Tiriac, “genio sotto i baffi”.
Tolse Nastase al calcio.
Ma stava per fare il ministro.

 
9 Gennaio 2008 Articolo di Cino Marchese
Author mug

Panatta, Vilas e Becker sono alcuni tra i cavalli di razza che hanno arricchito la scuderia di Ion, che è sicuramente tra i simboli del tennis. Campione in campo, imprenditore dalle mille risorse fuori. E’ tra i manager più potenti del circuito. In Romania ha interessi ed affari ovunque. In tutta la sua vita ha sempre ottenuto ciò che voleva. Ha anche comprato il torneo di Kitzbuhel per fare divertire gli amici.

Nell’ International Press Clipps Nalbandian in dubbio per l’ Aus Open, P. Leonardi (Le Soir) sulla Henin, C. Soler (Le Figaro) sulle prime “tendenze” del 2008 e altro ancora.

Ion Tiriac - @Gianni Ciaccia
Ion Tiriac, foto di Gianni Ciaccia

Nella storia che ho raccontato di Pierre Barthes vi ho raccontato alcune cose di Ion Tiriac, su cui ci sarebbe da scrivere alcuni libri. Oggi vi racconto alcuni episodi successi tra di noi nel corso degli anni che ci siamo assiduamente frequentato.
Ho conosciuto Ion attraverso il compianto Francesco D’Alessio di cui era grande amico e subito mi impressionò quella sua grande determinazione. Il desiderio di arrivare a tutti i costi, non c’era obiettivo impossibile. Ion aveva quasi smesso di giocare e stava pensando di diventare un manager. Aveva conosciuto Mc Cormack ed era stato folgorato dal grande Mark. Dentro di lui si sarà detto “Un giorno diventerò come lui!”. Così iniziò a guardarsi attorno, a cercare nuovi fenomeni. Ed uno lo trovò. Proprio lì, in Romani. Un giovane con grande talento e spiccata personalità, Ilie Nastase. Una scommessa di cui vantarsi, anche con gli amici del Parioli. “Ho scoperto un ragazzino in Romania che gioca a calcio, ma se riesco a convincerlo a dedicarsi solo al tennis saranno dolori per tutti”. Ion ancora non godeva di grandissima considerazione come talent scout. Al Parioli lo guardarono un po’ così, dall’alto in basso. Non gli diedero molto credito.
L’anno dopo Ion si presentò come al solito tra i viali del circolo. Questa volta, però, con il famoso ragazzino. Il giovane Nastase per la prima volta era iscritto ad un torneo. Incontrò Eugenio Castigliano, uno dei nostri migliori giocatori di quel periodo. E l’azzurro vinse. Uscendo dal campo, però, Nastase gli disse: “Il prossimo anno ti batto con il manico della mia racchetta!”. Castigliano si mise a riderere, ma Ion che seguiva il ragazzo in tutto e per tutto gli ribadì che lo avrebbe fatto per davvero. In quell’anno Nastase si rivelò come uno dei giocatori più forti e l’anno successivo il caso volle che si ritrovò di fronte Castigliano. Vinse facile Ilie e l’ultimo punto, tenendo fede alla promessa, dopo aver sbattuto di qua e di là del campo il povero Eugenio, scese a rete girò la racchetta e fece l’ultima voleè con il manico. Ad osservare dalla tribuna c’era Ion, fin dall’inizio convinto che sarebbe successo.
Come vi dicevo Ion ed io dividevamo la sincera amicizia di Francesco D’Alessio, ottimo giocatore di seconda categoria. Io facevo ancora il gioielliere, ma mi divertiva moltissimo stare con loro e far parte delle loro continue gesta, sportive e non. Tiriac aveva fiutato il nuovo mestiere e ripeteva sempre che al contrario delle grandi organizzazioni di management lui avrebbe fatto l’artigiano di lusso. E lo fece. Iniziò con Nastase. Ma deluso dalle continue “invasioni” della famiglia della moglie di Ilie, Dominique, mise gli occhi su Adriano Panatta. Ion era innamorato dell’Italia ed aveva capito che se Adriano avesse dato continuità e sostanza a quella persona così tipicamente italiana o meglio romana avrebbe potuto fare qualunque cosa. Adriano era già rappresentato da IMG, ma non era soddisfatto. Stimava Ion come competente di tennis e per un periodo provarono a mettersi insieme. Ricordo che a Wimbledon Adriano stava giocando con Pasarell. Al quinto set Adriano, dando ascolto al suggerimento di Tiriac di andare sempre a rete, si girò verso Ion ed esclamò “Non ce la faccio più, non riesco ad andare a rete come vuoi tu!“ e Tiriac di rimando “Vacci con il nome!”. Attorno ci guardammo domandandoci cosa avesse voluto dire con quella espressione e lui da sotto i baffi ci spiegò “Se non hai più la forza per andare a rete come si deve ci vai con la tua reputazione perché intanto il tuo avversario ti deve sempre passare e tu sei sempre Panatta”.
Le cose poi con Adriano non funzionarono e finì lì, ma Ion da quelle due esperienze capì che sarebbe andato lontano. Il successivo “purosangue” della scuderia Tiriac fu Vilas e lì Ion trovò un soggetto perfetto per perfezionare le sue tecniche di management, o meglio, la sua legge non scritta: tu gioca a tennis che a tutto il resto ci penso io. Il loro rapporto funzionò benissimo per molto tempo e ricordo un episodio occorso a Palermo quando Guillermo nel 1980 venne a giocare. Mi ero accordato con Ion e lui, innamorato dell’Italia, si presentò puntuale. Si occupava veramente di tutto, anche delle cose più normali come le accordature estremamente esasperate di Willie. Come accordatore ufficiale avevo Alfano Sport, ed a Palermo è quasi impensabile che fosse un altro (è una istituzione), e Tanino (Alfano) mise una bella ragazzona con due occhioni neri a prendere le racchette e a rilasciare lo scontrino che serviva per ritirarle circa 10/12 ore dopo. A un certo punto vidi arrivare nel mio ufficio la ragazzona di Alfano, agitata, quasi in lacrime. “E’ venuto un signore con due grandi baffi - disse - mi ha dato tre racchette e mi ha detto che le vuole pronte tra un’ora!! Lei sa che non è possibile. Gli ho detto che era inutile insistere e che sarei venuta da lei. Cosa devo rispondere?” ed io di rimando “Che tra un’ora le racchette saranno pronte!”. La ragazzona sgranando ancora di più gli occhi e scuotendo la testa “ma se mi aveva detto di non fare nessuna eccezione” ed io “ma quello è Tiriac e tu fai quello che lui vuole!“. Questo per dire quanto fosse determinato e assolutamente deciso nel centrare i suoi obiettivi.
Con l’avvento di Becker Ion ottenne quello che aveva sempre sognato e pervicacemente voluto. In quei tempi io gestivo il torneo di Milano e mi accordai subito con Tiriac perché giocasse Boris. Fu un “corteggiamento” lungo. Più volte andai da lui per convincerlo. Ion, sempre molto generoso, non ti faceva mettere mano al portafoglio e pertanto quando arrivò a Milano dissi al responsabile del catering che quando si fosse presentato a pranzo o a cena da solo o in compagnia non avrebbe dovuto assolutamente pagare. Ion aveva un amico che risiedeva in Italia, Monthy Shadow, famoso fotografo che gli assomigliava molto e che era venuto a Milano per stare un po’ insieme a lui. Un giorno mi disse: “Senti un po’, Cino, ma mi vuoi spiegare perché quando mi siedo al ristorante arriva un signore e mi dice che posso ordinare quello che voglio e che sono ospite dell’organizzazione. Io ti ringrazio, ma mi spieghi il perché o cosa posso fare per ricambiare?”. Gli risposi che era tutto normale. Poi presi Anzani, il direttore e gli feci vedere bene chi fosse Tiriac, facendogli notare che l’altro era solo somigliante.
Tiriac si impadronì in un battibaleno del mercato tedesco e attraverso la sua relazione con Becker costruì un vero e proprio impero, mettendo in crisi organizzazioni come la potentissima IMG. Alla fine degli anni ‘80 Ion capì che la nuova situazione politica economica del suo paese aveva bisogno di manager navigati come lui. A Montecarlo, sulla terrazza del Country Club, Ion tenne banco e parlò del dopo Chausescu. Raccontò che lo avevano interpellato per ricoprire ruoli molto importanti e addirittura era stato indicato tra i possibili ministri. Virginia Ruzici, ex campionessa del Roland Garros ed ex cliente di Ion, ed ora mia collega in IMG prese la parola a quella sorta di comizio improvvisato e gli disse “Ma Ion per fare il Ministro ci vuole una preparazione politica che tu non hai e secondo me sarebbe un errore“. A quel punto intervenni io ed esclamai “Virginia, ma sei matta! Finalmente abbiamo l’occasione di levarcelo dalle scatole e tu lo scoraggi! Fatti furba, sono mesi che ci fa diventar matti e non solo in Germania, magari se lo prendessero i Rumeni anzi usa le tue conoscenze perché ci riescano”. Comunque, con Ruzici o senza, oggi Ion è uno degli uomini più potenti in Romania, ha fondato una banca ed è coinvolto in miriadi di situazioni ed affari. Le sue relazioni con i suoi clienti storici a parte Nastase non sono però andate a buon fine, forse per quel suo modo di fare un po’ troppo invasivo e prevaricante, ma credetemi siamo di fronte ad un uomo estremamente intelligente, scaltro e capace. Partendo dalle montagne di casa sua, i Carpazi, si è costruito una fortuna immensa e meritata grazie al tennis ed ai suoi baffi. Ion ha sempre lavorato molto sul piano delle pubbliche relazioni ed ha sempre avuto molta cura dei suoi amici, dei suoi clienti e delle persone che lo potevano aiutare nei suoi affari. Ad un certo punto della sua carriera comprò il torneo di Kitzbuhel per invitare le persone a cui lui teneva. Si piazzava allo “Schloss Lebemberg” un lussuoso albergo in stile tirolese appena fuori del centro e a due passi dallo Schwartz See, il lago nero con campo da golf e tutte le sere aveva qualcuno speciale da intrattenere: il Presidente di Mercedes Niefer o il presidente di Philips Karol Vursteen, poi diventato Gran Capo di Heineken, oppure il direttore del tennis in Germania, Gunther Sanders, oppure semplicemente il suo amico Cino Marchese con la moglie Lella di cui tradizionalmente festeggiava l’anniversario di nozze che cadeva appunto in quel periodo e lui se lo ricordava sempre. Per tutte queste attività era solito inventarsi qualcosa di originale che non fosse la solita cena, ma doveva avere qualcosa di speciale come la baita in montagna o l’accompagnamento musicale speciale oppure dando un tema alla serata e vestendo magari tutti uno stesso capo. Insomma vi sto descrivendo un vero fuoriclasse, che di volta in volta si inventava qualcosa non solo per essere originale, ma per il piacere di intrattenere un amico dal quale forse avrebbe tratto un vantaggio, ma non necessariamente solo per quello.
Oggi è un uomo potentissimo, ma è ancora attaccato al suo sport come agli inizi; grande competente e grande studioso della psicologia dei giocatori lo vedete al Roland Garros in prima fila nel suo palco, quello che doveva essere di Barthes. Ion non si perde una partita come a Madrid, Montecarlo, Wimbledon o US Open. Lo fa perché ama molto il tennis, ma ne ha anche grande rispetto perché al tennis deve molto e lui lo sa.

Collegamenti sponsorizzati


9 Commenti a “Tiriac, “genio sotto i baffi”.
Tolse Nastase al calcio.
Ma stava per fare il ministro.”

  1. max scrive:

    off topic. sono contento che qualcuno ricordi francesco d’alessio (persona incredibile) amico e cliente insieme a carlo cabassi prima della sua prematura scomparsa..

  2. marcos scrive:

    con tutta la stima che porto al tiriac manager sportivo…francamente non lo vorrei come ministro del mio paese!

    naturalmente, sarebbe stato miliardi di volte meglio avere lui, piuttosto di ceaucescu!

  3. Vincenzo Torzillo scrive:

    Questo Tiriac ha un’ area un po persa nel vuoto sel lo vedi è uno dei casi in cui l’ apparenza inganna.

  4. dyana scrive:

    Cortesemente l’autore dell’articolo può precisare quando è avvenuto il primo incontro Nastase/Castigliani? Non ho ben chiara la cronologia del rapporto manager/ giocatore tra Tiriac e Nastase. Ilie Nastase a giocato esclusivamente a calcio fino a 10 anni, quando il suo fratello, giocatore di tennis come anche la sorella, l’ha portato “di peso” sul campo da tennis. E’ stato subito notato da un allenatore ( Costantin Chivaru) che come talent-scout doveva essere proprio in gamba. All’inizio per invogliarlo ad allenarsi almeno 2 ore al giorno gli regalava dei dolciumi, presto però Ilie ha preteso dei soldi ( vera mentalità da giocatore professionista, altroché importante è partecipare!). Oscilla fra tennis e calcio fino a 13 anni, quando diventa campione nazionale dei juniores, e si dedica definitivamente al tennis. Molto prima di diventare il manager di Nastase, Tiriac è stato il suo partner di doppio e di squadra nella coppa Davis, con risultati notevoli: finalisti di doppio a Roland Garros nel 1966 ( partita persa contro Clark Graebner/ Dennis Ralston), vincitori sempre a RG nel 1970 contro Arthur Ashe/ Charles Pasarell ( poi in coppia con Jimmy Connors Ilie vincerà a Wimbledon nel 1973 e due anni dopo l’Open degli Stati Uniti). Nella coppa Davis, i due portano la Romania in 3 finali, tutte e tre contro gli Stati Uniti e tutte e tre perse, in ’69, ’71 e, la più dolorosa di tutte, ’72 a Bucarest (risultato finale 2-3).

  5. Stefano scrive:

    Francamente rimango sempre perplesso quando qualcuno dal nulla e in poco tempo diventa miliardario, ed il fatto che si sia arricchito proprio successivamente alla caduta del dittatore mi fa riflettere ancor di più.
    Diciamo che non lo ritengo un personaggio di specchiata onestà, mettiamola così.

  6. luca scrive:

    Ranking all time foxyes :

    1) McCormack
    2) Jon Tiriac
    3) Cino Marchese ( ????? )

  7. Nikolik scrive:

    Come ha detto Marchese, veramente un grandissimo fuoriclasse questo Tiriac.
    Se, ingiustamente, non lo boicottassero, creerebbe sicuramente un quinto slam, come ha più volte dichiarato di voler fare.
    Non glielo lasceranno fare, purtroppo.

  8. Elisabetta scrive:

    Cino se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!!!!
    Sono contemporaneamente basita ,sbigottita ,ammirata e preoccupata quando si parla di Tiriac..bè di sicuro è unico..

  9. Cino Marchese scrive:

    Ringrazio la Sig.ra Dyana per le precisazioni fatte sull’adolescenza di Ilie Nastase. Poco c’entra però con quanto ho raccontato perchè Lei mi conferma che Ilie è stato molto combattuto se giocare a calcio o a tennis e quando ha deciso Tiriac per certo lo ha per primo aiutato a diventare un professionista e lo ha portato in giro per il mondo.Conoscendo così bene le cose rumene non Le mancheranno certo gli elementi per ricostruire con esattezza la data che comunque io stesso posso farlo. Quello che ho voluto però raccontare sono degli episodi che caratterizzano la vita di una persona molto scaltra, capace di intravedere la potenzialità di un grande talento e farlo affermare in tutti i sensi e la grande volontà di affermarsi lui stesso con le proprie forze con o senza Chausescu. Oggi il rapporto tra Ion ed Ilie si è totalmente ricostruito ed in Romania ricoprono incarichi e ruoli molto importanti e rispettati infatti Ilie è Presidente della Federazione e lavora per il Gruppo Lagardere, mentre Ion è sicuramente l’uomo di affari più potente del suo Paese ed io che sono loro amico sono molto contento.

Scrivi un commento