis, se penso alle telecronache della Vaccari dai vari challenger di saint vincent e arbatax mi vengono i brividi… è chiaro che a vedere una roba del genere ti viene l’abbiocco se non sei malato di tennis ma anche in quel caso e meglio tenere in raggio d’azione una bottiglia da due litri di coca cola

    invece delle dirette di torneucci per presentare il tennis vero ci vuole un ora di riassunto di spezzoni dei momenti salienti delle migliori partite del grande slam del giorno prima con interviste e servizi tipo tenis pro (per quelli che non ne hanno mai sentito parlare http://www.youtube.com/watch?v=9aRY1W_CYOY è una trasmissione argentina sul canale privato FOX) per fare questo non c’è bisogno di trasmettere le partite in chiaro e non bisogna nemmeno avere i diritti del torneo, bastano le due settimane degli slam, una cosa facilmente programmabile e che non costerebbe nemmeno tanto, penso che la FIT con uno sponsor potrebbe facilmente coprirne i costi e sarebbe una spesa sensata

    il nuoto e lo sci non sono paragonabili al tennis dal mio punto di vista perchè chi va a sciare non va a fare una gara e nemmeno chi va in piscina o al mare ci va per gareggiare, sono sport che hanno più un aspetto turistico ricreativo che agonistico e poi non hanno la caratteristica di un gioco

    se invece si va a vedere quanti sono quelli che fanno competizioni anche se solo per divertimento o solo tra amici si vedrà che sono molto meno di quelli che lo fanno a tennis, ma per forza di cose

    il golf lo tralascerei altrimenti possiamo anche metterci lo snooker e le boccie e le macchinine telecomandate

    per fare un confronto tra tennis, basket, pallavolo, pallamano, pallanuoto etc. bisognerebbe avere dei dati più precisi

    ci vorrebbe il numero di iscritti nei circoli di tennis (non dei tesserati FIT) che dovrebbe grossomodo corrispondere al numero di praticanti in italia (e il guaio sta proprio qui) e raffrontarlo al numero degli agonisti tesserati con le federazioni degli altri sport.

    la differenza sta qui, che per praticare il tennis seriamente non bisogna essere tesserati mentre per gli altri sport essendo sport a squadre si, purtroppo il sistema circoli frena questo vantaggio del tennis forzando il tennis in strutture simili a quelle di sport a squadre

    mi sembra che tu lo abbia capito che scrivo tutto questo senza cattiveria nei tuoi confronti ma ripeto esplicitamente che scrivo in amicizia, giusto per mettere le cose in chiaro anche per altri lettori

  22. Avec Double Cordage scrive:

    leggo solamente ora il post di Marcelus inviato 15 Febbraio 2008 alle 13:02

    “…E voi volete cambiere le regole? cambiate le teste di chi governa il tennis italiano, perchè a meno che il figlio di un avvocato di grido o di un custode di circolo non nasca con mezzi tecnici naturali strepitosi e un odio congenito per il calcio, noi non vinceremo uno slam per altri cinquant’anni…”

    lol sopratutto per l’odio congenito per il calcio… queste sono parole sante come il resto del post però forse ci è andata di fondo schiena con Miccini e Quinzi …speriamo bene

  23. Avec Double Cordage scrive:

    aggiungo un altra cosa per stuzzicare Nikolik, andare in palestra per palestrarsi secondo me non è uno sport, significa solo prepararsi per farne uno… ma poi se non segue nulla è come preparare una gran cena con tanto di lume di candela e preliminari magistrali e chiamare il taxi appena la camicetta si sbottona ;) lasciamoli perdere quelli che riemiono le palestre che al 90% o quasi sono degli esibizionisiti telecomandati

  24. Nikolik scrive:

    Non ti preoccupare, Avec, anche io scrivo sempre senza cattiveria e per confrontarmi.
    Devo correggerti: non è vero, come sostieni tu, che per praticare il tennis seriamente non bisogna essere tesserati, al contrario, se non sei tesserato FIT non puoi giocare nessun torneo, nemmeno quelli amatoriali, per intendersi.
    Per il resto, mi chiedi di fare il raffronto con il numero degli agonisti tesserati con le federazioni degli altri sport. Raffronto che si può fare facilmente, perché ci sono i dati sul sito internet del CONI.
    I dati del Coni sono quelli riferiti al 2005 e, quindi, dobbiamo utilizzare questi, per tutte le federazioni.
    Naturalmente, ho tenuto conto solo del numero dei tesserati che effettivamente giocano, non certo dei maestri, allenatori, dirigenti, arbitri, ufficiali di gara, ecc., di ogni federazione, naturalmente non solo dei professionisti agonisti ma anche dei dilettanti, ovviamente, cioè di tutti coloro che sono tesserati da atleti, da giocatori, insomma, non altro. Insomma, ho tenuto conto di quelli che gareggiano, magari a livello bassissimo, ma gareggiano. Naturalmente, per il tennis, sono esclusi tutti i tesserati-soci dei circoli. Mio padre è tesserato-socio, ha 76 anni.
    Ecco la classifica:

    1) Calcio 1.089.122
    2) Pallavolo 294.446
    3) Pallacanestro 278.362
    4) Motociclismo 141.015
    5) Atletica Leggera (FIDAL) 136.812
    6) Sport Invernali 114.266
    7) Sport Equestri (ippica esclusa, che è tutt’altra cosa) 104.567
    8 ) Arti Marziali 95.312
    9) Vela 83.433
    10) Golf 80.617
    11) Ginnastica 79.311
    12) Tennis 76.095
    13) Nuoto 74.738
    14) Ciclismo 57.552.

    A dire la verità, anche la Pesca Sportiva supererebbe il tennis, ma ho preferito escluderla.
    Questa classifica, basata su criteri e dati oggettivi, spero che renderà finalmente l’dea di che spazio occupa il tennis nella società sportiva italiana.
    Ora vi sarà chiaro come mai il tennis non va in televisione e come mai il tennis viene relegato nelle notizie in breve sui giornali.
    La classifica riporta i tesserati che giocano ma, proporzionalmente, rispecchia sicuramente anche quella dei praticanti che giocano senza essere tesserati.
    Anzi: vi sono sport, come il nuoto o il ciclismo, che senza dubbio hanno più praticanti non tesserati del tennis (basti vedere in quanti la domenica si mettono la maglia rosa finta e corrono con la bicicletta da corsa e sicuramente non sono tesserati, perché non fanno gare).
    Ma, attenzione: nei 76.095 tesserati del tennis del 2005, che giocano, vi sono proprio compresi tutti, cioè anche i veterani (cioè quelli che fanno i tornei seniores, per intenderci), gli under 18, 16 e 14 che fanno tornei solo amatoriali, tutti i quarta categoria (che sono tantissimi, tra i quali moltissimi over 30: ad esempio, la ex campionessa, ormai ritirata, Laura Lapi, ho visto che è ancora classificata quarta categoria, come la mia amica Elisa, che ha 35 anni e fa l’avvocato), addirittura tutti i non classificati.
    Ma avverto che, oltretutto, questi sono i numeri del 2005: negli anni precedenti i tesserati erano ancora meno.
    Per tornare, quindi, all’oggetto di questo articolo di Michele Fimiani, io trovo veramente incredibile che i giornalisti critichino una federazione per i risultati sportivi professionistici, quando i numeri, spaventosi, sono questi.
    Ma, soprattutto, trovo incredibile che si critichi questa federazione, che ha trovato questi numeri, questa situazione, chiaramente creatasi negli anni ‘80 e ‘90, perché un simile dissesto non si fa in un anno solo.
    La federazione andrebbe stimolata a criticata su questi numeri, sui suoi progetti per aumentarli.
    Trovo veramente stridente chi grida contro la federazione se i nostri atleti perdono nei primi due turni: se la situazione è questa, occorreranno come minimo una decina di anni di lavoro per raddrizzarla.
    Francamente, non vedo come, una persona eletta nel 2001, avrebbe potuto creare di più: mi sembra già un miracolo avere così tanti top-100 fra uomini e donne.
    Bisogna lavorare ora per vedere i frutti tra molti anni, vista la situazione tragica di partenza.
    Ma non c’è nulla da fare: siccome voi (noi) siete degli appassionati, pensate che tutti siano appassio0nati di tennis.
    Invece il tennis non conta proprio nulla in Italia.

  25. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Certo che non conta nulla, Nikolik, ma è il tuo rapporto causa effetto che non comprendo, o non condivido.
    Anche l’Italia (nel senso di televisione o di FIT) conta poco, nel mondo che regola il tennis.
    E nulla si risolve cambiando le regole del tennis.
    Vorrei cambiare le regole di Mezzogiorno in Famiglia, ma mi dicono che non è possibile……

  26. Avec Double Cordage scrive:

    Nikolik non hai afferrato quello che intendevo, normalmente dico che non mi sono spiegato bene, ma in questo caso non riesco a spiegarmi molto meglio, ma ci proverò comunque con il rischio di risultare palloso ;)

    +++++++++++
    avevo scritto:

    “…ci vorrebbe il numero di iscritti nei circoli di tennis (non dei tesserati FIT) che dovrebbe grossomodo corrispondere al numero di praticanti in italia (e il guaio sta proprio qui) e raffrontarlo al numero degli agonisti tesserati con le federazioni degli altri sport.

    la differenza sta qui, che per praticare il tennis seriamente non bisogna essere tesserati mentre per gli altri sport essendo sport a squadre si, purtroppo il sistema circoli frena questo vantaggio del tennis forzando il tennis in strutture simili a quelle di sport a squadre…”
    +++++++++++

    con “praticare il tennis seriamente” non intendevo a livello di tornei ma solo di match, anche tra settantenni pensionati sempre un match è, mentre questo negli altri sport basati su match o partite non accade, tipo calcio, pallavolo, basket (per via del numero di persone necessario in ciascuna squadra) e questo dal mio punto di vista è un grande vantaggio che il tennis ha rispetto ad altri sport

    a giudicare dai numeri riportati da te io stimerei che il tennis in italia dovrebbe attualmente avere come minimo intorno ai 300.000 praticanti (attenzione praticanti e non agonisti ma sempre lo stesso tennis praticano, mentre per altri sport questo non si può dire)

    quindi come praticanti il tennis sarebbe intorno al secondo posto in italia pur risultando intorno all’ultimo posto come interesse mediatico, posso sbagliarmi ma non credo di molto, per controllare comunque basterebbe conoscere il numero totale di iscritti ai circoli (e non solo i tesserati FIT) e aggiungerci quei pochi come me che praticano il tennis pur non essendo iscritti a nessun circolo

    come detto basket, pallavolo e calcio hanno dei limiti in questo senso

    mi sorprende il dato del motociclismo e ho il dubbio che ci sia qualcosa di strano li, le categorie sport invernali e arti marziali vanno suddivise.

    invernali in sci alpino, snowboard e sci nordico e probabilmente anche pattinaggio … curling non so, arti marziali invece vanno suddivise minimo in karate e judo altrimenti mettiamo insieme calcio e calcetto e anche tennis, badmington, ping pong e rachettoni…tutto sommato mi sembra una classifica più federale che sportiva quella riportata da te

    potresti fornirmi il link della fonte per dare un sbirciata?

    ad ogni modo quello che voglio dire è che quello che conta per un movimento di base è il numero di praticanti e non il numero di agonisti, e qui tra gli sport basati su un MATCH (almeno tra quelli veri e quelli che hanno anche una versione professionistica seria) il tennis ha indubbiamente un vantaggio dato che ci vogliono solo due persone per praticarlo e che non ha limiti di età

    ed avrebbe ache un elevato potenziale di crescita mentre calcio(ma confesso che non fa testo nel paese del pallone), pallavolo e basket non hanno più molti margini di crescita

  27. Nikolik scrive:

    Solo per dirti, Marcelus, che non è vero che l’Italia conta poco, nel mondo che regola il tennis.
    Al contrario, conta immensamente.
    Basti dire che il Presidente dell’ITF, che altro non è che la Federazione Mondiale di Tennis, è un italiano.

  28. Avec Double Cordage scrive:

    su questo del rilievo federale internazionale hai ragione Nikolik, almeno è servito a salvare il torneo di roma …almeno fino ad ora anche se certe volte mi pare che ci è mancato poco che partisse anche quello ma la fortuna ha la sua importanza, speriamo che rimanga in piedi fino all’arrivo dei due ragazzi che stanno in florida

  29. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Ma davvero? ma allora la situazione è molto più grave di quello che pensassi……Comunque ribadisco la non condivisione della tua impostazione del problema e dei tuoi rimedi (che non sono rimedi).
    I rimedi, forse, sono invece rappresentati da Miccini, che infatti (come Nishikori) è andato in Florida, abbandonando una “scuola” tecnica italiana che non è (come per la scherma, lo slittino, lo sci alpino, il motociclismo e ohime il calcio) tra le migliori del mondo.
    Altro che cambi di campo e TV in chiaro. Perchè, il calcio lo vedono sulle TV in chiaro?

Scrivi un commento