Tra profili tecnici e pronostici.
Quale 2008 per i nostri 5 top-ten?
Volandri, gloria ad intermittenza.
Ma da 5 anni è ai vertici nazionali.

 
2 Gennaio 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Ripercorriamo la carriera di “Filo”, dalle prime apparizioni fino alle semifinali di Roma. L’infinita diatriba sul servizio e sull’eccessivo attaccamento alla terra battuta. In risposta e nel gioco da fondo in pochi gli sono superiori. Quest’anno arriverà un salto di qualità sulle superfici rapide? Oggi alle 13.30 trova Kohlschreiber a Doha.

Riprendiamo la nostra carrellata sui giocatori di vertice del tennis italiano (dopo aver parlato di Starace)  e sulle loro prospettive per questo 2008. Oggi ci occuperemo di Filippo Volandri, forse il più discusso dei nostri tennisti, capace di dividere in modo netto pubblico e critica fra spietati detrattori e appassionati sostenitori, sicuramente il più noto all’estero, anche per essere stato a lungo l’indiscusso numero uno d’Italia. Filippo, nato a Livorno nel settembre del 1981, due mesi più giovane di Potito Starace, è stato alquanto più precoce del campano nell’approccio al tennis agonistico. Nell’ambiente si inizia molto presto a parlare di un biondino toscano dotato di due fondamentali pesanti e di una notevole rapidità di piedi, e i primi risultati paiono confermare queste voci: nel settembre 2000, a soli 19 anni, Filippo si aggiudica il torneo di Biella, un importante challenger da 100.000 dollari, e si affaccia intorno alla 150° posizione mondiale. L’anno dopo una vittoria per 64 al quinto su Goran Ivanisevic ottenuta sul centrale del Foro Italico, suggella il suo esordio in Coppa Davis. Ma lì per lì Filo non sfonda, frenato da un tennis potente, ma ancora incrostato di scorie giovanili, nel quale manca la necessaria lucidità nella scelta dei colpi e dei tempi di gioco. Per la sua definitiva esplosione sul circuito bisogna attendere la primavera del 2003, quando Volandri si rivela al grande pubblico con una stagione imperiosa: raggiunge i quarti a Montecarlo partendo dalle qualificazioni; si presenta a Roma con una speranzosa wild card e la onora facendo di nuovo quarti, dove con grande coraggio porta al terzo set un Federer non ancora re, ma in procinto di esplodere; e infine centra la sua prima finale Atp nel torneo di Umago, dove cede a Moya solo per 75 al terzo, entrando di prepotenza nei primi 50 del mondo. La stampa internazionale sembra colpita da questo giocatore atipico, così dotato nelle accelerazioni, ma con un servizio incredibilmente debole, che un giornalista inglese, con la proverbiale, caustica ironia albionica, definisce “la terza palla delle sorelle Williams”.

Effettivamente, a vederlo giocare, quel primo Volandri suscitava un misto di rabbia e ammirazione. Filippo era infatti costretto ad iniziare ogni singolo scambio da due metri dietro la linea di fondo, sia quando era alla risposta (il che è normale) sia quando era lui a servire, a causa della inusitata leggerezza della sua battuta. E davvero incredibile appariva la capacità di Filo di contenere la pressione dell’avversario, di recuperare campo, e di riuscire dopo due o tre colpi a ribaltare lo scambio, fino a piazzare una accelerazione vincente, lasciando intravedere potenzialità inesplorate: “beh, però è buono ‘sto ragazzino, se impara a battere…” si sentiva sussurrare fra i pini del Foro, in quella primavera del 2003. Sul servizio di Volandri sono stati scritti fiumi di parole, e sono sorte polemiche al calor bianco. Chi scrive crede di poter fare la seguente ricostruzione: Filippo mostra fin da bambino una certa rigidità dell’articolazione della spalla, che gli rende poco fluido il gesto, e lo porta a frequenti infortuni, con ricorrenti infiammazioni, fino a che la sua meccanica di battuta si stabilizza sulla tecnica, del tutto inefficace, che abbiamo visto. Ma lì per lì non gli si dà eccessiva importanza. Il ragazzo gioca quasi solo sulla terra, e vince lo stesso, fino a quando non chiude la stagione 2003 al n. 47 del mondo. A quel punto Volandri è ben conosciuto dai tecnici sul circuito, e gli viene offerto di andare a svolgere la preparazione invernale negli USA dove - gli propongono - un esperto di biomeccanica lo assisterebbe nella completa rifondazione del gesto del servizio. Ma Filippo, che è finalmente riuscito a trovare la strada per entrare nel tennis che conta, anche grazie al forte legame con il suo coach-pigmalione Fanucci (che se lo prese in casa quando Filo aveva 15 anni) non se la sente. Gli sembra di fare un salto verso l’ignoto, di mettere in discussione certezze acquisite, di rischiare di perdere tutto. E declina l’invito, ripromettendosi di lavorare con calma sul suo tennis nel suo ambiente abituale.

Nelle stagioni successive, Volandri dimostra una grande regolarità di rendimento sulla terra battuta, chiudendo fra i primi 50 per 4 stagioni consecutive, vincendo due tornei Atp (St. Polten 2004 e Palermo 2006), e facendo finale in altre 6 occasioni, fino ad arrivare al 2007, nel quale, grazie soprattutto al grandissimo torneo di Roma (dove è stato il primo italiano a raggiungere la semifinale dopo Adriano Panatta nel 1978) e all’ottavo di finale raggiunto a Parigi, fa registrare il suo best ranking al n. 25 Atp. Nella storia dell’era Open, solo 7 tennisti italiani hanno raggiunto un rank più alto. Ma nonostante questo, le polemiche sul livornese fioccano, e dopo una seconda parte della stagione in calando, c’è chi lo accusa di essersi fatto distrarre dalle occasioni mondane, per le comparsate in tv, chi lo critica per la sua programmazione troppo incentrata sulla terra, chi lo accusa di mancanza di ambizione.

Analizziamo ora Filippo dal punto di vista strettamente tecnico. Il livornese è, tra i nostri tennisti di punta, quello dotato della migliore base atletica. Filo è potente, esplosivo, reattivo, veloce e resistente, tutte qualità che lui ha ben coltivato, in questi anni, grazie ad una buonissima motivazione al lavoro. L’unica lacuna del toscano da questo punto di vista è la non eccezionale capacità di recupero, nel senso che dopo aver sostenuto una maratona quasi mai riesce ad essere brillante il giorno successivo. Tra i suoi punti di forza figura anzitutto una eccellente risposta, una delle migliori del mondo, sebbene le statistiche siano “aiutate” dal fatto che Filo gioca prevalentemente sulla terra. Anche quest’anno Filippo è tra i più forti ribattitori del circuito: è al nono posto nella graduatoria dei punti vinti contro la prima di servizio, al quarto posto in quella della percentuale di palle break trasformate, e al sesto posto di quella dei games vinti in risposta. Sullo scambio, il colpo fondamentale del suo gioco è il notevole rovescio incrociato, un colpo pesante, profondo, che Filo gioca quasi piatto e che controlla in maniera eccellente, commettendo pochissimi errori. Il suo schema preferito, pertanto, consiste nell’aprirsi il campo con il cross di dritto per costringere al lungolinea l’avversario e poi chiudere con il suo micidiale rovescio. Negli anni, Filo ha mostrato invece un diritto dal rendimento intermittente, caratterizzato da una apertura molto ampia e dalla tendenza ad anticipare troppo l’entrata con la spalla, che a volte gli fa perdere coordinazione e misura. Quando il diritto ha funzionato a dovere (come nel 2005 a Montecarlo contro Canas e Puerta, o al Foro la scorsa primavera, nei tre grandi match giocati contro Gasquet, Federer e Berdych), Volandri ha dimostrato di poter competere, sul rosso, a livelli altissimi.

A mio avviso, quello che è mancato a Volandri, e che secondo me è alla base del malcontento di molti appassionati, è la limitatezza del lavoro di sviluppo tecnico compiuto in questi anni, nonostante la sua grande professionalità negli allenamenti. Filippo dal 2003 a oggi ha sicuramente reso più solido il suo servizio, imparando a mettere in campo una percentuale altissima di prime. Ora riesce a non farsi attaccare troppo spesso (almeno contro avversari di livello medio), ma non è mai riuscito a rendere la battuta un colpo offensivo. Gli va riconosciuto di aver migliorato alquanto nel gioco al volo e nella propensione a seguire a rete le accelerazioni, ma non ha mai trovato la convinzione di poter essere competitivo anche fuori dalla terra (anche quest’anno l’88% dei suoi punti sono stati ottenuti sul rosso, percentuale curiosamente identica a quella di Starace). Tutto questo ha pesantemente condizionato la sua programmazione, condita da scelte discutibili (come quando, anni fa, ha giocato i challenger di San Marino e Trani anziché i Masters Series americani sul cemento) che hanno alimentato polemiche ma soprattutto gli hanno impedito di accumulare la necessaria esperienza sulle superfici veloci. A mio avviso infatti Volandri, con la sua palla pesante e le sue doti di rapidità e reattività, potrebbe fare bene anche sul duro, nonostante il servizio e l’apertura troppo ampia del diritto. Sul veloce le sue partite ricordano le sue prestazioni quando aveva diciannove anni: uno sparacchiare senza costrutto, con alcuni vincenti sensazionali e tanti errori. In sostanza, Volandri ha giocato così poco sul veloce che non ha mai acquisito la necessaria visione tattica per affrontare queste superfici.

Ma Filo ha solo 26 anni. Ormai affrancato dai timori di non riuscire a restare un tennista di vertice, avendo acquisito una dimensione tecnica consolidata, il mio augurio al livornese è che egli trovi il coraggio, già da quest’anno, di mettersi finalmente in discussione e di provare a completare il suo bagaglio tecnico, effettuando una programmazione più ambiziosa, continuando a lavorare sul diritto (sul servizio temo che ormai si possa fare pochino) e soprattutto cercando di acquisire esperienza e convinzione sulle superfici veloci, eventualmente riguardando con attenzione le proprie partite, assieme al suo coach, al fine di individuare gli errori tattici che vi commette (qui ho preso un rischio inutile, qui ho accelerato troppo presto, qui sono stato troppo dietro, qui ho seguito a rete un back corto) e fino a metabolizzare i corretti tempi di gioco.

La speranza è che il sorpasso subito da Starace, e la pressione che inizia a venire dai tre giovani rampanti del nostro tennis (Seppi, Bolelli e Fognini), gli fornisca ulteriori stimoli e lo sospinga ad esplorare fino in fondo i suoi limiti.

E a proposito di giovani rampanti, nel prossimo articolo ci occuperemo di Andreas Seppi.

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77 Commenti a “Tra profili tecnici e pronostici.
Quale 2008 per i nostri 5 top-ten?
Volandri, gloria ad intermittenza.
Ma da 5 anni è ai vertici nazionali.”

  1. bob scrive:

    Ho studiato attentamente Volandri nella sua partita (persa in 4 sets) contro Llodra agli US open 2007. A servizi invertiti, non ci sarebbe stata storia. LLodra attaccava sistematicamente Volandri sulla seconda di servizio di Filippo (e a volte anche sulla prima). Per me e’ inspiegabile che un professionista non investa tutto il tempo ed energie nel migliorare il colpo che-qui tutti sono d’accotrdo- piu’ lo limita. Nessuno si aspetta che diventi Karlovic, ma almeno che costruisca un servizio che permette di tenere l’avversario sulla difensiva.

  2. marcos scrive:

    veramente completo, bravo roberto!

    sono convinto che fanucci e filippo cerchino costantemente di migliorare le lacune che il nostro si porta dietro da quando lo si conosce.
    ha ottime percentuali in risposta, per ovviare alle grandi difficoltà al servizio.

    le sue partite sono diverse da quelle degli altri: quando perde il servizio, speri sempre che lo ristrappi immediatamente all’avversario (capita spesso); quando si porta avanti di un break, temi sempre che possa essere recuperato (capita spesso). anche nel suo ultimo incontro, contro hatrfield a doha, nel terzo set è stato avanti due volte di un break, ma s’è sempre fatto recuperare, prima di vincere al tie. domani, all’una e mezza circa, incontra kohlschreiber, un tipo che ti manda palle alte, molto liftate e spesso profonde; uno che sul cemento ha la sua miglior percentuale di vittorie: sarà molto difficile per filippo, che, sul cemento, ha avuto i suoi migliori risultati proprio a doha, l’anno scorso, quando ha battuto mahut, starace e davydenko, prima di perdere contro monfils.

    apro una parentesi.
    ieri ho seguito seppi: nella fase del servizio (caricamento) che precede l’impatto con la palla, non riesce a portare la testa della racchetta ben dietro alla schiena, in basso, prima di slanciarla verso l’alto; lascia il movimento a metà, tenendo la racchetta a mezz’aria, per, poi, completare il movimento verso l’alto ed impattare la palla. sembra che si porti dietro il difetto che hanno molti bimbi, quando imparano a servire: non avendo sufficiente forza nella spalla, nell’avambraccio e nel polso (per eseguire il movimento corretto), si affidano istintivamente ad una sorta di battuta “a bilanciere” (che non prevede il lavoro accentuato del gomito e la completa rotazione della spalla verso l’alto), prima di essere corretti dal maestro, una volta acquisiti i muscoli necessari.
    oppure, più semplicemente e senza essere condizionato da meccaniche giovanili, si sente più sicuro così. oppure, ieri, caricava male il colpo: riguarderò.

    personalmente, mi aspetto che filippo faccia ancor meglio sulla terra (soprattutto nei tornei 2/3), ma temo che questo miglioramento passi anche da un maggior numero di partite giocate sul duro: durante i mesi in cui non si gioca ad alto livello sulla terra, filippo, perdendo subito sul duro, si disabitua ogni anno alle sensazioni ed al ritmo delle partite combattute. per ripartire a mille, quando si torna a giocare sulla terra ad alto livello, bisogna essere agonisticamente pronti: in questo senso, purtroppo, giocare un challenger sulla terra, per un tennista del suo livello, non equivale a passare un paio di turni nei tornei maggiori sul duro.

    arriva in sudamerica, a febbraio, con 3 o 4 partite giocate. poi, in sostanza, gioca un mese sulla terra.
    a marzo, gioca un altro paio di partite sul duro (indian wells e miami) e ad aprile riparte, giocando sulla terra fino a fine luglio.
    ad agosto gioca 2 o 3 partite sul duro, per poi ripartire sulla terra per tre settimane.
    quest’anno, da metà settembre fino alla fine della stagione non c’è più un atp che si giochi sulla terra.

    per riassumere: da metà settembre a febbraio (sudamerica), se non riesce a vincere un pò di più sul duro, gioca pochissimi incontri. marzo e agosto, praticamente, li salta (se non vince sul duro). ciò significa che, a livello agonistico, è ben pronto da metà aprile a fine luglio.

    questo, per me, è il maggior problema di filippo: non riuscire a rimanere costantemente preparato per i match agonisticamente duri, se non per tre mesi e mezzo (metà aprile - fine luglio).

    ed è anche, d’altro canto, ciò che fa la sua grandezza: giocando e vincendo solo in 5 mesi su 10 è capace di costruirsi una classifica di tutto rispetto, con una punta (25°) da campione vero.

  3. Emiliano Faeti scrive:

    Ciao a tutti, complimenti al sig Roberto per l’articolo è stato molto interessante. Mi permetto di fare due correzioni:
    1) Volandri esordì in Davis, a risultato acquisito, contro la Finlandia nell’aprile del 2001 e non nel settembre contro la Croazia.
    2) Gli italiani con un best ranking migliore di Volandri sono 8 e non 7.
    Panatta, Adriano 1950 4 24-ago-1976
    Barazzutti, Corrado 1953 7 21-ago-1978
    Bertolucci, Paolo 1951 12 23-ago-1973
    Camporese, Omar 1968 18 10-feb-1992
    Gaudenzi, Andrea 1973 18 27-feb-1995
    Furlan, Renzo 1970 19 15-apr-1996
    Cancellotti, Francesco 1963 21 15-apr-1985
    Zugarelli, Antonio 1950 24 12-giu-1977
    Volandri, Filippo 1981 25 23-lug-2007

    Un saluto a tutti e felice anno nuovo

  4. Nikolik scrive:

    Bellissimo e molto completo questo articolo sul nostro migliore tennista degli ultimi 25 anni, un vero, grandissimo campione.
    Ho letto una sua recentissima intervista in cui ha dichiarato di avere lavorato moltissimo, nella preparazione invernale, sul servizio, modificando completamente il movimento, si è dichiarato molto fiducioso sui miglioramenti, si vedrà. Inoltre, ha dichiarato di avere lavorato molto sulla resistenza fisica (altro suo grande difetto, come ha scritto Roberto) e questo pare avere già portato qualche progresso, visto che ha vinto una partita molto dura, 76 al terzo, al primo turno a Doha, una partita che, a mio avviso, l’anno scorso avrebbe perso.
    Per me può fare già bene sui primi tornei sul cemento, poi aspetto con ansia i primi tornei sulla terra, in specie al Foro, dove è sempre stato assoluto protagonista.
    Ha dichiarato di volere entrare tra i primi 20, io ci credo.
    Non capisco le vostre critiche acide, come se negli ultimi 25 anni avessimo avuto qualcuno meglio di lui. Ma chi?
    Quando deciderà di divertirsi sul serio, legittimamente e giustamente, dopo una vita di sacrifici immensi per sfondare nel tennis, lo rimpiangeremo.
    Oggi alle 13,30, per vederlo, ho deciso di non mangiare: farà bene anche alla mia linea.

  5. stefano grazia scrive:

    Ma Cane’? Non era stato anche lui intorno alla 21-24 posizione?

  6. tonitri scrive:

    Bravo bell’articolo! Premesso che io sono un estimatore di Volandri concordo con gli errori di programmazione fatti negli anni passati , ma non caspisco tutte le critiche rivoltegli per qualsiasi altra cosa. Secondo me lui sta tirando fuori quasi il meglio del suo tennis anche se tutti ci aspettiamo un giocatore da primi 10 ritengo che sarebbe già ottimo la conferma nei primi 20

  7. flexible scrive:

    ottimo articolo roberto. Davvero. Gradirei molto che questa rubrica toccasse anche “seconde” linee anomale: una scheda tecnica su Mosè Navarra, uno che a 16 anni giocava quasi come mac e a 24 quasi come me, e poi il cavaliere bianco Gianluca Pozzi, il nostro piccolo mecir italiano.
    grazie

  8. karlovic 80 scrive:

    @ Stefano Grazia.

    Paolo Canè è stato massimo n° 26 nell’agosto 89.

  9. Nikolik scrive:

    Solo per una piccola precisazione a Marcos: l’anno scorso, a Doha, Filippo ha perso subito al primo turno contro Murray.
    I risultati che hai detto tu li ha fatti 2 anni fa.

  10. roberto commentucci scrive:

    Un grazie di cuore ad Emiliano Faeti per le sue giustissime precisazioni. Cercherò di essere più attento nelle prossime occasioni.
    A Nikolik volevo dire che per ora, a mio avviso, non è possibile considerare Filippo il nostro miglior tennista degli ultimi 25 anni. Secondo me tale qualifica per ora spetta ad Omar Camporese se si esamina il complessivo potenziale tecnico e ad Andrea Gaudenzi se si prendono come metro di giudizio i risultati effettivamente conseguiti sul campo. Filo infatti per ora è riuscito ad essere n. 25 per una sola settimana, mentre a fine stagione non è mai riuscito ad esprimere un rank superiore al n. 38. Una possibile spiegazione potrebbe essere proprio quella avanzata da Marcos, ed è legata alla sua specializzazione sul rosso, che su base annuale non gli consente di andare oltre.
    Camporese, che è stato probabilmente il nostro tennista dal potenziale più elevato, dopo la fine dell’era Panatta, è riuscito ad essere n. 18 per una sola settimana, dopo il torneo di Milano vinto nel 1992 contro Ivanisevic.
    Gaudenzi, invece, fra il 1995 e il 1996 è rimasto intorno alla 20a posizione per oltre un anno.
    E a mio avviso c’è una bella differenza.
    Ciò non toglie che anch’io mi auguro che Filo possa fare ancora meglio, prima della conclusione della sua carriera. Ho letto l’intervista da te citata, Nikolik, rilasciata da Filo a Tennis Italiano. Effettivamente, a guardare le statistiche del suo primo match del 2008, qualcosa sembra essere cambiato nel servizio di Filo, che è stato capace di fare la bellezza di 4 aces, cifra credo mai toccata. Tuttavia, Filo ha anche commesso 7 doppi falli, e pur mettendo in campo una percentuale alta di prime (71%), ha estratto da esse solo il 64% dei punti. Filo dopo il match ha dichiarato che deve ancora abituarsi a “gestire” il suo nuovo servizio. La sensazione è che per ora siamo di fronte alla classica coperta troppo corta: se Filo prova a tirare forte la prima ottiene qualche punto diretto in più, ma a costo di abbassare la percentuale di prime palle e di pagare pesantemente dazio con la debole seconda, con un bilancio finale dubbio. Staremo a vedere. Sicuramente l’impegno gli va riconosciuto.

  11. karlovic 80 scrive:

    Giusta l’osservazione di Commentucci.L’anno scorso Filo ha fatto “solo” 35 ace su 45 gare!(ultimo dellATP,vero che Filo gioca solo sul rosso,30 gare sul clay e 15 sul veloce)mi sembrano pochi.Nel 2007 è stato il 4° tra i giocatori con la prima in campo(69%),ma questo perchè(come dice Commentucci)con la 1° palla rischia poco a vantaggio di metterla in campo(personalmente non l’ho mai visto superare i 200 kmh).Sul 69% di 1°palle in campo,Filo vince il 61% dei punti con la 1° palla(ultimo in graduatoria)e il 48% dei punti quando serve la 2° palla(penultimo seguito solo da Korolev).E’ ultimo anche nei game vinti al servizio 65%.
    In definitiva,può essere anche un grande ribattitore,(le cifre lo dimostrano abbastanza)ma quanto al servizio(non scopro niente di nuovo)deve migliorare molto,ma credo che il tempo a disposizione sia finito perche Filo va verso i 27 anni e credo che quel colpo si debba costruire in età giovanile.

  12. Raffaele scrive:

    Sò di essere OT e me ne scuso in primis con tutti voi anche se la notizia è abbastanza importante
    (P.S. come al solito non posso che fare un plauso a Roberto i cui articoli leggo sempre con molto piacere.)

    La BBC riporta una news poco rassicurante per i fan della serba Jelena Jankovic anche se alla fine la serba si dice fiduciosa in vista degli Australian Open.

    Thigh injury concern for Jankovic

    Jankovic went to hospital for a scan on her thigh injury

    Jelena Jankovic suffered a fitness scare ahead of the Australian Open after picking up a thigh injury while playing in the Hopman Cup in Perth.

    The Serbian was forced to retire in the second game of her singles match against France’s Tatiana Golovin.
    Although she returned to win the mixed doubles with compatriot Novak Djokovic, her movement was very restricted.
    “It was like somebody put a knife in my glute,” said the world number three. “It was really, really painful.”
    She added: “I stretched to hit a backhand I think and went back to push off to the next side and that’s where I felt really sharp pain.
    “I have to be ready for Melbourne, which is most important and I don’t want to risk any kind of injury.”

    Jankovic and Djokovic’s doubles win sealed a 2-1 win for Serbia against France in the mixed team competition but Jankovic will make a decision on Thursday over her further participation in the event.
    With the Australian Open due to start on 14 January, the 22-year-old admitted that her lack of preparation after a nose operation at the end of last year meant she had arrived in Australia below full fitness.
    “I am not really ready,” she said. “I only had two weeks before I came here so obviously my body is not in the best shape and the best form. “I need to do a lot of work to get to where I want to be, to where is my limit and where is my potential. Right now I’m not really feeling that great. I am not really that fit. It’s unfortunate that I got this muscle strain. “I think I recover quite fast and that’s something that’s good for me. I will try to do my best to be in good shape. I am really hungry to play matches. I want to be in the best form for the Australian Open.”

    ………………………………………….. ………………………………………..

    In pratica Jelena Jankovic ha sentito tirare il muscolo del gluteo al secondo game del suo match che la vedeva di fronte a Tathiana Golovin. (ha sentito come un coltello dentro al gluteo).
    Ora è andata in ospedale per ulteriori accertamenti.
    Poi ha detto anche che la sua priorità sono gli Australian Open il che è più importante e io non voglio rischiare di qualsiasi tipo di lesione, quindi potrebbe rinunciare alla Hopman Cup (domani dovrebbe prendere una decisione definitiva riguardo il proseguio del torneo).
    Jelena ha poi ammesso di non essersi preparata bene a causa dell’operazione al naso avvenuta lo scorso anno
    “Io non sono veramente pronta”, ha detto la serba, “ho avuto solo due settimane per allenarmi prima di venire qui, ovviamente così non sono nella migliore forma. Ho bisogno di fare un sacco di lavoro per arrivare al top. Al momento non senso buone sensazioni. Mi dispiace aver avuto questo guaio muscolare.”

  13. fulvio scrive:

    la disamina fatta da Roberto su Filo è ottima,ma mi permetto di dire quando si punta il dito sul suo lato debole,cioè il servizio,che da anni Filo e Fannuch hanno provato a cambiare sia l’impostazione che il movimento stesso,riuscendi in allenamento a far sembrare che il gesto potese essere automatico anche durante la competizione,ma non so come chiamarlo.diciamo un blocco mentale riporta Filippo durante il match a ritornare automaticamente al servizio ”normale”.non va dimenticato anche il suo grosso problema cronico che da anni lo affligge,cioè la spalla,quindi ‘l’esecuzione e il mentale più il dolore fan si che Filo continui suo malgrado a servire sempre nella stessa maniera.ho visto tra l’altro dei filmati di 2-3 anni fa fatti da Pino Carnovale durante la preparazione ,i quali davano esattamte la visione del suo grande miglioramento fatto ,ma che purtroppo appena conta il ”15” sparisce di colpo!!ecco per lo meno quello che so io,avendo da anni frequentato l’ambiente italiano e avendo per Volandri una simpatia particolare

  14. marcos scrive:

    hai ragione, nikolik…è che io mi sento ancora nel 2007!

    in questo momento, ahimè, filippo cede il servizio a kohl con un doppio fallo: forza, strappiamoglielo subito!

  15. Emiliano Faeti scrive:

    Paolo Canè è stato al massimo numero 26 del mondo il 21 agosto del 1989, due settimane prima aveva vinto il torneo di Bastad battendo in finale l’allora jugoslavo Bruno Oresar

  16. Ronnie scrive:

    Mi dispiace per Nikolik, non è consigliato saltare i pasti!
    Nel momento in cui scrivo siamo 6-4 4-1, purtroppo non ho la possibilità di vedere la partita ma mi sembra che non mi sia perso niente. Purtroppo.
    Dire che a Volandri si possa rimproverare esclusivamente gli errori (a detta un pò di tutti) di programmazione. Reiterati. A mio modesto parere un tennista che gioca i challenger di San Marino e Trani anzichè andare in Usa per i Ms non onora di certo la sua posizione n25 (nemmeno la 100) e non si può considerare il migliore degli ultimi 25 anni anche se purtroppo non sono poi molti quelli che hanno fatto meglio. Che poi sia un ottimo ragazzo ed un gran lavoratore siamo d’accordo. Speriamo in un 2008 più coraggioso. Anche se l’età avanza e la voglia di mettersi in discussione non la segue di certo.

  17. anto scrive:

    E intanto Volandri perde 6-4 6-1 dal tedesco più chiacchierato del circuito in fatto di scommesse. Credo che Filippo non decollerà mai sul veloce, forse dovrebbe fare un tentativo e cambiare coach, chissà che non si rilanci…..

  18. Nikolik scrive:

    Hai ragione, Ronnie, non si dovrebbe saltare i pasti.
    Ma, visto il risultato di Filippo, almeno non mi è rimasto il pranzo sullo stomaco.
    Resto comunque fiducioso, incasso almeno la vittoria nel primo turno (che non era certo scontata) e mi preparo psicologicamente a fare un tifo forsennato, per lui e tutti gli altri azzurri, anche se non toscani, agli australian open.
    Chissà perché, ma ho buone sensazioni.

  19. Francesco da Lugano scrive:

    Te lo auguro, Nikolik.

    A mio modesto parere credo che per gli azzurri (soprattutto i maschietti) il sorteggio benevolo sia decisivo per le loro possibilità di giocare qualche turno a Melbourne.

    Io mi gioco la “carta” Seppi: se Andreas ha un buon tabellone ma soprattutto la tenuta nervosa potremmo vederlo in azione anche la seconda settimana. Certo, la partita buttata contro Santoro lunedì non depone bene, ma potrebbe essere staot un incidente di percorso.

  20. Alberto83 scrive:

    Off topic:
    leggendo qualche articolo nella rassegna stampa internazionale (a proposito, è fantastica! ma come facevamo prima?), ho notato che gli inglesi chiamano Wimbledon “SW19″… Perché? Grazie a chi soddisferà la mia curiosità!

  21. enzo cherici scrive:

    Intanto complimenti a Roberto per lo stupendo servizio. Ha ragione quando evoca un misto di rabbia ed ammirazione ogni volta che si pensa a Volandri. Da parte mia, l’iniziale ammirazione ha lasciato via via spazio ad una crescente rabbia. I motivi sono sia nello stesso articolo di Roberto, sia nei commenti che lo hanno seguito. Aggiungo soltanto che anche un certo Lendl ad inizio carriera aveva un servizio non certo portentoso, quasi alla Volandri. Col tempo e con molto lavoro è diventato uno dei suoi colpi più temuti con il leggendario dritto. Questo a dimostrare che sul servizio si può migliorare eccome. Si tratta dell’unico colpo giocato del tennis che dipende totalmente da noi. Assurdo che un giocatore di tale livello non lo curi come si dovrebbe.
    Voto 5- ;-)

  22. Michele Fimiani scrive:

    Per Alberto83:

    Wimbledon SW19 è il nome della zona di Londra che ospita lo storico impianto sportivo (per ulteriori informazioni vai all’indirizzo http://www.wimbledonvisitor.com/introducing.html ).
    Credo che il codice SW19 sia l’equivalente di un codice postale.

  23. sara scrive:

    lo so che è fuori topic ma casualmente mi sono imbattuta
    nei nuovi prezzi dell’edizione 2008 del foro italico e ho scoperto, oltre gli aumenti di oltre il 150 % del mio abbonamento 2007 week end che è passato da 50 a 130 euro ,
    una cosa veramente ma veramente divertente:
    i biglietti per semi e finali maschili e femminile se acquistati singolarmente costano 96 euro mentre con l’equivalente abbonamento week end paghi 36 euro in piu’!!! stento a crederci per cui se vi capita fatemi sapere se sono io che non so far di conto o qualcuno alla fit si è dimenticato di
    imparare le tabelline alle elementari!!!grazie e buon anno

  24. angelica scrive:

    off topic
    @Alberto83
    SW19 e’ il Postal District code di Wimbledon. Corrisponde al nostro Cap

    South Western 19 per la precisione definisce l’area postale di Wimbledon, Colliers Wood, Southfields Merton, Wandsworth)

  25. Emiliano Faeti scrive:

    Mi rendo conto che Fanucci è come un secondo padre per Volandri, ma penso che Filippo debba prendere in considerazione l’idea di un cambio coach almeno per provare a mutare qualcosa nel suo gioco e non lasciarsi dietro rimpianti. Attenzione, non giudico male il lavoro di Fanucci, anzi, bisogna essergli grati per aver tirato su un giocatore come Volandri, dico solo che un cambiamento potrebbe giovare al giocatore che magari potrebbe trovare nuovi stimoli in un altra struttura

  26. Giovanni Di Natale scrive:

    Mi inserisco nella discussione su Fanucci e su una ipotesi di cambiamento da parte di Filippo Volandri. Non vi nascondo che mi sembra di leggere interviste post-partita del lunedì calcistico. I risultati non arrivano? Allora cambiano l’allenatore. Ma se nel calcio c’è l’attenuante dell’impossibilità di licenziare 22 calciatori, nel tennis questo non è previsto.
    Dunque il problema, secondo voi, è che Volandri con Fanucci non potrà mai avere ulteriori miglioramenti. Possibile, non sono un chiromante. Ma devo dirvi che in quello che sembrava l’anno nero di Filippo, il livornese è arrivato al proprio best ranking (25). E questo, volenti o nolenti, potrebbe essere anche un cambiamento della programmazione del tennista. Perchè giocare gli stessi tornei dell’anno precedente non vuol dire, per forza, seguire la stessa preparazione atletica. Magari qualcosa di diverso era stato deciso, magari proprio per arrivare al top a Roma e a Parigi (risultati più importanti dell’anno). E la programmazione la fa il coach.

    Aggiungo che proprio a Roma, dopo il successo su Berdych, Fanucci venne in sala stampa. Si parlò liberamente di Filippo, del problema del servizio e soprattutto della scarsa propensione a giocare sul veloce. Lo stesso Fanucci è consapevole che Filippo deve giocare di più sul veloce. Per trovare ritmi, fiducia e risultati. Ma il tecnico livornese conosce bene Volandri e non ha nascosto che spesso il suo allievo-figlio si “blocca psicologicamente” quando si trova su superfici dure o quando deve spingere il servizio. Ed ha spiegato che proprio l’aspetto psicologico è quello su cui si stavano concentrando, l’unico che può davvero far fare il salto di qualità all’azzurro.

  27. anto scrive:

    Mi piacerebbe vedere Volandri sotto la guida di Rianna, chissà cosa succederebbe…..

  28. karlovic 80 scrive:

    Per quanto riguarda il punto debole di Filippo,ovvero il servizio,io credo che non lo potrà mai migliorare sia nella resa,che nel movimento,che ormai è cristalizzato e molto difficile da modificare(aggiungo i quasi 27 anni).
    A mio avviso Filippo,si alza la palla male e sopratutto verso sinistra,dietro la testa,e cosi’ facendo la deve sempre cercare e non può dare potenza quando la colpisce.(magari Fulvio Fognini potrà confermare)E’ un problema meccanico-fisico,e non so se è colpa di Filo o di Fanucci.
    Ma a parte il servizio,il problema di Volandri è che sulle superfici rapide ci ha giocato talmente poco,che deve ancora imparare a scegliere i colpi giusti a seconda delle situazioni.Non ha ancora idea di come giocarsi la partita,pecca di idee tattiche,tattiche che ha chiare sul rosso.
    A mio avviso è più un problema mentale,più gioca sul cemento e più migliorerà,perche a differenza di altri,Filippo non ha nessun limite fisico a condizionargli il rendimento sul veloce.

  29. stefan scrive:

    troppe foto da modello con la racchettina griffata armani …

  30. Francesco da Lugano scrive:

    Quindi, ascoltando i vostri commenti e semplificando (di proposito) la questione, Volandri è un Ferrer (o anche un Robredo) con poca voglia di cimentarsi sul veloce?

    Lo so, faccio una provocazione. Sono certo che Filippo è un atleta scrupoloso che si allena con tanta voglia e grande professionalità.

    Però, magari se riesce a programmarsi più o meno come i due spagnoli citati, la sua classifica potrebbe raggiungere vette insospettabili. Non dico farà la finale della Master Cup (come il buon David), però ad entrare nei Top-15, se tutto gira nel verso giusto, ci si può fare un pensierino?

  31. Nikolik scrive:

    Sono completamente d’accordo con quanto ha scritto Giovanni Di Natale.
    Non penso proprio che il problema sia Fanucci, anzi.
    Attendo i miglioramenti sulle superfici rapide, che chiaramente non possono arrivare da un giorno all’altro.
    Per il resto, è logico che ci aspettiamo una grande stagione sulla terra battuta, che rimane casa sua.
    Se riuscirà a giocare di più sul cemento, vincendo anche solo qualche partita e facendo qualche punto in classifica, ciò migliorerà ancor più anche il suo rendimento sulla terra.

  32. Nikolik scrive:

    No Francesco, ti sbagli, Filippo non è come Ferrer, è meglio!
    Solo che ha un servizio non all’altezza e anche qualche difficoltà dopo le due ore e mezzo di gioco. Ma se migliora in questi due profili, non c’è partita.
    Altro che pensierino al top-15! Quello è un pensierone.
    Destinato a diventare realtà se solo la fortuna e la salute lo assistono nel momento migliore della stagione, da marzo a luglio. Basterebbero anche solo quei 4 mesi buoni.
    Ha già dimostrato pienamente di poter vincere un torneo master series sulla terra, se tutto fila liscio. Io spero Roma, che festa sarebbe.

  33. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Le possibilità di progresso di Volandri sul veloce sono nulle, diciamoci la verità.
    Sulla terra è diverso: sulla terra vale i primi 10.
    Tuttavia, ciò che appare sempre più evidente è che il suo approccio al tennis (come gioco e sport nel suo complesso) non è quello di un campione potenziale.
    Se questa situazione non cambia, difficile anche aver voglia di progredire tecnicamente.
    In definitiva, sul veloce è meglio aspettare Andreas Seppi, che mi pare più promettente come “tennista” nel complesso, se capite ciò che voglio dire.

  34. karlovic 80 scrive:

    Non capisco i problemi “cronici” al servizio di parecchi Italiani,da Volandri(che in parte ha una scusante essendo “solo” 182 cm),a Starace(187 cm e quasi sullo stesso livello di Filo al servizio)per finire a Seppi(190 cm sfruttati abbastanza male).
    Il servizio a questi livelli è fondamentale,con un buon servizio sei già al 50%,e non capisco se la colpa è degli allenatori o dei giogatori.
    Attualmente ci sono giocatori che si mantengono a galla solo con il servizio(vedi Karlovic o Roddick)o in passato gente come Rosset o Ivanisevic.
    Vero che sono tutti più alti di 190 cm,però a mio parere,se lo si allena in età giovanile diventa un colpo determinante anche se non sei un gigante(vedi Sampras e Bracciali)

  35. Francesco da Lugano scrive:

    Fammi capire, caro Nikolik. Allora, se migliora il servizio si mangia Ferrer a colazione? Non ti sembra di esagerare? Volandri con un buon servizio (non eccellente, uno “average”) sarebbe nei primi 5 al mondo? Non hai proprio il sospetto che Ferrer abbia maggiore solidità, maggiore adattamento alle superfici, in sostanza sia più COMPLETO come tennista del livornese?

    Io credo sia un buon giocatore, ottimo sulla terra, ma non riesco proprio ad immaginarmelo asfaltare Nadal e Roddick sull’indoor come ha fatto David a Shangai.

    Va bene il tifo per il proprio beniamino, va bene l’ottimismo, ma temo il mio pensiero si avvicini di più a quello di Marcelus Wallace (ma vieni direttamente da Los Angeles? :) ).

    A meno ovviamente di vederlo giocare di più (e meglio) sul cemento americano. Vedremo, Nikolik.

  36. Fabio scrive:

    Seppi è il più completo e il più polivalente fra i nostri primi tre giocatori pur pagando un dazio sul piano tecnico sia nei confronti di Volandri sia di Starace, ma al momento è un giocatore totalmente inaffidabile e che tende spesso a battersi da solo, come ha dimostrato anche l’incontro con Santoro, una partita nella quale ha fatto tutto Andreas.
    Volandri credo che non cambierà le sue attitudini, la sua stagione ruoterà sempre attorno alla terra battuta ma tuttavia cercare di limare qualcosa sul servizio e rendersi un pò più competitivo sul veloce cercando di vincere qualche partita alla sua portata gli consentirebbe, come avete detto voi, di trovare più fiducia e arrivare più rodato anche agli appuntamenti della primavera europea.
    Però tra i primi 10 al mondo o vincitore a Roma non c’è lo vedo comunque.

  37. robo scrive:

    ottimo pezzo!
    forza filo!

  38. max scrive:

    sogno o son desto??? ancora qualcuno spera nei miglioramenti dei ns????? a 25 anni?????? purtroppo 10/15 anni fa loro (o chi per loro) nn hanno fatto nulla per poter entrare un giorno nei top 10, anzi hanno lavorato esattamente nella direzione opposta sia degli spagnoli che di bollettieri (e dei vari coach che hanno indirizzato i propri giocatori verso il gioco moderno da superfici veloci). ed essendo le filosofie spagnole molto diverse (anche se ora un po’ meno) da quelle dei secondi citati si capisce che fenomenali slalomisti siamo stati noi italiani. in pratica non solo abbiamo continuato nell’insegnare tennis da terra (e soprattutto d’altri tempi, quindi senza dotare i ns giocatori di armi tipo il servizio basilare al giorno d’oggi) ma in + per questo tipo di gioco da fondisti si è tralasciata la parte fisica (i ns nn sono neanche lontani parenti dei vari nadal ferrer etc) che poi aiuta molto anche la fase mentale (altro problema degli italiani (la coppa davis insegna). ora per provare ad invertire la rotta i ns dovrebbero fare armi e bagagli e andare in centri tipo la bollettieri academy, per provare a fare giornalemente tutte le cose che hanno fatto tutti i migliori giocatori del mondo nell’ultimo decennio (allenarsi solo sul veloce puntando molto sul servizio e su tutti i colpi che ti permettono di essere vincente sui campi veloci, sulla potenza etc) pensando umilmente di dover quasi ricominciare da capo investendo e credendo in se stessi, nn pensando per almeno un anno a soldi e risultati… questa ovviamente è un’utopia e loro continueranno a farsi dare 10.000 euro a match in serie A, e contuineranno a galleggiare nei top 50……

  39. fulvio scrive:

    max sulla parte fisica per quel che posso sapere ti sbagli e di grosso.so che Pino Carnovali da anni ha un book che aggiorna semestralmente sui nostri migliori giocatori ,ha dei paramentri con giocatori di livello (alla stessa età,dai 14 ai ….40 anni)altissimo,tipo gente come Agassi -Sampras-Moya e altri campioni,bè ti posso assicurare per esempio che uno come Volandri ha dei parametri fisico-atleticici addirutura superiori a questa gente.in conclusione dico che prima di sparare bisognerebbe ogni tanto conoscere la realtà.ti posso affermare che tutti i nostri primi 5 giocatori maschili hanno un preparatore atletico che li segue giornalmente e periodicamente (quando cè nè bisogno,tipo richiamo) i anche durante i vari tornei!!

  40. karlovic 80 scrive:

    Nikolik,il servizio è un arma fondamentale.Ricordi la meteora Verkerk?
    E’ stato capace di arrivare in finale al Roland Garros nel 2003(battè,Schuettler,Moya,asfaltò Coria in semifinale,per poi perdere da Ferrero in finale)ed è stato n°14 al mondo.In quell’edizione fece un sacco di ace,e arrivò in finale solo grazie al servizio.
    Risultati e classifica che purtroppo Volandri non ha ancora raggiunto.Colpa sopratutto del servizio,che a mio avviso,è il colpo più importante del tennis.
    Altra meteora(sfortunato)è stato Johachim Johansson n°9 del mondo,risultato ottenuto grazie sopratutto al servizio.
    In generale Filo è più forte dei vari Verkerk, Johansson ed è allo stesso livello di Ferrer o Robredo.
    La differenza la fà il servizio e il poco adattamento(voluto o non voluto)sulle superfici Hard.A mio avviso(sarò noioso)più gioca sul duro e più migliorerà(a patto di migliorare la battuta)è solo un fatto mentale,perche Filippo ha tecnica e fisico.

  41. Nikolik scrive:

    Rispondo volentieri a tutte le tue domande, Francesco.

    Mi chiedi: se migliora il servizio si mangia Ferrer a colazione?
    Certo che sì, Francesco, certo che sì. Ti ricordo, del resto, che Filippo si è mangiato, recentemente, a colazione un certo Federer, che è pur sempre il n. 2 del mondo sulla terra battuta. Non solo, comunque, dovrebbe migliorare il servizio, ma, come ha detto anche Roberto in questo articolo, anche la resistenza fisica. Quindi, sì, con un servizio di livello (che dia cioè almeno una ventina di punti diretti a partita, tra aces e servizi vincenti) e con più resistenza, si mangerebbe Ferrer.

    Mi chiedi. non ti sembra di esagerare?
    No, non mi sembra, Francesco, perché le stesse cose su Volandri le sta dicendo, da anni, un certo Piatti, che non è un Nikolik qualunque. In più dichiarazioni Piatti, che è uno che un po’ di tennis lo ha visto, ha detto che Volandri è da top 10, che è più forte di Ferrer, di Robredo e anche di Ljubicic.

    Mi chiedi: Volandri con un buon servizio (non eccellente, uno “average”) sarebbe nei primi 5 al mondo?
    E perché, Davydenko è questo mostro di talento? Ha più talento di Volandri? Sì, comunque, per me sì, con anche resistenza fisica oltre le due ore e mezzo di gioco, con queste particolarità potrebbe andare tra i primi 5. E, ripeto, è Piatti che non fa che ripetere queste cose.

    Mi chiedi: non hai proprio il sospetto che Ferrer abbia maggiore solidità, maggiore adattamento alle superfici, in sostanza sia più COMPLETO come tennista del livornese?
    No, non ce l’ho questo sospetto, ti fai tradire dai risultati che, chiaramente, sono molto diversi, adesso. Ferrer non è vero che era un giocatore più completo di Volandri, c’è diventato, con il lavoro, più completo.

    Concludi dicendo: io credo sia un buon giocatore, ottimo sulla terra, ma non riesco proprio ad immaginarmelo asfaltare Nadal e Roddick sull’indoor come ha fatto David a Shangai.
    Io invece dico: se è per quello, voi non ce lo vedevate nemmeno ad asfaltare Federer a Roma. Invece è successo.

    Con amicizia, e forza Filippo!

  42. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Proprio pensando al fisico si può sperare in un miglioramento di Seppi.
    Per Volandri, e mi spiace ripetermi, si può solo sperare in un paio di altre buone stagioni sulla terra battuta. Volandri “vale” i primi dieci sulla terra, ma anche lì, non ci è mai arrivato.
    Sfido gli statistici attenti e maniacali: quante volte negli ultimi tre anni Volandri ha superato un secondo turno sul veloce?
    Controllate un pò, e piangete con me.

  43. flexible scrive:

    non è proprio un offtopic, è un quasitopic fidatevi, è la storia di:

    Gianluca Pozzi: il piccolo mecir italiano

    Negli anni 90 ho seguito il tennis dai buchi delle serrature. Quasi lui fosse una donna straniera sotto la doccia e io un Alvaro Vitali qualunque. Spiare è un lavoro duro, un po’ ti vergogni ma ha il vantaggio di regalati una memoria formidabile di quello che hai visto. Tranne tornei al foro Italico regolarmente interrotti dal telegiornale sul più bello, e sporadici exploits di coppa davis mi restava ben poco da vedere. E’ un lavoro duro essere italiani, dopo la breve orgia di telecapodistria vuoi per teleindiffirenza nazionale vuoi per scarsità di belle racchette mi era rimasto solo il buco della serratura, donne straniere da adorare e ovviamente piccole perversioni.
    La mia più grande, delle piccole perversioni, si chiamava Gianluca Pozzi, una specie di presosia di Marco Travaglio, vestito sempre di bianco armato di un magnifico rovescio tagliato e di un improbabile dritto con gomito a novanta gradi che per incertezza mi trasmetteva sempre incertezze e batticuori. Appresi presto che il vestito bianco non era una scelta retrò, nell’epoca in cui i colori cominciavano ad arrampicarsi sulle canotte dei tennisti, ma era la semplice assenza di sponsor. Sentii qualcuno chiamarlo il cavalierie bianco e mi piacque ed è così che lo ricordo un cavaliere bianco dalla faccia un po’ triste che andava a spasso per i margini del sogno e che si fermava sui prati più a lungo di tanti suoi colleghi colorati. E più passavano gli anni, più a lungo si fermava, più lunghi erano i suoi viaggi e se dentro il sogno davvero non ci entrò mai riuscì a piantarci per bene un piedino e sul quel perno ballare all’età in cui i suoi colleghi colorati lasciavano perché si sentivano già troppo grigi. Meglio di lui ne ho visti giocare tanti, ma così pochi, davvero pochi, anzi forse solo uno mecir, quello che chiamavano gattone e che ogni volta che lo vedevo gli facevo le fusa. Attacchi solo in controtempo, rovesci sibilanti che sembravano coltelli, angoli acutissimi, palle che o strisciavano e si sgonfiavano e quel maledetto gomito a 90 gradi che giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio, aveva trasformato il dritto in una specie di specchio, se c’era da spingere, se c’era la terra rossa, mamma mia, ma se arrivava un proiettile quel proiettile ritornava come un raggio di luce. E poi le volée, io che Panatta non l’avevo mai visto ero convinto che quel colpo fosse vietato per decreto ministeriale e invece eccole, in America, a Londra, in controtempo, e tutte lì nel mio buco della serratura, fatte solo per me. E io l’ho capito subito, Gianluca non giocava a tennis, per questo non trovò uno sponsor e così come Mecir in realtà andava a pescare svedesi, Gianluca giocava a Judo e lo faceva con la racchetta in mano ed ebbe il raro pregio di un soprannome tutto suo, anzi siccome giocò fino a 40 anni ne ebbe due, uno dato dalla stampa, il cavaliere bianco e poi l’altro, quello che mi piace di più, quello che gli hanno dato gli avversari che non capivano perché ci avevano perso: l’Ipnotizzatore.

  44. karlovic 80 scrive:

    Purtroppo ha ragione Wallace,in tutta la carriera!Filo non ha mai superato un secondo turno sul veloce!Solo una volta Volandri è arrivato lontano su un hard,semifinale persa a Doha da Monfils nel 2006.Purtroppo è troppo poco.

  45. stefan scrive:

    accostare volandri a ferrer è una bestialità tennistica,ma per piacere

  46. karlovic 80 scrive:

    Per quanto riuarda i challenger sul duro,Q nel 2000 al torneo di Ahmedabad(India),Q nel 2001 a Mumbai(India),Q a Singapore.Nel 2002 F a Graz(Austria).

  47. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Non così maniacale, Karlovic 80! Ma ti ringrazio della conferma, e ribadisco tutto ciò che ho scritto sopra. Ci vuole ben altro, per essere un grande giocatore.

  48. marcos scrive:

    bel ritratto di gianluca pozzi, grazie!

  49. max scrive:

    fulvio io nn sparo, la mia è una constatazione ma purtroppo si dovrebbe entrare nel tecnico… senza approfondire troppo cmq i ns giocatori fisicamente sono molto preparati, ma stranamente nn si vede. ti sei mai domandato sul xchè??? senza tornare al discorso (pur basilare) del lavoro nn fatto da bambini il problema è che la maggior parte dei ns giocatori sono preparati per un altro sport e nn per il tennis!!!!! solo la differenza del tempo medio con cui si conclude uno scambio sul veloce rispetto alla terra, i tempi di reazione delle differenti superfici e già si deve lavorare in diverse direzioni. fino a nn molto tempo fa ancora si stava a discutere sull’utilità o meno della preparazione atletica specifica per il tennis e ti posso assicurare che in molti il dubbio rimane ancora forte. in buona sostanza coach che fanno fare ai propri giocatori un lavoro tecnico correlato a quello fisico (tipo Sartori tanto per intenderci) ce ne sono ancora pochissimi (tanto è vero che per molti i suoi dvd, la videoanalisi etc sono delle novità assolute) quindi io posso avere il prep fisico tutti i gg ma se lavora male o cmq in modo generico….. dopodichè oltre alle idee subentra la qualità del coach e/o prep tecnico. tempo fa scrivevo proprio a proposito del dvd di sartori che il lavoro svolto era buonissimo e l’unica perplessità era su di un paio di esecizi fisici fatti fare dalla moglie di sartori a vagnozzi e seppi uno per il servizio e l’altro con la palla medica che era concettualemte giusto ma nn correttamente eseguito (ai ragazzi veniva lanciata la palla una volta a sx una volta a dx e loro dopo averla presa al volo dovevano rilanciarla. il problema era il peso della palla che quando gli arrivava poteva dare problemi alla schiena). caso vuole 15 gg fa ho visto in tv un servizio su federer filmto mentre stava facendo lo stesso esercizio, eseguito però come lo suggerivo io (g.c. ovviamente) e cioè federer partiva con la palla presa da terra e poi la lanciava, quindi evitando di riceverla al volo. consideriamo ora che il team di sartori è considerato (a ragione) uno dei migliori e dei + aggiornati in circolazione qui da noi e quindi fatti un po’ un’idea di cosa c’è in giro…

  50. karlovic 80 scrive:

    Nel 2003 Volandri al challenger di Cagliari sul rosso,schiacciò perfino un certo Nadal in finale per 2-6 6-2 6-1!
    In generale anche uno etichettato “scarso” come il mio idolo Karlovic,ha vinto più tornei in carriera(3 vs 2) ed è stato più in alto in classifica di Volandri(22 vs 25)oltre che a buscarle in un torneo futures in Gran Bretagna nel 2000.(7-5 6-4 per Ivo)

  51. max scrive:

    in realtà nn è che in molti il dubbio rimane forte, il fatto è che pochi sono aggiornati e sanno cosa devono fare… nnn ultimo anche il fatto che per lavorare in questa modo deve esserci un team che lavora in maniera correlata seguendo tutti lo stesso programma con particoalre attenzione per i dettagli, avendo tanto tempo disponibile oltre ad un atleta super disponibile che creda lui per primo che quel tipo di lavoro faccia la differenza lavorando quindi con la max intensità…

  52. karlovic 80 scrive:

    Al Master di Miami nel 2006,Volandri è arrivato al 3° turno però beneficiando di un bye al 1° turno.
    Diamo a Filo quel che è di Filo.

  53. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Karlovic, Mirnyi…anche Wesley Moodie potrebbe aver vinto (in singolare!) più di Volandri!

  54. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Ho detto Wesley Moodie, accostandolo a Max Mirnyi e a Ivo karlovic, tanto per illustrare una categoria di giocatori forti specialmente sul veloce, ma che vincono di più di Volandri, a prescindere dalle capacità tecniche, semplicemente perchè “il veloce” vuol dire tre Slam, il master e otto mesi di tornei l’anno.
    Sembro la fiera della banalità, però mi ricordo un Grande Wesley Moodie vincere a Tokyo divertendo alla grande tutto il pubblico con un serve abd volley da paura.
    Volandri non mi diverte quasi mai.

  55. anto scrive:

    Non voglio sembrare cattivo o un bacchettone, ma sfogliando tennis italiano e vedendo Volandri con il petto nudo depilato, mi dava l’impressione di ammiccare al mondo sportivo gay. Credo che Filippo invece di fare molto fumo, dovrebbe una buona volta cercare di incanalarsi nella giusta direzione. Credo che la guida tecnica sia troppo datata, qui ci vuole un giovane coach alla Rianna, non dimentichiamoci che è riuscito a portare nei trenta Starace poco avvezzo ad allenarsi duramente, è riuscito a far provare l’ebbrezza a Bracciali dei top 60 cosa non da poco, ed è riuscito a rimettere sul binario per un certo periodo quel bischero di Luzzi. Rianna è il futuro, qui non è questione di essere riconoscenti o no, dovrebbe essere il suo attuale tecnico a capire di lasciarlo andare per il suo bene. Ormai per Filippo non può far più niente, e Filippo dovrebbe capire che forse non è troppo tardi per cambiare.

  56. federico scrive:

    mah. Io sinceramente vorrei sapere come fa filo ad avere una classifica cosi alta… nel senso che giocatori che hanno una classifica peggiore della sua sembrano molto forti e presenti nelle fasi finali dei tornei. A parte Roma io non ho ricordi di grandi match giocati dal Nostro.. E pure a Roma quando ha perso le ha buscate senza appello..

  57. Nikolik scrive:

    Certe critiche ad un professionista che da 4 anni è fisso nei primi 50 del mondo, in un mondo così spaventosamente competitivo come quello del tennis, sono veramente ingenerose.

  58. tonitri scrive:

    Bravo nikolik hai espresso esattamente il mio stesso pensiero!!Forza filo

  59. max scrive:

    in realtà nn mi sembrano critiche anzi..la critica semmai è x come è cresciuto tennisticamente. lui anzi è eccezionale nel riuscire a raggiungere certi risultati in uno sport differente da quello che ha sempre fatto. oggi il tennis è imperniato sul servizio usato come arma per fare punti diretti o che cmq serve a prendere in mano il gioco per poi chiudere con altri colpi vincenti, su colpi anticipati per togliere il tempo ll’avversario, sul cercare di stare il + possibile con i piedi dentro il campo, insomma l’esatto contrario di quello a cui è stato indotto….

  60. anto scrive:

    Nikolic, è la vita ingenerosa, chi è arrivato terzo al giro d’Italia due anni fà, chi secondo nei 100 all’ultima olimpiade, e via dicendo. Ma sapete che ci sono persone che pensano che Panatta giochi ancora…….e allora da Volandri si pretende di più non la solita minestra riscaldata!

  61. roberto commentucci scrive:

    Anzitutto, un grazie a tutti coloro che hanno partecipato al dibattito, incluso flexible, che ci ha offerto un gustoso off-topic su Gianluca Pozzi.
    Sono d’accordo con molte delle cose dette. Concordo con Fulvio, che sostiene che i giocatori di punta italiani sono attualmente preparati molto bene sotto il profilo fisico.
    Ma concordo anche con max, che alla sua maniera irruenta dice cose scomode, spesso verità scomode.
    Mi spiego. Volandri e Starace, pur molto diversi fra loro come caratteristiche tecniche, sono stati fin qui competitivi ad alto livello su una sola superficie, l’amata terra. A mio avviso, questo dipende dalla loro storia individuale, dal modo in cui sono stati cresciuti all’agonismo, che è invece simile. Entrambi nati nel 1981, hanno vissuto il loro avvicinamento al tennis agonistico nel periodo più buio del nostro tennis, quando le ceneri di Cesenatico erano ancora fumanti, quando la FIT di Galgani non era più, e quella di Binaghi non era ancora, e quando i team privati erano appena agli inizi. In sostanza, l’Italia di quegli anni era, tennisticamente, un deserto. Filo e Potito sono sbocciati proprio come due fiori nel deserto, senza un progetto dietro, senza una programmazione a lungo termine, senza la possibilità di allenarsi, da ragazzini, con metodologie veramente moderne. Sono due prodotti “fatti in casa”. E per questo motivo, i loro limiti, che andavano corretti in età giovanile, se li sono portati dietro fino al professionismo, a causa dell’arretratezza complessiva della nostra scuola. E’ vero che Filippo ha l’articolazione della spalla molto rigida, e soggetta a frequenti infiammazioni, che sono state alla base dei suoi problemi. Ma è altrettanto vero che se Volandri anziché a Livorno fosse nato a Marsiglia, e fosse stato costretto a giocare su indoor e cemento per sei mesi all’anno, come capita ai giovani tennisti francesi, il servizio lo avrebbe imparato ben prima di compiere 16 anni. Travatemi un giocatore francese che serve male. E ora Filo non avrebbe addosso il fardello psicologico di cui parla, giustamente, Fulvio. Chissà quanti ricordi e pensieri negativi Filippo ha associato al suo servizio, nella sua carriera… chissà che senso di inferiorità deve provare ad affrontare gente come Ljubicic sul veloce… Ma da ragazzino, Filo giocava quasi solo sulla terra, come quasi tutti in Italia, e pensava che il vero tennis fosse quello, e quindi era come un malato che non si accorge di esserlo, e pensa di avere un raffeddore, anziché la polmonite. Si è accorto veramente di essere malato solo quando è entrato nei primi 50 del mondo. Ma aveva già 22 anni.
    Lo stesso discorso vale per Potito Starace. Poto ha sempre avuto un fisico macchinoso e, in particolare all’uscita dal servizio, ha bisogno di un po’ di tempo per preparare il colpo ed entrare nello scambio. Logico che i suoi primi maestri, anziché farlo lavorare a fondo a livello fisico, per renderlo più rapido, (un po’ per la pigrizia giovanile di Poto, un po’ per scarsa conoscenza delle metodologie corrette…) gli abbiano costruito il servizio in kick, anziché piatto… Era l’unico modo per rendere il suo servizio un colpo offensivo e nello stesso tempo dare a Poto il tempo di reazione di cui aveva bisogno. Peccato che fuori dalla terra con il solo kick non si vada lontano… E Poto ha già fatto molto, sul piano atletico, allenandosi con Rianna. Ma come dice giustamente max, le fondamenta della casa si fanno da bambini. E’ il lavoro fatto da bambini che consente di eliminare alla radice i potenziali punti deboli.
    Per questo motivo, io non sono particolarmente critico con i nostri due terraioli. Forse, hanno solo avuto la sfortuna di nascere nel momento sbagliato, e sono rimasti due fiori nel deserto, selvatici e incompiuti.
    Ma forse, negli ultimi 6-7 anni, grazie a gente come Sartori e Rianna, o grazie all’impegno dello stesso Furlan, in Italia abbiamo iniziato finalmente a costruire la serra, il vivaio. Affinché i fiori che stanno spuntando non vengano più lasciati crescere da soli.

  62. karlovic 80 scrive:

    Vabbè Wallace….Mirnyi e Moodie.Max ha vinto un solo torneo (Rotterdam 2003)in singolo e ben 33 in doppio,oltre ad essere stato n°18 al mondo,ed aver un prize money di quasi $8,000,000!Quasi il quadruplo di Volandri!

  63. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Siamo così d’accordo, caro Karlovic ‘80, che appare inutile proseguire. Al di là della tua predilezione personale, è vero o no che, anche se la gente storce il naso e parla di servizi troppo veloci e tennis scarno, questi giocatori (ripeto: Karlovic, Moodie, Mirnyi) vincono di più e divertono di più dei nostri terraioli? E degli italiani, non è stato forse Sanguinetti (sul veloce, naturalmente) a far vedere il tennis migliore negli ultimi anni (Sanguinetti/Srichapan allo US OPEN, tanto per fare un esempio)?
    La mia risposta è si, e la tua (credo) non è così distante dalla mia.

  64. Nikolik scrive:

    Marcelus Edberg Wallace, nel vostro furore antiitaliani siete tu e Karlovic 80, ora, che esagerate, nel senso opposto al mio.
    Dici: “questi giocatori (ripeto: Karlovic, Moodie, Mirnyi) vincono di più e divertono di più dei nostri terraioli?”.
    Io non so a cosa ti riferisci quando dici che vincono di più: taccio su Mirnyi, un bombardiere che ha avuto una bella continuità di risultati, ma Karlovic e Moodie…
    A parte il fatto che hanno due anni più di Volandri (circostanza che non può essere dimenticata), il paragone con il nostro è veramente impietoso, per loro, si intende: Karlovic, con l’eccezione di quest’anno, è stato sempre regolarmente, e nettamente, dietro a Volandri in classifica. Se parli di risultati, è la classifica che parla, che tiene conto, appunto, dei risultati.
    Non se ne parli, poveraccio, per Moodie, uno che ha avuto come best ranking il n. 57 e che, su 128 partite ATP disputate, ne ha perse 70.
    Chissà cosa avreste detto a Volandri se avesse tenuto il rendimento di questi due!
    Insomma, dire che vincono di più…mica contano solo le partite sul veloce! Non passate da un estremo all’altro. Il tennis è anche sulla terra battuta e la classifica, a fine anno, tiene conto delle preferenze di ogni giocatore.
    Per il resto, se disprezzate così Volandri e i suoi risultati, si vede che voi Italiani siete stati abituati meglio negli ultimi 25 anni. Che ne so, avrete avuto dei fior di campioni, finora.

  65. Francesco da Lugano scrive:

    @ Nikolik

    Grazie per le risposte. Mi piace la gente che si confronta con argomentazioni ed educazione come te.

    Però, però…. non riesco a convincermi :) Almeno non del tutto. Mi spiego.

    Se Volandri avesse il servizio, se Volandri avesse resistenza, se Volandri… ma allora ci troviamo di fronte al più grande talento inespresso dal tennis mondiale degli ultimi 5 anni! Cioé, ora è sulla quaratesima posizione, ma bastava impostargli un servizio più potente per essere unn Top 5. Legittimo che tu pensi. Legittimo ancor di più chiedersi: allora, cosa sarebbe Nalbandian se avesse più tenuta mentale? E se Stapanek se non andasse dietro le donne a destra e a manca? E Safin se non facesse…. tutte e due le cose (e magari non fare bisboccia…)?

    Secondo me questi sono dei potenziali Top Five, che i rimangono tali (quindi virtuali, non nella attuale classifica), semplicemente perché il mondo premia chi si applica con determinazione e FA PUNTI nei tornei. Stop.

    Lo sport è democratico. Chi vuole partecipare si accomodi. I se e i ma non fanno punti. Meno male. Sennò ci daremmo alla play station. O faremmo esibizioni stile wrestling.

    Colgo una contraddizione nel tuo ragionamento, Nikolik. Allora, due sono i casi. Volandri è un grandissimo talento inespresso. Diciamo un Top Ten. In questo caso faremmo bene a criticarlo, e pure pesantemente. Ma come, con tutte le potenzialità che hai sei stato al massimo numero 25? Cos’è, non ti applichi negli allenamenti a sufficienza? Non ti programmi bene? L’America non ti piace, quindi non ci vai a giocare i Master sul cemento?

    Seconda possibilità: Volandri è un onesto artigiano della racchetta, senza picchi tecnici come quelli dei Campioni (i famosi Top Ten). Lui ogni giorno si applica, ma proprio non riesce a migliorare il servizio ed eventuali altre sue lacune tecniche. Sa bene quali sono i suoi limiti. Di più non può fare. Ha fatto enormi sacrifici per costruirsi una classifica di tutto rispetto. Non merita critiche per scarso impegno o per cattiva programmazione. Lui di più non può fare.

    Nikolik, credo che nelle tua disamina su Volandri, si faccia confusione tra queste due possibilità.

    Deciditi. O il tuo pupillo è un gran talento e non lo ha fatto vedere sino ad ora (quindi accetta le innocenti cazziature degli altri bloggers sulla cattiva programmazione e refrattarietà all’aggiornemento sul servizio). Oppure, dichiariamo a reti unificate: ragazzi, si è fatto un mazzo così per arrivare dove è arrivato, non fategli critiche ingenerose. Dà il massimo, di più non può. Semplicemente perché non è un Top Ten.

    Vedrai che al quel punto tutti sul blog avranno il cuore in pace, e nessuno criticherà mai più Filippo.

    Con affetto e amicizia :)

  66. karlovic 80 scrive:

    Caro Nikolik,in un mio post precedente(mi sembra a novembre)venni pesantemente bacchettato,per via del mio paragone tra Rusedski e i vari “fuoriclasse” Robredo e Ferrer,e feci notare che il buon Greg aveva vinto più tornei dei fenomeni Iberici,oltre ad aver avuto mglior best ranking!Uno lo soprannominò perfino “Zappa Rusedski”!Se questo è il metro di giudizio(e si mette perfino in discussione il mancino anglo-canadese)bhè allora Volandri per me è un giocatore molto scarso.
    Per quanto riguarda Karlovic è molto più rispettato e temuto(oltre che più forte)di Volandri nel circuito.

  67. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Scusatemi tutti (il luganese è veramente educato come uno svizzero, e lo apprezzo molto), ma io “faccio il tifo” per Volandri, Seppi e compagnia, accidenti se lo faccio!
    Essendo però giunto all’ennesimo giovedì senza qualificati per i quarti (grazie a Sara Errani, sennò avrei dovuto aggiungere “e qualificate”), ed in accordo col tema del blog, che dovrei dire?
    Ho citato Karlovic, Moodie e il mitico Max (mitico solo per me, ovviamente), tanto per non fare nomi di supercampioni, ma di onestuomini del tennis che, tirando la carretta (per favore, sono modi di dire, sennò mi si offende il Karlovic ‘80) raggiungono risultati perlomeno paragonabili a quello che il tema del Blog ha introdotto come “il primo degli italiani degli ultimi 5 anni”.
    Che Volandri possa fare di più? Forse. Per me invece, purtroppo, già si dovrebbe dire “poteva” fare di più.
    La pessima statistica divulgata dal Karlovic ‘80 sui passaggi di secondo turno di Volandri sul veloce, dietro mio provocatorio invito, non può non far riflettere.

  68. Francesco da Lugano scrive:

    Anche a me piace tantissimo Mirnyi. Uno che, voglio sottolinearlo, tira la carretta SEMPRE anche per la propria nazionale in coppa Davis, la Bielorussia. Per uno come lui che vive da anni col padre in America, tornare ogni volta a “casa” e giocare per un Paese definito da molti “ultima dittatura in Europa” è sintomo di attaccamento alla propria gente. Non ha fatto come molti arricchiti dell’ex cortina. Per lui le radici qualcosa significano. Un personaggio, Max, che ammiro tantissimo.

    A proposito, sì svizzero, ma con una pelle barese :)

  69. karlovic 80 scrive:

    Wallace non mi offendo quando dici”onestuomini che tirano la carretta”.
    L’umiltà è una bella dote,Karlovic appartiene a quella categoria di giocatori ed è un vanto,ed anche Filo può essere considerato tale(insieme ai vari Moodie,Mirnyi,Ferrer e Robredo).
    Quanto ad Ivo,ricordo il suo esordio nel circuito Atp,era al torneo di Tashkent(Uzbekistan)l’11 Settembre 2001!(era il giorno dell’attentato alle twin towers!)dove perse da un altro gigante(paisà di Francesco da Lugano)Rosset,mai e poi mai,avrei pensato che Ivo un giorno sarebbe arrivato a questo livello,pareva un cestista con la racchetta in mano!
    Già è tanto che è arrivato quasi ai top 20,migliorando spostamenti laterali e rovescio(oltre al servizio che io reputo il migliore della storia,sopratutto come 1° palla)ma anche adattandosi alle varie superfici(vedi Houston 2007 su terra verde),cosa che “l’onestuomo che tira la carretta Volandri” non ha fatto.

  70. Gudpis scrive:

    Commentucci su tutti come spesso accade!
    Volandri talento? Certo più di me ne deve avere! Tutti i giocatori top 100 una volta impugnata la racchetta a 4/6 anni saranno sembrati dei fenomeni ai loro “scopritori” e sicuramente anche Volandri. Poi succede che un atleta cresce, sviluppa attitudini e si configura atleticamente e svolge un percorso che lo porterà ad essere top tra i top o solo top. Credo che chi afferma che Volandri è un talento abbia ragione ma al contempo sbagli. E’ un talento perchè sennò non arrivi tra i 50. Ma tra i 50 è uno di quelli che ne ha di meno (a mio avviso). Possiede grandi colpi di base ma pochi di fino (quelli che variano il ritmo, che risolvono le situazioni contro atleti alla stessa portata). Anche la geometria dei colpi è strana (gomito alto e top che parte più dal polso che dalla presa o dalla testa della racchetta). Con Ferrer: scusate ma non capisco neanchè chi propone un paragone: penso che se avevamo un atleta competitivo sempre su terra e due volte semifinalista su MS in cemento e finalista a Shangai….. Baccini sfilava nudo per il Foro Italico per dieci giorni consecutivi (scherzo). Per favore facciamo parlare i fatti… ha ragione come sempre il vate Rino Tommasi che per l’ennesima volta sul Tennis Italiano fa una disamina perfetta della nostra situazione. Non cerchiamo colpevoli (ha ragione Commentucci) abbiamo vissuto dei brutti periodi nei quali ci sono usciti fuori dei giocatori atipici (Starace, “longagnone” competivo solo su terra; Bracciali “erbivoro”, Luzzi “crazy horse”, Sanguinetti giocatore + unico che raro!) non frutto di una scuola nazionale (nel senso di un tipo di gioco) ma di una crescita prettamente individuale… facciamo il tifo per i nostri ma al contempo non perdiamo la lucidità e l’onesta di vedere le cose con occhi non solo da tifosi.
    un saluto a tutti

  71. Nikolik scrive:

    Mi arrendo alle decisive argomentazioni di Gudpis.
    Infatti, francamente, se il prezzo da pagare per vedere Volandri come Ferrer è quello di vedere Baccini sfilare nudo per il Foro Italico per dieci giorni consecutivi, beh, allora è un prezzo da pagare troppo alto anche per un tifoso come me.

  72. federico scrive:

    Ho una domanda.ma se si dice che Volandri è un top 10 sulla terra chi è dei top dieci che batterebbe su questa superficie (se al top della condizione) ?

  73. Andrea scrive:

    Allora vediamo col n.10 robredo ci ha anche vinto qualche volta anche se l’ultimo incontro al roland garros… beh lasciamo perdere, con nalbandian nn credo,con gasquet vince facile certo a roma aveva l’influenza e si reggeva a malapena in piedi ma non importa, con gonzalez forse si nn mi ricordo però la semifinale a roma lo scorso anno qualcuno mi dice com’è finita? Con Ferrer dovrebbe vincere lo spagnolo è basso brutto gobbo e scarso e quindi con pippo perderebbe senz’altro, stessa cosa per davydenko la differenza che nn è gobbo, djokovic è giovane non ha ancora l’esperienza necessaria per affrontare il grande filippo, beh federer mi pare si sia umiliato a sufficienza l’anno scorso, forse nadal è l’unico che se la potrebbe giocare ma forse…
    Cercando di essere seri forse forse l’unico che potrebbe battere è roddick ma sulla terra intendiamoci…
    Mi chiedo ancora come si facciano a dire certe baggianate su volandri, boh meglio vivere sulle nuvole talvolta…

  74. Fabio P. scrive:

    Ferrer vale 3 Volandri

  75. Fabio P. scrive:

    No, ho sbagliato, scusate.
    Ferrer e’ numero 5 del mondo, Volandri numero 40.
    Ferrer vale 8 Volandri.

  76. Fabio P. scrive:

    Nikolik,
    per vedere Volandri come Ferrer ci andrei pure a cena con Baccini, Binaghi e tutta la compagnia. :-)

  77. Fabio P. scrive:

    Anche nudi :-)

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