Noi, quelli che continuiamo ad amare Safin nonostante tutto…

 
30 Marzo 2009 Articolo di Luigi Ansaloni
Author mug

A Miami un’altra incredibile persa per il russo contro Monfils, dopo essere arrivato a un passo dalla vittoria. Pensieri e parole di uno che, nonostante tutto, continua a credere in Marat. E a volergli bene

Il Malox è qui vicino, l’avevo già preparato in anticipo. Saggezza data dall’età? No, semplicemente noi tifosi di Safin ci siamo abituati alle gastriti nervose. Perché si, noi siamo quelli che amano Marat, nonostante tutto. Le immagini da Miami ci regalano il balletto di Gael Monfils, contento e felice come se avesse vinto una partita praticamente persa. Ecco, appunto. Sotto 5 a 2 nel terzo set, due break e altrettanti match point recuperati e salvati. Cosa vuoi che sia, accidenti. Miracolo del francese? Potrebbe anche darsi, se dall’altra parte del campo, con la borsa piena di racchette rotte, non ci fosse Safin. Anzi, Marat, come lo chiamano tutti. Il nostro amico Andrea Scanzi da un bel po’ lo chiama postumo in vita. Vero, forse, per carità, perché c’è stato un tempo in cui sembrava che questo scapestrato russo potesse diventare un dittatore. Poteva essere Pelè, è stato Best. Il nordirlandese del Manchester United, ormai a fine della sua vita terrena, col fegato a pezzi, regalò una delle sue ultime perle dicendo: “Se non fossi stato così bello, non avreste mai sentito parlare di Pelè”. Marat forse potrebbe dire “se non fossi stato così bello, non avreste mai sentito parlare di Federer”. Forse, bho, chi lo sa.

Nel suo ultimo anno, il lungo addio, la nostalgia canaglia in noi tifosi la fa da padrone. Non ci rassegniamo, semplicemente, inutili patetici piccoli esseri. Siamo un po’ come quelle dive degli anni cinquanta o sessanta, che vanno in televisione ancora truccate o vestite come se il tubo catodico fosse ancora in bianco e nero. I nostri ricordi vanno alla finale dell’Us Open 2000, quando Marat sconfisse, massacrò più che altro, Sampras. O alla semifinale dell’Australian Open 2005, quando due pianeti troppo belli per essere veri si incrociarono e ci regalarono quasi cinque ore di nuove orbite tennistiche. Era il tempo di un dittatore, quello sì vero, l’imbattibile Federer. Per tutti forse, non per lui.

Ma a questo vecchio (mica tanto, su) tifoso sorge però un dubbio. Siamo sicuri che Safin, pardon Marat, sia così amato per quello che ha fatto in campo? Mah. No. In realtà, forse a nessuno frega se poteva essere numero uno del mondo per 10 anni, per 5 anni o per un’altra settimana, se poteva vincere più slam o più tornei. “Immagina Safin con la testa di Davydenko”, sentiamo dire da più parti. Ma chi se ne frega, su. Chiudendo gli occhi mica ci immaginiamo il suo lungolinea di rovescio bimane, piuttosto lui su una panchina di Melbourne, all’alba della finale contro Thomas Johannson, reduce da una notte brava o bravissima. Finale persa poi, naturalmente. Qualcuno lo definì uno dei più grandi regali della storia del tennis. Vero, forse, oppure no. Chiudendo gli occhi ci immaginiamo Marat e i suoi soliloqui, le sue interviste, le sue racchette spaccate, le tribune piene di Safinette (”Io le donne le pago per farle andare via dal mio letto, non il contrario”, disse in una conferenza stampa con la sua innegabile signorilità), le sue discussioni con gli arbitri di tutto il mondo. Come quella volta con Grillotti nella finale di Halle del 2005 contro Federer. “Romano, andiamo, tanto la vince lo stesso questa partita anche senza i tuoi errori!”, disse Safin al giudice italiano. Tutti risero, anche Il Re Piccoso (citazione Scanziana che mi fa ridere un sacco, pardon), tanto che a fine partita Roger si andò a sedere, poco prima della premiazione, nello stesso “angolo” del suo avversario, e si fecero insieme 4 risate. Ogni tanto Grillotti, che adorava (ricambiato) Safin, copriva il microfono e diceva “Marat, se stai calmo questa partita la porti a casa, andiamo”. Consiglio ascoltato poche volte.

Ha avuto tante donne, ha chiuso tante discoteche, ha fatto sempre tutto come ha voluto. Ha spezzato tanti cuori , non solo femminili ma anche di noi tifosi, che lo volevamo come Davydenko: una macchina da tennis, servo del nostro tifo, strumento per il nostro compiacimento. Non è stato così. Ed ora, con i commentatori televisivi che lo chiamano Marat, con gli spettatori che fanno casino appena mette dentro un punto, alzandosi la maglietta e facendo vedere la pancia con le lettere disegnate del suo cognome, un po’ fa male. Non perché perde. Di quello, a noi che tifiamo ancora Marat, non ce ne po’ fregare de meno. Monfils continua a ringraziare. Che partita che è stata. 2 ore e 53 minuti, 5-7 7-5 7-6 per il francese. Marat esce dal campo, diretto non si sa dove. E già ci manca.

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33 Commenti a “Noi, quelli che continuiamo ad amare Safin nonostante tutto…”

  1. Daniele scrive:

    Prima della semifinale di Wimbledon l’anno scorso disse:
    “Per battere Federer sull’erba devi essere Nadal e correre dappertutto come un coniglio colpendo vincenti da ogni parte del campo.”
    Impagabile.

  2. Donato scrive:

    ….Che incredibile spreco di talento!! Ricordo ancora gli occhi di Sampras quando un ragazzino russo lo massacrò nella finale di casa, e poi quella incredibile semi del 2005 all’AO!! Nella vita si fanno delle scelte e Marat ha scelto la bella, anzi bellissima vita, le serate brave e fortuna per lui le belle donne. In un certo senso, come dargli darto…Però pensare a quello che avrebbe potuto fare nel Tennis, viene un pò di tristezza per tutti quelli che amano e che hanno amato il suo gioco e il suo incredibile rovescio lungolinea a due mani, che ricordo a detta di Agassi, è il rovescio più bello ed efficace (..una volta!!) bimane, che lui abbia mai visto..Chapeau Marat

  3. FRAC2105 scrive:

    FANTASTICO!

  4. Orazio scrive:

    Ma chi è questo Pelè??? Articolo ben fatto ma se al posto di Pelè fosse stato scritto il nome di Maradona allora il paragone Maradona-Best, Roger-Safin avrebbe retto alla grande….peccato, per colpa di un nome l’articolo perde valore!
    In ogni caso tralasciando l’obbrobrio, la bestemmia, l’offesa al dio del calcio mi trovo d’accordo con quello che racconta Luigi Ansaloni…Marat resterà sempre il più grande rimpianto del tennis moderno…

  5. enzo cherici scrive:

    @ Orazio

    Pelè è uno che ha vinto “solo” 3 Coppe del Mondo, che ha segnato “solo” 1281 gol in 1363 partite, che ha vinto “solo” una decina di campionati in Brasile, due coppe Libertadores, altre due Coppe Intercontinentali. Insomma…ma chi sarà mai questo Pelè ;-)))

  6. marcos scrive:

    comunque sia, il suo è un tramonto spettacolare.

  7. Safinator scrive:

    Mi viene da piangere.

  8. Luigi Ansaloni scrive:

    Orazio, guarda che io sono d’accordissimo con te. Per me Maradona batte Pelè 10 a 0, non scherziamo. Il Pibe vinse un mondiale giocando da solo e arrivò in finale nel 1990 giocando con Troglio (panchinaro nell’Ascoli) e Dezotti (panchinaro nella Cremonese). Gli scudetti e le coppe del Napoli nemmeno le conto. O Rey vinse sì tre mondiali, ma giocando in squadre fatte da Marziani tipo Garrincha, Didì, Vavà, Carlos Alberto, Jairzinho, Gerson, Rivelinho. Tanto che, nel 1962, quando Pelè si infortunò durante la prima partita, il Brasile vinse ugualmente il mondiale e senza alcun problema…strano vero?

    Ma, tornando all’articolo, George Best, che apparteneva a quella generazione di cui Pelè era considerato certamente il migliore, nella sua frase citò il giocatore brasiliano. E io l’ho riportata testualmente e integralmente. Mica l’ho detta io. Giammai! Santa Maradona….

  9. lucia scrive:

    durante le sue partite ho sempre avuto le farfalle nello stomaco, ostinandomi a tifare per lui anche quando iniziavano i monologhi ed inevitabilmente era persa..
    avrei tifato per lui anche se non fosse stato così bello…
    dopo essermi commossa per il ritiro di agassi agli us open, questa volta è per lui. che tristezza quando i nostri idoli cedono il passo e si arrendono al passare degli anni, alla stanchezza, ai giovani scalpitanti.

  10. Ros scrive:

    Io non lo voglio Marat con la testa di Davydenko. Perderebbe di fascino. Ho avuto la fortuna di vedere all’opera il miglior Marat di sempre, a Flushing Meadows quando ridicolizzò Sampras e successivamente, in quegli anni in cui ancora il suo entusiasmo tennistico riusciva ad avere una parvenza di costanza. Ancora oggi, come nella partita di ieri, si vedono lampi di quel tennis e di quella forza prorompente e quel carisma in campo che pochi come lui riescono a trasmettere. Per questo lo amo, non per le orge a Mosca.
    Perchè Safin è così, prendere o lasciare, e lo dico dopo averlo maledetto ieri.
    Sono scelte, lui è fatto così e ha scelto di seguire se stesso. Vivaddio.

  11. Orazio scrive:

    Allora chiedo venia caro Luigi…è solo che nella mia personale top list Pelè con il calcio c’entra poco dato che è rimasto a giocare in Brasile sempre senza confrontarsi con il calcio vero….Best sì che era un calciatore vero e da quello che mi hai risposto si capisce che sei d’accordo con me…questo vale anche come risposta a Enzo Cherici…

  12. Renée scrive:

    Scusatemi: è tutto molto romantico, quasi poetico, il genio che si è rifiutato di “sacrificare” la bella vita ai ritmi forsennati della carriera.
    Quello che “se non era bello e distratto dalle donne diventava un dominatore del tennis”.
    Allora: io sono una “fanciulla” e figurati un po’ se non subisco il fascino di una persona così attraente, intelligente, ironica, talentuosa in quello che fa, tutto insieme.
    Ma la partita di ieri mi ha dato tutta un’altra impressione e l’analisi “se stava calmo, se andava a dormire presto, se si allenava di più” secondo me non si adatta per niente alla - assurda - sconfitta da Monfils.
    Niente scuse romanzate.
    Ieri Marat non era nè stanco, nè particolarmente fuori di sè, nè sembrava sconcentrato da una notte brava o senza troppa convinzione.
    A tratti ha giocato benissimo, ha retto il ritmo della “marionetta elastica” Monfils fino alla fine, a parte gli ultimi punti era persino tranquillo, tatticamente centrato. E le racchette spaccate alla fine sembravano più una resa, frutto della consapevolezza di essere l’unico artefice della propria sconfitta.
    Insomma, stava vincendo nel 3° set, dopo aver perso il secondo; cosa anche questa piuttosto strana, perchè da uno come lui ti aspetti che, rimontato nel secondo parziale, al terzo esca dal campo.
    Il francese sbagliava più di lui e tanto gli avrebbe ancora regalato.
    Lo so che quanto sto per dire scatenerà le reazioni degli esteti e dei nostalgici: ma secondo me ieri Safin ha perso solo di “braccino”.
    A parte la bellezza della partita, sembrava modello Seppi contro Wawrinka del giorno prima: 1000 occasioni per mettere al tappeto l’avversario e, ogni volta sul momento di concludere, un errore non forzato.
    Evidentemente si può essere apparentemente spavaldi, forti, affascinanti, dotati di un tennis travolgente e di una storia di successo, ma non troppo coraggiosi.

  13. TCC'75 scrive:

    Caro Safinator, viene da piangere a tutti noi. Se penso che un moderno pallettaro come Monfils, riesce a battere uno come Marat, buttando solo la palla dall’altra parte…
    Sentiremo la mancanza anche di lui, purtroppo, da qui a dodici mesi.

  14. enzo cherici scrive:

    @ Orazio

    Dopo questa tua affermazione: “Pelè con il calcio c’entra poco”, mi pento persino di averti dedicato quei 30 secondi… :-D

  15. Orazio scrive:

    @enzo

    pure zaccardo barzagli e barone hanno vinto un mondiale amico caro…
    dai Pelè è stato un grande nel calcio che non contava, i maestri del calcio erano altri…

  16. Donato scrive:

    …Cara Reneè io la partita non l’ho vista quindi non posso giudicare alla perfezione, ma somiglia, da come viene descritta, ad una delle tante partite buttate al vento da Marat….Io non credo che abbia avuto “il braccino”…Non lo ha mai avuto anche in situazioni in cui sembrava tutto perso!! Ti ricordi in che modo annullò il match point a Federer nella semifinale dell’AO del 2005…Che coraggio!! Che pazzia giocarlo in quel modo!!
    Il problema secondo me è che del Tennis non gliene importa più da parecchio tempo..anzi c’è una data precisa; ill giorno dopo il suo trionfo in Australia decise di andare a pescare e prendersi “un periodo di pausa”, che poi fu molto lungo, quando invece lì avrebbe dovuto essere consapevole del fatto che quello era l’ultimo treno per tornare ad essere “IL PROTAGONISTA” (…insieme allo svizzero) di questo magnifico sport, e “L’ANTAGONISTA” di Federer.
    Di fatto dopo quella vittoria non si sarebbe mai più allenato come una volta e quel torneo gli fece credere che poteva risolvere tutto con il suo immenso e sconfinato talento, ma purtroppo nel Tennis bisogna sudare per vincere e lui semplicemente non ha più voglia.
    Anche il fatto, come hai detto te, che sembrava che giocasse i punti importanti nella partita con Monfils, quasi rilassato, è una conferma di quello che sto dicendo.
    Rimangono ormai pochi mesi per vederlo ancora giocare, e nonostante abbia perso tutte le speranze di vederlo di nuovo rialzare un trofeo di prestigio, rimane ancora un piccolo posticino dentro me stesso che mi dice che può ancora tornare a recitare un ruolo fondamentale almeno in uno dei tornei più importanti che disputerà fino a fine stagione. Magari lì a Flushing Meadows dove cancellò dal campo Sampras!! Del resto è un genio e come tale potresti aspettarti di tutto da questa incredibile persona!!
    VAI MARAT..Non è finita fino a che non è finita!!

  17. Giada9 scrive:

    Come farò a gurdare un torneo sapendo che in tabellone nn c’è Marat!!!!!!
    Che tristezza.. :(
    VAI MARAT!!!!!!

  18. enzo cherici scrive:

    @ Orazio

    La tua ultima affermazione spiega tutto. Io mi fermo qui.

  19. Agostino scrive:

    Io lo scrissi in un post datato sei sette mesi fa. Ho sempre osservato da lontano il pianeta Marat: non mi sono mai trovato a parteggiare per un tennista che spacca racchette e che non sembra riuscire a stare in campo dal nervosismo alle volte.
    Ma devo riconoscere una cosa: Marat è talmente da vedere in campo, talmente padrone di ogni scena, da chiedersi dove sia quando non sta giocando.

  20. ivan77 scrive:

    che dire e’ un gran bell’articolo,l’ho riletto un paio di volte..sono uno di quelli che soffre per lui ad ogni sconfitta che esulta nelle sue imprese(qui forse dovrei usare il passato).
    mi sono sempre illuso che un giorno,prima o poi, avrebbe potuto dominare il tennis ne’ piu’ ne’ meno quanto Roger,ma ben presto mi son reso conto che le sconfitte dolorose sarebbero state di piu’ delle vittorie da ricordare..
    ieri,seppure conscio da ormai inizio 2009 che sarebbe stato un ultimo anno difficile e che avrei dovuto viverlo in modo molto piu’ distaccato,ho sofferto quanto e piu’ di prima,perche’ ci credevo,e volevo quella vittoria,se la meritava in fondo,per come aveva giocato fino al 5-2 al terzo.
    forse e’ davvero stato il braccino a bloccarlo sul piu’ bello,chi l’avrebbe mai detto..eppure rimembrando una sconfitta con ramirez hidalgo a Roma,sopra 6-0 5-1,o con vliegen sopra 5-1 nel terzo set se non sbaglio,be’ non so quanto sia stato il braccino e non invece l’esser uscito dal match con la testa..la testa che e’ stata la causa di questa sua carriera fatta di alti e bassi..certe volte mi domando cosa sarebbe successo se fosse stato brutto come stepanek,che ne dite voi?certo la testa era sempre quella..
    so gia’ che mi manchera’ tantissimo l’anno prossimo,perche’ oltre al tennista resta un personaggio gradevolissimo,con la personalita’ che davvero in pochi hanno e che e’ stato,onor del vero(e molti se lo dimenticano),molto sfortunato perche’ in due momenti della sua carriera in cui stava giocando un tennis ottimo ha subito due gravi infortuni..
    al polso sinistro(fondamentale per il suo rovescio a due mani)nel 2002/2003 e al ginocchio sinistro da meta’ 2005 ad aprile 2006.
    sono infortuni che hanno comunque condizionato una carriera gia’ difficoltosa per la testa che l’ha accompagnato..
    ma lo si adora cosi’ com’e',nel bene e nel male..
    perche’ Marat e’ Marat.

  21. zio tony scrive:

    macchè maradona, macchè best, il più grande di tutti i tempi si chiamava ezio vendrame!
    tratto da wikipedia:

    Nell’estate 1971 esordì in serie A con il Lanerossi Vicenza, proveniente dal Rovereto: diventerà presto un idolo per i tifosi biancorossi, sebbene non abbia mai sfondato nel mondo del calcio. In verità Vendrame rappresenta uno dei più grandi talenti inespressi che il calcio italiano abbia prodotto negli anni ‘70, alla stregua di un George Best italiano. L’allora presidente della Juventus, Boniperti, lo avrebbe paragonato all’argentino Kempes.

    Con il suo modo di fare scanzonato, l’aria da hippie, i capelli lunghi, il suo spiccato anticonformismo, si accattiva fin da subito le simpatie dei tifosi biancorossi, per i quali sarà un idolo indimenticato. Leggendarie sono le sue “stravaganze”, dalla gallina portata in giro al guinzaglio, alle serate di baldoria prima delle sue migliori partite.

    In campo mostra a sprazzi le sue grandissime doti e il suo piede “fatato”, alternando scampoli di alta classe a prestazioni grigie: Vendrame ha più volte sostenuto di giocare a calcio solo per soldi e che il resto gli interessava poco…

    Fra i molti episodi curiosi di cui si è reso protagonista, i tifosi biancorossi ricordano quando, trovandosi a centrocampo, in contropiede, nella posizione più avanzata, senza compagni davanti da servire, salì con entrambi i piedi sulla palla portandosi le mani alla fronte per scrutare ironicamente l’orizzonte.

    Ma l’episodio forse più famoso del suo passato da calciatore, risale a qualche tempo dopo, quando giocava in serie C con la maglia del Padova: in una partita, a dir suo combinata e destinata allo 0-0, per dare una scossa ai presenti dribblò la sua intera squadra da un lato all’altro del campo senza che nessuno potesse fermarlo, fino a fintare il tiro davanti al proprio portiere, che si tuffò inutilmente su di lui cercando di levargli il pallone, per poi fermarsi in prossimità della linea di porta e ritornare indietro (”così l’emozione era salva” racconterà poi Vendrame nel suo libro autobiografia Se mi mandi in tribuna godo): in quell’occasione un tifoso sugli spalti morì d’infarto e quando questo gli fu riferito, Vendrame rispose come fosse possibile che un debole di cuore lo andasse a vedere giocare.

    Altrettanto divertente, sempre con il Padova, l’episodio del suo cedimento, poi rientrato, dinanzi alle proposte di giocare male la partita contro l’Udinese (sua ex squadra) che stava lottando per la promozione dalla C alla B: in quell’annata il Padova, che navigava in cattive acque finanziarie, pagava ai suoi giocatori i premi partita “minimi” stabiliti dalla FIGC: 22.000 lire a punto. L’emissario della squadra friulana gli offrì 7.000.000 di lire per una “prestazione scadente”. Vendrame inizialmente accettò (”avevo giocato male molte altre volte…e gratis), ma una volta entrato in campo, sentendo che il pubblico friulano fischiò sonoramente il suo nome pronunciato dagli altoparlanti ad inizio partita, cambiò idea e decise che doveva”.. punire quel pubblico di ingrati…affanculo i sette milioni, viva le 44.000 lire” dirà anni dopo. Il Padova vinse 3-2 con una sua doppietta e memorabile fu il secondo gol, segnato direttamente da calcio d’angolo: prima di tirare fece il gesto di soffiarsi il naso sulla bandierina del corner e di dichiarare - a gesti - polemico ai tifosi avversari che da lì avrebbe realizzato direttamente, cosa che puntualmente accadde.

  22. Paolo Zuddas scrive:

    Bell’articolo Luigi….complimenti!
    …..da un adoratore di Safin

  23. Paola scrive:

    E’ la prima volta che lascio un commento su Ubitennis e credo che
    iniziare scrivendo di Marat sia stata la migliore occasione che mi
    potesse capitare per farlo.. anche perchè condivido pienamente quanto scritto da Luigi!
    E’ da circa un annetto che seguo con attenzione le prodezze degli uomini muniti di racchetta, sono dunque una neofita e nella mia analisi mi limiterò a commentare con gli occhi di chi si è appassionata ad un mondo da cui è stata lontana per 23 anni! Non posso negare che la prima volta che ho visto Marat sullo schermo ne sono rimasta folgorata per la bellezza, semplice quanto accattivante, per quell’aria da simpatico sbruffone che lo contraddstingue dentro e fuori il campo. Ho avuto il piacere di vederlo a Wimbledon, mentre in sala stampa i giornalisti lo
    intervistavano..bene, non sono riuscita a dire una parola e per l’imbarazzo mi si è bloccata sia la sfera motoria che quella del linguaggio!
    Scherzi a parte, di questa strana e piacevole figura proveniente dalla Russia ormai credo che un pò tutti ci siamo innamorati. Forse la linea sottile che distingue la persona dal personaggio in lui si è sbiadita..poco importa che sia il tennista numero uno del mondo o il ragazzo che prima di una finale importante passa una notte brava e tira tardi su una panchina sbronzo, tutti ne dicono e tutti ne vogliono sentire dire. Piace e si parla di lui proprio perchè è così irrequieto ed eccentrico, caratteristiche che poi si tradiscono quando in campo ride insieme all’amico Federer e
    mostra la bontà di un sorriso luminoso. Io lo so che in questo sito ci
    scrivono persone che sanno, che lasciano commenti tecnici e alzano il
    tono della conversazione. Io non lo sto facendo e mi scuso per questo,
    ma Marat lo adoro - citando il video in homepage “I believe in Marat”
    - e ho trovato irresistibile la tentazione di scriverne un pò..
    Aspettando di vederlo a Roma e poi a Wimbledon di nuovo, godendomi con
    tristezza gli ultimi mesi della sua carriera, ringrazio il mio
    fidanzato che me l’ha fatto scoprire e conoscere..anche se oggi storce
    il muso quando guardo la tv!!!

  24. Marco scrive:

    L’altra sera ho provato tutti gli stadi del tifo per Safin..dall’eccitazione allo sconforto, dallo sconforto alla meraviglia..ho coinvolto anche gli amici nella visione del match e pure loro si sono sentiti presi!..che effetto strano che fa sulla gente Marat!..non sarà il numero uno sui campi ma dal punto di vista della personalità batte tutti 6-0 6-0!!

  25. +PSTN+ scrive:

    ^Leggendarie sono le sue “stravaganze”, dalla gallina portata in giro al guinzaglio…^
    In questo è stato preceduto almeno da Luigi “Gigi” Meroni.

    Fine OT

  26. zio tony scrive:

    ciao +pstn+, evidentemente era la moda di allora ;-)
    guarda cosa dice il diretto interessato:

    “EZIO VENDRAME
    OVVERO LA POESIA DEL CALCIO
    «Il calcio di oggi non esiste, è finto, è acrilico. Al mondo ci sono stati tre giocatori di calcio: Maradona, Zigoni e Meroni. In questo rigoroso ordine, non alfabetico. Il resto è noia»”

  27. Rik scrive:

    un uomo solo al comando : Marat Safin

  28. Nico scrive:

    e anchio “ammo” sadin icodzintamnte

  29. paride scrive:

    marat è per sempre

  30. iceman scrive:

    Spero essendo un gran tifoso di Marat che riesca a vincere almeno un torneo quest’anno lo meriterebbe…e poi scusate Marat occupa la 21 a posizione ATP, allenandosi quando a voglia, giocando solo i tornei che preferisce e magari tirando tardi la sera…quando c’e’ gente che gioca tutti i giorni 6 ore, va a letto presto, ecc…e a malapena è attorno alla 50a posizione…pensate se Marat facesse vita d’atleta dove potrebbe essere nonostante sia a fine carriera…e tutto cio’ significa che è comunque molto molto piu’ forte di tanti giocatori che ci vengono sparati in copertina…
    DAVAI Marat, Davai!

  31. Dino scrive:

    Grande Marat…anche con Lapenti a Montecarlo stessa storia…ma come si fa a non volergli bene….
    Ha perfettamente ragione l’autore dell’articolo…a noi del risultato non frega piu’ nulla!

  32. Mermetdi scrive:

    Marat lo si adora per come è!
    Ha dato moltissimo al tennis e non parlo solo di vittorie: le sue partite ti entusiasmano, ti fanno ridere e soffrire, ti coinvolgono totalmente come pochi altri giocatori.
    Dopo tutti questi anni a tifare Marat, a vedere racchette spaccate, sentire monologhi e gustarsi sublimi gesti tennistici, non riesco ancora a credere che il prossimo anno non ci sarà più e non proverò quello che ho sempre provato vedendolo giocare.

  33. Marty* scrive:

    Per me,Marat,il migliore sarai sempre tu.

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