Pillole di Roland Garros : a spasso per i campi secondari

 
3 Giugno 2008 Articolo di Angelica
Author mug

Virtual Tour: Day11!

Binaghi tifoso e coach della Schiavone, il divertimento di un doppio misto, Miccini un bravo ragazzo

Sul campo centrale Philippe Chatrier si assiste sempre, nella prima settimana, al fenomeno dei posti vuoti a bordo campo. I posti migliori, come sempre sono degli sponsor che li offrono a degli spettatori privilegiati, i quali hanno due caratteristiche ( che non sono solo francesi) :
in genere conoscono poco di tennis, però è tanto bello andare a vedere i campioni di tennis e soprattutto farsi vedere;
in genere arrivano solo dopo che hanno pranzato, sempre offerto dal gentile sponsor, preso il caffè e fatto due chiacchiere di rappresentanza;
in genere indossano un capello stile borsalino, sempre offerto dallo sponsor.
Perciò quei posti, così sognati da tutti quelli che si trovano sull’ultimo anello dello stadio (sempre il primo a riempirsi e l’ultimo a svuotarsi), rimarranno tristemente vuoti almeno fino alle 15.
Il problema è la digestione post-pranzo. Capita di vedere le teste, soprattutto dei non più giovanissimi, piegarsi in avanti fino quasi ad appoggiare il mento sul petto mentre quelli delle ultime file, la su in piccionaia (ma sul serio visto quanti piccioni ci sono! ) seguono il match, applaudono, tifano, si divertono.

Il presidente della federazione francese Bimes, ha la capacità di arrivare sempre nel momento finale della partita. Più o meno gli ultimi due, tre games. Bè si può cercare di capirlo, spesso è vestito tutto di nero e nelle giornate caldissimi come quella di venerdì, non è un colore particolarmente adatto.
Mentre, il presidente Binaghi seguiva le partite degli italiani quasi dal primo punto. Francesca Schiavone, dopo aver battuto la Mamic esce dal campo, firma autografi, ringrazia per i complimenti che le vengono fatti, poi si accorge anche delle presenza del presidente e fa una espressione simpaticamente sorpresa e contenta. Binaghi seguirà anche il match giocato contro la Azarenka. Mentre tutti il gruppo degli italiani è nel settore riservato ai giocatori, coach e accompagnatori, lui siede da solo in prima fila della tribuna presidenziale del Suzanne Lenglen (scommetto però che preferiva stare con gli altri). Braccia appoggiate sulla balaustra e mento appoggiato sulla mano. Seguirà con attenzione tutta la partita, purtroppo non esaltante di Francesca. E se ne rende conto anche lei tanto da cimentarsi in un simpatico siparietto:
si avvicina ad una giudice di linea e le chiede ‘Perché non giochi tu al posto mio? Tanto peggio di come sto giocando io non si può giocare. Io mi metto al posto tuo a giudicare le righe. Tanto peggio di così non potrei fare ’. La giudice di linea e pubblico ridono. Il giorno dopo poi, camminando per il viale che parte dal campo centrale verso il Suzanne Lenglen, vedo Binaghi e la Schiavone che chiacchierano. O meglio è Binaghi che in versione coach si produce in consigli su come non regalare le partite. Più o meno qualcosa del tipo ‘Se lei gioca alla grande, devi aspettare che cali, ma non le devi regala i punti. Rimani li con la testa. Non fare regali. Tu fai il tuo gioco e aspetti che lei cali’. Il tutto con una gestualità alla Trapattoni.

Chi non gesticola e anzi sembra che ogni movimento sia studiato e guai a farne uno non previsto, è il raccattapalle.
I ragazzi e la ragazze selezionate per fare questo lavoro sono stati addestrati neanche fossero in una scuola militare. Prima di entrare in campo fanno alcuni minuti di riscaldamento. Corsa sul posto, piegamenti, flessioni. Entrano in campo correndo e si sistemano quattro a fondo campo e due a rete. I due a rete non muovono la testa. Sguardo fisso davanti a loro. Qualcuno al massimo prova a seguire lo scambio solo con gli occhi ma guai a muovere la testa.
Ogni movimento è sincronizzato. Quelli a rete si inginocchiano insieme. I raccattapalle a fondo campo, fanno due passi avanti pronti a dare la pallina ai giocatori e poi insieme corrono verso il proprio angolo.
La pallina viene lanciata da quello a rete a quello di fondo con un movimento provato e riprovato centinaia di volte: una specie di lancio al bowling. Ed ad ogni lancio fa poi un passo avanti. Praticamente spesso si trova tra la linea del servizio e la linea della base. E poi scatto veloce per tornare al posto. Per poi scattare di nuovo al cambio campo per andare ad aprire l’ombrello per fare ombra o riparare dalla pioggia i giocatori. Braccio teso che tiene l’ombrello. L’altro piegato dietro la schiena. Piu’ che ragazzini sembrano soldatini.

Sorelle Bondarenko in modalità silenziosa. Alona in questo torneo sembra molto nervosa. Dopo aver perso il match di singolo ha avuto una crisi di pianto in campo. In doppio con la sorella Kataryna non sembra che ci sia molta tranquillità. Giocano contro Hrdinova ( più di 1m 85 cm) e Cibulkova (1 m e 60 cm scarso…molto scarso). Vincono il primo set facile facile 60, ma Alona non sta giocando bene ed molto nervosa, nel secondo set sono presto sotto e il suo nervosismo aumenta e la conversazione con la sorella diminuisce fino a sparire. Non le rivolgerà la parola per tutto il secondo set e parte del terzo. Non si daranno nemmeno il classico “cinque” che di solito tutte le coppie di doppio si danno alla fine di un punto vinto o perso.
Niente. Solo sguardi in cagnesco verso il fidanzato, seduto fra gli spettatori. Durante i cambi di campo è evidente che Kateryna vorrebbe dirle qualcosa: la guarda brevemente, Alona guarda fisso davanti a se. Katarina si morde il labbro, poi guarda di nuovo la sorella, che continua a guardare in cagnesco tutto e tutti. Compresa la sua racchetta. Kataryna desiste e arriva il “Tempo!” dell’arbitro a spezzare un minuto che sembrava non finire più. Non riesce nemmeno a parlare per decidere la tattica di gioco. Alona è in modalità ‘Se-non-mi-lascia-stare-ti-sbrano’. Kataryna preferisce vivere e desiste di nuovo. Il clima dell’altra coppia è esattamente l’opposto. Sorrisi, risate su propri errori. Si sostengono a vicenda e si complimentano per un bel punto. Insomma si divertono. E’ come se in una metà del campo brilli il sole e nell’altra metà solo nuvoloni neri, tuoni e saette. Però Kataryna riesce a reggere quasi da sola l’inizio del terzo set. Alona migliore il suo gioco e l’umore e adesso accetta di scambiare qualche parola con la sorella. Vinceranno 60 26 62. Pensa te se si fossero parlate.

Una delle partite più divertenti è stato il doppio misto Monfils-Cibulkova (per chi ama il gossip, coppia anche fuori dal campo) contro Ram-Dechy
Gael è di ottimo umore perché un’ ora e mezza prima aveva vinto il match contro Melzer. Il pubblico incomincia ad applaudire in maniera ritmata. Finalmente quando le due coppie entrano in campo c’e’ una ovazione. La Cibulkova entra con in mano un casco che mostra a tutti, pensa di averne bisogno quando sta in risposta? Monfils le prende il casco, lo indossa e va una specie di saluto militare al pubblico. Il clima è rilassato che piu’ non si può. Ma questo non vuol dire che i quattro non giochino per vincere. Su Dechy a rete, Gael tira quattro gran botte dritto, Nathalie riesce a tenere per tre volte la volee, la quarta no. E allora parte una bordata di fischi divertiti del pubblico verso il francese per mancanza di cavalleria, che ridendo si scusa con tutti anche con la Dechy. Si scusa, ma cerca sempre l’ace sul servizio. Una sua prima, con effetto ad uscire colpisce di striscio (per fortuna) una bimba in prima fila. Momento di spavento per tutti. Soprattutto per la piccola che incomincia a piangere. E ti credo! Mi sarei spaventata io con quelle sassate che tira il francese, figuriamoci una bimba di 8 anni. Monfils corre alla sua sedia, prende un asciugamano, non ancora usato e lo regala alla piccola e si accerta che stia bene. Sta bene. Si riprende a giocare.
E il clima e’ competitivo ma disteso. Su un passante della Cibulkova a Ram che fa scattare applausi e fischi di ammirazione, Gael fa una faccia del tipo ’Ah però! ’ Dominika è piccola ma tosta.
Guardandola giocare sia il doppio con la Hrdinova che con Monfils, si potrebbe giungere alla conclusione che se non sono alti almeno 30-40 cm più di lei, non ci gioca proprio. Diamo che non è una tipa che si preoccupa quando la guardano dall’alto in basso.
Verso la fine del match. Parte la Ola, a cui partecipano anche Domika e Gael. E’ tardi, è stata un giornata con un po’ di pioggia. Un po’ di sana allegria fa bene a tutti.

Il sabato e la domenica cominciano anche i tornei degli juniores. Perciò i match più importanti di spostano sui tre campi principali e per chi ha solo il biglietto dei campi laterali rimangono solo doppi e future speranza del tennis da andare a vedere.
Tanti sono gli Italiani curiosi che vanno a seguire il match di Miccini. Perde. Esce dal campo. Uscita campo vicino all’uscita del pubblico e così si ritrova in mezzo a decine di persone che vanno, che vengono.. Sguardo un po’ spaesato. Cerca con gli occhi una faccia familiare: ma non riesce a vedere nessuno. Continua a girarsi con tanti che gli passano accanto , continua a cercare con lo sguardo qualcuno. Chiunque. una faccia amica.
Poi, all’improvviso, una bimba che forse avrà 6-7 anni gli si avvicina e gli allunga la palla gigante (la palla è quasi più grande di lei) per un autografo. E qui l’espressione di Miccini cambia completamente. Si illumina in un sorriso, tenero. Prende il pennarello che gli porge la bimba e incomincia a scrivere il suo nome. Sulla palla ci sono già altri autografi. Tutte firme grandi. Lui invece comincia a scrivere la M che sembra la metà se paragonata alle altre firme. La bimba ringrazia, ma il più contento sembra lui. Bel sorriso. Bella scena.
E io torno a casa, con questa scena in mente e con il mistero, non svelato, dell’uomo in mutande.
Au revoir Paris.

Collegamenti sponsorizzati


7 Commenti a “Pillole di Roland Garros : a spasso per i campi secondari”

  1. pedrinho@luvanor scrive:

    L’immagine di Binaghi che da consigli alla Schiavone mi ha commosso.
    E’ normale.
    Tra poco finisce il suo mandato.
    E’ in cerca di nuova occupazione.
    Ci sono tecnici che sono diventati Presidente di federazione.
    C’e’ un Presidente che puo’ diventare un tecnico.

  2. Ubaldo Scanagatta scrive:

    pedrinho&luvanor io non so chi tu sia e se anche ti trovo dotato di un discreto sense of humour trovo anche che potresti partecipare a questo blog non soltanto per prenderti gioco di Binaghi. Io non censuro chi ironizza senza offendere, però chi fa solo quello e sempre prendendo di mira le stesse persone, e nascondendosi dietro pseudonimo, mi ispira invece provvedimenti censori che non vorrei prendere…ti sarò grato se quindi non ti dimostreari ripetitivo. Ho capito che non ti piace l’attuale presidente federale e avrai le tue ragioni…però così non è tanto simpatico quel che fai e non concedi diritti di replica.

  3. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Piuttosto devo dire che mi sono sentito un po’ preso in giro da Francesca. Ma come, affronta tutta una conferenza stampa sostenendo di avere uno stiramento al quadricipite…e che contro la Azarenka non avrebbe dovuto scendere in campo se avesse dato retta al dottore, e poi gioca doppio femminile e misto? suvvia…purtroppo Rino che aveva ricordato come la “schiavo” avesse fatto solo pochi games nell’unico precedente con la Azarenka e non pareva tanto convinto del grande infortunio accusato da Francesca, aveva ragione

  4. marcos scrive:

    e vabè, ubaldo…non te la prendere!

    i campi sportivi sono pieni di dolori che passano in un attimo: stepanek sembrava zoppo contro horna e, poi, mi batte federer. monfils sembrava morto contro melzer e, poi, mi schianta ljubo. alemao sembrava ferito da un bazooka e, poi, m’han portato via uno scudo. un infortunio duraturo, quello me lo ricordo: quand’è partita la spalla a gaudenzi, in quell’indimenticabile 4 dicembre 98.

    diciamo che è meglio così: un’italiana in semi l’abbiamo piazzata!

    ho fonti certe sull’arrabbiatura delle bondarenko, che domani incontrano francesca: alona era arrabbiatissima perchè kateryna le aveva finito di nascosto un sudoko complicatissimo.

  5. Roberto Commentucci scrive:

    Bellissimo pezzo, Angelica. tenerissima l’immagine di Miccini che si intenerisce alla richiesta di autografo. Del resto, alla sua età è si è ancora molto vicini alle trepidazioni di una bimba a caccia di autografi.

    Cerchiamo di ricordarcene. Dopo il brutto episodio del Bonfiglio, mi è molto dispiaciuto che in tanti lo abbiano bollato come “il solito italiano viziato e testa calda” e “giocatore finito”.

  6. pedrinho@luvanor scrive:

    Ubaldo fammela dire ogni tanto una “minchiata” su Binaghi.

  7. pibla scrive:

    Nooooooooooooooooooooooo!!!!
    Non avevo capito che era l’ultimo pezzo da Parigi di Angelica.
    Noooooooooooooooooo, delusione e ora????? Sono così divertenti queste note di viaggio, m’ero fatto l’idea che sarebbero durate per tutto il torneo…….ingenuo!!

Scrivi un commento