Genitori & Figli 2, capitolo sesto
La solitudine del tennis player
(e del Genitore)

 
11 Gennaio 2009 Articolo di Stefano Grazia
Author mug

“Si vive e si muore in base ai numeri.
Per certa gente la tua identità è la tua posizione nel ranking.
Ho sentito una volta uno chiedere a un giocatore: Come va?
E lui: Bene, sono Numero 29 questa settimana.
Non: Sono felice o Sono depresso o Vado avanti giorno per giorno.
No,solo: Sono Numero 29, come se questo spiegasse tutto”

(Bill Scanlon, 1983, dal libro Short circuit)

Virtual Tour 2009: let’s get started!

“E’ veramente dura. Non è così glamour come può sembrare dal di fuori,
Viaggi il mondo ma sei confinato nella tua camera d’albergo”

(Patrick Rafter,2000)

“Vivere sulla strada suona fantastico.
La gente pensa che tu sia in giro per i parties tutto il tempo,
bevendo e flirtando. Quello che non sanno

è che per la maggior parte del tempo sei da solo”

(Mel Purcell, 1983, dal libro Short Circuit)

Non vi è mai capitato di sentirvi soli? Di essere circondati da persone ma di non sapere di cosa parlare? O meglio, voi lo sapete benissimo ma sono loro, gli altri, che non sanno di cosa state parlando voi. Magari vi ascoltano con un sorriso di cortesia per qualche minuto e magari riescono anche a farvi un sorriso di cortesia e a piazzarci More…anche un ‘però!’, ma dallo sguardo vacuo vi rendete conto che non hanno la minima idea di quel che state blaterando. Se è vero che la gente si riconosce e si mischia con quelli dello stesso branco, sto trovando particolarmente difficile qui, ai Confini dell’Impero, in questa metropoli africana del West Africa e dove si passa nello spazio di 100 metri dall’eta’ del razzo a quella della pietra, trovare il mio gruppo di appartenenza. Non e’ tanto il fatto di essere tennista il problema ma quello di essere Tennista e Genitore di Tennista Agonista. Altro che solitudine del maratoneta, se ci pensate anche i tennisti,gia’ di per se’, vivono una esistenza raminga e solitaria mica da ridere. Pete Sampras era conosciuto come ‘coso, quello che gioca sempre a tennis (the tennis kid)’, e sentite cosa scrive,con l’aiuto di Peter Bodo, nella sua biografia A champion’s mind, parlando di quel che succede anche dopo un incontro vinto di Coppa Davis, in fondo l’unica occasione per un tennista di sentirsi parte di una squadra: “Dopo la celebrazione, ognuno va per la sua strada, Non viaggi nemmeno insieme perchè di solito ognuno ha destinazioni diverse per il prossimo torneo. E’ come quel classico film western, “I Magnifici 7″: siete un gruppo di pistoleri che si mettono insieme per salvare il villaggio e sconfiggere i cattivi. E poi a lavoro fatto, compiuto, te ne vai lungo il sentiero. Come quei pistoleri, sei un solitario. Un tennis player (Then when the job is done, you all drift down the trail. Like those gunfighters, you’re a loner. A tennis player.)”

Ma anche i Genitori di Tennisti non scherzano e corrono il rischio di vedere la loro vita sociale ridotta ai minimi termini. Per esempio quando siamo tornati in Nigeria, l’anno scorso,all’inizio tutto e’ filato liscio e anzi abbiamo avuto piu’ vita sociale nei primi quindici giorni a Lagos che in quasi 5 anni a Luanda. Poi e’ ricominciata la nostra Routine Tennistica e a poco poco intorno a noi si e’ creato il vuoto. Non e’ che siamo diventati dei paria ma per naturale mancanza di affinita’ elettive col resto della Tribu’ di Espatriati la nostra social life si e’ azzerata: non piu’ cene, feste, doppi con gli amici,organizzazioni di tornei e Doppi Gialli…E chi ne ha piu’ il tempo e forse neanche la voglia? Negli ultimi sei mesi di Angola avevamo stretto amicizia con una coppia di francesi soprattutto perche’ il figlio, dell’eta’ del mio, giocava anche lui bene a tennis e anche lui era allenato dal padre, ex seconda categoria che aveva una volta strappato un set ad Escude’. Era stato facile trovare subito punti di contatto e passare tutti i fine settimana insieme sul campo da tennis. Ma qui a Lagos se da un lato abbiamo tutto quello che ci mancava a Luanda (strutture tennistiche, palleggiatori, logistica…), dall’altro, mancando completamente l’occasione di un circuito junior che permetta di incontrare altri esser umani con le stesse perversioni, abbiamo scoperto di essere davvero soli su questa strada che sia pur lastricata di buone intenzioni sembra volerci condurre all’Inferno delle Relazioni Sociali. Certo voi mi raccontate di Genitori che si scambiano insulti e giungono talvolta anche alle vie di fatto, ma confesso che e’ piu’ triste ritrovarsi da soli e anche pieni di dubbi visto che nessuno e’ in grado di dialogare con noi di quello che piu’ ci piace (la videoanalisi, maleducazione e personalita’, tornei internazionali junior in italia, la periodizzazione, cicli e mesocicli della preparazione atletica, dell’infortunio di Miccini …) Proprio su questo Blog abbiamo visto Chloe e Mad Max giungere al termine di percorsi tutti personali a una sorta di ammirazione intellettuale reciproca, segno che il tennis può unire caratteri diametralmente opposti, segno che chi parla di tennis può parlare anche di altre cose (cinema, letteratura, arte, fumetti … perfino di calcio) ma se quelli che possono parlare di tutto il resto, non sanno di cosa stiamo parlando noi, amanti di tennis e per di più Genitori di Figli Tennisti,che senso ha?

Forever trusting who we are
And nothing else matters
(Metallica, il cui batterista Lard Ulrich
è il figlio di quel Torben Ulrich,
famoso guru del tennis dei gesti bianchi)

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161 Commenti a “Genitori & Figli 2, capitolo sesto
La solitudine del tennis player
(e del Genitore)”

  1. something blue scrive:

    leggendo questa tua introduzione al tema , Stefano, proprio perchè sono una estranea ma riconosco i sintomi, mi sono non poco preoccupata. Ti direi di sbrigarvi subito tu, tua moglie e tuo figlio a fare un repentino cambio di rotta prima che la vostra giusta ambizione per il futuro del bambino si trasformi in una ossessione familiare che tutto divora anche i valori più profondi di una vita che per essere felice, piena, serena non può fare a meno dell’amicizia gratuita di quella che nasce da affinità profonde delle personalità e del modo di vedere la vita. Quella che descrivi con i genitori francesi sembra più quel sentimento che nasce tra colleghi di lavoro e che raramente va oltre.
    Ti dico queste cose perchè mi sembra tu sia una persona intelligente che si dibatte nelle sue contraddizioni e le offre innocentemente in pasto a noi lettori che ti dobbiamo un’opinione sincera e rispettosa.
    Mi viene in mente che per fare di proprio figlio un campione si può essere come papà Williams o come i genitori di Federer che invece di programmarlo gli hanno offerto delle opportunità finche lui ha scelto da solo che preferiva il tennis al calcio, e poi c’era la scuola che per loro veniva prima di tutto. Poi la storia è andata come è andata. Quello che voglio dire è: fermati in qualche posto nel mondo dove ci siai per tuo figlio una buona scuola tennis, dagli l’opportunità di crescere come giocatore e come persona mettendolo con continuiità (non poche settimane l’anno) accanto a persone che siano anche degli educatori oltre che dei buoni tecnici, non cambiare continuamente riferimenti perchè i bambini hanno bisogno di stabilità, e se emerge ha la possibilità in ogni posto del mondo di divenire un campione perchè il tennis è lo sport più internazionale che esista. in ogni caso non lo esporrai e non esporrai la tua famiglia al dramma della delusione se il piccolo non diverrà un campione e non sentirai tra 5 o 6 anni, quando tutto si sarà chiarito, quel vuoto, quella perdita di senso tremenda che inevitabilmente si prova quando viene meno un grande obiettivo così ossessivamente perseguito da divenire ragione di vita.
    Una ultima considerazione: è evidente che il tennis è una tua grandissima passione e ovviamente non devi rinunciarci, devi però chiederti quanto questa passione stia condizionando il futuro e il presente di tuo figlio, lo allontani da amicizie normali, da una socialità normale, dal divenire un adolescente e poi un adulto intellettualmente curioso che abbia molte altre possibilità oltre al tennis, perchè ha interessi e sa stare con la gente, di costruirsi il proprio futuro secondo le proprie inclinazioni e capacità. Che poi non è il senso stesso dell’essere buoni genitori?
    Ti chiedo ancora scusa per queste parole che forse ti giungeranno irrispettose, ma sono scritte di getto e con vera empatia. Anna

  2. Stefano Grazia scrive:

    Mattino di un giorno di transito, qui nella business lounge della lufthansa a frankfurt…Nicholas ed io stiamo ritornando a Lagos e mentre aspettiamo il volo per la capitale nigeriana butto lócchio sul Blog e leggo il post di Anna, aka something blue, e oltre a ringraziarla per lémpatia voglio anche rassicurarla: forse e’capitata qui per caso e non ha mai letto di G&F e i miei duemila posts e articoli sull’argomento e soprattutto sul delicato e spero splendido rapporto (”nicky,cosa siamo io e te?” gli chiedo da quando ha tre anni,”Proprio una bella coppia!” é la risposta in codice)che ho con La Canaglia di Lagos. Sulla Solitudine del Tennista non é peró che mi illudo e il mio discorso verteva sempre sulla differenziazione fra Colui che ambisce a diventare al massimo Giocatore di Club e invece Colui che ambisce a divenire un Top 100: un discorso che si estende anche a tanti altri sports…Comunque che io ho giá vissuto giocando prima a rugby (in un”epoca in cui il Rugby non se lo filava nessuno se non pochi rodigini e aquilani) e praticando il windsurf poi…Certo, ti fai degli amici in quell”ambiente (che magari culturalmente non é nemmeno il tuo)ma ti ritrovi a parlare del Nulla con tanti amici che non sanno cosa significhi la magia di trovarsi nel buco (ma no, cosa avete pensato…il buco nel rugby é quello creato con una finta: l’avversario che l#ha bevuta va in una direzione e tu ti butti nel buco che si é venuto a creare con la tua finta)o perché passi il tempo ad aspettare il vento e scruti il mare in cerca delle “ochette” … Ed ora stessa storia con dritti e rovesci e videoanalisi… Poi io mi difendevo-e mi difendo- sempre attaccando: io parlerei anche di altre cose, -gli dico scherzando ma non troppo-di cinema, di letteratura, persino di musica e fumetti d’autore ma voi siete un branco di ignoranti … (Magari anche questo non aiuta a mantenere le vecchie amiczie…) MA NON PRENDETEMI TROPPO ALLA LETTERA: ci siamo trovati, Claudiotn ed io, in compagnia dei nostri cari, e abbiamo parlato appena un po# di tennis e tanto di altre cose, sciando fuoripista fra i piloni delle Malghette (una volta sciavo fra i Piloni della Belva -alias Belvedere, nel senso della seggiovia, e dal punto di vista del nome era tutto molto pioú epico, ma ora non si puó piú, lanno proprio chiusa e recintata…) e insomma divertendoci senza asfissiarci di tennis ma proprio perché probabilmente sapevamo, annusandoci, di appartenere alla stessa tribú..É questo che intendevo dire… La cosa-riconoscere qualcuno con le stesse Affinitá Elettive- per me, in Africa, in un micromondo artificiale di cui vi ho giá parlato, é un po’ piú difficile … E comunque Anna, ti ringrazio per il sincero affetto (da blogger) che trapela dalle tue parole…

  3. Mauro scrive:

    Il mio primo pensiero alla lettura di questo articolo, è stato il pensare alla vita sociale.
    Noi, io e la mia famiglia non amiamo molto la mondanità, tanto è vero che abbiamo da 2 anni deciso di trasferirci in campagna. Con questo non voglio dire che non amiamo la gente, solo che preferiamo, Stefano mi perdoni, prenderla in dosi omeopatiche.
    Il tennis di nostra figlia, in questo contesto, ha rappresentato per noi un coinvolgimento più assiduo nella società. Tutto è relativo quindi.
    Per il resto, lo dico a beneficio dei nuovi, abbiamo adottato per il tennis di nostra figlia, la via di mezzo, ovvero 2 ore circa di attività giornaliera(tempo permettendo) per metterla in condizione a 14 anni di poter fare una scelta senza per questo precludere nessuna strada.
    Ho apprezzato il post di Anna, molto equilibrato e rispettoso e spero che anche Lei voglia raccontarci delle sue esperienze.

  4. madmax scrive:

    cara anna non sono per nulla d’accordo con quanto hai scritto…. e questo perchè a mio parere il vero problema (che però da altri vantaggi) è vivere in africa e non il giocare a tennis…vivesse in italia pur allenandosi 4/5 ore al giorno il tempo per amici veri che nicholas potrebbe oltretutto scegliersi (e non gli unici che trova e che sono poi gli altri figli di espatriati a cui però il tennis non importa) l’avrebbe eccome, insieme alla sua vita sociale ed a quella dei propri genitori..

    proprio ieri (questo week end la vavassori era chiusa per un concerto che si è svolto all’interno della struttura) insieme a mirmidone ed un’altra famiglia ci siamo ritrovati con le bambine per farle allenare insieme e poichè erano solo in tre ad un certo punto il nostro eros si è smesso la tuta per entrare in campo e giocare con loro loro un bellissimo set di doppio dove tutti ci siamo divertiti moltissimo e dove le bambine si sono sentite completamente a loro agio (perfino mia figlia che per una mia grave mancanza non ne aveva mai giocato uno o quasi…). dopodichè tutti insieme (eravamo tre famiglie) siamo andati a mangiare in un ristorantino di fianco al circolo con le le bambine che hanno mangiato e sono subito sparite, risaltando fuori solo alla fine quando le abbiamo trovate sulla passeggiata in riva al lago a cantare. anche le mogli si sono appartate per chiaccherare allegramente mentre noi poveri padri abbandonati abbiamo proseguito nei nostri discorsi… ne mogli ne figlie hanno mai parlato di tennis mentre noi abbiamo continuato a rimanere nell’ambito dello sport in generale solamente perchè il terzo papà è un ex calciatore di serie A ora dirigente… detto questo alla fine ci siamo riproposti di ripetere l’esperienza segno che cmq ci siamo tutti divertiti (e già sono scattati gli inviti per far dormire le bambine a casa delle altre) oltre al fatto che essendo tutte e tre under 12 quest’anno gireranno spesso insieme per i vari tornei eta.

    aggiungiamo poi che amici veri nella vita non è facile trovarne in qualsiasi ambiente perciò ben vengano anche queste situazioni magari provvisorie, l’importante è passare del tempo in buona compagnia con i bambini in pieno relax e completamente a proprio agio.. la solitudine o “l’emarginazione” la passano spesso anche i più bravi a scuola, i così detti secchioni che al massimo potranno unirsi ad altri del loro stesso livello ma restando comunque ai margini del resto del gruppo… da sempre chi eccelle viene prima allontanato per essere poi adulato (anche da false e interessate amicizie) da tutti..

    la botte piena e la moglie ubriaca non si puà avere e questo è il prezzo da pagare, ma d’altronde in qualunque situazione ci si troverà prima o poi un prezzo da pagare ci sarà, perciò che ognuno decida quello che per le proprie idee è il più basso…

  5. laura scrive:

    sono anch’io mamma di un tennista che ora ha 20 anni e nel tennis ha trovato la sua dimensione di vita. Ha trovato amicizia impegno serietà maturità e soprattutto , cosa molto importante per me serenità e una strada da percorrere per trovare in futuro un’occupazione.(penso realisticamente che le grandi vette agonistiche non siano più il suo obiettivo e penso che anche noi genitori abbiamo messo da parte queste velleità). parlo dunque di una scelt a che è stata fatta troppo tardi per quanto riguarda nostro figlio ma che rimpiangiamo molto perchè era un ragazzo che aveva bisogno di una unica cosa, dimostrare a se stesso e agli altri che in una cosa era capace di impegnarsi a fondo ed era il tennis. MI è dispiaciuto molto (potete immaginare il mio stato d’animo ) quando mio marito ha preso la decisione di ritirarlo dalla scuola e iscriverlo in accademia ma credetemi è sata la cosa migliore pertutti . Per Nik come ho detto è stato una boccata d’aria (Ringrazio per questo anche l’ambienete che ha trovato)e un impegno fisico in cui ha sfogato tutte le sue energie che a scuola invece liberava fino a divenire il classico bullo indifferente a tutto anche alla mia sofferenza nel vederlo insoddisfatto, rabbioso angelico a casa e negli altri ambienti (anche all’oratorio si verificarono spiacevoli episodi con ‘allenatore di calcio e il Don)un’atra persona facilmente influenzabile e senza stabilità emotiva. per farla breve , mio figlio non diventerà un campione di tennis , ma nel tennis ha trovato il suo equilibrio e non chiedetemi perchè ,come e se la ricetta è valida per tutti so solo che essere genitore significa anche rinunciare a sogni di gloria per il proprio figlio (io ho dovuto rinunciare alla sua formazione scolastica, ma spero sempre che possa riprenderla quando ne capirà l’importanza) e scoprire piacevolmente che tuo figlio è un ragazzo di una intelligenza non catalogabile tra quelle stereotipate dalla scuola italiana ma da una intuizione e sensibilità particolari che lo hanno spinto a scegliere la cosa più adatta alla propria maturazione. Che dirvi d’altro spero di non essere stata noiosa e che la mia esperienza possa essere utile anche se mio figlio Nik ha ormai superato l’età dei vostri e ora ha delle scelte da fare per concretizzare anche dal punto di vista economico il suo futuro;papà ci sarà ancora per un po’ ma non per sempre! Ecco , posso dirvi che ora spero che mio figio diventi un bravo coch ma anche questra strada sembra molto impervia e non so sinceramente quali esperienze fagli fare ,se mandarlo all’estero(dove America ? spagna?) iscriverlo a corsi per istruttore o altro,(ma senza titolo di studio !).Vedete che anch’io mi dibatto in dubbi e scelte non facili e particolarmente pesanti dal lato economico ma devo dire che mi fa molta tenerezza leggere i vostri post e un po’ mi rammarico di non aver capito subito quello che Nik con il suo comportamento mi chiedeva da tempo .;forse gli ho tarpato le ali costringendolo nell’adolescenza alla classica routine di tutti i ragazzi ma avrei avuto bisogno di un po’ più di coraggio e fiducia in lui- questa è la morale :dovete avere sempre fiducia nei vostri figli .sono molto più intelligenti di noi e per istinto sanno sempre distinguere il meglio per loro ascoltateli con le orecchie e con gli occhi ‘il cuore certe volte sbaglia!

  6. laura scrive:

    PS: RIleggendo il mio post non vorrei sembrare la classica madre italiana piagnona ,e patetica; al contrarioi miei figli mi considerano un’eccezione perchè non sono stata con loro per niente apprensiva. Non hanno del tutto ragione perchè invece con l’ultimo, cocco di mamma, ho fatto il contrario

  7. wik scrive:

    Io parlo col campo, figuratevi :-)
    e mi trovo pure bene

  8. madmax scrive:

    GRAZIE LAURA….. ed ora certamente un po’ più di tempo per decidere ce l’hai…. certamente l’esperienza in accademie italiane (prima) e straniere (poi) le deve assolutamente fare (almeno un anno per ciascuna e questo per far si che possa conoscere ed imparare un ciclo completo di lavoro) dopodichè sarà pronto per partire… magari ora nel tempo libero potresti anche fargli leggere gli oltre 3000 post da noi scritti che male non faranno anzi… ovviamente non sarebbe male la scuola serale (anche pvt) poichè purtroppo le qualifiche più alte in mancanza di risultati di livello internazionale ottenuti sul campo necessitano di un titolo di studio o cmq è determinante per l’accesso ai corsi

  9. andrew scrive:

    Laura…

    beh, io non credo sia una buona idea indirizzarsi a 20 anni alla carriera di coach. Credo invece che sia necessario prima aver completato una carriera di atleta, nei limiti economici e nella categoria di gioco più alta raggiungibile dalle proprie capacità-attitudine. Questo per affrontare, magari con ottica di futuro coach, il maggior numero di esperienze di giocatore.
    Questo non significa che non possa parallelamente cominciare ad accumulare esperienze quali il palleggiatore o studi pertinenti al futuro progetto di coaching…

    Insomma, qualche altro annetto di impegno agonistico io non lo disdegnerei…

  10. something blue scrive:

    non è facile farsi comprendere, Stefano, hai ragione. Io non ho assolutamente sostenuto che è sbagliato ascoltare i propri figli e assecondare le loro inclinazioni più profonde, al contrario! Ma queste inclinazioni debbono, diciamo, essere almeno al 70% le loro e non quelle dei genitori, altrimenti, ma quello che dico non è nuovo, se ne fa degli infelici. Laura avrebbe dovuto assecondare la passione profonda del figlio, la madre di una mia amica non avrebbe dovuto precluderle il conservatorio (che lei stessa peraltro aveva frequentato) impedendole così di coltivare in modo adeguato il suo grandissimo talento, con relativa successiva infelicità e di esempi così ce ne sono milioni, purtroppo: genitori convinti fermamente e in buonissima fede di fare il bene dei figli che alla resa dei conti si scopre che hanno precluso loro delle strade importantissime…
    Ma, appunto, non è quello che ho sostenuto, per fortuna.
    Quello che ho sostenuto, e spero ora di essere più chiara, è che, oltre a non fare l’errore di non assecondare le inclinazioni profonde dei propri figli, i genitori devono fare anche un altro sforzo: non trasferire sui figli le nostri inclinazioni profonde, le nostre aspirazioni, il nostro vissuto tanto da perdere di vista, ancora una volta, cosa ci dice il bambino, cosa vuole fare lui veramente.
    Entrambi gli atteggiamenti sono certamente sbagliati ed entrambi derivano, come ha notato giustamente Laura, dalla incapacità di ascoltare i nostri figli, di ascoltali veramente.
    Ti ho detto di getto quelle cose, Stefano, perchè ho avuto immediatamente l’impressione, che poi mi è stata confermata dalla lettura di diversi tuoi altri post, che tu sia estremamente coinvolto e forse potresti avere perso un po’ di vista cosa vuoi tu, cosa vuole tua moglie e, soprattutto, cosa vuole Nick. D’altra parte le discussioni che hai aperto in questo blog ruotano tutte attorno ai tuoi dilemmi di genitore, il che indica che cerchi dei consigli, ma poi, seguendo l’andamento del discorso, si ha un po’ l’impressione che in realtà cerchi soprattutto delle conferme a quello che già pensi mentre sei un po’ infastidito dalle opinioni diverse dalla tua…
    Vorrà dire che, tuo malgrado, sarò il tuo Grillo Parlante…

  11. anto scrive:

    Questo editoriale è semplicemente illuminante……chapeau!

  12. Gus scrive:

    Ciao,

    come sempre si ruota intorno al problema della selezione del talento e della solitudine dei genitori nell’affrontare questa tremenda scelta da soli.

    In questo la scuola ha le sue indubbie mancanze, senza voler ogni volta buttare la croce sulla scuola. Ma oggi mancano proprio tutti i presupposti per cercare e selezionare i talenti, che è una cosa difficile. Tutto quindi è nelle mani dei genitori che però non sempre hanno tutti gli elementi per capire e hanno tutta una serie di coinvolgimenti emotivi con cui fare i conti.

    Per il resto condivido molto quello che a proposito della situazione di Stefano ha detto Max oltreche l’ultima parte del post di “some” che mi sembra colga anche alcuni aspetti psicologici del comandante che mi sembrano abbastanza corretti.

    Gus.

  13. madmax scrive:

    anna guarda che qui l’abbiamo sempre sostenuto tutti quello che dici ma converrai che se tutti facessero come dici tu o non ci sarebbero più tennisti professionisti o la carriera da professionista dovrebbe cominciare a 30 anni… peccato che essendo un business chi guadagna di più oltre a giocar bene deve anche essere giovane e bello e possibilmente sexy e poco vestito…. pena? gli sponsor scappano, perciò o ti sta bene così o fai altro!! oltretutto credere che nell’animo bambini di 10 anni possano sapere esattamente cosa è giusto per loro mi sembra una bestemmia… dopodichè essere un genitore è molto difficile perciò credo che ognuno (appunto perchè come sai anche tu siamo tutti in perfetta buona fede) debba fare come crede meglio e non c’è nessuno che in questo mestiere può dare consigli (anch’io a volte ho sbagliato esprimendo fortemente il mio pensiero) anche perchè spesso le situazioni sono molto diverse tra loro… gli unici pareri che ci devono interessare sono quelli che ci daranno i bambini tra qualche anno e sarà solo in quel momento che capiremo se abbiamo agito correttamente o meno… incrociamo le dita…

    per quanto riguarda laura da come ha scritto il figlio non ha ancora completamente abbandonato l’agonismo pensa solo realisticamente che livelli d’eccellenza non siano più alla sua portata ma questo non credo voglia dire che smette subito….a meno che sia un discorso economico ed allora… cmq anche alla vavasori ci sono dei coach giovani che ogni tanto giocano….

  14. zio tony (quint) scrive:

    stefano, in attesa del recupero degli “infortunati” mi sembra che come rinforzo di gennaio hai fatto un grandissimo acquisto con something blue…

  15. Archipedro scrive:

    Beh, Gus, la cosa è immediata, basta portarla in un campo d’atletica, o dove trovi una qualsiasi corsia di circa “trenta metri”. Dopo un congruo riscaldamento, ed una sessione di stretching, le fai fare una serie di ripetute e la riprendi frontalmente, da entrambi i lati e da dietro.
    Quindi pubblichi il video su es. Facebook, in modo che da “amico” io lo possa vedere (in FB deve stare sotto i min.2). O su “You Tube”, se non hai problemi particolari di privacy.
    E da lì partiamo a ragionare insieme.
    Sulla pallavolo ed atletica: in quarta liceo praticamente facevo solo allenamenti di pallavolo, pochissima atletica. Pur tuttavia in Primavera ho vinto gli studenteschi dell’alto (2.03 - differenziale di 0,23) ed avevo 6.40 nel lungo e 13.50 nel triplo: discipline dove la forza esplosiva elastica è tutto. Ma non ero velocissimo: ero solo reattivo. Non correvo ma balzavo. Con la pallavolo si lavorava molto sulla pliometria (soprattutto gradoni) ma poco sulla velocità: per quella dovevo compensare da solo a Paderno: però grazie alla corsa veloce avevo es. una difesa a terra da serie A. Ed è per questo che tua figlia deve saper saltare ma anche correre bene.

    p.s. Da Sabato sono Consigliere Provinciale FIDAL: non più un semplice genitore che pensa solo a suo figlio. V’invito a diventare dirigenti, nelle Federazioni di riferimento, per migliorarle. Se ne siete capaci… Oppure a creare il vostro VAFFA-QUALCOSA.

  16. Gus scrive:

    Per il lavoro da coach di Nik:

    Il ragazzo ha ora 20 anni e credo possa capire meglio di un adolescente quanto sia importante per lui lo studio. Per fare il maestro, il coach, il dirigente, anche nel tennis serve studiare e per poter studiare occorre avere degli elementi di base per poterlo fare e non credo sia sufficiente saper giocare bene. Quindi potrebbe essere interessante, alla sua età e se possibile, trovare una scuola, magari all’estero di madrelingua inglese e continuare a giocare a tennis a livello agonistico, affinchè possa fare uno e l’altro. Se capisco bene ha la licenza di scuola media (perché altrimenti il problema si porrebbe in termini decisamente diversi) e quindi si potrebbe tentare una soluzione del genere. Credo che a 20 anni sia in grado di capire che qualsiasi strada passa dallo studio.

    Ha solo 20 anni e una vita davanti per costruirsi un futuro, visto che comunque sia, mi pare di capire sia in una famiglia che, per sua fortuna, gli consente di poterlo fare.

    Concordo in ogni caso con Max perchè in ogni caso maggiori esperienze fa a livello agonistico di medio alto livello e meglio sarà.

    Che livello è?

    In bocca al lupo.

    Gus.

  17. valeria scrive:

    Scrive mio figlio , 11 anni , in un tema in classe sull’amicizia ” ho molto poco tempo per stare con gli amici, ma mi piace cosi’ tanto giocare a tennis , che me lo faccio bastare” e aggiunge “quando sono molto stanco adoro la solitudine starmene sul letto leggendo Tex e ascoltando la musica” Il tema era molto ben scritto ma i contenuti non sono piaciuti all’ insegnante che forse avrebbe preferito resoconti di lunghi pomeriggi con gli amici a giocare alla play station (ognuno per se’). Giudizio: testo scorrevole e corretto ma povero di contenuti. Voto ; 6 Questa e’ la solitudine del bambino impegnato nello sport cioe’ quella che lui non prova ma che gli viene attribuita da tutte le persone che considerano l’ impegno sportivo una sorta di devianza. Diverso e’ il discorso sui “poveri genitori” ma ne parlero’ un’ altra volta…..

  18. Stefano Grazia scrive:

    Something Blue vuol essere il mio Grillo Parlante? Benissimo, ho sempre sostenuto che dalle opinioni,sensazioni, anche critiche altrui io traggo sempre motivo di nuova autocritica introspettiva
    Ma vorrei anche far capire che spesso io sono semplicemente gia’ l’Avvocato del Diavolo di me stesso e dico e mi dico addosso cercando di sviscerare il problema, osservandolo dai diversi punti di vista, e sul blog scrivo di getto senza censurarmi, a scopo catartico,esponendo un problema, magari anche una mia scelta, e motivandola ma non tralasciando tutti i dubbi che l’hanno circonstanziata…Sono dunque inaffidabile, come dice Chloe? Ma no, non credo…semplicemente parlo come penso, coi miei dubbi, vi dico tutto e il contrario di tutto, e poi prendo decisioni e spesso anche le sbaglio!
    Pero’ non mi sembra affatto di essere “un po’ infastidito dalle opinioni diverse” dalla mia”…come forse ritiene anche Gus (mi sembra colga anche alcuni aspetti psicologici del comandante che mi sembrano abbastanza corretti). Bisogna intenderci: se non mi trovo d’accordo con qualcuno, non e’ che necessariamente io debba essere infastidito o peggio inalberarmi: CERTAMENTE PERO’ NON EVITO DI ESPRIMERE IL MIO DISSENSO (non amo il politically correct, e quindi se non mi trovo d’accordo NON riesco a non dirlo come ahime’ molti amici hanno imparato a proprie spese.

  19. Stefano Grazia scrive:

    Dimenticavo: certo, ottimo acquisto quello di Something Blue ma anche quello di Laura. E su Chloe & Co vorrei comunque ritornare piu’ avanti.
    Comunque sono tornato e ho dovuto fronteggiare diversi problemi fra cui il fatto che il mio computer abbia fatto CRASH per la seconda volta in 12 mesi e sempre nel periodo natalizio (Ufficio chiuso, power che va e viene e spesso salta nonostante l’utilizzo di USB…mah!) e conseguente perdita di dati o comunque la scocciatura di risettare tutto e tutti…
    Questo per scusarmi se continuero’ ad essere poco ‘organizzativo’ ma anzi schizoide nell’esposizxione in questi primi giorni … Ho infatti diversi spunti da buttare sul fuoco della discussione ma vorrei anche che prima si cristallizzassero un po’ di opinioni sull’argomento della settimana …Brava infatti e per esempio Valeria. Hai capito cio’ che ho cercato di descrivere con la spesso anche la Solitudine-come ha fatto notare Max- di chi vuole eccellere in uno sport individuale …

  20. Stefano Grazia scrive:

    ERRATA CORRIGE: Brava infatti e per esempio Valeria. Hai capito cio’ che ho cercato di descrivere CON LA MIA BALBUZIE PSEUDONARRATIVA…Comunque per quanto riguarda la Solitudine, anche qui c’e’ solitudine e solitudine, come per esempio la Solitudine-come ha fatto notare Max- di chi vuole eccellere in uno sport individuale …

  21. laura scrive:

    Nik continuerà ancora la carriera agonistica perchè ha un padre che lo mantiene dal lato economico(non senza sacrifici)ma soprttutto ha la motivazione forte a migliorarsi come tennista e atleta.Le preoccupazioni per il suo futuro sono mie(te pareva!),Nik è ancora nella fase naturale dell’incoscienza giovanile. Di sicuro continuerò a battere su tasto istruzione ma finora fa orecchie da mercante- Da quello che posso aver intuito la formazione scolastica italiana non fa per lui. Vorrei tanto avere informazioni su come iscriverlo in una scuola americana(sa l’inglese e lo spagnolo).In italia ha la promozioe alla seconda ragioneria ed ha iniziato a giocare seriamente in accademia all’età di 16 anni dopo un’esperienza negativa nel circolo della mia città-(Vi consiglio di non aver legami con chi si occuperà di vostro figlio soprattutto amicali o di rapporti intercircolo) Da zero che era o perlomeno zero classifica ora è 3/3 e penso ragionevolmente che potrà ancora migliorare in classifica (mio marito dice che le classifiche non servono a niente!):io invece penso che se non haiclassifica nessuo ti prende in considerazione (solo qui in italia?)e comunque se ci sono a qualcosa serviranno (penso ai tabelloni tornei). Come vedete mi dimostro un po’ “ingenua” sull’argomento tennis ma io lo vivo dal piano sotto il vostro e non lo conosco se non attraverso la vita di mio figlio. Grazie per i vostri post che mi introducono più profondamente in questo mondo di ,…io vi chiamo TENACI . Il tennis è lo sport del diavolo ( cosi dice un vecchio tennista di mia conoscenza)

  22. something blue scrive:

    Caro Stefano, ho proposto degli spunti di riflessione che spero siano utili a te ed anche ad altri genitori, così come sono stati utili a me in passato. Posto che il tema dell’ascolto, dell’attenzione alla personalità dei nostri figli è decisivo per essere un buon genitore ed anche un buon genitore di un tennista, ti faccio una proposta che potrebbe essere per te ancora più catartica, apri una discussione sul tema “Cosa significa scoltare….i nostri figli, si accettano suggerimenti ed esperienze. E’ diverso ascoltare un bambino o una bambina che fanno del tennis agonistico ed invece uno che gioca a scacchi (p. es.mio figlio, ndr) o uno che va solo a scuola e gioca con la play station?” . ipeto che il tema non è come li vediamo noi, ma cosa ci comunicano loro se siamo capaci di sentirli….Che ne pensi? Magari scopriremmo tutti molte cose interessanti imparando a guardarli con lo scopo di ascoltarli e di farci ascoltare….
    con rinnovata empatia, Anna

  23. Archipedro scrive:

    Valeria, che bello il tuo post! Che mirabile spaccato esistenziale!
    E che brava sei tu a coglierne la dimensione apocalittica.
    Ma guarda, basta averle scritte, quelle parole, che di per loro sono la soluzione, sono la rivalsa. Quel 6 scorrevole é INTRISO di contenuti… fortunata tu, che hai quel figlio. E che capisci la differenza…

  24. Gus scrive:

    Caro Stefano,

    non era questo il punto a cui mi riferivo e che era esattamente l’escluso del mio abbastanza :-)

    ma questo:

    “D’altra parte le discussioni che hai aperto in questo blog ruotano tutte attorno ai tuoi dilemmi di genitore, il che indica che cerchi dei consigli, ma poi, seguendo l’andamento del discorso, si ha un po’ l’impressione che in realtà cerchi soprattutto delle conferme a quello che già pensi…”

    Che a me come genitore sembra più interessante e che mi sembra emerga dai tuoi post. Naturalmente è un impressione per cui potrebbe essere anche sbagliata. Non è facile comprendersi pienamente senza vedersi.

    Anche per me non vale molto il “buonismo”, per cui siamo d’accordo sul resto e poichè io faccio della lealtà un valore da me nessun colpo basso verso nessuno.

    Io mi aspetto che qui se qualcuno non è d’accordo lo dica apertamente.

    L’importante è fare molta attenzione (lo dico in generale e non a te), perchè qui c’è solo comunicazione scritta, manca del tutto la comunicazione non verbale e quindi è molto ma molto facile essere fraintesi.

    Sul fatto che qualcuno ogni tanto si “arrabbi”, se il confronto è aperto e leale non è che ci sia molto di cui preoccuparsi; anzi è un modo come un altro per conoscerci meglio ed eventualmente agire di conseguenza.

    La passione scalda e anima.

    Un abbraccio

    Gus.

  25. fulvio scrive:

    ho letto il primo interessantissimo pezzo di Something e devo dire che anche io ero in quelle condizioni,sapere quello che mio figlio davvero avrebbe voluto per se.certo senza vergogna ammetto che all’inizio ero forse più io che lui a ‘’spingere” in quella direzione,direzione pericolosa,perchè come tutti sapete noi genitori siamo in stend bye…..gli altri ci aspettano al varco,siamo criticati invidiati e spesso ”marcati a vista” da quelli che poi in realtàavrebbero voluto essere nei nostri panni,ma che per una moltitudine di cose non ci sono riusciti.certo le compagnie,il crescere i propri figli come gli altri…..: come gli altri? macchè sono cresciuti sapendo il valore del lavoro della fatica e dei grossi impegni che la famiglia ha dovuto fare per ….assecondarli in quasi tutto.ancora oggi mio figlio che ha 21 anni prima di fare una spesa,tipo il cellulare nuovo,mi interpella per chiedere se può farlo,si perchè io gli ho sempre insegnato a dar valore ai soldi in qualunque caso,e dire che oggi di cellulari con quello che guadagna può comprarsene 1 al giorno.però,dico però il mio occhio è sempre attento e lui lo sa!per finire dico,non avrà avuto l’adolescenza degli altri,ma certamente neanche gli altri hanno avuto la sua,e non è poco credetemi,dal momento che a 18 anni sapeva almeno oltre che l’italiano (male) anche l’inglese,il francese e lo spagnolo!

  26. Elettra scrive:

    Mia figlia è sempre stata una ribelle refrattaria a tutte le regole, il suo curriculum scolastico non era certo esaltante, da quando gioca a tennis seriamente si è trasformata.
    Il tennis le ha insegnato la disciplina, l’applicazione costante e l’organizzazione della giornata, abbiamo combattuto con i professori per questo, ma alla fine abbiamo avuto ragione noi e frequenta con successo il liceo scientifico, impensabile.
    Per apprendere regole e sacrificio ti deve piacere quello che fai ed allora, lo applicherai in tutti gli ambiti, anche nella scuola.
    Sembra fuori tena, rispetto all’argomento, ma non lo è. La solitudine nasce dal rifiuto di omologarsi, esiste un solo modo giusto di intendere le cose e tutto ciò che è differente è sbagliato.
    Se scegli di far praticare un’attività sportiva seriamente a tuo figlio sei un cretino, perchè pensi che sia un campione e non ti sei accorto che è un brocco non avendo vinto uno slam ad otto anni, perchè il bambino non ha un’anima ed un pensiero suo, deve essere per forza indotto.
    Qunado mi sono iscritta all’università nessuno ha preteso da me che diventassi il numero uno al mondo, mi hanno aseecondato ed io avevo alcune qualità eccezionali ed alcuni difetti riconoscibilissimi, ma era la mia strada.
    Ora sono un’ottimo professionista che non sarà mai il numero uno perchè i miei difetti non me lo consentono, ma non credo che per questo i miei genitori si siano mai pentiti di avermi fatto studiare.
    Allo stesso modo, non ho aspettative nei confronti di mia figlia, che come me ha un notevole talento per alcuni aspetti e grossi difetti per altri, aspettiamo e vediamo, ma troverà la sua strada.
    La solitudine nasce dall’avere il coraggio di fare scelte non convenzionali quando è il caso a prescindere dal risultato.

  27. atti scrive:

    Mah .. chi so io direbbe che comunque.. in Italia nei circoli non sei mai “solo”, c’è sempre la coppa a squadre che cementa il gruppo dei ragazzi… e volendo dei genitori… basta adottare lo spirito dei “clubs” … e poi la FIT che ti organizza anche PIA CUP la Coppa delle Province .. la recente COPPA D’INVERNO etc.etc (peraltro tutte utili per la crescita agonistica).
    In realtà Stefano come sempre hai toccato un argomento importante… si essere in Nigeria è molto complicato penso.. ma anche da noi non è cosi’ semplice; frequentando lo stesso ambiente (circolo) puoi addirittura passare anche l’ultimo dell’anno 2008 in mezzo ad una nevicata fra 5-6 coppie di agonisti e relativi figli (+ altre coppie “diversamente interessate”) … ma sono situazioni casuali.. mentre se parliamo di tennis è difficile anche fra genitori trovare idee ed obbiettivi condivisi …

    Parlando di solitudine agonistica, nella mia piccola esperienza mi sembra che la maggior parte di noi genitori (e dei ragazzi) inizialmente non ha ben chiaro l’obbiettivo e/o come raggiungerlo, è un percorso in cui si è soli fin da subito… quindi anche certe valutazioni iniziali ci possono far credere di essere al TOP e ben accompagnati, ed in effetti ad esempio, nel ns. caso siamo a buon livello (il tempo dirà se sufficientemente alto); in realtà, e quì parlo in generale, spero di sbagliarmi, ma grande è il “rischio” di prolungare “l’agonia” con false illusioni, soprattutto verso i ragazzi …magari anche trascurando la scuola… credendo di essere nel treno/carrozzone che la strada è ancora lunga e non c’è fretta .. ma magari si è negli ultimi vagoni… ben lontani dalla locomotiva di testa …e ad ogni stazione riducono i vagoni
    ….ECCO QUESTA E’ UN LATO DELLA SOLITUDINE TENNISTICA/GONISTICA… POTRESTI RISCHIARE DI SCOPRIRLA QUANDO E’ TROPPO TARDI …
    ….ovvio che poi tutti non possono diventare campioni, che non basta fare bene il percorso e bla bla bla…pero’ chi ha un po’ di esperienza vissuta con i propri figli .. capisce meglio di cosa sto parlando.
    Mi viene in mente come esempio PINOCCHIO quando parlando con il gatto e la volpe si è convinto a piantare i suoi talenti nel campo dei miracoli.. che potevano moltiplicarsi lì…. Riuscire a non diventare il PINOCCHIO di turno è già un bel passo contro la solitudine …

  28. something blue scrive:

    Elettra, nel suo appassionato intervento, ci ricorda il valore educativo dello sport, a prescindere dai risultati che si ottengono, e ci parla anche dell’ascolto, quello dei suoi genitori per lei e il suo verso la figlia. Ci indica anche un tipo di solitudine diverso, quello che nasce dal non voler seguire il gregge, dell’avere il coraggio fare le scelte che si ritengonno più giuste anche se non sono convenzionali. Mi sembra che un simile atteggiamento alla lunga dovrebbe pagare e nella misura in cui ciascun ragazzo e ciascun geniore ama la compagnia del prossimo, essere portatore di buoni rapporti umani comunque.

  29. Stefano Grazia scrive:

    Something blue: non ho capito se ci stai leggendo da un po’ o solo da ora, e quindi in quest’ultimo caso non posso fare a meno di consigliarti (visto che tuo figlio gioca a scacci)un grandissimo film,Searching for Bobby Fischer (gli altri utenti del blog sanno che e’ uno dei miei film preferiti e che l’ho consigliato anche ai Genitori di Tennisti: storia vera e studio delle relazioni fra genitori, figlio prodigio,maestri e coaches …

    Gus: d’accordissimo su tutto, ed e’ vero che io scrivo per cercar spesso conferme (da qui il valore che do all’aneddotica, della serie: ma capita anche a voi che vostro figlio faccia questo e quello?) ma se queste conferme non le ho, allora mi interrogo e mi chiedo se sia possibile che sia io quello che sbaglia … Poi giungo alla conclusione e qualunque essa sia, anche se dovessi darmi ragione sempre, non inficia il valore che do all’importanza,anzi alla necessita’. della discussione.

    Fulvio! Anche mio figlio parla (male) l’italiano, benissimo l’inglese (ma nello spelling sono ancora piu’ bravo io, e’ incredibile come l’ortografia sia considerata secondaria almeno fino ai 13-15 anni nelle scuole americane/internazionali…),un po’ di portoghese, e poi a scuola francese e dal prossimo anno spagnolo (piu’ vari slang: pidgin english, portoghese da rua, yoruba, igbo, dialetto bolognese…e’ portato, gli farei fare,in italia, il linguistico…) … Allora, siamo sulla buona strada anche noi!

    Ragazzi, comunque non e’ che sto rimpiangendo nulla, sto solo constatando…e non e’ che possiamo scaricarci la coscienza raccontandoci sempre la versione personalizzata del meglio soli che male accompagnati…
    Probabilmente anch’io la penso poi cosi’, ma qui mi interrogavo, mi sembrava uno spunto degno di riflessione, non volevo certo farmi troppo compatire… Del resto ho sempre detto che se fossi in Italia mi darei da fare anch’io per trovarmi ogni tanto con alcuni di voi, andrei a trovare Mad Max al lago, organizzerei dei raduni… Ma poi possiamo cercare di convincere gli Altri per cercare di convincere Noi Stessi (possiamo cioe’ ‘contarcela’) ma comparato ad altri sports, certamente il tennis agonistico non lascia molto spazio alla socializzazione … E ogni sport individuale praticato da qualcuno che ha delle ambizioni comporta una serie di sacrifici,piccoli o grandi … Ora un campione della ginnastica, non ricordo chi, a chi gli chiedeva se aveva fatto fatica a imporsi tutti quei sacrifici, rispondeva di no, perche’ lui all’epoca non li aveva visti come tali, lui faceva quello che gli piaceva davvero fare … Certo, avere una mente dagli orizzonti un po’ limitati puo’ davvero aiutare, in questi casi … Il problema e’ se da un lato si vuole creare una persona dagli orizzonti sconfinati e poi al contempo costringerlo a rinchiudersi in un piccolo mondo chiuso quale puo’ essere in fondo quello di un Academy…Mi viene da pensare: ok, siamo ormai andati una decina di volte negli ultimi 5-6 anni negli US e siamo sempre andati in Florida…20 volte che siamo stati negli US e non abbiamo mai fatto il Coast to Coast, mai stati a Manhatthan, nel New England, nel Connecticut e nel Massachussets, o ad Ovest…a vedere il Grand Canyon…(prima, col windsurf due mesi a Maui, e gia’ mia moglie mi costrinse quasi con l’inganno a passare una settimana in California…) Alla fine viaggiano di piu’ mia cugina e suo marito, ogni anno un viaggetto o due in questa o quell’altra parte del mondo (la mia scusa e’ che son stanziale, non mi piace il tocca e fuggi, io in un posto ci voglio stare almeno un mese…e di solito ritornarci…)

    Sto sbrodolando, ho perso il filo…Tornando al Tennis: ho visto diversi articoli su Tennis, Match Point e 015 su Gianluigi Quinzi (e’ vero che e’ finito anche su Espresso o Panorama?) e la cosa che mi ha impressionato e’ la stazza…Magari sara’ l’effetto tele delle foto, non so, ma un anno fa quando scrissi che mia moglie sosteneva, avendolo visto a Bradenton, che ormai Gianluigi era piu’ alto di leiu, si sollevo’ una mezza rivoluzione…A me in foto sembra un quattordicenne come minimo, soprattutto se comparato al mio nanetto (che pure dall’anno scorso e’ cresciuto assai…)… C’e’ qualcuno che conosce le sue misure? E quelle di Sasha Merzetti ?

  30. madmax scrive:

    atti dice una grande verità ed è questo uno dei motivi sulla necessità di avere la “famosa” guida michelin tennistica..

    dopodichè visto che noi genitori in qualche modo dobbiamo pur sopperire a questa mancanza ho trovato sempre sbagliato quando anche alcuni tecnici “bacchettavano” stefano reo di girare un po’ troppo per circoli, accademie e coach non dando a nicky una figura fissa e certa tennisticamente parlando…. e questo non perchè ciò sia di per se sbagliato ma perchè per chi non sa, il girovagare è l’unico modo per cercare di capire e sbagliare il meno possibile…

    io stesso prima mi sono addirirttura trasferito e poi nonostante mi trovassi in un’accademia di valore acclarato ho sempre cercato di conoscere cose nuove e di guardarmi in giro “spinto” anche da vavassori stesso (e questo già la dice lunga sulla differenza con la maggior parte dei circoli), ma ad oggi pur con i suoi difetti è nettamente la miglior situazione possibile (almeno iin italia).. come poi diceva anche stefano a proposito della bollettieri i problemi esistono dappertutto e la perfezione probabilmente non esiste (anche il famoso team proposto da piatti, pur essendo forse la migliore soluzione tecnica possibile e tralasciando il discorso dei costi, mi sembra cmq per un bambino di dieci anni una soluzione un po’ troppo “solitaria” che rischia di rattristare ed isolare troppo il piccolo ed il coach pvt preferirei trovarlo con una soluzione all’interno dell’accademia dove cmq il contatto con gli amici/compagni non viene a mancare.. evidente poi che è fondamentale trovare il coach migliore ma questo vale anche per l’eventuale team) e siamo noi genitori (magari aiutati dalla struttura base) che dobbiamo cercare di risolverli….

  31. andrew scrive:

    atti…

    a chi ti riferisci? Dannato burlone con il pizzetto…

    Ti compatisco…la “solitudine da circolo” è ancora più dolorosa, se vogliamo dirla tutta. Perché è una solitudine indotta dal sapere che “non sei solo fintantoché paghi la quota, la retta o aderisci allo spirito del club”.

    La caratteristica che più può renderti “non solo” in un circolo è l’Affidabilità. Devi essere affidabile ossia devi essere un ingranaggio che non disturba il circolo.

    Comunque, non preoccuparti, le tue figlie se non altro si divertiranno e passeranno dei bei momenti di sano agonismo giovanile. Altro non si può pretendere senza un progetto o una visione sportiva.

  32. tilden scrive:

    Tanto per dare fastidio aspetto ancora la risposta alla domanda , ma questi ragazzi quanto valgono come classifica, : 4.1 3.5 X.x cosi tanto per sapere a che punto siamo…

  33. Gus scrive:

    Assolutamente Off Topic ma sentendomi in famiglia :-)

    Il mio ginocchio ha bisogno di una fermata ai box. Per fortuna solo menisco e non interessamento dei legamenti.

    Operazione appena riesco ad organizzarmi, ma spero nel più breve tempo possibile. Così poi per tornare in topic, una bella tabella per il recupero. :-)

    Chiedo aiuto a tutti voi, grazie.

    Io vi racconterò quello che potrebbe servire per uscire dagli infortuni considerando che sono una specie di uomo bionico ;-)

    @ Bobby Fisher: è sicuramente un bel film e ti ringrazio per avermelo suggerito. Però proprio per certi aspetti legati alla solitudine del piccolo genio mi è sembrato un pò edulcorato, per cui farei la media con “Il mio piccolo genio” che invece affronta in modo più complesso il problema legato ad un figlio “genio”, che non è probabilmente (così non si offende nessuno) :-) il nostro caso, ma che determina non pochi problemi. In primis quelli legati alla solitudine di cui parliamo proprio qui.

    Di e con Jodie Foster a sua volte ragazza prodigio.

    Gus.

  34. Stefano Grazia scrive:

    Eh, si, Atti, hai ragione…
    Vero e’ anche che la Solitudine ha un non so che di fascinoso melanconico (come Corto Maltese che sul balcone di Bahia recita per un pubblico invisibile consapevole di essere un Uomo del Destino…)
    No,scherzi a parte, a volte mi son chiesto se non era meglio la filosofia del mordi e fuggi coniugata al quanto e’ bella giovinezza che si fugge tuttavia, cioe’ far fare TUTTI gli sports a Nichoilas, che e’ talentuoso, e non lasciargliene approfondire uno che e’ uno: lo vedo, lo metti sugli sci e va (quest’anno sciava davvero benino, per uno che scia 10 gg all’anno), lo metti su un surf su uno skate su uno snowboard e va, lo fai giochicchiare a golf e dicono tutti che ha uno swing fantastico -e gioca una volta al mese se va bene,faceva karate ed era diventato cintura non mi ricordo piu’, nella squadretta di calcio e’ fra i migliori:non il Cristiano Ronaldo ma sicuramente il motore e comunque ottimo dribbling,fa atletica e non perde una gara a scuola dall’inizio dell’anno…certo, son tutti mediocri, ma non e’ bello dunque essere mediocri aurei? E allora mettiamolo anche su un windsurf, su un cavallo, su un kart, diamogli un fioretto e facciamogli provare la scherma,il tiro con l’arco, con la pistola, il deltaplano, il kite, il freeclimbing (a Durban si arrampicava a 7/8 anni con grande abilita’ su questa montagna artificiale sotto lo sguardo stupito dell’istruttore e dei passanti che lo fotografavano) e sicuramente avra’ una infanzia e una adolescenza felice … per poi a 20 anni chiedermi magari con astio o con rammarico: ma scusa, perche’ non mi hai fatto insistere su un solo sport ? Cosi’ mi sembra di aver dissipato il mio talento…(Come dice Eric Liddel? Dio mi ha fatto con uno scopo… e mi ha fatto veloce)
    No, vabbe’, sto divagando … Ma non credo di rientrare in quella classificazione a cui si riferivano alcuni: cioe’ quei genitori che fanno fare al proprio figlio quello che avrebbero voluto fare loro… No, anch’io ho un po’ forzato,come Fulvio, mio figlio all’inizio e sicuramente senza di noi non avrebbe avuto la disciplina e/o la costanza per arrivare fino a qui (ammesso che sia arrivato da qualche parte), ma,a parte che a 13-14 aa sara’ davvero lui a decidere, come ho scritto fin dal mio primo post, il numero 37 della Prima Stagione, quella di seguito all’articolo di Semeraro su Jan Buda,se ho insistito all’inizio non era certo per una mia frustrazione ma semmai per mettere lui nella posizione di non esserlo in futuro…Abbandonasse tutto domani per dedicarsi al violino, all’arte drammatica, al disegno di fumetti o alla chirurgia…non farei una piega.
    Lo so che per voi e’ difficile crederci ma e’ davvero cosi’.
    E’ anche vero che avendo creato un certo tipo di atmosfera e di routine un suo improvviso abbandono e’ una ipotesi surreale o comunque non molto realistica: e’ piu’ facile che cio’ avvenga sui 13-15 anni a fronte delle prime grosse sconfitte, della scarica ormonale, della scoperta del mondo oltre la siepe o semplicemente cdel fatto che ‘you’re good, son, but not enough’, come dissero a uno scozzese amico io quando da ragazzino provo’ per una squadra di calcio…
    Ma sto andando come al solito un po’ fuori tema.
    La Solitudine io la vivo un po’ con nonchalance un po’ con melanconica tristezza, un po’ con romantico e fascinoso spregio da bei tenebrosi, un po’ come sottile dispiacere (quello che precede E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte), e ancora un po’ con orgoglio un po’ con disagio … Mi sono sempre definito un solitario che ama la gente, uno che vuole i suoi spazi e decidere quando usarli ma anche che vuole e sa stare in compagnia … A volte anch’io sono stato preso dalla para nannimorettiana del Ma mi si nota di piu’ se vengo o non vengo? o Lord brummeliana (fare colpo in un ambiente…e poi sparire!) o Marxista (ma di Groucho, non Karl: non vorrei mai far parte di un club che abbia uno come me come socio) … Ma qui mi limitavo a parlare della solitudine dell’agonista, della solitudine ancestrale dell’agonista che ha l’ambizione di eccellere… E di quella dei Genitori del Tennista anche, si, MA non comparati,entrambi: agonista e genitori, alla Comunita’ dei Tennisti ma bensi’ al Mondo degli Altri. The Others. Col dubbio legittimo che non siamo noi i Buoni.
    Ma e’ un dubbio fugace.
    E legato al mio vivere in questo piccolo micromondo ai Confini dell’Impero.

    Per la cronaca, il riferimento di Stefano L’Africano alla frase di Eric Liddel (detto the Flying Scotsman, atleta cattolico scozzese che vinse i 400 ostacoli alle Olimpiadi di Parigi del ‘24, per poi morire 12 anni dopo da missionario in Cina, ucciso dai Giapponesi) è presa dal film “Chariots of Fire”, ovvero Momenti di Gloria, del 1980, uno dei più bei film sullo sport della storia del cinema. Se non lo avete ancora visto, fatelo! Stefano mi scuserà ma non mi sono potuto trattenere (Rob. Comm.)

  35. zio tony (quint) scrive:

    Momenti di Gloria, colonna sonora di vangelis..stupendo!

  36. stefano grazia scrive:

    Roberto…SAPEVO che non avresti potuto trattenerti!
    Chariots of Fire lo aspettavo da tempo e in italia uscì per sbaglio in un cinema d’essay a Bologna,il Tiffany, poco dopo essere stato presentato a Cannes…lo ritirarono il giorno dopo perchè essendo in corsa agli Oscar speravano poi dipoterlo lanciare con maggior successo…ma a me non ‘mi’ fregarono…lo vidi due volte di seguito, una dopo l’altra, just in case … Siccome ne parlavo così bene a tutti gli amici e conoscenti quando poi 7-8 mesi dopo vinse l’Oscar mi telefonavano a casa per farmi i complimenti, quasi fossi io il regista… e Vangelis con Chariots of Fire e con Blade Runner ha fatto una doppietta difficilmente eguagliabile …
    (E a proposito di cinema:Si, Gus, bellissimo anche Il mio piccolo genio, e bravissima Jody sia davanti che dietro la cinepresa. Si, capisco la critica a Searching for Bobby Fischer ma del resto ogni tanto si deve anche poter piangere senza provar vergogna)

  37. Mauro scrive:

    Vorrei sottolineare l’insolita ma graditissima ed utilissima presenza dell’altra parte del cielo:
    Anna, Laura, Valeria, Angelica. Gabri, Elettra e sua figlia (spero di non essermi dimenticato di nessuna). Sperando che Chloe venga a ritrovarci.
    Archipedro, se riesco a districarmi con telecamere ed affini, ti farò avere il video-corsa di mia figlia per un analisi, ma perchè l’atletica leggera oggi in Italia è così disastrata?
    Tornando all’argomento principale, qualcuno diceva che la solitudine è il prezzo della grandezza, ed in effetti, analizzando le biografie di grandi uomini e donne, si può evincere questo dato comune.
    Penso inoltre, che la capacità di stare bene soli con se stessi sia un obbiettivo che ciascuna persona dovrebbe raggiungere, al di là se poi decide di passare parte il suo tempo anche con altri. Un problema che invece ho riscontrato, è che molte persone sono in compagnia di altre per abitudine ma sono lì solo con il corpo e la loro mente spazia da tutt’altra parte, come quando a volte si guarda la televisione, non si guardano i programmi, si guarda la televisione, l’importante che sia accesa.

  38. Mauro scrive:

    Vorrei poi ricordare un post molto bello di Fulvio, nel quale ci raccontava che Fabio da solo, in una camera d’albergo di Barcellona, aveva scritto una lettera (o un sms?) nella quale ringraziava i genitori per la stupenda vita che gli avevano permesso di vivere.

  39. Gus scrive:

    @stefano:

    io mi commuovo talmente facilmente anche per cose di un retorico, quindi sei in buona compagnia. :-)

    Ho smesso anche di averne vergogna. in questo l’età e l’esperienza aiutano.

    Non mi hai ancora risposto sul dvd di Piatti: vale o non vale la pena spendere 40 e pussa Euro? Mi ricordi anche il titolo di quello che avevi da vedere.

    Grazie

    Gus.

  40. Stefano Grazia scrive:

    “Io vi adoro!”, se ricordo bene. Cosi’ scrisse il Figlio al Padre e l’Unico che ha il Diritto di Parlare,scommetto, non parlo’ ma si sciolse in pianto.

  41. Nikolik scrive:

    Il concetto introdotto da something blue è il problema di sempre: i Genitori, ovviamente, devono assecondare le aspirazioni dei figli e non le proprie.
    Beh, è proprio un brutto mestiere quello di voi Genitori: quali saranno mai le aspirazioni, le inclinazioni, le preferenze di un bambino così piccolo?
    E’ ovvio, quindi, che i Genitori, inevitabilmente, devono dare, volenti o nolenti, un indirizzo, senza il quale, in ogni carriera, il figlio rischia di partire troppo tardi: difficile cominciare a giocare a tennis a 14 anni, difficile iniziare a studiare a 14 anni, difficile iniziare a ballare a 14 anni, e così via.
    Quindi, Genitori, mettetevi il cuore in pace: se mandate vostro figlio al tennis tutti i giorni lo state semplicemente indirizzando.
    Come fanno tutti i Genitori.
    Avete ansia di sbagliare, Genitori?
    Ma certo, è giusto avere ansia di sbagliare sul futuro dei figli e sull’indirizzo da dare a loro.
    Ma che pretendete?
    Essere Genitori ha tanti lati positivi, qualcuno negativo.
    L’ansia è il lato negativo.
    Datevi da fare, Genitori.
    Che problema c’è? Se sbaglierete con i vostri figli, vi tratteranno, alla peggio, come voi avete trattato i vostri, no?
    Coraggio, Genitori.

  42. Archipedro scrive:

    Mauro, l’atletica in Italia è disastrata per gli stessi motivi del tennis: esistono dei fattori per cui, a partire in questo caso dalla genetica e dal doping, sfondare ad alto livello è difficilissimo. Ed in assenza di campioni, o di campioni mal gestiti (pensa che Howe s’è infortunato pochi mesi prima delle Olimpiadi, mancando una medaglia certa, perché è andato a provare, senza preparazione specifica, i mt.200…) il movimento implode. Anche per via dell’analfabetismo etico-culturale di ritorno della gente comune, lobotomizzata da ciò che offre la televisione.
    Abbiamo però un movimento del fondo e della marcia da cui partire per rilanciare altre discipline possibili anche per noi bianchi, come ad es. alto ed asta, o il triplo o i lanci.

    So d’essere trattato, in questo contesto, da anomalia. Eppure il mio discorso sui soldi rimane fondamentale, e semplice: se creiamo le condizioni perché la ricchezza non sia, nello sport, né la precondizione né il fine ultimo avremo fatto un gran passo in avanti. Se convinciamo i nostri figli che da sportivi, non necessariamente campioni, la loro vita avrà una qualità superiore indipendentemente dal denaro, saremo stati dei degni genitori.

    Tempo fa avevo scritto questo:
    “Mio figlio perde o vince uno Slam ogni volta che scende in campo con me, e lo farà ogni volta che scenderà in campo. Ogni volta che affronterà un esame. Ogni volta che la vita lo metterà alla prova. E quando non vuole giocare a tennis, perché è stufo del padre, e subito dopo piange, se lo voglio portare a casa, perché non è convinto d’aver fatto bene. E non vede la soddisfazione nei miei occhi. Io fingo d’essere dispiaciuto, perché non ho parole per spiegargli quanto lui sia un guerriero. Un poeta. Ma pur inchinandomi d’innanzi al suo talento, vado dritto al mio scopo, che sarà il suo stesso un domani, d’avere ciò che può e che merita, senza se e senza ma. Perché non sono un suo amico, ma una guida, la più fedele tra tutte, ed ho il dovere di decidere per lui. E di rischiare sulla sua pelle. Prima che si ritrovi in un mondo di vigliacchi raccomandati a chiedersi cosa gli serve pensare, e sapere, e sognare.
    Troppo facile assecondare il nulla, seguire la corrente, delegare sempre ed abdicare al proprio ruolo di genitori: chi ha un cane, lo lega ad un palo, e se ne va, può immaginare che prima o poi si liberi da solo e vada per la sua strada. Ma non far finta di non averlo tradito”.

    Fammi vedere i tuoi video e farò volentieri ciò che posso per tua figlia, sperando d’esserle utile.

  43. valeria scrive:

    Solitudine del genitore e’……quando _ hai dato la precedenza al tennis e hai trascurato un amico o una cosa importante _ sei intrattabile e irritato perche’ tuo figlio ti ha deluso sul campo _ “gufi” perche’ l’ avversario faccia doppio fallo…. MA TE LA SEI MERITATA!!!! Quando ti rendi disponibile per aiutare tuo figlio e lo fai per lui , solo per lui e non per te stesso ,senza esagerare troppo allora ,secondo me,lo aiuti veramente e non ti senti solo….. Recentemente un ragazzino mi ha detto : “ero in punizione da 2 giorni ma mio padre soffriva troppo…oggi ho dovuto ACCOMPAGNARLO al tennis……..!!!!!

  44. laura scrive:

    @valeria
    centri sempre il bersaglio e con poche parole!solitudine è—-il genitore che non si fa capire perchè non spiega al figlio i suoi dubbi le sue paue e cerca nel figlio parole di consolazione e rassicurazione. I figli devono poter esprimere anche le loro paure senza vergogna perchè anche i padri —e le madri fanno altrettanto con loro

  45. something blue scrive:

    Caro Nikolik (ti do del “caro” perchè questi miei post sembrano quasi delle lettere….), approfondisco il mio ragionamento.
    Non voglio mettere in antitesi il dovere di indirizzare e orientare i figli con quello, altrettanto sacrosanto, di imparare ad ascoltarli. Lungi da me l’idea che il figlio debba essere abbandonato a se stesso e alle proprie inclinazioni….., è ovvio. Un esempio di ascolto/osservazione/orientamento: ricordo una bambinetta di due o tre anni, figlia di una mia amica, che era capace di passeggiare con nonchalance sull’orlo dei divani e dei tavoli, e faceva a quell’età capriole strabilianti, era evidente per me e, per fortuna, anche per i genitori, che aveva una notevole coordinazione naturale che avrebbe potuto darle grandi soddisfazioni nella ginnastica artistica o nella danza, o in qualsiasi altro sport che ne esaltasse le qualità. Così è stato, ed ora pratica con grande soddisfazione la ginnastica ritmica. Mano a mano che il bambino cresce, diciamo da 4 anni in su, l’esempio dei genitori diviene determinante e il bambino “vuole” (di solito) fare tutto quello che fanno loro, è in questa fase che occorre prestare più attenzione e cominciare a diversificare i giochi e gli stimoli. Lo portiamo al tennis, gli insegnamo i fondamentali degli scacchi (è un dramma se alla quinta volta quasi ti battono….), ma non ci si può fermare a questo, credo. Occorre anche proporre ai bambini (è sempre una scommessa, ma ci si può provare) altri stimoli adatti alla loro età, altre attività sportive per le quali abbiano interesse o propensione, la lettura di un libro, la scoperta di un luogo, l’ascolto della musica, la costruzione di un oggetto, la coltivazione di una pianta, sempre proposti come un gioco, incoraggiando allo stesso tempo anche il nascere delle amicizie, l’imparare a socializzare. Insomma è importante dedicare al bambino un tempo di qualità. Dobbiamo sapere che non abbiamo troppo tempo per dare il nostro piccolo contributo alla crescita di una bella persona, una persona realizzata. Abbiamo solo questo tempo, diciamo fino all’adolescenza, per lasciare a nostro figlio una eredità di esperienze positive e stimolanti che gli insegnino a relazionarsi efficacemente con gli altri in situazioni diverse e ad avere fiducia in se stesso, in modo da accettare le vittorie e le sconfitte nello sport e nella vita, come diceva Kipling, con lo stesso equilibrio e senza lasciarsene sopraffare, insomma per renderlo un vero “guerriero”, mi verrebbe da dire timidamente al nostro generoso (di sè) Stefano. Io non penso che un simile atteggiamento possa impedire lo sviluppo di un campione, se ce ne sono le premesse, è solo un modo diverso di scommettere sulla possibilità di arrivare alla meta.

  46. atti scrive:

    Andrew , il punto non è compatire o credere di essere nel giusto a priori .. ma cercare di offrire ai ns. figli quello che riteniamo migliore; e ripeto, pur con qualche difetto come a volte sottolinei, il circolo in regione è sicuramente ai vertici (come riconosciuto dai genitori e allievi di altri circoli con cui a volte ci si confronta) per ragazzi che vogliono accrescere il loro livello agonistico (non a caso all’ultimo raduno regionale 94/95 di domenica scorsa c’erano 5 allievi su 16 del ns. circolo).
    Invece valutando se così come è ora, è sufficientemente proficuo, per poter raggiungere (nel caso) anche traguardi professionistici ….ti rispondo…. BOH, SI, FORSE, ed in realtà dico piu’ no che si…mancano ancora piccoli dettagli che pero’ ad alto livello potrebbero poi fare la differenza….. ovviamente spero anche di essermi sbagliato .
    D’altro canto magari un giorno anche noi ci potremmo pentire di non aver “adottato” la tua “filosofia”… chi vivrà vedrà…
    Io come ribadito piu’ volte nel BLOG la penso come i romani e cioè che la virtu’ sta quasi sempre a metà strada… ne riparleremo alla prima occasione….
    Per intanto coi primi tepori, vedi di organizzare un miniraduno col CCV, così oltre a far giocare i ragazzi ci facciamo due chiacchere.. così ci sentiremo un po’ meno… soli….

  47. laura scrive:

    @Mauro e Archipedro
    non vorrei uscire dal tema proposto dall’editorale parlando di atletica e quindi mi limito a pohe righe ma penso che il poco successo di questo sport di base è che è considerato appunto di base per fare poi altro. Nella scuola è il riscaldamento prima di una attivita giocosa e rimane tale perchè farlo diventare attività agonistica nella scuola è quasi impossibile Tutti sanno correre saltare e lanciare perchè gesti naturali imparare la tecnica e migliorare nelle prestazioni comporta un sacificio non indifferente soprattutto perchè non hai avversario se non te stesso .Per rifarmi al tema principale credo che la solitudine di chi pratica atletica stia proprio in questo “giochi da solo”

  48. Archipedro scrive:

    Ciao Laura. L’atletica serve moltissimo: non a caso regala preparatori a tutti gli altri sport. Ed effettivamente, nella prevalente solitudine delle sue discipline, la dimensione introspettiva porta i praticanti ad un maggior grado di auto-consapevolezza agonistica (sensus sui, se la filosofia aiuta) ma li rende poco fantasiosi sul piano dell’intelligenza emotiva, proprio in virtù dell’assenza di contatti fisici e d’una vision di squadra. p.s. Non credo che questo sia un fuori tema allarmante (qui di spazio se né sprecato parecchio…). Quindi l’atletica rimane, nei gusti prevalenti, abbastanza noiosa, ed è quasi indispensabile spingere gli agonisti ad altre pratiche integrative. Spesso abbandonano comunque, forse anche perché vanno a vincere e a divertirsi in altri sport.
    E’ anche vero che la sacralità dell’approccio all’atletica, e l’essenzialità della dimensione di gara, può affascinare moltissimo: nel senso che il rapporto con la misura ha qualcosa di magico, di esoterico. Ma qui effettivamente finiremmo lontano.
    Un risultato é per me, in questo contesto, che qualcuno cominci a chiedersi se non sia il caso che i propri figli tennisti sappiano correre, e perché qualcuno li debba spingere a farlo. Visto che i miei amici ex tennisti sono di gran lunga i più statici, conservatori ed anaelastici sportivi che io abbia frequentato: peggio anche dei calciatori dai muscoli duri, che, a qualsiasi livello, devono deambulare. E dei cestisti, che almeno saltano per il rimbalzo. Nei tennisti che non siano d’elite vedi muovere solo la racchetta… e la pallina (e si sentono bravi per questo) … Ma il concetto, a mio parere, è: arrivi come un lampo sulla palla, ti fermi, metti bene le gambe, ti bevi un caffé, guardi dov’è l’avversario e poi tiri un missile dall’altra parte. Passo il tempo ad implorare mio figlio di correre: è già un tennista maturo!

  49. andrew scrive:

    Atti…”compatire” è “patire con”…

    poi, io non credo a priori di essere nel giusto…bensì credo a posteriori (ossia, dopo averlo conosciuto e sperimentato) che questo sistema sia sbagliato…

    ti spiego il sistema con la metafora del “tavolo da biliardo”

    METAFORA DEL TAVOLO DA BILIARDO ovvero DEL DICHIARARE E POSSEDERE

    Assumiamo che i giocatori di tennis di un circolo siano delle palle da biliardo che vengono indirizzate su un tavolo verde verso buche di varie dimensioni e quindi di varia difficoltà. Il tavolo è POSSEDUTO dall’associazione di circoli, ossia della federazione. Il gioco all’interno di questo sistema prevede che si miri la palla-giocatore verso una buca a scelta SENZA DICHIARARE la buca di destinazione. La palla-giocatore, eventualmente respinta dagli angoli della buca mirata, può, per gioco di sponde e rimbalzi, terminare in una buca diversa, può larga o più stretta. Il POSSESSORE del tavolo si dichiara soddisfatto.

    FINE DELLA METAFORA DEL TAVOLO DA BILIARDO ovvero del DICHIARARE E POSSEDERE

    …sono evidentemente rimbecillito…

  50. Stefano Grazia scrive:

    Sentite un po’ cosa mi scrive Luigi Bertino che oltre ad essere uno dei vati del PTR in Italia e il Direttore del Circolo Pleiadi al tempo di Piatti, scrive ogni mese su Tennis Italiano una Rubrica intitolata in pratica come il nostro Blog. Dopo avergli portato Nicholas a Marlengo due anni fa (ed avendone scritto sia sul Blog che su 015) sono rimasto in contatto con lui e ogni tanto gli mando un aggiornamento sulle mirabolanti imprese della Canaglia. Gli avevo dunque scritto quello che ho scritto anche a voi sul Rollercoaster Emozionale a cui ci sottopone Nicholas e in particolare a quel che gli era suxccesso a Bradenton prima di Natale con il susseguirsi di dagli altari alle polveri e le varie cacciate dall’Eden con riammissioni.

    “Caro Stefano,
    ho letto con molto piacere la tua mail, devo dire tra tutte quelle speditemi la più coinvolgente. Il problema dei genitori non è quello di non farsi coinvolgere nel tennis dei loro figli, ma di imparare a farlo nel migliore dei modi. I genitori purtroppo al giorno d’oggi , se riescono, delegano persino il loro compito base, figurianmoci poi farsi coinvolgere come coach dei loro figli! Raro, molto raro e perciò prezioso! Vorrei ricordarti che anch’io rivesto questo duplice ruolo, genitore e coach: mi confronto con problematiche analoghe alle tue e le correzioni caratteriali sui miei figli non sempre sono fatte dal Luigi-tecnico, a volte dal Luigi-genitore. Vorrei inoltre sottolineare che il Lato Oscuro della Forza è in ognuno di noi e il manifestarlo maggiormente non significa esserne dominati in misura
    superiore. Inoltre i comportamenti non si dividono in giusti o sbagliati a seconda delle simpatie che riscuotono; il problema non è quanto Nicki piace agli altri, ma quanto piace a se stesso. Andate avanti per la vostra strada fiduciosi e trascorrete un sereno Natale! ”
    Mi sembrava una bella lettera e molto coerente con quanto si stava scrivendo…e quindi, spero che Luigi mi perdoni, l’ho voluta condividere con voi.Probabilmente ci vedremo quest’estate anche per fare una Videoanalisi a Nicky.

  51. Mauro scrive:

    Andrew. i miei quattro neuroni dopo il tuo ultimo post mi tirano delle bestemmie inenarrabili.

  52. Stefano Grazia scrive:

    Ora che mi sto assestando,sto rileggendo un po’ tutti i posts e mi ha colpito quanto scrive Elettra riguardo a sua figlia: “Il tennis le ha insegnato la disciplina, l’applicazione costante e l’organizzazione della giornata (…)Per apprendere regole e sacrificio ti deve piacere quello che fai ed allora, lo applicherai in tutti gli ambiti, anche nella scuola.”
    No, non e’ fuori tema, Elettra, anzi dovrebbe essere proprio uno dei punti fondamentali: lo sport come maestro di vita, coadiuvante della scuola, etc etc etc. Argomento certo per un Articolo introduttivo prima o poi. Era ed e’ quello che io mi sarei aspettato prima o poi e spero ancora che succeda, che attraverso lo sport, il tennis in particolare in quanto sport individuale sia per quel che riguarda la competizione vera e propria sia per quel che riguarda il ‘contorno’ (non c’e’ una squadra che ti porta in giro, una societa’ che si prende cura di te, alla fin fine sei tu il Responsabile di Te Stesso, il Presidente del tuo Team), mio figlio possa imparare Disciplina e Organizzazione. Anche se poi non succede sempre cosi’ in teoria o come nelle fiabe, era ed e’ quel che mi aspetto.
    Che dio ce la mandi buona!

  53. Stefano Grazia scrive:

    Be’, se prima davamo la colpa alle vacanze allora adesso deve essere il Rientro al Lavoro e poi dopo sara’ l’Inizio degli Australian Open e quindi tutti di nuovo a diossertare sul The GOAT, su La Banda dei Quattro, su McMecir Murray… Insomma, mai dare la colpa agli Argomenti che forse interessano poco e nessuno? come sosterrebbe invece Giovanni se fosse ancora dei nostri, e invece solidale con Chloe, che irata ai numi solitaria incamminossi, ha deciso di non sciupare piu’ il suo tempo con noi che tanto di blog il mondo e’ pieno. Quanto alla nostra ‘Tosatrice d’erba” Daniela Bordin…che dire? lei vorrebbe avere l’esclusiva di poter intervenire su tutto e su tutti e la sua e’ sempre satira o sottile ironia (senza le differenziazioni-tormentone da me estrapolate da Corto Maltese) e invece se noi rispondiamo, siamo solo una manica di incolti ignoranti poveracci seguaci del presidente dell’iran… Mah, se dulce et decorum pro chloe mori, a questo masochistico piacere preferisco sempre un po’ di botta e risposta, una pretesa di tenzone…Macche’, Chloe ha la pretesa di toccare al fin della licenza, e stop. E invece (e’ il blog,bellezza!) dovrebbe anche lei darle e prenderle, come tutti. O siamo ancora al punto che una donna non si colpisce neanche con un fiore? E il femminismo? E la parita’ dei diritti? Fossi in Chloe mi offenderei se qualcuno, in nome di un malinteso senso dell’onore, non mi rispondesse a tono solo in quanto donna…Poi, intendiamoci, Chloe agisce a colpi sprezzanti e aristocratici di fioretto e invece i piu’ di noi tutt’al piu’ menano grossolani colpi di fendente con la loro durlindana … Ma questo non significa che ci si possa divertire anche cosi’ e poi chi legge giudichera’.
    Per chi non l’abbia capito o si rifiuti di capirlo, io non ho assolutamente nulla contro Chloe & Co, e anzi, se scrivono qui da noi non possono farmi che piacere, e infatti li ho spesso invitati a farlo e lo faccio anche ora. M<a senza che questo faccia di me un inaffidabile quando li invito a rientrare in tema, o confesso di non aver capito una mi***a (colpa mia,ovviamente…), o rispondo a tono quando mi sembra opportuno o semplicemente mi sento di farlo.
    Questo e’ quanto piu’ vicino ad un post di scuse io possa sentirmi di fare perche’ onestamente non vedo di cosa io mi debba scusare visto che poi su di me ne sono state dette parecchie … il buffo e’ che invece io sotto sotto ero perfino convinto di essere stimato e apprezzato. Come io stimo e apprezzo, nonostante i toni a volte accesi, Chloe,Giovanni, Thomas, Giorgio Giorgio, Carlo Polidori etc etc e tutti coloro coi quali ho spesso fatto amichevole baruffa(Nikolic non lo cito nermmeno in quanto e’ ovvio ).
    Insomma, noi siamo qui…

  54. Gus scrive:

    @stefano:

    ma una mini-recensione sul dvd di Piatti affinchè io decida se vale la pena spendere 45 Euro oppure no me la fai oppure no?

    Se ci sono dei problemi sul blog, mi va bene anche sulla mia casella gustavo.gallotti@alice.it

    Grazie

    Gus.

  55. Stefano Grazia scrive:

    Scusa Gus, ma non l’ho ancora visionata. L’ho comprata (anche quella sul Servizio) e mi e’ arrivata a casa in Italia, l’ho quindi infilata in valigia, e’ arrivata sana e salva a Lagos ma la devo ancora ’scellofanare’ … Magari daro’ un’occhiata in questo week end, IL PRIMO a mia disposizione… Devi capire che io esco al mattino, vado in Clinica, non torno a casa a pranzo ma vado in Palestra o al Club, esco alle 17-18-19 a seconda del lavoro e a seconda del;le giornate e incontro Nicky direttamente sul campo o se arrivo a casa dopo le 18, andiamo a correre o a fare prep atletica per 45′, poi mangiamo, lo aiuto a fare i compiti o se non ne ha ESSENDO LA PRIMA SETTIMANA ci guardiamo magari mezzo DVD … Poi a letto. MATERIALMENTE NON HO PROPRIO AVUTO IL TEMPO FISICO…probabilmente comincero’ a guardarci Sabato, dopo l’allenamento del mattino … Sara’ mia premura dirti quello che penso, certamente non una critica (e chi sono io per poterla fare?) ma un commento e un confronto con l’altro materiale in mio possesso penso di poterlo fare…Credo comunque che anche Max ne sia in possesso, e lui magari ha gia’ avuto visionato visto che a Natale, ci diceva, stava lavorando sugli appoggi…
    PIUTTOSTO, si esce dalle feste, ci si scrolla la polvere o la ruggine di dosso e non e’ piu’ tempo di parole, e’ tempo di cominciare a mettere in atto quel che si e’ programmato al sicuro delle proprie paretri domestiche, lontano dai confini del club, academy, campo spelacchiato…dopo tutti i buoni proponimenti e’ tempo di cominciare a fare sul serio… Io per esempio devo assolutamente perdere 6 chili.
    Tempo di assaporare un po’ della Solitudine del Training…

  56. Stefano Grazia scrive:

    La Solitudine di un aereoporto quando arrivi al mattino e riparti alla sera
    La Solitudine di un’Academy la domenica pomeriggio quando tutti se ne sono andati e tu invece resti ad allenare il tuo servizio
    La Solitudine di una sconfitta al primo round
    La Solitudine di un allenamento di tennis se comparato ad un allenamento di calcio,basket, rugby
    La Solitudine di una camera d’albergo per chi non ci e’ abituato (Nicky si, anzi lui ci si diverte…)
    La Solitudine di una cena col tuo papa’ o la tua mamma al venerdi’ o sabato sera quando i tuoi coetanei stanno prendendo vantaggio delle Happy Hours
    La Solitudine di chi non fa parte del Branco perche’ non c’e’ mai e magari se ne fa,giustamente, un vanto ma ogni tanto il dubbio lo sfiora
    La Solitudine di un DVD alla swera quando The Others (Gli altri) sono fuori a tirar mattino, a cercare di vedere il colore del vento
    La Solitudine di un filetto ai ferri e un bollito di spinaci
    La Solitudine di un Brunch il mattino dopo una cocente sconfitta
    La Solitudine di uno 06 06 dopo aver dato fuori di matto e aver fatto fare anche una figura di m…pur sapendo che il torneo prima e quello dopo li vinci ma e’ adesso che sei solo, sconfitto e perfino dalla parte del torto. E a cosa servono gli amici se non quando hai torto, come dice Bear a Matt Johnson in The Big Wednesday
    La Solitudine dopo una vittoria perche’ in fondo hai vinto e vorresti che quell’attimo durasse in eterno ma 5′ minuti dopo e’ gia’ finito, ognuno ritorna alle sue faccende, lascia gli spalti, torna ad occuparsi delle proprie cose, insomma, e tu rimani li’ come uno stronzo col trofeo di plastica o di ottone in mano…

  57. Stefano Grazia scrive:

    Soli si muore senza l’amore … cantava Patrick Samson, che non so se sia mai stato ritirato fuori da Fabio Fazio in uno dei suoi surrealpatetici revivals, ma che mille estati fa fu il re di una sola estate …
    La Fortezza della Solitudine quando Superman si chiamava ancora Nembo Kid
    Fortress Around Your Finger quando Sting fece il salto di maturita’ e prima di diventare troppo colto e conscio…
    Mi sembra di essere Battiato in Cuccurrucucu’ Paloma…
    Bene, tornando a noi, vi ho dunque accennato che abbiamo colto un’occasione al volo e stiamo facendo venire giu’ un Coach Personale, per un mese, tutto a disposizione per Nicholas. Si tratta di Adriano Parodi, 28 aa,uno dei due figli-entrambi coach- del mio ex capocantiere in Jamaica. Mentre Igor ha lavorato con Bertino e ora sta lavorando presso Varese, Adriano aveva appena concluso la sua collaborazione a Sanremo con Bob Brett che sembra intenzionato a ridurre la sua attivita’ (forse per seguire Cilic). In attesa di ricevere risposte ai CV inviati fra gli altri anche a Bollettieri e Sanchez, verra’ un mese da noi a lavorare con Nicky, ad aiutarci un po’…e’ un esperimento e vogliamo vedere come va, in un futuro chissa’ potrebbe anche essere ripetuto… Ecco cosa scrivevo pochi minuti fa ad Adriano:
    “Ciao Adriano! come va? Per il Visto devi chiedere a Gabri’, non ho idea, io ho fatto solo la lettera Invito… Le offrirai la cena quando partite, sperando che riusciate a partire insieme, altrimenti no problem, partirai da solo ma ti verremo a prendere in aereoporto…In questi giorni comunque ti scrivero’ ogni volta che mi viene in mente qualcosa anche per prepararti all’impresa…In effetti credo che il Ruolo che vieni ad assumere in questo mese sia diverso da quello che hai ricoperto in precedenza nelle varie Academy / Club Med o come Maestro Privato. Qui e’ piu’, con le dovute cautele, come fra i professionisti nel Tour: sei a disposizione del tuo assistito, dovresti leggerti il secondo libro di Brad Gilbert ‘I got your back’ in cui descrive qual e’ il ruolo del Coach e comincia dicendo che sta portando un Cappuccino con la Brioche a Roddick, il suo assistito del momento. NO! NON PREOCCUPARTI: non dovrai portare la merenda a Nicholas o fargli da schiavo, e anzi mi aspetto e spero che sia mantenuta la disaciplina e da parte sua un certo rispetto, ma e’ indubbio che il tuo/nostro scopo sara’ quello di ottenere il massimo possibile all’interno di una schedule flessibile ed elastica da ritagliare intorno agli orari scolastici e con le difficolta’ di una logistica non facile: cioe’ qui non sei tu che sta in un Academy conn orario dalle 9 alle 17 (si fa per dire) e con lo studente che arriva e se si comporta bene, bene, se si comporta male cazzi suoi. Qui dovrai essere tu ad inseguirlo, a cercare anche di adattarti alle diverse situazioni contingenti anche umorali con l’obiettivo comunque di fare in quelle due-tre orette quotidiane ritagliate nell’arco della giornata qualcosa di produttivo a prescindere.

    Per es mi ricordo che a Folgarida avevi subito puntualizzato piu’ o meno scherzando con Nicky che spettava a lui raccogliere le palle. Ineccepibile ma ti spiego perche’ spesso invece le raccogliamo noi. Il fatto e’ che il tuo ruolo qui e’ un po’ diverso da quello di un Coach all’Academy di Bollettieri o di Bob Brett. dove in pratica hai un’orario dalle 9 alle 17 (sempre si fa per dire) e sta al giocatore usufruire al meglio di tal tempo. Qui invece sei tu il Personal Coach e sta a te cercare di far fare piu’ cose possibile al tuo assistito nel minor tempo possibile (perche’ fra i Pro ha diverse cose da fare: viaggi, mangiare, riposare, promozioni,business,etc ma anche Nicky si fa un culo cosi’ fra logistica,orari, scuola, etc).
    Quindi avrai a volte l’esigenza di fare cose in una ora, un’ora e mezzo perche’ dopo arrivano i Members del Club che ti cacciano via oppure deve correre a fare i compiti oppure semplicemente a mangiare e a dormire… Certo, Nicholas DEVE rispettare i Coaches e la Disciplina e’ importante ma a volte ho pensato che il mio compito era FARGLI FARE PIU’ COSE POSSIBILE nel talora breve tempo a disposizione…Per es concedendogli di riposare e bere mentre io raccolgo le palle… Visto che appunto non dimentichiamolo a 9-10-11 anni Nicky si e’ fatto davvero un mazzo cosi’, piu’ o meno volente, rinunciando a giochi e amicizie, per stare sul campo ad affinare la tecnica con talora esercizi anche monotoni e spesso sotto un sole cocente…
    Lui ci marcia? CERTO, ma infatti mi incazzo spesso anch’io (non solo quando e’ da Bolletta ma anche quando lo allenavo con gli altri due che piu’ maturi in quanto piu’ vecchi (13 e 16 anni) e anche in quanto ospiti (e non figli) le raccoglievano e lui riusciva sempre a raccogliernene un decimo … Ma ci sono momenti in cui ti incazzi e momenti in cui si raccoglie insieme…Addirittura quando dobbiamo fare un’ora di baskets eper avere il tempo poi di fare altro, non e’ raro che mentre uno dei due fra me e Gabri’, conduce il feeding l’altro raccoglie… Insomma, te lo dico perche’ tu non ti scandalizzi e ci ragioni sopra dicendo ‘ah,ecco perche’…’
    In realta’ credo comunque che siano due posizioni diverse:
    allenatore in un Academy con un gruppo o anche privato: tu vieni all’ora X e vai via all’ora XY
    allenatore al seguito e a disposizione: abbiamo un mese, con orari da ritagliare: cerchiamo di fare il massimo possibile perche’ l’Allievo raggiunga un certo obiettivo…

    Ecco, quale OBIETTIVO mi prefiggo con Adriano Coach?
    Be’, continuando a migliorare il Rovescio, un po’ di attenzione sul SERVIZIO (prima e seconda palla) e SOPRATTUTTO: MIGLIORARE LA CONSISTENCY. Quando non ci sono anch’io e quando non facciamo l’allenamento con l’altro ragazzino, io direi che tu dovresti fare soprattutto Consistency: palle belle tese, scambi prolungati al miglior ritmo possibile…. Magari ti vedrai anche qualche sua partita, tirerai giu’ qualche nota (abbiamo i vari forms). a sera visioneremo l’eventuale filmato. Sara’ proprio come essere nel Tour ma solo con tempo limitato e con un bambino di 12 anni anziche’ un maturo pro.
    Mi aspetto anche che noi ci si sieda insieme a discutere l’allenamento, a vedere anche i filmati della bollettieri, a dissezionare eventuali suoi matches con coetanei o meno, a cercare anche di programmare il suo training nel modo ottimale e in base alla tempistica. Io saro’ sul campo sabato e domenica e mercoledi’ sera e ogni volta che potro’ liberarmi, per il resto ci sara’ Gabri’ ma potrai anche essere da solo, tu e lui, Jungle Boy,La Canaglia di Lagos. Eppure io credo che davvero possa essere una grande opportunita’ di imparare anche per te, nel senso di fare una grande esperienza perche’ davvero Nicholas tecnicamente e’ challenging, sa quel che deve fare, quello che puo’ fare, e credo si possa imparare molto anche attraverso di lui, nel tuo caso attraverso cioe’ l’insegnargli qualcosa (nel mio caso ANCHE imparare direttamente da lui). In piu’ e’,sara’ una esperienza coinvolgente e ci saranno momenti difficili dovuti al suo carattere ma appunto per questo credo che se riuscirai a trovare la chiave con Nicholas, non avrai poi problemi con nessun altro!
    Un’altra cosa: Gabri’ mi ha detto che Nitto, mentre noi eravamo andati in Farmacia, le avrebbe detto con rammarico che se lui fosse stato come me,avesse cioe’ avuto la mia passione/dedizione/fedelta’ alla linea probabilmente i suoi due figli sarebbero stati dei top 100 e ovviamente la cosa mi ha fatto piacere e soprattutto io ne sono convinto (ancora mi domando come sia stato possibile non aver pensato di mandarvi alla Bollettieri nei primi anni 90 quando ancora lui lavorava in jamaica) ma d’altro canto io ho questa immagine di voi a Lagos, con Nitto che allenava Igor e poi palleggiava con tutti e due e io mi ero sempre immaginato che avrei fatto lo stesso con mio figlio/a .. Quindi se siamo arrivati a questo punto tutto sommato lo dobbiamo anche a Nitto, la colpa e’ anche un po’ sua… Ed e’ una cosa di cui gli saro’ sempre grato.

  58. something blue scrive:

    tutte queste emozioni, Stefano queste occasionali solitudini così dense di sentimenti, anche di gioia che ti opprime il cuore, a cosa servono, come si sciolgono, se non hai amici che ti capiscono, che condividono, che ti consolano anche se sei diverso da loro, solo perchè ti vogliono bene, e questo vale per il figlio, ma anche per i genitori….

  59. laura scrive:

    hai reso l’idea

  60. stefano grazia scrive:

    Something & Laura: in effetti è quel che volevo poi dire fin dall’inizio…non è che io sia davvero solo nella mia vita, anzi avrei tante possibilità di stare con amici e parlare di tante cose e negli anni passati in Nigeria in precedenza avevo un gruppo di amici che giocavano tutti a tennis e per i quali organizzavo i nostri tornei, con tanto di giornalino (Doppio Fallo …La rivista di chi ce l’ha troppo lungo…il servizio!) e tanto di cene regolari in cui si finiva sempre a parlare di tennis da alternare alle cene ufficiali, a quelle sociali, a quelle di golf, a quelle di rappresentanza… ma ultimamente un pò come nella canzone delle osterie fuori porta, sarà che non sono più in nigeria, sarà che sono morti, o che son passati al golf (e non si sa quale sia la soluzione peggiore),sarà che siam diventati tutti più vecchi e sarà che ci siam dedicati troppo a Nicholas, ora come ora sento la mancanza di avere qui nel quotidiano qualcuno come voi con cui a cena parlare anche di questo e di quello ma sapendo che poi finiremo per parlare anche di junior tennis e neanche tanto di Federer, Murray,Djoko e Nadal che del resto già è difficile parlarne e sarebbe già un lusso. O per esempio stasera avremmo potuto vederci insieme i video di piatti,pizzorno,montanari e bertino e poi scambiarci qualche parere. Intanto me li son dovuti vedere da solo (Il Servizio; Gli Appoggi; L’Ombelico del Campo…rimangono ancora i due di Sartori) perchè Nicky aveva compiti da fare…Mi sono anche incazzato con lui e non perchè preferiva il Dovere al Piacere (anche se c’è sempre quel sottile sospetto: se uno preferisce fare i compiti piuttosto che vedere un video di tennis…) ma perchè non è ancora in grado di capire quanto tempo gli ci vuole a fare una determinata cosa…Ha cominciato alle tre, all’uscita di scuola,a dire che aveva un po’ di compiti…Gli dico al tel dalla Clinica di cominciare subito e non perdere tempo che se alle 17 era a un buon punto magari andavamo a fare due palle (questa prima settimana stiamo facendo un lavoro leggero…ieri un’oretta e mezzo, il guiorno prima 45 minuti, lunedì 20′ di corsa coi cani…), poi alle 5 chiamo e scopro che ha perso tempo a cominciare…alle 18.30 gli manca ancora un pochino…Andiamo a correre coi cani per 20′ e poi facciamo, tutti e due, Addominali e 10 sprint su per gli scalini (si fa quel che si può), poi mangiamo ed è anche bravo, e poi va su a finire di scrivere una cosa al computer e alle 11.20 è ancora lì che scrive…Al che m’incazzo brutalmente un po’ perchè ogni volta che gli chiedo quanto manca risponde un pochino, un po’ perchè sono in…to con la scuola perchè non è possibile che uno entri alle 7.30 ed esca alle 15 e debba fare compiti per 5-6 ore, anche se fosse uno lento come mio figlio, un po’ perchè, gli spiego, deve imparare allora a velocizzarsi (a mangiare, vestirsi, andare in bagno…), un po’ perchè alla fine mi sento una merdazza io perchè dovrei essere invece contento: mio figlio ha senso del dovere (non sarà maniacale smania di precisione e troppa attenzione ai particolari? Se hai gente a cena e scopri di non avere determinati ingredienti,che ne so la pancetta e le uova, non ti ostini a voler fare gli spaghetti alla carbonara ed esci alle 7.45 alla ricerca improbabile di un supermarket (a proposito,impagabili gli US coi loro supermarket aperti 24/24…bellissimo e melanconico, a proposito di solitudini, andare a fare la spesa alle 11 quando non c’è fila…) e magari fai degli spaghetti al pesto, o aglio e olio, o alle olive,,,Insomma, ci siamo capiti. A parte ciò, dovrei invece essere orgoglioso di lui e di come ce la stiamo cavando da soli … Ma tornando ai Video, e per dare una prima risposta a Gus…MAH! Li ho trovati interessanti, sono contento di averli presi, ma prima di consigliarteli dovrei capire se ti possono davvero interessare … Partiamo anche dal presupposto che io ho già una vasta videoe biblioteca e soprattutto ho tutti i video e DVD sfornati da Bollettieri negli ultimi 20 anni e quindi di grosse novità non ne ho viste …Il più utile forse (e il più immediato) per un discorso meno specifico è l’Ombelico, mentre il Servizio è per chi è veramente interessato a Biomeccanica e Videoanalisi, per meglio poi capire quello che gli diranno chi la videoanalisi la farà davvero… Discorso a parte il DVD degli Appoggi (che forse sarà completato dai due di Sartori): qui devo confessare che ho provato un po’ di disagio perchè ho avuto il timore che venissero insegnatei principi quasi diversi …Ho dovuto chiamare Nicholas, strapparlo all’amato homework, e avere la conferma che alla fine gli insegnamenti di Piatti e Bollettieri non fossero antitetici…Sto parlando degli Appoggi, soprattutto sul Footwork che da Bolletta è un po’ più fluido e meno macchinoso (ma sarà che Ljubcic alto e grosso per quanto sempre ben ancorato al terreno molto fluido non è). Insomma Piatti dice che i piedi devono essere BEN PIANTATI PER TERRA - e poi la parte superiore braccio spalle deve essere rilassata (stessa cosa che diceva Nadal). Sulla seconda nulla da dire, sulla prima suppongo che debba essere ben specificato AL MOMENTO DELL’IMPATTO. In effetti Piatti nel DVD lo specifica e anche Nicholas (che in foto è spesso colto ON THE AIR) si preoccupava di rassicurarmi che queste cose le insegnano diverse ma uguali anche a Bradenton. Diverse perchè sono molti i tipi di footwork (in un articolo prossimo magari ne parleremo) che vi fanno imparare se andate lì da piccoli. Comunque interessanti alcuni esercizi con la palla medica (che io uso molto da circa un anno, solo 2 kg per ora, e comunque ho visto un paio di esercizi che proverò ad implementare…in effetti si nota come Ljubcic ricerchi gli appoggi: PARTENZA, PRIMO PIEDE, APPOGGIO DEL PIEDE POSTERIORE) sia sul Forehand che sul backhand in un modo che io avrei definito macchinoso ma che invece, evidentemente, è fatto (con la palla medica) all’uopo. Quindi, con umiltà, vedrò di capirci un po’ di più, anche con l’aiuto di Adriano Parodi quando arriverà, senza andare troppo a modificare i movimenti di Nicholas (che tutti i coach americani ed europei hanno definito di caPACITà motorie eccezionali). ORA credo che il punto sia piuttosto un altro e cioè che Piatti (o Ljubcic) colpiscono (almeno in sto video) solo in Close stance e mai in Open, mentre da Bollettieri si insegnano in allegria entrambe e forse c’è un predominio della seconda, almeno in passato. Predominio apparente, poi: non essendo praticata dagli altri, magari puòsembrare che ci sia maggiore attenzione sulla Open solo per il fatto che venga trattata alla stessa stregua della Close).
    Comunque, ripeto, i DVD sono abbastanza specialistici ma al contempo anche molto semplici, almeno Gli Appoggi e L’Ombelico e in effetti Piatti insiste su una cosa: C’è differenza fra insegnamento e apprendimento e cioè non sempre ciò che viene insegnato viene poi appreso. Quindi, concetti e contenuti semplici: capiti questi, dice Riccardo, gli esercizi potete inventarveli voi.

  61. marcos scrive:

    grande cuore, stefano!

    se non vuoi che un giorno si aspetti sempre che ci sia qualcuno che lo aiuti, fai in modo che il ragazzo raccolga le palle. è il primo comandamento della disciplina in un campo da tennis: non si può evitare. raccoglie le palle e, poi, si ferma a riposare.

    insegnare a raccogliere le palle ha la stessa importanza dell’insegnamento del dritto: il ragazzo deve fare esattamente quello che gli dice il coach, anche se lo convince ad adottare una tattica suicida, durante la sua finale più importante. al limite, si cambia coach, ma, finchè c’è lui, comanda lui. ed un coach che non ordina al suo allievo di raccogliere le palle perde ogni autorevolezza. ci sono momenti in cui, senza dire niente, il coach aiuta i ragazzi a raccogliere le palle: sono momenti in cui il coach conquista l’affetto, senza perdere autorevolezza.

    proprio oggi ho passato mezzora a vedere raccogliere palle: le portavano nel cesto con qualche secondo di ritardo. il coach le ributtava in campo, in ogni angolo, per farle raccogliere nuovamente nel tempo prefissato. mezzora buttata? macchè! quando i due son tornati a giocare, hanno messo tutto quel che avevano, ubbidendo agli incitamenti di colui che li aveva costretti a scorazzare per il campo a raccoglier palline. avevano in cuore la rabbia giusta, quella di coloro che, dopo aver sbagliato, sanno di essere nel giusto. capiterà sempre meno che si attardino negli angoli del campo a chiacchierare e, soprattutto, accetteranno i consigli del loro coach con piena fiducia.

    sul campo, il coach è un sergente. da che mondo è mondo, il sergente urla e sbaglia: è sempre lui, però, che ti è vicino nei momenti difficili. se il sergente da tennis non fa raccogliere le palline ai ragazzi, è un cavalier servente: potrà insegnare il miglior rovescio, ma non ti insegnerà a vincere.

    nel tennis, si vince contro un pari livello solo se si è disciplinati. il grande coach: tanti consigli e due ordini: rispettare l’avversario e raccogliere le palline, spirito sportivo e massima applicazione.

  62. Roberto Commentucci scrive:

    E tra l’altro, quando sei in battaglia, spesso è ciò che ti ha insegnato il sergente, se necessario facendoti ripulire la camerata, che ti salverà la vita.

  63. something blue scrive:

    Questo dei compiti a cas che durano quasi quanto il tempo scuola pensavo fosse solo un problema italiano…..e poi col crescere la situazione si appesantisce ulteriormente.

  64. valeria scrive:

    Mio figlio mi racconta che quando deve fare un incontro con un bambino che non conosce ,lo osserva attentamente e considera come un segno di debolezza se entra in campo con il padre che gli porta la sacca o se viene aiutato a sfilarsi i pantaloni senza togliersi le scarpe ………

  65. costa azzurra scrive:

    GUIDA MICHELIN TENNIS

    BUON TORNEO U12 ETA TRIESTE
    IN MEZZO AL VERDE
    PRANZO A BUON PREZZO E C’E’ DI TUTTO TIPO MENSA PER RAGAZZI
    SE SI VUOLE IL RISTORANTE PER GLI ADULTI E’ DISCRETO
    BUONO IL LIVELLO TENNISTICO ( VICINO A PAESI DELL’EST)

  66. Mauro scrive:

    @Marcos e Roberto, a mio avviso, non possono esistere regole fisse sui modelli educativi, il buon insegnante infatti deve necessariamente tenere conto delle caratteristiche caratteriali dell’allievo. E’ questo infatti che fa la differenza tra un buon insegnante ed un ottimo insegnante.
    Far raccogliere le palline urlando (fare i sergenti o meglio i caporali), sono capaci tutti, far emergere le tutte le potenzialità dell’individuo in qualsiasi campo è pregio di pochi.
    Un urlo anichilisce certi bambini, altri si galvanizzano, cosa ne facciamo dei primi?
    Chiudo con una battuta del grande Totò, che diceva, siamo uomini o caporali?

  67. fulvio scrive:

    quello che mi preoccupa è il leggere di Stefano nel dire a Adriano: FAGLI FARE PIU’ COSE POSSIBILI.
    io invece sarei per il: FAGLI FARE MENO COSE POSSIBILI,MA…BENE”
    nIK è GIOVANISSIMO E DEVE FIN DA ADESSO IMPARARE E MEMORIZZARE I GESTI TECNICI PER IL FUTURO.importantissimi saranno i passi,il passare la racchetta,il finale,insomma caro Scipione non aver fretta e concentra il tuo coach nell’essenziale,nel tennis devi saper fare bene quelle 4 o 5 cose e non …..più cose possibili!!
    è un consiglio di chi ci è già passato!!!!

  68. andrew scrive:

    d’accordo con Mauro e StefanoGrazia…

    la raccolta palle può forse costituire un problema di disciplina nelle SAT dove è importante che alla fine di un cesto i bambini non comincino a prendersi a racchettate o a distrarsi eccessivamente…

    ma sinceramente né io né il CCV siamo intransigenti su questo aspetto…anzi, quando sono presente agli allenamenti, di solito cerco di agevolare la raccolta radunando le palline a rete o in un angolo man mano che arrivano e il CCV insieme ai ragazzi le butta nel cesto in un attimo e….si riparte in “no time”…

    nota di colore: ho appreso stamattina che la tassa di trasferimento di mio figlio di 10 anni costa quanto lo spurgo di sei (6) vasche biologiche piene di …

  69. Stefano Grazia scrive:

    Mah…tutto cio’ mi ricorda l’episodio piu’ volte ricordato dello svedese e dell’italiano a cui dici di andare a fare un quarto d’ora di muro e poi dopo 5 ore te ne dimentichi e corri a vedere e lo svedese e’ ancora li’ mentre l’italiano e’ andato al mare…Non stereotipiamo italiani e svedesi, diciamo che e’ questione di caratteri e personalita’…E che di solito o a volte succede che chi era un’insofferente lavativo da piccolo , poi matura e acquisisce coscienza e consapevolezza diventando grande … ribadisco anche quel che dice Piatti: l’importante e’ quello che l’allievo apprende non quello che gli insegni…E secondo me la mia puo’ essere un’altra interpretazione possibile…non solo cioe’ e’ importante riuscire ad insegnare (esserne capaci,cioe’), ma anche capire le priorita’ del momento…Ho capito comunque (e certamente)dove volete arrivare e concordo (anche qui ovviamente) al 90%, ripeto anche che le palle gliele faccio raccogliere anch’io, ma ci sono momenti e momenti e per dare continuita’ al training quando hai 45 minuti, un’ora e tuo figlio dovrebbe allenarsi tre ore al giorno…be’, (signori benpensanti, spero non vi dispiaccia…) allora preferisco essere flessibile. Certo: meglio se e’ il coach ad aiutare, di sua iniziativa…Non vorrei dunque che mi fraintendeste una volta vieppiu’ (a-ah! ecco perche’ tuo figlio e’ uno spoiled brat!) e mi prendeste troppo alla lettera : sia quando dico che mio figlio e’ una sciagura, sia quando sembra che lo vizi troppo… io parlo per esasperazioni e come ho sempre detto, se qualcuno passa vicino al campo dove lo sto allenando, delle due pensa sempre che io sia troppo severo e non il contrario…io sono il Sergente di An Officer and a Gentleman…Margie Zesinger era il Sergente di An Officer and a Gentleman… Ma non facciamoci nemmeno troppo prendere dalla retorica dei luoghi comuni: anch’io ho fatto vedere a Nicholas la Jankovic che a Bradenton raccoglieva da sola le palline…Ottimo esempio ‘indeed’ ma si allenano una due ore e hanno tutto il giorno a disposizione… (E comunque da piccola era una pigrona, mi dicono le mie fonti,e una scansafatiche lavativa…Come Federer. Insomma, c’e’ speranza: si matura…) Noi arriviamo di corsa, trafelati, dobbiamo contare il tempo in cui ci vestiamo, allacciamo le scarpe, facciamo i nostri bisogni corporali …
    Vabbe’, come al solito mi sto incartando…La chiudo qui, ma ripeto: al di la’ di tutto, mio figlio rispetto ai suoi coetanei di qui (e m’immagino di casa) si fa un mazzo tanto…oggi per esempio ha deciso di non andare a un party a scuola dalle 17 alle 21, nonostante io lo spingessi ad andarci (anche perche’ cosi’ io potrei andare a farmi una partita coi miei amici), perche’ vuole allenarsi e finora abbiamo scherzato, e’ ora di cominciare a fare sul serio, e’ gia’ una settimana che siamo arrivati e da prima di Natale ha toccato la racchetta solo mercoledi’ scorso… (anche qui, sono conscio che potrebbe voler semplicemente farmi piacere ma quando mi dice: ‘no, per diventare un campione devo sacrificarmi, devo rinunciare a certe cose…e’ da Natale che non ci alleniamo, questa settimana abbiamo fatto poco, dobbiamo ricominciare, devo giocare …’, dira’ anche quello che mi aspetto di sentire, ma secondo me dice anche quello che e’ giusto…Quindi, con un po’ di senso di colpa, andremo a giocare e poi faremo i ‘buddies buddies’ e andremo fuori a cena insieme ‘a lumare le pupe’ (come fa Woody Allen in Manhatthan quando porta fuori suo figlio)…SCHERZO, ma tanto per rimanere in argomento ci sentiremo un po’ piu’ soli o meno soli?

  70. laura scrive:

    diciamo che un po’ mi rivedo nellatua programmazione di tutti gli spazi della vita di NIcolas anch’io pretendevo che tutto filasse secondo i miei ritmi preoccupata più del fare in tempo tutto che del fare bene il possibile.Intuisco che siete in una situazione particolare e mi rendo conto che la programmazione di un campione comporta dei VERI SACRIFICI da parte di voi due TENACI; leggendo il tuo post mi è balzato in mente quanta importanza ha anche “sgarrare”ogni tanto soprattutto per tuo figlio ancora così giovane. èun’esigenza che man mano crescerà perchè è nella natura delle cose e quindi preparati….è vero anche che non tutti i figli rispondono nello stesso modo a questa presa di distanza dal genitore, io ne ho 4 e non tutti hanno avuto lo stesso cammino per conquistare la loro identità maè certo che è un passaggioineludibile per la loro crescita.Sgarrare è fare una cosa proprio perchè ti hanno detto di farne un’altra è stare ad ascoltare fino atardi il tuo”…….”(non mi viene in mente come si chiama quell’aggeggio piccolissimo che trasmette musica) anche se l’indomani devi svegliarti presto per prendere un treno ,sgarrare è non andare all’allenamento per una scusa campata in aria oppure dirti una bugia.’importante, secondo me ,è non rinunciare al confronto in qualche caso acceso ;anche questi battibecchi fanno sentire a tuo figlio che è importante che non sei indifferente a quello che fa o decide o sceglie di fare.

  71. Elettra scrive:

    Sottoscrivo quanto detto da Mauro ed a supporto vi comunico che il mio piccolo, refrattario alle lezioni di tennis, perennemente in punizione a bordo campo e con all’attivo 3 o 4 maratone a furia di giri di campo, ci implora di portarlo a giocare in accademia.
    In tre giorni ha giocato più di quanto abbia fatto in due anni e non ha dato alcun problema, nonostante una piaga aperta sulla mano.
    Semplicemente, lo hanno preso per il verso giusto, non è difficile basta capire che ha 11 anni ed è uno che non si fa trattare a pesci in faccia da nessuno.
    Se poi gli spieghi con calma che sbaglia, senza umiliarlo o mortificarlo e comprendi che certe reazioni sono date dalla frustrazione di non riuscire a fare una determinata cosa, ottieni quello che vuoi.
    E’ facile insegnare ai bimbi bravi, belli e buoni, ma le soddisfazioni maggiori le ottieni con la canaglia di Stefano o con mio figlio.
    Sono ragazzini intelligenti se vuoi essere rispettato , devi rispettarli.
    Spero risulti evidente che non giustifico la maleducazione ed i vizi, ma stiamo parlando di altro.
    Stefano, sulla risposta al mio post, non ti preoccupare crescendo ci stupiscono, vedrai che anche tuo figlio maturando capirà, noi pensavamo fosse di gomma (tutto le rimbalzava).
    Clitemnestra, ne ha combinate di tutti i colori ed oggi è irriconoscibile, anche se ora lavoriamo su altri problemi come l’autostima ed il giudizio degli altri, ma credo sia strettamente legato all’adolescenza.

  72. marcos scrive:

    siamo uomini, mauro, pieni di debolezze.

    se vogliamo uscirne, dobbiamo imparare a sopportare anche l’urlo del sergente. la prima volta sei annichilito, la seconda pure, la terza ti stai abituando, la quarta ti sei abituato, la quinta non c’è più l’urlo perchè hai capito come muoverti in certe occasioni. il coach, per altro, è assai meno duro di un sergente: altri sono i suoi compiti. il carattere dei ragazzi si forma anche con pochi, ma precisi e rispettati ordini.

    il mio discorso vale per i ragazzi che da grandi vogliono vincere, naturalmente. per tutti gli altri, si può fare anche a meno di urlare. se per vincere si potesse fare a meno della disciplina, sarei il primo ad invocare anarchia totale. non è così, purtroppo.

    non vorrei, infatti, essere frainteso: se c’è uno al mondo indulgente coi ragazzi, quello sono io. libertà assoluta di iniziativa, libertà di cazzeggio totale e libertà d’espressione. su due o tre cose, però, non transigo.

    nel campo da tennis, raccogliere le palline ha anche un alto valore simbolico: significa occuparsi anche dei dettagli più insignificanti e meno nobili, lasciando nulla al caso o all’aiuto degli altri. nelle partite, sul campo sei da solo ed, in qualche modo, devi sempre cavartela.

    sarà un gran giorno quando a porgerti le palline sarà un raccatapalle, prima del servizio: non arrivi a quel giorno senza aver imparato, quando serve, ad essere umile e ad accettare le poche richieste del tuo insegnante.

    letta così, sembra che il tennis metta da parte il divertimento: non è così, naturalmente…sennò sarei appassionato solo di biliardo! bisogna imparare a divertirsi anche raccogliendo le palline o a tirare il campo dopo la lezione: non è così difficile!

  73. laura scrive:

    diciamo che un po’ mi rivedo nellatua programmazione di tutti gli spazi della vita di NIcolas anch’io pretendevo che tutto filasse secondo i miei ritmi preoccupata più del fare in tempo tutto che del fare bene il possibile.Intuisco che siete in una situazione particolare e mi rendo conto che la programmazione di un campione comporta dei VERI SACRIFICI da parte di voi due TENACI; leggendo il tuo post mi è balzato in mente quanta importanza ha anche “sgarrare”ogni tanto soprattutto per tuo figlio ancora così giovane. èun’esigenza che man mano crescerà perchè è nella natura delle cose e quindi preparati….è vero anche che non tutti i figli rispondono nello stesso modo a questa presa di distanza dal genitore, io ne ho 4 e non tutti hanno avuto lo stesso cammino per conquistare la loro identità maè certo che è un passaggioineludibile per la loro crescita.Sgarrare è fare una cosa proprio perchè ti hanno detto di farne un’altra è stare ad ascoltare fino atardi il tuo”…….”(non mi viene in mente come si chiama quell’aggeggio piccolissimo che trasmette musica) anche se l’indomani devi svegliarti presto per prendere un treno ,sgarrare è non andare all’allenamento per una scusa campata in aria oppure dirti una bugia.’importante, secondo me ,è non rinunciare al confronto in qualche caso acceso ;anche questi battibecchi fanno sentire a tuo figlio che è importante che non sei indifferente a quello che fa o decide o sceglie di fare.
    @cloe
    non sai quanto mi dispiace non leggere più i tuoi post spero non sia una decisione definitiva e che ti faccia ricredere l’invito di Stefano a riprendere qusto dialogo a distanza che ha un valore aggiunto dato che mi sembra sia la voce rappresentativa dei filgli, perlomeno dei giovani con qualche cosa da dire che non sia il risultato delle partite di calcio o il fantacalcio o la play. SE ho continuato la lettura di questo blog un po’ di merito è tuo ho molto apprezzato i tuoi post e un po’ ho invidiato la facilità di scrittura che hai .(in confidenza sono anch’io una fan di Roger e guai a chi me lo tocca) .Spero tu possa leggere ilmio messaggio ciao Lara

  74. Stefano Grazia scrive:

    E sta cosa del maestro che rovescia le palline e le fa raccogliere per un’altra mezzora mi ha fatto venire in mente anche il film karate kid col maestro giapponese che insegna metti la cera tira la cera, dipingi lo steccato, seconda passata … e poi cosi’ facendo lui impara la disciplina e il karate…vabbe’, bel film per ragazzi, giusto apologo, ma e’ appunto un filmetto, nella realta’ le cose accadono in altro modo…
    Ripeto, non fraintendetemi …Diciamo che sono d’accordo con Mauro e che c’e’ momento e momento…

    VALERIA: e se poi il Bimbo gli da 60 60? Non sono queste le cose su cui si possa fare affidamento (Anche qui make no mistake: mio figlio entra da solo in campo ma non escluderei che possa riuscire a farsai portare la borsa dall’avversario…)

  75. laura scrive:

    HO fatto un pasticcio con l’invio scusatemi!

  76. fulvio scrive:

    stefano tu vedi troppi film…concentrati di più sul….tennis!!!

  77. Gus scrive:

    Stefano: nessun problema, ci mancherebbe. Anzi se hai da suggerirmi dei Dvd (purtroppo capisco poco l’inglese orale, tienine conto) o altro ti chiederei cortesemente di segnalarmelo.
    Ti e vi capisco perfettamente, anche se Monica non ha l’intensità degli allenamenti di Nicky.
    Anche per noi la giornata tipo è molto impegnativa e quindi massima comprensione.

    >Io per esempio devo assolutamente perdere 6 chili.

    Io spero di riuscire nel periodo dopo l’intervento al menisco. Considerando che mi “devo” allenare per forza, magari riesco anche a perdere peso.

    “Qui dovrai essere tu ad inseguirlo, a cercare anche di adattarti alle diverse situazioni contingenti anche umorali con l’obiettivo comunque di fare in quelle due-tre orette quotidiane ritagliate nell’arco della giornata qualcosa di produttivo a prescindere.”

    Non è che questa parte mi convinca molto, se devo essere sincero. E’ giusto che il maestro si renda conto della situazione, ma la crescita che si chiede al ragazzo sportivo non può essere solo “tecnica”. Quindi a “prescindere” mi sembra una concessione esagerata; anzi è proprio perché il vostro sforzo è notevole e Nicholas lo ha capito senza dubbio, che deve limitare al massimo lo spreco di tempo e non il contrario.
    IMHO, ovviamente.

    “Io saro’ sul campo sabato e domenica e mercoledi’ sera e ogni volta che potro’ liberarmi, per il resto ci sara’ Gabri’ ma potrai anche essere da solo, tu e lui, Jungle Boy,La Canaglia di Lagos.”

    E lasciarli lavorare un po’ più da soli? Insomma questo ragazzo è un professionista, lavorerà con Nicholas un mese e non credi che una relazione più “solitaria” tra i due possa portare benefici anche a Nicholas, che così si sente un pochino più libero, meno controllato e tutto sommato anche più responsabile?
    Applichiamola un po’ in positivo questa solitudine :-)
    Io credo che questo lo farà anche maturare.

    “MAH! Li ho trovati interessanti, sono contento di averli presi, ma prima di consigliarteli dovrei capire se ti possono davvero interessare … Partiamo anche dal presupposto che io ho già una vasta videoe biblioteca e soprattutto ho tutti i video e DVD sfornati da Bollettieri negli ultimi 20 anni e quindi di grosse novità non ne ho viste”

    Io ho una serie di DVD di Bollettieri (della serie con Agassi per intenderci) e faccio fatica a seguire le parole. Peraltro la qualità video la trovo abbastanza scadente.
    Sulla sua competenza, ovviamente, non metto il becco, ma speravo di risolvere il problema proprio con quelli di Piatti.
    Sono interessato, perché per quanto possa sembrare irragionevole, io lavoro su me stesso, non avendo la possibilità di allenare mia figlia intensamente. Quindi studio per migliorare, perché alla mia età e per me il divertimento è riuscire a perdere dal maestro (che faceva parte del team Bertino, Piatti, Carnovale, ecc.ecc. ai tempi famosi delle Pleiadi) 6-0, ma riuscire a fare bene il gesto tecnico e magari due begli ace nei miei turni di servizio (tutti). :-)

    Ripeto se hai Dvd da consigliarmi (a parte Bollettieri) ti ringrazio in anticipo.

    @marcos:

    “se non vuoi che un giorno si aspetti sempre che ci sia qualcuno che lo aiuti, fai in modo che il ragazzo raccolga le palle. è il primo comandamento della disciplina in un campo da tennis: non si può evitare. raccoglie le palle e, poi, si ferma a riposare.”

    Anche io la penso così, anche perché dopo poco il maestro, senza farsi notare, lo aiuterà e ti fai quelle due chiacchere che cementano la relazione.

    @something blue:

    “Questo dei compiti a cas che durano quasi quanto il tempo scuola pensavo fosse solo un problema italiano…..e poi col crescere la situazione si appesantisce ulteriormente.”

    Vero.
    Occorre essere anche un po’ fortunati e anche un po’ rompic…. da quando hanno 3 anni. Io noto che alcuni ragazzini sono molto distratti mentre fanno i compiti e perdono una marea di tempo.
    Però è sicuramente vero che hanno molti compiti da fare.

    @valeria scrive:

    “Mio figlio mi racconta che quando deve fare un incontro con un bambino che non conosce ,lo osserva attentamente e considera come un segno di debolezza se entra in campo con il padre che gli porta la sacca o se viene aiutato a sfilarsi i pantaloni senza togliersi le scarpe”

    Io quest’anno ho vinto diverse partite contro ragazzini di 15/16 anni che avevano a bordo campo il padre per colpa del padre (oltre che ovviamente per il mio tennis stellare :-). ROTFL

    Senza nulla voler togliere a Stefano che ovviamente è della categoria G&F intelligenti, un po’ di distanza in questa occasione io la proverei. Tutto sommato grandi disastri in un mese non credo possa farne.

    @Mauro:
    “@Marcos e Roberto, a mio avviso, non possono esistere regole fisse sui modelli educativi, il buon insegnante infatti deve necessariamente tenere conto delle caratteristiche caratteriali dell’allievo. E’ questo infatti che fa la differenza tra un buon insegnante ed un ottimo insegnante.
    Far raccogliere le palline urlando (fare i sergenti o meglio i caporali), sono capaci tutti, far emergere le tutte le potenzialità dell’individuo in qualsiasi campo è pregio di pochi.
    Un urlo anichilisce certi bambini, altri si galvanizzano, cosa ne facciamo dei primi?
    Chiudo con una battuta del grande Totò, che diceva, siamo uomini o caporali?”

    Hai certamente ragione, ma alcune regole dovrebbero essere già dell’educazione dello sportivo adolescente senza urla o chissà cosa. Io ho 45 anni, pago il maestro per gli allenamenti e non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello di non raccogliere le palline o di non passare la rete a fine partita. Ho visto ragazzini e non, fare i tornei e lasciare il campo da divi del cinema. Ma chi ca..o sei? Non serve urlare, basta chiedere con gentilezza. Per evitare incomprensioni con il comandante, capisco benissimo cosa ha detto Stefano, ma io credo che la formazione, l’educazione, richieda anche atteggiamenti corretti, che si “insegnano” e non si “comandano”. Se il ragazzo è particolarmente affaticato, stai tranquillo, che sarà il maestro appena lui si muove a dirgli di lasciare stare. Ma deve essere una concessione esplicita del maestro e non un modo di fare del ragazzo.

    Immagino sia per questo che Stefano gli abbia scritto in anticipo e credo senza che Nicholas abbia letto la lettera.

    Io però, sul campo, la imposterei in modo diverso. Nelle prime ore vediamo come si comporta e se si prende delle “libertà” gli facciamo capire come sarà il nostro rapporto sul campo. Diciamo in modo gergale, ci “annusiamo”. Poi si creeranno le condizioni per le eccezioni del caso. Sopratutto nelle prime ore eviterei la mia presenza sul campo e nel caso di quella di mia moglie.

    Soli è meglio.

    Gus

  78. valeria scrive:

    STEFANO: mio figlio sostiene ,”dall’ alto della sua esperienza sul campo ” che chi sa e vuole arrangiarsi da solo e’ un avversario piu’ temibile perche’ sapra’ anche in partita gestire meglio le situazioni di gioco……(poi se e’ Federer……)

  79. Gus scrive:

    Concordo con Fulvio che sarebbe meglio lavorare sulla qualità piuttosto che concentrare in un mese una marea di cose, ma Stefano ci spiegherà cosa forse intendeva trovo invece interessante quello che dice Fulvio perchè è l’esatto opposto di quello che Panatta dice al Corriere dello Sport e ripreso da Ubitennis.

    Fulvio dice:”nel tennis devi saper fare bene quelle 4 o 5 cose e non …..più cose possibili!!”

    Panatta dice:
    “I maestri non insegnano tutto ai bambini, insistono solo sulla specializzazione di quei colpi che potrebbero essere determinanti nella carriera professionistica. Così il ragazzo a un certo punto non cresce più e scopre che gli manca qualcosa. Bravi di dritto e rovescio. Tirano in allenamento quello che noi tiravamo per fare un passante vincente in partita. Ma se devono ammorbidire una palla, cappottano”.

    “Il 90% dei giocatori non amano lavorare sui propri difetti. E il tecnico, che ha nel giocatore il suo datore di lavoro, certi tipi di allenamenti glieli evita”.
    Quale è la soluzione? “I giocatori devono capire che un tecnico che li fa lavorare sui loro difetti è bravo. L’allenatore deve avere carisma e la capacità di spiegare sempre i perché del suo lavoro. I tecnici devono liberarsi del concetto che l’unico modo di vivere il tennis oggi sia quello di tirare forte. Paolo Bertolucci, quando allenava Pistolesi e cercava di fargli fare certe cose e non ci riusciva, parlo di una palla corta, di un chop, di un diagonale, insisteva; per quanto possibile. Bisogna insistere proprio sulle pecche. E’ l’unica soluzione possibile per giocare meglio”.

    Ai posteri l’ardua sentenza. :-)

    Gus.

  80. Stefano Grazia scrive:

    FULVIO: tecnicamente Nicky non deve fare/cambiare proprio nulla e Adriano non deve modificare assolutamente nulla…Con il fagli fare piu’ cose possibili mi sono espresso male,su questo hai ragione, ma io intendevo nel fargli fare piu’ possibile drills con palla in gioco (cosa che io non sono piu’ in grado di fare con lui: io posso ancora giocarci contro o fargli feeding al cesto…)

  81. Gus scrive:

    @stefano:

    perdonami la franchezza ma ricordati che ho capito perfettamente il tuo agire e ti ho già detto, ma eventualmente lo ribadisco che tuo figlio è solo un ragazzino vivace e che se conoscessi mia figlia, come mi risponde, la sua verve polemica e quanto riesce a farmi inca..are probabilmente ti sentiresti meno solo :-)

    “(Anche qui make no mistake: mio figlio entra da solo in campo ma non escluderei che possa riuscire a farsai portare la borsa dall’avversario…)”

    Letta la premessa di cui sopra così evitiamo fraintendimenti, in questo atteggiamento cosa ci vedresti di così positivo?

    Gus.

  82. marcos scrive:

    precisazione: non è che se si raccolgono le palline rapidamente si diventa automaticamente campioni!

  83. Stefano Grazia scrive:

    LAURA:
    se e’ cosi’, noi andiamo alla grande in quanto a battibecchi…ieri gli ho cacciato un urlo da far rabbrividire anche me (perche’ alle 11 alla domanda quanto ti manca mi aveva risposto con un timido: un pochino, ed era la ennesima ) ma poi col raziocinio ho capito che aveva ragione lui e dopo un’ora gli ho chiesto scusa (tanto era ancora li’ e gli mancava per terminare solo un pochino…)
    MARCOS:
    “sarà un gran giorno quando a porgerti le palline sarà un raccatapalle, prima del servizio” …. Oppure lavori a Lagos, dove-se giuochi al Club- giochi con uno o due ball boys che paghi 1 dollaro all’ora(e a golf e’ obbligatorio il caddy… ) Ammetto che questo fatto renda piu’ complicato far raccogliere le palle… Per es quando io gioco a tennis un match PREFERISCO NON AVERE il ball boy perche’ raccogliere la pallina mi da le pause necessarie e perche’ spesso i ball boy disturbano, distraggono, tifano per l’avversario (se e’ uno e’ un locale o uno di maniche larghe con le mancie) ma a volte mi tocca giocare con della gente che se non ha il ball boy non riesce a giocare (SIC!) o lo ritiene un affronto personale (qualche ‘BIG MAN’ locale, governatori politici professionisti o mezze seghe…figuriamoci, un giorno mi chiama uno in ufficio, non so chi sia, l’avro’ viusto qualche volta al Lagos Lawn, il secondo circolo, e all’inizio credo mi chiedesse una raccomandazione per ottenere un visto al consolato italiano e io a spiegare che non c’entravo nulla e lui invece a dirmi che no, non avevo capito, voleva solo dei soldi perche’ si era candidato alla Presidenza (Chairman) del Circolo ma siccome era due anni che non pagava la quota temeva che questo lo potesse mettere in cattiva luce…E io manco so chi sia…Telefonate come queste (chiamate 411) ne fanno a decine…)

  84. Stefano Grazia scrive:

    GUS (di corsa prima di andare ad allenarci):
    “(Anche qui make no mistake: mio figlio entra da solo in campo ma non escluderei che possa riuscire a farsai portare la borsa dall’avversario…)”
    Letta la premessa di cui sopra così evitiamo fraintendimenti, in questo atteggiamento cosa ci vedresti di così positivo?

    BE’, INTANTO ERA UNA BATTUTA, da film … tipo Trapper John in Mash…( senza che la cosa scivoli nel bullismo, mi immagino la scena, mi sembra non necessiti commenti ma in pratica l’intimidazione psicologica nello sport esiste, e’ ammessa, fa parte del gioco…sta a te non farti intimidire (nel rugby ci si faceva vanto di NON farsi intimidire da nessuno e i mediani di mischia, i piu’ piccoli di solito a quel tempo, erano i piu’ cattivi…) …Ma il discorso semplicemente era una battuta e legata al post di Valeria e stava a significare che dei due, se voglio allevare un campione,io preferirei sempre essere il genitore di chi si fa portare la borsa che di quello che la porta … Al di la’ del politically correct e della morale delle fiabe.

    Quanto ai DVD, lascia stare quelli dei tempi di Agassi (e quello non era un DVD didattico ma solo promozionale), da Bolletta ne sono usciti DECINE, di cui uno bellissimo (era un VHS) a fine anni 90 sul Killer Forehand con Malisse a 18 anni protagonista. BELLISSIMO ,ESPLICATIVO E ANCHE DIVERTENTE. Ma i DVD di cui parlo spesso io sono quelli dello Strategy Zone a cura di Lance Luciani e Jose Lambert (e con Bollettieri a fare le introduzioni e a dare TIPS, consigli. QUELLI SONO DEL 2005 E SONO ECCEZIONALI. Prova ad andare su http://www.imgacademies.com oppure a cfercare su Amazon (clicca Bollettieri o tennis, ti potrebbe saltare fuori tutto)

    Sul raccogliere le palline e sulla Distanza: no, rimango della mia idea (e di Mauro e di Andrew…): non siamo qui per raccogliere palline, siamo qui per fare altre cose, abbiamo gia’ passato questa fase, (MA SEMPRE partendo dal presupposto che non devi prendermi alla lettera…Le palline le raccogliera’ anche lui, le raccoglie sempre, ma non e’ importante…)
    SULLA DISTANZA: no, neanche qui…Noi siamo un TEAM e il COACH in questo caso e’ un ragazzo che viene a collaborare all’interno del TEAM…non gli viene affidato mio figlio, viene chiamato per vedere se insieme riusciamo a proseguire un certo lavoro…Da Bollettieri, Bertino,Bob Brett,Pat Cash noi stiamo a distanza (con l’eccezione dello Strategy Zone Team per motivi ormai di conoscenza, siamo diventati amici, e per via della nostra situazione logistica e col fatto che loro poi ce lo riaffidano per continuare un certo tipo di lavoro) MA IN QUESTO CASO L’ESPERIMENTO E’ LAVORARE IN UN TEAM: con Adri noi parleremo, discuteremo, interagiremo ma lui fa parte del Team. Poi col fatto che mia moglie sara’ spesso con lui intendevo anche che a Lagos…da solo non vai da nessuna parte finche’ non la conosci e non ti sai muovere…

  85. fulvio scrive:

    Stefano se a 10 anni il tuo boy non deve cambiare niente tecnicamente è….MOOOOOLTO PREOCCUPANTE!! chi ti dice queste cose penso che di tennis ne capisca veramente poco…..fidati!!!

  86. fulvio scrive:

    @gGus,se oltre a quelle 4 o 5 cose che deve far bene il giocatore,impara anche a farne altre allora siamo a posto,il giocatore è ….quasi pronto!!!!

  87. something blue scrive:

    E’ straordinario come il problema di chi raccoglie le palline abbia preso campo….il fatto è che è un po’ come una metafora di due punti di vista di vista diversi sull’educazione e su come l’educazione passi naturalmente anche attraveso lo sport.
    Molte cose sono state dette e non ci torno, mi interessa invece sottolineare quanto sia importante il modo con il quale educhiamo. Sono abbastanza contraria alle urla, sia dei genitori che dei coach (o dei professori, dei maestri, dei capo ufficio….) come modo per convincere l’allievo riottoso: mi posso permettere di alzare la voce se prima sono stata chiara sulle regole, se nove volte su 10 invece di urlare ci ho parlato con calma reprimendo l’istinto e la fretta di farmi capire, insomma mi sono ricordata che il bambino è appunto un bambino ed io non devo abusare del mio potere di adulto. Tra l’altro di solito le urla sono del tutto inefficaci. Penso non abbia senso essere in certi momenti severissimi ed in altri sciogliersi come burro. L’atteggiamento deve essere coerente se si vogliono rispetto e coerenza da parte dei figli. E non c’è dubbio che parlare, comunicare è sempre la strada più efficace. Il difficile (e lo è veramente) è riuscire ad essere fermi, per il loro bene, sulle principali regole di educazione che vogliamo rispettino (non trattare male gli avversari, non comportarsi male con l’arbitro, accettare con dignità le sconfitte, etc..) mantenendo sempre un atteggiamento di dialogo e di ascolto, senza bisogno di essere nè severi nè severissimi. Questo atteggiamento, anche se, apparentemente, ci fa perdere un po’ di tempo, in realtà ce ne fa guadagnare moltissimo. Infatti così le regole non vengono imposte ma gradualmente capite e introiettate.
    Un’ultima osservazione sul farsi portare la borsa dall’avversario. Altri ne hanno parlato e condivido la loro reazione. E’ un esempio che avevi giù usato in un altro post alludendo alla cartella della scuola….è una iperbole, lasciatelo dire, inquietante. Poichè so che tutte le tue preoccupazioni sono per Nicholas, sono certa che la usi quasi per liberartene e comunque mai davanti a lui. Infatti se vai al fondo della frase quello che prospetti è un ragazzo (ormai ha 12 anni…) che usa il suo potere persuasivo per ammaliare, affascinare o plagiare i coetanei al fine di ottenerne un piccolo vantaggio materiale, ovverosia non si fa scrupolo di raggirare in qualche modo il prossimo per i propri scopi. Sono certa che Nick non fa, nè farebbe certe cose e che rispetta i sentimenti dei coetanei, ma le parole sono importanti, sono davvero pietre, e penso all’effetto che potrebbe avere su di lui se per caso ti sentisse usare questo tipo di frasi, magari per caso…potrebbe pensare che sono comportamenti tali da suscitare ammirazione quando invece, come è evidente, sono del tutto diseducativi. Scusa l’invadenza, è in buona fede, Anna

  88. valeria scrive:

    STEFANO: non per fare polemica….ma non vorrei che avessi confuso il bambino che porta la borsa dell’ avversario con il bambino che passa il campo su cui ha giocato o raccoglie le palline che ha usato. A mio figlio stanno cercando di insegnare l’umilta’ e non e’ un’ impresa facile visto che e’ nato con molte doti (non solo tennistiche) ed e’ pure “banfone”. Il suo maestro (che lui adora) e’ rigidissimo con lui. A volte mi fa un po’ pena………quando viene punito per delle cose per cui gli altri ragazzini non vengono puniti elui lo sa benissimo!!!!!!! Gli hanno detto che LUI deve essere “perfetto” se vuole diventare un top player ,che l’accettazione di alcuni obblighi , regole, comportamenti possono fare la differenza in momenti critici di un mach o per rendere piu’ veloce l’ apprendimento in allenamento….Anche questa e’ la solitudine del tennis player……….!!!!!

  89. laura scrive:

    dimenticavo:sgarrare è anche far finta di raccogliere le palline pensando di far fesso il maestro!

  90. Mauro scrive:

    La frase che segue, è stata estrapolata da una frase del portavoce della fit Baccini in risposta ad una domanda sull’aumento delle quote federali sul bolg della federazione a difesa del vincolo degli under:

    “Tanto per fare un esempio, se in Italia vogliamo cercare di avere in futuro giocatori di livello più elevato bisogna spingere le società sportive a curare sempre di più il vivaio, ponendo un freno alla pratica dell’acquisto di intere squadre di giocatori da parte di altre società, come avveniva negli anni passati.”

    A mio avviso il lo scopo che si otterrà, sarà esattamente l’opposto, infatti un bambino “buono” che nasce tennisticamente in un tennis club con una scuola tennistica poco curata, non avendo possibilità dopo i 10 anni di passare ad altro circolo non potrà progredire come merita. Se un circolo ha una buona scuola, è giusto e sacrosanto che gli agonisti si trasferiscano in quel circolo. E’ il “mercato” che decide quale circolo è buono per gli agonisti e quale no. Qui ci si vuol far credere che tutti siano buoni, capiti in un cattivo circolo? peggio per te, rimanici! Altro che guida michelin.
    Inutile dire che ho inviato una risposta a questa frase ma non è stata pubblicata. Se vogliamo avere giocatori di livello più elevato dobbiamo incentivare le accademie private, possibilmente una almeno in ogni regione italiana, altrimenti siamo alle solite, solo chi se lo può permettere può andare in accademia in italia o all’estero.

  91. Gus scrive:

    @fulvio: avrai notato che non ho assolutamente preso una posizione. Infatti essendo un semplice appassionato e avendo molta meno preparazione sia tua che di Panatta mi sono limitato a riportare nella discussione, due punti di vista molto diversi. Infatti Panatta dice che i maestri dovrebbero insegnare tutti i colpi ed in particolare concentrarsi su quelli che vengono meno bene. Tu, mi pare di capire, sostieni invece che occorre concentrarsi su 4/5 cose e su quelle lavorare. La cosa quindi, almeno per me, si fa interessante e sarebbe utile a tutti capire perchè consigli di concentrare gli sforzi su 4/5 cose (che sicuramente sono quelle che riescono meglio) e non il contrario.

    Non c’era e non c’è nessun tipo di malizia. :-)

    Gus

  92. Gus scrive:

    Grazie Stefano per le notizie sui DVD.

    Per il resto tu sei convinto di far bene così e quindi trovo assolutamente corretto che tu segua il tuo programma.

    Sulle altre cose non ti prendo alla lettera. :-)

    Gus

  93. Roberto Commentucci scrive:

    Ho amato alla follia l’Adriano giocatore.
    Ho stimato profondamente l’Adriano Capitano di Davis.
    Ho subito, mio malgrado, l’Adriano Dirigente Federale e Organizzatore degli Internazionali d’Italia.

    Ciò premesso, trovo che l’intervista di oggi di Panatta denoti, scusate la franchezza, una conoscenza superficiale delle problematiche del tennis moderno. E che trasudi un gran rimpianto per il bel tempo che fu.

    In queste ultime settimane, ho avuto modo di rivedere, grazie a Supertennis e alla ESPN Classic, un buon numero di partite d’epoca.
    Ad alcuni match ero affezionato, erano legati a ricordi e momenti topici della mia adolescenza. Eppure, nel rivederli vi era un certo retrogusto amaro…

    Lo dico francamente: dentro di me, qualcosa diceva:
    “Ma era proprio tutto qui?
    Questo era il sublime tennis dei gesti bianchi, mai abbastanza rimpianto?”

    Mah. Io devo ammettere che sono rimasto deluso.

    Credo che il tennis attuale sia molto, ma molto più spettacolare di quello che si giocava nei mitici anni ‘70.

    E Adriano, ahilui, non sfugge allo stereotipo, già intensamente praticato dall’altro Dioscuro azzurro Pietrangeli, del “Ah, i miei si che erano tempi…
    questi qui sono delle mezze calzette, altroché”.

    Io credo che Adriano non segua granché il tennis attuale. E che abbia cavalcato, nell’intervista il logoro cliché del “ma questi tirano solo botte”.

    Ma de che, Adriano?

    Io vedo un tennis in cui i migliori giocatori non solo scambiano ad un ritmo pazzesco, ma sono anche capaci, ad un ritmo pazzesco, di eseguire notevolissime variazioni di ritmo, effetto, angolo, velocità. Sanno prendere bene la rete, anche se in pochi ci vanno subito dietro il servizio. Sanno giocare le palle corte, colpo tutt’altro che sparito.

    E fanno spettacolo.

    I maestri attuali a mio avviso fanno bene il loro lavoro. Finché le superfici e le palle sono queste, invocare tennisti impostati serve & volley è del tutto velleitario.

    Il mondo evolve. Perché il tennis non dovrebbe evolvere?

  94. andrew scrive:

    Mauro…effettivamente non hai capito la metafora precedentemente esposta, lo si evince dal tuo ultimo post, nel quale ancora sembri dare credito a quanto può o non può dire il portavoce della FIT…

    La metafora voleva semplicemente dire che il sistema nel quale ci troviamo ad operare (e non dovremmo) è un sistema che NON HA BISOGNO DI ALCUNA GIUSTIFICAZIONE (POSSESSO) e, comunque, HA TUTTE LE GIUSTIFICAZIONI (NON-DICHIARAZIONI O DICHIARAZIONI A CASACCIO).

    Dopodiché, è chiaro che esistono all’interno del sistema numerosi operatori di valore e appassionati e bla bla bla…. ma non c’è direzione, non c’è una via che non sia quella del mantenimento dei circoli (specie quelli prestigiosi)…

    Tutto può coesistere, si può dire tutto e niente…ci posso essere io che sogno un posto nella mia città dove si possa accedere a campi da tennis a meno di 470 euro l’anno di sola iscrizione e c’è contemporaneamente Tropiano che vuole portare il tennis nei campi ROM…

    insomma…vaffantennis

  95. Mauro scrive:

    Dalle mie parti, esistono i circoli da meno di 40 euro l’anno, ma il problema non è solo questo.
    Io penso a chi vorrebbe fare agonismo seriamento e non lo può fare, non avendo punti di riferimento, si può solo sperare che ( e questo per una federazione è grave) che i buoni giocatori nascano vicino a circoli con buoni maestri, anzichè agevolare l’incontro degli uni con gli altri ma anzi ostacolarlo.

  96. Mauro scrive:

    Se mio figlio ha una predisposizione alla musica evidenziata dalla maestra di musica delle elementari, è corretto che rimanga vincolato a lei per 4 anni o è meglio che gli si cerchi un ottimo maestro di musica?
    Non mi sembra molto difficile da capire, il problema è che non lo si vuole capire.
    Nell post precedente la cifra era a meno di 407 euro.

  97. Pinot scrive:

    off topic

    Ho trovato questo sul sito della Fit. Può interessare?
    Siamo avanti, siamo indietro. Dove siamo?

    Venerdì, 16 Gennaio 2009 alle 23:55
    MINITENNIS E GARE DEGLI UNDER 10
    di Mario Galietta

    Sono un insegnante di tennis e, avendo accesso al sito dell’Itf, ho ascoltato un interessante lavoro di Dave Miley, responsabile della sezione “Tennis Development” della Federazione internazionale.
    Poichè hanno accesso a tale lavoro solo gli insegnanti, ritengo opportuno far sapere a tutti gli appassionati che l’Itf, dopo aver spinto con forza verso il minitennis attraverso un programma denominato “Play and Stay”, sta preparando un progetto denominato “Tennis 10s” vòlto a regolamentare anche le competizioni under 10 secondo le regole del minitennis.
    La Federazione Italiana Tennis, secondo il mio giudizio, ha intrapreso un ottimo percorso sposando in tutti i suoi corsi la nuova metodologia di insegnamento del minitennis, cardine anche del Fit Ranking Program. Rimane però un passo inevitabile e assolutamente necessario: prevedere dimensioni ridotte di gioco anche per le competizioni ufficiali degli under 10. Ciò in linea con tutto il trend internazionale. Per chi non lo sapesse gli Stati Uniti, con il progetto denominato Quick Start Tennis, hanno previsto per gli under 10 un campo di mt. 6,50 x 18,00. Idem in Belgio ed in Australia (Aviva Tennis Hot Shots). Ho spulciato i siti di 14 federazioni internazionali e vi assicuro che tutte sottolineano come sia in atto “una rivoluzione” e che tutto ciò costituisca “un trend internazionale”.
    Mi chiedo, allora: perchè non prevedere che anche le gare siano disputate in dimensioni ridotte?

    Mario Galietta

  98. Stefano Grazia scrive:

    Fulvio & Co: non giriamo in circolo e non fatemi le pulci solo per il gusto di farlo che altrimenti si sfiora la pedanteria… “Per l’eta’ che ha” e’ la premessa sottintesa in ogni mio discorso…
    Inoltre ognuno fa quel che puo’ e come puo’: io finora son stato contento cosi’ e cosi’ proseguo…Nicholas lo hanno visto in tempi diversi o hanno visto e vivisezionato i Coach di Bollettieri, ma anche John Birrel alla Pat Cash (e in Australia e’ famoso),Cesare Zavoli,Luigi Bertino,Bob Brett, il coach Croato-Nikla- della Vavassori, e anche Enrico Slomp, non sto parlando di sprovveduti (anche se ovviamente metto in conto che nessuno ti viene a dire: suicidati! tuo figlio fa vomitare i poveri…) ma ritornando ad Adriano, il nostro Coach, voglio precisare che quando dico che fara’ parte del Team intendo anche che avra’ VOCE IN CAPITOLO, potra’ dire tutto e il contrario di tutto, suggerire, raccomandare,mandarmi a cagare,etc etc Sono un Dittatore Democratico…Alla fine le Decisioni si prendono insieme ma mi si deve convincere. Anzi, si deve convincere soprattutto Nicholas. Quello che intendevo era che la Linea e’ gia’ tracciata, si prosegue su quella facendo piccolissimi aggiustamenti … Quest’estate se possibile faremo una Videoanalisi completa e approfondita con Bertino, ci alleneremo un po’ da Vavassori, sentiremo cosa diranno anche loro, magari continueremo la collaborazione con Adriano (dipendera’ anche da dove sara’ lui), andremo a trovare Sartori, e magari andremo anche in pellegrinaggio a Lourdes …

  99. fulvio scrive:

    Stefano non mi sembra di aver mai fatto le pulci a nessuno,tanto meno a te che stimo e ammiro per quello che riesci a far fare al tuo ragazzino vivendo in una realtà che di tennis ne ha davvero poca.se poi vuoi che a ogni tuo post si risponda che hai ragione e fai bene allora è un altro discorso.spero che la mia osservazione non ti abbia offeso e se cosi fosse me ne scuso e non entrerò mai più nei tuoi discorsi tecnici .un consiglio però te lo voglio dare ancora,credo e penso che tutti ,e sono davvero tanti,i professionisti che hai interpellato,non sia sulla stessa lunghezza d’onda,dando a te ,credo avolte,e sopratutto a Nicholas,dei dubbi sul chi avrà ragione.prendine uno che reputi il migliore e prova a seguirlo senza pensare agli altri,fai un programma e dopo 1 anno vedi se è lui quello giusto.il nostro e tuo Nik non avrà cosi troppe cose diverse da imparare e vedrai che migliorerà sensibilmente!

  100. stefano grazia scrive:

    Fulvio, sono io che mi scuso per averti dato l’impressione di essermi offeso o di voler aver sempre ragione…ero passato di corsa dalla Clinica dopo un training mattutino di tre ore e mezzo causa chiamata d’emergenza e prima di uscire avevo buttato un’occhio e mi apprestavo , nel furor della battaglia, a buttare giù due righe in fretta senza pensarci troppo su visto che alle 15 non avevamo ancora pranzato (e in più mentre scrivevo è entrato il mio collega e mi ha attaccato un bottone su alcuni episodi-pettegolezzi dell’ultima ora) e confesso che per tutto il resto della giornata mi è rimasto in testa il senso di colpa di aver ‘cannato completamente il tono del post’ e infatti non vedevo l’ora di rientrare per poter rimediare con un nuovo commento in cui mi scusavo con te e con gli altri. non per il far le pulci (è solo un modo di dire) ma per il ‘al limite del pedante’: ANZI, COME HO SEMPRE DETTO, CRITICATEMI SEMPRE OGNI QUAL VOLTA LO RITENIATE OPPORTUNO perchè mi permettete di riflettere e ‘ripensarmi’ da un altro punto di vista, sotto un’altra angolazione e insomma di fare autocritica e dopo essermi ‘riesaminato’ eventualmente scoprire che stavo sbagliando…è già successo e risuccederà.
    Ogni critica costruttiva è un mattone nella costruzione del progetto.
    Ciò detto…mio figlio non è un campione e non è nemmeno un campioncino. Non so se lo sarà mai.
    Questa è la prima premessa e vorrei che lo teneste tutti a mente perchè spesso straparlando mi rendo conto che potrei dare l’impressione di credere di avere chissà che cosa fra le mani. Non ce l’ho.Credetemi, non ce l’ho. Non ancora. Ne parleremo semmai fra tre anni.
    Avendo stabilito questo, e pregando soprattutto Fulvio che è l’unico fra noi ad avere DAVVERO UNA ESPERIENZA DA CONDIVIDERE (e non gli saremo mai grati abbastanza per averlo voluto fare), di continuare a criticarmi e/o elogiarmi quando lo ritengono, io però continuo a credere ancora nei vantaggi della MULTIMEDIALITA’,del MULTITASKING,del MULTITUTTO … a patto che si segua una certa linea e si sappia cosa si vuole. Noi partiamo da una base (Bollettieri, Strategy Zone Program) su cui si possono innestare diversi piccoli aggiustamenti…Straordinariamente FINO AD ORA o per culo sporco o per la intelligenza degli interlocutori NON ci sono stati CONTRASTI, CONFUSIONE, DUBBI … pare che abbiamo sempre messo d’accordo tutti…Può anche darsi che Nicholas non valga la pena, non meriti la discussione o la fatica di una contraddizione (è una possibilità che ho considerato).
    SONO CONSAPEVOLE CHE IN UN FUTURO SARA’ POSSIBILE CHE SI VENGA A CREARE LA NECESSITA’ DI IDENTIFICARE UNA GUIDA (If you love somebody, set him free…) MA PER IL MOMENTO CIO’ NON SOLO NON E’ NECESSARIO MA NON E’ NEANCHE POSSIBILE visto che abitiamo in Africa e onestamente preferirei ancora vivere con lui almeno 7-8 mesi all’anno per altri 2 anni (Se ci renderemo conto che non sarà possibile, prenderemo le nostre decisioni così come le stavamo per prendere quando eravamo ‘prigionieri’ in Angola, paese assolutamente non tennistico… A mio parziale sostegno ho le diverse esperienze di diversi Uomini Illustri (da Sampras alla Sharapova) che fino ad una certa età sono stati gestiti da gruppi di Coaches diversi, sotto la supervisione di un punto di riferimento che poteva essere il genitore-manager o il Dr Fischer di Sampras. Se a leggere i libri di Storia si dovrebbe imparare qualcosa (ma come quotidianamente registriamo non è sempre detto che ciò accada), anche a leggere le Biografie degli Uomini Illustri si possono imparare diverse cose…POI E’ CHIARO DEVI ANCHE RIVOLGERTI AGLI ALLENATORI PIU’ BRAVI … Il giovane Coach, amico e figlio di amici, che viene a trovarci e a lavorare per un mese è un esperimento che potrà essere ripetuto e potrà essere parte della soluzione (sempre all’interno del concetto TEAM…) Se verrà un momento in cui ci saranno contraddizioni e confusione, allora sarà quello il momento di prendere decisioni . Oggi pomeriggio dopo il training, mentre mangiavamo e prima di andare alle 18 a rilassarci un po’ sul campo da golf a provare le mazze nuove di Nicholas, ci siamo visti la fine di HELLBOY, il primo della serie, il film che il premio oscar Guillermo Del Toro ha tratto dal popolare (in US) comicbook. Chiariamo subito anche qui che sto approffittando dell’assenza di mia moglie per vedere dei film da solo con mio figlio: gli faccio vedere i grandi film ma sono disponibile anche a vedere I SUOI film…Ora Hellboy può non essere il mio genere di film ma come ‘film di genere’ non è nemmeno una boiata (il protagonista è uno degli attori che compare ne La Guerra del fuoco di Annaud) e comunque nel finale la voce narrante dice: What makes a man a man? Is it its origins? The way it comes to life? I don’t think so. It’s the way he makes decision: not how he starts things but hoe he ends them… (Cosa fa di un uomo un uomo? Le sue origini? Come viene al mondo, il suo lignaggio? Non credo…sono le decisioni che prende: non come inizia le cose ma piuttosto come le finisce)
    Non so perchè, ma ho trovato queste parole pertinenti alla mia situazione…

  101. stefano grazia scrive:

    Poi…potrei anche sbagliarmi, eh! Sul fatto di fargli fare poche o troppe cose, in realtà credo che qui diciamo, con Fulvio, le stesse cose…Secondo me in questo mese Adri dovrà semplicemente migliorare la CONSISTENCY e aiutarlo col SERVIZIO.
    Poi, ovvio, che faranno varie cose, lo valuterà anche lui, proporrà cose… Ne parleremo. Io mi aspetto un aiuto soprattutto per quello che nè io nè Gabrì siamo più in grado di fare: sostenere un buon palleggio d’allenamento. Possiamo giocare e anche batterlo (mia moglie non più), possiamo fargli il feeding, possiamo guardarlo da fuori e (grazie ai suggerimenti di vari coaches, all’aiuto di digital video e photo cameras, e anche alle indicazioni dello stesso Nicholas che probabilmente potrà essere un ottimo coach), verificare se fa o non fa correttamente certe cose, ma ahimè non siamo più in grado di rimandargli costantemente la pallina ad un determinato ‘pace’, ritmo … Però in questo momento almeno abbiamo questo ragazzino, Tamina Kienka (A PROPOSITO: suo padre è aMelbourne, partito ieri, con un Pass da giornalista, magari Ubaldo lo incontra, anzi credo lo abbia già conosciuto qualche anno fa…) che ha due anni in più, e oltre ad andare d’accordo al di là di una sana feroce competitività, ha colmato alcuni vuoti: oggi per es dopo due ore di intensa preparazione atletica, li ho fatti palleggiare per un’ora (prima minitennis e poi da fondo) e alla fine ho proprio usato uno dei drills citato anche nei DVD italiani(mi sembra del DVD L’Ombelico del Campo) dove uno dei due giocatori gioca Dritto prima incrociato e poi lungolinea e poi Rovescio incrociato e poi lungolinea e via così, mentre l’Altro si limita a mantenere in gioco la palla e io, da bordo campo, sostengo la continuità del palleggio in caso di errore con eventuale feeding … E i due mi hanno reso orgoglioso: insomma, in Nigeria ho comunque:
    DISPONIBILITA’ CAMPI
    UN COMPAGNO DI ALLENAMENTO
    DIVERSI PALLEGGIATORI SPARRING HITTERS (vere e proprie Human Ball Machine)a 8-10 dollari all’ora
    E UN GUADAGNO CHE MI PERMETTE DI PORTARE IL FIGLIO DUE-TRE VOLTE ALL’ANNO DAI MIGLIORI PER LA VERIFICA E IL TAGLIANDO GOMME OLIO MOTORE
    Mi mancano i tornei …

  102. stefano grazia scrive:

    Altre precisazioni:
    D’ACCORDISSIMO CON ROBERTO…io confesso che già nei primi anni 90 rivedendo la finale di Wimbledon Borg-Nastase io e un mio amico ci guardammo a lungo imbarazzati … E’ uno di quei punti su cui non seguo più il Sommo Vate (Clerici, quando per esempio diventa insofferente se uno osa proporre Federer come The GOAT lasciando intendere che per lui solo Tilden, Don Budge, Kramer e Hoad, forse neanche Laver … )

    SOMETHING BLUE, VALERIA (& GUS): scusate, mi dispiace, ma non vi seguo … Sull’argomento MALEDUCAZIONE E PERSONALITA’ abbiamo già scritto molto, non so se ci seguivate già, spero di si…Comunque prima di rituffarmi su questo, vi inviterei a rileggere tutto quanto abbiamo scritto … fatemi sapere. Rimango sempre col dubbio di essere o l’unico che ha il figlio un po’ canaglia o l’unico che racconta davvero le cose come stanno, pregi e difetti, SENZA SCONTI … Ma non voglio che suoni come offensivo nei vostri confronti, anzi, al contrario: vi ammiro molto, evidentemente siete migliori di noi, anzi di me, visto che le colpe dei figli ricadono GIUSTAMENTE sui padri (non riesco a considerare sbagliato l’assioma MEGLIO IL FIGLIO CHE SI FA PORTARE LA BORSA DEL FIGLIO CHE LA PORTA ALL’AVVERSARIO se si parte da due presupposti: che comunque poi si vinca la partita e che alla base di tutto ci sia la volontà di creare un campione sportivo. MA NON HO MAI DETTO, SCRITTO O PENSATO CHE IMPLEMENTO QUESTI GAMESMANSHIPS NEL NOSTRO MENTAL TRAINING: la mia era solo una battuta, conseguenza logica al commento mi pare di Valeria…). Comunque, io non posso soffrire il bullismo e a mio figlio insegno a prendere le parti degli amici e dei deboli… ma non posso soffrire nemmeno il politically correct, il buonismo melenso, i moralisti, etc etc etc …Forse mi piace fare/apparire scettico e cattivo…Può sembrare che io sia arrogante, cattivo, snob e perfino razzista (perchè mi incazzo coi locali …ma per me il vero razzista è quello che non si arrabbiamia in virtù di una sua presunta superiorità…E poi io mi incazzo alla stessa maniera coi bianchi) ma magari sono il classico duro con il cuore d’oro…Oppure sembro quello duro e cattivo col cuore d’oro e invece sono solo veramente cattivo? Mah, chi ci capisce è bravo …

  103. stefano grazia scrive:

    Ma ogni tanto davvero penso che in virtù di una educazione diversa,se non dionisiaca comunque non rigorosamente cattolica e artatamente libera dalla paura dell’inferno, a mio figlio davvero manchi il peccato originale …

    E dopo questa cavolata si capisce è ora di andare a letto!!!!

    Ma davvero l’Annunziata se n’è andata (irata ai numi un po’ come Chloe) dalla trasmissione di Santoro? Me la sono persa impegnato giovedì sera nella visione dei tre DVD di Piatti & CO (oggi rivisto, capito meglio alcune cose,ancora qualche dubbio sui movimenti di Ljubcic con la palla medica: lo riguardo un’altra volta e poi condivido il mio pensiero…)…

  104. something blue scrive:

    Scrive Stefano: Ma ogni tanto davvero penso che in virtù di una educazione diversa,se non dionisiaca comunque non rigorosamente cattolica e artatamente libera dalla paura dell’inferno, a mio figlio davvero manchi il peccato originale …

    Spero di no, vorrebbe dire che alla sua età non ha ancora una idea della distinzione tra bene male…..
    e guarda che il buonismo è un’altra cosa, è ipocrisia essenzialmente, qui stiamo parlando di imparare fin da piccoli a non manipolare gli altri…

  105. Gus scrive:

    Caro Stefano, non capisco bene a cosa ti riferisci. Ti ho appena detto che mia figlia ha una lingua con noi incontenibile, che non credo affatto che tuo figlio sia un maleducato (in senso lato), vabbè non fa nulla, quando ci incontreremo e si incontreranno ci capiremo meglio :-)

    Io, come genitore, non ho nulla da insegnare a nessuno, ci mancherebbe.

    @roberto: guarda anche a me il tennis di Panatta e C. sembra inguardabile e infatti lo è. Gli errori “unforced” sono centinaia e a quel ritmo incomprensibili agli occhi di oggi. Non mi piace Clerici (così mi beccherò gli insulti a go-go) perchè è non vecchio, arcaico, la Pericoli, Pietrangeli (insopportabile). Panatta probabilmente è anche lui legato a vecchi schemi ma almeno è sufficientemente simpatico. Match-point è una rivista che si fa leggere. Panatta ha però un’accademia e addirittura era stata presa in considerazione (non so quanto come e perchè) successivamente al caso Bolelli. (citato da Pistolesi). Mi sembrava quindi da approfondire il discorso di Fulvio, da un punto di vista tecnico.

    Max e altri potrebbero intervenire a supporto.

    Ad esempio la Strategy Zone come lavora su questo specifico?

    Individuati i punti di forza continua a lavorare principalmente su quelli e “tralascia” gli altri, oppure cerca di lavorare più sui punti deboli (come Panatta dice facesse Bertolucci)?

    Mi sembra assolutamente in tema con il blog, oppure sbaglio?

    Gus.

  106. Gus scrive:

    Beh visto che mi dovete sopportare…. :-)

    Ieri, dopo un anno e mezzo di tornei, campionati, pre campionati e altre amenità, la squadra di mia figlia ha vinto la sua prima partita nel campionato provinciale di volley U13, iniziato proprio ieri.

    26-24 al terzo set (due su tre). Lo so che non contano le partite, i risultati, ecc.ecc. ma le regazzine sono uscite urlando dalla felicità, hanno giocato gli ultimi due punti alla grande.

    Cioè nel momento più importanti 24-24 le altre sono andate in crisi (e buttavano solo la palla di qua dopo un tocco) e le nostre palleggio, alzata e addirittura due schiacciate di seguito. Un pò come quando Federer ti pianta due aces quando deve vincere la partita. E U13 schiacciare è durissima.

    Come sapete ho la lacrimuccia facile e quindi, stavolta di nascosto, mi sono commosso.

    Ovviamente a mia figlia bene, brava, ma pensiamo alla prossima (anche qui estremizzo come il comandante), ma ero felice.

    Quei 5 minuti di felicità che ci accompagnano ogni tanto nella vita.

    Gus.

  107. stefano grazia scrive:

    Something scrive:Spero di no, vorrebbe dire che alla sua età non ha ancora una idea della distinzione tra bene male…..

    Ah, okay, quindi i buoni, quelli in grado di distinguere il bene e il male, sono solo i cristiani, anzi i cattolici…Dai, su, siamo seri,grillo parlante! anzi,vatti a rileggere le storie delle Crociate e della Santa Inquisizione … non siamo sempre stati noi i buoni, anzi…

  108. something blue scrive:

    Caro Stefano, veramente sei tu che hai introdotto il tema del peccato originale…….., come noto adamo colse la mela (o quello che era…) dall’albero della conoscenza, cosa che era proibita….ma così, secondo alcune interpretazioni, anche per le conseguenze drammatiche, acquisì la consapevolezza della distinzione tra bene e male..e il libero arbitrio, quindi il peccato originale non è poi così malaccio….ed è un mito ben anteriore alla tradizione cattolica….

  109. Gus scrive:

    La profezia di Gus:

    Come giocherà il prossimo Federer?

    Spero di vederne almeno un altro, ma come giocherà?

    Max dice sempre (giustamente) che oggi dovremmo pensare a come allenare il campione del domani ma come dovrebbe essere?

    Io credo che il prossimo Federer sarà un grande attaccante, cioè uno che scompiglierà i giochi, chiaramente non un serve&volley, ma un giocatore molto veloce nel breve, con grandi fondamentali per crearsi il gioco d’attacco e poi a chiudere sulla rete.

    Quindi un grandissimo atleta (perchè per fare domani questo gioco devi essere rapido e veloce), con grande abilità nei colpi con corsa in avanti, che giochi vicino alla riga di fondo nella preparazione dei colpi, grande anticipo e ottimo gioco di rete.

    Dovrà essere un talento con questa predispozione all’attacco naturale, altrimenti nessuno lo seguirà su questo approccio, troppo rivoluzionario rispetto al tennis attuale.

    Alcune tendenze attuali di alcuni giocatori d’attacco, ma da fondocampo, che cominciano ad andare a chiudere i propri punti a rete, mi confortano.

    In effetti, sintetizzando e chiudendo, vedrei questo giocatore più come un’evoluzione di Nadal che come un’evoluzione di Federer.

    Scusa Stefano se non seguo il tema, ma prometto che scriverò qualcosa anche su quello. :-)

    Gus.

  110. Stefano Grazia scrive:

    Se ho ancora qualche dubbio sull’esercizio con la palla medica (o meglio sui movimenti esageratamente macchinosi di Ljubcic…), la videoanalisi del Srevizio mi ha confermato che siamo sulla buona strada soprattutto se comparato al Servizio del ragazzino nigeriano che si allena con noi…Buon giocatore e anche buon servizio, ma con molti difetti nell’esecuzione che potrebbero portare a problemi…Evidentissimi ad una attenta osservazione e comparazione con il video di Bertino/Piatti ma anche con quelli del Dr Serve della Bollettieri…E questo e’ il figlio del miglior coach nigerianoi, persona attenta, anche appassionata… Ecco che quindi la strada da noi scelta (intervento in prima persona, coinvolgimento totale, periodici ‘tagliandi olio gomme motore’ dai migliori …) era quella giusta…
    A PROPOSITO: vi faccio uno scoop: da Bollettieri sembra sia in atto l’ennesima rivoluzione con il licenziamento di Gabriel Jaramillo da Direttore del Junior Tennis e reinstallazione del vecchio Nick, di nuovo full in charge (a 75 anni…), Lance Luciani di nuovo in sella e Chip Brooks ad occuparsi del lato amministrativo… Devo scambiare un paio di email e poi vi faro’ sapere…In pratica, e in soldoni, Gli Americani hanno ripreso possesso del giocattolo estromettendo la ‘cricca sudamericana’ (come la chiamavano loro) che ultimamente aveva preso il sopravvento. In effetti ormai c’erano piu’ coach sudamericani che statunitensi…

  111. stefano grazia scrive:

    Figurati, Gus…il tema è libero e comunque si dice sempre che i Grandi Coaches sono quelli che INDOVINANO il modo in cui si giocherà fra 10 anni e quindi ti allenano in modo diverso … Mike Agassi che non era un vero coach ma fu un visionario, fu forse quasi più importante di Bollettieri in questo e anzi forse lo ispirò, lui stesso ,Nick, innovatore inventando il Lethal Weapon, il Killer Forehand su cui impostare tutto il gioco, l’Attaccante da Fondo Campo (Arias, Agassi, Courier) in un mondo dove imperavano gli Arrotini o Serve & Volleyer (certo, il vero precursore fu forse Connors ma Jimbo era giocatore completo e col proseguire degli anni davvero a tutto campo, mi pare) … Anche Richard Williams è forse stato, consciamente o no, un precursore… Come lo furono Lendl e la Navratilova che modificarono il proprio fisico asciugandolo e scolpendolo, i primi a fare della fitness un’arma letale e dominando di conseguenza per qualche anno (anche qui, ovviamente in campo maschile c’era già Borg ma lui era un formidabile atleta naturale in un mondo ancora dominato dai ‘gesti bianchi’)… E quindi azzeccare come si giocherà fra 10 anni vale davvero la pentola d’oro ai piedi dell’Arcobaleno…Pensa che un certo Maestro Iacopini in un libriccino che forse ho comprato solo io ipotizzava che fra qualche anno non ci sarà più il rovescio e i giocatori giocheranno solo dritti passandosi la racchetta da una mano all’altra …. Confesso che 7-8 anni fa l’idea mi è balenata in mente ma…mi son mancati i cosiddetti e non mi sono arrischiato a far giocare Nicky sia con la sinistra che con la destra (ma fino a 7 anni era bimane, anzi quadrumane, e colpiva a due mani anche il dritto…)

  112. stefano grazia scrive:

    Comunque Nicky è a poco a poco scivolato da una impugnatura semiwestern all’impugnatura semieastern o semiwestern “soft”, dice che gli è venuto spontaneo e naturale: 2-3 anni fa quando per un breve periodo ha tifato Nadal era invece scivolato nella western ed era stato subito corretto da Lance, il Coach dello Strategy zone da Bollettieri…Stavolta invece Margie e gli altri coaches avrebbero detto che quella che stava usando era la miglior impugnatura possibile … Io, da scettico blu, ho subito avuto da obiettare: purchè non la usi perchè la usa Federer e quindi vuoi fare il fighetto… Perchè poi è vero che tira più forte ma per dare le stesse rotazioni deve piegarsi un po’ di più o far scendere un pochino di più la testa della racchetta … Il mio problema con Federer è che il suo gioco è frustrante (dal puntodi vista del padre/coach/tifoso) perchè troppo ad alto rischio…io preferirei un gioco alla Murray (ah!ah!ah!)Ma lui mi ha assicurato che Murray ha la stessa impugnatura e comunque mi ha fatto vedere che riesce a fare gli stessi angoli… Insomma, queste sono le conversazioni padre/figlio a casa nostra (something & co: non preoccupatevi troppo, parliamo anche di storia, libri, geografia, cinema…Ma è vero che dovrei essere, come padre, più tollerante: se lui mi spara a raffica 6-7 domande a me viene sempre il sospetto che vi sia una sorta di pigrizia: non avendo voglia di leggere chiede a me per far prima…Tenete presente che frequentando una scuola americana, il background culturale è completamente diverso…)
    Ritornando al tennis, so che Mad Max, insolitamente schivo, sta lavorando duramente con alessia per portarla alle prime competizioni dopo quasi un anno senza tornei … La mancanza di tornei rimane una costante per noi (ma pare ve ne sia uno agli inizi di Febbraio) ma mi farebbe piacere sapere da tutti voi cosa state facendo e come vi state programmando, fra scuola, compiti, allenamenti e primi appuntamenti…

  113. Gus scrive:

    Ma evoluzione di Nadal o evoluzione di Federer?

    Mi piacerebbe sapere il parere degli esperti.

    Per me evoluzione a rete di Nadal.

    Sto vedendo Killer Forehand di Bollettieri, ma quell’aggeggio (la fascia legata ai fianchi con le corde verso le caviglie) che usano per tenere la proporzione tra baricentro e appoggi in base all’altezza come viene costruito? Cioè come si calcolano le misure?

    In alcune cose sono veramente “americani” (tipo il “clown” con i denti storti che interviene a insegnare il dritto). :-)

    Gus.

  114. Gus scrive:

    E’ interessante notare come a proposito di quanto sia complessa la videoanalisi e addiruttura stabilire l’impugnatura di Federer. Se girate sul web trovate diverse versioni ovviamente della stessa impugnatura. Singolare (ma poi mica tanto) che Bolelli recentemente in un’intervista ammettesse candidamente di non conoscere l’impugnatura del suo dritto.

    Se andate a questo link trovate l’analisi dell’impugnatura del dritto di Federer che non è detto sia quella giusta.

    http://www.tennis.com/yourgame/instructionarticles/forehand/forehand.aspx?id=129054

    Gus.

  115. Stefano Grazia scrive:

    Oh,by the way, stavo rileggendo il primo post di Something e l’attenzione mi e’ caduta sulla frase: “Mi viene in mente che per fare di proprio figlio un campione si può essere come papà Williams o come i genitori di Federer che invece di programmarlo gli hanno offerto delle opportunità finche lui ha scelto da solo che preferiva il tennis al calcio, e poi c’era la scuola che per loro veniva prima di tutto.”
    Onesta’ vuole che si dica che il bruto Richard (che a me sta cordialmente sui cosi visto che si e’ scoperto che batteva la moglie)ha sempre messo l’Educazione al primo posto e che le due figlie con tutti i loro difertti fra i pregi hanno sicuramente quello dell’intelligenza, della curiosita’, della molteplicita’ di interessi…e di questo dobbiamo dar atto ai due genitori. Anche i Genitori di Federer sono da esempio ma che per Roger la scuola proprio non fosse cosa, e’ risaputo, sta su tutti i libri, e a 13 anni ha smesso…non che fosse o sia stupido, ma un po’ privo di curiosita’ si (tanto da non sapere chi fosse Althea Gibson a Flushing Meadows nell’anno delle celebrazioni in suo onore…Suvvia, un po’ di empatia…)
    Cosa voglio dire con questo? Niente, solo che rileggendo quel che durante le feste avevo per forza di cose non avevo forse letto con la dovuta attenzione, mi sembrava di avere colto la velata (mica tanto) accusa di voler trascurare l’educazione del figlio nel nome di una improbabile carriera fra i Pro…E no, non credo che la nostra amicizia con i genitori francesi fosse come quella fra colleghi di lavoro …Alla fine comunque ho imparato a dare piu’ importanza di quella che di solito si da al quotidiano rispetto alle grandi amicizie che non vedi mai per 20-30 anni (poi ci si vede una volta all’anno a cena e ci si ripetono le stesse cose da anni e ci si illude che 1)eravamo dei gran sboroni e 2)che non siamo cambiati (e ovviamente sono entrambe menzogne…)(specie per quel che riguarda loro)(SCHERZO!)

  116. Stefano Grazia scrive:

    Sara’ un americanata, e’ vero, ma in un contesto di video/DVD a volte noiosi se non spocchiosi o assurdamente scientifici (manco fossero trattati di fisiologia e di robotica biomeccanica) io trovo che Killer Forehand sia uno dei video piu’ gustosi, belli E ISTRUTTIVI (capire il LOAD and EXPLODE di Xavier Malisse, per esempio, e’ importante… contemporaneamente o pochi anni dopo c’era un DVD della USTA fatto da Rick Macci che diceva le stesse cose, Load and Explode, ma era infinitamente meno divertente e suggestivo… Secondo me quel DVD con Malisse rimane ineguagliabile (make no mistake:la serie Strategy Zone e’ forse piu’ importante,sicuramente piu’ attuale e completa e soprattutto piu’ TECNICA, da Addetti ai Lavori (cioe’ COACH) e comunque NON riguarda i colpi dritto,rovescio etc ma soprattutto FOOTWORKS, Strategy (CONTROL-HURT-FINISH) e drills di allenamento…

  117. something blue scrive:

    caro Stefano, l’esempio tra i due diversi genitori era riferito non alla qualità della loro educazione, di quello ho parlato dopo, ma all’atteggiamento dei genitori, infatti dicevo che entrambi (genitore programmatore, genitore che segue il figlio come qualsiasi genitore che ha un figlio che fa sport fino ai 13 anni, almeno, possono creare un campione…per il resto non mi permetto, il mondo del tennis professionistico non mi sembra proprio quello dove andare a cercare cultura…sono ragazzi normali, più meno educati, più o meno curiosi, ma non sono così vicini a noi da poterne dire di più.

  118. stefano grazia scrive:

    bè, almeno, cara something, almeno mi conforta vedere che non mi perdi di vista un attimo … In effetti sembra che siam rimasti in tre, io te e gus, su questo blog (e siamo sempre tre, tre briganti e tre somari….)…
    Sono venuto su a rubare il computer a mio figlio che ne avrebbe bisogno per la scuola (padre snaturato? macchè, doveva imparare a finire prima i compiti!) perchè sull’Apple (maledetto il giorno che li ho comprati!) il Provider NON SI SA BENE PERCHE’ rifiuta ubitennis e altri siti…Che colpa ha l’Apple? E’ che sull’Apple il Provider che va per la maggiore qui(Starcomm) non si innesta con chiavetta, può essere solo fisso… Dicevo sono corso di sopra non riuscendo a resistere, a trattenermi…Ho visionato la prima parte del DVD(attaccato al libro) di Sartori e Ceragioli e mi sono rinfrancato, ANZI, che dico: galvanizzato! Cioè, in pratica e senza saperlo, da 5 anni e più sto facendo gli stessi esercizi (le mie famose ‘palle morte’, per chi mi legge dalla prima ora, l’handfeeding) illustrati nel DVD…C’era Nicholas che era quasi imbarazzato (secondo me è nella fase che ogni tanto si chiede se suo padre sadavvero quel che sta facendo…). E anche gli esercizi con la palla medica: sono gli stessi fatti da Ljubcic nel video GLI APPOGGI con Piatti ma mentre lì ero rimasto un po’ perplesso dalla macchinosità della sua dinamica, qui invece vedo Seppi muoversi (su lancio della moglie di Sartori) esattamente come abbiamo fatto, facciamo e avremmo fatto noi (cioè in pratica sarà anche la stessa identica cosa ma confesso una volta di più che l’esercizio di Ljubcic con Sosa e la palla medica mi aveva lasciato grossi dubbi - non nel senso che metto in dubbio quanto stanno facendo ma nel senso che mi era venuta la paranoia di aver sbagliato per un anno i movimenti…Invece l’esercizio effettuato da Lisa con Andreas è tale quale il nostro, ed è quindi evidente che esistono due modi per effettuarlo correttamente e io sono così rinco da non capire che si tratta dello stesso esercizio. In realtà credo che la chiave per capire la differenza (e perchè mi confondevo) è l’effettuarlo con fluidità in Double Rhythm, come lo si può fare e lo fa Seppi (e noi).
    Bene, capisco che se non avete sottomano i due DVD vi chiederete: ma chissà questo stupido dove vuol arrivare…
    Ma almeno la curiosità di comprare i DVD ve l’avrò fatta venire, no? Ma vi giuro, non ho percentuali.
    E CONGRATS a Fulvio per il primo turno di Fabio nel paese di Oz e anche per l’articolo su Tennis Italiano che a me è arrivato solo ora (Bella casa!Grande vista!)

  119. Gus scrive:

    stefano l’americanata era una considerazione sui generis. Per il resto chiedevo se sapevi le proporzioni di quell’aggeggio che attaccano ecc.ecc.

    in generale il DVD l’ho trovato interessante e istruttivo e ha confermato alcune delle cose che avevo già nella mia testa.

    Peraltro, visto che siamo tra amici, io sul rovescio faccio un errore costantemente (pur avendo un buon rovescio) che vedo fare anche ad altri.

    Gioco il rovescio ad una mano, ma tendo a farmi arrivare la palla troppo vicino (distanza laterale) e quindi poi per correggere tolgo il peso dalla gamba destra (sono destro) andando in rotazione.

    Con quali esercizi lo vogliamo correggere?

    siamo solo tre ma no, solo che affrontare il tema della solitudine è difficile

    Sono molto contento per Fulvio che sarà felice. Peraltro tra tutti i secondi turni quello con un Almagro in condizioni non ottimali non è impossibile, anzi.

    Almagro esce da 5 set contro Massu, che ormai è sceso al 84 del ranking.

    In bocca al lupo.

    Sulla casa non ho parole se non , complimentissimi :-)

    Stefano apri il cuore da lupo solitario (scherzo, ovviamente) e leggiti l’intervista allo Zio di Nadal che io ho trovato bellissima.

    Poi ne parliamo.

    Gus.

  120. Mauro scrive:

    Si il dvd di Sartori e Ceragioli è piaciuto molto anche a me, mi sono anche permesso di scrivergli qualche tempo fa per dei chiarimenti e mi ha gentilmente risposto invitandoci anche ad andare a trovarlo. Tutto ciò ante riunione Roma. Una volta lì non ho trovato poi il tempo o forse il coraggio di ringraziarlo di persona.

  121. Mauro scrive:

    Rispondendo all’invito di Stefano circa la routine attuale, devo dire che purtroppo la pioggia ha fatto saltare vari allenamenti che abbiamo sostituito in casa con sedute di yoga, di coordinazione ed equilibrio.
    Il tennis rimane sempre circa di 9-10 ore la settimana e 3-4 ore di prep atletica.
    Due tre volte la settimana continuiamo a fare 140 km per raggiungere il circolo per gli allenamenti al fine di trovare altre coetanee di mia figlia.
    La scuola per ora va piuttosto bene (5 elementare), la prova del fuoco sarà l’anno prossimo alle medie con dei carichi di lavoro che saranno decisamente superiori.

  122. Mauro scrive:

    Circa l’ntervista di Tony Nadal, devo dire di essere stato colpito quando ha detto che se potesse tornare indietro, avrebbe fatto fare a Rafa più esercitazioni oculo-manuali.
    Detto fatto, ho acquistato un libro sull’argomento che riceverò oggi, se buono vi farò sapere.

  123. Mauro scrive:

    @Stefano, della serie ” vote for Mauro” quando serve io ci sono.

  124. Gus scrive:

    E’ difficile parlare di solitudine senza parlare di sé stessi. Il caso di Stefano credo sia una solitudine forzata dalla situazione, perché se intuisco bene Stefano sarebbe portato a voler cercare compagnia ma non ha una comunità intorno a sé con le “affinità elettive” di Goethiana memoria. :-)

    Per anni ho discusso e parlato troppo, pensando che discutendo, polemizzando, provocando con le parole, potessi in qualche modo cambiare l’idea dell’altro e il mondo intero. Poi crescendo mi sono accorto che tutto questo non serviva e che io stesso, spesso parlavo a vanvera.

    Sono diventato più accorto, discuto proprio quando non ne posso fare a meno, ascolto molto di più (anche se mia moglie dice che non è assolutamente vero). Ho imparato a pensare, riflettere, approfondire. Soprattutto sono diventato molto più selettivo. Parlo e discuto solo con quelli con cui ho le affinità elettive di cui sopra.
    Questo blog mi aiuta in questo senso.
    In effetti noi viviamo una società con un paradosso: soffriamo la solitudine ma anche il fatto che non troviamo né il tempo né lo spazio per restare soli. Siamo sempre insieme a qualcosa o a qualcuno. In qualche caso la ricerca della solitudine anche fisica, sarà indotta proprio da questo essere sempre “insieme“. Le case sono ormai piccole e non ci sono più gli spazi per la propria intimità. Negli uffici è ormai anni che si vive in quelli che vengono chiamati open-space. Nel mio siamo in 60. Alla fine si legge nel bagno per stare da soli. Mia figlia riesce a disturbarmi anche lì. :-)
    Io di mestiere faccio il team-leader di un gruppo informatico. Tempo fa in uno di quei corsi di formazione per team-leader si fece uno di quei giochini per capire la tua personalità. Venne fuori che io ero un aquila. Lì per lì ci rimasi anche male, insomma uno che dovrebbe essere forte proprio nella relazione, nel fare squadra, alla fine è un aquila. Ci ho riflettuto un po’, per capire se il giochino alla fine rappresentava cosa sono io oggi, come mi sento oggi. Ed è così. Sono aquila e la cosa nemmeno mi dispiace. Sono tennista e non più calciatore e la cosa nemmeno mi dispiace. Anzi potessi tornare indietro.
    Stefano soffre un disagio anche fisico (le affinità elettive, sono una reazione chimica, una parte si dissocia dalla vecchia combinazione per unirsi con il nuovo terzo elemento, con cui reagisce meglio) e quindi avrebbe bisogno di una comunità più simile alle sue esigenze, ma in parte ci siamo noi.
    E veniamo al tennis player che è in una condizione di solitudine simile, perché obbligata. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Non è che anche per loro vale lo stesso paradosso che vale per noi e cioè che alla fine proprio perché sono sempre “insieme” a qualcun altro la ricerca della solitudine diventa una specie di rifugio “virtuale” che però non sortisce gli effetti sperati proprio perché non è una scelta volontaria. Alla fine non abbiamo tutti il problema di Stefano, compresi i tennisti pro e cioè che siamo insieme a tantissime altre persone e cose in ogni momento, ma senza affinità elettive?

    Chiudo il mio ennesimo sproloquio che mi costerà l’ennesima bacchettata da parte del comandante ripetendo a voi ciò che dico sempre a mia figlia quando si lamenta delle compagne di squadra ecc.ecc. Il tennis ha un vantaggio rispetto ai giochi di squadra:

    tu giochi sempre

    E’ una cosa da aquila ma mica da poco.

    Un abbraccio

    Gus.

  125. andrew scrive:

    ci sono anch’io…lasciare solo StefanoGrazia proprio quando si parla di solitudine mi sembra paradossale…

    Qua, al Vaffantennis Training Center “Viva il nomadismo tennistico se per allenarti in un circolo devi stare a casa degli altri” New-Balls-Please Pericoli-forever-but-in-another-country-please (Nome lunghetto, effettivamente), si dicevo, noi del vaffantennis (abbreviamo per comodità) facciamo i soliti due allenamenti settimanali di 2 ore cadauno, allenamento tecnico-atletico svolto unicamente in campo e con racchetta, alla “Nadal” con “zio sergio” (CCV) al posto di zio Tony.

    Alessandro, l’atleta di punta del team, gioca come sapete anche a Hockey pista e quindi fa un altro sport, che al momento è il principale, per un totale di 6 ore di allenamento settimanale + partita la domenica (dove la sua squadra perde regolarmente).

    L’Altra Domenica, sono riuscito a farlo incontrare con un ragazzino molto bravino della provincia. Hanno giocato un’oretta insieme e fatto qualche tie-break di partita. L’altro bambino era un po’ stanco, in quanto la mattina aveva giocato e vinto un torneo disputando 6 partitine. Ma ha comunque voluto trovarsi con mio figlio e giocare. Devo anche ringraziare il maestro che è stato molto disponibile e che si è detto disposto a ripetere questi incontri in futuro.

    Insomma, al momento si continua così, con la tecnica piratesca di infiltrarsi nelle maglie del sistema, qui e li, dove capita, con chi ci sta (a giocare a tennis).

    Un vaffsaluto a tutti, ora devo compilare il modulo di trasferimento che mi ha spedito ClaudioTN (e che sono riuscito a stampare solo oggi dopo il crash del computer principale il 1 gennaio e dopo essere riuscito a configurare per la stampa il mio Macintosh che con due sistemi operativi installati non voleva saperne di trovare i driver di stampa…)

  126. Stefano Grazia scrive:

    Grande Mauro…
    Gus, per correggere il rovescio, sul DVD di Sartori -Cominciamo dalla tecnica, credo ci siano gli esercizi che ti possono servire (con un capitolo sul blocco delle anche). Il Timing poi io lo allenerei con cesti su cesti handfeeding (fatti tirare le palline da tua moglie) (no, cosa avete capito?) prima nel rettangolo del servizio, poi tu vai avanti e indietro sulla linea di fondo col coach che ti lancia (da lato, sempre a mano) le palle una avanti, una indietro, una sulla linea del servizio,sulla linea di fondo …
    Con Nicholas per due-tre anni siamo andati avanti cosi’, un’ora o due prima di cominciare, due-tre, anche quattro volte a sett e ancora oggi almeno una volta a sett lo facciamo…Ottimi anche gli esercizi con la palla medica (quando era piccolo senza palla medica ma semplicemente a vuoto, senza pallina, con il freeze, per bloccare il movimento anche, footwork, braccio in avanti nel follow through…
    PERO’ OVVIO CHE DOVRESTI PRIMA FARTI CORREGGERE IL DIFETTO DA UN MAESTRO, CAPIRE BENE LA CORRETTA DINAMICA E POI fare tutti gli esercizi di cui sopra…

  127. madmax scrive:

    stefano non ti ho abbandonato ma sai benissimo che ho cominciato a scrivere con l’intento di dare e ricevere info, organizzare, progredire ed ora siamo in fase di stallo. tra un paio di mesi dal momento che mia figlia inizierà a giocare gli eta avrò molte cose in più da scrivere… oltretutto come tu ben sai ora siamo in una fase un po’ critica perchè dopo avrle cambiato il dritto stiamo fronteggiando un suo adattamento alla difficoltà non corretto.. d’altronde cambiare totalmente un colpo (il dritto poi) è cosa difficile e lunga perchè dal momento in cui gli complichi il gesto cambiano i tempi di apertura gli appoggi etc etc perciò immaginati il caos che ora ha in testa ma il cambiamento si faceva ora o mai più e con il dritto di prima poteva giocare solo piatto (che va benissimo ma almeno sporcarla un po’ e soprattutto per quando deve giocare in difesa…), l’apertura era un po’ troppo ampia e poi al contrario di quello che dice qualcuno io voglio che mia figlia ne sappia fare un po’ più di tre o quattro di cose perchè come dico sempre io tra dieci anni sarà tutto diverso ed essendo d’accordo con gus sul tipo di giocatore che nel futuro servirà se non ne fai ben di più di cose strada ne fai poca… sul dvd io invece ho preferito di molto quelli di piatti perchè mi sembravano più semplici e più specifici al tempo spesso dopodichè come avevo già detto in tempi non sospetti giovanni (che li ha visionati) è d’accordo con l’obbiettivo degli esercizi ma non con le modalità nel senso che asserisce che per l’atleta ricevere la palla zavorrata al volo può comportare problemi alla schiena e preferisce che la palla all’atleta venga fatta raccogliere da terra…. in ottica prevenzione mi piace far notare come non è il con il non lavorare che si evitano i problemi ma lo è l’eseguirlo correttamente…..

    intanto oggi incontrerò gabri…

  128. Gus scrive:

    grazie stefano per i consigli.

    purtroppo mia moglie è impossibile che mi aiuti :-)

    comprerò senza dubbio il DVD di Sartori a prescindere dai miei difetti, che sono tanti. :-)

    Io mi alleno tutte le settimane con il maestro dal 2004. In inverno una volta, d’estate due volte la settimana. In estate, quando il fisico mi sorregge, riesco a giocare diverse volte oltre gli allenamenti, ma pur avendo migliorato, il difetto è sempre presente, sopratutto quando sono più stanco, corro meno e quindi tendo a “perdere” un pò i colpi. Un pò dipende dal fatto che ho iniziato tardi e quindi certi errori è più difficile eliminarli.

    Naturalmente non ho la possibilità di allenarmi le ore che avete fatto con Nicholas, però non parliamo di un rovescio da costruire da zero.

    Dobbiamo perfezionare un rovescio simile a quello di Gasquet :-)

    Anche io copio dal comandante e parlo per estremi, quindi si parla in particolare di “mettere” peso sulla palla, aumentare il controllo ed essere più efficace. Studierò con attenzione come bloccare le anche secondo Sartori.

    In ogni caso i tuoi consigli li farò miei e cercherò di migliorarmi, ovviamente. Che ne dici della machine-ball?

    Io credo che uno dei problemi essenziali che abbiamo, in generale, è la mancanza del muro. Io mi allenerei a muro molto volentieri, ma non ci sono muri nei circoli. Nicholas ha un muro su cui allenarsi?

    Voleva essere anche un modo per spingere gli “amici” a scrivere un pò di più di tecnica, esercizi, piedi e via cantando.

    Gus.

  129. Stefano Grazia scrive:

    ah si, dimenticavo: ovviamente noi-essendo Nicholas un quasi dodicenne-la palla medica la facciamo rimbalzare per terra…
    No, no, mi fa piacere ci siate ancora tutti…sui DVD non e’ tanto questione di preferenze (anche se il DVD sugli appoggi potevano farlo insieme visto che si ionterscambiano spesso e Ceragioli ora lavora con Quinzi che e’ supervisionato da Piatti) ma e’ propruio che vedendo fare sul DVD le stesse cose che facevamo e facciamo noi, be’, mi son sentito bravo bello e buono. Inoltre continuo a ritenere che l’esercizio di Ljubcic con la palla medica possa indurre in errore senza il double rhythm che invece e’ evidente nell’esercizio di Seppi.

  130. Stefano Grazia scrive:

    Bel post, Gus, e mi sembra tu abbia centrato davvero il mio problema (anch’io a volte mi definivo un solitario che ama la compagnia…ma solo quando decide lui! Poi col lavorare all’estero mi ero autoimposto una maggiore ‘tendenza alkla socializzazione’ il che mi aveva portato a trasdcinare le folle nel movimento tennistico tristonazzo che agito’ lagos negli anni 90….organizzavo tornei, scrivevo il giornalino, avevamo una cena se non un vero e proprio party ogni settimana o quasi … Ma come altre volte in passato se adesso mi metto li’ a stilare l’elenco delle persone da invitare, mi passa la voglia…) Recentemente questa crisi si e’ acuita anche perche’ l’alzeheimer incipiente non mi permette di controllare la mia personalita’ schizoide e multistimolata da continue cose da fare per cui, soprattutto ora che son da solo, sono sempre in affanno, in ritardo sul tackle scivolato, devo sempre correre, fare una cosa e gia’ pensare ad altre tre o quattro…
    Ma mi sembra, Gus, che abbiamo delle buone basi in comune, speriamo di incontrarci quest’estate…
    Andrew!Bravo e grazie per la compagnia…ma,scusa la domanda sciocca, l’hockey su pista e’ con le rotelle o senza? E come lo vedi come sport propedeutico? M’immagino che in tal senso sarebbe da preferire, per via della corsa,senza le rotelle (che van bene per l’equilibrio-io ho immesso in un circuit training a stazioni multiple anche un esercizio con lo skate, ma cosi’, per farli divertire!)

  131. Stefano Grazia scrive:

    Gus,il muro l’abbiamo…anche le Ball Machine, addirittura due…ma non un elettricista in tutta la Nigeria che me le sappia aggiustare!!!! Si son rotte una in Angola e una, comprata dal Preside Italiano prima che se ne partisse, l’anno scorso a settembre gia’ non funzionava piu’… Mah, questo e’ un altro dei problemi con cui ti devi rapportare in un paese africano: la manutenzione… Una volta ea meglio: avevamo sempre, nella Compagnia, un factotum della maintenance ma da quyalche anno a questa parte gli italiani non vanno piu’ all’estero o semplicemente costano troppo…Ma gli Africani ormai son piu’ bravi a riparare computer che macchinari grossolani…E comunque in africa non si trovano mai i pezzi di ricambio …

  132. madmax scrive:

    bah stefano adesso non è che si possa dire che uno è meglio dell’altro poichè si avvicina di più a quello che uno ha fatto anche perchè logica vorrebbe che sia più corretto quello propinato da piatti e per la differenza di spessore tra i due personaggi ed anche per il fatto che sartori è l’allievo di piatti… poi che ogni tanto l’allievo superi il maestro è verissimo ma non mi sembra proprio questo il caso… lasciamo stare poi ceragioli… devi sapere che alla vavassori sono passati tutti (a lavorare) da panajotti a ceragioli da boesso a mille altri ancora.. in più bisogna sapere anche che per anni vavassori è stato il responabile dell’alto adige (o qualcosa del genere oltre ad essere stato per anni il responsabile del settore tecnico) perciò tutti i “geni” del tennis italiano li conosce benissimo tant’è che nessuno si confronta molto volentieri con lui al quale non potrebbero raccontare nulla di nuovo… detto questo panatta e bertolucci come ha detto qualcuno sono certamente meglio di tutti i vari responsabili tecnici attualmente in fit ed a dire che i giocatori italiani di oggi provando a fare una smorzata si ribalterebbero non dice nulla di nuovo o strano al contrario di quasi tutti gli attuali top ten… (nadal che ne era sprovvisto l’ha inserita nel suo bagaglio tecnico e che poi sia un’arma da usare poco e quasi unicamente sulla terra sono d’accordo ma il saperlo fare da un’idea sulla sensibilità di un giocatore e dà quell’arma in più che in alcuni casi fa la differenza tra il vincere perdere rendendo il giocatore più imprevedibile..

  133. Gus scrive:

    Noi purtroppo no. La ball machine si e in effetti devo organizzarmi per utilizzarla di più. Speriamo davvero di incontrarci, io porto il vino e la racchetta, oltre che la femminuccia.

    Spero voi non siate astemi !!

    Ora purtroppo devo pensare all’intervento. Lunedì responso risonanza e poi operazione. Spero di essere in pista di nuovo per la fine di Febbraio. Nel frattempo sto studiando tennis e pallavolo.

    Il tennis lo conosco di più perchè, come ti dicevo, ho due buoni maestri, uno dei quali è arrivato ad alti livelli (gli faccio pubblicità ma non so se ne sarà contento) con cui parlo spesso:

    In April of 1993, Ivan accepted the invitation from Carlo Brucciera, the president of Italian club “Le Pleiadi” in Moncalieri near Turin, and along with several other refuge tennis players went to Italy. He spent there next almost three years which were key for his development both as a tennis player and as a human, Ivan says. Ivan worked with Mirza Hrnjadovic and Andrea Taragni. ….

    In the spring of 1997, Ivan had first contact with Riccardo Piatti. Piatti started concentrating only on Ivan from October of 1997.

    Lui è il direttore del torneo Open di II che si fa a Beinasco (To), sicuramente uno dei migliori della Regione e spero presto di vedere uno/una dei vostri pargoli giocare qui.

    Gus.

  134. stefano grazia scrive:

    GUS,stasera-un paio di ore fa- ero al telefono con Max … Gabrì era andata alla Vavassori a verificare le possibilità di allenare Nicholas lì quest’estate e ovviamente si è incontrata con Max e la sua splendida famiglia … Con Max non ci siam persi in chiacchere e ci siam messi subito a discettare i DVD di Piatti e Sartori (Gus! avresti pagato per poter essere lì ad ascoltare, potremmo fare una trasmissione per il canale SuperTennis tipo Quelli che…invece del calcio si guardano i DVD di Tennis e ne discutono appassionatamente. Con ospiti, nani, ballerine e umanità varia … Comunque mi è venuto il dubbio che parlassimo di due DVD diversi: io finora ho visto solo quello collegato al libro COMINCIAMO CON LA TECNICA…Ce n’è un altro: NON DIAMO TUTTO PER SCONTATO…me lo guarderò in sti giorni…
    Confermo che il primo DVD di Sartori mi è piaciuto moltissimo forse anche perchè … sembrava proprio fatto da me! No, dai, scherzo, ovvio che io avrei potuto tutt’al più farvi vedere gli esercizi senza caso mai spiegare perchè li facevamo ma mi confermava che tutti gli esercizi da noi fatti in questi anni (copiati, mutuati, adattati dalla Bollettieri e dalle altre Avcademies in cui siamo stati) erano quelli giusti…in particolare anzi il bello è che il DVD è l’elenco in pratica di tutti gli esercizi che noi abbiamo scelto nella nostra routine…le swing volley, per esempio, o il rovescio anomalo … con in più quelli delle ‘palle morte’ (che io continuavo a fare pensando di farmi ridere dietro ma con ostinazione) e il finale della partita sul campo di minitennis con palla medica (questa copiata da Bollettieri). Differenze: noi usiamo il palloncino da football americano invece del vortex…non facevamo il dritto col bastone nella mano-braccio sinistro…non abbiamo ancora implementato i lanci di palla medica a ginocchio a terra…cosette così, quisquilie insomma…

    Gus, un buon DVD di cultura generale sulla Preparazione Atletica è quello del Prof Buzzelli che però non è mai stato messo in circolazione, temo…Magari lo sarà in un futuro, aggiornato con le sue ultime invenzioni tipo il SensoTouch che, mi diceva, dovrebbe entrare a breve in produzione (Prof, confermi?)

    Un’altra cosa: io non ci volevo credere ma poi sono andato a controllare e ho visto che mio figlio aveva ragione: Quinzi nelle foto impugna la racchetta non dico a metà del manico ma comunque non proprio in fondo…prima sembrava solo un’impressione ma in una foto su 0 15 è proprio evidente… Strano…O è normale? Qualcuno me lo sa dire? Oppure è davvero un’impressione, una sorta di errore di parallasse?

  135. marcos scrive:

    sono lieto del passaggio d’impugnatura del piccolo grazia: così, senza massacrarsi il polso, si possono tirare grandi schiaffoni a chiudere un pò più rischiosi, ma molto più belli da vedere!

    sono entrato in annozero mentre santoro era impegnato in una violenta filippica contro l’immobilità politica dell’europa, mettendoci dentro pure veltroni. anchio mi son perso l’abbandono dell’annunziata, persona che mi annoia pesantemente. spiace sempre quando uno se ne va offeso, naturalmente.

  136. marcos scrive:

    non ho notato quel che dici di quinzi: ho notato grandi legnate, quello sì…

    prova a guardare il rovescio di roddick: non ho visto se ha cambiato, ma, fino all’anno scorso, lasciava scoperti 4/5 centimetri di manico.

  137. salvatore buzzelli scrive:

    … il DVD di cui parla Stefano Grazia in realtà è una VHS di oltre 10 anni fa (la prima del genere) ma ancora attualissima (di cui è possibile vedere un demo andando sul sito http://www.salvatorebuzzelli.it ), che l’editore ha promesso di riprodurre in DVD, ma non so i tempi.
    Chi è interessato può contattarmi, vedremo come si può fare.
    A presto.

  138. Stefano Grazia scrive:

    marcos, e’ vero, e le tirava gia’ a 8 anni!!! Era due-tre anni avanti agli altri, una cosa imbarazzante per tutti noi che pensavamo che i nostri pargoli fossero dei fenomeni … Una ottima lezione di prospettiva…
    No, la mia era una curiosita’, ammesso sia vera e non una semplice impressione e mi chiedevo solo se doveva essere eventualmente corretta (Wik?)

  139. Stefano Grazia scrive:

    Salvatore, io ce l’ho in DVD…L’avevi fatto apposta per me? Sono commosso…

  140. Gus scrive:

    Carissimi tutti,

    oggi sono a casa e naturalmente mi sono guardato gli Australia Open.

    Per cortesia, chiedete ai vostri maestri, accademie, coach di insegnare il rovescio della Suarez Navarro alle vostre figlie.

    Trovate la registrazione della partita di stamattina e studiate come il rovescio a una mano di una ragazza normodotata (1.62) per 62 Kg ha dominato il rovescio bimane di Venus Williams (1.85), 73 Kg e vinto così la partita. E non è che Venus giochi un rovescio da niente, sia chiaro. La diagonale del rovescio è stata preda della spagnola. Veramente una partita da analizzare.

    Un rovescio che io trovo ancora migliore di quello della Henin. (sempre dalla bassezza della mia competenza).

    L’avevo già vista l’anno scorso al Roland Garros contro la Pennetta. (6-3, 6-2) e mi aveva piacevolmente sorpreso.

    Stefano alla fine della partita mi sono di nuovo commosso. Uno scricciolo normale, con tanta grinta e tanto talento mi ha di nuovo aperto il cuore. La dimostrazione vivente che lo sport è per tutti e tutti possono sperare. Non vengono da marte :-)

    Talento e allenamento.

    Ha 20 anni, non so dove potrà arrivare ma è un piacere vederla giocare e se sistema alcuni evidentissimi difetti (a rete è un vero disastro) la vedremo nelle 10.

    In ogni caso il suo rovescio è da insegnare nelle scuole e nelle accademie.

    Se non arriverà nelle 10, non fa nulla, mi basterà rivedere il suo rovescio.

    Oggi per la prima volta ho visto giocare Granollers. Chiedo ai boss dell’ATP: la squalifica per “quanto sei brutto da veder giocare” non si potrebbe inserire nel regolamento? (scherzo ovviamente)

    Grande atleta, bel ragazzo, ma non è proprio il massimo dello spettacolo (nel senso proprio tecnico del gesto).

    Gus.

  141. Mauro scrive:

    Max, a parte l’apertura ampia, cosa avete cambiato nel dritto di Ale?

  142. Gus scrive:

    Egregio professore,

    dipende cosa ne vuole fare lei. Se le serve venderlo, allora l’editore forse, quando ne avrà voglia ecc.ecc.

    Se invece lei ne possiede i diritti, magari ci informiamo per la masterizzazione e lo distribuiamo magari tramite canali diversi da quelli del suo editore.

    Magari in modo diretto tramite ebay e una bella catena che informi tutti quelli che devono essere informati.

    Forse non arriviamo ai numeri del suo editore, però facciamo prima. :-)

    Gus.

  143. madmax scrive:

    mauro un po’ tutto, dalla preparazione, all’apertura anticipata (obbligata vista la differente complessità del movimento attuale) con l’uni turn fino alla roteazione dell’avambraccio. in buona sostanza l’obbiettivo (molto ambizioso) finale sarebbe il dritto “federer”. devo dire che per certi versi l’ha già digerito (e da come dicono ha del miracoloso) il punto è che dovendoci pensare ancora lo scompone in più parti non risultando fluido come invece dovrebbe. altro problema ancora non risolto (ed è normale perchè questo è il passo successivo) è che mentre in palleggia tutto sommato il colpo risulta già buono ma nelle entrate ancora si irrigidisce non parliamo poi di quando prova a giocare i punti… detto questo cmq era fondamentale oltre che preventivato (lo sapevamo da oltre un anno da prima cioè che alessia si dovesse fermare) apportare questa modifica in quanto è lo sviluppo naturale del progetto (dopo averle inculcato il dover sempre spingere ora era d’obbligo passare a come fargliela tenere in campo) e noi sappiamo che chi si ferma è perduto…

  144. marcos scrive:

    max, quanto alla scomposizione del colpo c’è un esempio clamoroso (rivisto questa mattina, alle prese con la spagnoletta dal magnifico rovescio, uguale a quello di haas): venus, e in misura minore sua sorella (me la guardo la prossima volta), spezzano i fondamentali. iniziano l’apertura, si fermano per un attimo, come per prendere bene il tempo, continuano l’apertura, caricano e, poi, sparano. sono talmente abituate a scomporre il colpo che, quando arriva una palla particolarmente rapida, si trovano in difficoltà, fanno il movimento fluido, che, per solito, finisce più a destra (nel caso del dritto) di quel che pensano, essendo in ritardo. in buona sostanza, quando sono costrette a colpire con fluidità, sono in ritardo: sembra una contraddizione, ma è così. probabilmente, il fatto di perdere quell’attimo di stop a cui sono abituate rallenta/distrae il loro automatismo.

    le williams hanno vinto tutto, giocando a singhiozzo: fossi in te, non mi preoccuperei!

  145. andy scrive:

    una curiosità…
    ma tutti voi che parlate parlate e parlate di tecnica, impugnature etc..
    siete maestri ?
    avete un titolo riconosciuto nel mondo dell’insegnamento ?
    se si tutto ha un senso.
    se no siete dei ciarlieri inutili da bar lo capite ?
    andy

  146. Gus scrive:

    curiosità…

    ma ad un mammifero mononeurone come te cosa interessa?

    Stefano leggiti Cipolla :-) il caso rientra nell terza legge fondamentale:

    Terza Legge
    Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita. :-)

    Chiedo scusa ma quando ce vò ce vò

    Gus

  147. madmax scrive:

    certo andy certo ed anzi in verità siamo tutti dei coach di fama mondiale visto che i ns pargoli saranno tutti dei top ten….
    vedi, proprio ora guaradvo la partita della dockic ed il padre è riuscito dove pochissimi “riconosciuti” sono riusciti, peccato però che abbia miseramente fallito dove del riconoscimento non aveva bisogno: come uomo e soprattutto come padre, perciò non deve essere poi così difficile diventare maestri.. inoltre per avere la targa una persona qualsiasi mentalmente normodotato (ed anche tennisticamente perchè 4.2 lo diventa un bambino di 11-12 anni perciò….) la ottiene ad occhi chiusi ed i maestri bravi che ci sono in italia lo sono a prescindere dal riconoscimento…

    ciao marcos, so benissimo che molte giocatrici attuali sono fortissime anche con alcuni difetti ma come sai il nostro pensiero è quello che in un prossimo futuro non sarà più così. come è giusto che sia però la mia opinione ha valore fino ad un certo punto (anche se poi sono io che permetto o meno di fare una cosa dopo essermi confrontato) e sia da vavassori che pizzorno danno molta importanza alla decontrazione ed alla fluidità (come a molte altre cose tipo la testa ferma ad esempio) perciò finchè siamo in tempo (mia figlia ha solo 10 anni) proveremo a darle il meglio possibile in rapporto ovviamente alle sue inclinazioni ed alle sue capacità motorie. poi certo che se ad un certo punto il colpo rimarrà scomposto ma tirerà vincenti uno dietro l’altro ce ne faremo una ragione, non sono mica matto, anche se penso che solo il fatto di lavorarci fa in modo che la muscolatura memorizzi e quindi in futuro sarà tutto più semplice !!

  148. Mauro scrive:

    Andy, benvenuto anche a te.
    Capisco la provocazione, però credo che tu saprai benissimo che i titoli soprattutto nello sport, ma non solo. contano poco e nulla.
    Che titoli hanno, il sig. Bartolì, il sig. Sharapov, il sig. Williams?
    Lo stesso Bollettieri se venisse in Italia, non avrebbe nessun titolo valido, ed allora?
    Dici piuttosto tu come la pensi, facci una critica costruttiva e saremmo sempre pronti a leggerti ed a metterci in discussione, almeno questo di sicuro lo farò io., ma penso anche molti altri.

  149. Mauro scrive:

    Guarda Andy, io mi occupo di pneumatici, , ma ti posso assicurare che la maggior parte degl’ ingenieri meccanici non sanno assettare una autovettura da corsa, ma anche una normale o conoscere i comportamenti degli pneumatici in relazione agli utilizzi dei piloti o conducenti, o in relazione all’elettronica della vettura come può saperlo un gommista medio senza nessun titolo di studio.

  150. Rik scrive:

    andy (assolutamente con l’iniziale minuscola),
    qualcuno ti ha per caso obbligato a leggere ?

    Dalle mie part si dice “fatti i c… tuoi”

  151. marcos scrive:

    mauro…perdona, ma ti sei presentato.

    per quale motivo alcuni modelli di station wagon non possono montare catene da neve normali?

    ecco - mi fa il gommista - queste van bene per te. fan 400 euro, ma un piccolo sconto te lo posso fare.

    per una domenica sulla neve - gli ho risposto - spendo meno con l’elicottero.

    perdonate l’off topic.

  152. amicodiandy scrive:

    grande andy !
    hai toccato un nervo scoperto…
    reazioni quasi tutte isteriche o mezze isteriche!

    i titoli nella vita contano perchè a fronte di qualche genitore che ottiene un figlio campione ce ne sono 10.000(ma è poco) che rovinano i propri…
    inoltre se uno non ha mai giocato a livelli decenti (diciamo in italia buona terza o seconda) che …zzo racconta ai ragazzi….

    bravo andy !

    amicodiandy

  153. Stefano Grazia scrive:

    Andy, noi siamo Genitori (e alcuni Genitori Coach per forza di circostanze o per scelta e vocazione o per tutte e due, come del resto tanti esempi illustri gia’ citati e che comunque ricordo alla rinfusa: mike agassi, Karol seles, Jim Pierce,Peter Graf, Richard Williams,Mrs Murray,Stefano Capriati,Yuri Sharapov, Dr Bartoli, il padre di Spadea (e vabbe’, sempre un top 20…) …alcuni sono stati bravi Coach e pessimi genitori, altri pessimi coach e bravi genitori, altri ancora l’uno e l’altro o nessuno dei due…(io per es che vado d’accordo su quasi tutto con Mad Max sono molto piu’ generoso coi genitori di Djokic: non mi sembra che lui sia questo mostro e che i genitori abbiano poi fallito cosi’ clamorosamente…cos’ha combinato? Ha sbagliato l’imitazione di Nadal?)
    Tornando a noi, la base comune (e il senso di questo blog) era sottolineare (ma e’ una nostra opinione, per carita’, e tu puoi dissentire) e’ che almeno fino ai 12-14 anni conta di piu’ il Genitore del Coach e premesso che l’ideale e’ una comunione e interazione fra Genitori & Coaches, il Coach senza Genitore conta meno del Genitore senza Coach.
    E chissa’ quanti ne dimentico. COMUNQUE molti di noi si affidano a Coach Esperti e in realta’ riportano i pensieri dei loro Coaches e Preparatori (Da Bollettieri a Vavassori, da Buzzelli a Catizone) ma,guarda un po’, veniamo criticati lo stesso …
    Altra cosa: diversi illustri Addetti ai Lavori ci hanno letto e forse ci leggono regolarmente e sono sempre stati molto meno drastici (nelle loro critiche) di te. Parlo di preparatori come il Prof Buzzelli e Stefano Baraldo, di Maestri come Enzo LoIacono,Stefar, Wik, lo stesso Dirigente Federale Trophy …
    Secondo me le Chiacchere da Bar si fanno molto di piu’ in altre aree del Blog, laddove si discute infinitamente sul GOAT o sul valore intrinseco degli articoli di scanzi… Noi qui facciamo quel che possiamo, senza voler insegnare nulla a nessuno. Semplicemente condividiamo le nostre esperienze e,per rimanere in tema, per sentirci meno soli nelle nostre personalissime battaglie contro i mulini a vento.

  154. Stefano Grazia scrive:

    “i titoli nella vita contano perchè a fronte di qualche genitore che ottiene un figlio campione ce ne sono 10.000(ma è poco) che rovinano i propri…’

    E’ verissimo: speriamo di non rientrare fra quelli. Anche per questo studiamo, leggiamo, viaggiamo, frequentiamo academy piu’ o meno illustri, parliamo con coaches famosi o meno famosi…insomma, ci confrontiamo.
    E dunque?

  155. madmax scrive:

    e quindi secondo voi due geni, bollettieri (ma anche van der meer se è per questo) che sa a malapena tenere la racchetta in mano cos’ha raccontato alle decine di campioni da lui creatii?
    detto questo i vostri interventi dimostrano il livello medio del tennis italiano anche perchè con un po’ più di voglia e per evitare di scrivere sciocchezze (e soprattutto cose non vere) sareste andati a leggervi un po’ di riassunti dei circa tremila post scritti in due anni e vi saresti accorti che molti dei figli di noi blogger sono nelle mani dei migliori coach/accademie del mondo e chi non lo è per problemi logistici o di possibilità economiche è stato comunque coinvolto a conoscere e vedere queste realtà (il raduno di roma con piatti e sartori, una ragazzina si è trasferita alla vavassori etc etc), perciò….. detto questo qui hanno scritto e scrivono parecchi tecnici giocatori e preparatori atletici internazionali oltre che molte delle cose scritte da noi sono poi il pensiero dei coach da noi scelti per i ns figli… vabbè ma che ve lo dico a fare…

  156. Stefano Grazia scrive:

    In questi giorni Mad Max ed io ci siamo scambiate alcune email : come forse ricorderete, io ho ipotizzato la possibilita’ di passare l’estate in Italia un po’ per provare l’esperienza di qualche torneo su suolo italiota un po’ per trovare comunque una base d’appoggio anche in Italia e una delle soluzioni potrebbe essere la Vavassori Academy (fermo restando che mi piacerebbe far vedere Nicholas anche a Sartori e che vorrei fare una videoanalisi con Bertino che comunque gia’ lo conosce avendo egli fatto 2 settimane a Marlengo nel 2007. Quel che e’ emerso dalle nostre conversazioni non vorrei pero’ portasse ad un misunderstanding, e cioe’ che noi non saremmo rimasti contenti dell’esperienza americana e fatti armi e bagagli staremmo prendendo in considerazione di affidarci a strutture italiane. Non e’ cosi’: cioe’, nessuna prevenzione nei confronti dell’Italia ma per noi rimane evidente che anche per motivi scolastici (Nicholas ha un curriculum esclusivamente fatto di scuole inglesi, americane e/o internazionali IBO) il futuro dovra’ essere almeno in parte in suolo americano e in particolare a Bradenton dove tra l’altro abbiamo anche casa. Inoltre pur non nascondendo le nostre critiche anche feroci a certi aspetti del Sistema Bollettieri (o meglio IMG), rimaniamo assolutamente convinti che quello che ti puo’ offrire la Bollettieri Academy non lo puoi trovare da nessuna altra parte…Max osservava che diversi coaches anche illustri hanno espresso disappunto e critiche sia sul lato business in primis sia sul fatto che alla fine si faccia piu’ quantita’ che qualita’…si, si, tutto vero, gli rispondevo,…se osservi dalla superficie…Poi io vado in tutte le altre Academy e vedo che e’ uguale e di solito molto peggio mentre da Bolletta vedo magari nella stessa giornata Haas, Pierce,Sharapova, Stepanek,Nishikori,Mirny,Taylor Dent, Jankovic,perfino Murray…fino a Miccini e Quinzi (che pero’ adesso sembra non andarci piu’ in quanto finito nell’orbita Piatti) Quello che voglio dire e’ che i ‘predestinati’ sono alla fine una piccola academy all’interno dell’Academy, una nicchia, e li’ dovrebbero fare anche molta qualita’…Io ti posso assicurare che la QUALITA’ fatta da Nicholas allo Strategy non l’ho vista fare da nessuna parte (altrimenti dovrei pensare che Nicholas e’ cosi’ tecnicamente-e non lo dico io,beninteso- per merito mio e di Gabri’_ e questo per andy sarebbe sicuramente una cosa difficile da digerire) … Non so se siamo stati fortunati o bravi ma devo dire che nonostante le violente ed esasperate critiche che noi stessi spesso abbiamo fatto e tuttora facciamo, NON HO ANCORA visto qualcosa di lontanamente simile alla Bollettieri e ripeto, non si puo’ giudicare il Campus Estivo o Pasquale o comunque gli Short Timer, quelli sono specchietti per le allodole, la superficie…
    Diverso il discorso sulla maggiore efficacia/utilita’ di una piccola Academy per un bambino fra gli 8 e i 12 rispetto al chaos magmatico della Grande Babele che puo’ essere la Bollettieri …io stesso ho avanzato preferenze per una Rick Macci o Pat Cash o per esempio anche la Vavassori o Caldaro potrebbero essere l’ideale per uno come Nicky ma semplicemente perche’ li’ ottieni maggiore attenzione ANCHE SE NON TE LO MERITI e comunque questo vale solo per certi periodi perche’ quando sei bravo, l’ALL IN ONE che puoi avere alla Bollettieri (Training, Volume,School, Prep Atletica, COMPETITION) e’ ineguagliabile … La Qualita’ poi te la da, magari a parte, il Coach dell’Academy che ti segue privatamente …Il tutto,a questo punto, ha costi stratosferici…Certo, un TEAM dedicato a te e’ anche meglio ma anche li’ i costi non so se sono poi inferiori E TI MANCA LA COMPETIZIONE…
    Io pero’ rimango un po’ a disagio quando sento certi (o tutti?) i Coach ITALIANI criticare la Bollettieri…come se poi Loro avessero tirato fuori chissa’ chi o che cosa … mi va bene invece il discorso fatto da Slomp e da Russo sul fatto che ci sono COSE OTTIME e cose meno buone, ma non e’ cosi’ in fondo dappertutto? Io rimango dell’idea che si debba capire chi e cosa utilizzare…il Dr Fischer, che prima di essere arrestato per pedofilia, pianifico’ la carriera di sampras lo mandava il mercoledi’ da Robert Langsdorp (il guru della West Coast, allenatore anche della Tracy Austin e poi di tanti altri fra cui Myskina e Sharapova) per i groundstrokes e al Venerdi’ da un certo DeLittle che gli lavorava sulle volley … poi Sampras a 16 anni segui’ Courier alla Bollettieri: non fu mai un vero prodotto dell’Academy ma per due anni e fino alla vittoria negli USOpen del 90 si alleno’ all’Academy, sfruttando le sue ‘facilities’… Lo stesso Yuri ha mandato la Sharapova sia da Langsdorp che da Rick Macci … Lo stesso Max si allena alla Vavassori e d’accordo con loro si avvale dei servizi e consigli di Catizone e Pizzorno … E poi decide lui.
    Non e’ in fondo quell’idea di un Team di Maestri propugnata da Bertino e dallo stesso Piatti?
    Purtroppo, i costi sono stratosferici, devo dire, e quindi non so fino a quando questo percorso sara’ possibile…La scommessa semmai e’ stata spendere di piu’ prima per spendere meno dopo…Ammetto che e’ stato un bell’azzardo ma sempre meglio che sputtanarseli in alcol,donne e motori….
    Ma per concludere, il campioncino lo puoi costruire in America o in Italia (e perfino in Svizzera o in Serbia, se e’ per questo) ma secondo me piu’ che una Federazione dietro, all’inizio ci vogliono dei gran Genitori… io non so se rientriamo, io e Gabri’, in quella categoria ma sicuramente non potremo poi rammaricarci di non aver fatto, finche’ e’ stato possibile, le cose giuste…poi a 13-14 anni dipendera’ da lui, dal suo fisico, dalla salute, dal mental … Ma se ce la fara’, il merito sara’ stato anche dello Strategy Zone della Bollettieri Academy (tutta qualita’, non quantita’…). E quello che ho visto fare li’ non l’ho visto fare da altre parti… Certo, non sono stato dappertutto, ma come faccio a sapere dove devo andare se non c’e’ mai stata una Guida Michelin del Tennis (altro cavallo di battaglia di G&F) ? Cosi’ noi siamo andati in Florida e sic stantibus rebus non e’ una scelta che abbiamo mai dovuto rimpiangere. Il che non significa che la’ siua tutto perfetto o che noi non si possa, anzi debba, avere una base anche in Italia.

  157. Mauro scrive:

    Andy e il suo amico (sempre che non sia lo stesso), sembrano, citando De Andrè di quelle cagnette alle quali hanno toccato l’osso…
    Ovvero qualche addetto ai lavori ai quali è stato elargito il diplomino di maestro nazionale, pensano in virtù di quello di poter essere i soli ad aprir bocca.

  158. Amico di Mauro scrive:

    Mauro sei un grande…………..

  159. Mauro scrive:

    Scherzo sono sempre io.

  160. Gus scrive:

    Mi stupisco sinceramente che qualcuno lo abbia preso sul serio. Ma chi sono i buonisti qui, allora? :-)

    Gus.

  161. madmax scrive:

    stefano purtroppo io ragiono un po’ come il presidente del circolo sotto casa (il sarnico semifinalista quest’anno) quando mette in piedi la squadra per la serie A nel momento in cui gli vengono proposti i vari giocatori.. lui ha un olandese dennis van schepping un giocatore che in serie a perde 2/3 partite all’anno solo sulla terra e batte regolarmente i vari volandri seppi e compagnia bella… questo giocatore viene pagato un tot l’anno e gli altri chiedono il triplo. il presidente risponde a tutti: “o voi vincete più di lui o io vi pago meno!!”

    perciò se in italia è possibile avere vavassori (perchè io in italia ho vavassori tu se vuoi bollettieri devi pagare 1.000 dollari l’ora e perciò non ce l’hai ) ad un 1/10, è possiibile accedere a progetto tennis che è diretto personalmente da piatti gratuitamente (e questi due nemmeno pagando li trovi sul campo all’interno di un’ accademia del mondo dove al massimo ci sono alcuni ex giocatori di 2° categoria) e catizzone con programmi personalizzati (mentre in un accademia i programmi sono per tutti e quasi mai ci sono i migliori preparatori che lavrano per i top players) mi sembrerebbe di essere un pazzo spendendo tutti quei soldi. tra l’altro i risultati degli ultimi anni non giustificano assolutamente quei costi….
    in più credo che nelle grandi accademie ci si debba si passare ma meglio ancora se invitati perchè a forza di sentirmi dire bravo mentre continuo a pagare i dubbi comincerebbero a venirmi.. dopodichè la strategy zone (che come tu sai come idea piace moltissimo) non è altro che una videoanalisi che con quello che paghi la puoi avere anche qui quando vuoi fermo restando che la differenza la fa sempre il maestro che la dirige e non il macchinario o il software che sia anche perchè poi alla fine si gioca sempre e sempre nello stesso campo con la pallina la racchetta la rete e l’avversario quindi più di tanto non si può inventare e le cose al giorno d’oggi sono ormai chiare a tutti (o quasi)… come già scritto nella mail il boom (ed i risultati) della bollettieri c’è stato grazie ad un’idea innovatva trent’anni fa nel senso che il buon nick ha incluso nel tennis il lavoro la preparazione atletica e soprattutto la disciplina. ora questo succede dappertutto e sia in spagna che in russia con lo stesso sistema hanno raggiunto il triplo dei risultati… poi è evidente che il nome ormai c’è e la gente ci va’ (quasi sempre però con la nemmeno tanto celata speranza di una sponsorizzazione da parte della img come del resto succede da mouratouglou nonostante che ad oggi risultati zero). oltretutto ora è diventato un tennis center a cinque stelle con ogni tipo di servizio e quindi probabilmente da top player senza problemi di soldi ci andrei anch’io con il mio coach pvt ma solo per usufruire degli innumerevoli servizi messi a disposizione (e magari solo per il fatto di fare presenza non pago nemmeno).

    certamente poi se uno ha casa a bradenton e l’obbiettivo è la scuola americana tutto cambia ma a livello di investimento mi sembra esagerato anche perchè come detto quello che danno genitori come noi nessuna accademia può darlo e quindi già questo dovrebbe essere sufficiente ad essere notato ed invitato….