Poco credibile questa Masters Cup

 
15 Novembre 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Questa manifestazione sarà anche bella ma non ha credibilità tecnica. Manca il numero 1, la formula è sbagliata e se uno dà forfait, viene sostituito dal primo che capita. La reazione di Ubaldo a un paio di commenti che non condivide assolutamente

Per essere la rassegna di fine stagione che dovrebbe conferire il virtuale titolo di campione del mondo, questa Masters Cup che oggi vivrà il suo epilogo con la sorprendente finale Djokovic-Davydenko (diretta Sky alle ore 9, dopo il “salotto Meloccaro” alle 8,30) ha dimostrato più di sempre scarsa credibilità tecnica.

Il primo handicap è stato l’assenza del n.1 del mondo, Rafael Nadal, bloccato da una tendinite che gli farà saltare anche la finale di Davis in Argentina e forse l’Australian Open. Il secondo handicap, al solito, la formula dei gironi all’italiana che ha il vantaggio di proporre almeno tre esibizioni degli “Otto Maestri” perché così si vendono più biglietti e meglio i diritti televisivi, ma dà vita ad incontri (Simon-Stepanek) che non significano assolutamente nulla. Il terzo handicap è che se un giocatore si fa male viene inserito nell’elite del tennis mondiale chi passi di lì come se fosse un’esibizione qualsiasi: Stepanek era in vacanza in Thailandia ed ha sostituito Roddick facendosi prestare racchette e pantaloncini. Il quarto handicap è che chi gioca un match durissimo al venerdì _ come è accaduto allo scozzese Murray quando ha estromesso dalle semifinnali Federer 7-5 al terzo dopo tre ore emozionanti di grande tennis _ si trova ad affrontare al sabato il tosto russo Davydenko che invece l’ultima sua partita l’aveva giocata giovedì. Non deve sorprendere, allora, che il favorito Murray non sia più tale e, sul 5 pari del primo set, si arrenda cedendo di schianto alla fatica e alla tigna di Davydenko che non regala mai nulla. Stamani Davydenko si ritrova davanti Djokovic, un altro rivale che ha penato tre ore per liberarsi del francese Simon nell’altra semifinale. Quinto handicap: la finale ripropone un incontro già visto nel round robin. Djokovic aveva battuto 7-5 al terzo il russo. Ma stamani sarà meno fresco di lui. E magari _è accaduto in tanti altri Masters _ l’esito della finale contraddirà quello del girone. O magari no. Ma non parlatemi di credibilità tecnica. Djokovic b.Simon 4-6,6-3,7-5, Davydenko b.Murray 7-5,6-2.

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53 Commenti a “Poco credibile questa Masters Cup”

  1. Diego scrive:

    Per conto mio questo è uno dei peggiori tornei dell’anno: tra i tanti pregi che ha il tennis c’è l’eliminazione diretta, chi perde va a casa, e il confronto tra giocatori di “categorie” differenti che possono causare sorprese. questo è ciò che rende affascinante gli slam e meno questo torneo. Detto questo poi, c’èda dire che salvo Federer e in parte Tsonga, questi ragazzi giocano un po’ tutti uguali, grandi mazzolatori da fondo, buon servizio, rovescio bimane, presa di diritto esasperata, tutti buoni sul cemento ma poca cosa sull’erba e sulla terra. onestamente preferisco la varietà,per il poco che è rimasta, degli altri tornei, le volées di Llodra e i recuperi di Robredo.

  2. allihies scrive:

    assolutamente d’accordo. la finale inoltre sarà una partita già vista nel torneo. ridicolo se si parla di tennis. hai perso, vai a casa.

  3. Karlovic 80 scrive:

    Ubaldo Scanagatta ha le palle.Condivido in tutto e per tutto la sua analisi.E agguingo che Shanghai è un pessimo posto per il tennis,con poco pubblico.Rimpiango quando “il maestro” si giocava a Francoforte.

  4. Alessandro scrive:

    Ma parliamone del fatto che un Federer evidentemente malaticcio preferisce andare a sforzarsi qui, in una pagliacciata di abbinamenti e vincite, invece di riposarsi.
    No, parliamone.

  5. Giovanni da Roussillon scrive:

    Mi sento di far notare:
    1. L’incoveniente dell’assenza di Nadal non dipende dalla formula del torneo. Semmai ci conferma la debolezza di tenuta sull’arco dell’anno del numero uno attuale.
    2. I gironi all’italiana hanno permesso di dare luogo alla partita Federer-Murray, che lo stesso autore del pezzo definisce di grande tennis.
    3. Non cambierebbe granché se chi si fa male, anziché non essere sostituito dal primo venuto, non sia sostituito affatto, come è prassi, dopo il primo turno, in altri eventi.
    4. Quando un giocatore disputa un match durissimo il venerdì, si ritrova a dover giocare di sabato. E’ quanto accade da sempre (potrebbe far pensare alla necessità di cambiare magari qualcosina al modo di concepire i tornei in generale).
    5. Un giocatore meno fresco di un altro non può costituire motivo di rimprovero a chicchesia. Sta nella natura delle cose, o, se si vuole, è frutto del caso (v. ad esempio: 2007, Wimbledon, Gasquet deve confrontarsi con Federer in semifinale, ed è battuto, dopo la battaglia stremante del giorno precedente vinta contro Roddick, durata oltre 3,5 ore).

    In conclusione: non è stato provato qui che il torneo dei maestri offra minore credibilità tecnica di qualunque altra manifestazione.
    Se la Masters Cup, così come indetta, si termina con una finale sorprendente, diamo il benvenuto alle sorprese.
    Con rispetto.

  6. wik scrive:

    Tecnicamente tutti i tornei dopo gli Us open hanno un valore relativo, il vero master si gioca lì !
    Questa è passerella di fine anno, al massimo si vede qualche bella partita per sfida personale.
    Nemmeno quasi mi stò guardando gli incontri, giusto Murray-Federer, ma il calo finale di Federer la dice lunga anche su quella partita.
    Un po’ di soldini in varie tasche, la logica è quella.

  7. angelica scrive:

    Mi ritrovo in ogni singola parola scritta da Giovanni da Roussillon.

    E per quanto riguarda le riserve, potrebbero fare come la wta, la presenza della n.9 e n.10 sono obbligatorie altrimenti multe salatissimi se non si presentano.
    Se poi chi va, non si porta neanche la racchetta, non e’ la formula del master a non essere professionale

  8. anakyn scrive:

    La formula della Master’s Cup è esattamente quella degli scorsi anni, e gli scorsi anni ha quasi sempre vinto il miglior giocatore presentatosi alla manifestazione, cioè Federer.
    Dunque, a parte quest’anno, nessuna sorpresa sull’esito del torneo.
    Direi che l’eccezione non andrebbe confusa con la regola.

  9. Ubaldo Scanagatta scrive:

    @giovanni da roussillon e quindi @ angelica:

    Non mi pare d’aver detto che l’assenza di Nadal sia legata alla formula del torneo. Dove l’avrei scritto? E’ vero peraltro che un campionato del mondo orfano del n.1 è un campionato del mondo zoppo. Non è colpa di nessuna ma è così. Oltretutto l’assenza di Nadal ha squilibrato i tabelloni, Federer, Murray, Simone e Roddick erano finiti nello stesso gruppo che tutti inizialmente consideravano più forte e frequentato dai tennisti con maggiori chances di aggiudicarsi la Masters Cup. Ora oggi si vede invece che, a seguito di un cumulo di cicostanze non proprio limpidissime, Davydenko e Djokovic _ il secondo reo di un match mollato per riposarsi _ sono i finalisti e appartenevano all’altro gruppo. Però io vorrei con onestà che, anzichè sfoggiare il senno del poi qualcuno dicesse quale era da considerarsi il gruppo più forte, con gli atleti più probabilmente vincitori. Djokovic che non vinceva un torneo da Roma? Davydenko che ne ha vinti due in tutto l’anno? Suvvia, siamo seri.
    Certo che Murray-Federer è stato un grande match, e non è stato male anche Federer-Simon….ma due, o anche tre bei match sui ventisei fin qui disputati in un torneo che allinei gli otto tennisti più forti dell’anno, vi sembrano tanti? A me sembra una percentuale ridicola, simile a quella di un torneo con due forti giocatori e un branco di scalcagnati. E gli altri match inguardabili dove li mettiamo?
    L’argomento del venerdì: salvo che all’US open, dove un’altra programmazione demenziale e da tutti (giocatori per primi) da sempre criticata ma subita in base al diktat della CBS che sgancia i soldi (et pecunia non olet), in tutti gli Slam (e la Masters Cup dovrebbe far di tutto per avvicinarsi come prestigio a quelli…anzihcè allontanarsene) i finalisti sono in linea di principio trattati equamente. Giocano le semifinali due giorni prima, quindi hanno tutto il tempo per recuperare. C’è parità di trattamento. L’equità sportiva, tecnicamente parlando, resta una priorità e viene salvaguardata. Vedi Wimbledon, vedi Roland Garros. Non è affatto nella natura delle cose, caro il mio Roussillon, e cara la mia Angelica. Se ciò accade da sempre…ad ogni Masters Cup o ad ogni torneo male organizzato non è un buon motivo perchè per salvaguardare una credibilità tecnica dei risultati non si debba cambiare una programmazione che ti può favorire (o meno) come un’estrazione del lotto. Se poi un evento come il maltempo provoca delle alterazioni importanti alla programmazione prevista, beh ammetterete che è ben diverso dal programmare un’iniquità regolamentata fin dall’inizio.
    Con il tetto coperto certi svantaggi per un finalista nei confronti di un altro, ad esempio, non avverranno più.
    Riguardo alle sostituzioni anche nel Masters maschile prima vigevano regole simili a quelle della analoga rassegna femminile. Può anche essere che l’assenza di un vero capo _ con de Villiers dimissionario dimesso e un erede ancora ignoto _ abbia allentato il rispetto delle regole.
    Non bastano le multe salatissime però a risolvere ogni cosa. Il problema delle sostituzioni in campo maschile è più difficile da affrontare. E’ accentuato infatti dal calendario, dal fatto che in campo maschile c’è una finale di Coppa Davis a ridosso della Masters Cup e invece in campo femminile il problema non si pone perchè la Fed Cup è stata già aggiudicata prima. Nalbandian che non va al Masters a fare la riserva perchè ha l’occasione di vincere la prima Coppa Davis per l’Argentina ha, a mio avviso, validissime giustificazioni. Lo stesso Del Potro con qualche anno in più fra i top-ten chissà se sarebbe andato a Shanghai ove fosse stato n.9. Idem Nadal se l’opportunità di difendere la Spagna a Mar del Plata fosse stata eventualmente compromessa dalla sua partecipazione alla Masters Cup che è sentita da tutti i giocatori come una gran bella occasione per guadagnare tanti soldi, ma non _ purtroppo _ come un evento assolutamente memorabile. E così resterà, anche quello femminile, finchè i due sindacati non si metteranno d’accordo per far disputare il torneo di fine stagione nella stessa settimana e ad eliminazione diretta, come sono le vere prove del tennis, quelle cioè che non si prestano a calcoli e calcoletti, ad accordi e sospetti (in passato non sono mancati nè gli uni nè gli altri), a match lottati e ad altri mollati a metà (il caso Djokovic docet, così come quello del chicken Lendl che dette via libera a Jimbo Connors tanti anni fa per evitare di affrontare il n.2 dell’altro griuppo, Borg, in semifinale, preferendo incontrare invece il più debole n.1 dell’altro girone, Gene Mayer…che difatti battè). Se poi si arriva a ipotizzare che Andy Murray abbia fatto male a spremersi per battere Federer _ e anche fra i vostri commenti, oltre che in alcuni della stampa inglese ho letto che c’è chi gli ha dato apertamente dello sciocco e dell’ingenuo _ beh, mi spiace, ma questo non è sport, questo non è tennis, ma è circo, barzelletta. E se a voi piace il circo, sono problemi vostri. A me piace il tennis, quello in cui chi entra in campo dà sempre il tutto per tutto per vincere e non deve fare altri calcoli che quelli per arrivare prima possibile al matchpoint e trasformarlo.
    Spero che qualcuno dei 25 lettori che mi leggono si ritrovino in buona parte delle parole che ho appena scritto a tarda notte (quindi magari senza la dovuta lucidità). Altrimenti sospetterei di aver…allevato pessimi sportivi. Saluti a tutti e speriamo che almeno la finale sia decente.

  10. Donato scrive:

    Ubaldo avrei voluto dire qualcosa, ma praticamente hai detto tutto te….Semplicemente perfetto!!!

  11. massimo scrive:

    si Ubaldo ,

    però non la metterei sulla sportività o iniquità di regolamento,

    la formula a gironi è comunque interessante , ha una certa tradizione nell’evento , e direi è una formula molto sportiva , che da possibilità ad esempio ( federer2007) anche al migliore di perdere il primo match ma di avere la possibilità di regalare un tennis stellare fino a una finale dove veramente Roger ha reglato del tennis straordinario.

    l’iniquità del regolamento sta solo nelle semifinali che meriterebbero un giorno di distanza ( anche wimbledon 2007 mancarono causa maltempo e lo slam risultò falsato ) , poi il fatto che sia un evento itinerante di certo non ne saturerà mai il prestigio , giocarlo in cina poi favorisce un certo raffreddamento che spesso si vede anche sul campo tra gli interpreti ,
    ma il Master di fine anno come gli slam ha spesso regalato match memorabili ed emozioni, non sarà mai come uno slam , come un master series , è il master di fine anno , lo giocano solo i migliori otto , i premi sono comparabili o più ai premi slam ed è giustissimo perchè sono i tennisti che hanno fatto meglio nell’anno e meritato, nella questione riserve penso conti tanto il fattore che lo organizzano a Shangai, già da Londra09 dovebbe andare meglio.

    questo se lo giocano Djokovic e Davydenko , nr3 e nr 5 , in mancanza di nr1 il nr2 Federer ha comunque perso un mach delicato con Simon , e il nr4 Murray ha “subito” la programmazione come la si subisce in molti casi negli slam , dove anche lì la fatica nei giocatori nei match 3su5 spesso risulta non distibruita equamente, capita anche lì il giorno in meno di riposo la grossa disparità a gestire le energie che può venire dopo match lunghissimi , un pò per causa loro , un pò per cause di maltempo un pò per cause organizzative.

    in questo master , guardando ben si son visti degli ottimi match, gli interpreti eran quelli , c’è la pecca del terzo set djokovic- tsonga e della semifinale di murray , risultati determinanti , ma si può accettare si è assistito a varie partite buone e ottime , djoko davydenko i due match persi da federer , le tre vittorie di Murray , le qualità di Simon …

    insomma può andare, ora il testimone passa a Londra, sicuramente cambierà qualcosa a livello ambientale , il continente eurpoeo e la tradizione dell city posson dar contributo ,

  12. Nik85 scrive:

    Io sono d’accordo con Ubaldo, tranne nel fatto che djokovic - davydenko sul cemento non sia una partita di assoluto livello mondiale (i risultati dell’anno in corso dicono il contrario). A parte questo io allergherei il discorso, sino a mettere in discussione non soltanto la formula della masters cup ma anche quella dei master seriers. La regola del bye e il fatto che si giochi ogni giorno condizionano di fatto l’equilibrio di questi tornei, in cui seppure giocano i migliori del mondo come negli slam, non sempre arrivano in finale i piu forti quanto i piu in forma e (anche) i piu fortunati nel cammino.
    Comunque credo che una cosa sia certa: vanno cambiate alcune regole, mentre delle innovazioni sui punteggi dell’anno prossimo (di cui ancora mi sfugge la ragione) e sulla non ripetibilità la stagione successiva dei master a cui si rinuncia (magari perchè troppo stanchi!) non se ne sentiva proprio alcuna necessità. E’ assolutamente in contraddizione con tutti i discorsi che abbiam fatto sugli infortuni e i calendari insostenibili.
    Forse quando vedranno pagare dazio l’anno prossimo Federer e Nadal, perdendo la maggior fonte di appeal e guadagni… Interdetto.

  13. anto scrive:

    Ogni anno è la stessa solfa, il master deve essere rivisto, la sua formula lascia abbastanza perplessi e poi giocarlo in Cina a Fine anno nessuno a voglia di prendersi l’aereo e sciropparsi dieci ore d’aereo con relativo jet lag. Probabilmente il masters a Londra sarà più credibile…..quanto meno la riserva non sarà più il numero 35 della classifica race…………

  14. patroclo scrive:

    Anche io sono totalmente d’accordo con la replica di Ubaldo, aggiungerei, forse, che tra le righe di giovanni de roussillon si legge una certa avversione nei confronti di Nadal. Se manca il n. 1, sarà pure fragile ma se è diventato n.1 vuol dire che nell’arco dell’anno, nonostante la fragilità di tenuta, ha fatto più punti (e quindi più risultati) di tutti gli altri. Ecco io avrei addebbitato la mancanza del n.1 a un calendario folle, perchè 93 partite giocate sono troppe per qualsiasi giocatore, fragile o non fragile. Del resto lo stesso Federer, che fragile non è, mi sembra che sia giunto piuttosto provato in questo fine stagione, che non gli hanno consentito di esprimere, probabilmente, il suo miglior tennis. Tutto ciò contribuisce a rendere poco credibile, a prescindere dal vincitore (poteva aver vinto anche murray o federer, sarebbe stata la stessa cosa) il risultato tecnico di questo master. Esattamente quanto ha sostenuto Ubaldo nel suo articolo.

  15. laura scrive:

    mi spiegate perchè la finale in 2 set quando è sempre stata3su 5? o mi sbaglio ? RIcordo una finale federer nalbandian lottata fino al quinto o no?mah forse sono rincitrullita ma sono convinta di averla vista.

  16. Ubaldo Scanagatta scrive:

    Laura non sei rincitrullita. Nalbandian vinse 7-6 al quinto. E anche un anno fa la finale fra Federer e Ferrer fu al meglio dei cinque set anche se lo svizzero la dominò in 3. Perchè hanno cambiato? Penso per due motivi. Il primo è perchè non si può imporre a tutti i Masters Series, come ha imposto de Villiers, la finale al meglio dei tre sets sostenendo che match troppo lunghi non giovano al tennis e alla sua esposizione televisiva e poi contraddirsi nel momento in cui c’è il Masters finale. Il secondo è che giocando le semifinali il giorno prima, meno di 24 prima della finale, una finale tre set su cinque rischia di essere falsata (anche se all’US open se ne fregano…). Il problema non si porrebbe più se le semifinali fossero giocate al venerdì. Ma la tendenza Atp è abbreviarne la durata. Anche se ciò _ pensate a quante volte abbiamo assistito a stupende rimonte di qualcuno indietro due set _ ad esempio oggi ci ha negato un bello spettacolo, visto che Davydenko ha cominciato a giocare da par suo soltanto dopo un set e mezzo. E quando il match si è fatto più interessante è finito subito. Peccato. Fossero andati al terzo set, Djokovic e Davydenko, credo che ci saremmo divertiti di più. Piuttosto, come aveva segnalato Spalluto a più riprese, Djokovic si è mangiato una bella opoortunità di arrivare secondo a fine anno scavalcando Federer. So per certo che, per quanto già multimiliardari, i bonus che derivano dai contratti pubblicitari legati a un secondo posto piuttosto che a un terzo sono assai significativi. Inoltre essere testa di serie n.2 significa certezza di evitare la n.1 prima della finale. E , a meno che uno preferisca affrontare Nadal piuttosto che Federer (magari sul duro conviene e sulla terra rossa no) , può fare la sua differenza. Spero di averti risposto esurientemente Laura

  17. paolo rogora scrive:

    Credo di poter dire che questo Master di Shanghai ha offerto davvero poco eccezzion fatta per il match epico fra Murray e Federer.
    Molti giocatori sono arrivati a questo Master in non buone condizioni fisiche:
    Federer e Del Potro, Roddick infortunatosi negli allenamenti e lo stesso Murray generoso e grande nei suoi match ma non al top come a Madrid.
    Onore a Djiokovic tornato alla vittoria dopo una seconda parte di stagione veramente opaca.
    Djiokovic comunque non ha convinto del tutto. Ha infatti perso ancora da Tsonga ( anche se a risultato acquisito per il passaggio delle semifinali) ha sofferto con Simon e nel suo girone eliminatorio ha rischiato pure con Davidenko.
    In finale finalmente il serbo si è ricordato di essere il n.3 del mondo e ha firmato con il suo nome l’albo d’oro del Master.
    Detto questo, mi trovo d’accordo con Ubaldo che la formula con gironi all’italiana non funziona e va certamente rivista.
    Il tennis rimane affascinante se viene privilegiata l’eliminazione diretta senza calcoli strategici.
    Ho letto che Murray è molto orgoglioso della sua grande prestazione elimando Federer anche se forse ha compromesso la sua semifinale.
    Il pubblico dovrebbe congratularsi con tennisti come Murray forse non ragioniori ma certamente veri giocatori.

  18. stefan scrive:

    1 volta all’anno qualche malformazione regolamentare si puo sopportare,non facciamone una tragedia sportiva…..adesso Davis e il tragico Natale senza tennis….. : (

  19. Agostino scrive:

    Mi levo in difesa del Master.
    1) Nadal non c’era: se dovesse mancare agli AO ‘09 per lo stesso infortunio, diremmo che anche gli slam sono meno importanti?
    2) La formula: di principio ci sta pure dire che il tennis è eliminazione diretta. Ma ciò come opera in deminutio di una formula diversa? Leggo l’albo d’oro del Master e non vedo tanti carneadi, agevolati da questa formula. Negli anni recenti ammetto solo Corretja come vincitore “anomalo” (e pure, in semi, Sampras l’ha battuto lui ad eliminazione diretta). Di Nalbandian, altro vincitore “anomalo” (ma anomala fu l’intera edizione del’05) sappiamo che, se è al meglio, indoor può battere tutti. Se abbiamo tanto da criticare a questa formula dobiamo anche dire che Sampras ha sempre perso almeno una partita nelle sue 5 vittorie e che gli unici dal ‘90 in poi ad avere avuto percorso netto sono stati Stich nel ‘93, Hewitt nel ‘01 e Federer ‘03, ‘04, ‘06. Forse Sampras non meritava di vincerne neanche uno?
    Il livello di una manifestazione è dato dal suo albo d’oro. Il Master ha un albo d’oro fatto per il 95% da grandissimi, quindi è un vero torneo.
    Che la formula consenta alchimie di risultati insolite è vero. Ma qui faccio una considerazione, credo, inoppugnabile.
    Se un giocatore non vuole esporsi a “biscotti”, può farlo: vinca tutte le partite e basta. Altrimenti gli ultras dell’eliminazione diretta, prima criticano la formula perché consente la vittoria ad uno che ha già perso una partita, poi si levano in sua difesa se la sua eliminazione dovesse dipendere da scarso impegno del più forte del girone nell’ultimo match.
    Guardiamo questo Master: nel girone rosso meritavano di passare Murray e Simon: chi è passato? Ed in quello oro forse non meritavano Djokovic e Davydenko? E l’anno scorso? E due anni fa? E tre anni fa in quel balordo ‘05? Mi espongo: mi trovate un incrocio che ha favorito qualcuno che non doveva passare?
    Ultima obiezione: si incontrano in finale due giocatori che hanno già giocato. Ma scusate: perché no? Se un girone è sorteggiato con giocatori più in forma dell’altro, proprio chi sostiene la regolarità dell’eliminazione diretta non può augurarsi che la finale la disputino il migliore del torneo (che lo vincerà) ed il terzo (che avrebbe perso dal secondo già battuto dal primo in girone). Mi spingo oltre: mi pare, sotto questo profilo, più regolare persino dei tornei dello slam, che mettono spesso dallo stesso lato del tabellone i migliori in semifinale (anche se il duopolio Roger-Rafa elide da qualche anno tale problema)
    3) I giocatori non si impegnano se sono già qualificati: e Murray? e Djokovic per perdere da Tsonga doveva per forza restare due ore e passa sul campo?
    4) Stepanek Simon era una partita inutile. Vero. Ma queste evenienze si producono a causa dei ritiri o del fatto che si arrivi alla terza giornata con due giocatori a zero. Nel primo caso allora ritirate il prmeio a Djokovic per gli Internazionali di quest’anno: due semifinali non giocate, non falsano altrettanto? E qualora si arrivi invece alla terza giornata con due giocatori a zero, non vedo il dramma a giocare una finalina per il terzo posto, visto che comunque non decide nulla.
    5) Sull’assenza di giornata di riposo concordo con chi l’ha segnalato. Il problema si pone anche agli Us Open. Ma il problema è generale, e riguarda quasi tutti i tornei anche senza che si verifichino sopravvenienze tipo pioggia, oscurità o deficienza della USTA (vedi Chennai quest’anno con Nadal-Moya).

    Concludo dicendo che tutto è più che regolare, ed in certi aspetti migliora persino, se chi merita di vincere, lo fa e basta, e magari senza trascinarsi alla terza ora di gioco nei gironi.
    5 titoli per Sampras, 5 per Lendl (due con la formula a gironi), 4 per Federer e 3 per Becker (2 a gironi), raccontano dunque di un torneo falso? vuoto? irregolare?

  20. angelica scrive:

    Per il mio modo di vedere un torneo, se al master in n.1 non gioca perchè infortunato, non è un master zoppo. E’ un master senza un protagonista, che comunque non lo sarebbe stata per le condizioni fisiche. Quindi forse meglio il n.9 in buone condizioni che il n.1 con le stampelle (anche per la regolarità del torneo)
    Se non si trovano le riserve perchè vogliono essere pronti per la Davis, allora forse significa che i giocatori alla Davis ci tengo eccome. eppure le critiche alla formula della Davis sono sempre le stessa e una e’ che ai giocatori non interessa. Si certo come la volpe e l’uva, non interessa finchè non sei a un passo dalla vittoria. Poi altro che se interessa.
    (visto che siamo in un paese calcistico, come la coppa italia)

    Per me il master è un torneo unico che non puo’ essere paragonato con gli Slam e trovo solo ed esclusivamente in questo torneo la formula del round robin vada bene.
    Anzi, fosse per me farei giocare un girone unico. Tutto contro tutti.
    E’ l’unico torneo dove i giocatori sono sicuri al 100% di giocare contro chi sta dal tuo “lato”. In un torneo classico al momento del sorteggio ci sono i querti teorici, le smi teoriche e la finale teorica. Quanti sono i tornei in cui ai quarti arrivano tutte e 8 le teste di serie?
    E allora quante volte si sente dire: si va bè ma se invece id tizio fosse arrivato caio allora si sarebbe stato un tabellone difficile per sempronio, invece così ha un tabellone facile facile e arriva pure riposato.
    Quante volte si sono fatti questi discorsi? Io credo ad ogni torneo. Ripeto ad ogni torneo. E allora sono tutti tornei zoppi?

    Ubaldo parliamoci chiaro, se la finale fosse stata giocata da Simon e Davidenko nessuno avrebbe detto che si erano meritati la finale (come invece sarebbe stato) avrebbero detto Nadal non c’era Federer non era al 100%, gli altri erano cotti, gli altri erano già con la testa in vacanza etc etc. una torneo rovinato da due giocatori non di carisma. (certo che devo ancora capire ’sto carisma in che modo ti fa giocare meglio. Mah!)

    Mentre se invece ci fosse stato anche il n.1 e la finale fosse stata giocata dal n.1 e n.2 con tutti gli altri in condizioni fisiche precarie per, facciamo un ipotesi, virus intestinali allora sarebbe stata una finale degna e un torneo di qualità?

    Non sei al 100%? Peccato. Hai avuto un virus intestinale proprio il giorno prima di un incontro? Peccato. Giocavi all’aperto ed ha piovuto per due giorni e non hai potuto concludere il tuo match mentre il tuo futuro avversario si è già qualificato e sta tutto tranquillo in attesa del tuo match.? Peccato. A Roma si dice ‘a chi tocca, nun s’ingrunigna’ (a chi capita non se la deve prendere)
    chi arriva in finale se lo è meritato. E secondo me, non c’è torneo zoppo, c’e’ solo l’aspettativa di tifosi, che a vedere un match dove non c’e’ il loro giocatore preferito non si divertono.

  21. Avec Double Cordage scrive:

    d’accordo in tutto con Ubaldo, la finale in due set poi è la ciliegina sulla torta… si fa tanto parlare di torneo dove ci sono solo i migliori 8 e qua e la e poi il primo disposto a parteciparvi è il numero 26 Stepanek che si presenta in versione “Filini e Fantozzi” … il masters in questo modo non è credibile e più che una masters cup ispira una masters card

    sarei tentato a non scrivere altro, ma tant è ;)
    facciamo giocare i migliori 16 con eliminazione diretta e al meglio dei 5 set (repetita juvant)

    ma anche tutto il calendario andrebbe cambiato per massimizzare l’appeal del tennis, il problema è il solito conflitto d’interesse di ATP e ITF. L’ATP che allo stesso tempo funge da sindacato dedito a proteggere i giocatori (in primo luogo i pochi al vertice visto che sono i più potenti con più soldi e tutto quello che ne consegue) e da organizzatore di tornei e circuito, i problemi si sono gia visti e rivisti nella storia anti doping e in quella delle scommesse e delle partite truccate. Ma anche l’ITF è in una posizione simile stabilendo le regole del gioco e organizzando anche essa tornei in un certo verso (gli slam, la coppa davis e anche i tornei della categoria di base) la differenza è che mentre l’ATP in un certo verso e gestita in modo professionale e quindi meritocratico con una seppur lieve speranza che degli errori non vadano ripetuti e che le cose con il passare del tempo vengano migliorate e modernizzate l’ITF invece è ferma come un blocco di granito immobilitata dalla sua struttura basata sul dilettantismo

    le cose miglioreranno solo quando le competenze verranno separate e l’ATP penserà solo a difendere gli interessi dei giocatori ma non ad organizzare tornei, l’ITF solo a conservare l’integrità del gioco valutando le proposte innovative senza provare ad orgnaizzare tornei. Ad orgnaizzare il circuito di vertice dovrebbe pensarci un professionista dedito solo a quello, controllato e bacchettato da ATP e ITF per le loro rispettive competenze (diritti dei giocatori e regolamenti) e da un ulteriore ente dedito solo al controllo anti doping, con una ideale separazione dei poteri, l’incarico di controllo anti-doping e scommesse-insider potrebbe anche essere preso dalla ITF ma fino a che essa ha le mani in pasta con l’organizzazione dei tornei e la gestione dei soldi di sponsor e TV essa non è credibile. ATP e ITF dovrebbero essere pagate alla luce del sole per i loro compiti da chi organizza il circuito di vertice, e solo da esso rimanendo indipendenti da sponsor e media.

    una cosa simile anche se in un modo corrotto accade nella formula uno, con Ecclestone che pensa al circuito e allo spettacolo proponendo innovazioni alla federazione automobilistica FISA che stabilisce i regolamenti mentre la FOCA come associazione dei costruttori assieme all’associazione dei piloti pensano a tutelare i loro interessi di sicurezza e soldi

    ora come ora il numero uno viene stabilito in base ad una moltitudine di tornei, nel tennis femminile questo può anche avere una certa valenza tecnica siccome i tornei dello slam (gli unici che valgono veramente) vengono giocati secondo lo stesso metodo di 2 set su 3 come tutti gli altri tornei, ma in verità il numero uno per giocatori e appassionati è colui che primeggia nei tornei dello slam, da qui l’anomalia della Jankovic numero uno senza vittoria nello slam. Nel tennis maschile si aggiunge anche la componente tecnica, essendo i tornei dello slam giocati in una formula diversa dal resto dei tornei, al meglio dei 5 set invece che al meglio dei 3 set.

    I tornei minori dovrebbero fungere solo come rampa di lancio e fonte di guadagno per i giocatori nelle retrovie mentre non dovrebbero poter influire per i punteggi di vertice, in questo senso il fatto che Djokovic possa conquistare la posizione di numero 2 (forse nemmeno immeritata anche se Federer nei slam ha fatto meglio di lui) partecipando ad un challenger è emblematica (considerando che contano solo i migliori 18 risultati e Djokovic ha un 15 punti dal torneo di Marsiglia http://www.atptennis.com/3/en/players/playerprofiles/pointsbreakdown.asp?player=D643 che potrebbe migliorare in un challenger la possibilità ci sarebbe, ma dopo le varie malefatte della stagione, facendolo potrebbe definitivamente aggiudicarsi il titolo di antipaticone)

    andrebbe quindi creata una specie di formula 1 del tennis, aggiungendo ai 4 slam altri 3 tornei dello stesso calibro tecnico, ovvero tornei di due settimane al meglio dei 5 set con tabelloni di 128 giocatori, in più un masters di fine anno con i migliori 16 al meglio dei 5 set, il resto della stagione dovrebbe essere dedicato dai giocatori di vertice esclusivamente alla Coppa Davis anche essa al meglio dei 5 set, i punti in ballo in queste 9 competizioni dovrebbero essere nettamente più alti del resto dei tornei, che per i big dovrebbero apparire in senso di punteggi come dei challanger, equiparando quindi la valenza che hanno per loro in senso “affettivo”. Di queste 9 competizioni solo il masters è limitato ai migliori mentre negli altri 7 tornei più Coppa Davis tutti possono fare punti importanti, garantendo quindi una certa “osmosi” nella classifica.

    il calendario sarebbe comunque lungo (garantendo un highlight al mese per gli appassionati) ma molto meno logorante perché i primi tre turni della coppa davis richiedono solo tre giorni lasciando il resto del mese libero per i top players, che sono quelli che giocano più partite nei mesi dei tornei major

    il calendario ideale per giocatori e appassionati secondo me quindi sarebbe simile al seguente

    Gennaio - AUSTRALIAN OPEN
    Febbraio - DAVIS CUP first round matches
    Marzo - ASIAN or SOUTH AMERICAN - major 2 weeks long combined tournament
    Aprile - DAVIS CUP second round matches
    Maggio - MADRID - major 2 weeks long combined tournament
    Giogno - Roland Garros
    Luglio - Wimbledon
    Agosto - US Open
    Settembre - DAVIS CUP third round matches and play offs
    Ottobre - INDOOR - major 2 weeks long combined tournament
    Novembre - MASTERS CUP - a 1 week long tournament starting from the round of 16
    Dicembre - DAVIS CUP final week with 4 teams

    con il Masters giocato nella prima metà di novembre e la finale di coppa davis a 4 squadre giocata a cavallo tra Novembre e Dicembre lasciando un mese e mezzo di pausa invernale per i big

    a soffrirne ovviamente sarebbero i tornei master series degradati a tornei tipo New Haven o Poertschach con tabelloni composti prevalentemente da giocatori oltre la 40esima posizione più il Davydenko di turno, ma in compenso in quelle sedi si potrebbero organizzare con maggiore frequenza gli incontri di Coppa Davis con world group a 32 squadre, che ovviamente dando molti punti in classifica avrebbero un valore completamente diverso da quello attuale, in più i giocatori intorno alla posizione 60 e anche quelli delle retrovie ci guadagnerebbero in esposizione e potrebbero vincere di più e potrebbero in questo senso approfittare di un effetto “Del Potro” che quest anno ha vinto 4 tornei di questa categoria guadagnandoci in esposizione mediatica e confidenza rendendolo capace di battersi degnamente anche con i migliori

  22. Giovanni da Roussillon scrive:

    Gentile e caro il nostro Ubaldo Scanagatta
    La ringrazio di aver fornito le sue precisazioni e replico.

    Premetto che l’oggetto rimane la proposizione “Poco credibile questa Masters Cup”, in calce al pezzo, alla quale fa seguire cinque argomenti a sostegno, designati “handicap”.
    Premesso altresì che nel contraddittorio, preferisco non aggiungere troppi elementi nuovi (ve ne sarebbero più d’uno, ma tant’è); il contesto non si presta, e correremmo il rischio di disperderci con scarse posibilità di sintesi conclusive. Mi attengo allora all’essenziale, all’interno del perimetro da lei già tracciato.

    1. Capisco dunque che l’assenza di Nadal, pur seguendo immediatamente la tesi, con questa non ha nesso con la discussione (un po’ ingannevole rispetto al titolo, o viceversa), come il sapere in quale gruppo stiano o sarebbero stati i probabili vincitori.
    2. Visto che abbiamo assistito fino a ieri a “tre bei match sui ventisei”, in realtà 14, ovvero oltre un quinto, statisticamente ben più - in proporzione - di quanto offra al solito un draw128, e visto altresì che tra questi tre figura una chicca sufficiente a giustificare l’organizzazione dell’evento (conta per me la prestazione dei contendenti, non il prestigio della cornice di disputa, né il formato tanto esecrato della rassegna): non capisco in cosa consista il danno recato dal secondo “handicap”.
    3. Se il problema della sostituzione degli infortunati è accentuata dal calendario, è questo da incriminare.
    4. Giocare due incontri consecutivi nello spazio di altrettanti giorni accade in ogni torneo 2/3 ad eliminazione da sempre (lo decide il caso affidato al sorteggio) non significa apprezzare il fatto, piuttosto è la prova che certe cose accadono indipendentemente dal formato, dai turni RR (2/3), e non sono riconducibili alla Masters Cup, come lo dimostra l’esempio che ho portato ieri con Gasquet ai quarti ed alle semi di Wimbledon 2007 (3/5!), torneo senza traccia di gironi RR.
    5. Lei “accetta” chi sta a casa per prepararsi ad altra competizione, ma al tempo condanna l’attore, che a suo proprio danno (convengo, troppo troppo piccolo, non però nel caso di assegnazione dei punti con criterio avveduto: purtroppo qui non è la sede per discuterne), decide liberamente altro rispetto alle aspettative del pubblico.

    Come vede, gentile e caro Ubaldo Scanagatta, è molto difficile darle ragione nella fattispecie, quantomeno fintantoché il titolo del pezzo non è sposato dal contenuto. Concludo ringraziandola, perché, da partecipante appassionato e non allevato del suo blog, attingo molto volentieri e frequentemente alla sua fonte, a cui ricorro insieme ad altre per formare le mie proprie idee e talvolta convinzioni, con bella possibilità di confronto.

    Nel rispetto immutato.

  23. siglomane scrive:

    Condivido al 100% quanto scritto da Ubaldo.
    Si torni subito all’eliminazione diretta con un tabellone da 16 e match 3 su 5. Questo sì sarebbe un vero Masters, anche perché, selezionando i Top 16, sarebbero molti di più i giocatori che avrebbero stimoli importanti nei tornei di fine anno… Ottavi - Quarti - Semifinali - Finale con 1 giorno di riposo per tutti tra un turno e l’altro. Una formula tanto semplice e naturale… Possibile che sia così difficile metterla in pratica? Oltretutto il minor numero di partite totali sarebbe compensato dal fascino di scontri 3 su 5… Ah, allora sì che sarebbe il quasi-Slam che era per alcuni aspetti negli anni ‘70 e per altri aspetti negli anni ‘80…

  24. Andrea scrive:

    I post di Agostino ed Angelica sono da incorniciare, l’appunto sulla scandalosa sostituzione di Roddick con Stepanek è semplicemente ridicolo, in quanto quest’anno a Roma si è pianto miseria sul fatto che non sono state giocate due semifinali e si è detto addirittura di tenere giocatori di riserva per queste evenienze(mi pare proprio da Scanagatta) per accontentare pubblico e televisioni. Però succede al masters e si dice che la formula è sbagliata che ci sono partite che non contano ecc.ecc.
    Poi si potrà discutere del posto o altre cose giuste a riguardo dei giorni di riposo(un problema che si potrebbe risolvere definitivamente nei tornei indoor), o il fatto di far giocare di nuovo la finale al meglio dei cinque set(cosa che preferirei).
    Tutti gli altri discorsi vanno bene per gli integralisti alla Tommasi che vedono il mondo immobile e che vorrebbero in finale sempre il nr.1 con il nr.2 per preservare il “prestigio” e la “validità tecnica” del torneo…
    A Davydenko consiglio un trapianto di capelli e una capigliatura punk forse dopo si accorgerebbero che “il senza talento russo” è 4 anni che è nei primi 5 del mondo…E’ confermarsi per uno senza talento dovrebbe essere dura (schuttler durò un anno)

  25. pibla scrive:

    A mio avviso il Master così concepito ha pochissimo senso e ancora meno valenza tecnica.
    Due potrebbero essere le formule per ridare interesse alla manifestazione:
    1) Unire uomini e donne e giocare quarti semi e finale, con i migliori otto, gli uomini ovviamente tre su cinque;
    2) Convocare i migliori sedici, che sono comunque tutti fior di giocatori e giocare ottavi, quarti, semi e finale tutto ad eliminazione diretta e due su tre, con finale tre su cinque.
    Così come è non va e poi quest’anno nemmeno la finale tre su cinque, un disastro…
    Un saluto a tutti, ora per noi appassionati il periodo più duro dell’anno, ma, pensandoci bene, l’Australia non è poi così lontana…

  26. Nik85 scrive:

    Si stanno mischiando le carte col rischio di perdere di vista il problema principale. Il problema della formula non riguarda gli infortuni, il fatto che si giochi ogni giorno (che pure è sbagliato ma accade in tutti i master), nè la qualità degli incontri. Djokovic è un degno vincitore del master.
    Ma non è questo il nodo fondamentale. Ciò che contesto è una formula che consente di vincere un torneo pur perdendo una o addirittura (!) due partite, consente incastri in terzo incontro che si prestano ad inciuci stile calcistico, consente situazioni di classifica talmente ingarbugliate da dover contare come uno statistico i set vinti per stabilire chi passa il girone, consente che un giocatore incontri due volte l’avversario, vincano una volta a testa a distanza di due giorni e pure il vincitore del torneo è l’altro. Sono situazioni incompatibili con lo spirito del tennis, in cui il campione è colui che vince tutte le partite senza bisogno di una consulenza contabile. Si gioca per vincere sempre punto e basta.
    Strano davvero non essere tutti concordi su questo punto.

  27. tilden scrive:

    Ovviamente sottoscrivo al 100% quello che hanno detto “Roussillon” ed Angelica. Ubaldo si fa un po’ trascinare dall’ ovvio e dalla scontato, una presa di posizione conformista non da lui che pure é un centenario di Slam..

  28. Avec Double Cordage scrive:

    Nik85 io concordo al 100% e mi meraviglio anche io che si discuta dell’ovvio, si vede che l’ATP è riuscita nel sua apparente intento del far passare una strategia di business egoistica come qualcosa di utile alla comunità degli appassionati, sia ciò per merito loro o demirito nostro… ad ogni modo ben vengano le opinioni contrarie, specialmente se cosi ben argomentate come in questo caso, bisogna però aggiungere che qui gli “obbedienti” sono una sparuta minoranza

  29. Agostino scrive:

    @NIk85
    Ribadisco: Sampras non meritava di vincere neanche un Master? Non vale neanche dire “ma se avesse saputo che era ad eliminazione diretta quelle partite non le avrebbe perse…” perché sa di mio nonno che se ne aveva cinque era un flipper..
    Una formula è sbagliata quando non è in grado di riflettere i valori. Al Master vincono sempre fortissimi giocatori. La formula è “esteticamente” meno apprezzabile, ma resta in grado di rappresentare gli effettivi valori.
    Piuttosto non mi piace il titolo di campione del mondo col quale da stampa pressapochista viene definito il vincitore.
    Se tornassimo alla formula quarti-semi-finale, aumenterebbero le defezioni (uno viene a shanghai per giocare una sola partita?); se aumentassimo il tabellone a 16, non convocheremmo Stepanek per i rimpiazzi, ma Volandri.
    Insomma: la formula consente di vedere Federer giocarsela da zoppo alla morte con Murray (cosa che l’eliminazione diretta non avrebbe mai consentito); consente di vedere un giocatore come Tsonga in campo per tre partite che è sempre uno spettacolo foss’anche solo per il folklore; consente a Djokovic (non certo pizza e fichi) di vincere su Davydenko (che è lì da quattro anni, coetaneo di Federer, si vede che non è un problema anagrafico quello dello svizzero).
    Le cose miglioreranno a Londra per la diversa considerazione che daranno i giocatori al torneo. Poi, se l’Atp multasse i numeri 10, 11 e 12 che non si sono resi disponibili, non farebbe male, ma questo non dipende certo dalla formula

  30. Agatone scrive:

    Certo che Murray-Federer è stato un grande match, e non è stato male anche Federer-Simon….

    Citando Ubaldo.
    E sono perfettamente d’accordo. Le partite migliori sono con lo svizzero in campo. Perché è l’unico che gioca in modo vario, insieme a Stepanek e Tsonga che però non sono stati competitivi in questo master. Gli altri se le danno di santa ragione da fondo e le poche volte che cambiano strategia fanno qualche disastro, se si pensa alla finale di ieri.
    Anche Murray che pure potrebbe giocare meno difensivamente spera molto (troppo) nella sua capacità difensiva.

    Più coraggio, please! Che se no non mi diverto.

    spero che in futuro sia allenata molto di più la capacità di variare i ritmi e i modi di giocare…. Ma la speranza temo sia vana

  31. Nik85 scrive:

    @ Agostino Non concordo. Secondo te se Djokovic avesse saputo di uscire perdendo con tsonga avrebbe giocato a quel modo? Secondo te se Federer avesse saputo di uscire perdendo con Simon non avrebbe lottato come ha fatto con Murray? E’ evidente che si. Permettimi, ma sei tu che non hai le controprove di ciò che affermi. Come fai a dire che in un torneo ad eliminazione diretta non si presenterebbe nessuno? e allora in tutti gli altri tornei master come funziona? Non trovo il nesso logico.
    Il problema non è il fatto che abbiano vinto i più forti, e tuttavia non è detto che debbano vincere necessariamente i favoriti nel tennis. Se Sampras o Federer arrivano scarichi al master, perdono la prima partita e vanno a casa, sarebbe nella logica del tennis. E’ l’evento nel complesso che non funziona.
    Ti faccio un esempio: un giocatore passa il girone con una sola partita vinta, poi vince il torneo. Guadagnerebbe 550 punti atp. Un altro vince tutte le partite del suo girone e perde in finale con il primo, guadagnerebbe 500 punti atp. In pratica uno perde due partite, eppure vince il torneo, un altro ne perde una sola (e magari nel girone batte anche il futuro “campione”!), e non vince il torneo. Vincitore e perdente guadagnano press’a poco gli stessi punti. Un assoluto non senso, dal punto di vista sportivo. Per non parlare dei ripescati. Il problema non è solo che si presenti stepanek, ma che stepanek “erediti” la posizione nel girone di un altro. Ha del comico questa cosa. Se nessuno vuole venire al master, prima (ribadisco: prima) che inizi l’evento, bene. Giocheranno gli altri. Accadrebbe lo stesso se nessuno dei piu forti volesse giocare l’australian open per paura dell’aereo. Ma non è della qualità del torneo a priori che si discute, ma della formula usata durante l’evento!
    Suvvia ragazzi, non discuto le vostre capacità eristiche nè il fascino di assumere la posizione di avvocati del diavolo (cosa che a me garba molto!), però, in modo franco, questo master appare manifestamente indifendibile.

  32. Roberto Commentucci scrive:

    Se si guarda l’albo d’oro del Master, si può concludere che la credibilità tecnica della competizione non è praticamente mai venuta meno. Ha (quasi) sempre vinto il più forte.

    Ciò detto, quello che del round robin non convince a mio avviso è che la formula a gironi si presta inevitabilmente a polemiche e speculazioni dietrologiche dannose per l’immagine di questo sport: del resto, lo stesso problema si è avuto quando De Villiers tentò di importare il round robin nei tabelloni dei tornei Atp.

    Ricordo a tale proposito la madre di tutte le polemiche, in una lontana edizione del master a New York, durante un match della fase eliminatoria fra Jimmy Connors e un giovane Lendl, a cui conveniva perdere per evitare di incontrare Borg nella semifinale. A un certo punto Connors, furibondo per l’evidente inconsistenza agonistica di Lendl, che non aveva nessuna intenzione di vincere, gli gridò un tonante “chicken!” (pollo) e chiuse rabbiosamente la partita. Alla fine Connors fu sconfitto da Borg in semi, mentre Lendl arrivò, se non sbaglio, in finale, tra mille polemiche.

    Ecco, questo inquinamento del clima che la formula a gironi inevitabilmente crea è a mio avviso un motivo sufficiente per tornare all’eliminazione diretta.

    Peraltro, la credibilità tecnica delle competizioni non è messa a repentaglio solo dalla formula a gironi. essa può essere pregiudicata anche se il calendario delle gare consente una discrepanza fra i tempi di recupero concessi ai giocatori. Di fatto, ciò che ha consegnato questo Master a Djokovic è stato il calendario delle gare, che ha privato Murray di un giorno di riposo dopo la faticaccia del match con Federer.
    E da questo punto di vista, non solo il master, ma anche lo US Open, ad esempio, con il suo “super saturday” non è sempre garanzia di credibilità tecnica, nel caso le due semifinali abbiano una durata molto diversa: un match 3 su cinque può durare 2 ore come 4, e senza un giorno di recupero è dura avere parità di condizioni il giorno successivo.

    In conclusione, io sono d’accordo con Tommasi: la miglior formula possibile per il Master è un torneo ad eliminazione diretta, con i migliori otto giocatori, tabellone allineato dai quarti di finale, combined event WTA e ATP, tutti match 3 set su 5 e un giorno di riposo fra una partita e l’altra, alternando la gara maschile e quella femminile.

  33. Avec Double Cordage scrive:

    Roberto concordo in tutto ma perché solo 8 giocatori?
    Giocherebbero solo 3 giorni, tipo 4 partite lunedi, 2 partite mercoledi, e la finale si potrebbe giocare praticamente già il venerdi, o volendola giocare di domenica si potrebbe iniziare mercoledi o martedi distribuendo i quarti a 2 partite ciascuna martedi e mercoledi.

    invece con 16 giocatori con un solo turno in più sarebbe garantita la presenza di tutti quelli capaci di vincere, anche i Nalbandian della situazione, dando maggiore valenza tecnica al torneo e toccerebbe giocare solo una partita in più ad ogni giocatore ma noi ne vedremmo ben 8 in più, tutte di elevata caratura tipo primi turni con Federer-Monfils o Tsonga-Nalbandian e tutte 3 set su 5

    con 16 giocatori si potrebbe fare cosi

    sabato: doppio e torneo femminile
    domanica: 4 PARTITE DEGLI OTTAVI (3 set su 5)
    lunedi: rimanenti 4 PARTITE DEGLI OTTAVI (3 set su 5)
    martedi: doppio e torneo femminile
    mercoledi: 4 PARTITE DEI QUARTI (3 set su 5)
    giovedi: doppio e torneo femminile
    vederdi: le 2 SEMIFINALI MASCHILI (3 set su 5)
    sabato: semifinali femminili [2 set su 3] e finali del doppio
    domenica: FINALE MASCHILE e femminile

  34. angelica scrive:

    la wta e’ meglio che stia per conto suo. Altrimenti gia’ ha poco spazio cosi’ figuriamoci in un combined.

    E poi non si puo’ paragonare ilround-robin del master con quello che ha provato a fare ‘Topolino’. Proprio perchè il master deve avere carattere di unicità.
    A me piace vedere le più forti e i più forti battersi fra di loro.
    Così magari qualcuno deve pure abbozzare quando si dice tizio è più forte di caio e non ha vinto solo perchè stava dalla parte più debole del tabellone.

    Agostino ha espresso in maniera cristallina il perchè il master è un torneo credibile tecnicamente.

  35. Juan Matus scrive:

    Vediamo l’eliminazione diretta per tutto l’anno, in ogni torneo. Perché non gustarsi anche quello che altrimenti sarebbe impossibile vedere? Penso invece che il torneo dovrebbe comprendere tutti i top ten, che dovrebbe essere programmato su due settimane e che gli incontri dovrebbero essere tutti in cinque set. Il vero tennis è in cinque set, non in tre.

  36. Ros scrive:

    Io concordo sull’eliminazione diretta, uno dei maggiori pregi del tennis, per quanto mi riguarda.
    Ma i due set su tre no.
    E nemmeno i 16 giocatori, verrebbe un pò meno l’eccezionalità dell’evento a mio avviso.
    Gli 8 giocatori devono rimanere tali,secondo me, non sono contraria al combined con il Master femminile, quindi a giorni alternati.

    Il tennis 3 su 5 è davvero un altro sport, ed è lo sport dei più forti, che lo gestiscono al meglio, che sanno tenere un alto livello di gioco per più tempo.

    In questo caso per come la vedo io sarebbe più credibile, perchè eliminazione diretta 2 su 3 per me lo è solo il 40% delle volte.

  37. Agostino scrive:

    @ Nik85
    Non ho le controprove, è vero, ma perché tu hai le prove? Io sto difendendo una formula che i suoi effetti li produce, visibilmente. Sta a te che propugni un cambiamento provare: non potendolo fare (non puoi provare che una formula sia migliore sino a che questa non si applichi), auspichi e vaticini, come faccio anche io nel caso si vada ad eliminazione diretta. L’unica “irregolarità” è che un girone riposa un giorno, un altro no prima delle semifinali. E’ un errore, vedi US Open, ma non attiene alla formula, bensì al calendario che può essere organizzato diversamente.
    Djokovic… ma riflettiamo: avesse battuto Tsonga oggi sarebbe numero 2, in Australia potrebbe non dover battere Federer + Nadal per il titolo, avrebbe 50 punti in più e 100.000$ per regalare un bel brillocco a Jelena: e tu pensi che, malgrado ciò, resti in campo due ore e passa allo scopo di perdere contro Tsonga? Che poi lo ha battuto negli ultimi due confronti…
    L’aver introdotto punteggi e cospicui premi da qualche anno a questa parte rende utile una vittoria, anche senza la possibilità di accedere alle semi: in termini di ranking quanto un quarto in un torneo 300 ed economicamente quanto una semifinale in un MS. L’impegno c’è, fino alla fine.

    E’ solo una forma di purismo quella che induce a rifiutare questa formula. A mio parere falsano i tornei tanti altri fattori: teste di serie date solo in base al ranking, giocatori che si ritirano perché pensano al più importante torneo successivo ecc. ecc.
    Né vale citare gli esempi dei tornei 2007 col Round Robin a tre: lì davvero può succedere qualsiasi incrocio vista la scarsa posta in palio, il palcoscenico minore e i possibili intrecci (a 3 ben più frequanti che a 4)

    Insomma, per me, un torneo di tennis, resta regolare quando il campo è lungo 23,77, gli arbitri sono imparziali e chi è più forte vince. Il più forte di questo torneo si chiamava Novak Djokovic.
    Con mio elevato dispiacere

  38. Agostino scrive:

    @ Roberto
    Una risposta che sa più di domanda
    Per ragioni anagrafiche non c’ero nel 1980… ma giusto per essere oltranzista, stando al sito Atp Lendl perse da Connors il suo primo incontro. Ora si sa che era un gran calcolatore, ma che riuscisse a prevedere che Borg sarebbe arrivato secondo nel suo girone e che lui avrebbe vinto gli altri due incontri, per giocare contro tale Gene Mayer la semi, non è eccessivo?

  39. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Agostino, io purtroppo avevo ben 15 anni nel lontano 1980…
    …ma ricordo piuttosto bene la vicenda. Ho però fatto un piccolo controllo.
    Credo che l’ordine nel quale il sito Atp riporta l’ordine degli incontri di round robin del Master 1980 (che fu giocato a gennaio 1981, poiché all’epoca l’Aus Open era l’ultimo Slam dell’anno) non sia quello cronologico. Il match fra Connors e Lendl era l’ultimo del girone, non il primo.

    Ho poi trovato un vecchio articolo dello Herald Tribune che racconta l’episodio del “chicken” come te lo ho raccontato. Te lo linko:

    http://www.iht.com/articles/1991/11/16/lend.php

  40. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Qualche giorno fa avevo scritto che tutto sommato Tommasi non aveva completamente ragione, perchè era la qualità dei giocatori, e non la formula, a rendere buono o meno buono il toneo.
    Beh, avevo torto.
    Quest’anno la formula ha collassato. Non tanto perchè in ciascun gruppo non sia andato avanti chi meritava (in effetti, meritavano i quattro che sono finiti in seminale), ma perchè poi l’atteggiamento agonistico/sportivo, nella terza partita del round-robin, dei due già qualificati (Murray e Djokovic) ha condizionato pesantemente il prosieguo del torneo, premiando il più furbo dei due, e penalizzando il pollo.
    Per quanto riguarda la finale due su tre, bisogna stare attenti a non andare un momento in bagno, perchè quando si esce, potrebbe essere già finita. Una pena.
    Quindi, aveva ragione Tommasi: quarti, tutte tre su cinque. Non c’è verso.
    Piuttosto, mi pare che piazzare tanti torneoni a fine anno è del tutto inutile, e soprattutto è sgradito ai protagonisti, e provoca infortuni.
    Mi pare che dopo Settembre, la stagione sia già finita.
    A Madrid, insomma, per il loro torneo, mi pare proprio che abbiano visto giusto.

  41. Giovanni da Roussillon scrive:

    Peccato che a nessuno degli aventi competenza non venga in mente qualcosa di diverso, qualche novità nella costellazione di eventi consunti dal tempo. La riduzione dell’effettivo di tornei “classici”, l’introduzione di sfide individuali lasciate a libera scelta dagli attori, di tornei all’italiana 3/5 lungo tre settimane (tra avversari il cui scarto di livello sia accettabile!), e via via mi piacerebbero di molto. Già Darvin riconosce nella varietà maggiori opportunità di evolvere.
    Un occhio andrebbe pure gettato al modo di distribuire i punti, oggi troppo dipendente dal prestigio (ma cos’è?) dell’avvenimento e del turno e troppo poco dal valore dei contendenti singoli.
    Il punteggio ELO R1, che calcolo dall’US Open 2008 (Ro fondato inizialmente sui valori di Ranking ATP ante quel torneo di Grand Slam), condurrebbe oggi alla configurazione:
    6435 Nadal
    4963 Federer
    4078 Djokovic
    2863 Murray
    2408 Davydenko
    2229 Nalbandian
    2110 Tsonga
    1905 Simon
    1827 Del Potro
    1772 Ferrer
    A meno di ritrovare un Roger Federer 2006, i divari andrebbero progressivamente riducendosi.

  42. federico scrive:

    Penso che la soluzione proposta per ultima non possa essere accettata per il fatto che non converrebbe, economicamente, giocare 7 partite anzichè 15. Dunque bisognerebbe chiamare almeno i primi 16 giocatori e partire dagli ottavi. Sarebbe bello.
    Il fatto che si giochi a fine anno è irrinunciabile, altrimenti sarebbe impensabile fare una classifica obiettiva. Sarebbe necessario eliminare qualche MS. Però dato che tutti si lamentano di questa programmazione stile StaKanov, io direi anche che nessuno obbliga a giocare tutti i tornei, neppure i Ms. Se Nadal e altri si infortunano…che giochino un pò meno!
    I soldi contano. Ovunque.

  43. over scrive:

    Per come stanno le cose nel tennis,mi pare logico concordare con lo Scannagatta,anche se molte obiezioni dei suoi rivali son da considerare.Il fatto grave,nel tennis,è che,come qualcuno ha fatto notare,la stagione vera finisce ad inizio settembre a New York.Non esiste sport dove si potrebbero fare ben quattro mesi di vacanza,chè.tanto,i tornei d’autunno potresti benissimo non giocarli,se sei tra i più forti,se non ne fossi obbligato.Anche perchè il master finale non incorona affatto il Migliore,che resta chi è primo nella classifica.
    D’altronde,dal punto di vista della definizione in punti dei risultati,il tennis è veramente il più incredibile degli sport.Non esiste infatti altro sport dove il numero uno sia definito con una classifica che tien conto dei risultati ottenuti un anno prima ,dando molto spesso la possibilità ai giocatori(non soltanto al primo del ranking)di vivere per mesi di eredità.Un’eredità ben guadagnata,certo,ma ormai superata da nuovi eventi.Un esempio per tutti?Federer:era chiaro a tutti sin dalla primavera che lo svizzero quest’anno non era più il più forte,eppure è rimasto al primo posto fino a metà agosto.Ed è soltanto grazie a risultati eccezionali(e,forse,irripetibili) che Nadal lo ha scalzato,chè,sennò,lo svizzero sarebbe forse ancora oggi il numero uno.
    Una caratteristica precipua del tennis è l’eliminazione diretta.Non nego che ciò sia molto affascinante;tuttavia credo che sia almeno da considerare l’iter di valutazione di quegli sport,cioè moltissimi ed importanti,che classificano,anno per anno,il migliore,in base ad un punteggio annuale,che viene azzerato ad ogni inizio di stagione.
    E’ tradizione del tennis,ma ciò non significa che sia davvero la soluzione migliore,che chi perde esca.Perchè è anche innegabile che non soltanto le donne han le loro giornate storte e che infortuni e tabelloni più o meno fortunati possono falsare notevolmente il risultato di un torneo.
    Mi pare perciò evidente che il modo matematicamente e razionalmente più giusto per assegnare il titolo di campione dell’anno sia proprio un bel girone all’italiana,come avviene ad esempio nel calcio o nella pallacanestro.
    Bestemmia!!! Certamente.Provocazione…Va bene.Ma qualche dubbio,amici appassionati,sulle vostre certezze che derivano dalla tradizione(una volta,in banca ,si diceva:”ma abbiam sempre fatto cosi!..”)non vi vien mai?
    Naturalmente nessuna formula è perfetta;certo è che un campionato a girone non consente manifestazioni inutili come quella di Shangai e neppure,ammettiamolo,altre affascinanti come i Grandi tornei.
    Io non lo propongo…però…La virtù sta nel mezzo.

  44. Nik85 scrive:

    @Agostino
    Perdonami se insisto, ma le prove te le ho fornite nel precedente post. Ho provato ad indicarti gli effetti dannosi che la formula produce visibilmente, e mi conforta, ad esempio, che Marcelus Edberg Wallace che prima la sosteneva si sia ricreduto. Io non congetturo, mi limito a commentare ciò che è realmente successo a questo master e le falle del sistema RR. E non servirebbe dimostrare che l’eliminazione diretta è il sistema migliore, essendo quello utilizzato da sempre nel tennis per tutto l’anno!
    Sul fatto che abbia vinto chi meritava già l’ho detto, e concordo. Sul fatto che djokovic avrebbe sputato il sangue nel terzo set con tsonga per qualche migliaia di euro, francamente no.

  45. Lucabigon scrive:

    A mio parere, la soluzione proposta da Tommasi (quarti di finale, 3 su 5 ed evento insieme alla WTA) è la migliore possibile.

  46. Agostino scrive:

    Grazie Roberto e Nik…
    ma che ci volete fare: resto della mia idea. Al di là delle motivazioni che mi sembrava di aver reso, (che non mi sembrano smontate, semplicemente non condivise), credo anche che in un torneo con i migliori 8 del mondo si meriti di vederli almeno in due partite al massimo dell’impegno, se non in tre.
    A dire il vero se si cambia il Master non mi crolla il mondo.
    Sono altri i problemi di questo tennis che mi preoccupano

  47. zio tony scrive:

    Quoto Agostino al 1000%…io mi spingo oltre: x una volta all’anno ci può stare un bel round robin, meglio ancora un tutti contro tutti.
    La formula attuale va solo corretta parificando i tempi di riposo infraturno (è quella l’anomalia più grave), rendendo il torneo intinerante, variando sedi e superfici affinché tutti possano godere di questo grandissimo spettacolo…accettabile anche il due su tre specie se gradito ai giocatori (alle tv mi sembra vada già bene così)…Infine invito tutti a riguardare con occhio piú sereno la partita djoko-tsonga, é stato un bellissimo match con un tsonga che rompendo gli indugi dopo aver beccato un tremendo 6-1 da un ottimo nole ha lasciato andare il braccio a full risk facendo dei numeri da altro mondo…ha lasciato a bocca aperta me figuriamoci chi ce l’aveva di fronte convinto di averlo già nel sacco…quante volte succede nel tennis? é un classico, come il contropiede nel calcio…

  48. Avec Double Cordage scrive:

    concordo con Federico, un masters ad eliminazione diretta con solo 8 giocatori non solo è uno spreco anche miope ma non è nemmeno realisitco perché le partite sarebbero troppo poche per garantire visibilità agli sponsor, c’è poco da fare la formula migliore è quella con 16 giocatori come venne adottata a Flushing Meadows ai tempi di McEnroe e Lendl

    ad ogni modo il problema principale è il calendario che costringe i giocatori a giocare troppi tornei dei quali gliene frega relativamente poco arrivando rotti alla fine dell’anno, sarebbe molto più sensato organizzare altri tre tornei tipo quelli del grande slam che diano gli stessi punti degli slam sostituendo i master series in questo, cosi Nadal invece di giocare 6 settimane di fila sulla terra rossa si concentrebbe su Parigi e l’altro major sulla terra battuta, ad esempio un Madrid a due settimane e non si sfracassa ma arriva riposato e pronto anche agli altri appuntamenti, Coppa Davis inclusa, la quale praticamente sostituirebbe i Master Series

    stessa cosa vale anche per gli altri giocatori di punta, diciamo i primi 15 o 20 o anche 30 ovvero quelli che regolamente arrivano alla seconda settimana dei majors, cosi i migliori al masters arrivano preparati e non troppo stanchi ma ansiosi di vincere come i Becker, Sampras, Edberg e Stich negli anni 90

    i giocatori con ranking intorno al 50 o più basso invece giocherebbero i tornei minori ma essendoci 7 majors con tabellone a 128 giocatori avrebbero anche molte possibilità di scontrarsi con i migliori e in questo modo progredire anche loro, stessa cosa in una Coppa Davis a 32 squadre che dia punti pesanti

    a fine degli anni 80 una cosa simile si era già provata ad avviarla con il torneo di Key Biscaine che aveva un numero di partecipanti molto grande e si giocava anche 3su5 nelle fasi finali e durava anche due settimane, mi ricordo una semifinale Muster-Noah lottatissima, il problema era che quello era l’unico torneo di questo tipo mentre per formare un circuito d’elite assieme ai 4 slam ci vogliono altri 3 tornei di quella caratura, 4 se ci mettiamo pure il masters, altrimenti per garantirisi la classifica un giocatore di vertice è dinuovo costretto a giocare quasi ogni settimana, che sinceramente è anche troppo per noi appassionati e crea una certa inflazione e mancanza di tensione e aspettativa come invece accade per gli slam

  49. Avec Double Cordage scrive:

    questo permetterebbe anche di risolvere il problema dei troppi cambi di superficie, creando una stagione sul sintetico con Australian Open e un altro Major nella prima parte dell’anno su di una superficie molto simile, che potrebbe essere anche un torneo itinerante, nel senso che sarebbe un torneo non legato ad una città o ad un paese ma più ad una superficie e zona, che so tipo PACIFIC MAJOR giocandolo per 5 o 6 anni in Asia e poi magari in California sull’altra sponda del Pacifico

    dopo la stagione sul sintetico quella sulla Terra con il Roland Garros preceduto dal CLAY MAJOR che potrebbe essere Madrid e una volta finito il boom spagnolo potrebbe spostarsi altrove, chi sa che non capiti un boom con Gigi Q e il torneo finisca a Roma per un paio di anni

    poi l’erba con Wimbledon e a seguire la stagione del cemento con US OPEN e un INDOOR MAJOR o “atlantic major” su una delle due coste atlantiche magari anche in sud america

    conclusione con il MASTERS per coronare il migliore ma per questo i punti in palio dovrebbero essere moltissimi, tanti ad esempio da permettere a Djokovic di riscattare la modesta fase centrale di stagione ed avvicinare anche se non superare la posizione di Nadal, e questo potrebbe essere giustificato solo da un torneo vero, ma non da una semi esibizione mista ad esperimento di format extra tennistici e passerella

  50. Marcelus Edberg Wallace scrive:

    Eh, ragazzi, ma il “tipo” di tennis che si gioca oggi non dovete considerarlo solo quando si fa il paragone tra i campioni.
    In generale, col tennis del 2008, i tornei post-settembre servono solo (ed invogliano solo) chi è rimasto indietro col portafoglio (in genere, a Settembre, Nalbandian), perchè gli altri non ne possono più di giocare.
    Fatto sta che Federer usa da un paio d’anni i due MS di Madrid e Parigi per preparare……… Basilea (!!!); quest’anno sono cresciuti i francesi (Tsonga), e il loro massimo non può che essere Bercy, e al diavolo la Masters Cup, che è due settimane dopo; la preparazione di Nadal, come quella di Borg (e come vado dicendo da un biennio) è strutturata sul picco di forma di Giugno-Luglio, tendente al massimo a Settembre, per cui al diavolo il Masters (Borg ne ha vinti solo due, se ricordate), e così via.
    Oltretutto, i MS sono ormai “pericolosamente” vicini alla Masters Cup come livello di partecipazione: a Madrid e a Bercy devi giocare cinque partite alla settimana, di cui probabilmente tre o quattro contro un top ten. Che differenze abissali ci sono tra i quarti di Bercy e il round robin della Masters Cup?
    E’ tutto troppo uguale, e troppo inutilmente intenso. Dopo gli US Open, il Masters era il campionato del mondo d’autunno. Oggi ce ne sono tre, quasi consecutivi…..

  51. Mauro Cappiello scrive:

    A mio parere la qualità scadente del Masters di quest’anno fa riflettere più che sulla bontà della formula (da tempo sconfessata) sull’eccessiva lunghezza della stagione che penalizza soprattutto gli ultimi tre tornei prestigiosi dell’anno. Ricordo con la stessa formula edizioni memorabili del Masters come quella del 1994 o quella del 1996 (vi dice niente la finale Sampras-Becker di Hannover?). Un altro problema è che diversi top-ten di oggi non hanno la professionalità dei campioni. Il fatto che si sia dovuti ricorrere a Stepanek come riserva, quando c’era una quindicina di giocatori che lo precedevano in classifica e che probabilmente si sono rifiutati di andare in trasferta a Shangai, a mio parere dice tutto.

  52. TCC'75 scrive:

    Il masters è più un circo che un evonto sportivo.
    Se così non fosse non ci sarebbe l’assurda regola dei “riservisti” o “panchinari”, che dir si voglia, che subentrano dopo che uno ha perso nella prima giornata. Addirittura quest’anno il masters lo ha giocato Stepanek!
    Ma, come si dice: the show must go on…

  53. TCC'75 scrive:

    Il masters è più un circo che un evento sportivo.
    Se così non fosse non ci sarebbe l’assurda regola dei “riservisti” o “panchinari”, che dir si voglia, che subentrano dopo che uno ha perso nella prima giornata. Addirittura quest’anno il masters lo ha giocato Stepanek!
    Ma, come si dice: the show must go on…

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