di Enzo Bucchioni
UNA VOLTA gli allenatori avrebbero pagato per andare alla Juve, oggi si dimettono. Sarà dura rimettere in piedi la Signora che ha perso fascino, giocatori e dirigenti. E sul conto in banca non ci sono poi così tanti soldi da spendere. Cobolli & Gigli sono sicuramente una ditta seria, ma farsi fregare da Deschamps non è il massimo della vita. Che l’allenatore tascabile avesse voglia di mollare baracca e burattini lo avrebbero capito anche modesti dirigenti di C2: i segnali erano tanti, ripetuti e precisi. Così, il francese conferma di non essere un aziendalista. Fatica a capire che questa Juve appena nata non ha i mezzi per un grande mercato, nè la forza per trattenere tutti i suoi campioni. Ci vorrà del tempo per tornare al livello di Milan e Inter. Ma, evidentemente, le ambizioni personali vanno oltre i bilanci bianconeri.
TUTTO SOMMATO Deschamps non aveva fatto male in B, ma avere in panchina un allenatore poco convinto sarebbe stato un guaio. Dunque, meglio così. In casi del genere servono soltanto persone umili e motivate, pronte a rimettersi in gioco, capaci di far rendere tutti al massimo, con in testa un Grande Obiettivo condiviso: riportare in alto la Juve. Per questo Blanc fa bene a puntare su chi ha fatto la storia della Juve e conserva con la Signora un rapporto di pelle e di cuore. Lippi è il massimo. Nell’ambiente conosce tutto e tutti. Ha esperienza internazionale, capacità tecniche, ma anche manageriali. Non sarà facile convincerlo a tornare nella mischia, ma è logico provarci. Antonio Conte sembra il giovane ex più promettente. Conserva in panchina la carica che aveva in campo, sta facendo benissimo: non sembra una scommessa. Lippi come Ferguson, Conte come scommessa: finalmente una bella pensata.