La finale più bella vista a NY?
Forse l’ultima . . .

 
8 Settembre 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Una delle migliori finali fra le 25 consecutive che ho visto a New York. L’ha vinta con merito (6-4,7-5 in 125 minuti) Serena Williams che conquistando il nono Slam della carriera, e il suo terzo US open, riconquista anche il trono del tennis che era già stato suo per 57 settimane in passato, ma dal quale era discesa ormai cinque anni fa.

Mai nessuna tennista era riuscita a riprendersi lo scettro mondiale dopo un arco di tempo così lungo. Se la finale è stata avvincente, incerta fino all’ultima palla, il merito va condiviso con Jelena Jankovic, la ragazza serba che disputava la sua prima finale in uno Slam e alla vigilia veniva considerata quasi una sorta di vittima sacrificale di Serena.
E’ finita in due set, con Serena che saltava di gioia spiccando balzi improbabili per una ragazzona della sua stazza (70 kg), felice come se fosse stata la prima volta, ma Jelena avrebbe meritato il terzo set, dopo aver avuto quattro setpoints, tre consecutivi sul 5-3 0-40 del secondo set, un quarto sciupato con un doppio fallo sul 5-4. Un altro pesantissimo doppio fallo, questa volta sulla palla del 6 pari, le è costato un mancato tiebreak e, di lì a due punti, la resa nei confronti di Serena che ha così vinto il torneo senza mai perdere un set (come già nel 2002), sebbene già con Venus nei quarti e nel miglior match della storia del tennis femminile avesse cancellato ben dieci setpoints, due nel primo set e otto nel secondo. L’ultima finale dell’US Open conclusasi al terzo set risale al 1995: Graf b.Seles.
Probabilmente Jelena, n.2 del mondo più che legittima, ha pagato la sua mancanza d’esperienza _ lo dicono quei due doppi falli in frangenti decisivi, su 4 in totale, e anche qualche erroraccio di troppo _ e forse al terzo avrebbe potuto far valere la maggior tenuta atletica, ma comunque la testimonianza della gran qualità della partita arriva dai dati che segnalano un numero di “vincenti” superiore agli errori (44 a 39) da parte di Serena che com’era prevedibile ha preso più rischi (15-22 il bilancio vincenti-errori di Jelena) anche se la serba non ha soltanto subito e “remato” a fondocampo.
Serena ha intascato un milione di dollari, superando il muro dei 20 milioni di soli premi (ma dagli sponsor ha preso cinque volte di più e ora ha anche la sua linea “Aneres” il suo nome all’incontrario, così come Venus ha “EleVen”), terza nella classifica dei guadagni dietro a Steffi Graf e Martina Navratilova. Ma i soldi, a questo punto, per l’ex Ghetto’s Sister, lasciano il tempo che trovano. E’ un posto di sempre maggior rilievo nella storia del tennis quella che le interessa, dopo che nel gennaio del 2007 si era ritrovata al 95mo posto delle classifiche mondiali per via di infortuni e distrazioni di vario tipo, impegni hollywoodiani, carambola di flirt con atleti di tutti gli sport, e via discorrendo. Il terzo US Open (1999,2005 e 2008) si accompagna a tre Australian Open (2003, 2005 e 2007), un Roland Garros (2002) e 2 Wimbledon (2002 e 2003).
“La gente non può immaginare quanto io abbia lavorato per risalire. Quante volte mi sono svegliata alle 6 del mattino per allenarmi quando non c’era ancora la luce fuori…Adesso vorrei arrivare in doppia cifra _ dice mutuando un’espressione del basket Serena, 27 anni il prossimo 26 settembre _ Nove Slam (come Monica Seles e Little Mo Connolly) non mi bastano. Voglio arrivare almeno a 12 (come Billie Jean King), rivincere Wimbledon (dove tre mesi fa ha vinto Venus per la quinta volta, e proprio contro la sorella minore in finale). Venus è stata qui l’avversaria più forte (anche se ora è n.8 del mondo) e sono stata fortunata a batterla. Credo che anche lei possa tornare ad essere la n.1 del mondo. Noi due Williams ai primi due posti delle classifiche mondiali…è già successo e dovrebbe poter risuccedere molto presto”.
E quello che un po’ tutti abbiamo sempre detto e scritto. Quando le Williams sono in forma e non hanno acciacchi, non ce n’ è per nessuna, quale che sia la loro posizione nel ranking Wta. Stasera alle 23 (ora italiana) Roger Federer, campione delle ultime quattro edizioni dell’US open, si troverà di fronte, anziché il solito Nadal come a Parigi e Wimbledon lo scozzese Murray che ha battuto lo spagnolo n.1 del mondo in quattro set, 6-2,7-6,4-6,6-4 e vantava un bilancio favorevole, 2 vittorie e una sconfitta, contro lo svizzero grande favorito.

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5 Commenti a “La finale più bella vista a NY?
Forse l’ultima . . .”

  1. pibla scrive:

    Ottimo!!
    Assolutamente da non perdere anche il pezzo di Clerici su Repubblica di oggi e, credo, anche qui in rassegna stampa, in cui Gianni, non potendo scrivere della finale femminile perché non si era ancora svolta, ne immagina a grandi linee l’andamento e ci azzecca in pieno.

  2. enio scrive:

    @pibla
    Clerici è un grande come sempre.

  3. max scrive:

    completamente sballata la finale “immaginaria” scritta dal pur bravissimo Clerici. La partita non e’ stato un allenamento per la Williams ma una battaglia e Jelena e’ stata tutto fuorche” uno sparring partner dimesso.
    Se poi il buon Gianni nei suoi articoli aggiunge notizie che non riporta in maniera esatta ,lo scritto perde ancor di piu’ in credibilita’: non era la Jankovic (che se ne stava tranquilla tranquilla a casa Bollettieri) che si allenava in una piscina vuota ma la Ivanovic e l’aggiungere in maniera drammatica con l’intento di provocare interesse,”sotto le bombe della vostra Nato” nel conflitto durato un paio di mesi rappresenta solamente una forzatura inutile

  4. pibla scrive:

    Beh, però completamente sballata no, aveva previsto una finale in due set con il secondo più lottato del primo e vinta dalla Willliams, poi certo è stata più dura di come l’aveva vista Clerici ed è vero che nella piscina si allenava la Ivanovic, però, a parte la genialità della trovata, il fatto che abbia azzecato vincitore, numero set e diversa difficoltà tra i due set non è così ovvio….

  5. remo scrive:

    Per quel che può contare il mio parere, non solo non ritengo la sfida nei quarti tra le Williams il miglior match della storia del tennis femminile ma nemmeno il migliore tra loro. Già la finale è stata più intensa e di qualità maggiore (lo stesso Ubaldo cita il maggior numero di vincenti rispetto agli errori, mentre nel derby è stato passivo sia per Serena (24-28) che soprattutto per Venus (45-36)) così come in passato si erano viste partite più avvincenti sia tra loro (la finale degli Australian Open 2003) che tra Graf-Seles (giusto quella del 1995, ma anche il 6-2/3-6/10-8 per Monica a Parigi 1992. E di Wimbledon 2005, Venus-Davenport 4-6/7-6/9-7 cosa vogliamo dire?

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