Il paradosso del tennis femminile.
Meno (e peggio) gioco, più guadagno.
Ecco perché

 
3 Febbraio 2009 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Mentre il gap di spettacolarità fra il tennis maschile e quello femminile si va ampliando, i montepremi fra i due circuiti sono sempre più vicini. Vediamo cosa determina questo apparente paradosso.

Premessa.
Questa edizione 2009 degli Australian Open ha confermato con rumorosa evidenza il diverso stato di salute in cui versano, ormai da tempo, il tennis maschile e quello femminile. Incontri memorabili, sul piano tecnico e spettacolare, hanno punteggiato tutto il torneo maschile, dal match fra Gonzales e Gasquet a quello fra Berdych e Federer, all’infinito e palpitante derby spagnolo in semifinale, fino allo strepitoso atto conclusivo tra Roger e Rafa. Tra le ragazze, invece, abbiamo avuto partite di livello davvero modesto e per giunta (o per fortuna…) spesso durate meno di un’ora, come è capitato con il deludentissimo epilogo di sabato fra Dinara Safina e Serena.
Eppure, nei tornei dello Slam i montepremi tra uomini e donne sono ormai rigorosamente parificati, sulla scia delle rivendicazioni egualitaristiche condotte negli anni passati in particolare da Billie Jean King, che per il suo impegno è stata addirittura nominata dall’UNESCO ambasciatrice delle pari opportunità. Nulla da dire: sul piano teorico, si tratta di una grande conquista per l’umanità, e di un grande salto culturale. Tuttavia, scendendo sul terreno pratico, si è venuta a creare una situazione davvero paradossale. Se Nadal per aggiudicarsi il premio spettante al vincitore (la ragguardevole somma di un milione e 370.000 dollari australiani) è dovuto restare in campo circa 19 ore (fra cui quasi 10 solo negli ultimi due incontri) alla vincitrice del torneo femminile, Serena Williams, sono bastate in tutto meno di nove ore di lavoro. Insomma, a parità di condizioni, la “paga oraria” di Serena è stata oltre il doppio di quella di Rafa, sebbene lo spettacolo da lei offerto sia stato – per giudizio unanime – di qualità decisamente peggiore.
Tuttavia, anche lo sport dovrebbe in teoria rispondere alle logiche allocative del mercato: il valore economico di uno spettacolo dovrebbe dipendere da quanti sono coloro che sono interessati ad assistervi e da quanto denaro costoro sono disposti a pagare. Se questo principio economico fosse applicato alla lettera, non c’è dubbio che il montepremi del torneo femminile risulterebbe molto inferiore a quello maschile. Ma abbiamo visto che non è così. Come è possibile tutto questo?
In questo articolo, senza alcun intento polemico di natura sessista, ma solo per amore della verità, si cercherà di illustrare come funzionano le logiche di mercato e le scelte di marketing che hanno creato questa paradossale situazione, che potrebbe rivelarsi, alla lunga, addirittura un boomerang per il tennis femminile. Vediamo perché.

L’età dell’Oro e quella della Decadenza.
Fra gli uomini, viviamo una autentica Età dell’Oro. Con buona pace dei nostalgici del bel tempo che fu, assistiamo sempre più spesso ad incontri memorabili, per merito non solo di Federer e Nadal (due fuoriclasse assoluti che stanno entrando di diritto nella leggenda di questo sport) ma anche di molti altri eccellenti giocatori di livello medio alto – spesso altissimo – che, quando sono ispirati, riescono a produrre grandissimo spettacolo. I vari Murray, Djokovic, Tsonga, Del Potro, Verdasco, ma anche Gasquet, Gonzales, Nalbandian, Roddick, Blake, Gulbis, Berdych, Feliciano Lopez, Stepanek e via elencando ci regalano incontri splendidi, spesso incertissimi, dai grandi contenuti tecnici ed agonistici, nei quali le diverse caratteristiche di gioco, fisiche e tattiche dei protagonisti si combinano fra loro producendo situazioni sempre nuove ed imprevedibili.
Insomma, il tennis maschile scoppia di salute, nonostante la fallimentare gestione di De Villiers. Al nuovo Chairman dell’Atp, Adam Helfant, spetta ora il compito non facile di cavalcare la tigre ruggente.

Il circuito Wta, invece, procede da qualche tempo su un modestissimo cabotaggio. Il ritiro delle due belghe, la potente Clijsters e la talentuosissima Henin, l’appannamento della Mauresmo, l’impegno part-time delle Williams, l’omologazione sempre più spinta delle caratteristiche di gioco e dell’impostazione di base delle giocatrici, incluse le nuove leve, sono alla base di un progressivo impoverimento dello spettacolo e dei contenuti tecnici. Nel grigiore generale, è bastata l’apparizione di una buona tennista come la Suarez Navarro, non certo un fenomeno, ma almeno dotata di un bel rovescio ad una mano, per far gridare al miracolo. Molti appassionati – non solo i provinciali italiani – confessano candidamente di ritenere ormai “inguardabili” gli incontri femminili. Inoltre, l’adozione generalizzata di uno stile di gioco sempre più muscolare, sulla scia delle sorelle Williams e delle tenniste dell’est, ha reso quasi insostenibile, per molte atlete, il ritmo a cui si compete, causando infortuni e ritiri a catena. Il risultato è che le giocatrici di vertice  scendono in campo solo quando vogliono loro, con buona pace della credibilità delle classifiche mondiali.
Tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, crescono i dubbi sull’effettivo livello tecnico espresso dal circuito: il fatto che le sorelle Williams, che pur dedicando al tennis una percentuale non elevatissima del loro tempo, quando ne hanno voglia riescono quasi sempre a prevalere sulle altre; i tanti ritorni ad altissimi livelli di atlete considerate delle ex giocatrici (ultima in ordine di tempo la Dokic, che a Melbourne ha a tratti ridicolizzato una presunta stella emergente come la Woszniacki per poi far vedere le streghe alla Safina); l’avvicendarsi al numero 1 mondiale di tante giocatrici che non destano particolare entusiasmo, in primis la Jankovic. Tutto fa pensare che al suo vertice il circuito femminile stia vivendo una fase di autentica stagnazione tecnica.
Su un altro piano, poi, le politiche di marketing adottate dai vertici della Wta si stanno rivelando sempre più mirate a valorizzare l’aspetto estetico delle protagoniste, che in tal modo riescono più facilmente a proporsi come personaggi a 360 gradi e a trovare fonti extra di guadagno, sulla scia di quanto hanno fatto le varie Kournikova e Sharapova.
Tuttavia, a gioco lungo questa politica non pare molto lungimirante. Se nel breve ne scaturiscono vantaggi immediati per le giocatrici in termini di sponsorizzazioni, a medio termine finisce per uscirne rafforzato il pregiudizio, tipicamente maschile, per cui l’unica buona ragione per assistere ad un incontro femminile consiste nell’ammirare le grazie più o meno nascoste delle protagoniste, nonostante gli editti puritani che di recente hanno colpito la lolita francese Cornet.
Eppure, nonostante i tanti segnali di crisi, la Wta è riuscita, tra il 2006 e il 2009, ad assicurare alle sue associate un incremento dei prize money del 40%, addirittura superiore a quello ottenuto nello stesso periodo dai loro colleghi maschi. Da quest’anno, gli stessi premi degli uomini vengono garantiti alle giocatrici non solo negli Slam, ma anche nei 4 tornei “Premier” più importanti, quelli a partecipazione obbligatoria (Indian Wells, Miami, Madrid, Beijing). Nel complesso, se si guarda ai montepremi complessivi dei due tour, gli uomini continuano a guadagnare complessivamente di più, ma le differenze vanno rapidamente diminuendo, mentre al contrario il gap nella qualità del prodotto sta visibilmente aumentando.
Come è possibile tutto questo?

Le strategie di management e marketing di ITF, Atp e Wta.

Le 3 principali associazioni che governano il tennis professionistico hanno convenuto su un punto fondamentale, da tempo noto agli esperti di marketing: per massimizzare il ritorno del prodotto tennis nel suo complesso, è necessario venderlo agli sponsor, alle tv e al pubblico “in blocco”, cioè senza distinzioni di sesso o di categoria. In questo modo, gli acquirenti non hanno la possibilità di scegliere fra ciò che vogliono e ciò che non vogliono. Devono prendere tutto. Un po’ come quando si va in Banca, si chiede di aprire un conto corrente, e ci  vengono offerti, inclusi nel pacchetto base, tutta una serie di altri servizi ai quali non siamo interessati, ma che dobbiamo obbligatoriamente pagare, se vogliamo aprire il nostro conto. Sono gli effetti della scarsa concorrenza. Ed in effetti nel nostro sport ciò dipende dalla situazione di monopolista in cui si trovano, muovendosi in maniera unitaria, ITF, Atp e Wta. Il tennis lo possono vendere solo loro.

Vediamo ora come si sono perfettamente combinati, su questa strategia, gli interessi delle tre diverse organizzazioni.

Per l’ITF, l’obiettivo di marketing principale è quello della valorizzazione dei 4 tornei dello Slam. Essi devono trasmettere l’idea di essere i 4 eventi simbolo della stagione, i veri e unici punti di riferimento apicali, in cui deve riconoscersi tutto il sistema tennis. Naturale, pertanto, prevedere una vendita “a pacchetto” di diritti tv, sponsorizzazioni, biglietti, senza fare alcuna distinzione fra uomini e donne. E’ l’universo tennis, tutto, che essi devono mostrare. Una vetrina globale.

Per l’Atp, accettare la contemporanea presenza delle donne, sia nei tornei dello Slam, sia negli eventi combined è una interessante operazione di diversificazione, che serve a rendere più attrattivo il prodotto principale (il torneo maschile). Quindi anche per l’Atp è conveniente combinare gli eventi e unificare i montepremi. Non a caso, gli eventi unificati si stanno sempre più diffondendo: nel 2009 il 31% dei tornei sarà di tipo combined, per arrivare al 46% se si considerano anche i back-to-back.

Per la Wta, ovviamente, legarsi alle strategie distributive degli Slam e dell’Atp è un affarone. Se le ragazze dovessero gestire in proprio, in modalità “stand alone” la vendita dei diritti televisivi, degli sponsor e dei biglietti dei loro eventi, riuscirebbero a spuntare contratti di importo sicuramente inferiore, e non potrebbero mai garantire gli stessi prizemoney riconosciuti agli uomini. Larry Scott, il CEO della Wta, è quindi uno che conosce il suo mestiere.

Per trovare una conferma visiva di questa strategia unitaria, basta dare un’occhiata ai due siti ufficiali di Atp e Wta, che mostrano quanto siano diventate forti le sinergie fra i due tour: continui links che rimandano da un sito all’altro, la dicitura “pro-tennis internet network” che campeggia in bella vista su entrambi i siti, l’accordo per la distribuzione congiunta dei diritti televisivi via streaming. Sono tutti elementi di una strategia di marketing e di comunicazione condivisa, tesa alla creazione di un monopolio di fatto (ITF, Atp e Wta hanno capito che sarebbe stupido farsi concorrenza fra loro) e alla massimizzazione del profitto, come è logico che sia.

Sul piano dell’analisi economica, insomma, la spiegazione finale appare piuttosto semplice: il Tour maschile, per avere dei piccoli vantaggi in termini di diversificazione dell’offerta e di assenza di concorrenza, sussidia di fatto il Tour femminile, consentendo alle donne di ottenere dei guadagni che, in un mercato dei diritti gestito in modo più ingenuo e meno sofisticato, non riuscirebbero mai ad ottenere.
Conclusioni.
Si fa un gran parlare della mancanza di spettacolo nei match femminili, del basso livello tecnico, della scarsa credibilità del Wta Tour, con tante improbabili numeri 1, e delle tante, troppe defezioni dell’ultimo momento da parte delle star. Larry Scott ha cercato di metterci riparo: per il 2009, al fine di contenere gli infortuni, il calendario è stato coraggiosamente accorciato di 2 settimane (sacrificando alcuni prestigiosi eventi indoor europei) e sono state rese più restrittive le regole che vincolano le giocatrici di vertice a prendere parte agli eventi più importanti. Bisognerà ora vedere se queste nuove regole avranno un effetto positivo sulla qualità del gioco.
Il sospetto, tuttavia, è che il problema abbia radici più complesse. Come abbiamo visto, il Wta Tour, da alcuni anni a questa parte, raccoglie costantemente di più, in termini economici, rispetto a quanto meriterebbe, grazie al “sussidio” garatito dal Tour maschile: esso ha quindi un limitato incentivo a migliorare la qualità del suo prodotto. Insomma, le ragazze di vertice guadagnano comunque tantissimo, e se sono belle ancora di più: perché dovrebbero anche imparare la voleè e il rovescio in back?

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26 Commenti a “Il paradosso del tennis femminile.
Meno (e peggio) gioco, più guadagno.
Ecco perché”

  1. madmax scrive:

    rob non perchè io sia di parte ma che stai a dì?

    fino ad un paio di anni fa si diceva esattamente il contrario e cioè che il livello femminile era altissimo e le partite bellissime da vedere vista la partecipazione di tante campionesse assieme mentre e che il maschile era noiosissimo stante il soliloquio federeriano e le partite dove dopo il servizio era spesso tutto finito… perciò non è che perchè ora tre si ragazze si sono ritirate ed una è infortunata che allora devono abbassare il montepremi.. che per caso quando la juve era in b (e molti non guardavano quasi più la a) il pacchetta tutto il calcio di sky l’hanno abbassato? l’inter a ibra ha diminuito lo stipendio? certo che no ed allora… oltretutto se gli sponsor preferiscono una sharapova mezza svestita a federer è una questione di richiesta di mercato perciò è ovvio che chi crea più denaro ne incassi di più.. gli incassi di un torneo rispetto a quelli che procurano sharapova e ivanovic fanno ridere perciò non vedo di che si discute… come nella sezione di genitori e figli non si vuole capire che gli sponsor non sono delle associazioni che fanno benneficienza ma cercano solamnte dei profit e questo che piaccia o meno che sia giusto o meno…

  2. Stefano Grazia scrive:

    Roberto, io sono stato e sono un estimatore del tennis femminile: se la qualita’ di gioco non e’ eccelsa,il pathos e l’epos spesso sopperiscono e quel che dice Mad Max lo condivido anch’io…Del resto non e’ che un film per essere bello debba durare per forza 4 o 5 ore…ci sono film stupendi di un’ora e mezzo e comunque non li si valuta in base ai metri di pellicola cosi’ come il tennista non deve essere pagato a cottimo visto che il loro fine ultimo e’ distruggerti nel minor tempo possibile…E anzi, fra i maschi a volte si assiste a dei match inguardabili tipo quello fra Stich e Becker a W o ad un ipotetico Karlovic-Isner o Ancic o un altro dei lungagnoni dal Servizio Facile…
    Secondo me pero’ e’ vero che il mercato lo fa chi assiste ed e’ disposto a pagare … Al di fuori dei Tornei dello Slam, mi pare che il Montepremi sia molto ma molto piu’ basso degli equivalenti tornei maschili ed e’ quindi indubitabile,credo, che il tennis maschile ‘tiri’ di piu’… Almeno fra gli appassionati di tennis. Ma durante uno Slam la folla non e’ composta solo da appassionati o da supertecnici ma anche da un bestiario di umanita’ varia che include anche chi va li’ per vedere le dive e le primedonna e tutto quanto fa spettacolo, incluso quel lampo di nudita’ che si intravede quando nel servizio si solleva il gonnellino …fra un po’ imporranno di indossare un tango anziche’ i ciclisti, il che avrebbe almeno una giustificazione estetica essendo la combinazione gonna piu’ mutandoni della nonna una delle piu’ orride e letali. Ma, mio vecchio cavallo di battaglia, vi siete mai chiesti perche’ le tenniste sono ormai le uniche atlete a giocare con la gonna? Solo ed esclusivamente per solleticare il vile maschio bamboccione come pretende lo sponsor…Del resto in allenamento giocano tutte in shorts…Secondo me questa dovrebbe essere la battaglia che la King dovrebbe combattere: siamo atlete, non ballerine e quindi giochiamo in pantaloncini … Trovo questa cosa veramente umiliante per le donne atlete che io ammiro e stimo moltissimo e che mi commuovono molto piu’ dei maschi (uno dei miei film sportivi preferiti e’ Personal Best con Mariel Hemingway che fa una credibile atleta di track and field).
    Cio’ detto, il punto e’:si vendano i biglietti separati (per incontri maschili e femminili) e (partendo magari da una base comune)si divida alla fine il ricavato per il montepremi maschile e quello femminile.Fine della Storia e delle Lamentele.

  3. madmax scrive:

    stefano il vendere ticket separato sarebbe un errore fatale… i tornei dovrebbero essere tutti combinated perchè le donne da sole (spesso) avrebbero meno spettatori ma gli uomini senza le donne ne avrebbero meno di quelli che avrebbero giocando da soli appunto per quello che dici… il mondo ormai va avanti così tra flirt gossip etc, è questo che tira ed allora poichè uno alla fine lo fa per lavoro deve cercare di incamerare il più possibile e se servono le mini gonnelline che si usino pure quelle…. tanto se fa la segretaria te la devi togliere e per fare la velina quasi non serve nemmeno quella…

  4. Pete Agassi scrive:

    Francamente me ne sbatto dei “culetti” in mostra by WTA: se vedo il tennis non è certo imputabile alla leggiadra visione della perfezione estetica femminile postmoderna. Se mi sintonizzo su Eurosport o Sky, è per guardare con passione un bell’incontro di tennis, e non una sfilata di bellezza. Il tutto è sbagliato poichè, ad un costante aumento della supremazia della forma sul contenuto, si accompagna un continuo abbassamento dello spettacolo, con ogni match adottante sempre meno varianti rispetto agli altri. Sono critico a questo nuvo corso intrapreso dal tennis femminile giacchè, a chi farne le spese, è stato proprio il tennis. Altro che Nadal, se lo sognano i dirigenti della WTA un atleta tout court del genere, o un lord della racchetta come Roger.
    Rivoglio il tennis femminile, anche a costo di trovarmi dinanzi una nuova Navratilova o king (esteticamente parlando s’intende).
    Ciao a tutti.

  5. madmax scrive:

    pete probabilmente non è come dici tu che si raggiungono dei profitti ed a loro cosa importa agli appassionati più tecnici importa ben poco…

  6. Avec Double Cordage scrive:

    analisi perfetta di Roberto, io il tennis dal vivo o in TV lo seguo essenzialmente per vedere partite con colpi come li si sono visti nella semi Nadal-Verdasco e nella finale Nadal-Federer, solo in secondo luogo mi interessa vedere lo scontro di personalità con com’on etc. …se gli incontri del tennis femminile pur essendo più corti offrissero i colpi e la tecnica del tennis maschile, allora anche essendo gli incontri più brevi, li vedrei volentieri. Ma allo stato attuale no, capita solo di vedere qualche spezzone per motivi campanilistici, ma certo non pagherei per tale prodotto, ne sul video ne dal vivo.

    la soluzione più giusta sicuramente sarebbe scogliere il monopolio, ma è ormai talmente radicato che è veramente illusorio

    la mia proposta (come al solito pazza, almeno a prima vista) è quella di introdurre delle racchette femminili. Già mesi fa lo avevo scritto un paio di volte, in quasi tutti gli sport dove si usa un attrezzo ci sono degli accorgimenti per adattare lo sport al gap atletico che c’è tra i due sessi, le modifiche sono essenzialmente di tre tipi o regolamentari, sulla difficoltà del terreno di gioco, sulla durata

    ora per via del punteggio nel tennis la durata e il campo di gioco nel tennis non sono modificabili, come ad esempio accade nello sci (vi immaginate le ragazze sulle discese maschili di Kitzbuehel, Wengen, Bormio? le poche volte che ci ahnno provato su di un tracciato leggermente più difficile sono sempre successi dei disastri) l’unica cosa modificabile senza problemi è l’attrezzo.

    atleticamente le ragazze oggi sono al livello dell’era pre-open se non superiori, ma anche se hanno pressoché la stessa statura dei maschi non ne hanno il fisico per sfruttare gli attrezzi moderni come i vari Federer, Nadal, Tsonga, Verdasco e in tal modo creare spettacolo, le uniche due che si avvicinano vagamente sono le due sorellone Williams, ma rimangono comunque ben al disotto del livello futures del tour maschile

    ora se invece a queste atlete con il potenziale atletico non troppo distante da un Pietrangeli o Von Cramm dessimo degli attrezzi che premiassero più la precisione che la potenza favoriremmo il formarsi di giocatrici come Mandlikova, Navratilova, Henin, Hingis, Graf… certo a dominare sarebbe sicuramente una giocatrice con il fisoco alla Graf ma non senza le doti tecniche di una Graf e le sparapalle sarebbero meno aiutate e quindi con il passare del tempo diminuirebbero

    se il tennis prima dell’era open premiando precisione e tecnica era uno sport che si addiceva perfettamente al mondo femminile, il tennis moderno è probabilmente uno degli sport meno adattabili al femminile se l’intento è quello di conservare lo spettacolo tecnico, nel nuoto, nell’atletica questo è molto più semplice, essendo la sfida essenzialmente contro il tempo

    una volta (prima di Navratilova, Evert, Graf, Seles) le atlete non erano all’altezza di qulello che richiedeva il gioco anche se tecnicamente in molte erano preparate a dovere essenzialmente il campo era troppo grande per le loro capacità motorie e l’attrezzo troppo pesante per le loro braccia… ora atleticamente il campo lo riescono a coprire e con le racchette di una volta (almeno le ragazze di talento) ci saprebbero giocare ma le racchette moderne semplicemente sono troppo veloci per le loro doti atletiche e rendono praticamente impossibile ad una ragazza la pratica di un tennis d’attaco tradizionale, basato su tecnica e tocco, persino nel tennis maschile è quasi impossibile farlo se non si hanno doti eccezionali …e di conseguenza e tutto uno sparapallismo e appena c’è bisono di chiudero un punto con una volèe si vedono i disastri alla Kusnetzova-Serenona (degni del più umile pallettaro fine anni ottanta, forse)

    il modo più semplice e più facile da controllare per riadattare lo strumento al livello atletico (come lo era nel breve periodo di metà anni ottanta fino a poco dopo metà anni novanta, il periodo delle sfide Navratilova-Graf, Graf-Sabatini, Seles-Hingis) sarebbe sicuramente di standardizzare il materiale al legno e limitare la superfice della faccia della racchetta tenendo cosi lo sweetspot entro certi limiti non ostante il contiuo sviluppo delle corde

    ma teoreticamente si potrebbero permettere anche materiali sintetici, ci vorrebbe allora però un specie di omologazione dei modelli di racchette “femminili” in base a dei dati di prestazioni estrapolati da test in laboratorio, molto più semplice invece limitare tutto all’utilizzo di solo legno, con dei limiti di peso e dimensione lasciando libertà di forma e senza introdurre controlli troppo da laboratrio e formula uno

    e poi anche esteticamente si presenterebbero meglio e Larry Scotti sicuramente non avrebbe problemi a vendere le immagini ai tabloid

  7. Supermad scrive:

    Spiegare meglio di così tale questione non era possibile. Commentucci sei sempre molto preciso.

    I dirigenti Wta hanno fatto delle scelte per arrivare a questi traguardi, ma resta il fatto che, a mio parere, il tennis femminile non solo non è all’altezza ma nemmeno accende il pubblico. Se io fossi un tennista mi darebbe fastidio vedere che le ragazze portano a casa il mio stesso prize money.

    I nodi vengono al pettine, si dice…fatto sta che tra i maschietti si parla di tennis, tra le fanciulle fa più notizia come si veste la Sharapova piuttosto su chi sia il boyfriend della Ivanovic…alla lunga questa politica presenterà il conto ed allora vedremo che fine farà la Wta…

  8. atti scrive:

    Le grandi rivalità sono il sale dello sport… e quindi Federer –Nadal è imparagonabile anche lontanamente a qualsiasi incontro femminile attuale… pero’ ora dire che il tennis femminile non è all’altezza… mi sembra esagerato (è bello vedere Roddick buscarle perennemente da Federer ?)
    Guardatevi certi incontri del passato.. magari su terra rossa e diciamoci .. COME POTEVA PIACERCI UN SIMILE SPETTACOLO (ricordo la mia corsa a casa dopo la scuola per vedere la famosa semif. Barazzutti-Borg al RG…davvero imbarazzante lo spettacolo e non per il punteggio che poteva anche starci, e poi dopo i vari Chang, Perforns, Lewis, Tunner e altri finalisti slam non erano poi così spettacolari) , mentre in quel periodo un Navrativola-Evert o poi dopo le varie Mandlikova , Graf Seles, Henin (non la Sanchez o la Martinez), ma anche la Sharapova come atteggiamento agonistico credo abbiano dato valore al denaro speso per assistere ai loro match (che comunque visti dal vivo sono tutt’altra cosa rispetto alla TV). Personalmente trovo interessante anche vedere quasi tutte le migliori tenniste attuali.. mentre mi annoio a vedere il tennis di solo servizio stile bazooka (con volee piu’ di appoggio che colpi risolutori) che ci propinano Karlovic Islsner e compagnia briscola…. o le pallettate fra molti TOP 100 terraioli attuali.
    Se poi guardiamo la performance fisica maschile… ottimo Nadal .. ma Ferrer che è un clone non lo vedo cosi appassionante e Verdasco fino a 2-3 mesi fa faceva grandi giocate ma anche grandi c…e .. le donne in genere combattano una battaglia piu’ dura dal punto di vista fisico per poter emergere ….. tutti a dire che fra le donne vincono le valkirie.. e perché fra i maschi dominano i fratelli Rochus ? o i 200 metri potrebbe vincerli oggi un Berruti stile ragioniere ?
    Quindi paragonare epoche diverse e/o maschi vs femmine mi sembra un esercizio di puro equilibrismo fine a se stesso .. prendiamo quello che offre il piatto in base ai campioni del momento, ora mancano 1-2 leader alle femminucce, e quindi anche lo spettacolo a volte è quasi scontato, mi auguro che a breve qualcuna si stacchi dalle altre …. anche se inveitabilmente le donne vengano associate a gossip e altro e magari fa piu’ notizia quello rispetto ai gesti tecnici (colpa di noi utenti finali che scegliamo i contenuti estetici invece di concentrarci qualche volta anche su altri aspetti piu’ legati al tennis giocato)

  9. pibla scrive:

    ….già, ma questo è un momento di “stagnazione” o di transizione???
    All’inizio degli anni 2000 quando nel tennis femminile c’erano fior di campionesse, nel tennis maschile primeggiavano Roddick, Hewitt, Ferrero e Safin se e quando ne aveva voglia, Agassi e sopratutto Sampras erano già in fase calante, quello era un momento di stagnazione o di transizione? Beh, il tempo ci ha poi detto che quello era solo un momento di transizione, ci sono buone possibilità che lo stesso discorso valga anche per il tennis femminile, non dimentichiamo ad es. che le due belghe si sono ritirate ampiamente prima del previsto e se loro ora fossero ancora in gioco e la Sharapova non perennemente ferma ai box, adesso sarebbe un belvedere….
    Ciò detto, io ho sempre preferito il tennis maschile e fosse per me la parità totale di montepremi ci sarebbe solo nei tornei dello Slam, negli altri tornei montepremi simili ma un pochino di più agli uomini dopo tutto è chiaro che attirano più pubblico, vedi Roma che per metà della sett. dedicata alle donne è semideserta e questo tra l’altro è uno dei motivi per cui per un torneo come Roma il combined sarebbe importante, credo ne trarrebbe beneficio sia il torneo maschile ed ancora di più quello femminile.

  10. Stefano Grazia scrive:

    ADC, sei l’unico che fa questo ragionamento del ritorno al legno solo per le donne…in realta’ molti concordano che i nuovi materiali hanno salvato proprio il tennis femminile che prima era di una noia mortale (come certi incontri fra donne al circolo che durano tre ore e mezzo senza che mai nessuna faccia punto…mi ricordo la finale di un torneo qui al circolo che doveva precedere la finale maschile e alla fine fu spostata di peso su un campo laterale perche’ dopo due ore non era ancora finito il primo set!)
    La tua proposta del ritorno al legno( che trova corrispondenza nel Baseball dove i pro giocano con le mazze di legno e i dilettanti con quelle d’alluminio) era sempre stata invocata e auspicata dai guru del tennis MA PER I MASCHI! Interessante il tuo punto di vista ma temo che gli svantaggi sarebbero superiori ai vantaggi…

  11. Avec Double Cordage scrive:

    Stefano si lo so, ma per i maschi “ritornare al legno” è una proposta ormai superata, piano piano stanno sbucando gli atleti capaci di utilizzare gli attrezzi anche per i colpi da fondo al meglio e non solo per il servizio, e ci sono anche già alcuni atleti capaci di fabbricare ricami con questi fucili sulle bordate degli avversari, Federer e Tsonga in primis, penso che con le nuove leve Tomic & company ne vedremo delle belle tra 2 o 3 anni

    ma le ragazze sono distanti ancora anni luce da tale maestria, direi almeno 20 anni, e sinceramente non è auspicabile che ci arrivino mai, già adesso tipe come Safina e molte altre sembrano più delle nuotatrici della ex DDR che delle ragazze

    lascia perdere il fatto del legno, il nucleo del mio ragionamento è quello di dare alle ragazze un attrezzo dove conti più la precisione che la potenza, valorizzando quindi la tecnica

    questo ragionamento va applicato solo alle professioniste non alle giocatrici moonball del circolo

    atleticamente adesso almeno un 50% delle professioniste è all’altezza di una racchetta con le caratteristiche di una racchetta di legno (ripeto non per forza devono tornare al legno ma sarebbe la cosa più semplice) ma nell era prima che la Navratilova scoprisse la palestra erano forse in 5 o 10 in tutto ad essere più o meno all’altezza dell’attrezzo

    lo stesso vale per gli attrezzi moderni, a livello maschile sono ormai pochissimi i pallettari doc (quelli che si rifanno agli arrotini degli anni ottanta) la maggioranza dei professionisti atleticamente riesce ad acchiappare le fucilate standard dell’avversario, mentre nel tennis femminile basta tirare un dritto decente non un winner per fare il punto, per certi versi siamo quindi nell’ambito femminile tornati indietro nel tempo ai tempi pre Navratilova dove si copiavano i palleggi Borg-Vilas inserendo la variante moonball solo che adesso al posto dl moonball si picchia semplicentemente la palla senza ben sapere dove va a finire (ok esagero, ma non troppo)

    se in vece dessimo a queste ragazze atlete di oggi un attrezzo che sia un via di mezzo tra una vecchia dunlop maxply e una dunlop 200g (non sono sicuro se si chiamava cosi, ad ogni modo la racchetta in fibre che usavano Steffi Graf e McEnroe quando sono passati dal legno alle fibre sintetiche, che era una via di mezzo tra una racchetta di legno “state of the art” e una racchetta moderna come la wilson pro staff o prince original graphite) allora semplicemente picchiare la palla non basterebbe più e grazie alle superiori prestazione atletiche le ragazze riuscirebbero a recuperare molte più palle di un volta e penso assisteremmo a scambi “simili” a quelli tra i migliori maschi, ovvero con recuperi alla Nadal-Federer, e sicuramente le doti tecniche farebbero la differenza premiando non solo le migliori atlete ma anche le ragazze con più tecnica, la Graf è un cattivo esempio perché univa entrambi le doti

    se ci pensi bene tralasciando facili sentimentalismi retro stile “borg-fan boy” ;) non prendertela luca penso che mi darai ragione

    per i maschietti invece di tornare indietro direi che sarebbe ora il momento di fare un “freeze”, bloccando tutto allo stato attuale della tecnologia, e sinceramente visto che girano ancora le Wilson pro staff che aveva usato Connors nei primi anni ottanta la verità è che ci sono voluti più di vent anni prima che si avessero giocatori come Nadal, Federer, Safin capaci di triare fuori veramente quasi tutto il potenziale da queste racchette. Agassi, Sampras, Becker, Edberg erano già molto bravi ma non sfruttavano tutto il potenziale

    le racchette professionali di oggi sono praticamente le stesse di 20 anni fa oltre a wilson pro staff, prince graphite, il resto sono più o meno copie di Head Prestige, Donnay Pro one e anche la babolat e solo una copia di una vechia pro kennex

    di nuovo ci sono solo le racchette che utilizzano tecnologie delle wide-body create da kuebler, tipo le prince O3 etc. usate già da molte ragazze, insomma io spererei che ci si blocchi qui e che no si arrivi all’utilizzo di sparamissili basati su robe come le wilson hammer degli anni novanta

    basterebbe introdurre delle semplici regole di dimensioni piatto corde, spessore frame e materiali utilizzati e differenziare il tutto tra maschi e femmine, enfatizzando la precisione dell’attrezzo nelle ragazze e lasciando più spazio per la potenza per i maschi

    con la tecnologia attuale sono sicuro che una racchetta interamente di legno risulterebbe notevolmente migliore di una vecchia dunlop maxply, e anche migliore della snauwaert di legno usata da Mecir fino passa metà anni ottanta

    attuare questo piano sembra impossibile ma sinceramente è molto semplice e si può fare da un anno all’altro e le aziende produttrici di racchette ci guadagnerebbero anche di brutto un po’ come è successo con il cambio dei supporti audio da vinile a cd, solo che li si sono fregati da soli perché non avevano calcolato che nel giro di un decennio i computer sarebbero stati capaci di rovinare il mercato leggendo la musica digitalizzata

    poi non si può vietare a nessun giocatore da circolo di utilizzare una racchetta non permessa nel circuito pro, e le aziende potrebbero tranquillamente continuare a produrre tutto quello che producono ora e che gli salterà in mente in futuro

    praticamente la soluzione del problema che ha il tennis femminile è quello di accentuare lo spettacolo non quello di far giocare le ragazze nella stessa divisone dei maschi, ho già fatto l’esempio dello sci, li l’hanno capito da decenni

  12. Andrej R. 78 scrive:

    Perché mai le tenniste dovrebbero guadagnare meno dei colleghi maschi ? Per me è una questione di principio, non deve interferire il discorso dello spettacolo.
    Negli ultimi anni è capitato che i tornei maschili fossero più appassionanti, ma vi sbagliate a sostenere che le ragazze faticano di meno.
    Ci sono spesso incontri femminili estenuanti e veramente drammatici sotto il profilo fisico e ancor di più psichico, cosa non altrettanto frequente a livello ATP.
    Il pathos di molti match femminili si basa molto di più sulla sfera emotiva, a conferma che il tennis è anche e soprattutto sport mentale.
    Ricordatevi inoltre che tutto va proporzionato alle possibilità, alle risorse fisiche. Ma è ingiusto premiare maggiormente il tennista uomo, in quanto appunto in proporzione non è affatto detto che per vincere il torneo abbia psicofisicamente faticato di più.
    Serena oggi è nettamente la più forte (sul ‘rapido’), ma per quanti anni (fino allo scorso, direi) i tornei (dello Slam e non) sono stati più incerti ed equilibrati tra le donne ?
    E se la Sharapova torna a pieno regime, la Ivanovic ‘rinsavisce’, la Vaidisova esce da questa crisi nera e si rammenta di essere una potenziale n.1 ?
    Nulla, proprio nulla è scontato.
    Quante volte, poi, abbiamo assistito a sorprendentissime uscite premature delle stesse Williams ?
    Tutto è relativo e va proporzionato, ma non certo il diritto sacrosanto delle ragazze a essere premiate come e quanto i maschi, dopo tornei tanto sfibranti e impegnativi, ripeto, ancora in maggior misura (in confronto agli uomini) sotto l’aspetto nervoso, emotivo, psichico.

  13. Nikolik scrive:

    Temo che il nostro amico Roberto abbia colto nel segno, intravedendo una grave crisi attuale del tennis femminile.
    Grave crisi che, come detto, è reale ed attuale, se è vero com’è vero che ha chiuso il torneo di Berlino.
    Che era un torneo molto importante, della stessa categoria del Foro Italico.
    Grave perdita, non certo rimpiazzabile con i tornei orientali, che non sono certo il massimo della affidabilità: oggi ci sono, domani chissà…

  14. marcos scrive:

    sempre molto ben articolati i pezzi del robbi: bravo!

    sul montepremi parificato, non indugerei molto: è un diritto acquisito da lotte a mio parere giuste. raramente, poi, al mondo guadagna chi fa di più o chi fa meglio. talvolta, basta essere figli di qualcuno, oppure pigiare il bottone e comprare 10000 azioni, magari inquinando le borse e mettendo a repentaglio l’intero mondo finanziario, oppure comprare 10000 voti per farsi eleggere al parlamento, farsi costruire leggi ad hoc…insomma, al mondo ci sono numerosi esempi di come guadagnare sulla pelle degli altri, senza alcuna fatica e vendendo vera e propria fuffa.

    le ragazze stanno giocando male, senza dubbio: tra crisi tecniche, crisi di coscienza, crisi d’amore, cambi di racchetta e bioritmi bassi, lo spettacolo che offrono è generalmente mediocre. l’abisso qualitativo, a mio parere, l’hanno sfiorato mauresmo e baltacha, protagoniste di un match che solo eurosport poteva pensare di trasmettere: ci ha pensato il caldo ad interromperlo. confido nel miglioramento generale nelle prossime settimane.

    quanto alle ragazze in cima alla classifica solo con dritto e servizio, direi che, al pari di quasi tutti i loro colleghi maschi, hanno capito che il rovescio in back e la volée, in questo periodo, non sono strettamente necessari. non sono poi mica prerogativa di tutti, eh? o ci si nasce con quei colpi, oppure li si tira solo in allenamento.

  15. Stefano Grazia scrive:

    ANDREI:Perché mai le tenniste dovrebbero guadagnare meno dei colleghi maschi ?

    Solo se e perche’ ci va meno gente a vederle e c’e’ meno richiesta di tennis femminile in tivu’ e quindi meno introito economico.Punto e riga.

  16. anto scrive:

    Roberto, bellissimo Editoriale…..finalmente qualcuno che racconta le cose come stanno…….il tennis femminile è di tre gradini sotto rispetto al maschile in termini di spettacolarità…..certo che se molti lo seguono per un fatto di voyerismo allora questa è un’altra questione. Equiparare i prize money ho sempre pensato che fosse uno scandalo………purtroppo i vertici non la pensano così…….

  17. Andrej R. 78 scrive:

    Stefano Grazia : come scritto, il mio è innanzitutto un discorso di principio. Leggimi con più attenzione, prima di straparlare. Punto.

  18. Rik scrive:

    Perfettamente d’accordo con anto su QUASI tutto: il tennis femminile non è tre gradini sotto quello maschile, ma tre rampe di scale sotto.
    Andrej R. 78, l’unica cosa di drammatico nel tennis femminile a mio avviso è il fatto che si possa solo lontanamente pernsare di equiparare il prize money al Tennis con la T maiuscola, quello maschile.

  19. Andrej R. 78 scrive:

    Maschilisti reazionari. Puah !

  20. Stefano Grazia scrive:

    Andrej, scusa ma ti ho offeso? Perche’ mi sembri un pochino permaloso…Io invece di straparlare ho semplicemente detto che se le donne fanno piu’ cassetta dei maschi,meritano di essere pagate di piu’, indipendentemente dal fatto che giochino di piu’ o di meno dei maschi. Punto. Fine della questione. Tra l’altro, e’ risaputo da chi frequenta il Blog da due anni, che io sono fra i pochissimi A PREFERIRE il tennis femminile e la Henin perfino a Federer.Quindi, accusarmi di straparlare mi e’ sembrato davvero manifestazione di scarsa educazione da parte tra l’altro dell’ultimo arrivato e quindi, Andrej, ma vaffa…NO<DAI,SCHERZO!!! Mi fa piacere che tu non sia un maschilista, ma non mi pare di dire delle stronzate.

  21. Nicola scrive:

    Complimenti Roberto per l’ennesima presentazione efficace di argomenti su quali altrimenti non avrei avuto altrimenti occasione di reflettere.
    Sono daccordo con te, con buona pace dei nostalgici dei tempi andati: il livello attuale è pazzesco. Più o meno bello o spettacolare ma di intensità rara, mai vista. Parlo degli uomini.
    Le donne forse vivono il Russian way al tennis. Il gioco delle russe (e delle ragazze dell’est in genere) è un pò tutto uguale e non ce n’è una che gioca in modo diverso. Manca l’estro di una Navratilova e ripeto il tutto si è un pò omologato. Le uniche che si distinguono sono le Williams e si distingueva la Henin. Basta questo a spiegare il momento no del tennis femminile? Non lo sò, ma di sicuro così come si sono studiati degli accorgimenti tecnici per correggere alcuni aspetti del gioco maschile forse si potrebbe studiare qualcosa per rendere meno “robotizzate” le donne.

  22. Andrej R. 78 scrive:

    In effetti, Stefano, ti ho in parte confuso con gli altri commenti, o meglio con l’intuibile loro tono. Sconfortato, mi sono ingiustamente accanito con te, scambiando per arrogante il tuo tono invece presumibilmente affabile.
    Ti chiedo scusa, anche se resto dell’idea che tu non m’abbia letto con attenzione.
    Io ne faccio una questione di principio, e non di interesse e convenienza.
    Sono un idealista.
    Voglio credere sia un paradosso provocatorio, quello della Henin addirittura migliore di Federer.

  23. Stefano Grazia scrive:

    No problem, Andrej…La Henin migliore di Federer nel senso che il mio cuore tifoso per quegli inspiegabili meccanismi che ti fanno preferire Baronchelli a Moser, Neskens a Cruyiff, Agassi a Sampras… batteva piu’ forte a vedere un match della Henin che per me si trasfigurava e diventava persino bella, piccolo scricciolo contro i Giganti della Big Babe Brigade, David vs Goliath, e non solo per la tecnica ma anche per la grinta e gli Allez! che mi hanno fatto versare fiumi d’inchiostro in sua difesa contro i detrattori che la consideravano brava si ma antipatica che in questo blog abbondavano tanto quanto gli estimatori di federer (di cui anch’io peraltro faccio parte)

  24. Avec Double Cordage scrive:

    @Nicola

    hai perfettamente raginoe, ci vuole una modifica che renda il gioco robotizzato meno redditizio

    OFF TOPIC

    a quanto pare al direttore del torneo di zagabria è arrivata una minaccia di morte dopo le ultime sorprese, tennis e scommesse problema ancora non totalmente risolto, sul match perso da Canas sono stati guadagnati 16 millioni di euro …evidentemente c’è anche chi ci ha perso

    eccco la fonte

    sport . orf . at / 090206 - 12410 / index . html

    togliere gli spazi vuoti

  25. Fabio scrive:

    L’equiparazione dei premi fra maschi e femmine - non fra “maschi e donne”, come scrive qualcuno in questa sede… - è semplicemente scandalosa.

  26. Gabry scrive:

    Come sono felice di aver vissuto appieno il periodo della Navratilova, Graff e Sabatini!!! Loro si che facevano battere il cuore! Gabriela poi era una magia in campo…. (e anche fuori)! Carisma, semplicità e talento tutto insieme. Non a caso rimane la tennista più amata!

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