Binaghi presidente a vita del tennis?
Sedici anni ma potrebbero essere di più
Nei commenti Ubaldo racconta che…

 
11 Dicembre 2009 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Se il Coni ratificherà le modifiche statutarie previste dall’assemblea delle società di tennis di questo sabato a Roma, ci vorranno l’organizzazione e i mezzi finanziari di… Barack Obama per candidarsi nel 2012 come alternativa al dirigente sardo. Le altre federazioni potrebbero seguirne l’esempio. Un serio problema per tutto lo sport. Il Coni vigilerà? Dopo aver assistito all’assemblea Ubaldo racconta e interviene più volte in risposta a vari interventi. Se avete già letto quest’articolo tempo fa…potreste non aver letto i successivi commenti ad integrazione. Credo valga la pena di dargli un’occhiata perchè sono stati ripresi dalla Gazzetta e dal presidente del CONI Petrucci

Intervista di Ubaldo a… Scanagatta

Ubaldo: Scanagatta, quel titolo è una provocazione!
Scanagatta: Ogni titolo…dovrebbe provocare nel lettore la voglia di leggere l’articolo che c’è sotto. Solo in questo senso lo è.
Ubaldo: Ma Binaghi è un tal cattivo presidente che tu sembri preoccuparsi di un suo regno prolungato di 16 anni… nemmeno fosse Galgani?
Scanagatta: No, no. Binaghi è al momento, pur con tutti i suoi difetti (Nobody is perfect) il miglior presidente possibile fra coloro che oggi hanno la…patente di dirigente. Nessuno ha il suo tempo, la sua disponibilità, le sue competenze. Vive quasi permanentemente a Roma, è certo più operativo sul piano pratico di Galgani che se ne stava a Firenze 3 settimane su 4…
Ubaldo: Ma allora …
Scanagatta: Allora ciò non toglie che proprio la tragica esperienza Galgani docet: le stesse persone a dirigere uno sport per 16-20 anni assai raramente rappresentano un bene per quello sport. Se fanno bene è giusto retribuirle e rieleggerle. Se fanno male non deve diventare quasi impossibile mandarle a casa. Chi sbagliasse pervicacemente anche in un solo aspetto della sua politica federale (es. la gestione tecnico-sportiva) rischia di sbagliare per 16 anni di fila e rovinare lo sviluppo di uno sport per 40. Binaghi, in sella dal 2000 anche se è soltanto al suo secondo mandato ufficialmente riconosciuto (il terzo sarà dal 2012 al 2016, il primo 2000-2004 non conta perché la legge Coni che ha sancite le regole al riguardo è del maggio 2005) sta ancora cercando di recuperare i guasti prodotti dal sistema Galgani.
Ubaldo: La federazione USA cambia presidente ogni 2 anni…
Scanagatta: Lì è troppo poco, anche se presidente diventa quasi sempre chi è stato vice per i 2 anni precedenti. Perché non si ha tempo a capire il daffarsi e a mettere in pratica le prime cose che si deve già andarsene.
Ubaldo: Ma quali sono le modifiche statutarie che si discutono nell’assemblea non elettiva di sabato 12 dicembre a Roma e che ti lasciano più perplesso?
Scanagatta: Soprattutto quella dell’art.55 pag 18 dello statuto che si può leggere cliccando su http://www.federtennis.it/pdf/statuto_modifiche_assemblea.pdf e che le copio qui: Le candidature devono essere sottoscritte:
a) per la carica di Presidente federale,
1) da almeno trecento rappresentanti degli Affiliati aventi diritto al voto, appartenenti
ad almeno cinque regioni con un minimo di dieci per regione;
2) da almeno duecento atleti maggiorenni in attività appartenenti a cinque
regioni, con un minimo di quindici per regione;
3) da almeno venti tecnici maggiorenni in attività appartenenti a cinque regioni,
con un minimo di tre per regione.
Ubaldo: Non capisco…il problema è trovare 300 società che firmino?
Scanagatta: Certo! Lasci perdere il punto 2 e 3 per i quali chi voglia candidarsi presidente si può sempre organizzare. Ma trovare, per chi non lo è già e non ha quindi rapporti con i comitati regionali, 300 circoli (sui 2576 affiliati)…che sottoscrivano una candidatura alternativa a quella del presidente, e minimo 10 per regione in 5 regioni, significa mettere su una macchina organizzativa un paio d’anni prima e talmente dispendiosa da scoraggiare chiunque.
Ubaldo: Beh, questa modifica sarà stata pensata per evitare che un …Rino Tommasi possa candidarsi un mese prima delle elezioni con una semplice raccomandata come accadde nel 2000, senza magari avere ufficialmente a sostegno una rappresentanza sufficiente di circoli…e ciò sebbene poi, nel caso specifico, Tommasi riscosse il 35% dei consensi…
Scanagatta: Certo quello fu un caso limite. E’ stato il CONI a dar direttive in tal senso, a fissare dei paletti a candidature spontanee non sorrette da un adeguato numero di società, e mi pare anche giusto che l’abbia fatto.
Ubaldo: Ma se ti pare giusto allora che vengano frapposti dei paletti…
Scanagatta: Il fatto è che questi non sono paletti. Questo è un muro! Se ottenere la firma di 200 atleti (su circa 80.000 tesserati) è in fondo abbastanza più facile _ i tesserati non hanno granchè da perdere e la firma te la danno su due piedi, non devono neppure temere eventuali ripicche da parte d’un consiglio eletto, procure che magari potrebbero investigare sui tuoi conti dove tanti possono aver commesso piccoli o grandi errori di gestione, commissariamenti etc _ per i circoli non è così. Per ottenere la firma di 300 circoli come minimo bisogna girare tutta l’Italia e contattarne 1500, se non tutti i 1874.
Ubaldo: E se i candidati in alternativa al presidente uscente che nel 2012 volesse ripresentarsi dovessero essere due?
Scanagatta: Praticamente impossibile. Se a ciascuno servono 300 circoli bisogna trovarne 600 disponibili…oltre il 30 per cento del totale. I due candidati, evidentemente assestati su posizioni contrastanti, dovrebbero o concordare di dividersi le zone su cui tentare di far presa, oppure duplicare i loro sforzi…
Ubaldo: Non posso credere che il CONI volesse intendere questo.
Scanagatta: Non credo nemmeno io, ma se l’assemblea FIT approva la modifica, e poi il Coni la ratifica, ecco che si è rotto il ghiaccio per tutte le federazioni.
Ubaldo: Cioè? Tutto lo sport italiano seguirebbe a ruota?
Scanagatta: Proprio così. Tutti i presidenti delle altre federazioni sarebbero umanamente tentati di …proteggere il più a lungo possibile la loro poltrona con guai inenarrabili per quasi tutto lo sport italiano. Così come in ogni posto di potere politico quando non è garantita l’alternanza dei suoi…governanti.
Ubaldo: Ma oggi come oggi nelle altre federazioni come funziona, riguardo alle candidature?
Scanagatta: Per nuoto, scherma (2005), sport invernali (2004) ed equestri basta l’autocertificazione. Nel rugby non meno di 10 società, non più di 20 tesserati atleti e non più di 10 tesserati tecnici. Nel basket (2004), nella pesistica (2009) e nella scherma (2005) le candidature devono essere presentate da 20 società (e 40 atleti cestisti), nel volley (2009) da 40 società, nell’atletica leggera (2005) non meno del 10% e non oltre il 30% dei voti assembleari attribuiti alle società (e non delle società)

Ubaldo: In nessuno sport di quelli citati si presenta una tale difficoltà per chi si voglia candidare, allora?
Scanagatta: Corretto. Ma, ribadisco, se il Coni ratifica queste modifiche così come sono state proposte _ ma non ancora votate _ tutte le altre federazioni si accoderanno per mantenere lo status quo.
Ubaldo: Altre modifiche discutibili?
Scanagatta: due. Il candidato alla Presidenza che abbia già svolto due mandati consecutivi quale Presidente della F.I.T. (n. di UBS è il caso di Binaghi che sta “vivendo” il suo secondo mandato fino al 2012) può essere rieletto per il terzo mandato consecutivo solo con la maggioranza del 55% dei voti validamente espressi in assemblea….
Qualora nella prima votazione il Presidente uscente non raggiunga la
maggioranza del 55%, in presenza di almeno altri due candidati, si tiene contestualmente un’altra votazione nella quale il Presidente uscente non può essere
candidato, salvo il caso in cui abbia conseguito la maggioranza assoluta
Nota di UBS: Come spiegato sopra l’ipotesi che ci siano altri due candidati è soprattutto teorica. E quasi tutte le elezioni recenti delle varie federazioni hanno visto i vincitori imporsi con l’80-90 per cento dei suffragi: il 55% per cento quando i candidati siano solo due (e difficilmente saranno più di due) è una percentuale irrisoria tenendo conto che il presidente uscente ha detenuto il potere e i contatti… e l’altro no.
Ubaldo: altri rischi paventati?
Scanagatta: Oddio il rischio….Putin! Ma non ci voglio nemmeno pensare. Poiché si parla di non più di tre mandati consecutivi, un presidente potrebbe essere eletto per tre mandati, lasciare il posto a un Medvedev suo delfino per il quarto mandato, e poi ripresentarsi per altri tre…
Ubaldo: E quella seconda modifica cui accennavi?
Scanagatta: Art 4, a pag 14 dello statuto: Il mandato di tutti i componenti degli organi di giustizia è rinnovabile. Fino a oggi invece: il mandato è rinnovabile per non più di due volte.
Ubaldo: vabbè, e che sarà mai!?
Scanagatta: Beh, se si pensa a tutti i provvedimenti presi dagli organi di giustizia nei confronti di chi è stato denunciato dal consiglio federale negli anni …(Panatta, il TC Capri, Russo, i comitati regionali inquisiti…), il ricambio degli organi giudiziari, le cui nomine vengono stabilite dal consiglio federale nell’ambito di magistrati di loro fiducia, aveva una sua logica.
Ubaldo: Ma insomma prima dici che Binaghi è il miglior dirigente italiano su piazza, ma poi sembra che non ti fidi troppo…
Scanagatta : Fidarsi è bene, non fidarsi…Soprattutto quando chi dichiara una politica trasparente poi non ha pubblicato i bilanci. Gli ultimi bilanci pubblicati sugli Atti Ufficiali risalgono all’epoca del Presidente Onorario Fit Paolo Galgani e alla rivista di allora. Sull’attuale Supertennis non è mai stato visto nulla. In mancanza di notizie federali i soli dati si possono prelevare dal bilancio del CONI: nell’anno 2007 il CONI ha dato alla Fit euro 5.169.448. Nell’anno 2008 il contributo CONI è stato di euro 5.173.483. Sulle cinque fonti di spesa per questi dati ti tedierò un’altra volta.
Ubaldo: ma se riguardo alla tv Supertennis Binaghi ha detto in tua presenza che in tre anni si raggiungerà il break even e quindi si autofinanzierà….
Scanagatta: Nel caso della tv, iniziativa certo coraggiosa, ho delle riserve proprio sotto il profilo economico: se la spesa annua dichiarata è di 2 milioni e 600 milioni, significa che in 3 anni la spesa sarà quantomeno 7 milioni e 800 mila. Come si pensa di recuperarli se nel primo anno (dal 1 gennaio al 31 dicembre) il gettito dei 5 sponsor (BNL, Australian, Tennis Teknology, Peugeot, Lotto) è stato inferiore ai 130.000 euro (129.129….)? Ma ammettiamo pure, però, che il “rientro” fosse del 10 per cento come ha detto Binaghi a Supertennis quello stesso giorno in diretta: ciò significherebbe 260.000 euro di recupero, quindi un disavanzo per il primo anno di 2 milioni e 340.000.
Non dico che ogni anno debba andare così male, ma _ considerati gli ascolti _ se moltiplicassimo quella cifra per 3 anni, avremmo oltre 7 milioni di disavanzo. Forse ripianati da altre iniziative _ lo spero proprio! _ ma non certo autofinanziate dalla tv.
Ubaldo: Tutto ciò detto e ….dubitato, un presidente federale secondo te dovrebbe guadagnare come un manager, anziché essere un dirigente dilettante?
Scanagatta: Certo che sì. Un manager di un’azienda con 40 milioni di fatturato, come la FIT, deve dedicarcisi a pieno tempo ed ha molte più impegni e responsabilità di un…capitano di Coppa Davis che per per 15-20 settimane l’anno guadagnasse – ipotizzo _ 150.000 euro. Difatti il Coni, con una normativa adeguata ai tempi in cui fu istituito, stabiliva che: “L’assunzione di cariche elettive…è a titolo onorifico e gratuito, salvi i rimborsi spese, determinati secondo modalità specificate nel Regolamento di amministrazione e contabilità della F.I.T.” adesso aggiunge una modifica: Al Presidente federale e ad altri componenti di organi direttivi nazionali,investiti di particolari cariche, che saranno individuati dal Consiglio federale, spettano, inoltre, indennità determinate dal Consiglio federale stesso, in conformità dei criteri e dei parametri stabiliti dalla Giunta nazionale del
CONI.
Ubaldo: Che pensi di quest’ultima modifica? Giusto che un presidente guadagni per la sua attività?
Scanagatta: La trovo sacrosanta. Ma anche per via di questa modifica l’accesso ad una presidenza che consenta di attribuirsi anche indennità determinate dal consiglio federale stesso, dovrà essere secondo me il più democratico possibile, con paletti ragionevoli e non con un muro.
Ubaldo: Anche se hai espresso soltanto preoccupazioni sulla democrazia di alcune modifiche che non condividi, pensi che Binaghi interpreterà quest’intervista come un attacco personale a lui?
Scanagatta: Il presidente è personaggio molto suscettibile. Un anno fa la Federtennis mi attribuì un premio giornalistico alla carriera. E’ bastato però che io non condividessi la gestione Binaghi in occasione del “caso Seppi” perché si instaurassero rapporti assai freddi e perfino reiterati ostacoli alla diffusione di un mio libro come “40 anni di tennis Open, il racconto di tutte le finali femminili e non solo quello” che _ senza essere costato un euro alla FIT _ avrebbe dovuto invece far piacere alla stessa Fit come promozione degli Internazionali e del tennis femminile, se non essere addirittura promosso dalla stessa. Quindi mi aspetto di tutto, ma ho la coscienza di aver fatto il mio lavoro di giornalista anche se verrò “confermato” nella lista dei cattivi. Ho invece sempre detto al presidente che io non ho altri candidati o partiti da sostenere, ma solo un grande rispetto per la mia autonomia di pensiero. Anche quando, e succede spesso, sbaglio!
Ubaldo: e l’ultimo sbaglio?
Scanagatta: Forse proprio quest’articolo. Ubitennis dedica il 95 per cento del suo spazio al tennis giocato, internazionale e nazionale. Non ho proprio idea quindi riguardo a quanto possa interessare ai nostri lettori un articolo che investe la politica federale, le norme statutarie e quant’altro. Magari non frega nulla a nessuno, e mi sarò soltanto attirato ancora qualche nemico in più (ad esempio tutti quei dirigenti che credono di essere migliori di Binaghi…o lo stesso Binaghi cui l’accenno, pur scherzoso, a Putin sarà forse risultato sgradito).
Sarei proprio curioso di capire se l’impegno che ho messo in quest’articolo è valso la candela e ricavarne magari qualche dato di raffronto. O attraverso i commenti qui sotto, o anche con lettere private alla mia mail ubaldoscanagatta@gmail.com (se me ne arrivassero tantissime, o pochissime, vi farò sapere).

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73 Commenti a “Binaghi presidente a vita del tennis?
Sedici anni ma potrebbero essere di più
Nei commenti Ubaldo racconta che…”

  1. Ginohop scrive:

    In genere i presidenti della FIT al tennis italiano ci hanno portato solo disgrazie. Ma potete essere certi che, anche se Binaghi dovesse essere sostituito non ne arriverà un altro uguale a lui ed al suo predecessore Galgani?
    È una carica politica e quindi, come nelle migliori tradizioni italiane, soggetta al mantenimento della poltrona più che al miglioramento del tennis italiano. Il fatto stesso che andrebbero cambiati drasticamente i presupposti sine qua non della FIT per cui l´Italia è un paese di terraioli e più terra c´è e meglio è, continueremo a remare nelle retrovie.
    La terra battuta è la maledizione del tennis italiano. Un esempio? Giocare i play off di Davis a Genova è stata un scelta clienterale e lobbistica. La Svizzera ha uno dei migliori terraioli al mondo (Wawrinka nato sulla sabbia come tutti gli italiani poi pentitosi) e Federer che, fino a prova contraria è il nr. 2 della terra rossa al mondo. Mentre Seppi e sopratutto Bolelli sono ragazzi che si trovano meglio sicuramente sul veloce.

  2. antonio polasi scrive:

    Sono tante e tante le cose nuove apprese in questo articolo.
    Complimenti a Scanagatta .
    Pur essendo impegnato in un circolo ignoravo i meccanismi che regolano la federazione. E’ la solita storia. Chi detiene il potere fa di tutto per non perderlo usando tutti i mezzi a disposizione.

  3. Nicola RF scrive:

    Finalmente una testimonianza giornalistica degna di tale nome. A me semplicemente sembra che chi fa le regole in questo strano paese o: a) non ha capito nulla di come sono fatti gli italiani. b) proprio per come sono fatti gli italiani agisce in modo che gli stessi ci capiscano il meno possibile (non è oggettivamente uno sforzo improbo). Io protendo per la seconda…
    E’ pazzesco che si imposti tutto lo sport italiano sull’apporto del volontariato e degli appassioni e non si fa altro che complicare a dismisura la vita di questi poveracci. Norme di elettorato attivo e passivo come queste, pongono un serio rischio di accesso al governo della res publica. E si perchè se così si impedisce l’ingresso ad un chicchessia qualunque, magari si impedisce anche una candidatura di rilievo e qualificata.
    Ma la domanda è un’altra: da cosa realmente scaturisce questa riforma? Dalla spinta a riguardo del CONI? Non credo eppoi non mi pare che ci siano stati problemi del genere in Fit (candidato unico l’ultima volta) e in pressochè tutti i CR. Dove sarebbero questi candidati strampalati? e quando ci sono stati (Tommasi era poi così avulso dal tennis?) mi pare che hanno sempre perso. Si blinda l’establishment in nome di cosa? mi pare che tutto ci sia in FIT tranne un problema di governabilità! Si sono potuti commissariare CR, sospendere atleti, adire le vie disciplinari contro dirigenti ecc… Il reale motivo mi pare essere evidente, qui ci si protegge, perchè non ci si fida di chi sta accanto… Gli oppositori, è tanto che non fanno più paura, evidentemente c’è un Fini anche nello staff di Binaghi, o forse il Pres. si fa un film a riguardo… chissà!. L’ultima considerazione amara del sottoscritto: è un periodo storico che in questo paese si fa fatica a capire l’essenza della democrazia fatta di confronto e di possibilità di alternanza e di controllo di organi terzi…
    Nel frattempo mi rileggo Fontamara di Silone e capisco che il mondo cambia alla velocità della luce, ma gli uomini che lo popolano sono sempre gli stessi e c’è sempre un “Impresario” di turno! Peccato

  4. ettore siani scrive:

    Un gran bel segnale al mondo dello sport quello lanciato da Scanagatta. Un Ente come il CONI che dovrebbe esercitare il controllo sulle Federazioni, in realtà, non controlla nulla. Presidenti che si inventano manager lanciandosi in pericolose avventure ( la TV). Per fortuna ci sono quelli come il Capri , schegge impazzite, che non si piegano al capobastone di turno o il giornalista indipendente che esprime il proprio pensiero in libertà.

  5. Fabrizio B. scrive:

    Articolo condivisibile. Norme che impediscono il cambiamento, al di là, dei valori di chi ricopre determinate cariche sono sempre un pericolo.

  6. Mirko's scrive:

    Ottimo articolo, finalmente un giornalismo d’inchiesta non timoroso del potente di turno.

  7. andrew scrive:

    se magari te ne accorgevi prima…oggi è il 12…

    a questo punto, non capisco neanche il senso del’articolo

  8. Sampras87 scrive:

    beh studiando diritto amministrativo mi viene da pensare che tale statuto e regolamento non rispettino molto lo scopo di buon andamento di tale federazione, essendo un ente autonomo (e non indipendente) la federazione penso che il Coni debba fare le sue valutazioni il prima possibile, anche se sfortunatamente sul campo amministrativo le decisioni sono lente macchinose e non sempre trasparenti….
    Grande Ubaldo comunque

  9. digno gianni scrive:

    Uno dei migliori articoli degi ultimi tempi. Non servirà per la giornata odierna dove tutto si approverà con il 100% dei voti ma servirà ad aprire gli occhi al Coni . Concordo con Scanagatta quasi tutto l’articolo. Non condivido il suo pensiero di Binaghi miglior presidente in circolazione. Un soggetto mai aperto al dialogo a tutto serve tranne che a formare il “gruppo” . Abbiamo bisogno di un uomo che crei una squadra vincente. Il suo modo di fare forse andava bene negli anni venti, ora crea solo malumori e fuga di giovani tennisti verso la Spagna.

  10. Godzilla scrive:

    La svolta, quella vera, sarebbe venuta dall’apertura ai professionisti, dal loro inserimento nel cuore della federazione, per farne con il tempo una struttura davvero manageriale e professionale. Si è scelta, invece, la strada opposta, quella di serrare le fila intorno ai dirigenti dilettanti, innalzando addirittura un muro intorno a essi (bravo Ubaldo per aver colto subito il senso), in modo che niente li possa scalfire per gli anni a venire, niente possa mettere in pericolo il loro potere. I signori della federazione non lo sanno, anche perché a loro interessa solo mantenersi in vita e perpetuare i viaggi gratuiti e quelle decine di altre cazzate che li fanno sentire importanti, ma hanno decretato la morte della federazione. Il tennis di oggi è professionalità ad alto livello, investimenti, agilità nel prendere decisioni, capacità di intuire le doti di un ragazzo al di là del tennis che pratica e dei risultati che ottiene, scambio di esperienze, intuizione nel sondare il futuro. Dare a un dirigente, chiunque esso sia, la possibilità di governare per venti anni significa, inevitabilmente, costruire un’impalcatura di potere che finirà per generare vizi, storture, amicizie interessate, raccomandazioni, perpetuazione degli errori. Ma a lorsignori di tutto questo non frega un accidente. Contenti loro…

  11. Godzilla scrive:

    Aggiungo una cosa, e non pensavo mai di poterla dire o scrivere. Binaghi il miglior presidente possibile? Viene dalla stessa cultura politica di Galgani, tenta di muovere le pedine come faceva l’avvocato fiorentino, ha accentuato però la violenza del contrasto, l’intolleranza alla critica, l’uso degli avvocati. Il suo è un potere fastidioso, autoritario, fondato sulla paura. Visto che l’ambiente sportivo non vuole cambiare e rigenerarsi, puntando al vero rinnovamento, fra i due , alla fin fine, scelgo Galgani. Almeno il fiorentino aveva classe.

  12. Drasko scrive:

    Grandissimo Ubaldo!
    Si e’ provveduto a dare informazioni su aspetti normativi, inerenti le modifiche statutarie, altrimenti non accessibili alla normale utenza.

  13. dario pepe scrive:

    Ubaldo , unica voce fuori dal coro. Hai smascherato il giochetto delle candidature impossibili e dell’appropriazione della giustizia sportiva, hai messo fine all’aureola di serietà di Binaghi declamata da Petrucci visto che non pubblica un bilancio da tempo immemorabile e cosa preoccupante hai ragionato sui conti della televisione che preannunciano nei prossimi tre anni un bagno di sangue per la Fit. Tutto in una volta. Coraggioso.

  14. luca scrive:

    in effetti mi sembra un pò tardino..

  15. angelica scrive:

    Ubaldo fa belle domande. Scanagatta da risposte interessanti.
    Bel articolo.

    Secondo me, un presidente di una qualsiasi federazione dovrebbe avere a disposizione al massimo 2 mandati di 4 anni. Due quadrienni olimpici sono sufficienti a dare una linea di sviluppo oppure a limitare un po’ i danni, se si sono prese cantonate. E poi se 2 mandati vanno bene per il presidente degli Stati Uniti, dovrebbe andare bene anche per una federazione sportiva.
    Cero che modificare le leggi per rimanerci praticamente a vita, fa venire i brividi.

  16. Filippo scrive:

    Bravissimo Ubaldo, non ero a conoscenza di questi aspetti, e in effetti c’è il rischio di trovare Binaghi per i prossimi 20 anni. Vorrei sapere una cosa, gli Internazionali d’Italia, la maggior fonte di introito per la FIT, sembrano non riuscire ad avere il nuovo centrale nemmeno per l’edizione 2010. E’ vero? La famosa copertura è prevista o no?

  17. marcos scrive:

    ringrazio ubaldo perchè ho letto cose che non conoscevo.

    i requisiti per la candidatura del presidente federale mi paiono simili a quelli richiesti per partecipare ad alcune aste, alle quali, per solito, partecipa uno solo, al massimo due. tutti sono liberi di partecipare, ma pochi hanno i requisiti per farlo.

    a prescindere dalle qualità e dai giudizi sugli uomini, ai vertici del settore pubblico sarebbe meglio garantire una certa alternanza. senza lo stimolo di una vera alternanza, per natura, il settore pubblico almeno rallenta, quando proprio non regredisce.

    partorire uno statuto con l’intento di cristallizzare la guida di un settore pubblico significa decretare il lento decadimento di quel settore. uno statuto simile aumenta il potere della guida, diminuendone i contrappesi.

    quando si ha tanto potere, è molto difficile accorgersi degli errori che si compiono, è molto difficile ascoltare la critiche costruttive, è molto difficile avvertire l’urgenza di migliorare le condizione del proprio settore. quando si ha tanto potere, infatti, non è necessario migliorare.

    auspico che il coni non ratifichi il sistema delle candidature proposto dalla federazione, imponendo sensibili cambiamenti.

    attendiamo aggiornamenti!

  18. pedrinho&luvanor scrive:

    Un grazie a Ubaldo per essere un giornalista solare , preparato e preciso nel rilevare le pericolose anomalie determinate dall’approvazione del nuovo statuto. Mi sono commosso e rattristato quando ho letto che Binaghi vive quasi permanentemente a Roma lavorando gratis in federazione per noi . Un sacrificio disumano. Io non avrei avuto questo spirito di sacrificio. Se fossi presidente avrei delegato tutte le rotture di scatole ai miei cento e passa stipendiati Fit occupando il resto del mio tempo a fare altro.
    L’ambiente lo conosciamo: in giro ci sono tante belle persone tra tenniste, ex tenniste, collaboratrici ecc..
    Da perfetto meridionale, con fame atavica, avrei curato piu’ le pubbliche relazioni. Meglio un Binaghi formato Stakanov dedito solo agli statuti, ai centri estivi, alla tv, al torneo di Roma, al nuovo stadio. Grazie Angelo.

  19. BB 1980 scrive:

    Possibile che Binaghi non abbia mai avuto un tornaconto economico tale da giustificare la sua strenua resistenza al mantenimento della poltrona a fronte delle critiche al suo operato e dei risultati del tennis italiano ??????
    Mica è seguace di Don Bosco ????
    Se poi non costa nulla, Binaghi può rimanere 100 anni presidente; l’importante è che i soldi li metta lui.
    E lo zio li metta di tasca sua per ripianare i debiti di supertennis.
    Tutto è bello, le iniziative meritorie; purchè chi le fa se ne assuma in prima persona le responabilità; anche economiche.
    Ad esempio, supertennis

  20. Ubaldo Scanagatta scrive:

    ha ragion andrew che avrei dovuto scrivere quest’articolo prima, ed era un paio di gg che ci stavo pensando e per trovare tutti quei dati un po’ ci ho dovuto mettere, ma a parte il fatto che non sarebbe cambiato nulla _ che tanto è il CONI semmai a dover verificare e ratificare lo statuto _ il tempo è tiranno e ho altre mille cose da fare. Ero poi curioso di vedere se qualcuno dei 200 (?…non li contati) dirigenti che ho visto oggi a Roma avesse realizzato qualcosa. Hanno avuto lo statuto in mano 10 minuti prima di entrare in assemblea, molti non l’avevano neppure visto prima (sebbene fosse sul sito FIT…quindi colpa loro), alcuni come Marco Gilardelli non aveva avuto la convocazione fino a un paio di gg fa. Venivano approvate le modifiche a blocchi, per alzata di mano, sempre all’unanimità, e non c’è stato un solo intervento di un dirigente che prima dell’approvazione del blocco finale che comprendeva appunto il sistema di candidatura si alzasse e dicesse la sua, avvertisse che magari uno sbarramento di 300 società era incongruo, esagerato. Mi ha fatto ugualmente piacere andareci, perchè ho rivisto tante persone, amici, gente per bene, quali sono quasi tutti…….proseguo dopo….
    Pensavo poi, ingenuamente, che qualcuno

  21. pedrinho&luvanor scrive:

    Ho letto sul sito Fit la relazione di Binaghi. E’ diventato come mio nonno:dice sempre le stesse cose. Anzi no. Il numero di spettatori di supertennis e’ arrivato a milioni di milioni. Strano. Leggendo i dati auditel supertennis arriva alla stratosferica cifra di 1330 spettatori al minuto….un po meno di teleHOT……

  22. giancarlo scrive:

    Complimenti per l’articolo, finalmente qualcuno che pensa con la propria testa e lo scrive - comunque il vero colpevole di tutto ciò è il CONI con il suo Presidentissimo - dovrebbe fare il controllore e garantire una vera democrazia sportiva in tutti i suoi aspetti : amministrativo, regolamentare e giudiziario; aspetta e spera si diceva un tempo! - Binaghi ha sempre fatto il bello e cattivo tempo con il benestare del CONI (non vedo, non sento, non parlo), così come succede in tante altre federazioni (leggere oggi l’articolo sulla Gazzetta di Palumbo a pag. 31) - vedremo se stavolta il CONI avrà da obiettare sulle norme statutarie approvate oggi; purtroppo sono pessimista ma chissà…
    PS : tra le norme di oggi c’è anche la pubblicazione del bilancio sul sito della FIT; speriamo che sia leggibile da tutti e non solo da espertissimi commercialisti.

  23. Ubaldo Scanagatta scrive:

    …prosegue dall’intervento di sopra: : avrebbe preso la parola, detto qualcosa. Ma l’atmosfera non era quella. Vi dirò, d’altro canto, che però proprio l’atmosfera era piacevole: vecchi appassionati di tutti i circoli riuniti, che avevano piacere d’incontrarsi, di farsi gli auguri di Natale. Gente che ama il tennis, che non ha apparentemente obiettivi personali (anche se immagino che dietro ad ogni elezioni di comitato regionale ci siano magari piccole lobby, cospirazioni, amicizie e inimicizie…ma ho incontrato anche il neo consigliere eletto, Mario Collarile, colui che ha in pratica messo mano allo statuto. Ho voluto conoscerlo e parlarci a lungo. Mi ha fatto un’ottima impressione. Persona preparata e sicuramente per bene. Lo statuto lui lo ha impostato _ ho saputo _ ma i numeri li ha decisi il consiglio. Lui per primo m’è sembrato assai perplesso su numeri di sbarramento così ampi. Ma certo la decisione non è stata sua. Altre cose ho da dire….ma a più tardi, purtroppo oggi è una giornata così….ho tutta una serie di appuntamenti e ….quando trovo dieci minuti scrivo sul mio amato sito nella speranza d’essere capito…a più tardi

  24. Ubaldo Scanagatta scrive:

    aggiungo postilla (anche per Godzilla….così fa pure rima): non ho scritto quest’articolo per incoraggiare il tiro al piccione, in questo caso Binaghi, ma per fare il punto su una situazione che anche quelli che sono andati a votare, in perfetta buona fede, non hanno probabilmente realizzato.
    La sensazione che la gente del tennis sia in genere grata per quanto fa Binaghi, o quanto ha fatto, m’è parso abbastanza diffusa.
    Certo preferirei avere relazioni davvero trasparenti che non dipingano tutto _ comprese le audience televisive per ora modeste _ come se fossero successi travolgenti. Con il consigliere Gasparini (mio ex avversario e in rarae occasioni anche compagno di doppio) _ e in presenza di Oronzo Pennetta, padre di Flavia_ ho avuto un vivace seppur amichevole scontro dialettico. Del quale riferirò, così come di altre cose…Da parte di Papà Pennetta ho notato solo un po’ troppa rassegnazione: “Che ci vuoi fare se il tennis maschile non decolla…?”.
    Gasparini mi ha garantito che si sta ripensando a tante cose…Mah, vedremo…e ne parliamo più tardi..

  25. laura scrive:

    Articolo e successivi post di Ubaldo molto interessanti soprattutto rivelano quanto il movimento tennistico italiano sia affidato a persone che pensano più al proprio orticello (soci in primis….)e che preferiscono alzare la mano per votare norme come quelle descritte pur di non avere guai con il presidentissimo.Avevo già mandato varie e. mail al C.O.N.I. riguardo alla trasparenza del bilancio federale e vedo che( forse) a qualcosa sono servite(illudersi un po’ fa bene!!).Invito quindi tutti ad inviare altre e.mail al C.O.N.I. su queste ultime trovate di Binaghi che determineranno una sorta di immobilismo dell’incancrenamento dei problemi del tennis italiano

  26. alex scrive:

    qui sono ancora troppo ricorrenti parole come ’soci’ ‘circoli’ ‘presidenti’ ‘amici’ etc….
    intanto nel tennis inteso come sport vero affondiamo sempre di piu’…
    ed e’ in fondo del tutto normale…

  27. david tesori scrive:

    Grazie a Ubaldo che tra mille impegni trova anche il tempo di sorbirsi una riunione sardobulgara per narrarci di norme ridicole che saranno approvate da un CONI ancora piu’ ridicolo .Una federazione fallimentare nella gestione del settore tecnico con dirigenti ex giocatori a livello poco piu che ricreativo che si ritengono capaci di creare “il campione” perchè loro sanno come si fa avendo giocato a tennis. Intanto se ne vanno in Spagna…Pennetta, Schiavone, Errani, Arnaboldi, Dentoni ecc.ecc. I nuovi emigranti. L’augurio per il 2010 è che questi dirigenti continuino a fare le loro feste ,le loro cene, i loro viaggi…lascino il tennis in mano ai Piatti, Castellani, Pistolesi ……..

  28. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Ringrazio chi si complimenta con me (ma il fatto che tanti lo facciano via mail privata…mi fa riflettere e anche preoccupare!). Ribadisco però che lo scopo di questo art. non è sparare a questo o quello, quanto tentare di favorire _ e stimolare voi a chiederla, ciascuno nel proprio piccolo _ la maggior trasparenza possibile. A difesa di tutti.
    Ho incontrato a Roma chi mi ha descritto come Binaghi abbia passato quasi tutti i lunedì e i martedì dei suoi primi anni di presidente fra giudici e avvocati per cercare di sistemare le 80 cause pendenti procurate dalla precedente gestione Galgani. E chi me lo raccontava era giustamente grato per queste incombenze di cui si era fatt carico Binaghi, incombenze che non danno nè lustro nè gloria (come magari una vittoria in Fed Cup che dipende da Binaghi fino a un certo punto…) ma devono essere state spaventose rotture di scatole. Binaghi non potrà vantarsene perchè nel mondo dello sport queste cose non vengono apprezzate come i risultati in uno Slam o in una Davis, però è giusto invece dargliene merito.
    Lo stesso Galgani, del quale io (pur essendone amico e consocio) ho sempre scritto che ha combinato soprattutto disastri negli ultimi dieci anni del suo governo (mentre i primi, sulle ali dell’entusiasmo erano stati più seri, più produttivi e meno condizionati dalla volontà di salvarsi la poltrona per gli anni che venivano……è forse proprio quell’amaro ricordo a farmi temere i governi blindati e sempiterni), ha fatto anche molti sacrifici sotto il profilo personale (familiare, professionale) per svolgere il suo ruolo di presidente per 20 anni e gli va riconosciuto. Così come gli va riconosciuto di non essersi arricchito sul serio a spese dei contribuenti o dei conti FIT (qualche accertamento lo ha subito, ma per sciocchezze più di tipo…etico che economico). Idem Binaghi.
    A Galgani non avrei dato la presidenza onoraria proprio per i guai che ha combinato, per la deplorevole organizzazione della raccolta delle deleghe, dei voti “comandati” per cui una regione veniva riconosciuta se aveva votato Paolo Galgani, un’altra se aveva votato Galgani Paolo, un’altra se aveva votato avv.Paolo Galgani, un’altra ancora Paolo avv.Galgani, un’altra avvocato per intero e stratagemmi del genere…di modo che ad elezione avvenuta era facilissimo individuare chi aveva tradito la causa e chi no, in base anche ai voti che appartenevano a ciascuna regione. E chi l’aveva tradita veniva…punita con sistemi che qualcuno mi ha detto oggi di temere che possano avvenire ancora oggi: commissariamenti, ripicche e dispettucci, mancate assegnazioni di gare, multe etcetera. Ma è anche vero che la carriera di avvocato penale di Galgani (era considerato uno dei più promettenti del Foro fiorentino da giovane) è stata fortemente… penalizzata (non è un gioco di parole) dal tempo che ha dedicato al tennis anche se non sempre al tennis con la T maiuscola.
    Idem credo si possa dire di Binaghi (che ha la fortuna di potersi permettere molto tempo libero grazie ad una famiglia benestante….ma non è giusto che uno debba essere ricco per fare il presidente d’una federazione) e di alcuni suoi consiglieri _ alcuni dei quali assai poco presenti nel primo quadriennio, perchè oberati dai propri impegni di lavoro (penso a Gasparini…per esempio), ma nel tempo favoriti dal progresso tecnologico che consente, con le mail, le chat, le videconferenze di restare in contatto quotidiano anche standosene nella propria città e nel proprio ufficio come un tempo non era possibile :”Io e Angelo Binaghi comunichiamo via mail anche 20 volte al giorno…” mi ha giurato Gasparini che _ dico la verità _ mi piaceva più come giocatore che come dirigente, ma credo di conoscere abbastanza bene per sapere che non mi racconta balle e che è onesto.
    Mi ha anche detto _ rovesciandomi però accuse similBinaghi del tipo “Voi giornalisti parlate e scrivete ma non fate nulla: perchè non proponete qualcosa di concreto….” _ quando ci si prova non ci ascoltano, ma non importa…. _ e dopo avermi garantito che “I Pia sono un successo” ( cosa quest’ultima riguardo alla quale confesso la mia profonda impreparazione: ne ho sentito dire anche male, per la verità…ma non è che io abbia potuto fare indagini approfondite….e se qualcuno non di parte le facesse per me, per noi, per Ubitennis, gli sarei davvero grato) : “Stiamo rimettendo mano a tutta la questione tecnica, vedrai…” . Queste parole, pronunciate semrpe da Fabrizio Gasparinida me riassunte, sono state udite anche da Oronzo Pennetta, presente a tutto il nostro colloquio. A me lì è scappata, da toscanaccio, la battuta: “Beh, dopo 10 anni era forse anche l’ora di ripensare un po’ a tutto…oppure considerate quel che è uscito dal centro di Tirrenia un successo e la situazione del tennis maschile e giovanile incoraggiante?”
    “Gaspare”, come lo chiamo io, ha replicato che la FIT non ha i soldi della Francia, dell’Inghilterra, dei Paesi che li hanno grazie agli Slam. Questo è un altro leit-motiv caro a Binaghi.
    Al che io ho replicato ancora: “Ma la Spagna lo Slam non ce l’ha neppure lei…” Gasparini: “Già, ma loro sono partiti prima, con i coach …e tutto il resto. Ci vuole tempo”.
    Ha ragione l’amico Gasparini…ci vuole tempo, solo che qui non si intravede un granchè. Bisognerà aspettare altri 10 anni se va bene?
    E poi _ gli ho chiesto _ se a noi mancano i soldi e quelli che ce l’hanno (Francia, Inghilterra) non hanno creduto di dover investire 2 milioni e 600.000 l’anno nella tv _ premesso che se io fossi un superegoista potrei aver più piacere a vedere qualche torneo in più in tv… che non avere dieci ragazzi in più a cercare di diventare campioni in qualche centro federale, Tirrenia o dove vi pare….ma egoista non sono: di tennis tutto sommato oggi se ne può vedere abbastanza in tv, o sui computer con lo streaming; sto parlando di tornei, di gare e non magari …rubriche come “circolando”….di quelle se ne può fare anche a meno se per averle si deve spendere uno sproposito_…. non sarà caro Fabrizio, caro Angelo… che la nostra strategia promozionale consiste nel compiere un passo più lungo della gamba e va magari al di là delle nostre modeste possibilità economiche?
    “E’ un problema di marketing, di strategie” mi ha detto allora Gasparini _ Io sono un uomo di marketing!”.
    “Infatti! Sono strategie che possono essere condivisibili oppure no _ ho risposto _ Io non ho neppure certezze che siano giuste, nè che siano sbagliate. Chiedo solo, proprio per poter esprimere giudizi corretti, minimamente approfonditi, che ci raccontiate le cose come stanno e non che ci si dica che la tv in 3 anni si autofinanzia se voi per primi sapete che non è vero, e non lo si crede possibile.
    Perchè siate credibili su questo punto basterebbe essere onesti nel descrivere, per intanto, la prima fase, quella sul primo anno: se aveste detto chiaramente, apertamente, c’è un disavanzo di gestione dopo un anno di 2 milioni e… (quel che è), ma contiamo di recuperarne X nel secondo anno, per cui restermo sotto complessivamente di Y, e poi recupereremo Z nel 2011 per cui il disavanza calerà a W oppure sarà colmato…..beh nessuno avrebbe dubitato del fatto che certe affermazioni possano essere iper-propagandistiche
    Insomma se uno sa che per 3 anni _ è una pura ipotesi che avanzo a titolo d’esempio _ la FIT investe nella TV 9 milioni di euro (con 6-7 di disavanzo presumendo che i costi crescano e magari crescano maggiormente ritorni….) costui potrà ritenere con dati alla mano
    A) che il gioco valga la candela perchè i giovani grazie a questi programmi televisivi in più si avvicineranno maggiormente al tennis
    B) no, meglio sarebbe investire quei 9 milioni in centri d’allenamento, in coach di grande esperienza, in finanziamenti per l’attività agonistica di un numero maggiore di giocatori di quelli (purtroppo pochissimissimi) che si riesce a seguire oggi.
    La scelta A è quella che nel mondo è stata fatta soltanto dalla FIT.
    La scelta B è quella che hanno fatto tutte le altre federazioni.
    Questo non significa che la FIT sbagli. Magari è meno miope, è più lungimirante.
    Io dico solo che a chi segue il tennis, dirigenti, giornalisti, tecnici, genitori, figli aspiranti a a diventare professionisti, deve essere dato il modo di analizzare sulla base di dati certi, veri e non magari (dico magari….) propagandistici, la situazione, per potersi fare un’idea, per poter esprimere un giudizio intelligente e non preconcetto sulle strategie adottate da questa dirigenza. Dando per scontato che scelga le sue strategie in buona fede. Se si riveleranno sbagliate, almeno da parte mia, non ci saranno sentenze di condanna.
    Chi fa _ come dice Gasparini _ ha più chances di sbagliare di chi critica senza fare. Ma l’obbligo morale della trasparenza resta. Sarebbe molto stupido _ a meno che io mi fossi espresso molto male _ chi pensasse che io sia per principio contrario all’esperimento televisivo. Non è così. E’ stato presentato come un esperimento coraggioso (e certo lo è), quasi folle (speriamo non lo sia), innovativo (verissimo).
    Però non ci si tagli alle spalle per cocciutaggine la possibilità di una ritirata strategica laddove ci si accorgesse che i risultati di un investimento così pesante non compensano quelli che si potrebbero fare direttamente sulla parte tecnica, ad oggi certamente quella più fallimentare dell’attuale conduzione.
    E’ giusto aspettare ancora un po’, in un anno e nemmeno in due non si poteva pensare di fare miracoli. Però un paio d’anni, se anche il bilancio del’avventura televisiva restasse in passivo e al contempo migliorasse, dovrebbero bastare per capire il trend, per capire se conviene insistere o se invece (lasciando da parte le questioni di orgoglio personale) sarà meglio cambiare strategia. Prego tutti soltanto di una cosa: raccontateci, via via, le cose come stanno. Già la politica nazionale ci riserva quotidiane delusioni, si sia di destra oppure di sinistra. Che almeno quella sportiva, federale, non ci amareggi allo stesso modo. Grazie a tutti quelli che hanno la pazienza di seguirmi su questo sito che, scusate l’immodestia, pur occupandosi al 95 % di tennis giocato (e forse proprio per quello) svolge un servizio agli appassionati che nessun giornale è in grado di offrire. Io ci tengo moltissimo a mantenere la mia autonomia e indipendenza di giudizio. Sarei felice di ospitare interventi di un colore e di un altro (anche se vedo che per ora si sono mossi soprattutto gli oppositori dell’attuale federazione…e amerei invece vedere maggior equilibrio e più informazioni piuttosto che critiche, talvolta preconcette) e toccherei il cielo con un dito _ giuro _ se qui anzichè inviare commenti anonimi scrivessero persone che hanno l’autorevolezza e il coraggio di firmarsi con nome e cognome. Ciò detto…(non è la prima volta) non mi faccio soverchie illusioni. Però se si chiede trasparenza, bisognerebbe anche darla.

  29. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Vorrei anche aggiungere che il problema di uno statuto che ha messo questo muro a chi si candida…non è un problema che riguarda solo l’era Binaghi, a proposito del quale ho fatto volutamente un titolo un po’ provocatorio. Ma anche il dopo, quando che sia: non è proprio giusto costringere un candidato a cercarsi l’appoggio di 300 società in cinque regioni diverse. 50 società avrebbero dovuto essere piàù che sufficienti. Perchè questo statuto _ se ratificato dal CONI _ resterà in vigore anche quando non ci saranno più nè Binaghi, nè Scanagatta, nè _ toccate pure legno _ molti di coloro che ci leggono.
    Voglio anche segnalare che io ho scritto di 1874 club aventi diritto al voto, perchè questo avevo ricavato ieri dal sito FIT. Mi è stato scritto, email privata che in realtà sarebbero 2576, divisi in tre fasce:Fascia A (tre voti a disposizione): 142 club, Fascia B (due voti): 560 club, Fascia C (un voto): 1874 club. Ciò significherebbe una percentuale più ragionevole. Ma 300 deleghe da circoli sarebbero sempre troppe. E 600 per due candidati idem. Un’altra mail mi fa notare un altro punto dello statuto sfuggitomi (ma purtroppo sul sito FIT lo statuto con le sue modifiche non lo trovo più. NON POTEVANO LASCIARCELO ANCORA UN PO’? e rischio di essere mio malgrado impreciso: mi si segnale che per l’eventuale elezione del presidente al terzo mandato si parla del 55% dei voti, ma solo dei voti validi….il che si traduce per solito in poco più del 40 per cento. Un po’ pochino per chi, al potere da tempo, ha sottocontrollo mille strumenti di gestione. Che assolutamente non avrà chi si presenterà per la prima volta.

  30. relazione di angelo binaghi scrive:

    LA RELAZIONE DI ANGELO BINAGHI SULL’ ASSEMBLEA NAZIONALE A ROMA DEL 12 SETTEMBRE
    “Per il settimo anno consecutivo i numeri sono tutti in crescita - ha detto il Presidente della FIT - dai tesserati a quelli degli Internazionali BNL d’Italia. Abbiamo rinnovato la convenzione con la Coni Servizi, che ci sta anche mettendo a disposizione un magnifico stadio nuovo per il tennis da oltre diecimila posti, fondamentale in vista del combined event del 2011. Nonostante la recessione la Federazione ha deciso di tornare a gestire direttamente i Centri Estivi FIT, restituendogli una connotazione prettamente tecnica: sono di nuovo una tappa fondamentale della crescita de nostri giovani e, ripeto, nonostante la recessione nel 2009 c’è stato un incremento di presenze del 20 per cento”.
    Quindi Binaghi ha parlato dei risultati sportivi. “Quest’anno le nostre ragazze ci hanno regalato successi eccezionali, è stata una stagione da record. Dieci finali nel circuito WTA con quattro vittorie, due quarti di finale nei tornei dello Slam con Francesca Schiavone a Wimbledon e Flavia Pennetta agli US Open. La stessa Schiavone ha conquistato a Mosca il torneo più importante mai vinto da una nostra tennista, mentre Flavia Pennetta, figlia di un nostro dirigente, dato questo molto importante, è stata la prima italiana ad entrare tra le top ten della classifica mondiale. Poi il secondo titolo di Fed Cup con la squadra composta anche da Sara Errani e Roberta Vinci. Le ragazze stanno dando un’immagine straordinaria del nostro sport e riportando il tennis in prima pagina nei giornali. Noi saremo sempre al loro fianco”.
    Binaghi ha parlato anche del settore maschile: “Abbiamo ancora qualche problema: continuiamo ad avere 5 giocatori nei primi 100, ma non riusciamo ad esprimere un grande campione. Stiamo affrontando le problematiche, intanto abbiamo recuperato un giocatore importante come Bolelli. Non solo alla Coppa Davis e al tennis, ma rispetto ai valori e ai principi ai quali si ispira la Federazione. Questo credo sia molto importante”.
    Infine Binaghi ha parlato dei grandi risultati conseguiti da “SuperTennis”, la tv della FIT, nata nel novembre 2008. “L’anno scorso, in piena recessione, abbiamo deciso di essere la prima federazione al mondo a lanciare un tv monotematica per promuovere il proprio sport. Oggi possiamo dire che il nostro progetto ha avuto successo andando a colmare una lacuna. Un’iniziativa che, al di là dei numeri di assoluti rilievo, ha permesso di innescare un circuito virtuoso nell’ambito di tutte le tv nazionali. Un dato, ha sottolineato Binaghi, testimoniato dalle rilevazioni effettuate nella scorsa primavera da Makno, uno dei più innovativi istituti di ricerca di mercato mirante ad analizzare il pubblico (quello televisivo ma anche quello di internet e dei social network). “In un solo anno, secondo la ricerca della Makno - spiega il Presidente della FIT - i telespettatori del tennis sono l passati da 3,1 a 5,9 milioni. Un’impennata clamorosa, dovuta non solo alla nuova offerta del nostro canale. La nostra presenza ha scatenato una gara tra le altre televisioni, Rai, Sky, Mediaset, che hanno aumentato la propria offerta di tennis e hanno coperto in pratica tutte gli eventi. Il nostro non è mai stato l’obiettivo di fare una tv commerciale, ma quello di far tornare il tennis in tv”. Il prossimo passo è continuare a crescere, come ha confermato Binaghi: “Abbiamo acquisito i diritti degli incontri di Coppa Davis della squadra italiana in casa. Abbiamo anche acquisito i diritti del World Group: la finale il prossimo anno la vedremo quindi sul nostro canale tv. Aumenterà anche il numero di tornei dei circuiti maschile e femminile che SuperTennis trasmetterà in diretta nel 2010″. Ne circuito maggiore da 11 passeranno a 24, di cui 15 ATP e 9 Wta.

    Il Presidente FIT Angelo Binaghi

  31. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Vorrei precisare che non mi ha scritto Angelo Binaghi, ma che ho inserito io _ per vostro comodo _ la sua relazione e quanto ha elaborato il suo ufficio stampa. Dopo di che, con il vostro permesso, essendomi alzato alle 7 per prendere il treno e andare all’assemblea di Roma per dare un seguito al mio articolo di ieri (cercando di capire e trasmettere gli umori della…piazza), poichè adesso sono le 3,21 del mattino dopo…me ne vado a letto. E domani pomeriggio, anzi oggi, dedicherò 90 minuti alla mia Fiorentina che già tante soddisfazioni mi ha dato qualificandosi per prima (meglio di Milan, Inter…per non parlare della Juve disastrata di questi tempi…) in Champion’s League. C’è il Chievo, per i viola, e oggi mi fa paura quasi quanto il Liverpool. il calcio non è mica sport serio come il tennis…(questioni assembleari e statutarie a parte)

  32. pedrinho&luvanor scrive:

    Anche con il progresso tecnologico che consente, con le mail, di restare in contatto quotidiano rimane il problema comunicazione. Lo dice Gasparini :”Io e Angelo Binaghi comunichiamo via mail anche 20 volte al giorno”. Tra amici si usa molto il dialetto. Gasparini usa il napoletano . Binaghi usa il sardo.
    Purtroppo .il programma traduttore simultaneo di Google riconosce solo l’inglese, il francese, il tedesco ecc…niente sardo o napoletano. Va a finire che ad ogni mail di Binaghi , Gasparini da dieci anni risponde con la stessa mail di chiarimenti: Angiole’… nun capisc’ na mazz’…s’ po’ sapè che azz vuo’ da diec’ ann’.

  33. Nicola RF scrive:

    Caro Ubaldo
    in primis mi domando se il recupero di Bolelli visto i risultati attuali, in realtà sia una perdita!
    Secondo, complimenti per i tuoi interventi, si vede, anche dalla tua prolissità che l’argomento, finalmente, ti appassiona.
    Cerco di essere breve: credo che dobbiamo stabilire dei punti fissi da cui partire. La maggior parte dei critici dell’attuale gestione federale (in assoluta maggioranza tra gli affiliati e i soci) non trova rappresentanza “politica”. Non c’è un circolo in cui uno va, in cui non si parli di quanto la Fit sia un peso nelle tasche e anche nelle risorse di tempo ed energie sprecate. Sostengo questo perchè di circoli ne frequento tanti. Ora se il Presidente prende il 90%, allora c’è qualcosa che non va, democraticamente. Eppoi lo sai anche te che è così, dalle mail che ricevi, e dagli interventi nel blog.
    Le critiche sono: crescita delle tariffe, interventi esagerati della giustizia sportiva su questioni risolvibili semplicemente con una sana gestione di indirizzo amministrativo, mancanza di assistenza e funzionamento dei CR, mancanza di giocatori che si fanno valere in Master 1000 e Slam.
    La domanda non è se le critiche siano giuste o meno, ma perchè a queste critiche non venga permesso di palesarsi in opposizione palese, faccia a faccia.
    Non me ne importa un H se si è fatto quello o questo, la prima parte del tuo post, la contesto nel merito! Anche durante il Fascismo si sono fatte cose buone, forse anche Stalin, Pinochet o altri (per carità estremizzo, non stò paragonando il Pres. a questi dittatori), avranno fatto qualcosa, magari accidentalmente di buono, ma qua dobbiamo metterci daccordo se la procedura seguita è democraticamente corretta. Io credo di no!
    E ti dirò, perchè, nella tua mail… proprio perchè abbiamo a che fare con gente vendicativa, e scusate, ma da volontario, già di problemi ne ho avuti troppi!!!

  34. Avec Double Cordage scrive:

    complimenti per questo spunto, molto informativo, il giornalismo dovrebbe essere soprattutto questo. Concordo che Binaghi in questo periodo è molto probabilmente la persona più capace tra quelle che potrebbero ricoprire il ruolo di presidente della federcircoli, sicuramente ha anche i suoi lati negativi (i casi Farina, Pistolelli, Russocapri, Seppi) alcuni anche di una certa rilevanza, ma anche se si potrebbe fare molto di più e meglio per il tennis in Italia trovo che alla fine della giornata la somma sia positiva soprattutto perché la federcircoli logicamente pensa prima al bene dei circoli e solo in secondo o terzo luogo al benen del tennis in italia.

    Rimango dell’opinone che al giorno d’oggi mandati di 4 o 5 anni non siano più al passo con la velocità dei cambiamenti, trovo che attualmente il giusto compromesso per degli incarichi rappresentativi e governativi sia un mandato della durata di 3 anni ed un massimo di 3 mandati consecutivi (quindi 9 anni al massimo se uno è proprio un genio del management e non solo il menopeggio) con l’impossibilità di ricandidarsi per lo stesso ruolo (o un ruolo ufficiale di importanza minore) dopo un elezione persa svolgendo il ruolo per il quale ci si candida. Specialmente in questo paese nostro pare che certe persone siano indispensabili et insistituibili quando invece bloccano solo il ricambio e progresso

  35. Avec Double Cordage scrive:

    ah dimenticavo, mi pare abbastanza interessante conoscere i dati di ascolto della finale di coppa davis trasmessa su rai sport più, è chiaro che si poteva vedere solo in alcune regione (lazio, piemonte, sardegna, trentino altodaige che io sappia) e non in tutta italia, ma era coinvolto Nadal e questo potrebbe aver significato qualcosa.

    Aggiungo che ovviamente i casi che ho elencato precedentemente sono solo alcuni degli aspetti negativi della gestione Binaghi, sicuramente ci sono anche altre pecche, ad elencare i lati positivi mi pare che ci siano già altri con mezzi anche importanti (TV, riviste, etc.) quindi tralascio tranquillamente.

  36. BB 1980 scrive:

    Relativamente alle critiche senza proposta, sono d’accordo con Scanagatta.
    Dunque, perchè non considerare le federazioni sportive come delle organizzazioni aziendali ????
    Esemplificando, se la FIT ha un bilancio che ne definisce sinteticamente la dimensione, perchè non ingaggiare un manager che sia retribuito in linea con quelle analoghe di aziende di dimensioni assimilabili ?????
    Solitamente, quando un’azienda è cronicamente in crisi cambia l’AD, o CEO che dir si voglia.
    Facendo un esempio eclatante, GM è alla ricerca di un nuovo CEO, dopo le dimissioni di Henderson.
    GM ha sfoltito il numero di brands, come Pontiac ed Oldsmobile che non erano più redditizi.
    FIT potrebbe seguire l’esempio eliminando supertennis.
    E cambiando…… CEO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Cosa ci sarebbe di strano ????

  37. TCC'75 scrive:

    Sicuramente non mi sorprendo, non mi scandalizzo e non faccio i complimenti a Scanagatta, che ha solo fatto il suo lavoro.
    Questo sistema fa schifo, non funziona e non può funzionare. Potremmo candidarci in 40 ad ogni elezione o essere costertti a votare ogni volta il candidato unico, la solfa sarebbe la stessa.
    Io non me la prendo neanche con Binagi che è un burocrate, un politico. Mi scandalizzo invece che la FIT abbia 200 e passa dirigenti. Ma a che pro? Ma a cosa servono? A chi rendono conto?

    Infine voglio rispondere a Sampras87: da uno che lo ha studiato tempo fa il diritto amministativo, lasciati dire che se la P.A. italiana dovesse esser retta realmente da principi di buon andamento e imparzialità, non basterebbero i cittadini residenti in tutto il paese a lavorare per i vari enti, perchè ogni 6 mesi dovrebbero esser licenziati 30 mila tra dirigenti, funzionari e dipendenti!

  38. Pedrinho&Luvanor scrive:

    A volte i dirigenti Fit sono meglio degli autori di zelig -senza saperlo:
    “Abbiamo ancora qualche problema nel settore maschile” dice il Capotecnico . Qualche? Possibile che ancora non ha capito che quello E’ il problema. Come diceva giustemente Scanagatta prima di aprire una tv forse era meglio concentrare le risorse nel settore tecnico. La storia che gli altri hanno i soldi fa ridere. Se in Fit non hanno soldi perchè si sono buttati nella TV ?

  39. Tiamat77 scrive:

    La MERITOCRAZIA è merce rara in Italia e la cosa peggiore è che ci stiamo abituando a questa situazione con il risultato che non si lotta più per cambiare le cose.

    Il problema è che le poltrone in Italia sono troppo comode!!!!

  40. egizio scrive:

    Cavolo Ubaldo!!!! Ma lo sai mi hai rubato l’idea?? Pensa che anche io avevo pensato di intervistare me stesso… il problema è: a chi fregherebbe leggere un’intervista fatta a me? ti rispondo io, a due “personaggi”: a mio padre (forse) e al mio gatto… Invece, tu caro Ubaldo… Non è vero quando dici “un’intervista fatta a me non la leggerebbe nessuno”. Vedi? Ora ne hai prova ;-) Io comunque rimango sempre a disposizione. Mi basterà un cenno. Appena deciderai, verrò subito a Firenze ad intervistarti. Ciao. egizio

  41. Luca scrive:

    Credo che il ruolo di un giornalista sia quello di informare con obbiettività. Tu con questo articolo lo hai fatto in modo sublime. Non so se interessi ai più però puoi consolarti col fatto che hai esercitato la professione nel modo migliore.

  42. Fabio scrive:

    @BB 1980
    Il paragone che fai è improponibile.
    Le organizzazioni aziendali hanno per definizione fini di lucro e questo non può certo essere per una federazione sportiva.
    [ironia on]
    O magari, pensandoci bene, lo potrebbero pure fare …
    Io mi propongo come manager. Strapagato naturalmente, con fior di bonus.
    Licenzierei subito un pò di gente, anche padri di famiglia, chissenefrega.
    Tanto per far vedere nei primi esecizi di bilancio dei buoni risultati.
    E prendo i miei bravi bonus.
    Aumenterei le tasse per i circoli, quelle di iscrizione ai tornei, farei una SuperTennis migliore però a pagamento.
    Soprattutto mi metterei d’accordo con tutte le altre federazioni. Che facciano altrettanto.
    Poi magari vendo a qualche privato qualche pezzo …
    Certo dopo tre anni affosso tutto lo sport italiano.
    Ma a me che me ne frega. Io sono un manager. Me ne vado, con la mia milionaria liquidazione.
    [ironia off]
    Vogliamo questo ?

  43. BB 1980 scrive:

    @ Fabio
    Allora affidiamo la FIT ai Salesiani.
    Penso che un Bollettieri vada pur retribuito se porta a casa risultati.
    Se Binaghi è il Bollettieri italiano, è giusto che sia retribuito conseguentemente : lo è ???????
    Potrebbe essere altresì interessante verificare le quotazioni dell’attuale presidente FIT mettendolo sul mercato del lavoro e verificandone le potenzialità d carriera nell’ambito delle sue specifiche competenze : quali sono ????????

  44. cesare barbano scrive:

    Fabio vogliamo una Fit che sia la nostra Fit e non quella di una sola persona. Vogliamo una Fit con i conti pubblici e non conosciuti da una sola persona.Vogliamo un campionato di serie A deciso dalle società che vi partecipano e non da una sola persona. Vogliamo una Fit dove si puo’ esercitare pubblicamente il diritto di critica senza essere perseguitati da una sola persona. Vogliamo che la Tv sia di tutti e non di una sola persona. Vogliamo che il torneo di Roma sia di tutti e non di una sola persona. Vogliamo una Fit con una giustizia sportiva indipendente e non di una sola persona. Vogliamo una Fit con le regole scritte da tutti e non da una sola persona.

  45. Fabio scrive:

    @BB 1980
    Bollettieri è un privato, che sta sul mercato per fare i soldi !
    Se sei un giocatore di suo interesse stai nella sua accademia e lui ha il suo guadagno. Se non sei un giocatore di suo interesse stai nella sua accademia lo stesso, basta che paghi.
    Bisogna che ci mettiamo d’accordo su quali siano i compiti di una Federazione.
    Secondo me è quella di allargare la base dei praticanti.
    Per altri è quella di creare il campione.
    Per altri ancora entrambe le cose.
    Binaghi dice che i praticanti sono aumentati. Io non ho i mezzi per verificare.

  46. Fabio scrive:

    @Cesare Barbano
    Evidentemente quelli che vogliono tutte queste belle cose che elenchi non votano o votano comunque per Binaghi. O probabilmente vogliono altre cose. O magari sono tutte pecore che danno la loro delega in bianco. Allora, evidentemente, hanno il loro interesse a stare in questo sistema.
    E comunque non c’è solo la Fit …
    C’è la UISP, la CSI …

  47. Pedrinho&Luvanor scrive:

    Date una mano a Capone. Una norma FIT ridicola gli impedisce di giocare la prossima serie A. Aderite su facebook al gruppo “Solidarietà Per Capone”. In un giorno piu’ di 200 iscritti.

  48. no bulgaria... scrive:

    Ma perche nessuno dice cio che dicono tutti i circoli d’italia e tutti i dirigenti dei circoli….cioe che sembra di stare in Bulgaria…..ma non quella di adesso ma quella di 30 anni fa…dove le riunioni federali per cambiare le regole vengono indette in orari, sedi e date quantomeno fantasiose..che qualsiasi voce fuori dal coro viene immediatamente cancellata da azioni di giustizia sportiva creando il panico tra gli adetti ai lavori che nella maggior parte dei casi sono persone che lo fanno per amore dello sport…che il nostro settore tecnico fa acqua…che super tennis lo vedono 800 persone al giorno…beh…che dire..forse sarebbe il caso CHE SE NE ANDASSE INVECE DI RESTARE

  49. Zacchi Biadene scrive:

    caro Ubaldo, ma di che ti stupisci! la poltrona inamovibile è una prassi del movimento sportivo mondiale, da sempre. Vuoi ricordare ai tuoi lettori che: Giulio Onesti è stato Presidente del Coni per 32 anni consecutivi (dal 1946 al 1978), Anton Julio Samaranch del CIO per 21 anni consecutivi (dal 1980 al 2001), Joao Havelange Presidente della FIFA per 24 anni (1974-1998) e sono ben avviati su questa strada anche Blatter, Petrucci e RicciBitti che hanno superato tutti già i 10 anni di onorata carriera nelle loro cariche. E pensare che il Presidente degli Stati Uniti non può essere rieletto per più di 2 mandati (8 anni). Quando ancora negli anni 70-80 mi occupavo di politica sportiva già si denunciava questa anomalia, ma purtroppo nulla è cambiato. E a poco servono le discussioni intorno alla competenza o alla remunerazione per l’incarico. Queste sono condizioni essenziali, prerogative che ogni persona deve avere per poter svolgere proficuamente il proprio lavoro, qualunque esso sia. Ma anche nello sport deve essere rispettato un principio imprescindibile di democrazia che deve vedere l’alternanza di personaggi, idee, proposte. Solo così cresce un movimento. Comunque bravo! L’informazione è il sale della democrazia.

  50. gabriele Penna scrive:

    Ubaldo perchè in Fit non dicono le cose come stanno senza spargere bugie .
    Il nuovo stadio sarà senza tetto nel 2010, la televisione per ora la vedono in pochi, la serie A non decolla. Quello che preoccupa e’ la mancanza di idee nel sttore tecnico. Pare che l’unica novità nel 2010 saranno i raduni regionali , è un’idea che puzza di vecchio prima di partire .

  51. Otello Lorenzi scrive:

    “Mercato” è un termine che evoca molte suggestioni, una parola che vorrebbe intendere un concetto assai ampio. In realtà, “mercato” è un termine che non ha alcun significato, ma è utile solo a nascondere l’esistenza di gerarchie sociali, economiche e politiche che detengono un potere assolutamente incontrollato sulla società mondiale intera. La mitologia del “mercato” copre una realtà economica e politica nella quale il potere delle oligarchie è garantito da una quantità sterminata di protezionismi d’ogni genere.
    Il “mercato” dello sport, come qualsiasi altro, è nelle mani di affaristi privati. Lo sport professionistico si alimenta di operazioni commerciali senza alcuna concorrenza, perché i proprietari delle diverse società, che a vario titolo sono in questo business, si spartiscono gli enormi profitti che ne derivano. Tutti loro ne traggono vantaggio, perché i costi vengono pagati dal pubblico (che consuma spettacoli, gadget e abbigliamento connesso), dal lavoro di coloro che dipendono (in modo palese oppure occulto) da queste società, e molto spesso dai contribuenti tutti. L’istituzione politica è preposta al mantenimento di questi privilegi, e mai al loro smantellamento, semplicemente perché qualunque politico di professione dipende da gruppi affaristici.
    L’Italia, più ancora degli altri paesi europei, è soggetta al potere degli Stati Uniti e dell’Alleanza atlantica. Le gerarchie sportive rispecchiano inevitabilmente quelle delle diverse nazioni. Le maggiori multinazionali mondiali sono anglo-americane, svizzere e francesi. I russi sono superproduttori di materie prime. I paesi sudamericani stanno sfuggendo al controllo statunitense, perché i loro soci in affari, Russia ma soprattutto Cina, hanno sapientemente creato intorno a loro una fitta rete di protezioni.
    Il vero continente scomparso oggi è dunque l’Europa, che paga un tributo enorme allo strapotere anglosassone in primo luogo, ma subisce anche le conseguenze della lotta infinita fra statunitensi da una parte e russi e cinesi dall’altra.
    Come potrebbero dunque i tennisti italiani usufruire del necessario humus per imporsi a livello mondiale? Che senso hanno dunque queste divagazioni intorno alla figura di Binaghi? Ci fosse chiunque altro cambierebbe qualcosa, visto il contesto?

  52. pedrinho&luvanor scrive:

    SI

  53. pedrinho&luvanor scrive:

    @Otello- Ho chiesto a Putin e Obama. Hai ragione, anche cambiando Binaghi non cambierebbe nulla. I due presidenti stimano il collega italiano.

  54. Otello Lorenzi scrive:

    In un certo senso hai ragione, pedrinho&luvanor. Cambiare Binaghi, che suscita così tanta riprovazione nell’opinione generale, sarebbe utile a frenare i sentimenti contro la Federazione. Creerebbe una distanza fra finzione e realtà. Un po’ come è successo con l’elezione di Barack Obama. La sua ascesa alla presidenza degli Stati Uniti ha determinato nuove speranze in un cambiamento positivo della realtà mondiale. E anche in coloro che erano diffidenti, alla fine ha prevalso il sentimento contro Bush. Il fatto è che i presidenti di qualsiasi cosa, nazione, istituzione o azienda, non si eleggono da soli, ma vengono nominati per rappresentare gli interessi delle parti più potenti economicamente. In qualsiasi circostanza.
    Per queste ragioni, l’elezione di qualunque presidente è semplicemente una operazione di pubbliche relazioni. Gli eletti a queste cariche possono essere dirette emanazioni del potere economico, come nel caso della coppia Bush-Cheney, oppure presidenti di facciata, come lo è stato Reagan e come è Obama. Ma la sostanza non cambia. Infatti, le promesse elettorali dell’attuale presidente americano si stanno rivelando tutte illusorie. Non potrebbe essere altrimenti, visto che i presidenti sono tutti sportelli delle stesse banche: Fondo Monetario Internazionale e Federal Reserve. Che sono banche private, non pubbliche come crede la stragrande maggioranza delle persone. Esattamente come la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea. Banche private, che fanno ovviamente gli interessi di potentissimi gruppi privati di affari.
    Ti pare perciò, pedrinho&luvanor, che un altro presidente di un’istituzione economica (tutte lo sono, nel loro piccolo o grande, anche gli istituti cosiddetti di carità) potrebbe fare gli interessi della gente comune? Magari sarebbe più simpatico, come Obama, ma questo potrebbe rivelarsi anche un male peggiore: perché la finzione farebbe cadere pure le già minime resistenze che un arrogante tende invece a scatenare.
    Per concludere, tutte le opposizioni a una qualsiasi istituzione tendono storicamente a commettere immancabilmente lo stesso errore: suddividere gli interventi a fettine. Mentre tutti i problemi sono sempre riconducibili alla stessa matrice: il potere assoluto, spietato e incontrollato dei gruppi di affari in qualsiasi attività economica.

  55. pedrinho&Luvanor scrive:

    Otello- Non ne so spiegare il motivo. Potendo scegliere tra Obama e Binaghi opterei per il primo. Scelta incomprensibile. Due leader arrivati ai massimi livelli parterdo con pesanti handicap storici. Uno nero e l’altro sardo. Entrambi in calo di consensi ,forse, per colpa anche dello staff che li circonda. In effetti , Hilary e Verdina non contribuiscono a creare quell’alone magico che aveva per esempio un Kennedy.

  56. BB 1980 scrive:

    @ Otello Lorenzi
    Sinceramente, non capisco il paragone fra proprietari di multinazionali e presidente FIT; è come paragonare la moto di Valentino Rossi ad un monopattino.
    Se uno opera bene a qualunque livello è giusto che abbia il suo tornaconto economico.
    Se uno invece opera male, e perdipiù persegue attraverso una carica elettiva e non meritocratica interessi propri e del proprio clan familiare, non si meravigli di essere esposto ad una periodica gogna mediatica.
    Esemplificando, Ferdinand Piech perseguirà obiettivi propri e tutelerà alla grande i suoi interessi, ma la Volskwagen di cui lui è leader incontrastato ha come obiettivo quello di diventare no 1 fra le case automobilistiche.
    Piech era capoprogetto della Porsche 917, quella che annientò le Ferrari 512 nell’endurance e costrinse la casa di Maranello a battere in ritirata dedicandosi solo alla F1; è colui che ha rilanciato l’Audi e introdotto le Quattro.
    Altri invece hanno sempre gozzovigliato in enti regionali sostenuti storicamente dalla cassa del Mezzogiorno e basato il proprio modus operandi su rapporti politici locali.
    Piech sarà pure un oligarca, nipote com’è di Ferdinand Porsche, ma ha capacità fuori del comune.
    Altri invece pensano di essere degli oligarchi per tradizione familiare e sono unicamente dei pigmei. Per tradizione familiare.
    Mi viene difficile pensare che un ingegnere che ha una monoesperienza lavorativa in un ente regionale che ha sempre operato in regime assistenzialista possa essere il Ferdinand Piech della situazione.
    Chiaro che il discorso ha unicamente carattere generale e esemplificativo.

  57. Avec Double Cordage scrive:

    @Otello Lorenzi
    cavoli, nei tuoi ultimi due interventi hai scritto esattamente alcune delle cose che vado dicendo da anni quando si toccao questi argomenti. Il problema di fondo è il sistema monetario del quale siamo schiavi, ma è mascherato talmente bene che qui da noi (i paesi del primo e secondo mondo) si ha difficoltà a riconoscere questa fregatura, anche perché tutto lo sfruuttamento ai danni degli altri ha (e questo per secoli) inalzato la qualità media di vita a livelli accettabili che però sono comunque inferiori a quelli che potrebbero essere se non fosse tutto basato su questo sistema monetario assurdo incentrato sui debiti se non sul nulla. Qui da noi in quel che chiamiamo l’occidente allargatosi negli ultimi dieci anni alla cina se non sgrani gli occhi è dificele rendersene conto, ma in altri posti come africa e asia che poi sono o saranno tra poco la maggioranza la cosa è facile da capire se hai un certo livello d’informaione cosa che la popolazione locale spesso non ha.

    @pedrinho&Luvanor e BB1980
    andando più sul livello terrestre avete ragione anche voi

  58. king of swing scrive:

    la tesi che Binaghi sia il male minore…proprio non mi va giù…per un motivo molto semplice…

    Binaghi in questi anni ha senza dubbio investito…però ha sbagliato investimenti questo è il punto…

    magari un altro presidente avrebbe continuato la collaborazione con Piatti…e invece di investire su questo canale televisivo…avrebbe probabilmente continuato ad investire sul settore tecnico…

    a lungo andare qualcosa sarebbe cambiato in positivo…

    e non solo…se fosse andata male…la colpa non sarebbe stata tutta sua..come lo è oggi…ma Piatti si sarebbe dovuto prendere pure le sue responsabilità…

    quindi che Binaghi sia il male minore…beh personalmente ho forti dubbi..

    tra l’altro Scanagatta chi ti dice che i PIA sono un successo…mi sa che ti ha detto una castroneria…

    vuoi una prova?

    se i PIA fossero stati un successo…i circoli avrebbero prodotto di sicuro qualche giocatore professionista…

    a te risulta che i circoli abbiano prodotto qualche giocatore professionista?

    i PIA (Piani Integrati d’Area) in verità sono stati un fallimento…e altri soldi sprecati dalla FIT…

    questi PIA sono di qualità scadente come purtroppo la Federazione che li ha progettati…

  59. pedrinho&Luvanor scrive:

    King- Confermo. I Pia ,come diceva Fantozzi, sono come La corazzata Potëmkin diretto dal maestro Sergej M. Ejzenštejn : una boiata pazzesca.
    Ricostruire 10 anni di Pia non è difficile. Si puo’ verificare cosa ha prodotto l’investimento PIA( Quanti miliardi di lire?)

  60. Otello Lorenzi scrive:

    Rispondo a Pedrinho&Luvanor e a BB 1980.
    John Kennedy è un altro mito creato ad arte dai mezzi di comunicazione di massa. Kennedy si è distinto, nel suo breve mandato, per essere uno dei presidenti più guerrafondai e aggressivi della storia americana. Nel 1961 ha iniziato di fatto la guerra del Vietnam, autorizzando peraltro il suo ministro della Difesa, Robert McNamara, a compiere azioni belliche anche contro la popolazione civile del Vietnam del Sud, soprattutto nei confronti di quella parte di contadini che viveva in villaggi al di fuori del controllo governativo. Kennedy portò il mondo sull’orlo di una catastrofe nucleare quando, dopo aver cercato inutilmente di sovvertire il governo di Castro a Cuba, accerchiò dapprima l’arcipelago caraibico, e poi si rifiutò di accettare la proposta sovietica di un ritiro contestuale dei missili russi da Cuba e di quelli americani dalla Turchia. Fortunatamente, sei mesi dopo fu raggiunto un accordo fra Stati Uniti e Unione Sovietica che scongiurò un vero e proprio conflitto. Per concludere queste poche righe sulla “grandezza” di Kennedy, basterà ricordare infine che la sua amministrazione ha iniziato l’opera di trasformare gli eserciti regolari di alcuni Stati sudamericani, a cominciare dalla Colombia, in brigate per la repressione delle insurrezioni e in squadroni della morte.
    Veniamo al “merito”. Questo termine, come il “mercato”, non configura una categoria economica, bensì si riferisce ad un’astrazione. Qualsiasi posizione di privilegio non si crea spontaneamente, ma perché propulsa da chi è in posizione superiore. A ottobre scorso, tutti i provvedimenti iniziati con la legge 133/2008 e proseguiti con la legge 169/2009 sono confluiti nella cosiddetta “Riforma Gelmini”. Non entro nel merito (è proprio il caso di dire) di quali siano i titoli che abbiano fatto guadagnare a questo ministro il suo eminente ruolo. Attenendosi semplicemente ai provvedimenti di legge, si evince che questa sedicente riforma consegna di fatto i cospicui beni immobiliari delle Università (in massima parte proprietà dello Stato) alle fondazioni private. Non si tratta nemmeno di una svendita, ma di un vero e proprio regalo che concerne patrimoni inestimabili.
    Potremmo fare innumerevoli esempi “mondiali” attinenti al cosiddetto merito. Ne basta uno soltanto per intenderci su questa faccenda. Fra i maggiori responsabili della crisi economica che ci attanaglia da più di un anno ci sono Larry Summers (segretario al Tesoro con Clinton), Robert Rubin (predecessore di Summers al Tesoro e soprattutto direttore di Citigroup, la principale azienda di servizi finanziari del mondo, vera “bomba atomica” in questa crisi) e Tim Geithner, il quale, essendo sino alla fine del 2008 presidente della Federal Reserve di New York, avrebbe dovuto sovrintendere alle attività finanziarie di Citigroup e di quelle aziende che hanno creato la crisi. Orbene, in virtù dei “meriti” acquisiti, questi signori sono stati chiamati da Barack Obama a risolvere la crisi creata da loro stessi, invece di essere inquisiti per frodi contabili, malversazioni e un’infinità di altri pasticci.
    Insomma, cari amici, siamo restati bambini: crediamo ancora alle favole.

  61. king of swing scrive:

    @ pedrinho&luvanor

    in Spagna o in Francia hanno una scuola agonistica di maggiore qualità…anche perchè gli agonisti giocano a tennis in media 15 ore settimanali…

    per questi PIA la nostra FIT da pure contributi economici ai circoli…che in cambio fanno giocare gli agonisti in media 6 ore alla settimana!!

    la FIT spreca così i soldi pubblici…meglio eliminare questi PIA che sperperare ancora denaro pubblico…

    per forza poi da questi PIA non escono giocatori professionisti…ma appunto giocatori da circolo…è una cosa normalissima…mi stuperei del contrario…

    e mi viene in mente il caso di Roberto Marcora ad esempio…

    cioè se questo ragazzo avesse avuto la possibilità di giocare a tennis 15 ore settimanali…con un’adeguata preparazione atletica..cosa che succede in un qualsiasi circolo in Spagna…

    anche se Marcora fosse stato scartato dalla FIT a 14 anni…con una scuola agonistica di qualità…invece di vederlo a 20 anni su certi livelli…credo l’avremmo notato qualche annetto prima…

    con questi PIA di scarsa qualità…se la FIT scarta un giovane come Marcora fa un danno enorme al ragazzo e appunto al nostro movimento…perchè Marcora non potendosi avvalere di una scuola agonistica di qualità…emergerà piuttosto tardi a certi livelli…e il tempo che si perde…aihmè è appunto perso…il rischio di pregiudicare forse una carriera di professionista nel tennis a certi livelli è purtroppo piuttosto probabile…

    con una scuola agonistica di qualità…anche se la FIT lo dovesse scartare a 14 anni…il ragazzo potrebbe farsi notare molto prima dei 20 anni…e a quel punto rimediare all’errore sarà forse possibile…

    quello che voglio dire…è che senza una scuola agonistica di qualità…non si va da nessuna parte…è molto più facile commettere errori di valutazione per la FIT…ed è molto complicato che dai circoli possa spuntare qualche giocatore professionista…

  62. giancarlo scrive:

    c’era una volta in Lombardia un PIA che funzionava benissimo, indicato da tutti (compresa la segreteria federale) come esempio e dal quale molti altri PIA attingevano consigli e suggerimenti per far funzionare meglio i loro.
    Ottimi risultati (coppa PIA vinta tre volte di seguito), maestri soddisfatti (nonostante gli scarsi rimborsi spese), circoli e genitori contenti, federazione purtroppo ostacolante (non poteva l’opposizione a Binaghi essere da esempio per tutto il resto d’italia)
    Un bel giorno qualcuno invidioso del bel giocattolino si adoperò per toglierlo dalle loro mani cancellandolo a giochi fatti nel mese di giugno(ovvero a programma completato, con tutte le spese da pagare e soprattutto negando ai ragazzi che si erano qualificati per le finali di Piacenza la partecipazione alle stesse!!!!!!!!!) e di fatto chiudendo la bella avventura.
    Provate ora chiedere che fine hanno fatto i PIA in Lombardia; beh, la risposta è facile ma lascio a voi la soluzione oppure chiedetela ai protagonisti del ribaltone, sono ancora in carica!

  63. ettore scrive:

    un saluto

  64. pedrinho&luvanor scrive:

    @ king .. Non so dare una risposta. Ho un grande dubbio.
    Domanda: Chi deve dettare le regole per costruire il campione?
    a) ex campioni che sanno come si arriva ai vertici ;
    b) ex tennisti falliti che sanno perchè hanno fallito e possono indicare la via giusta ;
    Il “caso Italia” è davvero anomalo. I Pia son nati storicamente in Sardegna. Sappiano tutti che la Sardegna ha prodotto nella sua storia grandi pugili ma nemmeno un tennista professionista .
    Mi chiedo. Perchè esportare in tutta Italia un progetto che testato in una singola regione non aveva prodotto nulla?
    E i dubbi continuano…diventano certezze. Sono passati nove anni dall’avvento dei PIA. Gli agonisti dei primi PIA che fine hanno fatto?
    Sono diventati professionisti, giocatori di circolo o hanno abbandonato?

  65. king of swing scrive:

    pedrinho&luvanor

    io credo che le regole li possa indicare qualcuno in gamba…non è necessario sia un ex campione…o ex tennisti falliti…

    perchè ti spiego l’ex campione…era campione ai suoi tempi…ma il tennis di oggi è ben altra cosa…

    io credo più che altro si debba avere conoscenza e soprattutto passione per questo sport…

    con questi PIA si voleva un pò imitare quello che si fa in Francia…ma l’esperimento è fallito..perchè non ha tenuto conto di vari fattori…

    i francesi rispettano le direttive della loro federazione…anche perchè c’è maggiore informazione…il tennis in Francia è uno sport importante…hanno il Roland Garros…

    la nostra FIT quando ha progettato questi PIA non ha calcolato che il nostro sport è poco conosciuto…un genitore italiano non sa nemmeno cosa siano questi PIA nella maggior parte dei casi…non sa se il figlio frequenta un PIA o meno…sa che il figlio ogni tanto gioca con la racchetta..qualche oretta la settimana…

    e i circoli forti di questa ignoranza dei genitori italiani fanno un pò quel che vogliono…quando i ragazzi si rendono conto che vogliono fare del tennis la loro professione…i buoi sono già scappati…

    eh si perchè anni importanti per la loro crescita psico-fisica-tecnica…si sono persi…e non li potranno più riprendere purtroppo..

    i più forti e pure fortunati arriveranno al tennis che conta in età piuttosto avanzata…e quindi vinceranno molto meno di quello che il loro potenziale gli avrebbe permesso di vincere…se si fosse partiti al momento giusto…

    il caso Marcora fa capire quanto poco questa Federazione conosca il tennis moderno…e anche quanto sopravvaluti il suo operato in questi 10 anni post-galgani…

    ripeto ci vuole gente che faccia un pò funzionare il cervello…non importa se ex campione o ex tennista fallito…serve qualcuno che fotografi la situazione italiana per quella che è…e poi cerchi le soluzioni giuste per questo “caso Italia”..

    questo per lo meno è il mio pensiero

  66. pedrinho&luvanor scrive:

    Massimo Rossi….mi pare quello giusto.

  67. Chip_and_Charge scrive:

    Premesso che l’eccellenza professionale di UBS non è più una notizia da parecchi lustri, ciò nonostante la raffinata foggia aristotelica con cui ha voluto confezionare questo impareggiabile esempio giornalismo provocatorio (da intendersi nella + nobile delle sue accezioni, imprescindibilmente soggiacente alla più autorevole tradizione anglosassone) mi urge a reitarne, per una volta, il diuturno apprezzamento.
    Quale semplice fruitore non professionale, non sono in possenno di alcuna qualificazione per criticarlo (latu senso) accademicamente. Posso solo riceverlo, meditarlo, arricchirmene intellettualmente e socialmente.
    In sintesi ed al di là di qualsiasi specifica valutazione soggettiva, come usano dure gli inglesi it’s PURE GOLD, specie nella nostra povera patria, ove le riflessioni proiettatte oltre la punta del naso sono merce rarissima ed annichilita dal generale approccio pressapochistico che è storicamente alla base di tutte le nostre disfunzioni strutturali.

    In merito, solo un punto di disaccordo: se vogliamo continuare credere alla democrazia diretta - opportunamente corroborata da efficaci pesi/contrappesi - come il meno imperfetto dei sistemi, ritengo che la possibilità di valorose candidature esterne al sistema politico-istituzionale debba essere abilitato, ancorchè propriamente garantito. Nello specifico, pur ammettendo di essere influenzato dalla profonda stima che nutro per
    l’enorme bagaglio di professionalità e conoscenza dello sport a tutto tondo, e del tennis nello specifico incorporata in Sir Rino, proprio sopra l’esempio che lo riguarda baso il mio convincimento: non vedo niente di negativo nell’ipotesi che un profissionista iper-qualificato decida di spendere l’ultima parte del suo tragitto professionale, beneficando con il proprio bagaglio di esperienza e conoscenza dei meccanismi dello sport,
    professionale e non, quello da lui più amato.
    Per seguire l’esempio proposto, sono straconvinto che RT avrebbe fatto compiere al tennis italiano ben più di quel salto di qualità la cui mancanza, da lustri impedisce ad uno sport ormai solidamente radicato nella tradizione nazionale e dotato di una più che discreta base di praticanti di dispiegare le conseguenti risultanze di vertice: magari aitandolo ad ammorbidire gli effetti perniciosi di un ormai esagerato cinismo con la fattiva collaborazione di un’intraprendente “stagista”….. :-) (chiedo scusa alle Signore lettrici per questo accenno di maschilismo becero e socialmente scorretto - non ho saputo resistere alla reminiscenza statunitense che da anni è in testa alla mia personale classifica del naif d’oltreoceano).
    Non è che non veda la giustezza dei dubbi in merito ad una potenziale invasione del populismo anche nella politica sportiva, semplicemente considero il rischio inforiore ai potenziali benefici: peraltro, essendo noi tutti un popolo di masanielli, se non ci poniamo il problema a livello di istituzioni generali, non vedo perchè dovremmo porcelo a livello particolare.

    Marcato questo unico distinguo, mi auguro che la speranza espressa in merito al responso del CONI, provenendo da fonte informata, sia confortata da esito positivo: il rischio è decisamente alto e le risultanze sarebbero a tutta vista esiziali per lo sport nazionale. Personalmente - non svolgendo una professione di cruciale importanza pubblica come la vostra, posso permettermi di esplicitare cinismo - pur riconoscendo al dott. Petrucci di non essere completamente scevro da una qualche forma di amore per la cultura sportiva, faccio veramente molta, molta fatica ad immaginare come un politico professionista, necessitato ed avvezzo a puntellare la propria carriera da tutti gli ostacoli e buccie di banana che la stessa incorpora, possa anche solo immaginare di scontentare uno dei suoi più “leali” grandi elettori nell’atto decisivo della sua ambizione personale. Senza contare tutti gli altri che si accoderanno prontamente, riconoscendo la potenzialità lucrativa di facile evidenza.

    In ogni caso e non solo per questa superba “demivolè da centrocampo”, grazie di cuore UBS, potresti essere migliore solo clonandoTi… :-)

  68. roberto biso scrive:

    Se fa passare questo statuto Petrucci fa una figuraccia. Il presidente del CONI non puo’ predicare serietà e poi ratificare blindatissme candidature antidemocratiche. Stiamo a vedere se viene fuori la complicità grande elettore /presidente o il vero spirito sportivo del massimo ente sportivo italiano.

  69. Chip_and_Charge scrive:

    Caro Roberto, logica ed inteligenza direbbero che Tu hai chiaramente ragione….
    … ma questa è l’Italia: la Nazione più arretrata ed incivile tra quelle del c.d. primo mondo, nonostante della Civiltà stessa sia stata uno elementi fondanti.
    Una Nazione ove i concetti stessi di Responsabilità e Merito hanno smesso di avere cittadinanza quando ancora la radio non aveva ancora iniziato ad avere uno stabile broadcasting.
    Una Nazione ove la realtà e la fiction sono shakerate insieme da così tanto tempo che forse non più del 2% dei suoi membri sono ormai in grado di rendersene conto; ove i Folli che si ostinano a sostenere che “2+2=4″ e che “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”, possono essere tranquillamente essere tacciati di “eresia” con il convinto supporto di maggioranze così ampie da rendere il tutto democraticante più che legittimo… :-(

  70. sic scrive:

    Ma non avete ancora capito che il presidente della FIT non è Binaghi ma Antonio Mariani, il presidente del Comitato regionale lombardo!
    Angelino prima di fare o decidere qualcosa sente Mariani il quale da ottimo politico è il primo della classe a dargli suggerimenti per la conservazione del potere.
    Il metodo si basa su…………………………………………………………………………………….che trasmette ai suoi collaboratori i quali in poco tempo assorbono la strategia diventando tutti piccoli marianini locali.

    Nota di UBS: incappo io stavolta come moderatore in questo tuo commento, il n.143.372 di questo blog, cui vanno aggiunti i quasi 100.000 del sito, e pur rispettando le tue idee, non posso metterle come le esprimi tu, per ovvi motivi.

  71. sic scrive:

    Non capisco e non condivido, Ubaldo, il tuo intervento.
    Ho solo raccontato i fatti senza offendere nè insultare nessuno.
    Temi forse anche tu gli strali della FIT che si abbattono puntualmente su chiunque critichi, a ragione, qualcosa che non condivide di questa federazione?
    Ma in democrazia non c’è libertà di parola.
    Se qualcuno non condivide ciò che afferma qualcu altro, non ha che da ribattere motivando il suo intervento.
    Questo è il mio pensiero e di tanti altri che come me non sono invischiati nei gangli federali e si sentono liberi di dire cdiò che pensano.

  72. Guido scrive:

    Caro Ubaldo,

    complimenti. Non ti preoccupare se il Presidentissimo Binaghi se la prendera’ un po’, tu hai fatto e stai facendo solo il tuo dovere. Binaghi purtroppo ha avviato un processo di concentrazione di potere che non credo abbia uguali; il controllo di tutto , la demonizzazione degli avversari , la loro persecuzione attraverso sturmenti di indagine e ritorsione sono una vergogna per il nostro sport. Questo uomo sta , a mio parere, al di la delle facili propagande , uccidendo il tennis, minandolo dalla base , togliendo spazio ai circoli che sono sempre stati o dovrebbero essere la vera culla dei giocatoti futuri. Lo stesso strumento dei Pia introdotti con Adriano Panatta responsabile del settore tecnico sono una sorta di controllo centralizzato del nulla, dispensatori di risorse a chi puo’ far piu’ comodo , deresponsabilizzando tutti perche’ diventa solo un esercizio burocratico da perseguire per giustificare le corresponsioni economiche. Comunque grazie, finche’ continuerai a scrivere questi articoli , con questa passione , questo amore ci terrai ancora tutti vivi e soprttutto informati.

  73. giancarlo scrive:

    se qualcuno si era illuso su un intervento di rettifica del CONI eccolo servito.
    ma va bene così! nel frattempo, dopo Indian Wells anche a Miami 4 su 4 fuori al 1° turno e purtroppo anche la Pennetta contro la n. 44! Qualcuno invece mette 3 in pagella alla Gran Bretagna per l’eliminazione al 1° turno di Davis…chi si accontenta gode (sulle disgrazie altrui)

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