Dietro le quinte del tennis

 
4 Febbraio 2009 Articolo di Gianluca Comuniello
Author mug

Parole, immagini e impressioni dal mio noviziato Slam. Tutto quello che non avete mai avuto il coraggio, o l’interesse, di chiedere a proposito della sala stampa.

Flavia Pennetta è appena uscita dalla “small interview room” numero 2. Con lei sono uscite le ultime speranze di avere un italiano, uomo donna o bambino, alla seconda settimana di un torneo Slam. Per l’ennesima volta. Nella stanza è raccolta una buona rappresentanza del giornalismo specializzato italiano.Manca solo Clerici. Ci sono io, chiaramente un intruso. Nella stanza è raccolta questa buona rappresentanza del giornalismo specializzato italiano e invece di tornarsene ognuno alla sua postazione, stanno tutti lì. Fermi. Si guardano. Esprimono silenziosa rassegnazione. Daniele Azzolini si siede al posto in cui pochi istanti prima stava Flavia Pennetta. Si siede, gira la stanza con lo sguardo e fa partire una seduta di auto-analisi improvvisata.“Ma possibile…” comincia con queste parole la sua esternazione, ed è un po’ una parafrasi dell’ormai famoso “mai una gioia” di ubaldiana memoria. A turno tutti si elencano i motivi per cui dal tennis azzurro non arrivi mai una gioia negli appuntamenti che contano. Poi Ubaldo mi guarda e dice la fatidica frase “c’è da inserire l’audio”. Queste parole sciolgono l’incantesimo e interrompono la seduta di auto-analisi del giornalismo tennistico italiano.

“C’è da inserire l’audio”: una serie di cose che ti possono chiedere di fare“

“C’è da inserire l’audio di…” seguito dal nome di un tennista qualsiasi, preferibilmente italiano è uno dei ritornelli temuti durante questa spedizione australiana. Non è l’unico. Magari, fosse l’unico.“C’è da fare una piccola ricerca su…” (segue nome di giocatore preferibilmente sconosciuto tipo Polasek)“Mi dici i risultati di … (giocatore tipo Polasek) nel torneo di … (possibilmente un challenger sconosciuto ai più)”“Bisognerebbe andare a vedere… (citando una partita su un campo talmente secondario che si trova quasi in Nuova Zelanda, più che a Melbourne)… per capire se ci può dire qualcosa di… (preferibilmente caso Bolelli-Coppa Davis, così o s’incazza la federazione, o Pistolesi o se siamo fortunati tutti e due).Tutto questo mentre devi anche vedere le partite, altrimenti di che scrivi? Tutto questo anche mentre la ragazza australiana dai capelli rossi con la voce da annunciatrice di Trenitalia dice almeno 50 volte al giorno “Media announcement…” che significa che devi correre o in sala conferenze o nelle piccole sale intervista

Ubaldo: “Ora mi metto a scrivere il pezzo”

Ubaldo annuncia questa cosa più o meno tutti i pomeriggi, verso le 18. Poi mi guarda un “tantinello” spaesato “Sì, ma di che scrivo?”La prima settimana di questo Australian Open non porta con sé infatti grandi storie.“La Ivanovic che si sta facendo buttare fuori da quella cosa lì, la Kleybanova?” propongo.Faccia perplessa di Ubaldo. “Potrei fare un profilo della Dokic” dice con l’entusiasmo di un ragazzino davanti alla siringa del dottore. Si mette al lavoro. “Cercami materiale nella stampa australiana degli ultimi giorni, per sapere cosa hanno detto”“Va bene” dico con lo steso entusiasmo da siringa, un occhio preoccupato perché l’audio della Errani rifiuta orgogliosamente l’upload (la connessione continua a saltare) l’altro occhio preoccupato perché Gonzalez e Gasquet sulla Margaret Court Arena hanno già cominciato a giocare. Era la partita che volevo seguire dall’inizio. Volevo. “Ubaldo, that statistic you mentioned…”

La costruzione dell’articolo di Ubi è presto interrotta da un collega francese che gli chiede a proposito di una statistica da lui citata durante una conferenza stampa di Federer. Ubaldo si deve fermare a spiegare. Nel frattempo con la coda dell’occhio avvista Fognini e scappa a bloccarlo: parlare con i giocatori italiani ogni volta che se ne presenta l’opportunità è buona regola che Ubaldo mi ha presto trasmesso. Finisco la mia ricerca stampa sulla Dokic e mentre torna Ubi gli faccio cenno di dove ho messo gli articoli che gli possono servire quando la radio slovacca lo blocca per chiedergli notizie sulla prossima Coppa Davis. Non gioca Bolelli, non gioca Volandri, ma chi gioca?Memo Remigi, risponderei io. Ubaldo è più tecnico e forse meno amante della battuta, per cui si ferma spiegare. L’audio della Errani è sceso nel frattempo a più miti consigli ma proprio in quel momento, mentre penso alla strada più corta per arrivare alla Margaret Court, la voce di Trenitalia si manifesta:“Media announcement: the double team Bolelli Seppi is now on his way to one on one interview area”Mi scappa un commento che qui tralascio. Vado verso di loro registratore alla mano. C’è anche Pistolesi. “Ciao Claudio, aspettiamo Ubaldo per iniziare”. Sempre che arrivi, penso fra me. E’ sempre prigioniero degli slovacchi. Quando arriva ha lo sguardo del tipo “C…., non ho ancora scritto una riga.”Facciamo l’intervista, che viene fuori anche piacevole e poi comincio un altro corpo a corpo per inserire l’audio (la connessione continua ad essere ballerina). Ubi si guarda gli articoli che gli ho trovato. A questo punto la partita fra Gasquet e Gonzalez sta già diventando leggendaria e decidiamo di andare a vedere. L’attualità del pezzo sulla Dokic sta allegramente evaporando. La partita finisce 12-10 al quinto ad un orario indicibile, il che vuol dire:a- Doppio salto mortale di Ubi per chiudere l’articolo parlando sia della Dokic che del bellissimo match appena concluso;b- Doppio salto mortale mio per chiudere gli inserimenti sul sito in tempi ragionevoli, il tutto complicato da c- La scarsità di tempo a disposizione, dato che l’ultima transportation per l’hotel è stata annunciata di lì a mezz’ora. In tutto questo arriva:d- Luca Marianantoni, con le fatidiche parole “Ubi, dobbiamo fare il video che poi Gianluca deve inserirlo”Ci guardiamo disperati. Martucci: “Comuniello, ma quello è il segno dell’orologio o della catena?”

Il giorno dopo siamo a pranzo un po’ intontiti, visto che siamo rientrati in albergo alle tre e mezza di notte. La prima partita di un qualche interesse mediatico è Federer-Berdych che è la terza in programma. E poi tutti pensiamo Federer vincerà facile. Mentre siamo a tavola Vincenzo Martucci mi guarda e mi fa la domanda di cui sopra. E’ preoccupato che Ubaldo mi tenga legato alla scrivania, visto che siamo sempre gli ultimi ad andarsene. Parte una riflessione su internet che ha sballato gli orari, perché ci costringe a stare sul pezzo sempre e comunque per non prendere buchi da qualche agenzia che ha la fortuna di inciampare per caso su una notizia, facendoci fare la figura degli idioti. Abbiamo appena finito di mangiare che il televisore di servizio ci informa che Federer ha appena perso il primo set. Io, Marianantoni e Tommasi schizziamo verso il campo (“al cappezzale” dice Marianantoni). Ubaldo ci urla dietro: “Fatemi sapere se peggiora”… che detta così sembra parli di un malato. Dopo poco parte il bollettino medico: Federer sotto di due set. C’è nervosismo di marca svizzera sia in sala stampa che nella tribuna stampa sul campo.

“I giornali italiani parsimoniosi con il tennis”

Due ore dopo Federer ha raddrizzato la partita e l’umore degli svizzeri. Stauffer, il suo biografo, sta a due postazioni dalla mia e riacquista lentamente colore. Ubaldo no. Sta guardando quanto spazio i giornali italiani, tutti i giornali italiani, stiano dedicando all’Australian Open. La cosa non lo mette di buon umore, ma ammette che:“Certo, se avessimo almeno un giocatore italiano ancora in gara…” In quel momento arriva Semeraro.“Non sognare Ubaldo, su” lo esortaLa serata si concluderà orrendamente tardi, perché Djokovic-Baghdatis vanno in campo alle undici, spargendo improperi in greco e serbo sulla qualità del tennis femminile (il loro match va in campo tardi per le lungaggini di Kleybanova-Dokic). Arriviamo in albergo, per la terza serata di fila, ben dopo le tre della notte. Uno dei primi giorni Angelica per farmi coraggio aveva detto: è molto divertente. Ma anche molto stancante. Ma anche molto divertente. Ma anche molto stancante. Confermo che è molto divertente. Molto toccante. E molto stancante. E molto divertente. E molto toccante. E molto stancante.

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15 Commenti a “Dietro le quinte del tennis”

  1. enrico riva scrive:

    ancora, ancora. racconta ancora!!!!

  2. Roberto Commentucci scrive:

    Bravissimo Gianluca.

    Divertentissimo.

    Una sola preoccupazione. Se c’era ancora qualche remota possibilità di riuscire a coinvolgere qualcun altro in questa nostra avventura di Ubitennis, temo che ce la siamo definitivamente giocata!

  3. anto scrive:

    Godibilissimo il pezzo.

  4. Nicola scrive:

    Breve riflessione sul tennis Italiano. L’ennesima. Sono un assiduo frequentatore di ubitennis, ma non sempre riesco a tenere il vs passo.
    Sicuramente ne avete parlato ma devo sottoporVi la situazione attuale.
    Questo spero sia in topic, perchè sullo sfondo c’è sempre il disastro del nostro tennis.
    Gradirei si aprisse una rubrica riguardanti i circoli e la Fit. Così la smetto di essere off topic! Non dobbiamo avere paura di argomenti…. scottanti.
    Domanda: avete visto le quote 2009? Circolo che ha meno soci del 2008 paga il doppio, circolo che ne ha di più paga come l’anno scorso. Apparte il fatto che a gennaio come diamine posso sapere quanti soci avrò nel 2009, poi na roba del genere è incostituzionale. Idem per i campi (certo ne dichiaro meno… un terremoto mi ha buttato giù la rete!). Sono fuori. Caro Commentucci tutte le telefonate che riceviamo sono solo per sapere quando e quanto paghiamo. Vogliono solo i nostri soldi. Punto. Foiché ci saranno questi non andremo da nessuna parte.
    Perchè non hanno obiezioni ufficiale? perchè se ti ribelli ti distruggono e perchè i circoli sono sovvenzionati dai soci. Pertanto tanti dirigenti pensano che tale situazione sia vergognosa, ma di fatto non pagandone le conseguenze il loro personale portafogli… lasciano correre.
    Aivoglia a parlare di tennis ad alto livello. Noi qua siamo gestiti da una Federazione terra terra che impiega il suo ingegno ad inventare nuovi balzelli, più che a lavorare per il bene del nostro tennis!

  5. Michele Fimiani scrive:

    Martucci: “Comuniello, ma quello è il segno dell’orologio o della catena?”

    Battuta straordinaria!!!!!!!!!!!

  6. pibla scrive:

    …e in tutto questo, grazie per non aver abbandonato i tuoi amici virtualturisti!!!!

  7. Pete Agassi scrive:

    ottimo intervento, sempre bello finire l’avventura di uno slam con ironia, retroscena e colpi di coda indirizzati al nostro tennis a dir poco pietoso.
    Ciao a tutti

  8. marcos scrive:

    …e trovava pure il tempo di dar retta ai quattro disperati del virtual tennis!

  9. andrew scrive:

    bravo Gianluca Master!! Ti aspettiamo a Indian Wells…

    x Nicola: anch’io credo sia giusto il momento di “calcare” un po’ la mano su questo argomento scottante. A proposito di scottante, ho intenzione di lanciare una lodevole iniziativa titolata “Brucia anche tu simbolicamente un pezzetto di circolo con un quadretto di Diavolina 1 cm x 1 cm”, riservata a coloro che amerebbero pagare meno di 100 euro per associarsi a un circolo e indirizzata appunto verso i circoli che fanno pagare più di 100 euro per i soci tennisti.

    Aspetto consensi e adesioni…

  10. Nicola scrive:

    Noi diamo fin da adesso la nostra adesione caro Andrew!!! Il nostro è un atteggiamento pro federazione, non anti. Vogliamo dare l’indicazione precisa di come vengono recepite e di che impatto hanno le politiche federali sui circoli. Non mi faccio portavoce sindacale dei circoli. Anzi sono molto contrario alla struttura dei circoli italiani. Così però si fa peggio.
    Credo che possiamo affermare con tranquillità che gli interventi su questo blog sono fatti da persone che gravitano attorno all’ambiente del tennis italiano. Pertanto la passione che tutti dimostriamo nel disquisire su Federer, Nadal ecc testimonia quanto l’ambiente ha passione e voglia di contribuire ai successi del tennis Italiano e della nostra Federazione.
    Mi collego all’articolo da commentare, per dire che a sto punto anche l’ambiente giornalistico italiano deve parlare del nostro tennis. Le sconfitte spesso fanno più notizia delle vittorie. Per cui vi prego fate spingete sull’accelleratore e parlate di quello che accade nel tennis italiano. Create una pressione che costringa i nostri dirigenti ad operare alla luce del sole!

  11. Roberto Commentucci scrive:

    Cari Nicola ed Andrew.

    L’argomento è ovviamente delicato. Provo a dire la mia, per quanto posso.
    La stampa nei regimi democratici ha sicuramente una funzione di stimolo, diciamo di “controllo sociale” sull’operato di coloro che amministrano la cosa pubblica.

    Perché questa funzione di controllo sociale possa esplicarsi correttamente, tuttavia, occorre che la stampa sia autorevole, intellettualmente onesta ed indipendente.

    A mio modesto parere, l’ambiente tennistico italiano, dati i limitati risultati agonistici e la concorrenza degli altri sport maggiori, non ha permesso in questi anni, con alcune lodevoli eccezioni, la formazione di una stampa specializzata estesa e indipendente. Il tennis sui media interessa poco, e c’è spazio per pochi giornalisti. L’ambiente è inevitabilmente piccolo, rissoso, esistono personalismi, antipatie, ci sono alcuni giornalisti e periodici che sono esplicitamente schierati “politicamente”, chi con la maggioranza Binaghiana chi con l’opposizione Panattiana.
    Ne risulta che, da un lato, la Federazione tende a non vivere le critiche con serenità, mentre dall’altro lato prevalgono fatalismo, rassegnazione, e c’è poca voglia di indagare con autentica profondità e competenza sui mali profondi del nostro movimento, che sono antichi e di natura strutturale.

    In altri casi, poi, le critiche, anche quando sono fondate, rappresentano più che altro uno strumento per favorire l’ “opposizione”. Questo finisce per screditare tutta la stampa specializzata (anche quella competente e in buona fede). Si crea un clima da caccia alle streghe, in cui regna la prevenzione reciproca, e dove è difficile l’instaurazione di un dialogo sereno e costruttivo.

    In questo quadro di fondo, e tornando al problema delle quote federali, la Federazione finora non ha avuto il coraggio di mostrare pubblicamente il proprio bilancio. A mio avviso è una scelta poco lungimirante.

    Il risanamento finanziario è infatti uno dei meriti maggiori della gestione Binaghi.

    Inoltre, in questi ultimi anni quote crescenti delle disponibilità federali sono state destinate ad investimenti: nel settore tecnico (Tirrenia, scuola maestri) e nella comunicazione e promozione (canale tv Supertennis).
    Al contrario, le spese di ordinaria amministrazione, quelle di apparato, quelle connesse con il normale funzionamento degli organi federali, sono state decisamente ridotte, grazie anche alla creazione della Coni Servizi.

    In questa maggiore efficienza amministrativa, ha giocato anche la riduzione della spesa decentrata (quella fatta dai Comitati Regionali) a favore di quella accentrata. Ciò in quanto, obiettivamente, va riconosciuto che le contabilità dei comitati regionali, in passato, non sono state il massimo della chiarezza e dell’efficacia nella destinazione dei fondi, mentre la Federazione non disponeva di adeguati strumenti di controllo su come i fondi dei comitati regionali venissero in concreto gestiti.
    E per questo si è deciso di ridurli ed accentrare la politica di spesa.

    Tutto questo a mio avviso non viene spiegato abbastanza, nè con sufficiente chiarezza dalla FIT.

    Se i soci e i dirigenti di circolo potessero controllare con mano che le maggiori quote federali vengono investite in larga parte per migliorare il tennis italiano (si può poi discutere sull’efficiacia di iniziative come Tirrenia o Supertennis, ma questo è un altro discorso) forse sarebbero meno scontenti e pagherebbero meno malvolentieri.

    Per quanto riguarda i costi elevati dei circoli di tennis lamentati da andrew credo che essi siano il risultato di un insufficiente adeguamento dell’offerta di campi rispetto ad una domanda crescente.

    Mi spiego: i praticanti sono obiettivamente in crescita, mentre lo stock di campi è sempre lo stesso, o sale più lentamente: occorre infatti del tempo perché si realizzino le nuove iniziative imprenditoriali per adeguare l’offerta alla maggiore domanda (costruzione di nuovi campi, creazione di nuovi circoli). La fase economica attuale, molto difficile, non aiuta certo gli investimenti. Inoltre, il problema può essere molto grave nelle picccole realtà (come quella di andrew) dove può capitare che due circoli sono troppo pochi, ma tre sarebbero troppi.

    Insomma, quanto di quei costi elevati dipende dalle cresciute quote federali (che, attenzione, finiranno per lo più reinvestite per allargare il movimento) e quanto da extraprofitti dei gestori dei circoli?

    Scusate la lunghezza.

  12. andrew scrive:

    Roberto…tu parti dall’analisi che sia ancora possibile costruire insieme ai gestori dell’attuale sistema…

    Io, forse con eccessivo pessimismo, credo invece che sia necessaria una cesura, un “ripartire da zero”…

    Per me in questo momento si può dire che il tennis italiano semplicemente non esiste, non esiste una base credibile, non esiste una base di associazioni sportive…

  13. Nicola scrive:

    Ciao Roberto
    complimenti per la capacità che possiedi di disquisire e affrontare argomenti con una pacatezza ed una competenza rare.
    Il mio vuole essere un contributo positivo alla nostra costruttiva conversazione. Non sò se ci riuscirò. Purtroppo la gestione federale delle risorse “in entrata” sta diventando insopportabile e a sentire la base dei circoli (quelli meno politicamente importanti) a breve rischiamo di avere una marea di disaffiliazioni. Da fonti federali si è detto che è il primo anno che ci sono aumenti: falso! Le quote sono anni che aumentano senza sosta e con precisione dal 2001 quando ci spiegarono che la stagione degli aumenti era da imputarsi alla caduta delle Torri Gemelle (lo disse il vice pres. in persona). Da allora le torri cadono tutti gli anni!
    Poi si disse <> . Subito dopo il Pres. uscì sulla stampa dicendo che aveva triplicato il numero dei tesserati in un anno. Bravo… così erano buoni tutti!
    Da 6 euro siamo arrivati in due anni a nove (fate voi i calcoli percentuali) per i soci, poi le quote per i tornei, il fatto che ci dobbiamo pagare l’arbitro. E allora se ogni servizio me lo pago a parte, perchè devo pagare la quota alla FIT?. Io sono uno che è contento di pagare per i servizi che riceve. E pago volentieri. Qua però non si vede niente. E’ tutto uguale e sinceramente cominciamo ad essere stanchi.
    Quello che è successo quest’anno è una cosa indegna. Devo dichiarare preventivamente che avrò più soci nel 2008 che nel 2009! Pena raddoppio della quota affiliativa. E che colpa ne ho se mi muoiono per esempio due soci (mi sto toccando per loro!). E’ incostituzionale! Siamo boarder line rispetto alla osservazione delle leggi! E’ USURA. Ride colui che ne ha tesserati la metà (basta che ne dichiari la metà più uno, io che li ho tesserati tutti me la prendo nel sacco!). Eppoi mi obbligano ad avere un giudice interno sennò non mi fanno fare le competizioni se gioca la Juve con l’Inter l’arbitro lo mette la Juve?). In tutte le lettere che inviano, alla fine ti citano la presenza della procura (la minaccia non passa mai di moda!). Non capiscono che siamo volontari e non ne possiamo più. La mia più grande soddisfazione era di aver creato una scuola con tanti ragazzini cui ho regalato sia le racchette che le tute, e li sto facendo appassionare allo sport più bello che c’è. Sinceramente tutte queste soddisfazioni stanno lasciando spazio alle delusioni e alla stanchezza.
    Di tutto questo ringrazio il presidente Angelo Binaghi e soci. Grazie per averci fatto stancare di impegnarci nella gestione e promozione del nostro sport!

  14. Nicola scrive:

    Il virgolettato sopra che è scomparso alla tredicesima riga recitava l’obbligo che ci venne imposto di tesserare ogni nostro socio nella fit.

    Nicola riscrivi pure il commento, se credi, si deve essere perso qualcosa nell’invio. (Rob. Comm.)

  15. Nicola scrive:

    Non ti preoccupare Roberto va bene così! Credo che se vengono messe delle parole tra virgolette, scompaiono. E’ così anche in altri forum. Sono stato disattento io che non mi sono ricordato. Grazie per l’accortezza!

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