Verdasco e Lopez.
All’Argentina hanno giocato
un tiro davvero mancino

 
23 Novembre 2008 Articolo di Roberto Commentucci
Author mug

I due “gemelli”, uno moro e l’altro biondo, che hanno preso tutti in contropiede: Lopez, il tronista con racchetta e Verdasco, la pantera con…Ana! Quando la scuola iberica smentisce se stessa. Proprio i due giocatori più atipici e incompiuti del team hanno regalato alle furie rosse il successo più inatteso, imponendo i diritti del talento.

La Spagna, lo sappiamo, è una inesauribile fucina di tennisti. Dai primi anni ‘80 ad oggi, abbiamo visto con ammirazione l’autentica legione di guerrieri iberici invadere i campi di tutto il mondo. Prima furono i fratelli Sanchez, con la occasionale collaborazione di un biondo e atletico doppista, Sergio Casal. Poi venne la generazione dei Bruguera, dei Corretja, dei Berasategui, dei Mantilla. Gente tosta, combattiva, con una preparazione atletica straordinaria, una grande capacità di soffrire, una tenuta mentale a tutta prova, fondamentali dalle aperture ampie, gran top spin e ferrea determinazione. Ma fuori dalla terra, con quel tennis, si vinceva poco. Poi, lentamente, i tecnici spagnoli iniziarono ad aggiustare il tiro. Arrivò Albert Costa, movenze feline e rovescio fatato, buon talento, ma ancora un tennista da rosso. Ed ecco apparire finalmente la nuova serie, prodotti aggiornati e perfezionati: Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero, Tommy Robredo. Tecnicamente, è un salto di qualità: questi sanno servire forte, tengono i piedi più vicini alla linea di fondo, praticano un gioco più aggressivo e potente. E si parte alla conquista del cemento, si raggiungono finali di Slam lontano dalla terra rossa. Ma nonostante i palmarés onusti di gloria, ad inizio 2000 la scuola spagnola non è ancora uscita dallo stereotipo del tennista da battaglia, del mazzolatore sangue e arena, del guerriero sì indomabile, ma francamente non troppo talentuoso e anche, diciamolo, bruttino da vedere.

Poi, tutto ad un tratto, le cose cambiano, bruscamente. Separati da meno di due anni, ecco venire fuori, l’uno da Madrid, l’altro da Toledo, due tipi del tutto diversi. Due ragazzi mancini, dotati di gesti tecnici che sono una autentica goduria per gli occhi degli esteti (oltre che del sesso femminile). Sono giovani, sono belli, sono alti. Il braccio velocissimo, l’incedere regale, il tocco sopraffino, il servizio assassino. Scuola spagnola, è indubbio. La riconosci, l’impronta iberica, dal modo di muoversi in campo, dalla preparazione del diritto, dall’eccellente kick di servizio, da tanti piccoli particolari.

Ma quanto sono diversi dal truce stereotipo dell’arrotino pedalatore!

Iniziamo dal più vecchio, Feliciano Lopez da Toledo, classe 1981, il tronista con la racchetta. Sembra un principe del sangue, nato per l’erba, fatto per aggirarsi tra il Queen‘s Club, i Championships di Church Road e il derby di Ascot. Uno slice di rovescio che sembra una rasoiata, un diritto classico di grande pesantezza, un servizio notevolissimo, nel quale al solito slice mancino in fuori si aggiungono una soluzione piatta inesorabile e un kick alto e velenoso. E un gioco al volo, se Dio vuole, che in Spagna non vedevano dai tempi di Orantes: gesti perfetti, grande mano, piazzamento impeccabile. Il tutto sorretto da un fisico scultoreo e flessuoso, che oltre a strappare sospiri femminili gli consente di coprire splendidamente il campo e di difendere acrobaticamente la rete. Ad avere anche la solidità mentale, la voglia di allenarsi e la serietà professionale di uno qualsiasi dei suoi predecessori arrotini, c’era da passare alla storia. Così, invece, il Feliciano è stato finora un mezzo giocatore. Un rovescio coperto che proprio non si può guardare a livello professionistico, una preparazione atletica non sempre curata, una vita privata non esattamente da atleta… Ed ecco che i numeri sono impietosi: un best ranking mai andato oltre la 20a posizione, qualche scalpo di prestigio ogni tanto, qualche Wimbledon ben giocato, qualche bel piazzamento qua e là.

Storia non troppo diversa, quella di Fernando Verdasco da Madrid, classe 1983. Una elegante pantera dai piedi rapidissimi, un fisico che coniuga velocità, esplosività, potenza, coordinazione e resistenza come pochi nel circuito. E dotato di un perfetto timing naturale, che gli consente anticipi strepitosi. Con questi ingredienti di base, i tecnici spagnoli hanno costruito un giocatore modernissimo: un diritto arrotato e rapidissimo, un rovescio bimane dalla preparazione brevissima, compatto, penetrante. Ne è venuto fuori un attaccante da fondo campo in grado di adattarsi ad ogni superficie, capace di angoli strettissimi, di un pressing asfissiante, di tocchi vellutati, di geometrie seducenti, che ricordano a tratti Petr Korda, il geniale ceko, a tratti Marcelino Rios, il fragile artista delle Ande. Il tutto completato da un servizio insidiosissimo, condito di rotazioni mortifere e traiettorie imprevedibili. Eppure… Eppure anche Fernando, finora, con tutto questo ben di Dio a disposizione non è ancora andato oltre la 11a posizione del ranking. Il perché è presto detto: quando si trova a giocare un match che conta davvero, contro uno dei big del circuito, nei grandi tornei, il più delle volte cede di testa, la tensione lo indurisce, la sua meravigliosa scioltezza dei gesti diventa un ricordo, si imballa, inizia a strappare, a steccare, commette serie incredibili di errori non forzati. Tanti quanti Mantilla e Berasategui, messi insieme, ne commettevano in una intera stagione. Tanto è vero, che di lui e delle sue imprese tennistiche non si era mai parlato così tanto, come nelle ultime settimane: ma solo perché è stata resa nota la sua relazione con la bella serba Ana Ivanovic.

Insomma, fino alla clamorosa tre giorni di Mar del Plata, c’è da giurarlo, i tifosi spagnoli guardavano a Lopez e Verdasco sorridendo e scuotendo bonariamente la testa: “Jugadores muy fascinosi… Ma non tengono garra…”, lasciando intendere che sì, i due hanno talento, sono belli da vedere, ma per le cose serie, per le imprese epiche, serve altro, serve el corazon nazionale, incarnato ai massimi livelli dal fromboliere balearico, il Minotauro di Maiorca e, subito sotto, dal suo luogotenente David Ferrer.

E invece, contro ogni attesa, a Mar del Plata, infortunato Rafa, spompato David, sono stati proprio loro i match winner, los hombres del partido. I due belli ma fragili, i marinai del bel tempo, quelli che si pavoneggiano sul ponte con il sole ma che sbandano al primo colpo di vento, quelli che quando il gioco si fa duro abbandonano la pugna e “sciolgono” per rifugiarsi tra morbide e accoglienti braccia femminili… proprio loro due, contro ogni pronostico, in un ambiente incandescente, da far tremare le vene e i polsi, hanno consegnato al paese la terza coppa Davis della sua storia. E lo hanno fatto grazie al talento cristallino, al loro tennis bellissimo ma anche efficace, se sorretto da condizione, concentrazione, grinta e convinzione.
Feliciano Lopez nel match contro Del Potro, il monocorde ma efficacissimo, potentissimo Del Potro, ha offerto forse la più bella prestazione della sua carriera, riportando, per un pomeriggio, il chip & charge e il serve & volley agli antichi fasti.
Nel doppio, poi, entrambi hanno fatto valere la superiore qualità del loro gioco al volo, ma anche una superiore coesione di coppia.
E infine, nella terza giornata, pur tra mille dubbi e tremori, peraltro giustificati dalla pesantissima posta in gioco, Fernando Verdasco, i piedi sempre sulla riga di fondo, ha schiantato alla distanza, grazie al superiore anticipo, il muscolare Acasuso, il terraiolo Acasuso, il commovente Acasuso, che si è asciugato in infinite rincorse, ha fatto il tergicristallo fino a scoppiare, perché incapace di giocare vicino al campo.
Proprio come gli spagnoli di 20 anni fa, gli Arrese, i Clavet, i Galo Blanco. Quelli che in Spagna, ormai, non si producono più. Quelli che, da ora in poi, nessuno ricorderà più a Lopez e a Verdasco, portandoglieli come esempi di serietà e di solidità.

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34 Commenti a “Verdasco e Lopez.
All’Argentina hanno giocato
un tiro davvero mancino”

  1. Avec Double Cordage scrive:

    Roberto non potresti per una volta scrivere qualcosa che non forza la gente ad elogiarti, mi sa che ti sei letto il libro cuore qualche giorno fa ; )

    BTW e le lacrime di Acasuso? Grande finale comunque, e secondo me il pubblico non era nemmeno scandaloso, certo applaudire i doppi falli come gol non è una delizia ma scorrettezze esagerate e cattive non le ho viste, Io speravo che vincesse l’Argentina, alla fine è stato decisivo il doppio dove Lopez e Verdasco hanno offerto una prestazione di alto livello come contro Bryan/Fish pur non essendo un doppio di altissimo livello ma pur sempre molto buono con molto cuore e molta grinta e affiatamento, Verdasco ha dei problemi al volo ma Lopez questo fine settimana ha fatto un capolavoro se la sono meritata questa coppa, peccato per Del Potro, forse non andando al Masters le cose sarebbero andate diversamente.

    Nalbandian sarà abbastanza incavolato, niente Cordoba, niente Coppa… nel doppio però anche lui ha avuto dei passaggi a vuoto decisivi, ma anche Calleri non era proprio un gran aiuto

  2. Avec Double Cordage scrive:

    dimenticavo, grandissima prestazione anche del capitano Emilo Sanchez, sia come stratega risparmiando Verdasco per il doppio e la domenica, io Ferrer non lo avrei messo ma ha avuto ragione lui a tenersi Verdasco fresco per il doppio, e poi grandissimo come motivatore, sempre in gionocchiato davanti ai giocatori, nel doppio ha fatto un coaching cucito a misura su Verdasco tirandolo fuori dai problemi che aveva nella prima parte. Sanchez da prendere come esempio per come si fa il capitano di coppa davis, a noi serve uno cosi, specialmente a noi che abbiamo giocatori non fortissimi nel reparto mentale

  3. marcos scrive:

    particolarmente felice per la vittoria spagnola: vincere in argentina è impresa assai ostica. amo veder giocare verdasco e lopez: il primo, è in grado di trovare accelerazioni ed angoli eccezionali. quest’anno, mi aveva deliziato a wimbledon ed in altre occasioni. il secondo, quasi privo di rovescio liftato, si difende col back come ai vecchi tempi, pur non essendo i ritmi di una volta e gioca benissimo a rete, coronando servizi e attacchi stupendi.

    sono dispiaciuto per acasuso: è stato chiamato ad un’impresa impossibile, a mio parere. se non ricordo male, gioca veramente bene quasi solo all’inizio dell’anno. quando sta bene, comanda da fondo con colpi di rara pesantezza. alla mattina preferirebbe non giocare: questa volta, l’hanno chiamato al pomeriggio…vero. lontano dalla sua forma migliore, però.

  4. Riccardo scrive:

    che dire, si è deciso quasi tutto con la vittoria di Lopez e l’infortunio di Del Potro.

    Sono commosso per Acasuso, giocatore dignitoso, ma a cui vengono sempre affidate le responsabilità più grandi (come in Russia nel 2006), responsabilità che sarebbero dovute spettare a Nalbandian o Del Potro…

    l’argentino, in palese confusione mentale, ha lottato ma ha perso… le sue lacrime sono un momento di grande e terribile intensità…

    Bravi Verdasco e Lopez, ma ad Acasuso dedico questa citazione di Michel Eyquem de Montaigne: “Alcune sconfitte sono più trionfali delle vittorie”

  5. Supermad scrive:

    Lo ammetto, venerdì scorso non avrei scommesso 1 euro sulla vittoria della Spagna.

    Però sono contento. I due bellocci iberici hanno giocato alla grandissima, complimenti anche ad Emilio Sanchez che ha avuto gli attributi per rinunciare a Ferrer, schierando Verdasco.

    Sull’Argentina…beh mi spiace per Acasuso, ma godo per Nalbandian: grande tennista, ma come uomo mi sembra abbastanza deplorevole…se poi fosse realmente vera la storia dei compensi di un eventuale successo da dividere con il solo Del Potro, allora sarei ancora più felice per la vittoria spagnola.

  6. marco.. scrive:

    @ Roberto Commentucci..

    Ho visto molte partite di Feliciano Lopez e ho notato che non gioca MAI..dico MAI.. il rovescio coperto e nelle rare occasioni l’esecuzione è molto approssimativa..ma come si può arrivare a quei livelli senza sviluppare un colpo fondamentale come il rovescio?lui gioca solo il rovescio slice e mi chiedo: ma non glielo hanno mai insegnato il rovescio coperto?mi sembra stranissimo che uno con il suo talento non lo sappia fare..
    In merito Davydenko, dopo la sconfitta di Dubai di quest’anno, aveva asserito che: “non si può giocare senza un colpo”..

  7. Avec Double Cordage scrive:

    c’è comunque un errore nella Coppa Davis (oltre a tutti gli altri che abbiamo detto e ridetto) che andrebbe corretto, ogni squadra dovrebbe poter essere composta da 8 o 10 giocatori potenziali, non 4 che significa andare senza riserve se si va con due singolaristi e due doppisti. Acasuso era li in veste doppista, mettendo Canas o Monaco al posto suo probabilmente le cose sarebbero andate diversamente.

    Con 8 giocatori si avrebbe una riserva per ogni giocatore, con 10 si potrebbero portare anche 2 junior per permettergli di giocare eventuali dead rubbers a risultato aquisito, poi non è mica obbligatorio portare 10 giocatori, se una federazione vuole portarne solo 4 o non può permettersi di portarne più di 4 sono fatti suoi.

    Roberto potresti spiegare un attimo come verranno assegnati i punti ATP nella coppa davis l’anno prossimo?

    una cosa si potrebbe fare, se non è già stata fatta per migliorare l’appeal dei dead rubbers: dare dei punti ATP pesanti per quelle partite, certo non tanti come per le partite a risultato aperto, ma ad esempio si potrebbero dare i punti di un quarto di finale di un torneo minore per una vittoria, mentre per una vittoria nel 3su5 set si potrebbero dare i punti di un quarto in master series, anzi con l’immaginario calendario che avevo proposto qualche tempo fa (questo è il link http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2452#comment-89179 cosi non sto a ripetermi) direi che visto che la coppa davis sostituirebbe praticamente i master series, utilizzandone gli stadi (ovviamente anche il torneo rimarrebbe anche se degradato un po’ come successo con Amburgo) si potrebbero dare anche i punti di un attuale semi finale in master series per una vittoria in una partita di Davis vera mentre un terzo dei punti circa per una vittoria a risultato acquisito, entrambi validi per la classifica ATP che dovrebbe calcolare i 4 salm + 3 major + Master fine anno + Coppa Davis + i 9 migliori risultati in tutti i tornei che per quelli bravi sarebbero ovviamente risultati provenienti dagli slam e major permettendo però di aggiungere anche il risultato di un torneo minore visto che quelli grossi sono 8 mentre i risultati calcolati sono 9, per i giocatori delle retrovie questi 9 sarebbero risultati provenienti da tornei ATP minori, Challenger, Futures etc. difatti limitiando la stagione però a 9 risultati utili

    Nel caso che un giocatore di vertice perda al primo o secondo turno di uno slam automaticamente gli converrebbe giocare un torneo minore in più, se invece arriva sempre alla seconda settimana nei 7 tornei grossi, allora avrebbe senso per lui giocare solamente un torneo minore, ad esempio il torneo di casa che per Federer è Basilea e per Djokovic potrebbe essere Belgrado, con questo sistema verrebbe quindi alleggerita la stagione dei giocatori di vertice pur rimanendo distribuita per gli stessi mesi di adesso, ma i giocatori di vertice arriverebbero a fine anno in condizioni migliori di adesso

    oltre ad allegerire la stagione per i migliori si avrebbero anche minori cambi di superficie di fatto suddividendo la stagione in una stagione sul duro seguita da una su terra etc. come avevo già scritto qui http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2452#comment-89315

    ovviamente per garantire pari opportunità nell’assegnazione dei punti ATP in questo caso ci vuole una coppa davis con world group a 32 squadre e anche le partite dei play off per la world group dovrebbero assegnare gli stessi punti, garantendo quindi ai giocatori in world group due turni all’anno minimo per fare punti e per ulteriori 16 squadre fuori dalla world group 1 turno all’anno. Per mantenere il numero di sfide più o meno costante nei 3 turni di coppa davis (16 incontri tra squadre nazionali al primo turno, 8 al secondo, 4 incontri più i play off al terzo turno), I play off si potrebbero giocare in concomitanza con le 4 partite del terzo turno che assegnano i posti per la settimana finale in sede unica, che assomiglierebbero alle finali attuali essendo giocate in casa o fuori casa secondo il tradizionale schema, ma al posto di una ne avremmo 4 contemporaneamente aumentando quindi la visibilità mediatica, e poi con la finale in sede unica si diminuirebbe il tifo contro, o almeno ci sarebbe sempre casino essendo rappresentate entrambe le tifoserie in numero più o meno uguale con l’aggiunta del pubblico neutrale che probabilmente sarebbe la maggioranza

    ah dimenticavo Acasuso ieri mi ha ricordato un po’ Camporese nel suo body language un po’ a “piè di papera” ;) e anche nel gioco, ma sono passati tanti anni e l’immagine di Omar non l’ho pienamente a fuoco

  8. Roberto Commentucci scrive:

    Caro marco, hai senza dubbio ragione. Il rovescio in top spin è di gran lunga il colpo più debole di Feliciano Lopez, che va in grande difficoltà in alcune situazioni di gioco, ad esempio quando deve tirare un passante.
    Tuttavia, il tema della debolezza relativa dei mancini nel rovescio coperto non è davvero nuovo, e nasce molti anni prima di Feliciano Lopez.
    Gianni Clerici, nel suo “500 anni di tennis”, nel capitolo dedicato ad uno dei più grandi mancini di tutti i tempi, Rod Laver, riferisce come i tecnici australiani volessero reprimere il suo mancinismo, per farne un destro adattato (come pare sia capitato a Rosewall) proprio per la difficoltà congenita dei mancini ad imparare a coprire il rovescio, colpo con il quale giocano invece con grandissima naturalezza lo slice.
    Se non ricordo male, fu Harry Hopman che trovò la soluzione: obbligò il piccolo Rod Laver, già soprannominato “Rocket” per la sua velocità di gambe (e di braccio), a tenere nella mano sinistra per ore e ore una pallina da tennis, stringendola a più non posso. L’obiettivo era quello di attrezzare il ragazzo con un polso di ferro, in modo che potesse tirare indifferentemente e senza fatica sia il rovescio in back, sia quello coperto. La cura funzionò: il rovescio in top spin di Rocket Laver è a tutt’oggi ritenuto un colpo mirabile, forse il miglior rovescio ad una mano di un tennista mancino nella storia di questo sport, avvicinato, negli anni successivi, solo da Mc Enroe (con la sua tecnica del tutto personale e inimitabile) Vilas (che aveva un braccio sinistro enorme, grosso come un prosciutto), Leconte (altro giocatore con un polso eccezionale) e da Petr Korda. E quel rovescio coperto fu una delle armi principali (oltre al consueto armamentario dei Grandi Mancini: diritto a uncino, serve and volley, gran tocco, approccio in back) del campionissimo australiano, vincitore di due Slam.
    Negli anni più recenti, con la diffusione della presa bimane, quasi tutti i tecnici che si trovano alle prese con bambini mancini hanno iniziato a risolvere il problema facendo loro impugnare a due mani il rovescio. E così in genere i mancini bimani, oltre al consueto diritto molto arrotato e pesante colpiscono forte anche con il rovescio a due mani: in genere è un colpo più piatto del diritto, ma è giocato spesso con buon timing ed anticipo, e molti mancini bimani riescono a trovare ottimi angoli. D’altra parte, l’impostazione bimane, come è noto, può creare diversi problemi nella costruzione di un gioco al volo efficace, ciò che invece sarebbe nelle corde “genetiche” di molti mancini. E quindi per i tecnici si tratta a volte di scegliere: impostare il bimbo bimane, rendendolo più solido dal fondo, ma accettando di perdere qualcosa nel gioco al volo, o assecondare la sua natura e accettare di avere un fondamentale più debole in cambio di una migliore qualità a rete? Quasi tutti i tecnici, attualmente, risolvono il dilemma nel primo modo. 2 mani per il rovescio, e costruiscono attaccanti da fondo campo.
    Chi ha impostato Lopez, invece, ha ritenuto di fare la scelta opposta: il risultato è che il bello di Toledo ha un magnifico gioco al volo, ma si trova anche alle prese con il limite “storico” dei giocatori mancini.

  9. TCC'75 scrive:

    Anche io vedo questa come la vittoria di Sanchez. E ovviamente di un movimento tennistico che è in grado di essere competitivo in tutti gli ambienti e su tutte le superfici.

    Io non avrei fatto giocare Verdasco nell’ultimo singolare e con me, mi sa, tanti di quelli che…”le convocazioni si fanno in base alla classifica ATP”…
    Nessuno saprà mai se Ferrer avrebbe battutto Acasuso, ma sta di fatto che Emilio ha azzeccato tutte le scelte e ha sfruttato al meglio i giocatori e le caratteristiche di questi.

    Infine, Del Potro si è spento nel momento più importante della sua carriera e della sua stagione. Per evitare la pressione ha sciolto contro Lopez e lasciato la responsabilità della sconfitta ad Acasuso. Infortunio reale e credibile? Peccato di gioventù? Consiglieri sbagliati? O c’è sotto qualcos’altro?

    Complimenti alla Spagna e, devo dire che, sono contento che Feliciano abbia finalmete vinto qualcosa di importante!

  10. pibla scrive:

    Che rischio folle aver scelto Verdasco per il match decisivo, rischio premiato con la vittoria ma, a mio parere Emilio ha scelto di gran lunga la via più complicata per la vittoria.
    Comunque hanno vinto e quindi onore e complimenti a loro.
    Notevolissimo Feliciano, un leone nella bolgia di Mar del Plata quando venerdì, dopo il primo singolare, tutto pareva compromesso.

  11. Ros scrive:

    Marco scrive : “Ho visto molte partite di Feliciano Lopez e ho notato che non gioca MAI..dico MAI.. il rovescio coperto e nelle rare occasioni l’esecuzione è molto approssimativa..ma come si può arrivare a quei livelli senza sviluppare un colpo fondamentale come il rovescio?”

    Mai visto giocare Steffi Graf, vincitrice di 22 titoli dello Slam e di 107 tornei WTA? Ecco come si può.

    Feliciano ultimamante lo gioca di più comunque, il coperto, anche se è parecchio discontinua l’efficacia o la riuscita.

    Il suo è un gran bel back, attacco e difesa. Adattissimo al suo gioco.

  12. Avec Double Cordage scrive:

    @Ros
    premettendo che del tennis femminile ne so ancora meno che di quello maschile mi sembra però di ricordare che Steffi Graf comunque il rovescio top spin lo aveva nel suo repertorio, e non era mica male, ma lo usava solo per i passanti, e siccome orfana di Navratilova erano rimaste pochissime ragazze da passare a rete lo si vedeva raramente, forse contro la Novotna

  13. Roberto Commentucci scrive:

    Mah, Ros, in amicizia, ma il paragone con la Graf non è molto convincente… Vent’anni fa nel tennis femminile la palla andava pianino, ma proprio pianino. ed erano poche quelle che riuscivano a trovare il rovescio della Graf con buona continuità, anche perché la tedesca era una atleta eccezionale e girava benissimo intorno al diritto, grazie alle sue stupende (in tutti i sensi) gambe. E comunque, se alla Seles non fosse capiatato quel che sappiamo, Steffi avrebbe avuto parecchi problemi contro Monica, con quel back. Inoltre, è singolare come il problema della Graf nel rovescio coperto non fosse affatto tecnico, ma solo di natura psicologica: io la ho vista con i miei occhi, in allenamento al Foro, nel 1987, tirare dei rovesci a una mano in top strepitosi, potenti quasi quanto il diritto. Il problema era che in partita non si fidava, e giocava il back. Tanto vinceva lo stesso. Non a caso, in partita ufficiale qualche rovescio in top lo ha tirato a Wimbledon, per passare la Navratilova, che le si buttava a rete sul rovescio. Insomma, forse se la Seles non fosse stata accoltellata, Steffi avrebbe avuto maggiori stimoli a trovare il coraggio di tirare anche il rovescio in top, che tecnicamente conosceva bene. E ora sarebbe ritenuta una tennista, se possibile, ancora più forte e completa.
    Non lo sapremo mai. :)

  14. wik scrive:

    Per via del rovescio in back di Lopez, infatti……..la sua classifica é quella che é, avesse anche il topspin sarebbe molto diversa. Lopez vince bene con chi soffre il back e Delpotro é proprio uno di quelli, perde da quelli a cui il back non fa male, e dipende molto dalla superficie. Per il resto é un gran bel giocatore

  15. Ros scrive:

    Ma infatti non voglio paragonare nella maniera più assoluta Lopez alla Graf. Rispondevo al discorso rovescio back- alti livelli.
    Ovvio che quel tennis (per di più femminile) fosse un altro tennis.

    Comunque anche Lopez lo usa più per i passanti, non sempre bene (anzi, raramente bene). Però adesso lo usa di più.

    Infatti Lopez è fuori (ma fuori) dai primi. Anche se potrebbe essere certo più in alto anche solo con queste armi se non fosse così.. poco votato al tennis.

    Credo che lui come la Graf non si fidi del suo rovescio in top, lo gioca poco e anche per questo lo sbaglia molto, quando lo prova.

    Ad ogni modo ha un gran back, molto sicuro oltre che efficace. Che a questi livelli non è poco.

  16. Supermad scrive:

    Sul discorso del rovescio mancino ad una mano…

    a me piaceva molto quello di Mariano Puerta…lasciamo per un attimo perdere i discorsi sul doping, sulla pochezza del giocatore argentino, ecc ecc, parliamo del suo rovescio ad una mano: colpo esteticamente bellissimo.

    Purtroppo sono una rarità i giocatori mancini con il rovescio ad una mano in circolazione..al momento mi vengono in mente solo Berrer e Stadler…non di certo due campioni ;)

  17. Mriz scrive:

    La frase di Davydenko è fuori luogo; tutti i giocatori hanno dei punti deboli(tranne Federer) e a Lopez manca il passante di rovescio ovvero ha un ottimo rovescio in back che va benissimo contro tutti i giocatori che non sono volleatori ; per il resto….ottimo servizio, buon gioco a volo, buon diritto , buon fisico e tante tantissime gnocche. C’è di meglio ? :-)

  18. Avec Double Cordage scrive:

    @Mriz
    beh anche Federer ha una lacuna soffre i colpi arrotati e a rimbalzo alto che lo costringono a tirare il rovescio sopra la spalla, specialmente quelli mancini fabbricati in casa Nadal sulla terra rossa… almeno cosi si dice, e i risultati mi sembra che ne siano conferma

  19. Avec Double Cordage scrive:

    mannaggia non avevo ancora finito prima di schiacciare invio ;) , volevo dire che questo difetto apre uno spiraglio per un giocatore che sia ancora migliore di Federer anche se è effettivamente una cosa quasi impossibile, questo giocatore dovrebbe avere la stessa mobilità e lo stesso talento e braccio i Federer con in più un rovescio sia a due mani che ad una, se poi fosse pure mancino …hmmm adesso che le ho scritte, queste caratteristiche mi fanno pensare ad una cosa, e se questo ragazzo fosse uno della costa adriatica che sta alla corte del Bolletta 8P …no no, sarebbe veramente chiedere troppo

  20. Mriz scrive:

    mmm…dicevo punti deboli “oggettivi”….quello di Federer è solo quando gioca contro Nadal…quindi un caso particolare….
    Punti deboli oggettivi erano la mobilità di Becker, il diritto su palle senza peso di Connors ed Edberg, il gioco a rete di Borg, il rovescio di Sampras….

  21. anto scrive:

    @ Roberto…che dire…….disamina perfetta!

  22. Avec Double Cordage scrive:

    @Mriz
    non è solo Nadal ad evidenziare questo piccolo difetto di Federer, anche Andreev lo sa fare, solo che Andreev oltre ad essere destro è anche molto inferiore a Nadal nel resto del repertorio, anche se è abbastanza simile come caratteristiche e stile. Per sfruttare quel punto debole di Federer sui rovesci alti bisogna giocare a livelli quasi stratosferici per tutto il match senza avere flessioni, anche perché Federer può aggirare il rovescio e giocare un dritto come fece sempre la Graf se non lo metti in difficoltà spostandolo in giro per il campo, e allora sono guai a meno di beccarlo in una giornata rara come quelle che hanno beccato Fish ad Indian Wells e Simon in Canada

  23. Ros scrive:

    Concordo con Avec Double Cordage, Andreev è un altro che, con i dovuti limiti e le dovute differenze, provoca quel tipo di problemi a Federer. Naturalmente più pericoloso 2 su 3 che 3 su 5. A NY giocò proprio così, profondo e alto sul rovescio, servendo tra l’altro in maniera incredibile. Però in quell’occasione Federer giocò quasi esclusivamente dietro la linea di fondo, sbagliando. Come spesso fa con Nadal quando gli provoca questo problema tecnico. Naturalmente dipende dalle superfici.

    Ah,se quello a cui ti riferivi era Nishikori non credo. Al di là dei fondamentali ottimi e della mobilità Nishikori non ha il fisico di Federer e nemmeno la sensibilità. Ha talento da vendere ma necessita di una condizione fisica sempre eccellente per mettere in pratica il suo gioco.

  24. Avec Double Cordage scrive:

    @Ros
    no, non mi riferivo a Nishikori ma ad un italiano che è meglio lasciare in pace perchè è ancora un ragazzino, tutto da vedere quindi, tutto ancora da fare, anche se le basi sono ottime come ho potuto vedere dal vivo …e lui è mancino ma è meglio non nominarne il nome invano

    zorzi sa chi è, zorzi sa dov’è, tu già sai mamma mia o carmine …come ci dicono le interruzzioni di servizio http://www.youtube.com/watch?v=8FSEzVIGRro

  25. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Tutto giusto come al solito, Commentucci: Lopez ha dentro di se il tennis che viene dal passato, quello di Panatta e di Edberg, quello che piace a me.
    Venerdì e sabato è stato uno spettacolo.
    Non arriverà da nessuna altra parte, Lopez. Ma va bene lo stesso.
    Chissà se i ragazzi di Supertennis avranno riflettuto sul fatto che noi non solo non abbiamo un Federer o un Nadal, ma neanche un Lopez o un Verdasco, e non ci andiamo nemmeno vicini, per ora…..

  26. Mriz scrive:

    A me fanno ridere quando quelli della federazione italiana si riuniscono e parlano di buon momento del tennis italiano. Mi fanno anche sorridere quelli che quando si parla della Kournikova(anche Rino Tommasi) commentano dicendo “solo bella ma mai vinto nulla”; bene…se si fosse chiamata Curnicona e se fosse stata italiana…..sarebbe solo stata la migliore di tutti i tempi !!!

  27. sette scrive:

    credo che ADC si riferisse a miccini… ehhhh, magari!

  28. Ros scrive:

    Capisco. Allora speriamo superi quei problemi all’anca.. foss’anche un Lopez.

  29. Avec Double Cordage scrive:

    sette, no. Mi riferivo ad un piccolo mancino, ma era solo un “day dream” e nulla di concreto

  30. sette scrive:

    … quinzi?

  31. Roberto Commentucci scrive:

    Indovinato, sette. Ma non era difficile.

    Lasciamolo crescere, ragazzi.

  32. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Un mancino contemporaneo con il rovescio a una mano? llodra. Non è Leconte ma non è nemmeno scarsissimo. Chiedere informazioni a Bolelli

  33. Supermad scrive:

    è vero sig. Scanagatta…Llodra! proprio non mi era venuto in mente, colpa del freddo… ;) e io che sono andato a pescare le due chiaviche (simpaticamente parlando) Stadler e Berrer…

  34. Antonio scrive:

    Ma a Davydenko non viene in mente che lui è arrivato al numero 4 del mondo con un servizio che nemmeno la Dementieva?!?
    E che Roddick è addirittura arrivato al numero 1 quando il suo rovescio era pietoso tanto quanto quello di Lopez…

    A un giocatore di livello non si chiede di essere perfetto, ma di saper bilanciare (o mascherare) le proprie debolezze. E il punto debole di Lopez, quello che finora non gli ha permesso di salire oltre la 20esima posizione nonostante 2 quarti di finale a Wimbledon, è la testa.
    Dovesse sbloccarsi com’è successo nel match con Del Potro e nel doppio, il non avere un rovescio coperto competitivo passerebbe decisamente inosservato…

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