Sara Errani, sangue romagnolo.
Ecco come gioca il volto nuovo
del nostro tennis in rosa.

 
19 Maggio 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Grinta italiana, tecnica spagnola. Ecco come l’azzurra sfida alla pari le giganti del circuito femminile nonostante un fisico minuto e un servizio ballerino.

Australian Open, 2008, primo turno del singolare femminile. Su uno dei campi secondari del magnifico impianto di Melbourne Park, va in scena l’ennesima riedizione di un confronto antico, di quelli che stuzzicano l’immaginazione: il duello fra Davide e Golia. Nei panni del gigante, una sorridente ragazzona americana, dal viso rubicondo e dai colpi pesantissimi. Di fronte a lei, uno scricciolo biondo che supera di poco il metro e sessanta. L’americana incede sul campo con studiata lentezza, maestosa, e appena può scaglia dei missili assassini, perfettamente piatti, che perforano l’aria e cercano le righe. L’altra è ringhiosa, tarantolata, non sta ferma un momento, recupera l’impossibile. Il primo set, nonostante la grinta della biondina, non ha storia, 62 per gli Stati Uniti. Ma Davide non si scoraggia. Continua a correre, a lottare, e piano piano la partita cambia. Nonostante i chili e i centimetri di vantaggio, l’americana non riesce più a sfondare. La ragazzina bionda tiene gli scambi con cocciuta determinazione, adopera il rovescio con grande sapienza, cerca di spostare l’americana, la costringe a tirare sempre un colpo in più, fino a farla sbagliare. La piccolina vince il secondo set e si porta avanti nel terzo, azzarda anche alcune sortite offensive, con accelerazioni improvvise, alternate ad alcune millimetriche palle corte. Il match diventa appassionante, è una lotta punto a punto. La biondina si porta avanti 4 a 2 nel set decisivo, prima di imballarsi proprio in vista del traguardo. Stavolta è Davide a soccombere e Golia, ovvero Lindsay Davenport, la mamma più forte del circuito femminile, vince 75 al terzo.
Il Davide della nostra storia risponde invece al nome di Sara Errani da Massa Lombarda, una fiera e testarda romagnola, classe 1987, coetanea dell’altra speranza azzurra Karin Knapp, ma diversissima dall’altoatesina per caratteristiche fisiche e tipologia di gioco.
Sara proviene da una famiglia di sportivi, e viene indirizzata al tennis dalla passione del papà, commerciante all’ingrosso, che alla tenera età di 12 anni la spedisce sola soletta a Bradenton, a coltivare il suo sogno nella leggendaria Academy di Nick Bollettieri. Sara è una tosta: “piangevo tutti i giorni, non conoscevo nessuno, non sapevo l’inglese, non sapevo dove andare, ma non potevo mollare” e le scelte difficili non la spaventano. A poco più di 16 anni, decide di trasferirsi armi e bagagli in Spagna, a Valencia, dove viene seguita da Pablo Lozano e David Andres, nella stessa struttura dove si allena il top ten David Ferrer, un altro campione di grinta e abnegzione.
Sara si allena con grande intensità, e ha idee molto chiare. Trascura quasi del tutto l’attività juniores, e inizia prestissimo a farsi le ossa nei tornei professionistici, nell’inferno del circuito minore. La scalata è lenta, ma costante. La nostra vince il suo primo torneo Itf a 18 anni (a Melilla, in Spagna), e l’anno successivo è già fra le prime 200 del mondo, grazie soprattutto agli exploit nei Wta di Bogotà e di Budapest, dove partendo dalle qualificazioni raggiunge rispettivamente il secondo turno e i quarti di finale. Con in mezzo una qualificazione centrata anche al Foro Italico, dove si fa conoscere dal grande pubblico in un match passerella contro Martina Hingis. L’anno successivo è quello della consacrazione. Sara gioca un gran torneo ad Acapulco, dove supera nei quarti l’altra azzurra Garbin in un derby memorabile, centra una seconda semifinale a Palermo, per poi iniziare a fare risultati anche sul cemento: con il primo turno superato all’US Open, arriva il sospirato ingresso fra le prime 100 giocatrici del mondo. Sara finisce l’anno in bellezza, con una terza semifinale, raggiunta stavolta sul cemento di Bali, dopo aver superato in una partita lottatissima contro la tenace spagnola Anabel Medina Garrigues. Il resto, con il memorabile match all’Australian Open, e il terzo turno raggiunto al Foro Italico, dominando la n. 15 del mondo Szavay prima di cedere, non senza lottare, a Serena Williams, è storia di ieri.
Vediamo ora che tipo di giocatrice è Sara. Dotata di una notevolissima reattività e di una impressionante rapidità di piedi, la dote principale della Errani è la capacità di coprire il campo. Molto coordinata nell’esecuzione dei colpi in corsa, in particolare dalla parte del rovescio, Sara è davvero fortissima in fase difensiva, situazione di gioco nella quale produce recuperi eccezionali e passanti in corsa di notevole livello. Il più vistoso punto debole della nostra è il servizio: non aiutata dalla statura, Sara paga anche una certa rigidità dell’articolazione della spalla, che ha portato i tecnici spagnoli ad impostarle un gesto particolare, semplificato, con la racchetta che sale subito all’altezza della testa, per rendere più semplice la coordinazione e la fase di spinta. Qualche miglioramento c’è stato, ma i turni di servizio per Sara restano per ora piuttosto problematici. Il diritto è un colpo visibilmente costruito, con un’impugnatura esasperata e un’apertura ampia, che però Sara ha imparato a controllare molto bene anche sulle superfici veloci. Ne esce una palla complessa, molto carica di top spin ma anche piuttosto rapida. Il colpo migliore dell‘azzurra è però il rovescio bimane, che Sara gioca praticamente piatto e controlla benissimo su ogni tipo di traiettoria. Con esso la romagnola sa trovare anche ottimi cambi di ritmo, angolazioni strette e precise palle corte, che esegue staccando la mano sinistra con molta eleganza. Sara per il suo tipo di gioco si viene a trovare raramente nei pressi della rete, dove però all’occorrenza se la cava con disinvoltura, grazie a discrete doti di tocco. Anche lo smash è insospettabilmente sicuro. Tuttavia, la qualità migliore dell’azzurra è la grande grinta, unita ad una notevole lucidità mentale, che le consente di esprimere un tennis di grande regolarità e solidità, con il quale riesce ad imbrigliare giocatrici molto più dotate sul piano tecnico e atletico.
Fino a qualche tempo fa, nell’ambiente sulla Errani prevaleva un certo scetticismo: il suo fisico minuto sembrava precluderle l’accesso al circuito maggiore, sempre più dominato dalla “Big Babe Brigade”, con tutte potenti ragazzone sul metro e ottanta. Ora la fiducia su Sara inizia a crescere, ma la ragazza pare avere ancora molti margini di miglioramento. In primis la costruzione di un servizio affidabile, che le consentirebbe di fare un autentico salto di qualità e le allungherebbe la carriera, rendendo il suo tennis meno dispendioso. E poi l’adozione di uno stile di gioco più offensivo. Sara ha molto potenziato il suo fisico: se riuscisse a guadagnare un po’ di anticipo dalla parte del diritto, magari accorciando un po’ il gesto, riuscirebbe con maggiore facilità prendere l’iniziativa del gioco.
Ma l’azzurra ha solo 21 anni, e una smisurata voglia di emergere. La aspettiamo su palcoscenici sempre più importanti.

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5 Commenti a “Sara Errani, sangue romagnolo.
Ecco come gioca il volto nuovo
del nostro tennis in rosa.”

  1. Roberto Commentucci scrive:

    Volevo annunciare che abbiamo creato nel blog una nuova categoria, “Profili dei tennisti italiani”, (le categorie sono elencate nella colonna di destra della home page) all’interno della quale (basta cliccarci sopra) potrete trovare tutti i profili tecnici dei giocatori azzurri fin qui apparsi sul blog.
    Oltre a questo articolo su Sara Errani, per ora l’ultimo della serie, potete leggere gli articoli precedenti, dedicati a:
    Karin Knapp (pubblicato il 28.3.2008);
    Flavia Pennetta (13.3.2008);
    Francesca Schiavone (26.2.2008);
    Fabio Fognini (29.1.2008);
    Simone Bolelli (16.1.2008);
    Andreas Seppi (7.1.2008, corredato da un gustoso “controcanto” di Andrea Scanzi);
    Filippo Volandri (2.1.2008);
    Potito Starace (24.12.2007).
    Buona lettura.

  2. anto scrive:

    E bravo Roberto. A quando il profilo di Cipolla?

  3. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Anto, i profili sono dedicati ai top 100 del tennis italiano, uomini e donne. Quando entrerà nei primi 100, scriverò anche il profilo di Flavio. Spero di poterlo fare molto presto.

  4. marcos scrive:

    bisogna che m’impegni a rivedere saretta, nelle prossime settimane.
    non ho avuto l’impressione che potesse puntare a sensibili miglioramenti in classifica, vedendola giocare a roma, contro peng. certo, i risultati le danno ampiamente ragione: ha un carattere perfetto, per giocare a tennis.

    vedendola giocare, m’è tornato in mente furlan: mi auguro che la sua carriera possa seguire la stessa (o migliore!) parabola di quella di renzo.

  5. yasu scrive:

    sicuramente la romagnola ha il talento da giocare e lo spirito da
    lottare

    io vedevo il suo gioco a prerov dove fu il torneo di 75.000 all’anno scorso
    parte est nella rep ceca

    dopo aver perso il primo set poi ha perso due volte i suoi giochi del
    suo servizio
    tanti pubblici pensavano che avrebbe vinto la ondraskova

    anche il suo allenatore iniziava chiamare in spagna per il programma
    della settimana prossima

    anzi sara non pensava mai di perdere la partita e poi cambiava
    il suo stile di giocare per il ricupero

    il cuoro fu sicuramente caldo per la vittoria invece la sua testa fu
    freddo ri-costruire la partita e ebbe deciso di creare altre stile del gioco

    cioe’ quando il suo gioco non va e ferma alla strada del senso unico
    lei poteva cambiare il suo gioco con la grandissima determinazione
    per la vittoria

    questo tutti protagonista di tennis hanno
    quando ha giocato al torneo di challenger
    lei ha gia tenuto questa mentalita’
    e mi faceva sentire l’esperienza per il futuro vicino

    poi sentivo la sua simatia perche’ io sono romagnolo giapponese a cui
    piace mangiare piadina e bere lambrusco
    il suo dialetto piu’ facile capirmi

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