La rinascita di “Big” Fish.
Da “choker” a “tiebreaker”.
E con Mathieu fu quasi rissa…

 
25 Marzo 2008 Articolo di Giorgio Spalluto
Author mug

Virtual Tour: chronicle from the desert

Non dare ritmo all’avversario, questo il segreto di Fish. Il suo coach, Kelly Jones, gli spiega come superare la fobia del tiebreak.

Nell’International Press Clipps trovate le pagelle di Jon Wertheim, Neil Harman su Djokovic, Tom Tebbutt sulla crisi di Federer e altro ancora.

Click here to read “Ad-in, Ad-out” by J. Wertheim, “Federer falling from grace” by T. Tebbutt, “Fish comes full circle” by P. Bodo and more news.


Fish

Fish “abbraccia” il pubblico di Indian Wells

Fish Lets One Get Away! Haas Nets Fish! Umpire Hooks Fish!

Ormai Mardy Fish non ci fa più caso, ma sono questi i titoli che hanno costellato la carriera di questo giocatore dal fisico più simile a quello di un boscaiolo che a quello di un tennista.
Mardy, figlio di un insegnante, Tom, e di una casalinga, Sally proviene dallo stato settentrionale del Minnesota. Alla veneranda età di 2 anni (1984) fa già parlare di sé in un programma televisivo sul canale Minnesota TV che dà notizia di un baby fenomeno che riesce a mandare al di là della rete la palla scagliandola dalla riga di fondo. Di lì ad un anno, dalla terra dei 10.000 laghi si trasferisce con la famiglia nella ben più accogliente Florida, in quel di Vero Beach, dove frequenterà per tre anni la Vero Beach High School. Nel 1999 Fish si trasferisce a Boca Raton, Florida, per un anno di senior high school. Durante quell’anno, viene ospitato dalla famiglia di un certo Andy Roddick, anch’egli ai primi passi da pro. Proprio insieme al suo amico Andy, Fish coglie il primo successo da pro nel torneo di doppio degli U.S. Men’s Clay Court Championships di Houston, Texas, nel 2002. Nel 2003 si affaccia per la prima volta tra i Top 20 raggiungendo la prima finale di un Master Series a Cincinnati, dove spreca 2 matchpoint contro il compagno di merende Andy Roddick. Sempre quell’anno porta a casa il suo primo titolo Atp a Stoccolma, contro il beniamino di casa Robin Soderling. Il 2004 è l’anno delle Olimpiadi di Atene in cui coglie il risultato più prestigioso della sua carriera, quell’argento olimpico che, dopo il fantastico torneo di Indian Wells, potrà difendere tra pochi mesi a Pechino. Eh sì, perché, con la classifica deficitaria che si ritrovava (numero 98 ad inizio torneo), il 26enne nato a Edina avrebbe assistito al torneo cinese solo in Tv, costretto a ripiegare sul contemporaneo torneo di Washington per cui ha optato Andy Roddick.
Dopo il grande risultato a 5 cerchi, il nome di Mardy è andato sempre più associandosi a quello che gli americani chiamano “choker”, un giocatore che ad un passo dal successo, si fa vincere dalla pressione e dalla sindrome del braccino.
D’altronde non è un caso se ha perso in carriera 8 finali su 10.

Il carattere è di quelli forti. Non provate a chiamare il medical time-out dopo aver subito 4 game consecutivi. Ne sa qualcosa un altro “cuor di Leone” del circuito, quel Paul Henry Mathieu che a Madrid fu protagonista di una violenta lite con l’americano, che per poco non sfociò in una vera e propria rissa. Il giudice di sedia Molina ebbe il suo bel daffare nel separare i 2 tennisti, mentre se ne dicevano di tutti i colori a distanza ravvicinata; fu costretto, addirittura, a precipitarsi sul terreno di gioco per calmare gli animi. Il fatto che si rivolgesse a Mathieu in francese inviperì ancora di più l’americano che, ignaro di quello che si stessero dicendo, tornò a bordo campo al grido di “He’s a f**king a**hole”.
Conscio della situazione delicata, Molina pensò bene di chiedere al supervisor di approntare 2 uscite separate per i 2 antagonisti.
La partita terminò 7-5 al terzo per il francese che sfruttò le tante chance sprecate dall’americano, una volta di più incapace di chiudere un match parso alla sua portata.

A conferma della scarsa considerazione che gli stessi cronisti americani nutrono per il tennista famoso per i suoi fantasmini, un episodio molto divertente avvenuto ad Indian Wells durante il suo ottavo contro Hewitt. Fish, dopo aver vinto il primo set, fallisce una buona chance per breakkare l’australiano all’inizio del secondo, finendo per giocarsi tutto nel tie break del terzo. A quel punto un gruppetto di giornalisti si avvicina ai monitor della sala stampa, pronto ad anticipare l’imminente disastro, visto il bilancio altamente negativo dell’americano nei tie break. Tuttavia, con sorpresa generale, Mardy porta a casa la partita, giocando un altro ottimo tie break nel terzo set del turno successivo contro Nalbandian.
Dopo la partita con Hewitt, Fish ammetteva candidamente che si trattava del primo tie break vinto nel 2008. Ed effettivamente tutti pensavano al suo bilancio che fino a quel punto della stagione era stato di 0-5 (il peggiore tra tutti i Top100).
In realtà Mardy si riferiva anche ai tiebreak giocati in allenamento. Fish e il suo coach, Kelly Jones, in settimana avevano scherzato sulla cosa, prima di sedersi a un tavolo e affrontare l’argomento, giungendo ad una conclusione interessante. Il convincimento comune suggerirebbe che il tie break sia un evento abbastanza aleatorio, soprattutto per un giocatore come Fish, dal tennis così potente e rischioso. A tal proposito, ecco cosa dice Mardy: “Prima mi accontentavo di arrivare al tie break per poter dire, ‘Okay, adesso è un terno al lotto, posso vincere e posso perdere, ma la mia parte l’ho fatta. Sono giunto fin qui, ho tenuto il servizio. Oh, va bene lo stesso perché comunque non ho mai perso il servizio…”
La soluzione, concordata con Jones, era quella di continuare a giocare con aggressività, ma restando nei “limiti”, concentrandosi nel mettere in campo la prima di servizio e allontanando qualsiasi pensiero negativo. Visto quanto fatto da Fish questa settimana, si direbbe che la “conversazione” con Jones sia la prova di quanto possa rivelarsi utile un buon allenatore (hai capito Roger?). Fish ha messo a segno due ace nel tie break del terzo set contro Nalbandian, oltre a un altro servizio vincente.

Per quanto riguarda i correttivi apportati al gioco dell’americano in questi anni, c’è da dire che Todd Martin ha lavorato per un po’ con Fish cercando in qualche modo di contenere l’eccessiva potenza del suo dritto. Sul suo gioco l’americano dice: “Mi ero allontanato ultimamente dalla mia strategia di gioco che consiste nell’essere sempre aggressivo, principalmente col serve and volley, e nel chiudere col primo colpo dello scambio. Non dare ritmo, questa è la chiave. Penso di esserci riuscito”

La vittoria con Nalbandian, dopo quella su Davydenko, rappresentava la prima volta in carriera di una doppia vittoria contro un Top 10 nello stesso torneo, prima della probabile eliminazione in semifinale contro Roger Federer, protagonista di una striscia di 41 vittorie consecutive contro un giocatore Usa. L’ultima sconfitta dello svizzero, infatti, risaliva alle semifinali del Masters Series di Montreal del 2003, in cui fu battuto da quel Roddick che un mese dopo avrebbe vinto gli US Open, ma che nei 5 anni successivi avrebbe subito ben 11 sconfitte consecutive.
L’augurio per Fish è che la sorte nei confronti dello svizzero sia per lui un pò più benevola che per il kid del Nebraska. Per adesso Mardy si gode il grande recupero di ben 58 posizioni in una classifica, che lo vede oggi attestarsi al 40° posto. Nei prossimi mesi Mardy, che, esattamente 4 anni fa aveva raggiunto il suo best ranking (17), avrà ben pochi punti da difendere e potrà continuare la scalata già a partire dal torneo di Miami in cui è finito nel quarto di tabellone orfano dei 3 big. Chissà che non si possa assistere ad una rivincita con Roger in semifinale.

Infine, ricordate la Top 10 degli eventi più bizzarri che avevamo pronosticato qualche settimana fa dopo i risultati a sorpresa dei vari Nishikori, Stakhovsky e Darcis? Tra le tante “idiozie” al sesto posto c’era:

Mardy Fish vince il Roland Garros

Ok, magari non vincerà i French Open (anche se ormai non mi sorprendo più di nulla), ma a Wimbledon questo Fish sarà meglio non pescarlo…….

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23 Commenti a “La rinascita di “Big” Fish.
Da “choker” a “tiebreaker”.
E con Mathieu fu quasi rissa…”

  1. Roberto Commentucci scrive:

    Nonostante l’ottimo lavoro di Todd Martin il diritto di Fish resta un colpo molto insicuro, specie se giocato in movimento e contro una palla pesante. Mardy tende ad entrare troppo presto con la spalla, fa una rotazione del busto troppo anticipata e il braccio resta indietro, causando un impatto arretrato e insicuro. E anche la distanza dalla palla non è sempre ottimale. Il risultato è che spesso la palla finisce in tribuna.
    Il rovescio bimane invece è un colpo eccellente, piatto pesante. Inoltre l’americano è molto più forte del suo compatriota Roddick nel gioco al volo.
    Se Andy avesse la volèe del suo amico boscaiolo sarebbe un osso molto più duro per tutti.

  2. Karlovic 80 scrive:

    “Non dare ritmo,questa è la chiave.Penso di esserci riuscito”.Questo dichiara Fish.E infatti in 5 incontri col gigante Croato(non faccio nomi),trà erba e cemento,la palla non l’ha vede proprio!!!Costantemente sommerso di aces!!!A malappena vince un’incontro.Comunque il ragazzo i colpi li hà,ottimo il servizio(una volta lo vidi fare 17 aces un un sets!e l’anno scorso a Lione 43 aces in 3 sets!),il dritto è come dice Commentucci e il rovescio pure(il bimane col salto mi ricorda Rios).Con 5 kg in meno sarebbe top ten.
    Critica alla redazione:quest’anno avete fatto delle biografie a giocatori “minori”,tipo Llodra,Soderling,Fish,gli Italiani,bellissima quella di Stefano Grazia su Rios,comunque giocatori inferiori(risultati alla mano)a Karlovic.
    Ma allora a quando una biografia su Karlovic o Ivanisevic???

  3. Lorenzo90 scrive:

    “Ok, magari non vincerà i French Open (anche se ormai non mi sorprendo più di nulla), ma a Wimbledon questo Fish sarà meglio non pescarlo…….”

    Non sono daccordo. Il dritto di Fish sull’erba è un colpo veramente scarso. Lo ho visto con Nadal a Wimbledon e ho notato che soffre la palla bassa sul dritto in maniera eccessiva. Fish secondo me resta un giocatore ottimo sul cemento ma non lo vedo agli stessi livelli sull’erba nonostante la sua finale ad Halle nel 2004 (dove ebbe un tabellone scandaloso: Prinosil, Sargisian, Verdasco, Schuettler prima di fare 3 game con Federer).

  4. Raffaele scrive:

    Top 10 mi pare esagerato anche nei movimenti laterali è scarsotto oltre al dritto già spiegato minuziosamente dal buon Roberto.

  5. Safinator scrive:

    Karlovic80…
    anche a me piace dr ivo…
    Ma nn vedo come Fish o Llodra possano essergli inferiori dal pdv tecnico…

    Ivo ha dato male come periodo in cui è nato e in cui è professionista…
    7/8 anni prima e per me wimbledon lo vinceva…

  6. Karlovic 80 scrive:

    @ Safinator.
    Certo che anche Safin ha preso bei “cappotti” da Ivo.Se fosse nato nel ‘69,10 anni in meno,e avrebbe giocato negli anni ‘90 in piena era bombardieri,con molti più tornei indoor carpet a disposizione e con l’erba vera e veloce di Wimbledon certo che l’avrebbe vinto.E sicuro diventava top ten.Oggi è la vera mina vagante del circuito,come lo era Goran negli anni addietro.Se fosse per me ridurrei i tornei su terra rossa a favore di molti più tornei indoor,come 15 anni fà e velocizzerei l’erba di Londra.
    Vedere un Nadal o Nalbandian finalisti a Wimbledon è una bestemmia per il nostro sport.Vi immaginate Bruguera o Berasategui finalisti a Londra?

  7. Roberto Commentucci scrive:

    Karlovic80, ti dico la mia opinione sui giocatori dal grande servizio:

    a me assistere ad un ace diverte, specie se tirato in una difficile situazione di punteggio;

    mi può divertire anche vederne due di fila, magari con un bel “come on!” e pugnetto, a chiudere un game molto lottato;

    in particolari circostanze, mi diverte anche vederne 3 di fila, come quelli tirati l’altra sera da Djoko, che ci ha vinto la partita, quando ha rimontato da 0-40 nel primo game del terzo grazie al servizio…

    Ma vedere caterve sistematiche di aces e servizi vincenti, bombardamenti tambureggianti da prima guerra mondiale, come quelli a cui si assisteva sui tuoi velocissimi carpet indoor negli anni 90, secondo me è davvero noiosissimo e antispettacolare.
    Ricordo alcuni match a Parigi Bercy, e in altri indoor europei, in cui tra Becker, Stich, Ivanisevic, Hlasek etc. etc. le partite diventavano sessioni di tiro al piccione… Una noia mortale.
    La tanto criticata omologazione delle superfici consente a tutti giocatori, di scuole tennistiche diverse, di avere una chance su tutti i terreni, a patto di lavorare duro per migliorarsi.
    Ciò premesso, a mio avviso Nadal è molto più forte e completo di Bruguera, e lo avrebbe battuto senza difficoltà su ogni tipo di campo, come Nalbandian è molto più forte e completo di Bersategui. Sono entrambi degni finalisti di Wimbledon, mentre i due terraioli degli anni ‘90 in finale a Londra non ci sarebbero certo mai arrivati, anche se avessero giocato sull’erba alta di oggi.

    Poi, per carità, tutti i gusti sono gusti… Io del tuo amato Karlovic ammiro la capacità di controllare il rovescio in back e la buona mano sotto rete, ma per il resto il suo gioco non mi entusiasma…

  8. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Karlovic ‘80, non immaginare più.
    Dire Berasategui è come dire Amenabar, Balaguerò…..è il cinema del terrore spagnolo applicato al tennis.
    Mio Dio, sono percorso da brividi di orrore…

  9. Nicola1985 scrive:

    ho seri dubbi sul fatto che karlovic avrebbe vinto wimbledon….batterà anke in modo formidabile,ma sull’erba bisogna anke sapersi muovere,lui è pachidermico in qst aspetto,anke se è notevolemnte migliorato…d’accordo su nadal o nalbandian come “scandalo”in finale a wimbledon,ma anke karlovic top ten lo sarebbe…un giocatore che ha un solo colpo(peraltro notevolmente facilitato dall’altezza)molto forte,e gli altri piuttosto scarsi(il rovescio è scandaloso)nn merita di essere nei primi 10 a mio avviso…

  10. +PSTN+ scrive:

    A me il buon Ivone ispira simpatia, il suo gioco mi piace e pure i bombardamenti con rispettive caterve di aces e servizi vincenti.
    A parte quando gioca contro il Re lo tifo e vorrei vederlo ancora più alto in classifica e superare il record di Ivanisevic di aces annuali.

    A proposito dato che Karlovic80 ha particolare predilezione verso questi tipi di giocatori qual è il record di aces in un match sia al meglio dei 3 che al meglio dei 5?

    (Non volermene ma hai sbagliato il congiuntivo….se fosse….e se “avesse”….scusate ma son solito correggerli e non posso vederli nè sentirli)

  11. Karlovic 80 scrive:

    @+PSTN+
    Il record non omologato appartiene al Sudafricano Gary Muller che nelle qualificazioni a Wimbledon 93 fece 54 aces contro Peter Lundgren.
    Quelli omologati dall’Atp:J.Johansson contro Agassi Aus Open 2005,51aces in 4 sets,e Karlovic contro Bracciali Wimbledon 2005 sempre 51 ma in 5 sets.
    Due su tre:al challenger di Andrezeux 2004 Carraz vinse 7-6 6-7 7-6 e fece 50 aces.Guccione nelle quali a Wimbledon 2005,50 aces in una gara finita 23-21 al terzo set.
    A livello Atp: Philippoussis contro Black Malesia 1995,44 aces in tre sets,e l’anno scorso Fish contro Rochus a Lione 43 aces sempre in tre sets.
    Karlovic contro Pescosolido quali Wimbledon 2003,46 aces in quattro sets.

  12. Karlovic 80 scrive:

    Commentucci a parte i gusti,a me piacciono i bombardieri e a te i terraioli-sparapalline,rispetto ma non condivido la tua analisi.Certo sia Nadal che Nalbandian a livello tecnico hanno la meglio su Bruguera e Berasategui.
    Ma il punto è un altro,con l’erba degli anni ‘90(taglio basso,rimbalzo basso e irregolare,molto veloce,favorendo il back o il chip & charge))i terraioli puri a Wimbledon non ci andavano,già sapendo di non poter competere(Bruguera 4 apparizioni e il Berasategui 1 apparizione!).
    L’erba “battuta” di oggi(taglio alto,rimbalzo alto e regolare,sfavorendo colpi in back e favorendo il top spin)fa sì che anche i terraioli dicano la loro su questa superficie.Ripeto Nadal e Nalbandian “scandalosi” finalisti a Londra.Basti pensare che il divino Henman(non mi dire che Nadal gli è superiore tecnicamente)non ha mai fatto finale,e Rafter solo una finale.
    P.s.Il record di aces di Muller è omologato.
    Il record su terra rossa appartiene a Guccione,in una gara di Davis fece 39 aces in tre sets!!!(terra indoor)Arrivando a servire anche a 249 kmh!!!

  13. +PSTN+ scrive:

    Evitando inutili diatribe a me può piacere/divertire uno che bombarda di aces e servizi vincenti ma allo stesso tempo capisco benissimo ciò che sostiene Commentucci ossia che può divenire logorante (soprattutto a chi non piace) e parzialmente snatura il concetto di tennis giocato.
    Mi sembra abbastanza sterile quanto affermi Karlovic80 e il processo di omologazione delle superfici in fin dei conti finisce col privilegiare il tennista più completo nell’equilibrio tecnico/fisico ossia uno alla Roger Federer.
    Che poi io o altri possiamo non essere d’accordo circa questo processo involutivo o evolutivo delle superfici (a seconda dell’opinione) è un altro conto.

    Federer (tralasciando queste ultime sconfitte) è la dimostrazione vivente che il tennis non è solo forza potenza e picchiare (cosa che si potrebbe pendare con l’evoluzione dei materiali) bensì anche capacità tecnica, tocco ed eleganza.
    E alla fine tutto torna…, per il momento.
    Poi si vedrà..

    Son anche del parere che chi arriva fino in fondo in un torneo potrà essere scandaloso ma in quella contignenza specifica è stato più bravo, fortunato, meno falloso da meritarsi tale risultato.

    Esempio idiota: la Grecia ha vinto l’Europeo nel 2004.
    Per me in quella serie di partite se l’han vinto son stati più bravi e meritevoli di altri sebbene nessuno ci avrebbe scommesso un € o poteva/può essere considerata una squadra mediocre.

    In ogni caso ti ringrazio per il dettaglio circa la mia domanda sugli aces e non sarebbe nemmeno male se venisse dedicata una discussione su tale argomento…

  14. Karlovic 80 scrive:

    @+PSTN+
    A me stà bene che Federer sia competitivo su tutte le superfici.Perchè è un fenomeno.Roger gioca bene anche su ghiaccio o legno.Ma mi da fastidio Nadal finalista a Wimbledon.Un terraiolo che su erba si adatta e non sa neanche il significato di rovescio in back o chip & charge,bhe non merita di arrivare in finale.
    Io sono per una netta distinzione di superfici,dalla lenta terra,al medio cemento,alla veloce erba,ai velocissimi tappeti indoor,come 15 anni fà.
    Che poi alla fine il n°1 sarebbe ancora Roger questo è scontato.Ma Nadal n°2 non ci scommetto.
    A parte un pò Federer,chi fa chip & charge?Nessuno.

  15. +PSTN+ scrive:

    Karlovic80 ora capisco di più il tuo punto di vista e sostanzialmente non son nemmeno poi così in disaccordo come poteva sembrare nel mio precedente intervento.

    Riguardo Nadal son d’accordo con te o meglio a me non dà troppo fastidio coerentemente con quanto ho detto prima.
    Comprendo il tuo tono “nostalgico” nei confronti di questa standardizzazione delle superfici a favore della vecchia eterogeneità che soprattutto sull’erba col serve and volley offriva più spettacolo.

  16. roberto p. scrive:

    fish

  17. Voortrekker Boer scrive:

    Solo una considerazione, l’erba di Wimbledon non è più alta nè più bassa, è solo più lenta per un semplice motivo. Una volta era il manto del campo era composto da tre/due tipi di erba: il comune lolium o rye grass, la festuca e la festuca perennis rispettivamente in proporzioni da 60%-20%-20%. Dal 2000 è stata eliminata la festuca perennis (difficoltà di coltivazione,costo e elevato e altissima infettibilità a erabacce e parassiti), dal 2006 si è ridotta a 10% la festuca comune. Da 2007 è impiegata solo rye grass al 100% che cresce completamente dritta. Le festuche che si sviluppano più orizzontalmente contribuivano ad appiattire la rye grass e a rendere il famos effetto tappeto tipico degli anni ‘90
    Campi in erba edificati con simile criterio esistono solo in tre tornei: Queen’s Club dove il capogiardiniere David Kimpton ha accusato di “assassinio botanico” i giardinieri di Church road in un’intervista rilasciata a The Spectator; il torneo s’Hertogenbosch e quello di Rhode Island. Halle e Nottingham hanno seguito la via di Wimbledon.

    Inutile riportare i reiterati dinieghi dei diretti interessati, la gente ha gli ochhi per vedere.

  18. esteban scrive:

    Qualcuno mi sa spiegare Fish in tabellone a Miami (senza WC)?
    Io sapevo che vale la classifica di 3 settimane prima, e Mardy non era 98?
    Il n° 1 delle quali era Darcis (46 ATP).

  19. esteban scrive:

    Off topic, oggi Guga a Miami contro Grosjean.

  20. Giorgio Spalluto scrive:

    Ti sbagli Esteban, è la classifica di 6 settimane prima, a fare fede per quello che riguarda il tabellone principale. Nel caso di Miami è stata presa in considerazione la classifica dell’11 febbraio 2008.

    La cosa curiosa è che Fish, all’epoca numero 77 del mondo, è stato il giocatore dalla peggiore classifica (sempre quella dell’11/2/08) ad entrare di diritto in tabellone. Infatti il main draw di Miami si compone di 96 giocatori, così suddivisi: 79 (classifica) + 12 (qualificati) + 5 (wild card).

    Dei 79, Fish era l’ultimo perchè, oltre ai primi 77 giocatori del mondo, entravano di diritto nel tabellone, anche 2 giocatori più indietro in classifica, che però hanno beneficiato del ranking protetto, Malisse e Hrbaty. Qualche giorno fa ha dato forfait Baghdatis ed è entrato anche il primo alternate Schuettler (all’epoca numero 78 del mondo)

    Riguardo il discorso Darcis, c’è da dire che la dead-line, per quello che concerne il tabellone dei qualificati, era invece fissata al 3 marzo, ossia 3 settimane prima rispetto all’inizio del torneo. Il belga, numero 46 il 3/03, era però numero 80 all’inizio di febbraio. Ecco spiegata l’apparente contraddizione

  21. esteban scrive:

    “Geometrica” la potenza esplicativa dei numeri di Spalluto, che ringrazio.
    Ce ne fossero….

  22. luca scrive:

    Off topic
    Ma ’sto Mardy Fish non assomiglia vagamente a Cristopher Cross, singer di
    “Best that you can do “di Burt Bacharach ?

  23. rochus69 scrive:

    Per fortuna ricomincia la stagione sulla terra battuta,il vero tennis. E degli antitennis come Karlovic non ne sentiremo parlate per almeno due mesi . Ci vediamo a Wimbledon Karlovic e vedi di impararare a giocare nel tiro al piccione sei il numero 1

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