La stagione degli azzurri.
Simone Bolelli, il salto di qualità
Pistolesi si cancella dall’albo tecnici FIT!
Virtual Tour: day 9 of the master!
Bilancio stagionale del bolognese, che ha avuto un 2008 molto positivo. Una notevole crescita tecnica, nonostante qualche polemica, attese forse eccessive e la brutta vicenda Davis. I numeri, poi, dicono che l’azzurro è tennista di temperamento. Vediamo perché. La lettera di Pistolesi fortemente polemica: mi dimetto dall’albo dei tecnici nazionali
Foro Italico, 7 maggio 2008. Il campo numero 1, una struttura provvisoria ma accogliente, costruita sotto la curva sud dello stadio Olimpico, ribolle di entusiasmo. Un rapidissimo e geometrico giocatore francese, l’emergente Gilles Simon, è alle prese con un complicato match di secondo turno. Dall’altra parte della rete, un tennista in grande fiducia, che pochi giorni prima, a Monaco di Baviera, ha raggiunto la sua prima finale in un torneo Atp: il bolognese Simone Bolelli, rumorosamente incoraggiato dal pubblico romano.
Il tenace francese lotta su ogni palla, ma la superiore potenza del suo avversario lo costringe spessissimo a disperate rincorse, a difficili recuperi fin nei pressi dei teloni di fondo campo. Simon però non molla, incitato a gran voce dal suo coach Tulasne, e rimanda di là l’impossibile; dopo aver perso di misura il primo set, reagisce e si porta avanti di un break nel secondo. L’azzurro controbrekka a sua volta, a forza di sportellate di diritto, e il match si fa equilibratissimo, appassionante. E’ una lotta punto a punto. Sul 4 pari, l’italiano si guadagna una preziosa palla break, che lo porterebbe a servire per il match. Simon serve una prima palla carica, senza rischiare troppo. Bolelli prende in mano lo scambio, inizia a comandare con il suo potente diritto. Ma il francese in difesa è un demonio. Recupera una, due, tre accelerazioni, poi trova un rovescio incrociato profondissimo. L’azzurro, per non perdere l’inerzia dello scambio, pur arretrando esplode un rovescio piatto lungolinea a tutto braccio. Simon arriva ancora, incredibilmente, e mette di là un recupero in back, in allungo. Bolelli gioca il diritto a sventaglio da metà campo, ed è quasi costretto a seguirlo a rete. Le rapidissime gambe di Simon compiono l’ennesimo miracolo: il francesino arriva in extremis, è costretto a staccare una mano dal rovescio bimane, ma indovina un velenoso passantino in back, basso, lungolinea. L’azzurro, concentratissimo, legge la traiettoria, trova il tempo giusto per piegare le ginocchia, tiene la testa della racchetta ben alta e mette a segno una spettacolosa volee bassa di diritto, corta e incrociata. Stavolta il francese si arrende, mentre il pubblico esplode in un gran boato. Poi, dopo qualche secondo, nell’atmosfera fattasi silenziosa, ecco una voce roca, commossa, da vecchio appassionato: “Vai Campione!”. L’azzurro va al cambio di campo, e poi chiude il match tenendo a 0 il game di servizio successivo, suggellando con un imperioso ace una prestazione eccellente.
Era tanto, tanto tempo, che un tennista italiano non faceva vedere, al Foro, una simile qualità di gioco. In quei giorni, molti appassionati e addetti ai lavori erano convinti che il bolognese avrebbe scalato rapidamente le classifiche. Fiorivano i paragoni con sua maestà Federer e con le vecchie glorie del nostro tennis: Simone sui giornali diventava “Il Roger italiano” e “Il nuovo Panatta”.
Non stupisce quindi, dopo tanti roboanti proclami, che la sua stagione, chiusasi con il 41° posto in classifica, abbia lasciato un certo amaro in bocca, mentre ad esempio un Simon, il suo avversario di quel match al Foro, è approdato fra i primi 10 ed è ora impegnato al Master di fine d’anno.
Eppure, a guardar bene, Bolelli è probabilmente il giocatore italiano, fra quelli di vertice, che ha compiuto i maggiori progressi in questa stagione, non solo in classifica (era partito dal n. 67) ma anche e soprattutto nel livello di gioco. Vediamo come e perché.
L’attività.
Simone giocato complessivamente 59 incontri, con un bilancio di 29 vittorie e 30 sconfitte. Ha battuto 5 top 20 (Karlovic, Mathieu, Baghdatis, Gonzales, Almagro), e ha mietuto alcuni altri eccellenti scalpi, quali Berdych, Simon, Cilic, Kohlschreiber, Del Potro, Kiefer, Feliciano Lopez.
Il 2008 dell’azzurro è partito con un inizio difficile in Australia e negli indoor primaverili (anche per una preparazione invernale mai così pesante); Simone ha iniziato ad entrare in forma a Miami (dove è andato molto vicino a battere Davydenko) per poi esprimere un gran tennis sulla terra europea, dove ha fatto vedere le cose migliori, con alcuni match di livello impressionante contro Gonzales a Monaco e Del Potro a Parigi. Unico neo, il match perso al Roland Garros contro Llodra, un incontro difficile per caratteristiche tecniche (Bolelli soffre molto gli attaccanti classici) e ambientali (sul ribollente catino del centrale di Parigi) ma obiettivamente alla sua portata. La stagione sull’erba ha portato un’altra splendida vittoria, quella su Fernando Gonzales a Wimbledon, ma da lì in poi lo stato di forma del bolognese è calato, e nell’estate americana l’azzurro ha raccolto pochino, pur andando piuttosto vicino a battere Djokovic a Cincinnati. Anche la discussa tournee asiatica, che è costata al bolognese la frattura con la Federazione per la mancata partecipazione al match di Davis contro la Lettonia, non ha portato i risultati attesi. L’azzurro tuttavia non si è lasciato travolgere dalle polemiche e il finale di stagione, negli indoor europei lo ha visto tornare protagonista, con alcune ottime prestazioni, (prima fra tutte la vittoria su Thomas Berdych a Basilea) fino all’ennesima sconfitta di misura, dopo una lunga lotta, da un giocatore di livello assoluto, James Blake, nel secondo turno di Bercy.
Il best 18 di Simone
Con i migliori 18 risultati che concorrono a formare la classifica Atp, il ragazzo di Budrio quest’anno ha totalizzato 843 punti, contro i 541 che gli erano valsi il 67o posto a fine 2007. L’azzurro conferma di possedere un bagaglio tecnico piuttosto completo, che lo rende competitivo su ogni tipo di terreno. L’eccellente stagione sulla terra rossa, a tirare le somme, ha contribuito per non più del 45% al suo bottino, un valore in linea con quanto era avvenuto lo scorso anno, quando sul clay aveva raccolto il 43%. Il cemento all’aperto ha portato a Simone 120 punti, pari al 14%. Anche questo dato è all’incirca in linea con quanto era avvenuto lo scorso anno. Il resto viene dall’erba (i 75 punti del terzo turno a Wimbledon, 9%) e soprattutto dagli eventi indoor, dove il bolognese ha messo insieme 268 punti (il 31% del totale). I numeri confermano che Simone avrebbe potuto raccogliere di più sul cemento all’aperto in USA.
Le prospettive di Bolelli di poter restare nei top 50 appaiono peraltro ben fondate: l’azzurro ha ottenuto nei 13 eventi “obbligatori” (i 4 Slam e i 9 Master Series) il 62% dei suoi punti, una buona percentuale, che ne conferma la competitività ad alti livelli. Da questo punto di vista, è molto significativo il fatto che il contributo dei tornei challenger è pressoché nullo (solo 40 punti, appena il 4%). Lo scorso anno, invece, Simone aveva raccolto nei challenger il 56% dei suoi punti. E’ forse questo il dato che più di ogni altro evidenzia il salto di qualità compiuto in questo 2008.
Il livello di gioco e l’evoluzione tecnica.
Nella pausa invernale di fine 2007 il bolognese, sotto la guida del preparatore atletico Carlo Regalzi (l’altro collaboratore di coach Pistolesi, Marco Panichi, aveva accettato di lavorare con la slovacca Hantuchova) ha affrontato un durissimo programma di potenziamento atletico, teso a migliorare spostamenti e reattività, suoi storici punti deboli. I risultati, smaltiti i pesanti carichi di lavoro, si sono visti a partire da marzo: in primavera abbiamo ammirato un Bolelli nuovo, in grado di meglio coprire il campo e di vincere, finalmente, qualche punto in difesa. I miglioramenti fisici hanno consentito al bolognese di affrontare lo scambio con maggiore serenità e di giocare più ordinato, seguendo un piano tattico preciso ed evitando di prendere rischi estemporanei ed eccessivi.Piano piano l’azzurro, che a molti era sembrato un giocatore di pura potenza, ha iniziato a mostrare alcune pregevoli variazioni e insospettate doti di tocco: la palla corta, il cambio di ritmo con rovescio in back (un colpo dove Simone è migliorato tantissimo) qualche schema di serve & volley, grazie alla maggiore velocità nello spostamento in avanti e al buon repertorio al volo.
Molto lavoro è stato dedicato alla risposta al servizio, il fondamentale dove il bolognese è più deficitario. Simone è migliorato nella risposta alla seconda palla (sulla quale alterna traiettorie cariche colpite da lontano, in genere con il diritto, ad accelerazioni piatte eseguite in avanzamento, specie con il rovescio) ma deve ancora progredire tantissimo contro la prima palla avversaria, soprattutto contro lo slice a uscire da destra, che non riesce quasi mai a leggere tempestivamente. Promettente, comunque, è il progresso compiuto nell’uso del back, con cui inizia a contenere servizi veloci senza perdere troppo campo. Un settore del gioco dove il bolognese ha invece mostrato una certa involuzione, specie nella seconda parte della stagione, è il rovescio lungolinea, che adopera con frequenza davvero insufficiente. Bolelli ne giocava addirittura di più lo scorso anno. Come si spiega? E’ probabile che il miglioramento nella rapidità di spostamento porti ora Simone a cercare il più possibile di andare a colpire di diritto (colpo che lui esegue benissimo anche in lungolinea dall’angolo sinistro). In altre parole, i progressi nella mobilità lo portano a cercare di evitare il colpo che lui sente meno sicuro, il lungolinea di rovescio, colpo che l’anno scorso, invece, muovendosi peggio, era costretto a tirare con maggiore frequenza. E’ un aspetto che andrà assolutamente rivisto, per rendere meno prevedibile il suo gioco.
La programmazione.
E’ stata la grande novità della stagione 2008. Bolelli ha dimostrato di avere acquisito una grande fiducia nelle sue qualità e si è programmato in modo davvero ambizioso. Per tutto l’anno, ogni settimana, ha sempre giocato al livello più alto possibile, iscrivendosi sempre al torneo più difficile, e affrontando a viso aperto, con grande continuità, i giocatori più forti del circuito. E probabile che con una programmazione meno ambiziosa ora il bolognese sarebbe più avanti in classifica, ma quel che conforta sono i grandi progressi fatti registrare dal suo livello di gioco rispetto all’anno precedente, e il preziosissimo bagaglio di esperienza accumulato. Qualche cifra: nel 2007 Simone aveva affrontato in tutto l’anno due soli top 10, mentre in questa stagione ne ha incontrati ben 12: pur uscendo sempre sconfitto, ha fatto spesso match pari. L’anno passato aveva battuto complessivamente 4 soli giocatori classificati fra i primi 50, mentre in questa stagione ne ha sconfitti 14, fra cui, come detto, 5 top 20. E’ una differenza davvero sostanziale, che mostra in modo eloquente il salto di livello compiuto dall’azzurro.
Nel complesso, Simone ha giocato forse troppi tornei per un top 50 (addirittura 34). E’ possibile che con una agenda meno fitta il calo di prestazioni post-Wimbledon sarebbe stato meno marcato. Tuttavia, probabilmente l’unica scelta davvero sbagliata è stata quella fatta dopo Wimbledon: anziché andare al più presto possibile a preparare l’estate americana sul cemento, Simone si è fatto ingolosire dal torneo di Stoccarda, sulla terra rossa, dove un campo di partecipazione non eccelso sembrava garantire un eccellente piazzamento. Purtroppo, ha avuto la sfortuna di incappare già al secondo turno in un super Del Potro, che stava iniziando la sua fenomenale ascesa, e la scelta non ha pagato né in termini di punti, né in termini di adattamento al cemento. Una lezione per l’anno prossimo.
Conclusione
Da Simone Bolelli il tennis italiano si aspetta tanto. E’ il nostro tennista più spettacolare e bello da vedere, e anche quello che ha mostrato i migliori margini di miglioramento, assieme forse a Fognini. E’ anche per questo che risulta particolarmente dolorosa l’incresciosa vicenda della rottura con la Federazione. Tuttavia, va riconosciuto che probabilmente dopo Roma e Parigi le aspettative di pubblico e media sul ragazzo sono state esagerate, come pure sono state esagerate le critiche successive. Era difficile chiedere di più a un tennista che fino a pochi mesi prima aveva grandi difficoltà a strappare il servizio ai giocatori da challenger, e che invece pochi mesi dopo giocava quasi alla pari con molti dei più forti tennisti del mondo.
La verità è che questo 2008 è stato per Bolelli un anno molto importante, uno snodo fondamentale nella carriera di un professionista: l’anno di ambientamento nel circuito maggiore. Un altro elemento che fa ben sperare sono le doti caratteriali del bolognese. Dietro un atteggiamento pacato, che ad alcuni sembra dimesso, si nasconde un notevole spessore agonistico e una apprezzabile stabilità psicologica. Lo dimostrano il buon record nei tie break (24 vinti e 17 persi, questi ultimi in gran parte contro top 10) e l’elevatissima percentuale di palle break annullate (il 66%, nono assoluto al mondo in questa graduatoria). Inoltre, l’azzurro ha mostrato una certa forza morale, riuscendo a concludere bene la stagione nonostante il fragoroso can-can mediatico seguito alla vicenda Davis, che minacciava di travolgerlo.
Il prossimo 17 novembre Simone inizierà, pare presso una struttura in Germania (strascico della vicenda FIT) la preparazione invernale, preparazione che ancora una volta sarà molto incentrata sull’aspetto atletico, sotto la guida congiunta di Carlo Ragalzi e di Marco Panichi, tornato nel team. Ci sono tutte le premesse perché il 2009 sia l’anno della definitiva esplosione ad alto livello dell’azzurro.
Ci si augura che sia anche l’anno della pacificazione.
11 Novembre 2008 alle 12:13
roberto…ma come fai a ricordarti i punti di un incontro giocato mesi fa?
sei un mostro! io ho già dimenticato il match point di ieri, quello con cui simon ha nuovamente battuto federer.
non so se sarà il 2009 l’anno buono per simone: sono certo, però, che, nei prossimi 3/4 anni, ci farà divertire.
11 Novembre 2008 alle 12:52
Riporto anche qui l’articolo di Claudio Pistolesi pubblicata oggi sul sito della rivista Tennis Italiano, con la quale chiede di essere cancellato dall’Albo dei Tecnici Nazionali della Federazione Italiana Tennis:
di Claudio Pistolesi
Da 30 anni esatti sono dentro fino al collo in un’istituzione sportiva che riguarda il nostro sport, la Federazione Italiana Tennis.
Amo moltissimo questa istituzione che mi ha visto crescere, mi ha seguito in tanti aspetti di quello che poi sarebbe diventato il mio lavoro (fin da allora con fior di ingiustizie ma non importa).
Nel 2001 ero stato fiero di partecipare con successo a un corso straordinario per il titolo di Tecnico Nazionale Fit, al quale partecipai tra gli altri con Roberto Lombardi, che non c’entra nulla con la decisione che sto per prendere e che continuo a stimare come Direttore della scuola per Tecnici e della formazione in generale.
Ho grande rispetto delle Istituzioni ma ho fatto mia una frase di un faro della mia vita, un eroe della Repubblica Italiana, il giudice Giovanni Falcone, il quale usava dire “Bisogna assolutamente rispettare le Istituzioni ma non bisogna confondere le Istituzioni con chi le rappresenta in quel momento”.
Alla luce della mentalità autoritaria e irrispettosa del mio ruolo di professionista nell’insegnamento del tennis, espressa in maniera violenta nella esorbitante punizione di esclusione dalle future convocazioni in Davis a tempo indeterminato riservata al mio allievo Simone Bolelli il 22 settembre 2008 in conferenza stampa dal presidente Fit in persona Binaghi, ho dato disposizioni alla Fit medesima di cancellarmi a tempo indeterminato dall’albo dei Tecnici Nazionali federali.
Ricordo che Simone aveva chiesto l’esenzione da un incontro di Davis esattamente come aveva chiesto Filippo Volandri, al quale era stata accordata, l’anno prima. Una discriminazione contro Simone, quindi, del tutto evidente e il diritto sacrosanto di fare il programma dei tornei che spetta, come succede in tutto il resto del mondo al giocatore e al suo coach, è stato calpestato.
Sono indignato e offeso per l’accanimento ingiustificato delle parole di Binaghi contro Simone con il quale viaggio e rappresento il nostro amato Paese in tutti i più grandi tornei del mondo. A mio parere oltre a Simone è stata attaccata l’Italia tennistica che Simone e io rappresentiamo con grande impegno e proficuo lavoro giornaliero.
Inoltre il contenuto dell’intervista al Presidente del Forum Center di Roma Giampaolo Duregon, pubblicata sulla Gazzetta dello Sport nella quale il dirigente del Club spiegava che se solo Simone Bolelli fosse stato ancora ospitato sui suoi campi i ragazzi del Forum stesso avrebbero visto messa a repentaglio la loro attività, mi ha definitivamente convinto a prendere le distanze, come educatore sportivo, da tale consiglio federale nel quale non mi riconosco minimamente e che stimo talmente poco dal pensare che sia un peso per il nostro tennis. Peso dal quale con la raccomandata che allego qui sotto mi sono liberato sia per solidarietà a Simone sia per l’indignazione che provo come insegnante che mette sempre al primo posto il bene dei ragazzi. Altri titoli di riconoscimento del mio ruolo di insegnante mi accompagneranno in futuro nel lavoro di allenatore e tecnico.
Purtroppo, come era prevedibile, il mio auspicio ad una riconciliazione fra le parti non sarà esaudito. La speranza degli appassioonati italiani è che Simone Bolelli sappia isolarsi da questa vicenda e riesca ad estrarre da se stesso il 100% del proprio potenziale.
11 Novembre 2008 alle 14:33
Che amarezza… Perché non si usa mai il dialogo…
11 Novembre 2008 alle 16:11
incredibile…ancora non si placa questa triste vicenda.non capisco come i federali si accaniscono contro pistolesi e di riflesso a Bolelli.la vicenda dovrebbe rispecchiare quella precedente di Volandri…Forse Claudio è un personaggio scomodo?Non conosco personalmente pistolesi,ma ho visto in precedenza il lavoro che ha svolto con Davide Sanguinetti..che rischiando di essere “bruciato”dalla fit per la scelta campo,durante l’incontro a Reggio Calabria con la Finlandia,è riuscito comunque col suo impegno a portare quell’anno Davide a grandi risultati:vincitore a Milano su Federer e a Delray beach su Roddick…sembra che i Federali di questo non vogliano tener conto.policamente siamo fermi al medioevo…che vergogna…
11 Novembre 2008 alle 16:42
Ogni redazione giornalistica che si rispetti ha un uomo sempre pronto a parlare bene del cliente più importante. Il 2008 è positivo per Bolelli solo per Commentucci, Pistolesi e pochi altri al mondo, genitori di Simone compresi. Non è la prima volta che l’autore dell’articolo qui sopra loda i tennisti di casa nostra senza alcuna minima ragione, sempre pronto a difenderli, a coccolarli e a viziarli. Forse la sua asticella di aspettative è più basso (molto) rispetto agli altri tifosi, però certe cose e certi articoli davvero non si spiegano. Non so, forse ci guadagna qualcosa a livello personale. Dove sta l’obiettività?
11 Novembre 2008 alle 17:23
Grande Commentucci. Competente e interessante, come al solito.
11 Novembre 2008 alle 17:50
speriamo bene per il 2009, per ora la sua migliore superficie mi sembra la terra battuta perché gli da qualche chance in più sulla risposta e anche nello scambio gli da un pò più di tempo per preparare le sue cannonate, la chiave è la risposta… se non sbaglio d’estate si piazzava molto in fonod per risponder anche 3 o 4 metri dietro la linie di fondo campo per poi avanzare, un pò come fa Murray, mentre dopo on lo faceva più, probabilmente fa parte di un lavoro mirato a migliorare la reattività… Roberto se non sbaglio a Vienna ha perso al primo turno da Gonzalez mentre Berdych lo ha battuto a Basilea, peccato per la partita persa con Blake a Parigi, con il forfait di Federer avrebbe potuto raggiungere la semi in un master series, penso che Kohlschreiber avrebbe potuto batterlo non era in una forma eccellente
11 Novembre 2008 alle 18:10
Grazie Avec DC, ho corretto. Concordo con te, la chiave per migliorare ancora, specie indoor e con i più forti, è la risposta al servizio. Lì non ci siamo.
Per rispondere a Marcos: come vedi mi è più facile ricordare lo svolgimento dei punti e degli scambi che altre cose, come i tornei o i punteggi…
A Ricardo Remigi vorrei dire che effettivamente spesso vengo definito buonista (e forse lo sono). Forse perché scrivendo cerco di evitare toni urlati o sensazionalistici. Però se leggi bene (mi rendo conto che il pezzo è un po’ troppo lungo…) nel mio articolo non mancano i riferimenti alle lacune nel gioco di Bolelli o a qualche errore di programmazione (per non parlare della diatriba con la Fit, che era sicuramente evitabile, ed io sono stato uno dei primi e dei pochi a scrivere che Simone stava commettendo un errore a non andare a Montecatini).
Credo insomma di averne fatto un ritratto equilibrato, con luci ed ombre.
Quel che mi premeva sottolineare è che forse le aspettative sul bolognese sono eccessive: sgombrando il campo dagli equivoci, il ragazzo non ha a mio avviso i mezzi per essere un top 10, ma con la nostra fame di campioni è bastata qualche bella prestazione in primavera per caricarlo di responsabilità eccessive. Simone è un tennista che può stare nei 20, a mio avviso, non di più. Ma non gli si poteva chiedere di arrivarci già in questa stagione 2008, che era la sua prima tutta passata nel circuito maggiore.
In altri termini, è difficile chiedere ad un giocatore di 22-23 anni, che fino a pochi mesi prima aveva grandi difficoltà a brekkare i Falla o i Berrer, di iniziare di punto in bianco a battere i Davydenko o i Djokovic, o i Roddick, o i Blake. Il fatto che Simone ci sia andato spesso vicino fa ben sperare per il futuro (ripeto, un futuro se va bene da top 20); ma io credo che quest’anno il ragazzo abbia fatto in pieno il suo dovere.
A mio avviso, l’unico grande rimpianto della stagione è il match con Llodra a Parigi, che valeva molto. Quella, davvero era una partita che si doveva vincere, anche se lì sono usciti limiti più di carattere tecnico (Simone in difesa, alla risposta e nel passante è molto debole) che non di carattere psicologico.
Sul fatto che a mio avviso sia un tennista caratterialmente solido, anche se su mymag viene definito erroneamente “Budino di Budrio”: per dimostrare la mia opinione ho fatto parlare i numeri, se no si parla di aria fritta.
Infine, tranquillo, Riccardo, gli italiani non mi danno una percentuale per parlare bene di loro. E’ che sono tifoso, anche se mi sforzo di essere obiettivo. A volte ci riesco, a volte meno. Grazie comunque per il tuo parere.
11 Novembre 2008 alle 20:06
Ottima analisi Roberto Commentucci.
Come sempre non deludi mai le attese.
Penso di poter dire che il tuo giudizio positivo per l’annata 2008 è basato esclusivamente su dati di fatto.
Ovviamente ci sono dei match che avrebbe anche potuto vincere ma dati alla mano e non opinioni dimostrano che il bilancio è positivo.
Alla fine i numeri se ben interpretati sono sempre indice di verità.
Mi chiedo solo come mai da un pò di tempo a questa parte non avete pensato ad intervistare direttamente Simone?
Sarebbe interessante sapere direttamente da lui come intende curare la preparazione fisica, aspetti che intende migliorare e obbiettivi per il 2009 ecc..
Chiederei in particolare a Simone visto che ha battuto sia Simon e DEL POTRO pensa lui stesso di entrare a far parte dei top players e raggiungere simili vette?
11 Novembre 2008 alle 22:28
Una breve considerazione: mi viene da ridere e da piangere.
Dopo anni di astinenza tipo Italian Pie rischiamo, se Bolelli diventa un top ten, di avere un top naturalizzato straniero! Pazzesco.
E’ vero che chi comanda deve avere fermezza, ma in politica spesso ci si deve accontentare di lasciare perdere su certe questioni e non andare sempre fino in fondo. Lo sport non è la politica, anche se il confine ormai tra i due ambiti mi sembra impercettibile.
12 Novembre 2008 alle 10:44
Molto bene Roberto, editoriale da salvare e mettere via. Una domanda che interessa a molti, quando una scheda su Fognini? Ciao grazie
12 Novembre 2008 alle 17:29
Vergogna!
Si continua a non prendere atto che il piu’ forte azzurro e’ Seppi!
13 Novembre 2008 alle 12:13
In buona parte concordo con l’articolo di Commentucci, questo é stato l’anno migliore di Bolelli.
Concordo pure sui miglioramenti fatti atleticamente, corre decisamente meglio e non forza palleggi e colpi, l’anno scorso l’ho visto fare autentici suicidi. Questo il lato piú positivo, un palleggio piú solido, meno colpi di testa controproducenti.
Ma l’interrogativo peró su dove potrá arrivare mi resta aperto. Ho dato un’occhiata ai vari video in rete, e il suo problema fondamentale, il rovescio non é risolto, siamo ancora troppo indietro. Perché ?
Diamo un’occhiata a questo, montecarlo 2008
http://www.youtube.com/watch?v=hqh67tSwI3o
Senza dover scandire per forza i secondi in una video analisi, l’intera partita vige sulla regola numero 1 dei suoi schemi di gioco, “proteggere il rovescio”. Appena esce da questa protezione il gioco del Bole diventa davvero incisivo, il dritto fa i buchi per terra, appena ha lo spazio muove l’avversario come vuole, Bole é un attaccante di razza, cerca fantasia e aggressivitá per crearti difficoltá.
Ma se questa protezione non funziona casca il palco, Puó vincere davvero con chiunque, ma puó anche perdere clamorosamente con chiunque, quel rovescio non é assolutamente all’altezza.
Gli avversari lo cercano costantemente, Bole lo protegge spostandosi sul dritto anomalo e sforzandosi in un continuo “evitiamo a tutti i costi lo scambio sulla diagonale di rovescio”, e in questo si vede che i suoi limiti di corsa si sono alzati, ma i suoi spostamenti da fermo, i passi per prendere posizione da fermo sul rovescio, sono rimasti indietro, sono ancora lentissimi, come lenta é l’apertura. Piú volte si nota come la ricerca sulla posizione di rovescio preveda un numero eccessivo di aggiustamenti, come si ritrova troppe volte la palla addosso e il colpo risulti in ritardo di impatto, un colpo, il rovescio ad una mano la cui regola é “colpisci il piú avanti che puoi”. La protezione si vede chiara anche sul servizio, molte volte si sposta in largo anticipo per colpire di dritto, bravo in questo caso a saper “leggere” le intenzioni.
I risultati si vedono chiari, gli schemi di gioco sono prevedibili, il campo lasciato aperto a destra é spesso eccessivo e diventa un punto troppo debole, le rincorse per andarlo a coprire chiedono sforzi fisici che andrebbero sfruttati in altro modo. Il rovescio che poi scaturisce quando costretto da uno scambio sulla diagonale di rovescio é spesso fiacco, centrale e corto, e questo un top 20 non te lo perdona, su quelle palle entra e sei fritto.
Tutte queste considerazioni sono figlie di un unico problema, che é la scarsa reattivitá, scarsa reattivitá che causa problemi a raffica e a cascata, e il Bole di questa cascata é vittima, se riesce a gestirla puó sfondare tutti i muri, ma non puó presentarsi alla soglia dei top 20 senza un rovescio degno di questo nome, non é pensabile.
Cosa fare ? Passare l’inverno a fare carichi su questo esclusivo tema, e passare la stagione a migliorare questo aspetto che sicuramente lo puó portare a colpire un rovescio che tecnicamente non ha grossi problemi, in maniera tale di non subirlo, ma di aggredirlo, il rovescio ad una mano non perdona i tuoi peccati, l’inizio di stagione di un Federer lento e svogliato ne é testimone.
Se, dico se, questi problemi verranno superati, Bole non ha limiti, ma allo stato attuale delle cose la posizione resta nei primi 50, con magari qualche punta nei 20-30, ma non oltre.
Oltre a questo ha dimostrato carattere ed equilibrio, la recente disputa con la federazione poteva davvero affossarlo e invece ha reagito abbastanza bene, e mi auguro davvero che questo ragazzo trovi lo spazio che merita.
Consiglio spassionato al Pistol : concentrati nel tirar su ’sto ragazzo e smettila di litigare con la federazione, Bole ha bisogno di questo ! Pietra sopra !
13 Novembre 2008 alle 15:18
@Wik, non credi che dovrebbe intervenire il papà di Bolelli che lo segue 24 ore su 24 in questa spinosa faccenda? Il papà ha lasciato il lavoro per dedicarsi anima e corpo al figlio, e non credo che sia uno stupido tutt’altro! Dovrebbe mettere il freno a Pistolesi………così è un boomerang per Bolelli. Capisco anche Pistolesi, con quest’azione, ha voluto dare un segnale importante all’ambiente, ma Claudio deve innanzitutto salvaguardare gli interessi del suo assistito, in questo modo non fa altro che mettere il bolognese in una scomoda posizione……….
13 Novembre 2008 alle 15:34
@anto
questa storia è sbagliata dall’inizio alla fine, il primo che ci mette una pietra sopra ci fa solo bella figura, altra soluzione non c’è. Il vero problema è la formula della Davis errata, il resto ne è solo la conseguenza, se poi questi Signori sono in grado di rendersi conto di aver tutti sbagliato ed esagerato bene altrimenti fatti loro, ma ora si pensi al tennis, punto e fine, atteggiamenti come quest’ultimo di Pistol sono solo deleteri. Se il padre di Bole fosse utile a questo ben venga, ci hanno rimesso tutti da questa bega, e Bole quello che ci ha rimesso di più, ora basta.
13 Novembre 2008 alle 16:29
Caro wik, ti ringrazio per il tuo commento, come sempre molto interessante e di gran qualità.
Quindi, mi pare di capire che a tuo parere sia i problemi alla risposta, sia quelli sul rovescio, abbiano la stessa origine, la scarsa reattività di base, la lentezza nel fare il primo passo: in sostanza se ho capito bene Simone alla risposta soffre così tanto il servizio in slice da destra soprattutto perché protegge il rovescio sulla traiettoria centrale e poi non è abbastanza veloce per arrivare sul servizio a uscire.
Secondo te sarebbe praticabile, per il team di Simone (Pistolesi, Panichi e Regalzi), farsi fare una consulenza specifica da un Paganini, ad esempio, tesa a sviluppare un programma di lavoro atletico personalizzato sulle sue lacune di reattività? O ritieni che una soluzione del genere sia da scartare a priori? O che non esistono formule magiche e che il tipo lavoro da fare è perfettamente noto a tutti coloro che sono nell’ambiente e dobbiamo solo avere pazienza?
Grazie.
13 Novembre 2008 alle 17:15
@ Roberto, quando una scheda sul ns Ferrer italiano………
13 Novembre 2008 alle 17:18
Ottimo articolo!!!
Nella trasferta in Asia Simone ha molto risentito della polemica Davis, altrimenti il suo score sui tie break e di conseguenza la sua classifica sarebbero certamente migliori.
Un chiarimento Roberto; tu scrivi che la preparazione invernale sarà molto incentrata sulla parte atletica. Sarei interessato a sapere se questa è un’informazione di cui sei venuto in possesso e che ci fornisci o è un tuo auspicio che la preparazione invernale di Simo si fondi sulla parte atletica??
Un saluto.
13 Novembre 2008 alle 17:44
Ad anto: su Fognini scriverò un articolo simile nei prossimi giorni.
A Pibla: me lo disse Pistolesi quando lo intervistai dopo la vittoria su Berdych a Basilea. La priorità è migliorare atleticamente, poi ovviamente lavoreranno anche su aspetti tecnici, in primis mi diceva “la manualità e il gioco al volo”.
13 Novembre 2008 alle 18:54
@Commentucci
Pierre Paganini è un autentico mago, si al lavoro specifico dal lato fisico, ma che sia affiancato da tutti quei drill con palla che servono al caso, a costo che il Pistol si metta al di là della rete a tirargliele a mano da 5 metri 1000 al giorno di rovescio e 1000 di dritto e rovescio alternato in velocità.
Quello che a me preoccupa un po’ è che si debba fare proprio quel lavoro di meccanizzazione veloce dei movimenti, un ritrovarsi coi piedi che volano da soli al posto giusto che andava fatto tempo addietro, un lavoro umile e noiosissimo che ti consente di pensare solo alla palla in arrivo, quasi da principiante, ma non può trovarsi sempre in ritardo di esecuzione sul rovescio, diamine, mi rifiuto di pensare che abbia il complesso del rovescio come un giocatore da circolo ! E non può quello essere un difetto vincolante a tutto il suo gioco.
Formule ce ne sono, non si raggiungeranno mai risultati eccelsi, reattività fulminee, perchè il Bole non lo è di natura, ma dando un’occhiata oggi ai video del 2008 ho notato stimolato dal tuo articolo che la corsa è davvero migliorata, perchè non potrebbe migliorare in reattività ? In fin dei conti anche Federer e Gonzales si sono costruiti col tempo rovesci che in passato non avevano.
Il lavoro da fare è molto e pesante ammesso siano questi i progetti del team, questo è il dato di fatto, e questo mi crea dubbi sul 2009, temo sia un anno di carico e non di esplosione che potrebbe invece arrivare nel 2010, o almeno io ragionerei in questi termini. Chiedere un’esplosione nel 2009 mi sembra prematuro e potrebbe essere dannoso per la futura carriera.