Masters senza
la miglior finale

 
15 Novembre 2008 Articolo di Rino Tommasi
Author mug

Davydenko è da tre anni fra i primi cinque del mondo senza le qualità del grande campione. Murray dal 5 pari in poi non ne aveva più L’aveva asciugato il match con Federer

Assenti Rafael Nadal (numero 1) ed eliminato Roger Federer (numero 2), il Masters avrebbe potuto avere la migliori finale possibile. se l’avessero giocata il serbo Novak Djokovic (numero 3) e lo scozzese Andy Murray (numero 4) garantendo al torneo un vincitore di prestigio ancorchè inedito.
Invece al posto di Murray, asciugato da una partita crudele ed esaltante come quella vinta il giorno prima su Federer, ci sarà oggi (diretta Sky Sport 3 dalle 9 del mattino) Nikolay Davydenko, lo Stakanov del tennis, un giocatore che da tre anni è tra i primi cinque del mondo senza avere le qualità, soprattutto estetiche, del grande campione.

Lo sport però, al contrario del teatro o del cinema, non può scegliersi il finale (o la finale) più gradita al pubblico ed alla critica. Peraltro Davydenko, sfruttando una migliore condizione fisica, oltre ai suoi colpi anticipati, ha dominato uno stanco Murray che dal 5 pari del primo set si è praticamente arreso perdendo in due set.

Il primo a qualificarsi era stato Djokovic che ha dovuto fronteggiare oltre al francese Gilles Simon, una delle novità più interessanti della stagione, il pubblico che non gli ha perdonato il modo in cui Djokovic si era fatto battere senza lottare da Tsonga nell’ultima partita del girone eliminatorio.

Djokovic era già matematicamente qualificato ed una volta che l’avversario l’ha costretto al terzo set non lo ha praticamente giocato.

Nella semifinale di ieri Djokovic ha dovuto fare i conti con un Simon che ha confermato di essere un giocatore molto intelligente capace di ricavare da mezzi atletici e tecnici non eccezionali un rendimento che gli consente di essere competitivo ai massimi livelli.

Simon è entrato meglio nella partita. Ha preso un break di vantaggio all’avvio e sul 5 a 3 in proprio favore ha mancato quattro set point conquistando comunque il primo set nel game successivo.

Il secondo set si è deciso sul primo passaggio a vuoto di Simon (due doppi falli) che ha mandato Djokovic in testa per 4 a 1 con due opportunità per il 5 a 1. Simon ha evitato il k.o. ma ormai il set era andato.

Nel terzo prima Simon e poi Djokovic si sono fatti assistere dal fisioterapista. Anche qui Djokovic ha preso un break di vantaggio (3 a 1 e 0-40 su servizio Simon) ma non è riuscito ad uccidere la partita. Il serbo è comunque salito 5 a 3 ed ha servito per il match sul 5 a 4 ma è stato raggiunto sul 5 pari. Simon ha speso comunque troppo per allungare la partita ed alla fine Djokovic con alcune soluzioni coraggiose ed un eccellente uso della palla corta (specialità della casa) ha chiuso per 7-5 dopo 2 ore e 51 minuti.

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17 Commenti a “Masters senza
la miglior finale”

  1. Roberto Commentucci scrive:

    Nessuno lo vuole veder giocare, Davydenko. Non interessa a nessuno. Prototipo dell’antipersonaggio, ha giocato per anni senza alcuno sponsor disposto a griffare le sue magliette, intrise di sudore operaio.
    Quando gioca, i suoi match di primo e secondo turno vengono programmati sui campi più improbabili. E sempre, in tutti i suoi match, su tutti i campi del mondo, il pubblico trova una qualche ragione per tifare per il suo avversario. Se gioca con uno di classifica inferiore, la gente tifa per lo sfavorito, l’underdog. Se gioca contro uno dei primissimi, il pubblico si schiera per gli altri, più personaggi, più spettacolari, più tentuosi, più bravi nel marketing e nelle pubbliche relazioni. Davydenko, silenzioso, taciturno, enormemente determinato, gioca sempre fuori casa, ha sempre tutti contro.
    Solo in una circostanza le cose andarono diversamente. Lo scorso anno al Foro, fu il pubblico romano, il tanto bistrattato pubblico romano, che seppe riconoscerne il valore. Davydenko, incredibilmente, stava mostrando al mondo che è possibile sfidare il Minotauro Nadal anche all’interno del Labirinto di Cnosso, sulla terra rossa, sul suo terreno: da fondo campo, senza paura. Giocò un match incredibile il russo, con degli anticipi di diritto e rovescio che sul clay li avevano mostrati solo Agassi e Rios nelle loro giornate di grazia. Il Toro era alle corde.
    La gente non ci credeva, si scambiava occhiate di stupore e meraviglia.
    Poi, a metà del terzo set, dopo l’ennesimo scambio incredibile, mozzafiato, ecco che succede l’inesplicabile: prima sommesso, poi sempre più forte, inizia a rumoreggiare un coro, che si diffonde per lo stadio:
    Da-vy-de-nko, Da-vy-de-nko, Da-vy-de-nko…
    I bicipiti luccicanti di Rafa, il fascino della bandana e dei pantaloni da pirata, dimenticati. Il marketing scientifico della Nike, inutile…
    Da-vy-de-nko, Da-vy-de-nko, Da-vy-de-nko…
    Ora è tutto il Foro, che urla la sua ammirazione, e sembra di essere al Colosseo: il popolo romano rende omaggio al gladiatore slavo, che sfida il terribile, imbattibile fromboliere balearico.
    Kolya sembra non credere alle sue orecchie. Non ci è abituato, non gli capita mai, forse nemmeno in Russia, dove nel cuore hanno Marat, e poi semmai Misha Youzny, il talentuoso.
    Con un lieve sorriso, Davydenko colpisce in anticipo l’ennesimo rovescio bimane, impatta sopra la spalla, per non far salire il micidiale liftone mancino del balearico… e ancora, e ancora, e ancora…
    Uscirà sconfitto, il coraggioso slavo.
    Ma la folla del Foro, il pollice rivolto verso l’alto, come a chiedere una metaforica grazia all’imperatore, riscatta in un solo attimo, con il suo omaggio, tutta l’esistenza di un campione gregario, e pone per una volta rimedio alle ingiustizie della Civiltà dell’Apparenza.

    n.b.
    Questo post non è inedito. Lo avevo scritto lo scorso 5 aprile, prima della finale di Miami in cui Davidenko demolì Nadal. Lo ripropongo oggi come mio personale omaggio ad uno dei giocatori meno considerati e più ingiustamente negletti della storia di questo sport.

  2. LorenzoT scrive:

    Grazie, Commentucci.
    Non sapevo di quanto avvenuto al Foro Italico, e mi fa piacere conoscere quesi fatti.
    Credo che le ‘disavventure’ di Davydenko in termini di immagine derivino soprattutto - aldilà del suo aspetto estetico, probabilmente migliorabile - dal caso scommesse.
    Credo che stia dimostrando che se sbagliò in passato (e io non lo so), adesso si impegna in ogni match.
    Non sarà un fuoriclasse. Ma un ‘campione operaio’ sì, che difficilmente molla e che sa giocare il suo tennis molto bene, anche più divertente secondo me di quello di alcuni grossi nomi del tennis attuale.

  3. Giovanni da Roussillon scrive:

    Ammiro Davidenko. Proprio per non essere incrostato da sponsors, salamelecchi, finzioni ed altre insulserie.
    Forse con l’aggiunta di una dozzina ulteriore di partite di RR saremmo pervenuti alla stessa finale, alla quale si accede vincendo. Come Nicolao essenziale ha saputo fare.
    Il mio augurio è che domani superi avversario, fisioterapisti e linotipisti d’intralcio al suo percorso trasparente e lineare.

  4. lorenzo2 scrive:

    Anche Agassi era più considerato dagli sponsor di Sampras, eppure nn c’era paragone tra i due. E’ il destno crudele di chi si sa vendere e di chi no…

  5. Andrea scrive:

    Il tifo ha quasi sempre una componente più o meno conscia d’immedesimazione o di attrazione… E bisogna ammettere che questo pelatino russo con una racchetta dall’ovale enorme è poco bello e (ancora peggio) molto anonimo.
    Ho ricominciato a seguire il tennis da poco e di sue non ne avevo mai vista alcuna intera. Oggi ha demolito Murray giocando in modo perfetto e domani incontra sua maestà antipatia.. Io so già per chi fare il tifo: Da-vi-den-ko!

  6. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Lorenzo2
    Io direi che il destino ha graziato Davydenko dalla sfortuna di vendersi per sentirsi apprezzato. Gli interessa essere. Senza sputare sui compensi, a quelli pensa probabilmente e sanamente un attimo, così da destinare le proprie risorse (umane) ad agire come gli piace, per sua e nostra delizia.

  7. Pinot scrive:

    Quest’anno al Foro italico, contro Robredo, Davidenko ha concesso all’avversario, dopo che era stata chiamata fuori, la palla che l’avrebbe portato sul 6-4 nel tai-break del terzo set.
    Ha perso, mi pare, 7-5.
    Davidenko, con la sua normalità, è la nostra speranza…e la finale del Master è il premio al lavoro e alla serietà e mi pare un pochino ingeneroso bollarlo come tennista senza qualità. Non sarà appariscente ma certi anticipi e l’intelligenza tattica appartengono ad un livello superiore. Se Murray ha ceduto è anche perchè dalla prima palla gli ha fatto fare il tergicristallo e permettetemi, se Federer avesse oggi la rapidità e l’umiltà di Davidenko sarebbe ancora stabilmente in n. 1.

  8. anto scrive:

    Concordo con la disamina di Tommasi, non vedere Murray in finale dopo aver sfoderato una prestazione maiuscola come quella contro Federer, è semplicemente un delitto!

  9. roby68 scrive:

    Splendida l’analisi di Roberto Commentucci, trovo Davjdenko un grandissimo tennista in grado di giocare in anticipo come nessun altro, è poco appariscente e quindi poco popolare, ma chi di tennis se ne intende, non può sfuggirgli il grande giocatore, tenendo conto che combatte contro dei giganti, e che si riconferma di anno in anno nonostante i nuovi arrivi.

  10. Avec Double Cordage scrive:

    certo Davydenko se non bisogna ricordargli come servire è un ottimo giocatore, per certi versi ricorda persino Agassi, ma se Murray avesse potuto giocarsi la partita riposato come lo era Davydenko probabilmente avrebbe vinto, o almeno noi avremmo visto una bella partita …format del Masters quindi da rivedere e non solo quello

    strano però che i rapper che gli confezionano i pigiamini non abbiano ancora pensato di dargli qualche soldo in più per mettersi una bandana alla mister B. o un cappellino hip hop in testa, visto che converrebbe anche a loro se il loro testimonial non venisse categorizzato da chiunque lo vede per la prima volta come un nonnetto rimbambito

  11. Giovanni da Roussillon scrive:

    E’ molto singolare come i pareri possano divergere in un campioncino di 6-7 commenti. Direi che a me farebbe maggior pena lo spettacolo della calvizie avviluppata dalla bandana kitschosa, di chi con dignità incurante si porta intorno i capelli che si ritrova, anzi, non si ritrova.
    Di bello in questa sparata ridicola è prevedere come a Nicolao si sta schiudendo un futuro posttennistico di gran respiro: immagino la moltitudine di nonnetti rimbambiti dalla fiera criniera o dalla bandana facile implorarlo di vendergli il segreto della sua vivacità. E mi viene da ridere nell’osservare che Rolex l’ha già assunto, suo malgrado, per promuovere il suo prodotto tra i lavoratori cinesi. Ignara del fumo a venire. Di Londra.

  12. Olimar scrive:

    C’ero anch’io quel giorno al Foro, a gridare il mio tifo per Kolya e a gioire per la sorpresa e credo anche per un filo di commozione dipinto sul volto del Nostro antieroe, che per una volta aveva oscurato la torcida nadaliana.

    Quel giorno gli appioppai l’appellativo di Penelope, perchè con matematica precisione disfaceva ogni volta i vantaggi che si era faticosamente costruito. Fu lui a fare quella partita.

    E fu lui a farmi intravedere un possibile modo per battere Nadal anche sul suo territorio preferito: attacchi in controtempo alla Mecir !! Se solo avesse seguito a rete più spesso quei colpi strettissimi o profondissimi coi quali mandava fuori campo lo spagnolo…

    Ne scrissi già allora Roberto, in occasione di quel tuo articolo, ma a tua nuova azione corrisponde mia nuova reazione!

    Non sono d’accordo con chi dice che Davydenko non meriti la posizione che occupa. Tra l’altro la occupa da circa 3 anni e non può essere un caso…

  13. Avec Double Cordage scrive:

    @ Giovanni da Roussillon
    massimo ripetto per Davydenko che presenta la sua capoccia come madre natura gliela ha ridotta, senza asfalto e pelazzi trapiantati, rimane comunque lo stupore che quelli della Airness non facciano almeno come fa Lacoste con Roddick anzi visto che sono della black comuniti, come ha fatto la nike con Agassi… non penso sia Kolya a mettere il veto

    mi ricordo una semi del Roland Garros persa da Davydenko contro un Puerta formato bomba, peccato perché sarebbe stata una finale dello slam e io avrei preferito lui in finale contro Rafa anzichè Puerta

  14. Giovanni da Roussillon scrive:

    Avec Double Cordage.
    Non che l’argomento mi accenda interesse, ma desidero capire ciò che vai scrivendo rivolgendoti a me.
    Come fa Lacoste con Roddick?
    E che è la “black comuniti”?
    E ancora, che ha fatto la vittoria alata con Agassi?

    [E’ normale, come scrivi, portare rispetto ad un esponente di un gruppo ristretto a poco più di un miliardesimo dei suoi simili, anche senza preferirlo vincitore di una semifinale…]

  15. Avec Double Cordage scrive:

    a Giovanni che c’è, te stai rimbambendo pure tu? ;) Agassi quando ha iniziato a perdere i capelli la Nike gli ha prima fatto un line sua di cappellini poi ha lanciato con lui la moda della bandana da pirata verso metà anni novanta, Roddick anche lui sta perdendo i capelli infatti della visiera che usava all’inizio non sene parla più e usa sempre il capellino indoor o outdoor che sia, anzi mi sembra che a Madrid non l’ha messo e si e vista la sua pelata precoce, questi hanno tutti meno di trent anni

    guarda che il mio era un commento ironico, chi se ne frega se uno non ha più capelli in testa o se si fa pagare per mettersi un pigiamino, l’importante in questo ambito è il tennis che gioca, poi se ha pure una personalità alla Tsonga capace di coinvolgere il pubblico certo è ottimo.

    quelli che fanno sorridere sono quelli che si fanno trapiantare i capelli alla elton john o spalmano la cera nera in testa come qualcun altro o anche quelli che vanno dall’estetista a farsi depilare le sopraciglia, ma spesso il loro intento è proprio quello di spargere sorrisi e divertimento o di fare i comici quindi forse non è una pratica cosi insensata poi la loro

    comunque non ho nulla contro i nonnetti e nemmeno contro i nonni rimbambiti (anche se il loro numero è effettivamente in aumento e qualche danno lo arrecano), volevo solo far notare che Davydenko a meno di 30 anni se lo vedi in TV sembra proprio un nonno più che un atleta, specie a chi segue altri sport come nuoto o basket, con quelle gambette dai polpacci esili e il completino che sembra un pigiamino del mercatino ha dell’infantile poi, appunto rimbabito, poi se lo vedi dal vero e non in TV farà anche un altra impressione ma oggi giorno e l’immagine televisiva che ti definisce

    magari se gli avessero dato la cittadinanza tedesca o austriaca che aveva richiesto (Davydenko parla meglio il tedesco dell’inglese essendo quasi cresciuto in Germania) adesso avrebbe un immagine diversa, ma nemmeno quelli lo volevano, sbagliando a mio avviso

  16. Avec Double Cordage scrive:

    aggiungo, e meno male che Roddick ha lasciato perdere la visira, mi sembra che fù Gilbert che gli proibì di metterla

  17. Giovanni da Roussillon scrive:

    Può essere dato che stia rimbambendo, Avec.
    La questione è che ho iniziato a molto tardi a guardare al tennis. Nella fretta non ho mai seguito le relazioni tra sponsors e testimonials, né ho volto attenzione all’abbigliamento di chi gioca. Che vuoi, devo aver perso l’aspetto più significativo caratterizzante la storia sublime di questo sport.
    In ogni caso ti ringrazio. Viva dunque i pigiamini, i cappelli a tesa larga, gli slip antigravitazionali e le B.andane!

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