Il difficile mestiere del talent scout.
Alla scoperta dei talenti del TTK Warriors

 
8 Gennaio 2009 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

Conosciamo le giovani promesse del Rome Warriors Championships. Chi salirà più in alto? Come orientarsi fra le tante componenti del talento? Le fasi finali del torneo saranno trasmesse in differita venerdì, sabato e domenica alle 21.00 su Supertennis, canale 224 di Sky.

Lo scorso 6 gennaio, al Circolo Real di Roma, si è conclusa la kermesse del TTK Rome Warriors Championship, fase finale del circuito europeo riservato ai giovani tennisti nati fra gli anni 1994 e 1998.
Si sono disputati sei tabelloni finali da 48 giocatori (under 10, 12, 14, maschile e femminile): il Circolo Real ha subito una autentica invasione di giovani promesse. Fra il pubblico, e non solo, c’è sempre chi va  alla ricerca dei più promettenti, chi si pone alla caccia di quelli buoni, magari per poter dire, qualche anno dopo: “eccolo, lo vedi Tizio, è in tv, sul centrale di Wimbledon, ma pensa che io me lo ricordo, aveva 12 anni, al Real… eh, ma si vedeva già, eccome se si vedeva, che sarebbe diventato forte…”.
Tuttavia, orientarsi in mezzo ad una tale folla di aspiranti campioni è davvero molto difficile.
Un giocatore di tennis è un’entità molto complessa. Le variabili che possono determinare il rendimento futuro di un tennista in erba sono moltissime, così come molteplici sono le componenti del talento. Talento infatti non è solo sensibilità di mano.

C’è il talento tecnico: avere una buona tecnica di esecuzione in tutti colpi fondamentali. C’è  il talento fisico: bisogna essere coordinati, esplosivi, potenti, reattivi, ma anche resistenti. Mica facile. C’è il talento tattico: la capacità di seguire una strategia di gioco, ma anche di cambiarla al momento giusto, di adattarla alle circostanze, alle caratteristiche dell’avversario, alla situazione di punteggio. C’è il talento mentale: bisogna restare sempre concentrati, limitare al minimo i passaggi a vuoto, saper innalzare il proprio livello nei momenti importanti.  E infine c’è il talento nell’allenamento. Alcuni giocatori sono infatti più allenabili di altri: sono più ricettivi, più disposti ad imparare, più portati ad un lavoro di qualità. E quindi hanno maggiori probabilità di poter estrarre da loro stessi il 100% del loro potenziale.

Queste cose, più o meno, sono note a tutti i veri appassionati. Il grande problema, quando si va a vedere un match giovanile, e si cerca di capire quale dei due giocatori sarà il più forte domani, è che tutte queste molteplici dimensioni del talento si manifestano in ciascun giocatore con tempi e con modi diversi. Il grado di maturazione delle varie componenti è quindi altamente individuale. Alcuni sono più avanti nello sviluppo fisico, altri sono invece più stabili sotto il profilo mentale, altri ancora sono già completi tecnicamente, ma sono tatticamente sprovveduti. E questo influenza in modo spesso determinante le vicende agonistiche.
Non stupisce quindi che risultati anche eclatanti, ottenuti a questa età, possono essere considerati si un buon punto di partenza, ma non costituiscono la minima garanzia che si vincerà anche domani, sul circuito pro, quando si farà sul serio. E spesso è il semifinalista di oggi, lo sconfitto, quello che ha più probabilità di emergere domani.
Insomma, saper riconoscere i talenti in tenera età è un compito davvero difficile, come ben sa chi si occupa di management e marketing sportivo. Tuttavia, noi ci abbiamo provato lo stesso, e di seguito vi proponiamo una breve disamina su alcuni dei ragazzi che ci hanno colpiti maggiormente tra i piccoli warriors (guerrieri) dell’evento TTK.

Nel torneo under 10, ha impressionato tutti il vincitore, il biondino spagnolo Eduard Guel, campione di Catalogna per la categoria. Un piccolo ma indomito guerriero di Rosas, cittadina catalana. Piedi rapidissimi, grande coordinazione, dotato di un diritto naturale impressionante e di un’ottima tecnica di servizio. Ma soprattutto, in possesso di una fiducia enorme nei propri mezzi. Anche quando è stato messo alla frusta, come nel quarto di finale contro l’intelligente azurrino Calvano, o nella finale contro l’inglese Simpson, un mancino molto dotato, ha sempre trovato il coraggio di picchiare, di spingere, tirandosi fuori dai guai a suon di bordate di diritto.
Nella stessa categoria, tuttavia, il giocatore che è parso più futuribile è un italiano: risponde al nome di Mattia Bedolo, è uno spavaldo bimbo padovano, figlio di un maestro di tennis e di una insegnante di educazione fisica, che ne cura la preparazione atletica. Mattia ha giocato un tennis a tratti irresistibile, di livello ben superiore a quello del vincitore, mettendo in mostra buone doti fisiche ma soprattutto una rara completezza tecnica. Due fondamentali già pesanti, portati con gesti brevi e compatti, un notevole senso dell’anticipo, e una spavalderia nella gestione tattica che se è il suo limite di oggi, può diventare la sua dote vincente di domani. Dopo aver letteralmente preso a pallate il rumeno Turchu, n. 1 del suo paese, stava dominando anche la semifinale contro Simpson: era avanti 41 20 40-15, prima di eccedere in confidenza, fra serve & volley velleitari e rischi eccessivi che gli hanno fatto perdere totalmente il filo del gioco. Ma vederlo giocare è una bellezza.

Nell’under 12, i due giocatori tecnicamente più belli da vedere sono stati il finalista Josh Sapwell, ambizioso inglesino di Letchworth, e il nostro Riccardo Chessari. Ma quest’ultimo, nonostante la pulizia tecnica dei suoi gesti, nulla ha potuto, in un bellissimo quarto di finale, contro Ferran Calvo, un piccolo valenciano di colore che sembra Gael Monfils a 12 anni. Sebbene sia ancora troppo poco sviluppato fisicamente per poter dare potenza ai suoi colpi, lo spagnolo è già un avversario temibilissimo, perché dotato di una buona tecnica e soprattutto di uno spessore agonistico impressionante. I limiti di potenza lo costringono a giocare un tennis arrotino vecchia maniera, fatto di palle alte e arrotate, comunque difficili da gestire per l’avversario. Ma quel che lascia interdetti è la personalità di questo ragazzino, che prima di uscire sconfitto dal campo, per mano del bravissimo romagnolo Christian Carli, le ha provate davvero tutte: recuperi disperati ai limiti dell’impossibile, tonanti “vamos!” urlati in faccia, pugnetti a gogò, spavalde avanzate sulla seconda di servizio avversaria, occhiate di sfida continue… Il nostro Carli, timido biondino di Rimini, viso da cherubino ma due occhi molto vispi, è stato bravissimo nel non smarrire la concentrazione, ha avuto la pazienza giusta, e alla fine ha imposto la superiore pesantezza del suo diritto e soprattutto la maggiore capacità di trovare variazioni. Christian, seguito dall’esperto tecnico Patricio “Pato” Remondegui, già coach di professionisti quali Galvani, Galimberti e le sorelle Serra Zanetti, è un tennista già dotatissimo sotto il profilo dell’intelligenza tattica e della tenuta mentale. Ha un diritto piuttosto pesante e una buona sensibilità di mano, ma tutti i colpi sono portati in modo tecnicamente corretto. Con un opportuno lavoro di potenziamento fisico (non ora, quando avrà terminato lo sviluppo corporeo!) diventerà anche più fiducioso nei suoi mezzi e adotterà un atteggiamento tattico maggiormente aggressivo. Va fatto giocare sul veloce, per abbreviare un po’ le aperture, ma ne risentiremo parlare.
L’aggressività è una dote della quale non è davvero sprovvisto Josh Sapwell, davvero convincente dal punto di vista della completezza del bagaglio tecnico. Josh sa già fare tutto. Grandi accelerazioni, uso molto aggressivo del servizio, buon gioco di volo, cambi di ritmo e di rotazione (splendido il back di rovescio a una mano, sebbene sia di impostazione bimane: evidentemente Murray fa proseliti). Purtroppo per lui, in finale il suo gioco è andato in pezzi contro la superiore solidità nervosa di Carli, che lo costringeva a prendere rischi eccessivi. Interessantissimo, in prospettiva.

Tra le ragazze under 14, è piaciuta abbastanza la vincitrice, la polacca Polina Czvarnick, n. 1 del suo paese e nel 2008 imbattuta nelle competizioni ufficiali. Nonostante un servizio da rivedere, la sua capacità di variare ritmo, la sua abilità difensiva e l’intelligenza tattica le hanno consentito di imporsi piuttosto agevolmente. Dal punto di vista strettamente tecnico, tuttavia, è piaciuta di più la semifinalista Eva Rutarova, una potente ragazzina ceka dotata di un buon servizio e di due fondamentali esplosivi e ben portati, che gioca un tennis pulito e aggressivo. La ceka però è ancora molto ingenua sul piano tattico e finisce per diventare troppo fallosa se lo scambio si allunga. Da rivedere.

E veniamo ora ai maschietti dell’under 14, torneo dominato dai nostri colori, con una finale tutta azzurra e tre semifinalisti su 4. C’era molta curiosità per vedere all’opera il campano Antonio Mastrelia, campione italiano under 14 e già 2.8 nelle classifiche nazionali. Antonio, seguito dal maestro Fabio Tenneriello, ha un ottimo fisico: è alto circa 1,75, è molto ben strutturato fisicamente, si muove molto bene, è reattivo, rapido e anche discretamente esplosivo e potente. E’ un giocatore già formato: dal repertorio tecnico piuttosto vario, con una buona sensibilità di mano, a suo agio nei pressi della rete, limita al minimo gli errori e conosce già molte variazioni, dall’uso del back, all’attacco in controtempo, al serve & volley. Sul piano tecnico, il suo colpo migliore è il rovescio bimane, molto naturale ed eseguito con buon anticipo su ogni traiettoria.
Ha però ancora notevoli margini di miglioramento sul piano tecnico nel servizio (un mulinello non completo e non pienamente convincente) e nel diritto (un movimento poco fluido e continuo, con a volte una scarsa sincronizzazione tra la spinta delle gambe e l’azione del braccio). Per ora i due colpi sono ancora efficaci, fra i suoi coetanei, a motivo della sua precoce forza fisica e dell’ottima preparazione atletica, ma in prospettiva occorrerà lavorare parecchio e rimuovere questi difetti se si vuole arrivare a livello professionistico. Tenneriello mi ha confidato di essere pienamente consapevole di questi limiti e che sta impostando un lavoro a lungo termine sul ragazzo, il quale dimostra di essere molto volenteroso in allenamento e di possedere la necessaria motivazione all’apprendimento.

Antonio era il grande favorito della vigilia, ma è stato sconfitto in finale, un po’ a sorpresa, dal romano Federico Teodori, un ragazzo del circolo Due Ponti che ha iniziato a giocare piuttosto tardi (a 9 anni) ma che ha messo in mostra due buoni fondamentali, una eccellente tecnica di spostamento e una notevole grinta, adattandosi al meglio alle condizioni di gioco (il match si è dovuto giocare su un campo cosparso di sale, per evitare che la terra gelasse, ed era molto difficile muoversi).

Tuttavia, il giocatore che più  ha impressionato in questa categoria è stato il semifinalista Gianluca Magher, di Sanremo. L’azzurrino, seguito dal tecnico Pigato, ricorda moltissimo il francese Gilles Simon: struttura fisica non potentissima (anche per uno sviluppo corporeo ancora visibilmente acerbo) ma una notevole rapidità di piedi e un grandissimo senso del tempo e dell’anticipo su entrambi i fondamentali, impostati con aperture compatte e gesti fluidi. Il rovescio bimane è magnifico, giocato senza alcuna fatica apparente e sfruttando benissimo la potenza della palla avversaria. Molto buono è  anche il diritto, con il quale sa trovare angoli strettissimi. Il ragazzo pecca ancora nel servizio e in generale nel peso di palla  (anche per l’incompleto sviluppo fisico), ma se si irrobustirà adeguatamente potrà diventare un eccellente tennista a tutto campo, competitivo su ogni superficie.

Complessivamente, l’Italia si è molto ben comportata, mettendo assieme due titoli e due finali e mettendo in mostra parecchi elementi interessanti. Sul piano squisitamente tecnico, tuttavia, ha molto ben impressionato anche la rappresentativa inglese. Tutti i piccoli sudditi di Sua Maestà hanno infatti fatto vedere una impostazione eccellente, fondamentali molto ben costruiti, un repertorio di soluzioni già molto ampio e ottime potenzialità fisiche. Forse i grandi investimenti sostenuti negli ultimi anni dalla Lawn Tennis Association (dall’assunzione di Brad Gilbert alla costruzione del faraonico impianto LTA High Performance Centre di Esporta, presso Brighton) stanno iniziando a pagare.

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27 Commenti a “Il difficile mestiere del talent scout.
Alla scoperta dei talenti del TTK Warriors”

  1. alessandro mastroluca scrive:

    Non posso che condividere la come sempre precisa analisi tecnica dei giovani talenti. Quando acutezza di osservazione e passione si uniscono alla pacatezza e alla chiarezza espositiva il risultato è encomiabile.
    Grande rob!

  2. andrew scrive:

    Bedolo, Quinzi, Miccini forever…

    Del resto il sistema italia è questo: figli di maestri o di dirigenti o di soci di circolo…

    Comunque ed effettivamente ed altresì, Bedolo gioca benissimo, su questo non ci sono dubbi.

  3. Nevenez scrive:

    Carli me lo ricordo giocare in coppia con Quinzi e faccendo un paragone tra i 2 Carli sembrava ridicolo con tutto il rispetto per quest’ ultimo, ma forse è Quinzi troppo forte.

  4. kill bill scrive:

    Roberto,
    il giocatore che ha partecipato al warrior con più possibilità di diventare un ottimo giocatore non lo hai neanche nominato !
    E’ siciliano cm. 186 è del 95. Segnati il nome si chiama Giuseppe Ricciardi.

  5. Roberto Commentucci scrive:

    Grazie kill. Il talent scout è proprio un mestiere difficile…

    Purtroppo Ricciardi non ho avuto modo di vederlo, è stato eliminato nella fase a gironi, immagino. Va rammentato peraltro, che è un anno più piccolo degli altri under 14, quasi tutti del ‘94.

  6. atti scrive:

    Non sono addetto ai lavori, ma avendolo visto giocare diverse volte, confermo che il piccolo Bedolino è molto promettente, la prima impressione è ottima .. se son rose…
    Comunque sia TTKW che Lemon Bowl hanno avuto molte defezioni sopratutto dal Nord Italia (per esempio nel mio circolo su 4 invitati al TTK non è andato nessuno per problemi di “accompagnatore”), e vedendo i servizi su Supertennis, il clima non ha certo agevolato con campi in terra e molto umidi…
    A livello junior siamo molto competetivi e forse anche in crescita per numeri e risultati.. vedremo fra qualche anno se cio’ si tramuterà in giocatori di livello Top Player.

  7. andrew scrive:

    ciao Atti…

    scusa, ma vuoi dirmi che la “gloriosa” “società sportiva” (termini rigorosamente virgolettati) dove giocano le tue figlie non aveva un accompagnatore? Ossia, basta che un maestro diventi padre affinché non si trovi un cane che accompagni gli atleti a presenziare degli avvenimenti importanti?

    e si che per la serie A i dirigenti del circolo si smazzano di quelle trasferte mica da ridere…

    ah già, ma la serie A è la serie A, ossia il modo per incentivare il tennis italiano…dimenticavo…

  8. valerio scrive:

    mi spiegate una cosa ma che differenza c’è tra TTK warriors e Lemon bowl? Quale torneo è meglio?? e l’orange bowl invece??(sicuro meglio dei primi due)..

  9. marcos scrive:

    il robbi è eccezionale.

    io ne ho visti giocare pochi di quelli citati.

    tra i migliori che ho visto, senza meno, quinzi è davanti a tutti. ottimi mi sono sembrati baldi e napolitano.

    a parte che a me impressionano anche alcuni 97 e 98…ma, forse, è un pò troppo presto per parlarne.

    i figli dei maestri e dei dirigenti dei circoli sono molto avvantaggiati all’inizio del loro percorso: fino all’under12 dettano legge. poi, le cose cambiano sensibilmente.

  10. angela simoncelli scrive:

    non voglio discutere il livello dei due tornei lemon e ttk ma una cosa è sicura da genitore l’organizzazione del lemon è 100 volte migliore del ttk che tra l’altro usa regolamenti incomprensibili (set corti, palle mid fino a un certo punto poi cambio in quelle vere, luce dei campi ridicola e …).

    la fit dovrebbe controllare perchè non lo fà ?

    angie

  11. kill bill scrive:

    Roberto,
    che mi dici sul fatto che a Roma negli stessi giorni si giochino due tornei così importanti ?

    e ancora più curioso uno si fa con le categorie di età del 2008 e uno del 2009

    uno viene trasmesso da supertennis , l’altro no.

    Eppure il Lemon Bowl ha avuto 1883 iscritti. Una bella promozione per il tennis no ?

  12. angela simoncelli scrive:

    sono le domande che ci siamo fatti un pò tutti a Roma in quei giorni.
    ho sentito dire che c’erano problemi di sponsor…
    e di dispetti reciproci…

    ho toccato un clima di tensione anche con la fit…

    qualcuno sa qualcosa ?
    trasparenza per favore…

    angie

  13. Roberto Commentucci scrive:

    Provo a rispondere, per quanto posso, precisando che le mie sono solo le impressioni di un osservatore esterno. Tuttavia, abito all’Eur, a poca distanza dai circoli dove si sono disputati i due tornei, sono stato al Penta 2000, quartier generale del Lemon Bowl, e ho commentato per Supertennis le fasi finali del Warriors al Real.
    Questa è l’idea che mi sono fatto.
    I due tornei sono abbastanza diversi.
    Il Lemon Bowl, giunto alla 25a edizione, ha obiettivi promozionali oltre che tecnici. E quindi prevede una lunga fase iniziale di prequalificazione e qualificazione alla quale partecipano praticamente tutti i giovani agonisti del Lazio. L’obiettivo promozionale può dirsi pienamente centrato, visto l’ennesimo record di iscritti (oltre 1800).
    Terminata la prima fase, iniziano i tabelloni principali, che hanno una buona valenza tecnica, almeno per le categorie fino ad under 14, mentre i tabelloni dei due tornei più grandi (under 16 e under 18) sono di livello inferiore.
    Il Lemon Bowl è il primo torneo del 2009, e quindi si gioca con le nuove classifiche (i ‘94, ad esempio, giocano il primo anno under 16, e non il secondo under 14).
    Il Warriors, invece, non si pone tanto obiettivi promozionali, quanto piuttosto tecnici. Il torneo romano è stato infatti il master finale di un circuito di eventi disputati nei vari paesi europei nel 2008, e vedeva la partecipazione degli atleti che più si erano messi in evidenza in queste prove. Pertanto, esso era l’ultimo torneo del 2008, e ciò spiega perché si è giocato con le vecchie classifiche. (I ‘94 erano secondo under 14).
    La formula era ad inviti (l’accomodation era a spese dell’organizzazione) e quindi i tabelloni principali hanno previsto ciascuno 4 gironi all’italiana. I due primi classificati di ciascun girone hanno poi disputato i quarti di finale ad eliminazione diretta, ripresi da Supertennis.
    Sotto il profilo tecnico, quindi, il Warriors era forse leggermente più qualificato rispetto al Lemon Bowl.
    Con riferimento agli aspetti organizzativi, non stupisce che il Lemon Bowl, una macchina organizzativa perfettamente oliata in 25 anni di esperienza, si sia fatto preferire, grazie anche alla grande professionalità di Paolo Verna.
    Il Warriors alla sua prima edizione, ha effettivamente mostrato qualche problemino dal lato regolamentare per il tabellone under 10, come scriveva angela simoncelli. Tuttavia, va anche detto che per TTK e per il vulcanico ed entusiasta Marco Sartorello si trattava della prima volta. Credo che chi investe sul tennis giovanile meriti comunque apprezzamento, e che vada aiutato a migliorare. Critiche costruttive, quindi. Ad esempio, l’illuminazione a me è parsa francamente adeguata.
    La sovrapposizione delle date è dovuta al fatto che questo periodo natalizio è particolarmente appetibile, dato che i ragazzi sono liberi da impegni scolastici.
    Se ne era parlato anche al Talk Show “Tennis Club” su Supertennis, in sede di presentazione delle due iniziative. Il mio parere è che si poteva trattare di una opportunità per i giovani tennisti: con una sola trasferta, si aveva la possibilità di giocare due tornei, uno nella propria categoria migliore e una confrontandosi con giocatori più anziani di un anno.
    Certo, si trattava di una sfida difficile per gli organizzatori, per la necessità di rendere compatibili gli orari di gioco dei due eventi. Sicuramente non tutto è andato per il verso giusto, ma io credo che nella sostanza le cose siano andate abbastanza bene, grazie anche al fatto che i circoli erano tutti abbastanza vicini comodamente raggiungibili.
    Per quanto riguarda altri aspetti, (sponsor, FIT), francamente non ne so nulla.
    Il problema più grosso, a mio avviso, è però di natura infrastrutturale. Giocare sulla terra in gennaio, all’aperto, non è esattamente il massimo della vita. Gli organizzatori hanno dovuto fare i salti mortali per fronteggiare le inevitabili giornate di pioggia, dato il numero del tutto insufficiente di campi coperti disponibili nella città. E anche quando si è giocato, i campi erano pesantissimi, spesso ricoperti di sale. A Roma il tempo è spesso mite, ma le strutture sono davvero obsolete: pochissimo cemento, pochissimi campi coperti. Eppure le SAT sono piene, il movimento è in espansione. La speranza è che qualche imprenditore audace trovi il coraggio di cavalcare l’onda ed investire in infrastrutture. A quanto ne so, quello dell’aumento dell’offerta di strutture in veloce è una delle priorità della Federazione. Speriamo.

  14. kill bill scrive:

    poi a dir la verita non ho capito i criteri di partecipazione al warriors : può essere che sono stati invitati i migliori dei macroarea ? ( per l’ u 14 risalivano a 2/3 anni fa visto che i macroarea si fanno fino a 11 anni )

  15. kill bill scrive:

    non avevo letto il tuo post di prima.

    Se metti 2 tornei in concorrenza per me si sminuiscono entrambi.

    Ci sono ragazzi che hanno giocato anche 3 partite in un giorno per partecipare a i 2 tornei.

    L’anno scorso al Lemon Bowl U 14 maschile hanno partecipato :
    Mastrelia ( quest’anno campione italiano ) che vinse
    Maccari ( finalista ai campionati italiani ) che perse in semi
    De Meo ( Tra i primi 5 in Italia ? ) che arrivò in finale con match point
    Palma ( semifinalista ai campionati italiani ) era iscritto e rinunciò all’ultimo momento.
    e i 2 Inglesi Colautti e Harris ( finalista e vincitore l’anno prima dell’U 12 ) del 95 buoni giocatori a livello europeo.

    Bè non proprio gli ultimi arrivati.
    La promozione la fai anche con la qualità di chi partecipa.
    Se contemporaneamente fai un TE U 14 stai tranquillo che di quelli più forti non ci viene nessuno.

    Certo sulla validità tecnica hai ragione le condizioni sono quelle che sono ma lo sono per tutti e 2 i tornei.

  16. stefano grazia scrive:

    Poteva essere un argomento da Genitori & Figli…Consiglio la Redazione di inserire questo articolo e i commenti nell’Archivio di G&F

  17. Roberto Commentucci scrive:

    E’ esattamente lì che lo ho collocato Stefano :)

    E’ già in G&F, fin da ieri.

    A presto, subcomandante!

  18. atti scrive:

    Andrew ti vaffsaluto anch’io… e ti rispondo che di mio non sono abituato a chiedere (ed in generale con tanti agonisti la torta da dividere porta a fare giustamente fette sempre piu’ piccole per accontentare tutti); Scherzi a parte in realtà noi non potevamo per vari motivi portarle … e poi c’erano altri tornei in zona piu’ “comodi” (quest’estate il maestro le accompagnate per mari e monti); e come ben sai Roma è molto piu’ bella a maggio….

    Comunque diventare genitore è sempre una gran bella cosa.. per tanti motivi.

  19. madmax scrive:

    devo dire che la nostra rubrica spesso risolve anche queste problematiche (se letta).. quado enzo lo jacono scrisse che avrebbe speso 3.000 euro per andare a roma dissi che era una pazzia…. tornei all’aperto in questo periodo così lontano per ragazzi di 10/12 anni non hanno proprio nessun senso logico e fanno disperdere risorse oltretutto tutto tempo portato via al lavoro…ma poi a che pro? boh…

    come dicevo non sono stato quest’anno al real sport village (sede del ttk)ma un anno e mezzo fa per il master ouatt si e mia figlia giocò proprio di sera sul campo 5 o 6 non ricordo uno di quelli cmq dove l’illuminazione centrale deve o meglio dovrebbe illuminare entrambi i campi.. se il figlio di angie ha giocato lì c’ha visto effettivamente poco e se per caso portasse anche gli occhiali la palla allora l’ha solo immaginata anche perchè di sera quelle poche volte che rimbalzava non era certo di colore giallo bensì arancione tanto impregnata di terra era… certo lo era per tutti i giocatori ma spendere 3.000 euro per bambini di 10/12 anni (che tanto vincere o perdere non conta) dovendo noi genitori patire pure il freddo beh meglio aspettare qualche mese che di tornei ne è pieno il mondo…partendo poi come atti dal veneto meglio mille volte andare in croazia dove spende un quarto e lo spessore tecnico di qualsiasi torneo è il doppio, perciò bene ha fatto a starsene a casa…

  20. verdten scrive:

    Se ben ricordo la TTK fino allo scorso anno era lo sponsor principale del Lemon e lo è stata per per 3 anni.In questi 3 anni non mi sembra che da parte dell’azienda vi sia stata volontà di incentivare la partecipazione di atleti stranieri al Lemon.
    Organizzare ora che non è piu’ sponsor un torneo in concorrenza nella stessa identica data è chiaramente un’operazione che nulla ha a vedere con lo sviluppo del tennis,è solo concorrenza con l’obbiettivo di sminuire uno dei tornei giovanili piu’ prestigiosi che abbiamo in Italia.
    Il Lemon ha scopi sicuramente promozionali ma specialmente nelle categorie Under 10 e 12 ha sempre avuto una partecipazione di alta qualità spesso superiore a tanti tornei di pari categorie ETA che si volgono in Italia.
    La formula del Warrior poi avendo una fase di qualificazione a gironi(vorrei sapere chi la può avere autorizzata, avrebbe dovuto pensare che molti atleti avrebbero partecipato a 2 tornei e da dirigente esperto avrebbe dovuto immaginare che creature di 10 anni sarebbero uscite distrutte da 3 partite di livello al giorno,complimenti a chi autorizza i regolamewnti!!!!).
    Per finire
    - come può la Federazione autorizzare un torneo in concomitanza con un altro torneo che si svolge da 25 anni con il successo che tutti noi conosciamo.Così non si fa il bene del tennis sminuendo il lavoro di chi da 25 anni porta avanti la faticosa macchina organizzativa di un torneo con 1883 iscritti.!!!!!!
    - se la TTK vuole organizzare questo fantomatico Master Europeo esiste qualcuno della FIT che è in grado di fargli capire che non è corretto disputare questo torneo in concomitanza con un’altra importante gara di tennis giovanile????Forse la FIT non può fare questo visto che la TTK sponsorizza Supertennis???
    - abbiamo sempre piu’ bisogno di dirigenti amanti del tennis enon di manager aziendali.La FIT non è un’azienda, è un’associazione tra associazioni sportive con fini istituzionali sportivi e non AZIENDALI!!

  21. andrew scrive:

    un empatico vaff anche a te, Atti…

    hai fatto sicuramente bene a farle partecipare all’Open a Padova…

    Non è questo il punto, tuttavia; hai chiaramente parlato di “problema di accompagnatore” ed è quindi presumibile pensare che la mancata partecipazione al torneo ad inviti sia dipesa più da una circostanza che da una scelta della “società sportiva”. Ma vedi, questa “circostanza”, benché felice ed umanamente apprezzabile come la nascita di un figlio, non dovrebbe avere ripercussioni sull’attività agonistica della “società sportiva” SE E SOTTOLINEO SE la “società sportiva” fosse una Società Sportiva. Perché una società sportiva se tiene ai suoi atleti e tali atleti hanno la possibilità di partecipare a una manifestazione importante e ci vorrebbero andare, allora ti mette a disposizione un’altra persona della società affinché si compia la partecipazione. Perché? Perché è una società sportiva e tiene che i suoi atleti gareggino ed è orgogliosa di farli gareggiare, ecc. ecc. e balle varie…

    In questo modo invece si compie una curiosa inversione fattuale (che io con il vaff empatico tento di invertire a livello semantico-comportamentale) per la quale:

    Atleti paganti (giovanili-serie minori) = seguiti se si può o se conviene.

    Atleti pagati (serie A) = seguiti ovunque con entusiasmo, giacche e cravatte, dirigenza schierata, nani e ballerine.

    Certo, puoi sicuramente pensare che ed è sicuramente vero che le mie parole sgorghino da un animo astioso e triste ma…

    …te le dico lo stesso…

    Ciao, invece troviamoci che ho bisogno di far giocare mio figlio con qualcuno di pari altezza…

  22. @enio scrive:

    il canale supertennis di SKY non mi piace, le ultime volte che l’ho visto si ritrasmetteva per la 30° volta la partita Borg.Mac…. basta non se ne può più. Se continuano così è uno dei canali inutili offerrti su SKY!

  23. something blue scrive:

    chiariti i legami economici tra fit ttk e supertennis si è chiarito tutto, la solita vecchia storia che ce la dice lunga su questa federazione.

  24. il padre di federer scrive:

    Il CAMPIONE di Tennis Italiano del futuro non è tra i figli dei maestri di tennis o tra i figli di papa che frequentano oggi come ieri i circoli,cerchiamo nelle periferie e non continuiamo a ostinarci ad allenare solo chi puo permettersi di pagare rette a maestri e accademie,così si portano avanti solo brocchi mentre teniamo cavalli fermi nelle periferie,solo per mancanza di soldi,o perchè in mani di gente incapace ,chi ha la responsabilità di agire e di fare bene è arrivata l’ ora di smettere di parlare altrimenti tra trenta anni ci ritroveremo ancora a scrivere e leggere su questo blog il campione che verrà(che palle).

  25. madmax scrive:

    il padre di federer non ha tutti i torti il problema però è che la colpa in questo caso non è della federazione (a cui io come tutti sanno di colpe ne do molte) ma dei genitori e della nostra società…

    in serbia croazia e molti altri paesi ancora, le federzioni di fatto non esistono ma i campioni crescono eccome!! hanno capito infatti che il tennis può essere il metodo per uscire dalla fame perciò si ingegnano, dormono per terra, si allenano alle cinque del mattino, sotto le bombe fanno migliaia di km in treno o con un’utilitaria di 15 anni etc etc etc.. gli italiani sono disposti a fare ciò?? assolutamente no quindi è inutile parlare.. poi certo se la federazione lavorasse meglio diventerebbe un po’ più facile ma il roland garros non l’abbiamo e come si sa la politica federale è quella che è ed il campione imporrebbe degli obblighi delle richieste poi difficili da gestire (soprattutto se la strada da lui percorsa fosse differente da quella indicata dalla fit) da gente poco competente… d’altro canto questa nostra mentalità fa si che anche i finanziatori non esistano più (da noi) poichè la statistica è impietosa e a nessuno verrebbe mai in mente di finanziare un ragazzo italiano (anche con quinzi che si allena da bollettieri in img i dubbi li hanno avuti..)… proviamo a cambiare mentalità e sia i campioni che i finanziatori arriveranno ma come dice appunto il padre di federer un conto sono le parole altro i fatti….

  26. il padre di federer scrive:

    Madmax la risposta alla tua domanda se gli italiani sono disposti a fare sacrifici come serbi russi ecc,ecc io ti rispondo i figli del popolo sono sempre stati pronti a lottare ma con le armi(campi e maestri)gratis,perchè i figli del popolo non possono permettersi di pagare cifre per giocare e se tutto cio non sarà possibile le favole di voler allargare il tennis alla base e non avere poi i soldi per fare agonismo puro a me sembra solo propaganda o forse un sistema per aumentare gli introiti di chi gestirà il tutto,da buon intenditore poche parole.

  27. madmax scrive:

    perchè tu pensi che in serbia croazia e russia i maestri lavorino gratis? hai tutte le ragioni del mondo riguardo alla fit ed alla propaganda, ma i figli del popolo italiano mangiano tutti, giocano tutti alla play e non sono per nulla convinto che abbiano veramente voglia di fare tutti i sacrifici che in realtà servono (ovviamente non tutti ci mancherebbe)… l’ho già detto anche in altre zone del blog in italia manca soprattutto la cultura sportiva e quella del lavoro perchè quando i disperati (o gli sfaticati) trovano una scappatoia per uscire dalla c..ca la imboccano immediatamente anche se si tratta di rubare perciò se uno lo vuole veramente in qualche modo ci riesce o almeno ci prova… escludendo ovviamente i casi di disagio assoluto la sat per cominciare a giocare se la possono permettere tutti e quando un ragazzo promette sono tanti i maestri che li fanno giocare più ore gratuitamente o a basso costo… se continuano a promettere ci sono poi i raduni fit, i campi estivi gratuiti fit, i tornei eta pagati dalla federazione ed ora anche i raduni di progetto tennis ma non solo.. considera che ad un certo punto anche il figlio di un benestante ha bisogno degli aiuti fit e/o sponsor perchè 70/80 mila euro all’anno solo per far giocare a tennis il figlio li può spendere solo berlusconi perciò io dico che quello che serve è una buona cultura sportiva dopodichè una propaganda seria che faccia conoscere le possibilità reali che può dare questo sport e dopo andremo a leggere…. purtroppo questo non viene fatto a mio parere perchè nel momento in cui il tennis dovesse raggiungere lo status di sport di massa si creerebbero troppe alternative low cost con conseguenti problematiche ai circoli e forse poi a quel punto qualcuno comincerebbe a metterci il naso con conseguente perdita di potere della fit centrale.. tutto ciò però non significa che a livello pvt non si possa provarci e qui da noi storie tipo quelle di aravane rezai non ne ho mai sentite…

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