Lo strano caso di Robi Marcora. Possibile che nessuno l’abbia notato?

 
1 Ottobre 2009 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Virtual Tour:  ecco le otto partite del lunedì

Eppure l’avevo segnalato a Renzo Furlan, ma di chiamarlo a Tirrenia non ci hanno mai pensato. E forse è stato meglio così. Così i vari Della Tommasina, Bortolotti e soci, perdono in qualificazione e lui, come già a Piombino, è nei quarti in Sardegna.
Una rondine non fa primavera. Così come una vittoria (7-6, 6-3 senza mai perdere il servizio) sul n.1 italiano junior Federico Gaio (ben più giovane) al torneo di Quartu S.Elena (Futures ITF, 10.000 dollari di montepremi, superficie Greenset) non significa superiorità sicura, soprattutto fra i giovanissimi.


Magari Roberto Marcora, figlio di Giuseppe, imprenditore bustocco che è stato campione mondiale veterani over 55, poteva pure perdere dal finalista dell’ultimo Bonfiglio, da colui che insieme a Gianessi, è seguito costantemente dalla federtennis che gli ha messo dietro un giovane e bravo coach come Nicola Ceragioli.
Roberto ha fatto studi regolari e d’un certo impegno, diplomandosi in pari al liceo scientifico. Si è iscritto al prim’anno di Università (giurisprudenza) e giocando un paio d’ore al giorno nell’unico campo del jolly di Novate Milanese con tal Vismara, 2,4 e tal Dotti, 2,5 _ entrambi over40 _ , più tal Arnone, 3,4 e over 30, sotto gli occhi di un maestro di sicuro valore ed esperienza, Aldo Mei, e tuttavia non più giovanissmo: ha 70 anni!. Robi è arrivato giocando avanzatempo a conquistarsi una decina di punti ATP , una classifica intorno al 900mo posto. E anche a giocare alla pari a Piombino con un giocatore di buon talento come Dell’Acqua (dal quale ha perso solo al terzo set dopo aver vinto il primo), a giocare le semifinali di Sarzana cedendo a Bramanti dopo aver battuto Grassi (questi a Piombino…chi aveva battuto a Sarzana non ricordo…), a perdere soltanto 7-6,7-5 a Palazzolo con l’esperto Francesco Piccari, n.17 delle classifiche italiane e 521 Atp contro il quale oggi in Sardegna tenterà la rivincita. A battere martedì Gaio che (aveva superato il n.317 Atp Vilar, testa di serie n.1) e che molti accreditano quale miglior speranza italiana, una volta fermatosi quel Matteo Trevisan che a me piaceva di più, ma la cui testa va ancora messa a punto…avesse quella della sorella che invece sconta la modesta altezza!).
Insomma qualche buona qualità questo Marcora ce la deve avere, al di là di un servizio esplosivo che dall’alto dei suoi 194 centimetri spara cannonballs oltre i 200 km orari e di un dritto non meno potente. Il giorno che riesce a coniugare meglio il passaggio dal servizio alla volee, può far davvero paura. Ha braccia lunghissime, un’apertura alare che renderebbe il passing-shot problematico per tutti.
Io ho visto giocare questo ragazzone ben educato e sempre sorridente già l’anno scorso a Forte dei Marmi, al Tennis Club Italia di Sergio Marrai durante il torneo open d’ogni estate e, visto che da quelle parti si era fatto vivo Renzo Furlan _ che seguiva con indubbio interesse la piccola Martina Trevisan _ mi permisi di dirgli che a mio avviso quel Marcora aveva un potenziale di cui pochi altri giovani italiani parevano disporre. E, mentre glielo dicevo pensavo al tennis moderno, a certi brevilinei determinatissimi ma sui quali la Fit si ostinava a investire buttando _ almeno secondo me _ via i soldi.
I miei suggerimenti caddero nel vuoto. Da allora Marcora, allenandosi come si allena _ cioè poco e davvero non come dovrebbe farlo un professionista in fieri (e questo perché nessuno, salvo il padre e pochi altri, lo ha mai aiutato organizzativamente e spronato a farlo) _ ha fatto progressi perfino esagerati. Soprattutto se si considera che ha a tutt’oggi una condizione atletica curata approssimativamente, nonostante l’impegno bisettimanale del preparatore della Pro Patria calcio, Maurizio Fanchini. “E’ come se avesse fin qui partecipato a diverse maratone, e ottenendo piazzamenti più che dignitosi, correndo su ciabatte di plastica” ha spiritosamente ed acutamente tratteggiato la situazione la mamma di Roberto, Vittoria.
La settimana scorsa Roberto è stato a Sanremo per un paio di giorni, visionato dal grande Bob Brett, l’australiano che allena Marin Cilic e che ha messo su lì una sua tennis-clinic. Brett aveva lanciato il Team Rossignol all’inizio degli Anni Ottanta (ne faceva parte il primo Wilander mi pare), ma poi anche Andres Gomez e una serie di buoni giocatori. Poi diventò, su suggerimento di Ion Tiriac, l’allenatore di Boris Becker quando il tedesco mollò Gunther Bosch e più tardi di Goran Ivanisevic, prima di associarsi alla Tennis Academy di Patrick Mouratouglou a Parigi, da dove sono “emersi” fra gli altri Mario Ancic e Marcos Baghdatis.
Ebbene Brett _ cui Marcora era stato segnalato da un suo head coach, Fabio…(scusate, il cognome non lo ricordo) _ si è voluto prendere per qualche giorno cura diretta di Roberto. E, a differenza di Furlan, l’ha trovato interessante, decisamente interessante.
“Mi ricorda Marin Cilic quando è venuto per la prima volta da me, due anni e mezzo fa. E’ ancora un tennista acerbo, ma ha buona reattività, un bel timing sulla palla, grande potenza, colpi estremamente naturali, ottimi soprattutto quelli di inizio gioco…E’ sorprendente dove sia arrivato senza essere assistito da una seria condizione atletica _ ha detto dopo averlo allenato per due giorni per 5 ore, e Roberto che non aveva mai giocato più di dure ore era…morto! “Ho dolori dappertutto…” _ e anche se non si può mai dire, credo che se Robi prendesse la decisione di dedicarsi totalmente al tennis per un annetto, potrebbe fare progressi enormi. Dopo di che potrebbe scegliere se continuare sul serio o meno. Altrimenti può arrivare fra i primi 200 del mondo anche così, ma a mio avviso potrebbe aspirare a ben altri risultati ( e se lo pensa Brett…). Oggi come oggi è ancora debole nella fase difensiva, tende a tirare forte anche quando non è ben piazzato dietro alla palla ma ne è distante…, ma ha una buona mano, un indubbio talento, insomma se fa i dovuti progressi nella mobilità e nella tenuta, così da reggere scambi sostenuti di 20 palleggi… Anche Cilic, alto un m. e 98, inizialmente si muoveva male, eppure oggi è uno dei primi tennisti del mondo”.
Ora, per carità _ dico io _ guai a farsi chissà quali illusioni Anche perché Roberto, 20 anni, non ha ancora deciso fino in fondo che cosa farà da grande. E forse teme di dover decidere,di dover lasciare Busto Arsizio e l’Università a Milano, mentre Cilic _ come mi ha detto il capitano di Davis croato Goran Prpic _ “già a 15 aveva la testa, la maturità, la determinazione d’un ventenne”.
Però quel che io voglio dire è un’altra cosa, senza con questo voler apparire il solito criticone nei confronti della federtennis e del suo staff tecnico (anche perché se lo facessi risulterebbe subito controproducente, qualcuno finirebbe per fargli tifo contro): ma possibile mai che una federtennis i cui tecnici lamentano sempre la scarsezza di materiale tecnico ed atletico di base, non abbia mai preso in considerazione un gigante d’un metro e 94 e dalla potenza indubbia, pur essendo Roberto un 2,3 con già i risultati da 2,1? E che nessuno l’abbia mai convocato neppure per un provino, né gli abbia mai dato una wild-card nemmeno per sbaglio?
Non per viziarlo, sia chiaro. Ho sempre sostenuto che l’ingresso nei tabelloni bisogna meritarselo a suon di risultati. E non cambio idea per questo mio pallino. Però è anche vero che i giocatori che studiano hanno bisogno più di altri di una wild card ogni tanto, soprattutto per ottimizzare anche i tempi scolastici. E anche se il papà non ha veri assilli economici, anche un’assistenza quantomeno organizzativa, non avrebbe aiutato? L’aver studiato seriamente, anziché aver abbandonato i banchi di scuola a 14 annio frequentato scuole-burletta, a questo punto è un plus. Proprio Brett al riguardo ha commentato: “Fra un giocatore che studia e uno che abbandona, preferisco quasi sempre il primo…perchè se ha davvero voglia di imparare nella vita, e riesce a disciplinarsi anche per fare attività sportiva, l’avrà anche nel tennis”
Finalmente, prima del torneo di Quartu S.Elena, il lombardo Mariani ha dato una wild card a Marcora _ ma la richiesta era partita da papà Marcora, che finora non aveva mai osato chiederne una…sennò non sarebbe arrivata nemmeno quella _ e Roberto ha ripagato la sua fiducia battendo uno dopo l’altro altre due wildcard FIT, Civarolo e appunto Gaio.
Io non capirò molto di tennis, pur dopo averne visto tanto, ma certi colpi che ho visto fare a Marcora _ anche di rovescio, un colpo che fino agli 11 faceva a due mani e ora invece è ad una mano sola _ mi hanno davvero impressionato. E chi l’ha visto giocare a Sarzana come a Piombino mi dice di pensarla come me. Ciò anche se oggi probbailmente perderà con Piccari, assai più smaliziato di lui.
Insomma, fermo restando che per Roberto è assolutamente necessario fare un salto di qualità nella preparazione tecnico-atletica-agonistica, con la pochezza di ragazzi di qualità che abbiamo…continuare a trascurare uno così, secondo me è…un delitto federale. Magari sbaglio io.

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36 Commenti a “Lo strano caso di Robi Marcora. Possibile che nessuno l’abbia notato?”

  1. pedrinho&luvanor scrive:

    Anche Arthur Ashe si fece conoscere a 20 anni . ha vinto tre slam…..
    Da piccolo era basso e scoordinato.

  2. andrew scrive:

    beh?…che c’è di strano? Casomai sarebbe strano il contrario…

    In questi tempi di RIBALTAMENTO-SLITTAMENTO SEMANTICO, solo chi è ancorato ai vecchi schemi può sorprendersi…

    Se il termine Circolo viene associato legalmente ad “Associazione Sportiva”, allora il termine Merda può tranquillamente essere associato a “Cioccolata”.

    Infatti, dal 2006, basandomi sul fatto che in Italia il termine “Tennis” veniva usato per definire l’attività proposta nei circoli della federazione…io continuo a proporre di introdurre il termine “Vaffantennis” per definire lo sport della racchetta…

  3. Roberto Commentucci scrive:

    Bell’articolo, Ubi.
    Provo ad aggiungere qualche altro elemento.
    Marcora è del 1989, quindi va confrontato con i tre ‘89 “federali” Fabbiano, Lopez e Trevisan, e con i ‘90, Giannessi, Papasidero, Della Tommasina.
    Gaio e Civarolo, da lui battuti, sono del 1992, e a questa età 3 anni sono tanti.

    Tuttavia, non c’è dubbio che i risultati del ragazzo sono davvero interessanti, specie alla luce della metodologia di allenamento da lui seguita (due ore al giorno di tennis, atletica 2 volte a settimana, davvero pochino per l’agonismo di alto livello).

    E anche sul piano fisico, il confronto con i vari Fabbiano, Lopez, Della Tommasina, Papasidero, su cui la FIT ha investito pesantemente in questi anni, è davvero improponibile.

    Il motivo delle scelte federali lo ha spiegato Furlan martedì al Talk Show su Supertennis: gli ho domandato perché i nostri giovani di Tirrenia, rispetto ai pari età stranieri (io ho fatto l’esempio dell’argentino Del Bonis) sono così inferiori sul piano delle doti atletiche.

    Renzo, con la consueta onestà intellettuale, ha risposto che loro, prendendo i ragazzi a 14 anni, (per poi seguirli fino a 18) e potendone prendere non più di 2-3 per ciascun anno, si concentrano su quelli che vincono di più a quell’età, che generalmente sono coloro che hanno più “tennis”. Il problema è che poi, spesso, capita che il n. 10 della sua classe a 14 anni, abbia raggiunto e superato gli altri a 18…

    Marcora, molto alto, a 14 anni era evidentemente ancora acerbo sul piano fisico: poco coordinato e troppo lento per spuntarla sul rapidissimo e intelligente coetaneo Fabbiano, ad esempio. E quindi in FIT, dovendo scegliere, si è deciso di puntare su chi vinceva i match.

    Come ho detto in trasmissione, ne consegue che bisogna cambiare approccio. Non potendosi prevedere con certezza come evolverà lo sviluppo fisico dei ragazzini di 14 anni, bisogna investire non solo sui primi 2 o 3, ma sui primi 10-15 di ciascuna classe (come del resto fanno in Francia, ad esempio) in modo da allargare la platea dei potenziali agonisti.

    Con il senno di poi, si vede ad occhio nudo che un Marcora ha molte più possibilità di diventare un giocatore (nonostante il molto tempo perso) rispetto ad un Della Tommasina (buon talento, ma piccolino, leggero e fragilisssimo mentalmente) o ad un Papasidero (molto solido di testa, ma privo di potenza ad alto livello), su cui la FIT ha molto investito in questi anni.

    Speriamo di poter imparare dai nostri errori.

  4. SpiritInTheNight scrive:

    Forse dietro c’è anche un qualche problema “culturale”… Nel senso che la federazione ha una certa tendenza a investire su brevilinei arrotini che corrono come dannati, provando al contempo poco interesse per i giocatori alti e potenti che invece stanno guadagnando sempre più spazio nel tennis mondiale. Mentre invece, dal momento che noi nanetti corridori (o anche con gli alti corridori falliti, vedi Seppi) non siamo andati molto lontano, forse non guasterebbe dedicare più spazio all’ altra opzione.

  5. enzo cherici scrive:

    domanda: ma lo scopo della FIT èn quello di far vincere i nostri giovani nei torneucci dai 14 ai 18 anni o di cercare di costruire ed avviare dei giocavi alla carriera professionistica?
    alla luce dei fatti mi sembra che la risposta sia inequivocabilmente la numero uno. ed è ovviamente quella sbagliata.

  6. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Leggo commentucci e condivido molte sue opinioni. Io…che non ho il know how tecnico di Furlan, uso una piccola accortezza che mi deriva dal buon senso (anche se può essere una strategia fallace): se i genitori del ragazzo sono entrambi alti un metro e 50 (esagero…) e devo scegliere fra quello che pure ha una grande mano e uno che ha invece genitori alti un metro e 90, beh _ avendo un solo posto a disposizione _ opto per quest’ultimo, sempre che non mi sembri proprio negato, tecnicamente e mentalmente.
    Così facendo, ammetto, mi sarei perduto per strada un possibile Olivier Rochus, detto Pollicino per il suo metro e 68cm ma caso unico nel panoarame internazionale, ma non mi sarei perso Michael Stich, 1m e 91, che fino a 15 anni non giocava nemmeno a tennis ma a calcio e che fino a 21 anni non aveva vinto un tubo. Salvo vincere Wimbledon più tardi, nel ‘91, quando riusciì a disciplinare quel fisico da trampoliere magro…e soltanto sei mesi prima aveva beccato tre set a zero da Camporese in Coppa Davis a Dortmund

  7. Alessandro Nizegorodcew scrive:

    Ciao Ubaldo, ho visto giocare Marcora e devo dire che ha un buon talento anche a mio avviso. Speriamo che possa recuperare il tempo perduto, perché ha uno stile di gioco molto adatto, come dicevi, al tennis moderno

    ps credo che il Fabio di cui parli sia Fabio Lavazza

  8. pibla scrive:

    …e la morale è sempre la stessa, quanto siamo indietro in fatto di tennis in questo paese…

    Detto ciò, due cose sparse quà e là:

    - Lavazza credo sia il cognome del head coach di Brett ricordato da Ubaldo;

    - senza davvero alcun intento polemico ma solo per acquisire informazioni che non possiedo e magari essere rassicurato sul punto: da cosa deriva questa comune opinione degli addetti ai lavori sulla bravura come coach di Ceragioli, solo dal fatto che ha collaborato con Sartori o vi sono altri elementi??

    Lo chiedo perché invece quello che noto io è che nell’ultimo anno e mezzo ho visto il suo nome accostato ad alcuni dei nostri/e giovani tennisti/e e dopo poco il sodalizio era già finito, per cui mi chiedo se questa comune convinzione sulla sua bravura derivi da elementi specifici o da quale altro motivo.

  9. fabio scrive:

    Fabio…..Lavazza

  10. TCC'75 scrive:

    @Ubs: non sono così convinto dal tuo ragionamento. Perchè tu hai preso come esempi due giocatori molto diversi tra loro e (almeno per Stich) casi limite.
    Il criterio selettivo di reclutamento non è sempre stato quello che dici tu: si lavora con quel che si ha. Non sono sicuro che abbiano puntato su àFabbiano perchè è più basso di altri. Ma sarei felice di essere smentito.

    Io sono convinto invece della necessità di incentrare le energie e i soldi della fit su giocatori di 13-14 anni, che abbiano voglia di lavorare sui propri limiti, ottime doti atletiche e un minimo di preparazione tecnica. La grossa lacuna dei nostri è la mancanza di convinzione: le parole di Starace (uno che di talento ne ha da vendere) dopo il suo incontro con RF a Genova, sembravano più quelle di un giocatore di club che al torneo sociale gioca contro un 3.1, piuttosto che di un professionista che dovrebbe avere come unico obiettivo quello di battere chiunque.

  11. Avec Double Cordage scrive:

    ma siamo sicuri che il nostro cilicio sia sempre stato iscritto ad un circolo di buon nome? ;)

  12. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @tcc’75 certo che si lavora con quel che si ha, ma, nel caso specifico, se Marcora a 16 anni era il n.1 di lombardia - non una regione tennisticamente sottosviluppata direi _ insomma non dico che dovesse passare avanti a Fabbiano che magari lo batteva 6-1,6-1 pur essendo 20 cm più basso, però il dubbio me lo sarei posto.
    Ciò detto, attenzione, io non vorrei ingenerare un equivoco: non ho mai detto che Marcora è un fenomeno. O che diventerà un campione (anche perchè fino a che non si convince per primo lui di avere certe qualità e lavorare di conseguenza, è assai improbabile che possa sbocciare come tale. Dico solo che i criteri selettivi di reclutamento devono essere elastici e che le prospettive di sviluppo fisico _ con i topten che sono tutti dal metro e 85 in su _ vadano tenute in debito conto, anche se Rochus a ping pong era un fenomeno e da under 12 e 14 le suonava a tutti. poi io ho fatto l’esempio di Stich, ma _ potrei sbagliare e mi secca fare anche nomi altisonanti che possono portarci fuori strada….ma è solo per farmi capire, non perchè Marcora, che non vorrei davvero sovraccaricare di responsabilità che non si è mai sognato di avere _ ricordo bene quando Bud Collins all’US open junior insisteva perchè si andasse tutti a vedere il nuovo fenomeno americano, Michael Chang (1me 75 e certo un vero fenomeno) che giocava contro un connazionale che con lui perdeva sempre netto, tal Pete Sampras…Correva l’anno 1988. E nel 1989, a Parigi, in effetti Chang fece fare una figura meschina a Sampras, pochissimi games, prima di vincere il Roland Garros…Oltretutto Chang,classe ‘72, era un anno più giovane di Sampras il cui rovescio sembrava patetico. Ora, per carità, qui parliamo di Marcora e di Gaio che giocano ancora a Quartu S.Elena, non al torneo junior di Flushing Meadows (dove peraltro, pur subito sconfitto, Gaio c’era e potrà esserci anche l’anno prossimo con maggiori chances), ma volevo esprimere un concetto…che non vuole comunque essere assoluto. invito solo a fare attenzione, a chi sceglie per il centro tecnico nazionale FIT, perchè il criterio non può essere solo _ dico solo _ quello dei risultati. Quelli, come dice anche Commentucci _ che viene invitato a Supertennis da Baccini e Manzari, al contrario del sottoscritto (che peraltro non ci tiene, sia chiaro) purchè nel sottopancia non appaia la scritta Ubitennis cui non si vuol dare pubblicità! Pensate un po’ lo squallore! E’ chiaro che la Fit considera che lo spazio che quotidianamente, e credo meritoriamente, noi diamo al tennis non rappresenti promozione di questo sport in tempi in cui i giornali invece ne danno molto poco (salvo scatenarsi se la Pennetta si fa intervistare dalle Jene)! Come in quei regimi dove non c’è libertà di stampa, e tantomeno di critica, per la FIT meglio che nessuno scriva niente. L’estrema provincialità dei nostri dirigenti preferisce evidentemente che i maggiori quotidiani nazionali dedichino al tennis prevalentemente notizie flash di un paio di righe (anche nei primi 10 giorni degli Slam, quando negli altri Paesi meno calciofiliaci non accade), purchè non si intervenga mai _ e non solo _ anche in maniera critica nei confronti di certi loro provvedimenti. Chi legge questo sito abitualmente può constatare che lo spazio dedicato ai fatti nazionali, e soprattutto alle posizioni di politica federale, non occupa più del 5 per cento di quanto viene pubblicato giorno per giorno e se veniamo spesso attaccati dai filofederali così come dagli antifederali questo dimostra palesemente che non abbiamo posizioni preconcette _ ….e riprendo dato il lungo inciso che può essere apparso fuori tema _ i risultati dei giovanissimi dipendono spesso da quanto un ragazzino ha giocato rispetto ad un altro, non soltanto dal suo talento. Altrimenti per selezionare e reclutare i ragazzi non ci vuole un tecnico: basta un computer.

  13. pibla scrive:

    Condivido in pieno l’assunto di fondo dell’articolo di Ubaldo e la precisazione di Roberto ed infatti la frase dell’altra sera di Furlan, per cui i ragazzini vengono scelti in base ai risultati, non mi aveva convinto per niente, perché, come da tempo sostenuto anche nella rubrica di questo blog genitori e figli del mitico Stefano, è certo che in giovanissima età bisogna stare comunque nel gruppo dei migliori ma non necessariamente si deve già essere i migliori ed anzi, aggiungo io, quasi mai il migliore a 12-13 o 14 anni lo è anche a 22-23; quindi la bravura dei selezionatori dovrebbe essere, all’interno del gruppo dei migliori, quella di riuscire a ragionare in prospettiva e saper intuire chi col tempo avrà più possibilità di emergere ad alto livello ed in un ragionamento di questo tipo la componente fisico non può che essere fondamentale….

  14. TILDEN scrive:

    Non ho mai visto Marcora, ma se la speranza di un campione del tennis italiano é un ragazzo che a 20 anni é 2.3 e 900 del mondo….

  15. Andrea scrive:

    Il problema è quello che dice Commentucci, 2-3 son troppo pochi, io non sono un esperto però a quell’età (12-13 anni) le problematiche son veramente tante , lo sviluppo che magari può penalizzare un ragazzo che cresce molto a quell’età, svantaggiandolo magari rispetto a uno più piccolo ma molto più coordinato… Quello più grosso però è dire a un ragazzo (e ai suoi genitori che per quanto invadenti vorranno il meglio per il loro figlio) di quella età che magari vince tornei della sua categoria che non verrà scelto perchè quello di 10 cm più alto che ha appena battuto 6-1 6-2 può probabilmente avere un potenziale superiore, insomma non si valuteranno solo i risultati però capisco anche i problemi che si possono avere potendo scegliere cosi pochi ragazzi.

  16. Fernando scrive:

    Vorrei approfondire l’osservazione di Enzo Cherici.
    Sono stato un discreto under a livello regionale negli anni 90′ e conservo qualche ricordo di quello che era il movimento giovanile in Liguria.
    Ricordo che i ragazzini seguiti dal centro di Valletta Cambiaso (quasi tutti appartenenti ai tre circoli maggiori di genova) aderivano a un modello ben preciso: rovescio bimane, vocazione per il topspin esasperato, corsa e pressing da fondo campo sulle diagonali, servizio in kick, poco lungolinea, zero volee e backspin. Caratteristiche molto utili quando si gioca sull’errore contro avversari di 1 metro e 65 al massimo, costretti ad arrampicarsi sulle griglie di fondo campo o a rischiare l’anticipo. Molto meno redditizio tra gli adulti.
    Il buon Rochus (quasi mio coetaneo) visto al Park da under 14 esprimeva ai tempi un tennis molto simile a quello attuale, tanto per fare un raffronto, anche a parità di altezza.
    L’opinione che maturai all’epoca era che fosse molto più redditizio per i grandi circoli, in termini di prestigio, avere delle squadre under 14-16 vincenti con le quali arricchire il blasone, piuttosto che formare dei giocatori.
    Si prendono dei ragazzini già vincenti a livello under 10-12 e con buone disponibilità economiche e molte ore giocate rispetto agli altri (tutti aspetti stranamente convergenti), li si prepara fisicamente, insegnando loro un gioco a basso tasso di errore e ad alto rendimento nel breve periodo. Passati gli under, li si abbandona a se stessi, per giunta disarmati, dopo aver ignorato decine di altri ragazzi potenzialmente più interessanti.
    La lettura complottistica è una provocazione e per tale prendetela, ma spero che serva da spunto.

  17. Roberto Commentucci scrive:

    Come era prevedibile, Marcora è stato sconfitto nei quarti in Sardegna dal coriaceo ed esperto Francesco Piccari, con il punteggio di 64 76.

    Riporto, dal sito “Tennis Maschile” del bravo Marco Caldara, una breve intervista a Marcora:

    ‘Ho perso; mi dispiace perché nel secondo set sono stato avanti per 5-2, e sul 5-3 ho fallito ben quattro set-points. In ogni caso sono abbastanza soddisfatto; nel complesso ho giocato bene, a parte un game folle sul 4-4 del primo set nel quale dove ho commesso due doppi falli che mi sono costati break e set. Nel secondo invece ho avuto un po’ di sfortuna sul 5-3 40-15 e servizio; quando Piccari mi ha prima annullato bene la prima occasione, e poi approfittato di un nastro vincente sulla seconda. Gli altri due set-ball sono invece stati lottati; e li ha vinti lui’.

    ‘In ogni caso anche da questo torneo esco a testa alta. Contro Civarolo non ho giocato benissimo; avrei dovuto chiudere senza il tie-break perchè nel secondo set sono stato avanti per due volte di un break, ma mi sono fatto recuperare; poi sono riuscito a vincere 6-3 7-6. Con Gaio invece ho giocato meglio, servito meglio, e non ho preso mai break, vincendo per 7-6 6-3′.

    ‘Ora salterò l’ ITF di Napoli; e poi verso fine Ottobre sono iscritto in dei Futures in Francia e in Inghilterra rigorosamente sul duro; vedremo se sarà il caso di andarci. Per quanto riguarda il prossimo anno invece è in corso proprio in questi giorni un dibattito tra me, mio padre e il mio maestro: tutto sta nel vedere se voglio fare del tennis il mio lavoro; perché fino ad ora di certo non lo è stato. Se decido di passare l’inverno ad allenarmi seriamente, allora si che giocherò molti più Futures del 2009′.

  18. luca scrive:

    discussione molto interessante e ricca di spunti quella dei criteri per il reclutamento..valido anche l’intervento di fernando che, chi ha giocato, (anche solo a livello regionale le varie trafile juniores come me) non può che condividere e apprezzare.

  19. Il Barba scrive:

    La selezione nel tennis è evidentemente fatta in maniera non corretta, lo sanno tutti e lo sa anche Furlan, che di sicuro è una persona intelligente ed attenta. Il problema è far cambiare le cose, perchè quando c’è di mezzo una federazione tutti i meccanismi sono più farraginosi.
    Per fare un esempio, nei club di pallavolo la selezione viene fatta da giovani sulle basi delle doti fisiche (nel femminile ancor più che nel maschile) utilizzando canoni ben definiti, senza preoccuparsi troppo delle doti tecniche. Non dico che sia un approccio applicabile al 100% anche al tennis, ma di sicuro ad un giocatore non puoi insegnare “ad essere alto”…

    Per tornare a Marcora, è chiaro che la FIT, puntando su Trevisan, Fabbiano e Lopez ha tentato di massimizzare i risultati con il minimo sforzo, e se vogliamo a livello junior ci è anche riuscita (considerando però che l’annata 89 è davvero povera di talenti a livello internazionale…). Il problema è che un ragazzo come Fabbiano, che ad alto livello non arriverà mai da nessuna parte per evidenti carenze fisiche, è gioco forza una scommessa limitata e limitante, perchè ti succhia risorse ma sai già che più in là di tanto non potrà arrivare.
    Trevisan era e rimane il più futuribile dei tre, certo che un ragazzo che non riesce a stare in piedi per più di un mese senza infortunarsi qualche problema ce lo deve avere.
    Dei nostri giovani solo i 92 Miccini e Gaio sembrano avere doti di un certo rilievo, poi poco altro, anzi pochissimo altro, è questa la cosa preoccupante.

  20. Mauro g&f scrive:

    A mio avviso, ci può anche stare che un tennista “buono”, sfugga all’attenzione dell federazione, anche in altri sport come il calcio ci sono tanti casi di giocatori scartati e poi rivelatisi fior di campioni, un esempio fra tutti l’arcinota vicenda dei fratelli Baresi. Quello che però non è concepibile e che non venga attuato quello che succede in Liguria con Caperchi, ovvero creare dei centri federali per ogni regione che si occupino solo degli agonisti, centri che succesivamente potrebbero affidare i più promettenti alle accademie private. Il tutto chiudendo i centri come Tirrenia e recuperando quindi risorse importanti.

  21. andrew scrive:

    …dovete anche un po’ capire (e, nota per i giornalisti, indagare su) che la comparsa di un campione, un vero campione, o di una serie di atleti, veri atleti, alla federazione può solo “rompere le palle”.

    Esattamente allo stesso modo in cui tale eventualità “rompe le palle” in un circolo.

    Perché? Perché semplicemente rompe gli equilibri su cui si regge un circolo o un sistema di circoli (la federazione). Che non sono equilibri fondati su regole sportive ma su regole commerciali e “sociali”, che tendono al livellamento verso il basso.

    Il campione o vero atleta non solo “imbarazza” in quanto forzatamente si eleva sopra la media (molto ma molto bassa nel caso italiano) ma anche “mette a nudo” la mediocrità e la piccolezza di chi questo sport dirige. Non solo, un vero campione “mette in pericolo” anche gli averi (la roba) dei circoli, ossia i campi e le loro regole di utilizzo. Figurarsi poi se dovesse permettersi di uscire da campi poco nobili o da situazioni esterne alla federazione.

    In questo momento, i circoli principali sono già ampiamente soddisfatti di come vanno gli affari. Il rapporto soci/campi non è male e permette una fruizione leggiadra senza troppi rompipalle intorno e anni e anni di sano divertimento per i figli e i sodali del sodalizio. I maestri di tali circoli hanno clientela abbondante e di portafoglio gonfio e petto tronfio. I dirigenti trovano grande motivo di interesse sportivo nel mese di novembre, quando possono trotterellare tra circoli con i loro beniamini della serie A e organizzano (primo paese al mondo) tanti bei challenger e futures come menu speciale per i loro soci paganti.

    Soldi per l’attività sportiva ne rimangono pochini, ma vengono spesi volentieri gli ultimi spiccioli per quei giovani che tutti noi amiamo tanto tanto e che nelle dichiarazioni dei dirigenti occupano sempre il primo posto nei loro pensieri (pensieri?).

    Per cui, l’unica preoccupazione di questo sistema è evitare qualsiasi forma di disturbo e concorrenza, che è invece l’unico germe dal quale, secondo me, potrà uscire un qualcosa di più di questo squallore trentennale.

  22. Cris scrive:

    Opinione condivisibile, ed a mio avviso corretta, quella di Scanagatta sui criteri di selezione dei giovani tennisti. D’altronde, se non hai da anni non un giocatore che si attesti stabilmente tra i primi trenta, qualcosa ci sarà di sbagliato nell’organizzazione e nello sviluppo dei tennisti in erba, tenuto conto che il bacino d’utenza del nostro tennis è ben superiore a paesi che, costantemente, esprimono pro di livello. Un unico appunto, credo che i ragazzi con cui si allena Marcora lo abbiano aiutato fin qui, perché - a volte - non serve essere stato un pro per dare dei consigli utili ad un ragazzo. Stesso discorso per il maestro Mei.

  23. Avec Double Cordage scrive:

    @Mauro g&f, attenzione ci vogliono entrambe le cose sia una sede centrale sia dei centri regionali. faccio l’esempio dela Germania, dove la federazione tennis è strutturata in forma federale (come lo stato tedesco è fedrale, una federazione di bundeslaender) ed esistono varie federazioni diciamo regionali ogniuna con un suo centro tecnico, ma non eiste un centro tecnico centrale che porti assieme i migliori talenti con i migliori tecnici. Per questo motivo da qualche tempo in Germania si parla di creare anche un centro nazionale simile a quello francese, ma le federazioni regionali si oppongono. Il sistema regionale ha permesso alla Gemrania di avere tutta una serie di journey men di discreta classifica ma ha anche limitato le potenzialità di alcuni atleti, Haas è un caso apparte essendosi formato da Bollettieri e poi suo padre era pure Austriaco e non Tedesco ma questa è un altra storia. Un esmepio di una centro regionale ben funzionante è, o forse è meglio dire era, quello del Baden-Württemberg a Leimen dove un tecnico come Boris Breskvar (arrivato dalla jugoslavia) ha avuto le mani in pasta (lui ha insegnato il servizio a Becker che prima non sapeva servire) e da un centro regionale ne sono usciti due giocatorini come Boris Becker e Steffi Graf… Ad ogni modo in Italia non abbiamo nessuna delle due cose, niente centri regionali con scuole etc. gestiti da federzioni regionali come quelli tedeschi e nemmeno un centro nazionale come quello francese. Quello che bisognerebbe fare è formare dei centri regionali approfittando delle accademie private (visto che federazioni regionlai come in Germania da noi non ne abbiamo, resta quindi il problema della scuola) e ingrandire il centro nazionale di Tirrenia (o un altro posto, poco cambia) che sia capace di ospitare i migliori talenti che non hanno trovato posto nelle accademie private, difficilmente le accademie private lascierebbero andare i loro talenti ad un centro nazionale. Un centro nazionale ovviamente dovrebbe raccogliere più di 2 o 3 ragazzi per ogni annata, diciamo almeno 15 e ha molto più senso se li poi i migliori talenti vengono a contatto con i migliori tecnici… ma meglio di niente

  24. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @Cris Ma certo Cris che l’hanno aiutato. E anche parecchio. Per quanto riguarda Mei lo conosco bene, ma non lo vedo da tanto e non so quanto sia aggiornato con i metodi d’insegnamento più moderni, con i nuovi attrezzi, con l’altalenarsi delle superfici. E, soprattutto, non ce lo vedo a seguirlo in giro per il mondo.
    @Tilden: in linea di max hai ragione, però di giocatori “emersi” dopo i 20 anni ce ne sono molto più di quanti si possa credere. Ricordo che Haarhuis, che aveva frequentato l’università in America (mi pare Georgia,ma non vorrei confondere con Pernfors, altri “emerso” a fine università), battè McEnroe all’US Open e era un illustre sconosciuto a 25 anni. Idem Sargsian. E Sanguinetti era n.900 a 20 anni? Boh, forse sì, ma fino a 24 non lo ricordo fra i primi 300. Poichè fra i primi 900 e i primi 300 la differenza è spesso… un discorso legato all’attività agonistica che si fa, più che all’effettiva qualità. Sarei grato ai lettori di questo sito-blog se ci aiutassero a tirar fuori il maggior numero di tennisti “usciti fuori” dopo i 22-23 anni. Bob Brett mi ha detto l’altro giorno che dopo un anno di allenamenti come si deve e di programmazione agonistica conseguente si può vedere _ se non ci sono infortuni _ se un giocatore…c’è o non c’è.

  25. Ubaldo Scanagatta scrive:

    E poi non ho mica detto che Marcora può diventare n.1 del mondo. Però nell’ambito di un tennis che in questo momento vanta _ si fa per dire _ un giocatore a malapena tra i primi 60 e altri tre nelle retrovie dei top-100, beh ….se uno ti sembra che abbia un minimo di potenziale che si deve fare, buttarlo via?
    Lo so anch’io che Becker e Chang hanno vinto Slam a 17 anni…ma, a parte il fatto che ricordo come ultimamente per via dei nuovi attrezzi e di un tennis sempre più “forzuto” fra i top 100 i teenagers si contano sulle dita di una mano (se non sbaglio qualche anno fa Djokovic era addirittua l’unico!), ribadisco soltanto che i criteri di selezione a volte (per non dire spesso) mi lasciano perplesso. potrei fare dei nomi di ragazzi che hanno frequentato il centro di Tirrenia negli ultimi anni che secondo me non avevano mezza chance di diventare buoni giocatori. se non li faccio è per non infierire su loro e sulle loro famiglie che non hanno colpa, ma quanti soldi avrebbero potuto essere investiti diversamente? mah…

  26. Nicola De Paola scrive:

    Non conosco i conti della fit ma credo che in qualche modo si potrebbero portare al centro tecnico nazionale (che per me dovrebbe essere a Roma o Milano) 10-12 giovani per annata. La selezione si farebbe da sè nel corso del tempo e ciò ridurrebbe il “rischio di perdita di talenti”. Semplicemente.. Almeno per iniziare.

  27. king of swing scrive:

    mi trovo d’accordo con roberto commentucci…investire sui primi 2-3 giocatori per ogni classe è un’assurdità…sui primi 15 già sei in media francese…e il rischio di perdere qualche buon giocatore per strada diminuisce senz’altro… non mi dite che mancano i fondi necessari…perchè per il canale supertennis se ne sono investiti parecchi di soldini…e non solo su quello…

    in ogni caso bisogna che siano seguiti da uno staff professionale fin dai primi passi…se la FIT decide di investire solo sui primi 3 per classe…brucia in un certo senso tutto il resto e un robi marcora finirà per svolgere una preparazione atletica non di qualità…quando magari ne avrebbe più bisogno di quei famosi primi 3…che per ottenere già un certo tipo di risultati a quell’età…probabilmente non hanno bisogno di una preparazione atletica “particolare”…cioè mi metto nei panni di Furlan…poverino solo 3 per classe ne può scegliere…

    @andrew stavolta non mi trovi molto d’accordo col tuo discorso…la Federazione lo vorrebbe eccome il campione…e i circoli non ci perderebbero di sicuro dai…anzi probabilmente avrebbero un boom…e con un campione oltre a tutti questi challengers…potremmo tornare ad ospitare qualche altro torneo ATP…

    il punto è che in Federazione non ne capiscono granchè di tennis professionistico…e Binaghi ha dimostrato di non volere aiuto neanche dai professionisti…cioè è ridicolo investire solo sui primi 3 per classe…e poi spendere tanti soldi per supertennis…

  28. stefano grazia scrive:

    Secondo me invece andrew non ha poi tutti i torti: i Circoli hanno davvero tutto sto gran interesse a cercare il campione?No, non ce l’hanno perche’ a farlo ci rimettono solo dei soldi, non hanno stimoli o interessi (e questi glieli potrebbe forse dare la Federazione con dei Bonus e Premi) ma al contrario sono imprese con un budget e con uno scopo: quello di guadagnare. E’ lo stesso equivoco di fondo che vi travia quando giudicate Volandri,Starace,Seppi e Fognini perche’ non vanno a giocare sul cemento…Ma e’ ovvio, perche’ sul cemento perdono e ormai in questa fase della loro carriera, dopo essersi fatti un mazzo cosi’ comunque per emergere e aver speso (o fatto spendere ai loro genitori) parecchi soldi, pensano soprattutto a mettere fieno in cascina fregandosene dei tifosi e dell’amor di patria E GIUSTAMENTE perche’ prima di tutto sono dei pro in uno sport individuale e globalizzato e senza il basic salary di una squadra (di calcio, di basket, di volley o di rugby…). Allo stesso modo ai Circoli ma che fli frega loro di tirar su un campione? Un campo a lui dedicato quando invece gli possono mettere su 20 ragazzini SAT in una volta sola? su,dai, non scherziamo… La FIT e’ l’unica che l’interesse/dovere di sviluppare un campione ma anche li’ si piotreebbe distinguere e io mi trovo qui d’accordo col mio amico/nemico Nikolic sul fatto che le Federazioni piu’ che costruire un campione dovrebbero allargare la base, fare propaganda e cercare di NON ostacolare ma al contrario aiutare i privati. E’ chiaro che da una base allargata e’ piu’ facile che emergano campioni ed e’ ovvio che ci vogliano i soldi per CAMPI PUBBLICI, CAMPI LIBERI PER GLI U14 NEI CIRCOLI PRIMA DELLE 17 o se sono non occupati da membri del circolo,TORNEI NEL WEEK ENDS (per risparmiare sui viaggi) e si, certamente, 10-15 selezionati per annata da seguire nei centri federali possibilmente regionali o semplicemente pagandogli i contributi laddove loro preferiscono allenarsi, che sia nella loro citta’ o da Bollettieri. Ovviamente a fronte di risultati e potenziale: chi vince non puo’ essere escluso ma a chi vince si puo’ aggiungere chi viene ritenuto possa vincere domani: questo potra’ creare delle polemiche (come in ogni sport in cui si giudica con la paletta anziche’ con chi arriva primo o segna piu’ punti) ma il Comitato di saggi si prendera’ le sue responsabilita’. Pero’ alla fine e’ solo una questione di soldi e lo e’ comunque dappertutto: inutile citare in america Bollettieri, Hopman, evert,Weil o in Spagna la sanchez…sono tutte Academies private…E spesso sono in perdita ma sono sostenute da sponsors o da compagnie come l’IMG che hanno interessi nel settore…Si sa benissimo che alla Bollettieri sfornano campioni (o comunque top 100) ma che 90 studenti su 100 sono li’ per pagare gli allenamenti agli altri 10 che sono gli unici ad avere una vera chance…Eppure il sistema conviene sia ai 10 che ai 90 che comunque usufruiscono dell’organizzazione,degli stimoli della competizione coi piu’ forti, etc etc…LA VERA DOMANDA SEMMAI E’: COME MAI NEL SUD D’ITALIA NON SI SONO CREATE CONDIZIONI COME IN US E IN SPAGNA? PERCHE’ LE PUGLIA NON SONO LA NOSTRA FLORIDA? Ci potrebbero essere 2-3 Academies internazionali che raggruppino i migliori junior d’europa, non solo italiani…il clima e’ certo migliore che in Croazia, Germania, Svezia ,,,Lo spazio dovrebbe essere superiore a quello in Liguria…gli aereoporti ci sono….(Oh, io sono di Bologna e non ho interessi nella pro loco e anzi, a me converrebbe che venisse aperto un Centro Federale semmai in Romagna, ma in Puglia o in Sicilia e nel Sud in genere le condizioni climatiche sono quelle di Spagna, Florida, California, Costa Azzurra,i cosiddetti paradisi tennistici…)

  29. pedrinho&luvanor scrive:

    Gianluca Pozzi…n. 40 a 36 anni.

  30. pedrinho&luvanor scrive:

    UBS mi hai illuminato!! Hai dato una risposta a un pensiero fisso che non mi faceva dormire. Da anni mi chiedevo : Perchè in Sardegna non nascono tennisti campioni? Adesso lo so. Basta rileggere il tuo post: “Se i genitori del ragazzo sono entrambi alti un metro e 50 (esagero…) e devo scegliere fra quello che pure ha una grande mano e uno che ha invece genitori alti un metro e 90, beh _ avendo un solo posto a disposizione _ opto per quest’ultimo, sempre che non mi sembri proprio negato, tecnicamente e mentalmente”. Fantastico!!
    Sardi…..continuate a fare i minimosca.

  31. king of swing scrive:

    @stefano grazia i circoli non avranno tutto questo interesse per il campione…perchè in effetti già loro guadagnano…però da qui a pensare che possano addirittura non volerlo il campione…beh non ci credo…un campione farebbe molta pubblicità al nostro sport e un pò tutto il sistema ne trarrebbe dei vantaggi…e non solo faciliterebbe pure il compito alla federazione di allargare la base…un campione sarebbe fondamentale per lo sviluppo del nostro movimento…però ci vuole sempre una federazione capace a mio parere…questa Federazione guidata da Binaghi ha mostrato di avere delle pecche macroscopiche…hanno combinato soprattutto casini…roba da rabbrividire…2-3 giocatori per classe…io rimango allibito…è dieci anni che ormai abbiamo questo presidente…e siamo ancora all’età della pietra…non capisco come Lombardi possa aver detto che questa sia un’ottima federazione…su quali basi…forse per i tempi di pietrangeli sarebbe stata un’ottima federazione…ma per i tempi moderni questa è una delle peggiori delle federazioni al mondo…

    nel sud italia stefano grazia…la situazione è ancora più disastrosa…considera che circoli di vecchia data…per sopravvivere hanno dovuto trasformare diversi campi da tennis in campi da calcetto…si stava meglio ai tempi di Galgani credimi…e poi troppo calciofili…solo un campione potrebbe cambiare lo scenario a mio parere…e a quel punto se ne potrebbe pure discutere di accademie internazionali…forse…

  32. bogar67 scrive:

    In italia manca L’Alberto Tomba del tennis, sono sicuro che se si trovasse grazie ad Accademie, Fit, circoli, padreterno etc etc ci guadagnerebbe tutto il movimento ed anche il relativo business collegato per cui rimango perplesso su quanto affermato sopra da alcuni di voi che alla FIT ed ai circoli di formare un campione non frega nulla. Pensate se grazie al lavoro fatto dalla FIT a Tirrenia o da qualche altra parte si riuscisse a creare un Top Ten, pensate al ritorno in termini di Business per tutti. Supertennis.tv aumenterebbe ad esempio gli introiti pubblicitari o le vendite degli altri settori ad essa collegata. In Italia aumenterebbero vendite abbigliamento e attrezzature di questo sport etc etc. Secondo voi, sono aumentate le iscrizioni ai corsi di nuoto per i bambini nelle varie piscine sparse per L’Italia dopo che Federica Pellegrini ha vinto i Mondiali di nuoto? Io dico di si e la stessa cosa accadrebbe il giorno dopo se un Italiano vincesse a Wimbledon o in un torneo del grande slam. Tutti a trovare la Sat più vicina. Tornado a Marcora, condivido quanto scritto da Roberto Commentucci che in questo blog sto cominciando a conoscere ed apprezzare giorno dopo giorno. Io comunque penso che fa bene al federazione a puntare su quelli che danno risultati immediati, non si può cercare la stella puntando sulle potenzialità di un giovane. Le selezioni in questo sport dovrebbero sempre tenere conto dei risultati acquisiti, altrimenti come può un allenatore federale dire ad uno che ha appena vinto la coppa PORRO LAMBERTENGHI, “”non seleziono te perchè sei bassino, sei fragile etc etc ma l’altro che secondo me, secondo la mia opinione (e quella di qualche mio amico o dirigente di questo o quel circolo che sottobanco mi ha dato dei benifit, oppure quel giornalista che poi scrive bene di me etc) ha più stoffa da campione”" Sarebbe invece opportuno a mio avviso ampliare il numero dei beneficiari su cui puntare aggiungendo a chi ottiene risultati chi potrebbe ottenerli.
    Buona domenica a tutti!

  33. king of swing scrive:

    @bogar67 ma infatti non credo si possa biasimare Furlan per il fatto di aver scelto quei 2-3 per classe che convincevano a livello di risultati…però bisogna onestamente dire che Furlan ha comunque deluso…io dico come puoi accettare di sceglierne solo 2-3 per classe senza battere ciglio…dillo a quei dirigenti dilettanti che stanno facendo una cavolata enorme…correggili…alza la voce…possibile che uno come Furlan si debba far dire certe cose da Commentucci…con tutto il rispetto per Commentucci ovviamente…

    poi ci si chiede perchè dopo Seppi & company…c’è il vuoto…perchè sono degli incompetenti…quello che è successo è gravissimo…e che nessuno paghi per questo scempio …è ancora più grave…e poi si fanno tante storie per la seria A…quando i problemi seri sono questi…

  34. bogar67 scrive:

    @king of swing
    Non credo che Furlan sia contento di accettarne 2/3 per classe, se la Fit (presidente e dirigenti) gli dice: Caro Furlan, qui ci sta il budget a disposizione per Tirrenia e attività correlata che prevede 2/3 per classe, Furlan cosa dovrebbe fare? può certamente come dici tu alzare la voce ma poi? stare attaccati alla cadrega-sedia-poltrona non è una prorogativa dei nostri politici, Furlan è pagato per il suo lavoro e spesato per tutti quegli spostamenti che riguardano l’attività in FIT, ammesso che in un momento di sconforto per i mancati successi abbia il coraggio di dimettersi troverebbe un altro datore di lavoro (circolo, accademia, etc)che gli garantisca gli stessi benefit? Secondo me cmq è tutto il sistema del reclutamento che non funziona, leggendo anche il blog genitori e figli ai giovani il talento da solo non basta, per sfondare devono fare una determinata attività agonistica subito dopo i 12 anni che prevede scelte drastiche di vita con allontanamento spesso dalla famiglia e un investimento economico per supportare viaggi per la partecipazione ai tornei che non è da tutti. Marcora per quanto scritto sopra, avendo papà imprenditore poteva farla questa attività ma ha scelto lo studio, (che non è da biasimare) salvo poi avere il dubbio non dico quando oramai tardi ma di sicuro quando dietro si è lasciato un certo bagaglio di esperienze necessarie per la crescita tennistica.

  35. king of swing scrive:

    @bogar67 in ogni caso Furlan ha deluso…come ha potuto accettare una cosa del genere…Pistolesi ha criticato aspramente la nostra Federazione…Piatti stesso ha lasciato il suo incarico..se Furlan non è stato messo nelle condizioni di fare un buon lavoro..doveva pure lui andarsene..altrimenti finisci per diventare un burattino nelle mani del presidente come Barazzutti…tra l’altro il fatto che Bob Brett abbia riconosciuto in Marcora determinate qualità…e il nostro Furlan neanche l’ha preso in considerazione…credo sia significativo…Renzo forse è stato caricato di responsabilità eccessive e per quel ruolo a mio parere serve uno più esperto…mi dispiace scrivere questo…perchè come giocatore l’ho sempre stimato…ma questo è quello che penso…

    Marcora ha scelto lo studio e non è da biasimare…però fosse stato spronato invece che scartato…probabilmente ci avrebbe creduto di più…d’altronde questa attività lui non ha smesso di farla…però in effetti ora ha 20 anni…insomma è un gran peccato…

    la situazione è davvero disastrosa…altri dieci anni buttati…solo un top ten potrebbe salvarci…o per lo meno darci una boccata d’ossigeno…

  36. bogar67 scrive:

    @king of swing
    il fatto che Bob Brett abbia riconosciuto in Marcora determinate qualità non significa nulla o quasi. Non conosco Bob Prett di persona anche se so che è uno che ci sa fare con i giovani ed è un coach di fama mondiale lanciando diversi giovani tra cui Cilic negli anni scorsi però non penso che lavori gratis. Se Marcora ha determinate qualità ed è futuribile a breve preferisco che sia a dirmelo uno che non ha interessi, che in tasca non gli entri nulla per cui mi fido di più dell’opinione disinteressata di Ubaldo Scanagatta.

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