Foot Fault: L’irresistibile leggerezza di Berdych. Bluff o campione mancato?

 
10 Dicembre 2009 Articolo di Luigi Ansaloni
Author mug

Il tennista ceco, classe 1985, era considerato da molti esperti qualche anno fa la più giovane e fulgida promessa del tennis mondiale insieme a Gasquet, Murray e Djokovic. Doveva essere lui a interrompere il dominio di Federer e di Nadal. Fin’ora non è andata esattamente così. Anche se di tempo utile per l’esplosione ceca, ce n’è ancora. A patto che la luna rimanga sempre nel lato meno “oscuro”…Luigi Ansaloni

Di bravo, è bravo. Altrochè. Quando è in giornata (e quando mai è in giornata, chiederete?) non si riesce a tenere. Vincenti da tutte le parti come fosse grandine a Cortina d’Ampezzo, inarrestabile manco fosse Tomba la Bomba versione 1995. Chiedere a Federer, crocifisso per due set in Australia all’inizio del 2009. Chiedere a Nadal, zittito a Madrid qualche anno fa (domanda da quizzone: quale anno? Andate di google dai…). Chiedere a chi ha avuto la sfortuna di beccarlo quando è in sì. “Dunque quasi nessuno”, direte voi, amici foot falliani. E ahimè, in parte è vero. Dico ahimè perché il vostro scribacchino è uno a cui piace il tennista in questione. Signori e signore, l’argomento del giorno, come forse avrete già intuito, è Tomas Berdych, tennista della Repubblica Ceca, classe 1985, uno dei talenti più puri (almeno definito tale dagli esperti) degli ultimi anni.

Secondo i ben informati, quelli dall’occhio lungo, gente che non sbaglia mai, lui doveva essere il Prescelto. Il nuovo ciclone, il nuovo Io, il nuovo dominatore, la punizione divina mandata dal cielo per Federer, Nadal e tutti quelli della “vecchia” generazione (che poi Nadal è pure più piccolo di lui, ma vabbè). Macchè, ma nemmeno per sogno, Per anni è stato inserito come “più futuribile” tra i favolosi quattro della next generation, quella per intenderci che doveva conquistare il globo terracqueo della racchetta.

Berdych, Gasquet, Murray e Djokovic, Che talento, che colpi, che spettacolo. Due di questi giovanotti sono stabilmente tra i primi 4 del mondo, e si giocheranno per davvero la prima posizione del trono quando la Svizzera e la Spagna saranno posti più accoglienti di qualche aereo, di qualche spogliatoio o di qualche albergo in giro per il mondo, seppure comodo, seppure lussuoso. Gli altri due dei magnifico quartetto del futuro, invece, difficilmente avranno a che fare con le nobili parti della classifica atp. Riccardino il francesino, chiamato da qualcuno Pollon (“Sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria…) è perso in meandri che nemmeno lui sa qual è (Rovescio mio, dove sei?), mentre Berdych è numero 22 del mondo dopo una stagione che definire opaca è fare un grosso complimento, sia a lui che all’opaco stesso. In fondo sto lungagnone ceco è stato numero 9 del mondo due annetti fa, e prometteva di essere il primo passo verso una salita, di certo lunga ma fruttuosa. Fin’ora diciamo che, utilizzando una metafora ciclistica, quella salita deve arrivare per il semplicissimo fatto che il ciclista in questione è sceso dalla bicicletta prima di iniziare.

Anche nel 2009 i più fiduciosi ci avevano creduto. Dopo una prima parte di stagione orribile, tra infortuni e blackout prolungati (quella rimonta da 2 set a zero in Australia da Federer non l’ha digerita proprio subito), arriva Wimbledon. Proprio qui Tommasino ha ottenuto il risultato migliore da lui nello slam, un quarto di finale nell’anno di grazie (e nsomma…) 2007. E via con la tiritera. “Attenzione, è in forma”.”Attenzione, se azzecca la giornata”. “Attenzione, se il servizio gli funziona”. Veniva da dire, “attenzione, scemenze in corso”. E infatti.

Partito bene, arriva Roddick. Per carità, favorito quanto volete, ma ci speravano. Macchè. Tre set a zero, preso a pallate (lui che doveva prenderlo a pallata) e via a casa, tra le braccia di Lucie (Safarova), ceca e “altalenante” (attenzione, riduttivo mode on) un po’ come lui.

Arriviamo a qualche giorno fa, alla coppa Davis. Nadal lo abbiamo visto un pochetto tutti, com’è ridotto in questo periodo: non è l’ombra del fenomeno, ma è proprio un parente lontano. Un’altra persona. Finale Spagna - Repubblica Ceca, primo match: Rafa contro Berdych. Gli esperti pronosticano: “Attenzione, questo è un match delicato, può cambiare le sorti dell’intera storia di questa davis”. E vai, alè, dai Tommasino. Parte bene, primo set equilibrato, si arriva al tie break. Che ovviamente perde. Restanti due set: 6-2 6-0. Una carneficina. La Repubblica Ceca va sotto, Stepanek (anche lui…) si suicida contro Ferrer facendosi rimontare due set e bye bye coppa. La domanda non è tanto perché Berdych perda contro Nadal sulla terra rossa in Spagna, perché in qualunque altro momento della storia tennistica sarebbe stato un risultato scontentissimo. La domanda è: ma se quel presunto fenomeno di Berdych non batte QUESTO Nadal, ma quando mai lo deve fare? E quindi, ancora altri dubbi si vanno a sommare sulla marea che già sono nel tuo cuore.

Molti dicono sia un “Safin più giovane” (la bestemmia in fondo ancora non è reato da galera). Marat non ne sarebbe felice, questo senza dubbio. Il russo, sconfitto in tre set da Berdych a Shangai, in conferenza stampa ha attaccato il rivale accusandolo di aver simulato un infortunio in gara chiedendo l’intervento del fisioterapista per uscire da un momento difficile dell’incontro. Già al termine del match Maraaaaaat aveva infranto il galateo del tennis dribblando la stretta di mano. “Non puoi fingere un infortunio e poi ricominciare a correre, fare colpi vincenti e alzare le braccia al cielo quando vinci la partita - ha attaccato Safin in conferenza stampa motivando la sua collera -. Poi magari dirà: ‘Ma certo che ero infortunato, poi mi sono sentito meglio’. Può trovare mille scuse diverse, ma così non vale. In campo bisogna essere uomini e non fingere un infortunio quando stai perdendo. Deve maturare un po’ - ha sottolineato -, deve essere un uomo anche quando perde”. Bhè, si potrebbe dire, biricchinamente, che quest’anno a Tommaso non sono certo mancate le occasione per maturare…

In comune con Marat, proprio a voler essere generosi, ha una cosa: l’aura del “Se oggi gioca bene non ce n’è per nessuno”. Ma il signor Nessuno ancora non gioca a tennis. Ad ogni partita la domanda è “Come sarà la luna di Berdych?”. Fin’ora molto spesso nera, molto nera. Ma, come dicevano Neffa e i Messaggeri della Dopa, “Un pò di tempo è proprio quello che vuole mentre il guaglione sta schiacciando il male e sta aspettando il sole…”. Di tempo Tommaso nostro ne ha ancora a sufficenza per divenire Sailor - Berdych, il tennista che vince sconfiggendo le forze del male e divenire il paladino della racchetta, vincendo a ripetizione qualunque cosa. Se poi vestirà anche alla marinara, non sono fatti nostri. Ma di sicuro, Lucie farebbe una figura migliore…

Collegamenti sponsorizzati


12 Commenti a “Foot Fault: L’irresistibile leggerezza di Berdych. Bluff o campione mancato?”

  1. francesco scrive:

    credo che oramai sia tardi…ogni volta che lo vedo giocare penso:”che peccato”;il ceco non ha mostrato progressi negli anni…ha sempre gli stessi pregi(pochi) e difetti(lentezza negli spostamenti e fragilità emotiva i principali).Uno col suo talento(servizio e dritto devastanti) potrebbe e dovrebbe competere sempre con i milgiori ma è troppo discontinuo da troppi anni…

  2. Philip scrive:

    Credo che l’anno del “litigio” con Nadal e il pubblico di Madrid fosse il 2006, ai quarti di finale…ah magari il buon Tomáš si decidesse a mettere la testa a posto e a “svegliarsi dal lato giusto” più spesso!Ha il potenziale per essere un top 5..Ovvio, dovrebbe migliorare notevolmente anche la mobilità, suo cronico tallone d’Achille.Io comunque continuerò ad aspettarlo…

  3. Luigi Ansaloni scrive:

    Esatto philipp. Google è nostro amico. Se volete rivivere uno dei momenti (pochini) esaltanti di Tommaso, gustatevi questo bel filmationo youtubico.
    http://www.youtube.com/watch?v=FPUFTajFu1g

  4. Riccardo Rossi scrive:

    Un gran bell’articolo, simpatico e anche competente. La citazione di Pollon poi mi ha fatto venire in mente tante cose, anche il fatto che sono vecchio…

  5. Philip scrive:

    @Ansaloni: grazie mille x la citazione ed il filmato ;)

  6. Philip scrive:

    @Ansaloni: ah, dimenticavo: complimenti x l’articolo, divertente e ben scritto; non ho avuto bisogno di Google per ricordare la decorrenza de l’”incidente diplomatico” madrileno, quella partita l’ho vista e me la ricordo bene :)

  7. Nicola De Paola scrive:

    Anche a me Berdych aveva impressionato tantissimo. Ammetto di aver pensato che potesse entrare,anche facilmente,tra i top 5. La sua potenza devastante mi pareva essere adatta al tennis moderno. E credevo anche che fosse cattivo e strafottente al punto giusto. Ora,a distanza di qualche anno,penso che al massimo possa ripetere il suo 2007. Servizio e dritto sono perfetti,adatto a tutte le superfici,ma ci sono anche troppe falle nel suo gioco. In primis gli spostamenti. Manca spesso l’appuntamento con la voleè per concretizzare ciò che costruisce da fondo. Poi è troppo monocorde: sembra una macchina sparapalle e basta dargli 2 palle differenti che và subito fuori giri. Infine manca del killer insinct tipico dei campioni (come ho scritto su Verdasco nell’articolo che lo riguarda). Quindi Berdych è un ottimo tennista ma non un fenomeno e devo ricredermi.

  8. lorenzo scrive:

    Non credo e non ho mai creduto in un futuro da numero uno per Berdych ; ha troppe lacune , mobilità e rovescio su tutte , e soprattutto ha sempre dimostrato una limitata intelligenza tennistica che è una conditio sine qua non per fare il grande passo ( sia in campo che nel capire come migliorare il proprio gioco ) . Se sarò smentito ( cosa di cui dubito ) chapeau !!!

  9. mirco73 scrive:

    Articolo veramente divertente.. Pollon…eheh
    Il caso di Tommasino dimostra ancora una volta di più che oggi, per emergere nel tennis maschile, il talento e la tecnica non bastano più. Ci sono tantissimi top 100 che hanno grandi colpi e ci metto pure il nostro Bolelli; ma se non hai testa e gambe c’è poco da fare. Rimani nella terra di mezzo fino a scomparire. L’errore di valutazione iniziale sta nel giudicare e creare aspettative per un giocatore, solo rispetto alla tecnica che nel tennis odierno influisce molto meno del 50%. saluti

  10. fausto1985 scrive:

    @ luigi ansaloni e alla redazione: grazie, sapete perchè

  11. Fabio scrive:

    Tempo utile ancora ? Che facciamo, applichiamo anche agli stranieri i nostri, sbagliatissimi, termini di paragone ?

  12. michele scrive:

    a me berdych non mi ha mai ispirato,e concordo con quello che è stato detto dall esperto,aggiungo che non sapevo di questa sua furbata contro marat safin ma so di una cosa che non è stata citata ma che conoscerete un po tutti,quando ha fatto segno di stare zitti al pubblico spagnolo in un incontro(non so quale) dove ha battuto nadal.
    al posto di nadal gli avrei dato una racchettata in testa…
    ciao

Scrivi un commento