Genitori & Figli 2
Seconda puntata
L’arte del far da soli.

 
15 Novembre 2008 Articolo di Stefano Grazia
Author mug

 Virtual Tour: final day of the master! 

Siamo al secondo appuntamento con la nostra rubrica sulla crescita dei giovani agonisti. Stefano Grazia ci propone il particolarissimo programma di allenamento di suo figlio Nicholas, 11 anni.

“Mirate al petto,risparmiate il volto”
Gioacchino Murat rispondendo alle
critiche di alcuni Federali

“E la sciagurata rispose”
(Alessandro Manzoni riferendosi a Margie Zesinger
dopo averli inviato l’iscrizione del figlio al
suo programma speciale alla Bollettieri Academy)

“Ma se io avessi previsto tutto questo dati cause e pretesto…”
(Francesco Guccini, sicuramente riferendosi
al fatto di aver fatto giocare a tennis
suo figlio fin da piccolo)

Tanto per stimolare il dibattito, abbandono per una volta ancora i cieli stellati della teoria e vi faccio partecipi in tutto e per tutto di quel che stiamo facendo in quel di Lagos, Nigeria, riprendendo,e modificando, una email inviata a Giogas che dalla lontana Istanbul tempo fa mi aveva chiesto consigli visto che anche lui si trova come me solingo in terra straniera e senza troppe opportunita’ di incontrare il Carlos Rodrigues della situazione. Vi chiedo di fare lo stesso, e di commentare senza paura di ferirmi. Soprattutto gli Addetti ai Lavori perche’ altrimenti continuiamo a parlare di filosofia e non scendiamo mai nei meandri e nel fango della pratica.
Vorrei che sia chiara una cosa: Non e’ un mio tentativo di imporre quel che stiamo facendo noi o di fare proseliti, anzi…Addetti ai Lavori, Uomini (di Tennis)senza fallo, semidei che vivete in castelli inargentati (noi che invochiam pieta’ siamo i drogati…di tennis, De Andre’,modified):ditemi pure cosa stiamo facendo di sbagliato, datemi (dateci?) suggerimenti … Colleghi Genitori, Eletta Schiera (Guccini,idem) : compariamoci…Non tutti hanno la possibilita’ di andare da Catizone o Buzzelli o semplicemente di seguire un Programma di Preparazione Atletica offerto dal Circolo a cui si e’ affiliati come Agonistica. Ho sentito da Genitori ma anche da Addetti ai Lavori che non sempre comunque questi programmi sono all’altezza e ho visto coi miei occhi in diversi Circoli o anche Summer Camps, la parte atletica essere affidata a giovani coach se non a ex giocatori che probabilmente hanno letto meno libri sull’argomento o consultato meno guru del sottoscritto. Che comunque alla resa dei conti non puo’ fare nient’altro che scendere in campo in prima persona perche’, come ripetuto fino alla noia, si trova in Africa.Dove il piu’ famoso e bravo Coach Nigeriano-che comunque non e’ uno stupido ne’ un illetterato,anzi- dopo averci visto all’opera mi ha affidato per due volte a settimana  i suoi due figli di 13 e 16 anni, tutti e due ottimi junior, perche’ si allenassero con Nicky.
Quindi-ATTENZIONE!!!- io non vi scrivo tutto questo per vantarmi o farvi vedere quanto sono bravo ma semmai per farmi dire dove sbaglio o anche semplicemente per compararmi e ricevere suggerimenti e consigli. Da umile arrogante li ascoltero’, li analizzero’, li discutero’ e,vedrete, spesso li implementero’.
Cominciamo con l’attuale Training Schedule Settimanale di Nicholas, 11 anni:

LUN-VEN:
ogni mattino 30′ di servizio con mia moglie Gabri’ (The Tennis Mom!) + 1h (730-825) di Prep Atl con la Scuola (sara’ soft ma ogni giovedi’ corrono il miglio, ogni lunedi’ fanno il Test di Cooper, poi giocano alcuni sports di squadra: calcio,baseball, pallamano,crickett …
LUN
1h (15.30-16.30/1730) col palleggiatore a fare CONSISTENCY + se non ci sono troppi compiti: 17.30-1900 GOLF con il papa’ (che cosi’ possiamo parlare!)
MART:
Riposo Attivo: niente tennis ma un’ora di soccer practice ( alla Scuola nel Programma del Torneo Interclassi del primo quadrimestre..). Io sono l’assistant Coach…
MERC:
1730-1830: PIANO LESSON
19-21: con me (The Tennis Dad!) come Coach e con the Kienka Kids, 1h di prep atl INTENSA + 1h di PATTERNS
GIOV
TENNIS MATCHPLAY al Lagos Lawn
VEN:
TENNIS MATCHPLAY al Lagos Lawn
(+ eventualmente 45′ di prep atl in cortile)
SABATO:
3 h (9.30-12.30)con me come Coach e con the Kienka Kids al mattino suddivise in:
1h 30prep atl
30′drills
1h patterns
1330-14.30:soccer match
pausa pranzo e poi se ha ancora forze e ne ha voglia:
matchplay al Lagos Lawn (uno dei due Club qui di Lagos, l’altro e’ l’Ikoyi, tutti e due con 9 campi…) Se e’ stanco, piscina o a casa di un amico……
DOM:
2-3 h di BASKETS BASICS SKILLS con l’Handfeeding e FOOTWORK CLEANING (rilettura dei footwork dello Strategy Zone con l’ausilio del computer, videoanalisi,etc etc): insomma, non un lavoro di fatica ma molto tecnico e poi al mare alle 11 con rientro verso le 16-17 e 9 buche di golf
OPPURE
1h di tecnica al cesto o alla Ball Machine e poi Matchplay
Relax in piscina
Matchplay o golf nel pomeriggio

Quando a Dicembre finira’ il Quadrimestre che l’American School dedica al calcio e a gennaio incominceranno col Baseball,al quale Jungle Boy sembra poco interessato, penso che iscrivero’ Nicholas a Nuoto o a Karate’ ma magari continuera’ a fare un’oretta o due di calcio come extraschool activity piu’ che altro per stare in gruppo con gli amici. A me piacerebbe facesse un po’ di Yoga ma non simo riusciti a trovare nessuno di affidabile.

E’ troppo? E’ troppo poco? E voi cosa fate?
Sappiate che in un Academy, in una di quelle con la Scuola cucita intorno alle tue esigenze, minimo minimo fanno gia’ 4 ore al giorno, sia alla Bollettieri che alla Evert. Mentre piu’ o meno cosi’ fanno anche alla Pat Cash. Da Rick Macci invece fanno 3 ore dopo la scuola…
Voi direte: si,vabbe’, ma cosi’ non ci dici nulla. Cosa fate esattamente? Allora, procediamo per gradi:
1)Lavoro di Consistency col Palleggiatore
2)Preparazione Atletica
3)Tennis Drills e Patterns
4)Lavoro al cesto: basic skills (fondamentali)

CONSISTENCY
Anche su suggerimento di Gabriel Jaramillo all’inizio abbiamo preso due Coach Palleggiatori locali e li abbiamo messi uno al lunedi’ e uno al mercoledi’ a palleggiare per un’ora,un’ora e mezzo con Nicholas. Nulla di sfizioso, solo palleggio per aumentare ‘pace and consistency’. Ultimamente abbiamo licenziato uno dei due perche’ non era “committed”, voleva fare solo cesto, non correva abbastanza, insomma la menava. Invece l’altro,Paul, e’ un buon coach-palleggiatore e secondo me e’ anche piu’ intelligente: l’anno scorso lo utilizzavamo in opposizione a Nicholas per giocare i patterns e lui non so se per piaggeria o genuina curiosita’, si era dimostrato curioso nel senso di fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza. Con lui,vera human ball machine, adesso fara’ circa due ore il lunedi’.

PREPARAZIONE ATLETICA
Rivelandovi quel che facciamo so bene di espormi al rischio di scandalizzare Buzzelli, Catizone e Baraldo e forse perfino Mad Max per l’approssimazione e la superficialita’. Come i piu’ affezionati lettori sanno, sono sempre stato uno dei piu’ accaniti fautori dell’importanza di una preparazione atletica precoce (ovviamente non sto parlando di pesi ma di footwork drills,di esercizi di coordinazione, di corse, balzi,etc etc) e anche inconsciamente, fin da quando abbiamo cominciato, a tre anni, abbiamo fatto attenzione attraverso un processo ludico soprattutto ai piedi piu’ che alle braccia (e infatti Nicky ha giocato con dritto e rovescio a due mani- ma impugnatura mancina sul dritto e destra sul rovescio!- fino al nostro arrivo da Bollettieri), cioe’ non siamo intervenuti sul grip, cercavamo solo di farlo divertire sviluppando occhio e coordinazione.Punto.
Cio’detto, io credo-e l’ho sempre scritto- che il Preparatore Atletico sia fondamentale ma prima dei 12-14 aa non e’proprio ‘condicio sine qua non’ averne uno personale… Se puoi fare quello che fa Mad Max che ha affidato sua figlia a Catizone, tanto meglio e a scanso di equivoci, se io abitassi a Bologna sicuramente mi affiderei almeno per la consulenza al Prof Buzzelli. Ma se uno ha fatto un po’ di sport a livello agonistico e magari ha continuato a farlo, ha viaggiato per Centri Sportivi e Academies e ha visto quello che fanno gli altri, e inoltre ha letto molto e ha parlato con qualche preparatore, e magari ha anche un minimo di background culturale e non e’ un ciarlatano di professione, sono convinto che qualche cosa di buono lo possa fare e senza arrecare troppi danni.Sono per es convinto che archipedro faccia fare al suo Mati una ottima prep atletica, magari non specifica per il tennis ma polivalente che e’ anche meglio (a prescindere dal fatto che poi suo figlio ha solo 6 o 7 anni e che quindi non deve sicuramente superspecializzarsi in una disciplina sola)e sono convinto che Giogas in Turchia, il sottoscritto in West Africa o quel Genitore che prima dell’estate ci aveva interpellato da un paesino sperduto-nel senso tennistico- della Calabria abbiano anche loro la possibilita’ di far fare una preparazione atletica redditizia al proprio ragazzo.

Vabbe’, dai: cosa facciamo di solito?

Be’, intanto dipende dalla periodizzazione:  banalizzando, nel primo periodo si allena la RESISTENZA, poi la FORZA poi la VELOCITA’…
Ovvio che con un U12 Forza e Resistenza siano secondari rispetto alla Velocita’ ma considerando di essere al top in Dicembre ,nel primo periodo,ognuno di 3-4 settimane, abbiamo fatto un po’ piu’ di corsa lunga (con Interval Training, Cross a velocita’ crescente, Fartlek) e Circuit Training di 3-5′ invece che di 15″…Per forza intendo forza esplosiva e quindi palla medica e balzi…Ho fatto infatti fare una serie di ostacoli di 20 e 30 cm e usiamo gli ostacoli per balzi, corse, scatti etc alternandoli in Circuit Training a piu’ stazioni e comunque in campo ci presentiamo con tutto il nostro armamentario che riempie le mie Ferrari aziendali(scherzo,archie!)e mi fa rimpiangere il mio vecchio Toyotone Land Cruiser lasciato in Italia.

Cosa intendo per armamentario e’ presto detto:
6 coni alti, 30 coni piastrelle, 20 frecce direzionali
una agility ladder (la scaletta, comprata negli US ma ne stiamo facendo fare una artigianale)
12 ostacoli di 20 cm (fatti fare da un saldatore)
12 ostacoli 30 cm (idem)
6 ostacoli alti
due box uno di 30 cm, uno di 50 cm per fare i balzi e i pliometrics (fatti fare da un falegname)
un trampolino elastico
una tavola basculante (anche questa fatta dal falegname) per la ginnastica propriocettiva
stuoia
due crazy balls
una palla medica da 2kg
palla da rugby americano
elasticoni per fare scatti contro resistenza
paracadute per correre contro resistenza
un manubrio da 3kg
jumpin’ rope
tiranti vari
centinaia di palle da tennis con due basket
due macchine lanciapalle (che ahime’ ora non funzionano e non riusciamo a trovare un elettricista che le ripari!…Godwin Kienka ha portato la sua, piu’ moderna con palle che escono in top e in back ma anche quella e’ difettosa…speriamo di aggiustarla presto perche’ per i drills ci servirebbe assai)

L’allenamento, come dicevo, e’ basato molto sui Circuit Training a diverse stazioni: nella fase di resistenza alcuni percorsi da ripetere 3-5 volte si aggiravano sui 5-6 minuti,ora li stiamo soppiantando gradualmente con circuiti piu’ brevi (1’30-2’)mentre sempre facciamo anche circuiti rapidissimi sugli 8-15” con cambiamenti rapidi di direzione (avanti, indietro, shuffle, balzi sul trampolino,etc) per aumentare rapidita’ e velocita’ e da ripetere 10 volte. Poi a volte alterniamo scatti vari sui 5-6 metri con partenze da in piedi, seduti,sdraiati,con via al segnale sonoro o luminoso,etc etc, prove di Reaction Time, a volte perfino slalom paralleli a tre con percorsi complicati da ostacoli e coni con competizione accesa ed esasperata soprattutto da parte di Nicholas che ci tiene ad essere sempre il piu’ veloce nonostante i due Nigeriani lo sovrastino per eta’ e per lunghezza delle leve.
Prima facevamo due volte circa 45′ nel cortile di casa con tutti i nostri ammenicoli (e nella camera adibita a Gym dove ho messo anche un sacco per la boxe)e poi un’ora e mezzo-due al Sabato Mattina (su un totale di 3 ore). Da quando oltre un mese fa abbiamo incamerato i Kienka Kids, facciamo (due volte a settimana dunque) la prep atletica direttamente sul campo da tennis Agip, requisito d’autorita’per la bisogna.Confesso che sto cercando il modo di trovare il tempo per fare una terza seduta (30-45’) di esercizi in cortile come facevamo prima (probabilmente al venerdi’) di sola velocita’ e destrezza, just for fun.Ovviamente approffittiamo di tutte le Public Holidays: abbiamo avuto di recente una settimana di festivita’ legate alla fine del Ramadan (qui noi onoriamo sia le feste cristiane che musulmane)e abbiamo approfittato per fare una full immersion coi Kienka Kids con tre-quattro ore di preparazione atletica e patterns.

TENNIS DRILLS & PATTERNS
Dopo un’ora (e a volte ci scappa il tempo, anche due) facciamo un’ora o due di tennis drills and patterns. Di questi potremo magari parlare un’altra volta e qui mi limito a dire che alla base dell’allenamento (ma non solo tennistico) stanno le ormai famose Teorie della Mielina su cui si basa la ripetizione del gesto tecnico e quelle dello Strategy Zone che si fondano sul concetto Control, Hurt, Finish (Controlla, ferisci, chiudi) con  degli schemi molto semplici che ti insegnano a creare angoli e ad aprirti il campo e che,dopo una introduzione o riscaldamento alla Macchina Lanciapalle con sequenze e combinazioni usando coni e freccie per delimitare i bersagli, vengono perlopiu’ proposti sotto forma di competitive drills, con io al cesto che faccio il feeding da fuori campo e coi giocatori che si giocano un tie break ai 7 o agli 11 avendo dei temi obbligati: per es il giocatore A gioca un dritto cross court, il giocatore B che parte dalla parte opposta risponde e si gioca il punto. Ovviamente per fare questi drills i giocatori devono essere in grado di sopstenere il palleggio e di fare gli angoli il che non e’ proprio automatico a queste eta’. Per questo di solito avevamo problemi a trovare coetanei in grado di eseguire in maniera redditizia RECIPROCA questi drills e eravamo costretti ad utilizzare dei coaches. Il problema poi quando metti insieme due bambini di 9-11 anni e’ che a loro non gliene frega niente di eseguire il drill correttamente ma piuttosto gli preme battere l’avversario, e se l’avversario e’ un amico ancora peggio: la rivalita’ talvolta puo’ essere devastante. Le cose migliorano a mano a mano il piccolo matura e si impadronisce della tecnica: in Angola lo facevo giocare spesso coi locals di 2-3 anni piu’ grandi costringendoli dunque a schemi obbligati e qui il giocare coi figli di Kienka (13 e 16 anni) e’ tornato a fagiolo, ma il problema e’ spesso l’impazienza che ti porta a cercare il vincente anche quando magari la tua funzione nel drill e’ sostenere il palleggio in chiave difensiva e se,cercando a tutti i costi il winner, le mandi tutte fuori o in rete, non serve niente a te e non serve a niente a chi sta dall’altra parte. Per poter giocare un buon pattern “Dritto incrociato con ricerca dell’angolo stretto per poi aprirsi il campo dall’altra parte”, per ottenere un allenamento piu’ efficace e piu’ insistito io ora sto facendo,per esempio, giocare il giocatore A solo sul deuce court avversario mentre il giocatore B puo’ mandare la palla a tutto campo. E in effetti adesso vediamo scambi insistiti sulla diagonale del dritto in attesa di una palla piu’ corta  e/o di mandare il giocatore A fuori dal campo. Altri drills/patterns: usando le freccie si delimita una U rovesciata in entrambi i campi e i giocatori devono mandare la palla nella zona fra le freccie e le righe di fondo, obbligando quindi a giocare o angolato o profondo o tutte e due; il Coach manda una palla a meta’ campo: l’attaccante deve chiudere (questo lo chiamiamo ‘kill shot drill’); lo stesso pattern di prima ma stavolta si parte con un Dritto Inside Out. Poi magari col Dritto Inside Out o Inside in. Oppure col rovescio da tirare crosscourt angolo stretto. Uno contro l’altro ma uno dei due giocatori non puo’ usare il rovescio. Uno dei giocatori e’ nella No Man’s Land e riceve un lob , deve correre indietro e difendere mentre l’altro ha la possibilita’ di contrattaccare.
Etc etc etc.
Insomma, per carita’, nulla di veramente nuovo, nulla di trascendentale (e comunque sono cose che non vedo fare molto spesso nei circoli sotto casa, ma puo’ darsi che io capitassi sempre nei giorni sbagliati) ma da due-tre anni stiamo comunque insistendosoprattutto sullo schema dritto-angolo profondo- angolo stretto per poi aprirsi il campo con un Down the Line or un Inside Out (ma anche col rovescio, certo). Sara’ banale ma intanto facciamo per prime le cose semplici. E comunque il bimbo, per quanto selvaggio, ha poi solo 11 anni.
BASIC SKILLS:
Alla Domenica mattina facciamo il nostro lavoro di routine, quello che gli anni scorsi facevamo quasi tutti i giorni. Cesti di palline, spesso col feeding a mano come diceva anche Elettra e come per es ha fatto anche Martin quando ha rieducato il dritto di Mardy Fish. Cesti di palline nell’area del minitennis con dritto e soprattutto rovescio: prima con la sinistra, poi a due mani, a una mano slice, alternati back e top, etc. Smash, swing volley, volley. Infine un riassunto-check up di tutti i footworks: one front pivot, two front pivot, back foot pivot, power step, transfer, mogul, hop, jump…Nicky deve farne almeno 5 perfetti, sia di dritto che di sinistro. Giudica lui.
Dopodiche’ tutti al mare. Di tanto in tanto invece una bella partita con un coetaneo, uno dei terribili locals del Lagos Lawn, uno quelli che quando gli chiedi quanti anno ti risponde: Dipende.

IN CONCLUSIONE:
La cosa importante secondo me nel nostro Allenamento e’ la “intensa varieta’”: nella parte atletica per esempio variando sempre il Circuit Training abbiamo sempre alto il livello di attenzione e il divertimento mentre e’ bandita la noia: in effetti Nicholas ormai si diverte di piu’-e non mi crea grattacapi-durante gli esercizi atletici. Quando si passa alla racchetta non riesce invece ancora a dominare lo spirito di esasperata competizione che lo porta troppo spesso a guardare troppo al risultato (vincere il drill) piuttosto che a ragionare sull’utilita’ dell’esercizio e sul fatto che stia giocando alla pari con un tredicenne e una sedicenne di ottimo livello. Certamente, per noi, il fatto di poter scambiare coi due ragazzi nigeriani (e vi dico: talvolta subisce ma talvolta … no) ha portato impercettibilmente ad un miglioramento sia dei movimenti che dei colpi e della tenuta del campo. Ovviamente se nei drills immettessimo il Servizio (che comunque sta allenando a parte, ogni mattina per mezzora con mia moglie prima di entrare a scuola), verrebbe spazzato via ma senza servizio … a volte vorrei che qualcuno di Quelli che conta lo potesse davvero vedere. Al di la’ del suo essere attratto dal Lato Oscuro della Forza, al di la’ del suo essere Dr Jeckyll e Mr Hyde, al di la’ dell’essere ancora troppo bambino e troppo adulto allo stesso tempo in rapporto alla sua vera eta’, al di la’ del fatto che non arrivera’ mai a 185 cm … mi piacerebbe che qualcuno che sa e che puo’ mi dicesse se davvero c’e’ del potenziale, se davvero Jaramillo era sincero nel complimentarsi per il buon lavoro fatto (good job, diceva a mia moglie,good job!), se davvero Jungle Boy ha del talento e questo talento sarebbe un peccato davvero sprecarlo.

 

 

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271 Commenti a “Genitori & Figli 2
Seconda puntata
L’arte del far da soli.”

  1. massimiliano scrive:

    Credo pensando alle tue conclusioni finali che per capire il livello di tuo figlio basterebbero i tornei.ma non so’ se e’ tesserato,per quale eventuale nazione giocherebbe…ma ipotesi se facesse anche qualche torneo della nike tour oppure se lo porti per natale al lemon Bowl a Roma si capisce subito ,in base ai risultati che ottiene,il livello di gioco di tuo figlio.in Italia se vogliamo utilizzare le classifiche FIT come criterio di valutazione i migliori U12 che credo sia l’eta’ di Nicholas tuo figlio sono 4.2-4.1.Ciao Stefano.

  2. wik scrive:

    Alla domanda quanto si deve lavorare a quell’etá, la risposta la dá solo il buon senso e il rispetto per il proprio figlio.
    E’ poco, é molto ? dipende da come il figlio risponde a questo lavoro, lo vuole, lo accetta, chiede di piú o di meno ?
    Premesso che non possiamo partire dal presupposto “mio figlio DEVE diventare un campione” perché i nostri figli non sono le risposte alle nostre aspettative, tutti quegli che sono gli aspetti del gioco, del divertimento, dell’imparare con il gioco sono fondamentali e in relazione alla risposta che troviamo possiamo piú o meno aumentare o diminuire il lavoro.
    C’é un ma, che comunque si é genitori che conosciamo cos’é la vita e quanto sia importante ad es. andare a scuola, se il figlio a scuola non ci vuole andare giusto è stimolarlo e invogliarlo ad andarci, é il suo futuro, in quest’ottica se scopriamo per davvero un talento in nostro figlio giusto é in qualche modo eccedere a volte nello stimolo, rappresenta un futuro, un lavoro.
    Tutto questo tenendo ben presente che in ambito sportivo i fallimenti si pagano caro una volta che si é raggiunta l’etá adulta, ne partono mille e ne arriva uno, buttarsi a pesce e tralasciare il piano B scuola-lavoro normale mai e poi mai dev’essere lasciato in disparte.
    Difficile poi dare risposta alla domanda “quanto vale mio figlio come tennista” anche a un occhio esperto a quell’etá. Non é una domanda da farsi, ma una volta capito che nel tennis riesce e che gli piace, e che gli piace lavorarci sopra, l’unica domanda che dobbiamo porci é “cosa manca al nostro lavoro per arrivare ai 12-13 anni con un bagaglio tecnico completo in maniera tale che sui 13-15 si abbia possibilitá di lavorare sulla consolidazione del lavoro svolto. Ecco, in quell’etá si vede quanto c’é e quanto bene abbiamo lavorato, e un’indicazione piú plausibile di quanto vale possiamo chiederela e la possiamo chiedere.

  3. fulvio scrive:

    parto dal presupposto già detto tempo fa: a 12 13 anni non è importante vincere,ma…se vinci è comunque meglio!i parametri con i più forti se si vuole rimanere in scia sono quello di ”pesare” il proprio figlio vedendolo giocare.giocare con chi? con i migliori della categora!siano essi stranieri (eta) siano essi italiani (raduni ect ect).le indicazioni sullo stato di essere ,non può darteli il tuo maestro di circolo,non può dartelo in tuo padrecoachpreparatorefisicomental e quantaltro,ma solo il campo.abbiamo già detto che a 16 anni le ragazze mollano al 90% mentre per i ragazzi forse si parla di 2 anni dopo,e secondo voi perchè mollano? io la risposta ce l’ho: perchè perdono,o vincono molto poco!quello che sta facendo Stefano è incomiabile,ma quanti genitori possono permettersi di seguire i propri figli come fa lui? pochi pochissimi,quasi nessuno,anche perchè ogni tanto si…..lavora!la consolizazione del lavoro fatto a 12 13 anni quando la si potrà vedere? io dico durante gli stessi anni,e se cè qualcosa state certi che oltra la federazione se ne accorgeranno molti degli addetti ai lavori,ma…..attenti attenti a saper distinguere quelli che sanno lavorare da quelli che lo fanno solo per….vil denaro,e sono molti, più di quelli che pensiate voi e si annoverano spesso dietro a quelli che vogliono darvi una mano senza essere….retribuiti,solo perchè dicono loro ”amiamo il tennis”.in conclusione ,per non annoiarvi chiedete a gente esperta senza doversi vergonare di niente,in fondo la partita che tutti stanno giocando è sulla pelle dei vostri figli!!

  4. Stefano Grazia scrive:

    Errata corrige:
    uno dei terribili locals del Lagos Lawn, uno quelli che quando gli chiedi QUANTI ANNI HANNO ti risponde: Dipende.

    Certo, d’accordo con Wik e Fulvio. Vivendo all’estero non ho la posibilita’ di andar per tornei. Essendo poi il pupo piccolino non ho avuto tutta sta gran fretta…A dicembre 07 ha gocato gli ultimi due tornei U10 in Florida e li ha vinti. La scorsa estate ha giocato 5 tornei U12 e ne ha vinti due, una finale e due semi.Piu’ una finale in un torneo U14 dhe non ha potuto giocare perche’ doveva prendere l’aereo per rientrare. Erano piccoli tornei locali in Florida con giocatori suppongo normali ma essendo il primo anno U12 e pagando lui la differenza in stazza e in esperienza, ancora non avevo tutta sta fretta. A Dicembre v inFlorida e giochera’ ancora 2-3 tornei, magari U14. Nel 2009 fara’ giugno in Florida (3-4 totnei) e poi probabilmente gli faremo giocare l’estate in Italia. Se si fa valere e vince o ci arriva vicino, bene, penseremo al passo successivo. Piccoli passi, un po’ per forza un po’ per convinzione. Non e’ Quinzi, voglio che sia ben chiaro questo.

  5. anto scrive:

    In fondo la partita che tutti stanno giocando è sulla pelle dei vostri figli!!—Questo pensiero che il papà di Fabio Fognini ha coniato, è una frase che ogni genitore dovrebbe stamparsi nel cervello. E’ di una semplicità sconvolgente ma che permette di capire cos’è oggi il tennis semi professionistico a livello junior, perchè secondo me quando si gioca quasi a tempo pieno, anche se si hanno 13/14, ci si deve considerare dei semi professionisti non retribuiti……..e come diceva Al Pacino in any given Sunday, no intensity no victory!

  6. giorgio scrive:

    Senza voler esprimere alcun particolare giudizio, ma solo per evidenziare alcuni aspetti che forse, ma mi posso anche sbagliare, non sono mai stati evidenziati da quando leggo i post di questa rubrica, e che potrebbero aiutare il dibattito.
    Per esperienza personale ho vissuto la storia di tanti ragazzini che già in tenera età venivano trattati dai genitori e/o dai maestri come numeri da baraccone (è umano) e che poi hanno smesso (certamente non è la regola) quando hanno incominciato a perdere con quelli con cui prima vincevano facile per il fatto che da un certo punto in poi determinante non erano più le ore che avevano giocato ma la tecnica, il fisico, la velocità di palla, il saper stare in campo, il cervello, e ……….. Per lo più i ragazzi a cui mi riferisco erano figli di maestri e/o gestori di circolo che avendo avuto la possibilità di giocare “tremila” ore in più rispetto ai loro “normali ” coetanei riuscivano a fare cose che quest’ultimi nemmeno si sognavano di fare. Forse ho un tantino esagerato nel rappresentare la cosa, ma l’ho fatto volutamente per poter dire che fino ad una certa età bisogna prendere in considerazione anche altri aspetti per poter formulare sia dei giudizi tecnici e sia quelli circa le reali possibilità di arrivo di un giocatore in erba (anche se credo che non sia determinante per un eventuale futuro da professionista l’essere forte già da bambino, sicuramente, se lo si è, è meglio ma significa niente e sia impossibile già da piccolo prevedere dove possa arrivare). Come dice giustamente Fulvio bisogna affidarsi a tecnici seri, ed io aggiungo, tecnici che cadenzano in modo giusto il lavoro da svolgere e insieme a tutto lo staff, compreso il genitore, sappiano tracciare gli obiettivi da raggiungere senza prefissare “false mete” (tante volte per far vedere che stanno lavorando bene portano un ragazzo in un torneo tecnicamente non a livello per far vincere il proprio allievo e dare il contentino al genitore. So che apro un vespaio, ma per me il Lemon Bowl, è un torneo sicuramente valido sotto molti aspetti e vale come confronto, ma non è che tecnicamente sia il massimo in tutte le categorie in quanto in alcune di esse non vi partecipano i ragazzi più forti). Il bravo ed onesto tecnico deve riuscire a conoscere ed a capire quali sono i “margini di miglioramento” del proprio allievo (non ricordo se ne abbiamo mai parlato, ma sono importantissimi, e guai a non averne più perché, in tal caso, è meglio chiudere il libro) perchè attraverso questi riesce di volta in volta ad aggiustare il tiro e potrà, con il passare del tempo e del lavoro, essere sempre sincero con il genitore circa le effettive possibilità future del figlio. Infine chiudo con una precisazione che volevo fare da tanto tempo a Stefano Grazia circa il genitore-coach. E’ vero ci sono tanti genitori che fanno e/o hanno fatto da coach ai propri figli e tu ne hai sempre elencato alcuni ma a fronte di quei 20, 100, 1.000, che sono riusciti bene nella cosa ci sono stati, e ne conosco moltissimi, sicuramente milioni, che hanno fallito! Quindi può succedere che la cosa prenda il verso giusto, ma non è detto, anzi. Per quanto riguarda, invece, la preparazione fisica fatta ad una certa età bisogna stare molto attenti perchè, molto spesso, come già qualcuno ha detto, ci si dimentica che si sta facendo lavorare il corpo di un bambino in crescita e non quello di un atleta già formato. La preparazione esasperata, proprio perchè iniziata in un’età precoce, potrebbe portare più in anticipo rispetto al tempo normale (è fisiologico e naturale che succeda, prima o poi, a tutti quelli che percorrono questa strada) a delle conseguenze “indesiderate”. Queste sono mie considerazioni generali, fatte non da un conoscitore della materia, ma da un qualunque uomo della strada. Quì ancora di più è necessario, direi anzi d’obbligo, per un genitore affidarsi ad un preparatore fisico di una certa esperienza e competenza. E credetemi questo attualmente non sempre è facile, in quanto non vi è ancora la giusta cultura su quest’argomento. Ultimamente sono stato a trovare una ragazza che insieme ad un’altra, ambedue classificate nel ranking WTA ed ambedue sponsorizzate, si allena con due ex giocatori italiani (ambedue hanno giocato in Davis) ed ho scoperto che, dei suoi due preparatori fisici (si alternano durante la settimana), uno è un studente di legge (istruttore UISP, se non altro ha una qualifica, anche se pur minima, nel campo del tennis) e l’altro insegnante o addirittura atleta (non ricordo bene) di una disciplina particolare delle arti marziali. Cosa dire non saprei, ma una cosa è certa: quel giorno (venti giorni fa) la ragazza aveva qualche fastidio al polpaccio ed attualmente è ferma, e lo dovrà rimanere per più di una decina di giorni, per un’altro problema fisico sempre ai muscoli delle gambe. Questo vuol dire niente, ma considerando che attualmente si sta solo preparando in vista della prossima stagione agonistica senza dover sostenere attualmente alcuna gara (senza quindi, eccessivi ed ulteriori stress), se fossi io il padre avrei, se non altro, qualche dubbio. Scusatemi se sono uscito dall’argomento specifico delineato da Stefano ma mi sembrava doveroso segnalare alcuni aspetti generali del percorso genitori/figli/coach/ preparatori fisici/…… e se ce ne fosse bisogno voglio ribadire che quello che ho scritto è solo in linea generale e fa riferimento a nessuno delle persone che scrivono su questo blog.

    @ Stefano Grazia
    Ritornando alla meraviglia da te dimostrata nell’episodio che ci hai raccontato circa la poca curiosità di quel coach incontrato in Africa nei confronti del piccolo tennista Nicholas, se non altro e giustamente perché eravate tutti lontano dall’Italia, ti devo confessare che quando l’ho letto non mi ha sorpreso più di tanto. Attento, non sto dicendo se sia stato o no un comportamento corretto e giustificabile il suo, ma mi ha ricordato la scena più volte vista di quando qualcuno va da un medico specialista (caso mai dall’altra parte dell’Italia) per farsi vedere un ginocchio o una spalla o un braccio, perché da diversi anni ha un male cane e non riesce a venirne a capo. E lui che fa, lo tratta con sufficienza e gli fa la diagnosi in un minuto senza spiegargli niente perché quel giorno, di ginocchia o di spalla o di braccia, già ne aveva visto una ventina senza capire che il paziente, invece, avrebbe voluto ed apprezzato una maggiore attenzione perché in quel momento la parte dolorante era la sua. Molto probabilmente il paragone che ho fatto non calza a pennello e non c’entra niente con l’episodio che hai raccontato, ma l’ho voluto fare lo stesso perché penso che, in ogni campo, sono solo alcune piccole cose che fanno la differenza tra un “qualunque professionista” o un “grande professionista” e queste cose, pur se piccole, o le si hanno dentro da sempre o si potranno mai acquisire. Ma come disse l’automobilista che non si è fermato all’alt della polizia: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa” (che battuta stupida! Mi vergogno, ma non la cancello!!!!!).

  7. Stefano Grazia scrive:

    Mah,Giorgio, che dire: che i nostri figli possano smettere dall’oggi al domani e’possibilissimo ma con la stessa percentuale di probabilita di quelli che si allenano con i tecnici seri e famosi. Se accettiamo questo fatto, e cioe’ che se smettono NON deve essere per forza colpa dei genitori (a volte lo e’, ma mia moglie per es smise di fare aletica per colpa del coach, invece, proprio come Archipedro a pallavolo), allora possiamo continuare a discutere. se invece si vuol passare l’idea che ogni volta che uno smette o si fa male e’ colpa del Genitore improvvisato, allora mi sgorga impetuoso e genuino dal cuore e dall’animo un profondo e sonoro ma vaffa… Perche’ mi viene in mente il caso adelchi virgili, piu’ volte ricordato anche da Fulvio. Insomma, cerchiamo di essere obiettivi e allora la conversazione/dialogo/contradditorio per quanto critici possono essere accettati e perfino apprezzati. se invece si parte dal principio che qui si dicono solo putt***** (frase tua, ti ricordo), cosa che ne’ Fulvio ne’ Wik ne’ Buzzelli ne’ Baraldo ne’Enzo ne’ Omissis ne’ Tropiano ne’ persino Nikolic, si sono mai sognati di dire, allora permettimi di avere qualche difficolta’ a starti ad ascoltare con attenzione.
    La prima parte del tuo post e’ condivisibile. Abbiamo mai detto il contrario? No. SIAMO TUTTI D’ACCORDO tranne Archipedro e Andrew che se puoi e’ meglio servirti di un tecnico bravo,esperto, appassionato, colto,fine psicologo e che magari non ti chiede una lira piuttosto che con un coach inesperto, scarso, fanfarone, poco aggiornato,antipatico,costoso, brutto, rancoroso,bilioso e puzzolente.
    Il problema,sembra, e’ che a volte non e’ cosi’ facile capire la differenza fra i due.Io non lo so, vivo all’estero, la mia storia e’ un caso a parte.
    Chiudo ritornando sul Coach incontrato a Lagos: intuisco che la cosa sotto sotto ti avra’ anche fatto piacere (SCHERZO,su!) ma rbadisco che se il fatto si fosse verificato in Europa o in US,avrei perfettamente capito, ma nel buco di culo del mondo, per tutta quella serie di ragioni che ho spiegato, mi sarei aspettato un atteggiamento diverso. Quello che in effetti ci hanno riservato giocatori e coaches di altre nazioni. Cio’ detto, ho gia’ spiegato anche che puo’ anche darsi che i nostri famosi amici abbiano avuto una parte non secondaria in tutto questo perche’ a volte, quandosi e’ amici, si finisce per lasciar prevalere il lato meschino della natura umana, quello che ti fa far di tutto affinche’ se tu non puoi aver successo, che almenonon ce l’abbia nemmeno chi ti sta vicino, cosi’ non ci saranno ne’ rimpianti ne’ invidie o gelosie.
    Io ribadisco che se un Coach appassionato arriva in un angolo sperduto del mondo e incontra a cena di amici ma anche al circolo dei connazionali e capita che il loro figlio giochi a tennis, vada da Bollettieri,conosca Bob Brett, Bertino, Zavoli e Buzzelli e perfino Piatti…be’, un minimo di curiosita’, ma un minimo minimo, la dovrebbe avere e se non ce l’ha se la dovrebbe far venire.
    Ma e’ solo una mia opinione.

  8. mielik scrive:

    scusatemi…ma sapete dirmi dov’è finito il mitico MAD MAX???

    CIAO A TUTTI

  9. francesco scrive:

    @ stefano
    Quello che non vedo dal tuo programma ma che ritengo importante fare giornalmente . è una seduta di stretching , si possono evitare parecchi infortuni migliorando l’elasticita e la mobilità articolare
    P.S Ultimamente ho letto uno studio sulla plasticita del cervello e su come funziona l’apprendimento anche motorio
    L’età più importante è da 1-2 anni con una seconda fase da 10-12 anni
    In queste fasi si ha una crescita dei neuroni e dei collegamenti tra neuroni , questi collegamenti se poi non vengono utilizzati si atrofizzano e nell’adulto solo solo la metà . Per mantenere attivi i collegamenti , bisogna fare un’attività motoria volontaria
    Per cui se si vuole creare un campione è praticamente impossibile iniziare dopo i dodici anni

  10. Stefano Grazia scrive:

    Piuttosto avevo scritto una cosa e a momento di inviarla e’ andata persa: ci riprovo.
    Nell’invitare Genitori & Tecnici a fare confronti e valutazioni “terra terra” anche severe sul lavoro da noi svolto -perche’ alla fin fine stringi stringi siete rimasti ancora alla filosofia e agli azzurri dei cieli, ai verdi dei prati, ai marroni dei cavalli…) vi ricordo anche ancora e sempre che POTETE anzi dovete continuare a commentare anche gli argomenti che si stavano sviluppando sul Primo Capitolo di questa nuova stagione e che si era in pratica concluso con l’ottimo lavoro di analisi sulle situazioni famigliari degli attuali Top 10 tutti in pratica, tranne mi pare Davidenko, provenienti da Famiglie Medie. E allora io rilanciuo con una domnda:
    Definitemi Famiglia Media.

  11. Stefano Grazia scrive:

    Perche’, continuo, io mi definerei di Famiglia Media, nonostante Archipedro mi abbia sospettato piu’ volte di viaggiare in Ferrari (in realta’ qui in Nigeria viaggio in Toyota Corolla!!! In Angola almeno mi davano laKiasorrento reclamizzata da Agassi!). Scherzi a parte, io ho sempre sostenuto che qui viviamo una vita in prestito al di sopra delle nostre possibilita’ in Italia emagar voi visiete lasciati abbagliare dalle mille luci della citta’ (e della mia prosa sborona!) ma la triste verita’ e’ che io da libero professionista free lance posso ritrovarmi dall’oggi al domani in Italia senza lavoro e senza stipendio…E infatti la mia considerazione e’ la seguente: la situazione ideale per un rgazzo che vuole dedicarsi alla pratica sportiva agonistica e’quella di essere il figlio di u Genitore che possieda una avvata attivita’commerciale (da una fabbrichetta a una baracchina di gelati) dove poter piazzare il figliolo qualora a 18-20-22 anni i risultati non siano stati all’altezza delle attese. In effetti i rgazzini,italiani e non, che avevano intrapreso IL GRANDE BALZO alla Bollettieri presentavano una situazione simile a quella descritta anche perche’ per essere piazzati nel Gabinetto Odontoiatrico o nello Studio Legale del Genitore il Figlio alla Laurea ci deve arrivare comunque e non sempre questi ragazzini sembrano avere la voglia e talora anche le caratteristiche per eccellere nella carriera universitaria o anche comunque semplicemente arrivarci, alla Laurea intendo.
    E invece uno dei miei dubbi/crucci semmai con Nicholas, a volte da me ingenerosamente descritto come un borderline iperattivo sevaggio bullo stronzetto, e’ proprio questo avendo egli in realta’ dimostrato caratteristiche che lo potrebbero forse portare ad eccellere a livello artistico ma anche scientifico… E quindi adesso e’ tutto rose e fiori, un pedalare in discesa… e’ fra due,tre anni che si prenderanno le vere decisioni e queste potranno essere prese con una certa coscienza solo se a quell’eta’ ci si arriva con un certo bagaglio atletico e tecnico e anche culturale. E se si decidera’ di smettere,Giorgio, ti assicuro, non sara’ una tragedia: ci saremo comunque divertiti e avremo un bagaglio pieno di ricordi.
    E nessun rimpianto mai.

  12. Stefano Grazia scrive:

    Anto: in america si dice anche No Pain, No Gain…
    E a proposito del libro:lo intitoleremo Searching for Roger Federer…
    Scherzi a parte, andate tutti subito a noleggiarlo, datemi retta, e date retta a Gus…bellissimo, educativo, commovente…E in particolare godetevi lo scambio di battute fra genitore e maestra,quella che lo vorrebbe far giocare a “pinnacolo”…

  13. Stefano Grazia scrive:

    Francesco: ottimo il tuo contributo a supporto della Teoria della Mielina & Co.Fa piacere csapere che non scrivevamo putt****
    Sullo Stretching spero che ti risponda il Prof Buzzelli che ha delle teorie un po’ rivoluzionarie al riguardo e in sostanza dice,esasperando, che non serve a niente… (Lo scrivo cosi’ brutale per indurlo ad entrare in scena,il pigrone, e a rettificare…o no?)
    Mielik: MadMax e’ sempre dei nostri, piu’ feroce che mai…Ma di questi tempi si fa chiamare Maxdauria, un evidente nickname, ma per noi rimarra’ sempre Mad Max… (o tutt’al piu’ l’Orribile Hulk,,,Orribile, non Incredibile!L’ Id allo stato puro…)

  14. Stefano Grazia scrive:

    Seriamente Francesco:credo che sotto gli 11-12 aa la flessibilita’-elasticita’ siano innate e naturali e non vi sia bisogno di soffermarcisi troppo… Tranne forse in mio figlio che vive in uno stato di ipertonia costante (alla nascita al momento di valutare l’ipertonia l’Ostetrico guardo’ mia moglie e le disse:…Auguri!
    Per questo volevamo fargli fare YOGA, unendo Stretching e Respirazione…
    Ma spero che il Prof intervenga perche’ l’argomento e’ indubbiamente interessante e controverso.

  15. giorgio scrive:

    @ Stefano Grazia
    Ma è possibile che qualunque cosa scriva tu la interpreti come cosa negativa detta nei confronti dei genitori? E, cosa che mi dà più fastidio, cerchi di far credere a tutti che ogni volta il mio desiderio nascosto sia quello di voler i mettere in cattiva luce il tuo operato. Scusami, ma non è così, non capisco perchè non riusciamo a capirci, anzi per meglio dire non capisco questo tuo modo di fare! Io non ho mai augurato ad alcuno che il figlio smetta di giocare a tennis (per l’ennesima volta ti ripeto che anch’io sono un genitore) e mai lo augurerei. E poi, ti contraddici tu stesso in quanto affermi che la prima parte del mio post (dove parlo dei genitori, ma anche dei maestri) è condivisibile. Allora vorrei capire dove parlo male dei genitori (ho detto che alcuni genitori sono riusciti a fare anche i coach, ma che non è la regola). Sulla vicenda del coach anch’io sono D’ACCORDO (ripeto sono d’accordo, sono d’accordo, sono d’accordo, …………) con te sul fatto che date le circostanze (lontano dall’Italia, e …….) almeno una piccola curiosità di vedere Nicholas all’opera doveva averla! Ma ripeto ci sono professionisti e professionisti!

    P.S. Per essere più chiaro ti dirò che ho conosciuto tanti ragazzi che hanno smesso di giocare solo e solamente per via dei maestri, ed i genitori non c’entravano niente nella scelta del ragazzo. E questo che ti sto dicendo può succedere, anche frequentando Accademie affidabili e/o coach bravi ed affidabili (ci sono varie componenti che possono concorrere negativamente). Più chiaro di così, non posso, perchè pur volendo non lo saprei essere.

  16. salvatore buzzelli scrive:

    Relativamente allo stretching (ed anche altro se vi interessa) sul sito http://www.salvatorebuzzelli.it nella sezione METODOLOGIA troverete un mio articolo recente che vi aiuterà a chiarirvi le idee su questa metodica di allenamento.

  17. Pinot scrive:

    Stretching
    Sembra che lo stretching non solo non prevenga infortuni ma abbia un’effetto negativo sulle prestazioni dei muscoli.
    E’ entrato nella pratica sportiva per migliorare la mobilità delle articolazioni, ridurre il rischio di infortuni ed aumentare la forza muscolare. Ma la verifica scientifica ha promosso solo i benefici sulle articolazioni.
    Uno studio coordinato da Arsenio Veicsteinas, direttore dell’Istituto di esercizio fisico, salute ed attività sportiva dell’Università di Milano (presentato a Roma a novembre 2007), ha dimostrato che l’incidenza degli infortuni non viene minimamente influenzata dall’avere o meno eseguito stretching prima dell’attività agonistica. Al contrario, il dato più interessante è rappresentato da una significativa riduzione della forza massima sviluppata dal muscolo dopo periodi di stretching.

  18. stefano baraldo scrive:

    ma come ho fatto ad essere tanto superficiale?
    l’errore è stato sottovalutare la rubrica >GF!!! sì lo ammeto!!!
    pensavo in principio che fosse una discussione di “sfogo”, invecie qui si fa comunicazione allo stato puro!
    come potrei interferire in un progetto curato con quell’Amore che solo il genitore può comprendere!!!
    Lo dicevo oggi al Professore (Salvatore Buzzelli): <>
    Sapete, una volta ero con il papà di Potito (Angelo) e si discuteva come al solito di tutto, ma riferendoci a Poto… beh io gli dicevo che doveva guardare le cose con meno partecipazione perchè questo induce ad un grave errore: la valutazione Soggettiva! quella condizionata dalle emozioni! dicevo:<> lui mi rispose<> Grande Angelo
    ero partito per insegnargli e mi ha bastonato in una maniera indiscutibile!
    Saluto anche Fulvione che è un altro che quando parla devo solo stare zitto ed ascoltare…Saluto con un abbraccio Babbo Maccari!!! Lo vedo sempre così come un Coccodrillo pronto a mordere, ma che aspetta l’attimo giusto! Pazienza…
    Genitori….. Genitori!! Non vi invidio perchè deve esser dura…vi stimo!!!
    Dopo questa leccata generale gratuita
    Tecnicamente ribadisco il concetto! Non posso interferire in un progemma così accurato. cmq condivido a pieno la scelta del CIrcuito e vi propongo la mia piccola esperienza!
    Il Circuit Training, elemento centrale della preparazione del tennista, offre come concetto una vasta scelta di varianti. E’ il metodo che preferisco!!!
    Nella Programmazione, la sensibilità dell’allenatore produrrà una miscelazione dei mezzi determinante verso un continuo miglioramento FUNZIONALE! quindi diventa fondamentale la valutazione e la determinazione degli obiettivi a monte (cosa serve) e nel tempo breve, medio e lungo(quando mi serve o quanto tempo mi serve).
    Nel professionista è tutto più facile perchè gli obiettivi sono dettati da una logica chiara: l’attività professionistica! Ma i RISCHI sono tanti e le pressioni pure….
    Nel giovane gli obiettivi sono più complessi per tutti i fattori che sappiano (e che non sappiamo ancora), ma il vantaggio è che NON ci corre dietro nessuno…
    Io prendo sempre il mesociclo come punto di riferimento a breve termine (nel professionista adulto talvolta può succedere di prendere solo il microciclo per esigenze imprevedibili/correzioni).
    Il medio termine sarà CIRCA 6 mesi (4-5-o raramente anche6 mesoclicli di 4 microcicli settimanali). Nei 6 mesi possiamo veramente vedere il “raccolto” e passare ad un eventuale rinforzo (quindi prolungamento) o nella migliore delle ipotesi si può passare ad un altro obiettivo a medio!
    L’obiettivo a lungo termine per me è sempre: Salute e Crescita!
    ho rifatto confusione…dovevo elencare i vari gruppi di Circuit Training che preferisco, ma è chiaro che tutti hanno chi più chi meno una funzione di sviluppo della resistenza intesa come capacità nel interagire con la fatica:
    Intemittente Speciale (da me il più usato)
    (per l’agilità/coordinazione, la velocità/rapidità, la forza esplosivo/elastica )
    Intervallato
    (tendenzialmente verso la Potenza Aerobica, ma attraverso la muscolazione)
    Concatenato
    (ad intensità alta per la resistenza Lattacida o per la capacità Aerobica se con intensità bassa e prolungato)
    il fattore in comune è che si determina sempre uno sviluppo dell’abilità motoria in generale attraverso lo sviluppo sensopercettivo in toto (schema corporeo e schemi motori quindi consapevolezza di sè)
    Il CIrcuito tanto più sarà ricco di nuove esperienze complesse tanto maggiore sarà il risultato. Una garanzia? alternare 2 esercizi esplosivi a 1 di controllo dell’equilibrio (sia statico che dinamico)
    Nel giovane io chiedo sempre di Interpretare il Circuito. quindi dare priorità al controllo sempre, piuttosto che allo sfogo della velocità di esecuzione. in tal modo si cotruiscono gesti sempre più precisi che poi al momento giusto potranno essere aumentati e diminuiti d’intensità.
    I metodi che ora sto usando sono:
    Intermittente: percorso di circa 30″ con 30″ di recupero x 8 set (8′) x 3 set con macropause di 4-5′.
    Concatenato a Contrasto: percorso di 3′ dove alterno esercizi di salto della corda con spinte esolosive, esercizi in trazione da 10 ripetizoni, esercizi di spinta da 12 ripetizioni, esercizi di controllo e propriocezione su piani instabili.
    Intervallato 15″-15″ x 6 stazioni x 5 set con macropause di 3′ alternando un esercizio per la parte superiore ad uno per il treno inferiore. il carico di lavoro è compreso tra il 30% e 40% 1RM.
    Stretching? Io lo inserisco all’occorrenza, ma non è una regola ferrea! comunque in genere o come routine giornaliera o addiruttura (quando diventa un obiettivo a medio termine) lo inserisco con vere e proprie sedute di allenamento programmate e concordate con l’area Medica di cui faccio parte. Gli esercizi che preferisco vengono da una mia piccola personalizzazione di alcuni metodi di PNF e metodo Warton’s che entrambi si sviluppano sull’innervazione recipoca della muscolatura. Cmq deco precisare che chi si sviluppa in maniera ARMONIOSA attraverso uno sviluppo multilaterale in generè è dotato di ottima coordinazione intra ed inter muscolare e quindi ha già un’ottima flessibilità intesa come insieme di mobilità articolare ed elasticità.
    sull’intermittente c’è uno in giro che si chiama Horacio Anselmi…numero 1!
    chi cerca trova….

  19. Stefano Grazia scrive:

    Giorgio, anche tu qui mi hai frainteso: nel senso che mi trovavo d’accordo,e lo dicevo, ma puntualizzavo che etc etc Probabilmente diciamo le stesse cose ma entrambi vogliamo puntualizzarle piu’ da un nostro punto di vista,di difesa corporativistica, il mio da Genitore e il tuo da Dirigente FIT. Dai, ancora un piccolo sforzo e finiamo tutti e due a cena con Max.

    Stefano B: mi sembra che sia saltato lo scambio virgolettato con Buzzelli e col papa’ di Storace…

  20. anto scrive:

    @ salvatore buzzelli –veramente interessante il suo sito. Mi tolga una curiosità, il sense touch viene utilizzato da qualche giocatore professionista o junior in ascesa? Grazie

  21. anto scrive:

    Dal Sito di Salvatore Buzzelli:

    Consigli pratici per gli atleti.

    Lo stretching non è consigliato come metodica di riscaldamento perché è in antitesi con la necessità muscolare di elevare la propria temperatura interna a causa delle resistenze alla circolazione sanguinea indotte dall’attivazione eccentrica passiva, propria delle sue tecniche applicative.
    Si sottolinea l’inserimento delle esercitazioni di stretching, solo per alcuni secondi (non più di 7-8”) per distretto muscolare, comunque dopo aver fatto elevare la temperatura corporea a seguito di una corsetta o esercitazione similare.
    Limitare la dose e l’intensità dello stretching durante il riscaldamento pre-gara per evitare un possibile scadimento della prestazione.
    Mai eseguire esercitazioni di stretching dopo una seduta di muscolazione, per non aumentare la possibilità di traumi dell’ UMT già sufficientemente “stressata” dall’uso di sovraccarichi.
    Dedicare una seduta settimanale allo stretching (30 minuti in totale) durante la/le seduta/e di scarico.
    Integrare lo stretching con esercitazioni di slancio o mobilità attiva, ricalcando il dinamismo motorio tipico della esecuzione pratica delle tecniche sportive.
    Alla luce di quanto esposto non è razionale pensare che l’utilizzo, anche se costante, dello stretching sia sufficiente per prevenire in modo sistematico gli incidenti muscolo-tendinei, ricordando che il fattore principale di limitazione ai traumatismi è determinato dal raggiungimento di un buono stato di riscaldamento muscolare pre-allenamento e/o pre-gara .

    Finalmente un pò di chiarezza, eppure molti quarta li vedo sempre prima di fare partita, fare 10 minuti di stretching senza essersi riscaldati a dovere e alla fine patire spesso infortuni muscolari.

  22. francesco scrive:

    Certo che il mio alunno che gioca a calcio si è rifiutato di fare stretching asserendo che faceva male alla sua prepazione , forse avere qualche ragione .
    Confesso che non ho mai messo in dubbio l’utilità dello stretching , senza alcuna controindicazione , comunque a mia difesa ho l’attenuante del lavoro di mammo per i due gemelli :-) che ultimamente mi hanno preso gran parte del tempo

  23. Stefano Grazia scrive:

    Ringrazio Stefano B. per le belle parole e soprattutto per il tempo e l’entusiasmo che ci dedica e su questo penso sia d’accordo anche MadMax.Sono anche convinto che non tutti quelli che ci leggono abbiano saputo districarsi fra i termini della periodizzazione e del Circuit Training e si siano trovati un po’ persi rari nantes in gurgite vasto (che la scienza delle arti motorie e’ davvero un oceano in cui perdersi) ma anche questo e’ uno dei compiti del Blog: non solo sfogo, non solo comunicazione ma anche STIMOLO a volerne sapere di piu’, ad approfondire, a leggere studiare ricercare perche’ nati non fummo a viver come bruti.
    Allo stesso modo pero’, per non spaventare nessuno, non e’ che se io devo scrivere un post sul computer,devo per forza sapere come e’ fatto al suo interno e quindi possiamo sempre distinguere fra Programmaori ed Esecutori. In generale il Genitore dovrebbe limitarsi a fare l’Esecutore ed interagire con Preparatori e Coach PER AIUTARLI e NON in contrapposizione. Il problema e’ che spesso questo aiuto e’ rifiutato, vuoi per colpa dell’uno vuoi per colpa dell’altro e questo secondo me rimane una colpa comunque grave.
    Il Post di Stefano B e’ ovviamente di grande interesse per quanto altrettanto ovviamente non applicabile a U10-12-14. Offre pero’ molti spunti di riflessione e suppongo suscita (dovrebbe suscitare…o siamo tutti scienziati?)anche molte domande. Rimango in attesa dell’intervento dei Genitori per poi ritornare io stesso sull’argomento.
    Intanto un altro argomento di rilievo e’ la DEMITIZZAZIONE dello Stretching.

    Per il momento ringrazio ancora Stefano B. per averci offerto questo spaccato di allenamento quotidiano.

  24. Mauro scrive:

    “Il Metodo Mézières, conosciuto anche con il termine di Riabilitazione Morfologica o Posturale, è una tecnica di riabilitazione individuale elaborata dalla fisioterapista francese Françoise Mézières, che a partire dal 1947 sviluppò questo metodo che individuò la causa di molte asimmetrie posturali (scoliosi, cifosi, iperlordosi) e di molti disturbi artrosici, nell’accorciamento e nella conseguente rigidità dei muscoli posteriori del corpo. ”

    Mia figlia è stata curata da una scoliosi, in un centro ospedaliero da una fisioterapista specializzata nel metodo di cui sopra che prevede appunto allungamenti muscolari soprattuto nella parte posteriore del corpo.

  25. salvatore buzzelli scrive:

    @ Anto
    Sensotouch (che sta per essere prodotto in serie da una ditta di elettronica) lo uso e l’ho usato con i miei allievi (l’ha usato anche una professionista di alto livello). Per ora sto svolgendo lavoro di ricerca sulle possibilità di migliorare alcune qualità percettivo-dinamiche negli atleti ed in particolare nei tennisti.
    Pubblicherò i risultati appena sarà terminata lo studio.
    Attualmente lo usa la mia allieva Nicole Pafundi (’99) e tramite me, il Comitato FIT Emilia e Romagna per cui ho effettuato test di valutazione ai raduni regionali e presto se ne parlerà in qualche articolo su riviste specializzate (già concordate con gli editori).

  26. Juan Matus scrive:

    Sì, Stefano Grazia, sono il vecchio pugile che è stato suonato ma senza false modestie ha pure suonato. Ero sicuro che non avresti buttato alle ortiche la tua creatura e che saresti tornato a prendertene cura, insieme con Max. Che non è vero che non digerisco, anzi mi piace la sua ferocia agonistica degna di un combattente di razza. Vi leggo volentieri anche se a volte faccio fatica perché i miei occhi presbiti non riescono a seguire tutti i vostri lunghi interventi. Appunto, questa rubrica sarebbe molto più piacevole se riusciste a contenere in misura più breve i vostri interessanti post. In bocca al lupo.
    Saluti a tutti.

  27. stefano baraldo scrive:

    chiedo al Pugile di raccontarci esperienze, sensazioni, aneddoti …
    ne conosco uno qui ad Arezzo che ha una splendida accademia…quello che ho capito a mie spese della Boxe è che l’allenamento è CONCRETO, anche perche il combattimanto richiama all’attenzione inquanto istinto…
    Posso chiedere a Juan Matus di contribuire???

  28. Stefano Grazia scrive:

    Confesso che sono un po’ deluso: mi aspettavo un po’ di confronto, un po’ di critiche, un fiume di posts…Invece solo Stefano Baraldo e’ entrato in dettaglio… si vede che in Italia c’era il sole ed eravate tutti fuori a giocare, non ditemi,per favore, che eravate davanti alla TV a guardare Simona Ventura e le partite… Sul SensoTouch speravo che il Prof invece di rimandarci al suo sito (come da un po’ in effetti si limita a fare…) trovasse il tempo per raccontarci qualcosa … Nicholas l’ha provato la scorsa estate ed e’ in sostanza un apparecchio che misura il tempo di reazione dell’atleta in base a stimoli sonori, luminosi,etc Suppongo che oltre a fini di valutazione possa essere usato anche per ALLENARE i riflessi, i tempi di reazione… Non e’ nulla di particolarmente nuovo, gia’ Castellani parla di questi allenamenti nel suo libro Tennis Training di 20 anni fa ma quel che sarebbe nuovo e’ l’idea,da parte di Buzzelli, di racchiudere questo metodo diallenamento in uno strumento, una macchina, da portarsi eventualmente dietro, a casa, cosi’ come ti compri un powerjog, una macchina lanciapalle, una cyclette… E’ necessario nel senso di indispensabile? Certamente no. E’ utile? Certamente si. Queste cose le puoi allenare anche con dei fischietti, delle pile, dei cartelli luminosi… Non devi necessariamente essere nel laboratorio di Ivan Drago (quello che per batterlo Rocky Balboa se ne ando’ nella dacia siberiana, come ci ricorda di tanto in tanto Archipedro), ma col SensoTouch ottimizzi i tempi e hai, soprattutto,la possibilita’ di MISURARE il Test.
    Invito comunque il Prof a parlarcene direttamente sul Blog.

  29. Stefano Grazia scrive:

    Volevo anche sottolineare quanto scrive Wik, un coach italiano che lavora all’estero (nemo propheta in patria?) e che mi pare condensi in poche righe la filosofia che ha guidato i passi miei e credo di Mad Max:scrive dunque Wik (e se vogliamo e’ quello che dice spesso anche Piatti sulla sua rubrica L’Allenatore su Tennis italiano):
    “l’unica domanda che dobbiamo porci é “cosa manca al nostro lavoro per arrivare ai 12-13 anni con un bagaglio tecnico completo in maniera tale che sui 13-15 si abbia possibilitá di lavorare sulla consolidazione del lavoro svolto. “

  30. stefano baraldo scrive:

    io non penso proprio che intorno ai 13-15anni si possa parlare di consolidazione del lavoro svolto se non in casi di specializzaizione precoce.
    perchè se fosse così allora i professionisti di altissimo livello perchè hanno un coach??!!
    non capisco!

  31. andrew scrive:

    Stefano, ti ho già detto…stai viaggiando a velocità folle rispetto a quanto si fa qua…

    Non sei un vaffantennista bensì uno Stravaffantennista…

    Che cosa ti si può dire sul programma che stai svolgendo? Francamente nulla…già riuscire a portare un figlio a 11-12 anni sul campo da tennis per svolgere tutte quelle attività è un “miracolo” che hai compiuto e del quale ti va dato merito. Sono tutte attività che hai tratto da manuali, che hai appreso nelle accademie, che hai adattato con l’osservazione, che hai implementato con l’esperienza…

    Non discuterei sul programma bensì su come il soggetto (tuo figlio) svolge, sopporta, reagisce al programma e sopratutto se hai dei programmi sempre più avanzati (ma non ne dubito) affinché l’effetto allenante possa continuare negli anni…

    Io sono più dell’idea che non sia importante dargli fin da subito una tale quantità di stimoli organizzati e francamente non riuscirei neppure a trovare il tempo per organizzare la cosa né vedo Alessandro che me li richiede più di tanto…

    Come ho già scritto, siamo partiti in sordina, i primi palleggi sono venuti sui 5-6 anni sulla stradina del campeggio con rete una brandina…
    A 6-7 anni ho cominciato a farlo palleggiare sul muro in taverna (con il sistema delle stelline: più palleggi più stelline). Il top l’ha imparato giocando appunto a TopSpin sul computer e poi applicando a parete. A 7 anni ha cominciato a venire con me sul campo da tennis al circolo (ex-circolo) dove prevalentemente si palleggiava fino a raggiungere almeno 20-30-40-50 palleggi e poi partita. A 8 anni me l’hanno chiamato per la PIA CUP i maestri perché privi di ‘98 validi e ho cominciato a fargli fare qualche ora insieme ad altri bambini. A 9 anni ha rifatto la pia cup e faceva 1 ora e mezza la settimana con i maestri. A 10 abbiamo rotto i ponti per MIA DECISIONE con il circolo (il che significa anche con i maestri) e ora abbiamo raddoppiato le ore con un coach personale (il CCV), che arriva, scarica il cesto e non si ferma mai (un grande!!).

    Questa triste storia per dire che si sta procedendo per gradoni (dei piccoli salti) e ogni gradone deve essere assorbito per passare al gradone successivo. La mia idea è quella di non voler dargli TUTTO SUBITO ma di farlo arrivare gradatamente a sopportare i carichi di lavoro di un tennista se non professionista almeno SERIO.

  32. salvatore buzzelli scrive:

    Prima di sensotouch ci son stati tanti strumenti simili.
    In effetti come dice Stef.G. il sensotouch non è nulla di particolarmente nuovo, infatti serve a me per capire qualcosa di più sulle capacità sensopercettive, reattive, di concentrazione ed attenzione degli atleti che ne hanno bisogno nel praticare i loro sport, e cerco di misurare queste capacità anche sotto stress fisico.
    Secondo voi il tennis le richiede queste capacità? Si possono misurare? Come si migliora questa o quella capacità?
    Se uno si fa le domande cerca di trovare anche le risposte.
    Io mi son fatto le domande e mi sono risposto a modo mio: realizzando!!!
    Naturalmente Sensotouch si può usare anche per allenarsi. Non è indispensabile ma se per esempio voglio allenare l’attenzione e misurarne le caratteristiche ed i miglioramenti diventa necessario. Se poi mi fa evitare di sottoporre le strutture scheletriche-muscolari-tendinee-articolari alle sollecitazioni connesse agli allenamenti con palla e racchetta per ottenere medesimi risultati in queste capacità, ottenibili lavorando sul campo, allora è una cosa furba, necessaria ed indispensabile!!!!!!!
    La mia missione è trovare la strada per allenarsi di meno e con qualità e con meno traumi (come del resto intima il titolo del blog!), altrimenti tra qualche tempo seguendo il messaggio “ the survival of the fittest … “ finiremo per allenarci 24 ore al giorno!
    Per quanto riguarda “rimandare al mio sito”, è una gratificazione che faccio a me stesso, intanto per essermi costruito un sito come vorrei trovarne di altri preparatori, ed anche per il sottile gusto nel sapere che qualcuno si legge le cose che scrivo capendo chi sono da dove arrivo e dove miro, insomma solo come si può desumere dal mio sito, si capisce che non parlo per aver trovato su internet o sentito questa o quella campana.
    La campana cerco di costruirmela la faccio suonare come dico io! (scusate la presiunzione)

    P.S.
    Oggi seguendo l’ indicazione di Stefano B. ho cercato Horatio Anselmi su youtube e mi son visto tutti i filmati. Tantissimi e bellissimi.

  33. Rik scrive:

    Prof. Buzzelli, domenica 19 Ottobre al Frescobaldi di Ferrara lei ha sottoposto a test con il suo strumento i ragazzi della selezione Emilia-Romagna.
    In quanto appassionato oltre che di tennis anche di elettronica ed informatica, sono particolarmente curioso di vedere i risultati di queste valutazioni: considerato che ero presente all’esame sarei veramente lieto se mi segnalasse su quali riviste tecniche saranno pubblicati.

  34. salvatore buzzelli scrive:

    @ Rik
    Nella scheda di valutazione restituita al Comitato Regionale, vengono evidenziati i risultati ottenuti dai singoli allievi nella velocità di reazione motoria (tempo di reazione a stimoli semplici e complessi).
    Se suo figlio faceva parte del gruppo dei selezionati sicuramente avrà ricevuto il resposnso (forse la scheda è stata consegnata al Maestro del Circolo).
    Attualmente sono ancora in fase di raccolta dati e ci vorranno ancora un bel pò di rilevazioni per ultimare le statistiche ed ottenere un quadro completo per poterle pubblicare.
    Stia tranquillo che quando sarà, ne darò risonanza anche su questo blog.

  35. Mauro scrive:

    Prof Buzzelli, ho visitato il suo sito, ottimo!!! Continui così

  36. Mauro scrive:

    Per quanto riguarda la preparazione atletica giovanile, almeno sino ai 12 anni, dirò una bestialità, ma ho come l’impressione che tutto ciò che gli si faccia fare vada bene, purchè facciano, saltare, correre, rincorrere una palla senza che in questo ci sia organizazione particolare, ovvero microcicli meso cicli etc. Chiedo ai tecnici, sbaglio di molto?

  37. stefano grazia scrive:

    Stefano B: in attesa della risposta di Wik, provo a dare la mia interpretaziuone (forse errata). Io ho inteso che fosse questo quel che voleva dire Wik: PER POTER DECIDERE a 13-15 aa di tentare di diventare un PRO, a 13-15 aa devi avere gia’ un certo livello tecnico sul quale il Coach VERO puo’ cominciare a lavorare in modo da poterlo poi consegnare a 18-20 anni a un Piatti senza che questi debba riprendere in mano l’ABC dei fondamentali per correggere alcuni difetti di impostazione.

  38. Archipedro scrive:

    Ringrazio il prof. Buzzelli per averci segnalato un articolo il cui contenuto é MOLTO interessante.

    Rispetto a quanto lui dice, con argomentazioni che trovo ovviamente condivisibili, vorrei solo aggiungere (forse in controtendenza) che all’interno dei protocolli d’allenamento o di riscaldamento pre-gara le fasi di stretching hanno sempre generato (a mio parere) una benefico effetto “placebo”, il cui dubbio riscontro fisiologico (di cui all’articolo) veniva ampiamente compensato da un beneficio psicologico del tutto edificante. In altri termini io credo che la performance non sia solo influenzata dalla perfetta messa a punto della “macchina”, quanto pure da una “routine emotiva” che consente all’atleta d’interpretare la sfida nella miglior condizione mentale possibile. Rispetto a tale “rituale” l’utilità dello stretching (…) non può essere parametrata unicamente con indicatori bio-meccanici, soprattutto se, come spesso avviene, lo “stretching passivo” é uno dei rari momenti nei quali l’atleta si carica empaticamente, attraverso il contatto fisico, dell’energia (…) del proprio allenatore. Io credo che più uno sportivo é giovane più tale percezione sia fondamentale.

    Comunque ricordo che in Luglio, pochi istanti prima di rompermi il tendine d’Achille, dopo un’ora di tennis, avevo fatto un esercizio d’allungamento dei polpacci: per cui, lo ribadisco, é giusto studiare, prendere atto delle evidenze scientifiche e farle proprie.
    Quindi da ora in poi con lo stretching staremo molto attenti. Grazie ancora!

  39. Archipedro scrive:

    Juan Matus, quale “genitore suonato” saluto l’agognato ritorno del “pugile suonato” (simpaticamente detto), colui che fu effimero simbolo d’un certo stile di partecipare a questo blog.
    Credo che se vogliamo inquadrare lo sport anche sotto un profilo umano, per non dire educativo, il tuo contributo sarà prezioso…

  40. Archipedro scrive:

    Stefano Grazia, permettimi di dire che la tua frase:

    “La prima parte del tuo post e’ condivisibile. Abbiamo mai detto il contrario? No. SIAMO TUTTI D’ACCORDO tranne Archipedro e Andrew che se puoi e’ meglio servirti di un tecnico bravo,esperto, appassionato, colto,fine psicologo e che magari non ti chiede una lira piuttosto che con un coach inesperto, scarso, fanfarone, poco aggiornato,antipatico,costoso, brutto, rancoroso, bilioso e puzzolente.”

    ancorché evidentemente scherzosa, non é accettabile.

    Con questo non voglio dire che m’hai offeso. Ma solo che, nonostante tutto, non sembri aver colto quanto io sia e voglia essere professionale nelle cose che faccio…
    Tra l’altro ho citato, quale esempio d’allenatore ideale, un ex-saltatore tutt’altro che “scarso, fanfarone…”. Come pure ho ricercato un qualificato consulto da un maestro FIT…
    Insomma, ho detto molte cose per cercare di chiarire il mio pensiero…

  41. Juan Matus scrive:

    Piantatela con le polemiche personali, non servono a nessuno.
    Vorrei cominciare a dirvi qualcosa di quello che penso del lavoro dei maestri. Il compito dei maestri ha parecchi aspetti importanti. Io mi preoccupo di scegliere un maestro che ha la testa ben fatta più che ben piena. Richiedo in lui ambedue le cose, ma più l’intelligenza che la scienza.
    Alcuni non smettono mai di blaterare negli orecchi dei ragazzi, come se fossero un imbuto. Pensano che il compito dei ragazzi è quello di rifare e ridire quello che gli è stato detto, come i pappagalli. Il buon maestro, fin da principio e secondo le possibilità del giovane affidato alla sua cura, deve cominciare a metterlo alla prova, facendogli gustare le cose, sceglierle e capirle da solo, a volte aprendogli la strada, a volte lasciando a lui di aprirla. Io non vorrei che il maestro di mio nipote inventi e parli lui da solo, desidero che ascolti il ragazzo parlare a sua volta.
    Non c’è da meravigliarsi se quelli che cominciano con una medesima lezione e con uguale metodo a governare parecchi giovani di corpo e carattere tanto diversi di misura e forma, in tutta una folla di ragazzi ne trovano appena due o tre che ricavano qualche buon frutto dai loro insegnamenti.

  42. Archipedro scrive:

    Nessunissima polemica. Solo una precisazione, perchè poi, nella fretta delel sintesi, uno viene giudicato in modo sommario.

  43. stefano grazia scrive:

    Archipedro, quanto sei pedante a volte e privo di autoironia… puntualizzare la mia frase dicendo che non ho colto quanto tu sia e voglia essere professionale nelle cose che fai mi ha fatto capire,e spero lo abbia fatto capire anche a Giorgio, la grande differenza fra Genitori di questo Blog: da un lato ci sono quelli come me e Mad Max: al di la’ dei toni, noi abbiamo sempre riconosciuto la necessita’ di consultare i migliori sulla piazza e di interagire e dialogare con loro … Dall’altro invece c’e’ Archipedro che sostiene che il migliore sulla piazza e’ lui…

  44. Archipedro scrive:

    Bene, dai! Una cosa l’hai capita…! ;-)

  45. stefano grazia scrive:

    Mauro chiede ai tecnici se sbaglia di molto nell’affermare che :almeno sino ai 12 anni, (…)tutto ciò che gli si faccia fare vada bene, purchè facciano, saltare, correre, rincorrere una palla senza che in questo ci sia organizazione particolare, ovvero microcicli meso cicli etc.”
    In attesa dei tecnici, provo a dire la mia io che tecnico non sono:
    Si e No, Mauro.
    Si, perche’ correre,saltare, stare all’aria aperta COME SI FACEVA UNA VOLTA fa sempre bene in una societa’ costretta dai tempi moderni a una vita sempre piu’ sedentaria e senza piu’ giardini, cortili, campi da calciuo parrocchiali sotto casa,etc etc
    Si, se il tuo obiettivo e’ comunque fare dell’agonismo amatoriale mentre vai a scuola, MENS SANA IN CORPORE SANO, etc ertc
    No, se il tuo obiettivo e’ far arrivare tuo figlio ai 13-15 anni in pole position per decidere se si puo’ continuare e tentare di farlo a piu’ alti livelli.
    Si, se ti riferisci alla Periodizzazione vera e propria.
    No, se si intende non introdurre fra i 6-7 aa e i 12 quegli esercizi un po’ piu’ specifici di cui abbiamo parlato ricordando piu’ volte la Teoria della Mielina.
    Secondo me in molti ti daranno ragione, vedo che anche il Prof Buzzelli critica la mia battuta del Survival of the fittest, giustissimo, per carita’,ma in realta’ non vorrei che si banalizzasse … Ricordo che nei primi cento ci arrivano solo in cento e secondo me ci arrivano solo quelli che a 12 anni sono gia’ dei giocatori con un bagaglio tecnico quasi completo… Poi ci vuole testa, gambe, fortuna e soprattutto ci vuole the Gut, the Fire Inside, ma questa e’ un’altra storia.

  46. andrew scrive:

    per chi non l’avesse letto…questo articolo mi trova particolarmente d’accordo…ancorché poco propositivo…

    Djokovic il Maestro, noi non impariamo mai

    Marco Lombardo il giornale del 17.11.08

    Dieci mesi fa, dopo gli Open d’Australia, avevamo chiesto perché non abbiamo un giocatore di tennis così. Dieci mesi dopo, con il Masters nelle mani di Novak Djokovic, ripetiamo la domanda senza voler intraprendere una nuova sterile polemica con la Federazione. Anzi. Facciamo solo notare quanto segue: a livello di numeri da gennaio a oggi progressi non ci sono stati. Sì, è vero, Bolelli era numero 68 e fino a ieri era 41 e Seppi da 48 è salito a 35; però Starace e Volandri sono precipitati, Fognini non ha fatto il salto di qualità e in ogni caso 4 nei primi 100 erano e 4 nei primi 100 sono anche adesso. Facce nuove? Nessuna. E la Serbia: 3 nei primi 57. Dunque in 10 mesi non è cambiato nulla e lasciamo stare il contorno delle polemiche di Davis tra Federtennis e entourage di Bolelli che peggiorano il quadro, da una parte e dall’altra. La domanda vera invece è: si può lavorare insieme per una soluzione? Posto che la Fit qualche merito ce l’ha (risanamento dei bilanci, creazione dei Pia), abbiamo chiesto alla nostra memoria storica Silvano Tauceri di raccontarci la vita nei circoli - non in tutti ovviamente, ma nella maggioranza - cioè di coloro che poi decidono chi votare come presidente federale. E il risultato è sconfortante: molti dei soci non sanno neppure chi sia quel presidente, anche perché a tennis non ci giocano. Ad Angelo Binaghi allora diciamo: lavoriamo su questo.

    Tutto è cominciato nel 1975, con il riconoscimento del professionismo. Le federazioni hanno perduto progressivamente potere (quella internazionale ha giurisdizione soltanto sulle due grandi competizioni a squadra nazionali, la coppa Davis e la Fed Cup femminile, e sull’attività giovanile fino ai 18 anni), tutto il grande tennis è comandato dalle due organizzazioni di categoria, ATP (uomini) e WTA (donne) sovrintendono al calendario e alla gestione dei tornei, e dalla tv che è riuscita persino a far cambiare talune regole di gioco, come l’introduzione del tiebreak per accorciare la durata degli incontri. Così, in parallelo, hanno perso potere anche le federazioni nazionali, al compimento dei 18 anni i giocatori sono liberi da vincoli di tesseramento, aderiscono all’ATP e alla WTA per svolgere individualmente l’attività agonistica. Resta alle federazioni il potere per la Davis, la Fed Cup e i tornei under 18. Di riflesso il cambiamento ha inciso notevolmente sui circoli, che danno vita alla federazione e svolgono l’attività di base e soprattutto quella del tempo libero. Da una ventina d’anni devono fronteggiare la recessione degli iscritti, anche se oggi si notano alcuni timidi segnali di ripresa, e l’incremento delle spese di gestione. Due le cause principali di questa situazione. Una è individuata nella scomparsa del tennis in chiaro dagli schermi tv, in particolare dopo il declino della Davis azzurra che negli anni Settanta - sulla scia della conquista dell’insalatiera e dei successi di Panatta-Bertolucci-Barazzutti, protagonisti dei tornei più importanti - aveva creato un vero fenomeno. II tennis di oggi è profondamente cambiato da quello di una volta, quello di trent’anni fa. Sono due sport diversi, la mutazione è stata profonda: una volta era lo sport della fantasia e dell’eleganza, si giocava di fino e con regole immutate sin da quando il maggiore Wingfield le aveva codificate nel 1873. Sul campo prevaleva il talento, l’estro; si giocava rigorosamente in bianco, nei tornei e nei circoli del tempo libero. Oggi nell’ attività agonistica prevale la forza fisica e la velocità di gioco, i campioni d’un tempo, per quanto dotati di talento, non potrebbero competere nemmeno con i giocatori di secondo e terzo livello. Non veniva misurata la velocità del servizio, che oggi farebbe ridere a confronto degli ace di Federer, Roddick e gli altri che servono con continuità sui 200 km/h. E il bianco è rimasto nella storia, solo Wimbledon ha resistito all’invasione dei colori e degli accostamenti cromatici a volte assurdi ma bellissimi. LA SVOLTA Nato nel ‘75 il professionismo, è stato perso il controllo sugli atleti over 18 occupa marginalmente della Davis (poca cosa, dato che siamo in B e si fatica a battere la Lettonia) e degli Internazionali di Roma, relegati a ore notturne sulla Rai e inaccessibili a chi non ha la tv a pagamento. L’altro motivo della recessione è certamente il nuovo modo di vivere dei giovani: il tennis, soprattutto agli inizi, è uno sport che diverte poco, e quello agonistico richiede sacrifici e rinunce a comodità che ben poco sono comuni ai nostri ragazzi. La gioventù, anche nel divertimento e nei giochi del tempo libero, cerca l’aggregazione, vive in gruppo e non quasi solitària come con la racchetta; preferisce giocare a calcio, più esattamente a calcetto, oppure a basket e pallavolo, giochi più facilmente organizzami! e meno costosi. Di conseguenza il nuovo modo di interpretare il tennis agonistico e di vivere quello del tempo libero ha provocato profondi mutamenti nella gestione dei circoli e nella loro vita sociale. Alla diminuzione degli associati moltissime società - in particolare nel centro-sud - per sopravvivere ai maggiori oneri di gestione, in parallelo con la flessione degli associati, hanno trasformato campi da tennis in impianti per il calcetto, salvando il bilancio, ma provocando spaccature nel tessuto sociale. Si è persa insomma quella che era la caratteristica del club, intesa nel senso più completo: si gioca meno a tennis, si frequenta di più la palestra diventata indispensabile per evitare la fuga di soci verso circoli meglio attrezzati, si gioca molto a carte anche se il bridge ha ceduto il posto ad altri giochi meno tradizionali. E si sono così creati gruppi ben distinti, ciascuno con le proprie esigenze e modalità di frequentazione con poco in comune oltre la quota sociale. Non è raro il caso che molti associati non conoscano nemmeno i consiglieri del club. Risultato: meno tennisti praticanti, meno larga la base giovanile sulla quale i maestri posso no lavorare alla ricerca dei futuri campioni. Così è cambiato anche il modo di interpretare l’attività agonistica, che incide sempre notevolmente sui bilanci societari: se nel proprio ambito i club non trovano giocatori competitivi, ecco che per competere nei campionati a squadre li vanno a cercare in altri club che non svolgono attività agonistica o addirittura all’estero con ingaggi minimi. Ci sono decine di giocatrici e giocatori che provengono dall’Est europeo e che magari con il tennis riescono a integrarsi nella vita quotidiana. Fenomeno che si estende addirittura per le squadre dei campionati over 50 e più, club che vincono le competizioni nazionali con squadre formate da giocatori, in realtà quasi sempre maestri, ingaggiati ad hoc anche in regioni lontane. Altri esempi? In un club con sede in un paesino del Collio con poco più di duemila abitanti e certamente più noto per la produzione vinicola, ha ingaggiato un maestro croato per formare una buona squadra di serie B. Che però non può nemmeno giocare in casa perché i campi da tennis sono due e deve emigrare a Udine. E anche il tennis a squadre appartiene al passato, quando, a bordo campo, si vivevano gli incontri con entusiasmo e tifo e tutti conoscevano i giocatori. Oggi capita spesso di sentir molti chiedere «ma qual è quello che gioca per noi?». Due mondi staccati, quello agonistico e quello sociale. Ma i circoli cosa ne ricavano dai risultati delle squadre? Poco o nulla nell’immagine-promozione, ne parlano appena giornali e qualche tv locale. Il tutto però I CLUB Le racchette sostituite dalle carte. E molti non sanno chi è il presidente federale serve per sviluppare le scuole tennis da settembre a maggio, che incrementano il bilancio di gestione, e per disporre di un maggior numero di voti per le assemblee regionali e nazionali. Cose che ai soci, quelli che mantengono in vita i circoli, interessano poco o nulla, perché i problemi e le situazioni della federazione non vengono mai dibattuti nelle riunioni sociali e a chi gioca per divertimento non interessa nulla chi diverrà poi presidente federale. In pratica: i circoli non traggono lustro né altri benefici nemmeno dal grande tennis. Non si legge mai, né si sentono nelle interviste tv, che la Schiavone e la Pennetta, ad esempio, sono nate al TC Milano-Bonacossa che per la loro prima attività ha fatto in vestimenti tecnici ed economici; lo stesso discorso vale per Seppi, Starace e altri. Atleti che la federazione ha mantenuto nelle strutture federali (una volta c’era Riano, poi Cesenatico, adesso c’è il centro federale a Tirrenia) e per i quali di recente ha erogato un prestito finanziario per aiutarli a gestire la loro atti vita professionistica, creando però imbarazzo con quelli che non beneficiano di questa iniziativa… Per non parlare poi di com’è finito il caso Bolelli, punito per essersi rifiutato di giocare in Davis: al circolo che lo ospita quand’è in Italia è stato proibito di farlo allenare, pena la squalifica di tutti i ragazzini dai tornei federali. Insomma, i tempi sono davvero cambiati. Ma quello che non cambia è la situazione del tennis italiano: nell’ultimo anno non ci sono stati progressi in classifica e facce nuove nel circuito non si sono viste. Soluzioni? Quando il tennis italiano la finirà di litigare forse si potrà cominciare a parlarne.

  47. madmax scrive:

    Visto che qualcuno mi preferisce Mad….

    Caro Stefano ci si stoppa esattamente nello stesso punto dove ci si fermò l’ultima volta e questo perchè è evidente che il tempo che abbiamo o meglio che troviamo noi non ce l’ha nessuno ed anche nei grandi circoli o accademie è impensabile poter far fare un lavoro del genere.. (Io vedo ad esempio Giovanni quando lavora nel suo circolo non svolge certo lo stesso programma stilato per mia figlia e questo soprattutto perchè non tutti partono dalla stessa situazione)..
    Non a caso l’unico programma articolato l’ha stilato STEAFNO B e l’ha fatto spiegando cosa fa un adulto professionista..(ed è immagino un programma personalizzato)
    Perciò trovo che anche il “dare” il proprio programma abbia poco senso poichè mia filgia per arrivare a questo punto è dovuta passare attraverso un percorso lungo 3 anni e quindi quello che va bene per lei è certamente troppo (o troppo poco chi lo sa..) per altre bambine della sua eta.
    Comunque tanto per dare un’idea il programma comprende corsa (che con le varie andature arriva ad una ventina di minuti circa ed a volte la facciamo in salita e discesa anche se in questa maniera l’abbiamo introdotta da pochissimo tempo) stretching, tavolette propiocettive, progressioni in piano salita e discesa (anche se quest’ultime da pochissimo tempo), circuito di forza (con sprint e non), lanci con palla medica da 1 kg in vari modi, percorsi con salti, capriole, slalom, con tavolette, colpendo la palla in volo, in equilibrio proseguendo poi con vari lavori sul tappeto elastico sia con palla che non, vari tipi di navette (con ostacoli, palla medica, andature mescolate), esercizi per l’anticipazione motoria, lavori sui gradoni etc etc etc. A questo poi bisogna aggiungere il lavoro che và in aiuto specificatamente al lavoro che verrà svolto in campo (in verità anche il lancio della palla medica sia da inginocchiati o contro il muro in retroversione del bacino che servono per il blocco dell’anca e l’accorciamento del movimento di dritto e rovescio sono un aiuto specifico), come ad esempio il lavoro per gli appoggi e i caricamenti (prima solo con la racchetta senza palla, poi con palla medica, scalza e non, prima lentamente fino ad essere velocissimi, dal cesto, in palleggio fino ai punti) ma anche i vari palleggi (bendati con orecchie tappate sclazi su una gamba etc), servizi (bendati di rincorsa da rigirati passandosi la racchetta di mano in mano dovendo lanciare la pallina contro il centro del piatto corde con la racchetta a terra riprendendo la stessa poi quando la palla è in alto e quindi colpire) e vortex (non molto e usando molta attenzione)..
    Inizialmente dicevo che per arrivare a questo programmo siamo passati per un percorso lungo tre anni…
    Tanto per dare un’idea, parlando ad esempio degli esercizi sui gradoni si è passati dal farli una volta ogni tanto al farli due volte al mese oppure parlando di navette dal farli una volta la settimana a tre… E’ quindi evidente che se un bambino comincia da domani dopo cinque minuti di corsa no ce la fa più ed ecco perchè un programma di preparazione atletica deve essere stilato da chi qualcosa ne sa..

    Per quanto poi riguarda il lavoro sul campo, se ne occupa totalmente la Vavassori ed io faccio da tramite tra loro e Giovanni (anche se poi ogni tanto si incontrano) e faccio fare a mia figlia (il giorno che gioca con me) in accordo con entrambi i lavori personalizzati o quelli su cui lei ha più bisogno di lavorare, oppure ancora quel tipo di lavori che per mancanza di tempo normalmente si fanno di meno, insomma un aiuto in più….(le faccio fare un po’ di tutto, dal giocare contro il muro mentre la riprendo, al giocare tutto di dx o tutta mancina, tutto ad una mano o tutto a due, di diritto e rovescio in top o in back oppure alternato, tutto in controbalzo o tutto al volo, oppure facendole giocare una palla corta con la racchetta da adulto e poi una palla lunga con la racchettina con cui ha cominciato a giocare, facendola colpire solo quando la palla sta salendo o solo quando sta scendendo oppure una ed una prima tirando come vuole poi tirando una palla piatta in lungolinea e l’atra incrociata in top, prima di diritto poi di rovescio e poi una e una così fino all’infinito delle variazioni possibili…

  48. Mauro scrive:

    Max anche queste notizie sono un aiuto per capire, certamente non copiare (perchè come dici tu la soggettivizzazione è importante), ma capire, soprattutto per quei genitori che da poco hanno scoperto questo blog.
    Stefano G. aspettando i tecnici, specifico che mi riferivo alla sola preparazione atletica.

  49. Gus scrive:

    @stefano grazia:
    Per motivi vari sulla top ten mi sono ripromesso di fare la mia analisi alla fine.

    La famiglia media va anche inquadrata all’interno del sistema economico locale. Probabilmente io con il mio stipendio + quello di mia moglie in Egitto (dico Egitto perché sono innamorato del Mar Rosso) vivrei “oltre” come dici tu, ma in Italia siamo nella classe media, ma di quelli che comunque devono fare attenzione.

    Cercherò notizie migliori sulla famiglia Davydenko.

    Il film: pur essendo un film che a me è piaciuto parecchio e che consiglio, qualcosa da dire (soprattutto sul personaggio del ragazzino) ci sarebbe. Mi è sembrato un po’ troppo perfetto per essere verosimile. Di sicuro non assomiglia a mia figlia, ma da quel che racconti di Nicholas nemmeno tanto a lui, anche se sono sicuro che ti piace calcare la mano. :-)

    Ho come l’impressione che mia figlia + tuo figlio farebbero un bel connubio. :-)

    Anche io non avrò rimpianti ma un cruccio che mi accompagna e che mi accompagnerà è:

    ma se mia figlia avesse un talento che io non sono riuscito a scorgere, a sondare e dovessi accorgermene troppo tardi?

    Io a questo penso spesso e non senza qualche preoccupazione.

    Gus.

  50. stefano grazia scrive:

    Secondo me comunque il confronto e’ importante…fateci sapere (senza pudore o vergogna) quel che fate nel Circoilo sotto casa, all’Academy, sul campo pubblico…Solo cosi’ ci si rende conto… Altrimenti continuiamo a fare filosofia e a parlare del nulla che certo e’ molto piu’ comodo per entrambe le Categorie, quella dei Genitori e quella dei Coaches e Prep atletici (che qui mi sembrano, con la notevole eccezione di Stefano B, seguire parafrasando Andrea Paziernza e Filippo Scozzari la via del : ‘Prima Pagare, poi Allenare”
    Io per es dal post di Mad Max vedo che lui sta seguendo molto quel tipo di allenamento basato sulle Sensazioni e sui Sensi descritto gia’ da Castellani e di cui e’ un fautore anche il Coach che e’ venuto a Lagos e col quale diciamo non e’ scoccata la scintilla … Onestamente io devo confessare che questa parte dell’allenamento da Bollettieri e’ in pratica sconosciuta, almeno a livello di Short Timer (non so se la fanno a livello di Studenti che stanno per tutto l’anno) e di conseguenza anch’io non l’ho mai davvero implementata nella nostra routine pur sapendo piu’ o meno di cosa si tratta …ma quando hai le ore contate poi devi fare delle scelte….

  51. pibla scrive:

    Molto interessante quello che scrive Giorgio sulle due giocatrici italiane che è andato a trovare di recente, perché è lo specchio della situazione attuale del tennis qui da noi, dove alla preparazione atletica specifica per il tennis non viene ancora dato il peso che dovrebbe avere, per non dire che, se non a livello di primi 100 ATP o WTA, una preparazione specifica per il tennis qui in Italia non viene proprio fatta.

  52. stefano grazia scrive:

    Andrew, ovviamente c’e’ gia’ un articolo pronto per parlare anche di Circoli vs Associazioni Sportive … Adesso pero’ confesso di essere perplesso… ma come, voi Critici, eletta schiera,avete l’occasione di dirci che siamo dei peracottari, avete l’occasione di criticarci,consigliarci, suggerirci… oppure,voi Genitori, di scrivere i vostri e confrontarli con i nostri e capire appunto che l’allenamento spesso non finisce dopo il vostro pargolo esce dal circolo quelle due-tre volte a settimana anche se vi avevano sempre raccontato cosi’…avete l’occasione di raccontare le vostre esperienze…mi avete scritto email personali chiedendomi questo e quello e io vi ho sempre risposto… Adesso c’e’ la possibilita’ di un confronto a 360 gradi e voi vi fate di nebbia?
    Anche solo per dare ricevuta, mi aspetto da diversi di voi e da qualche nuovo minimo minimo altri 200 posts…
    Altrimenti davvero non ci meritate…
    Scherzo.
    PS
    Ok, Archi: cosi’ mi piaci. Non prendiamoci mai troppo sul serio … Ho avuto un sogno: c’era un colpo di stato tennistico, veniva instaurata una Dittatura e mi veniva offerta la Corona Imperiale della FIT e io subito chiamavo Mad Max alla Comunicazione & Informazione, Andrew alla Ristrutturazione, Commentucci all’Intelligence e Archipedro alla Polivalenza… C’erano manifestazioni di piazza dei pensionati dei Circoli,scioperi di coaches e preparatori, il Ministro La Russa inviava l’Esercito, a presidiare i Circoli…Io venivo pugnalato sotto la statua di Galgani durante un meeting da una congiura di palazzo guidato da Nikolic al quale ovviamente non potevo far altro che ripetere sbigottito: Tu Quoque? Il giorno dopo uscivano le Classifiche che sanzionavano per la prima volta tre italiani nei top ten a fine anno…

  53. Roberto Commentucci scrive:

    Ringrazio Andrew per aver opportunamente postato l’ottimo articolo di Marco Lombardo, la cui diagnosi è difficilmente confutabile.
    Devo dire che le tematiche espresse con notevole professionalità da Lombardo le abbiamo più volte sviscerate su questo blog.
    io credo che il sistema della Federazione dilettantistica basata sui Circoli non sia necessariamente inadatto a produrre giocatori. Esistono realtà nelle quali questo sistema riesce a produrre con continuità buoni tennisti, come accade ad esempio in Francia, come ho cercato di mostrare in un recente articolo.
    Nel nostro paese ciò che rende non competitivo il connubio circolo-agonismo è una componente tutta italiana del nostro sistema dei circoli: l’elitarismo classista, che non è stato affatto debellato.
    Esistono frange del nostro movimento tennistico che hanno visto con evidente sollievo la fine del boom di popolarità del tennis in Italia seguito all’era Panatta.
    “Ah, che sollievo, finalmente ’sti cafoni si sono tolti dalle scatole e se ne sono andati a giocare a calcetto…”
    E’ a questa anima profonda del nostro movimento tennistico che si deve l’assoluta insufficienza delle iniziative promozionali, a cui solo da poco si sta iniziando a mettere rimedio.
    La verità è che in alcune nicchie della nostra organizzazione federale, e nelle strutture direttive di alcuni circoli, NON si vuole allargare la base.
    NON si vuole fare propaganda al nostro sport.
    NON si vuole che il tennis torni ad essere sport di massa.
    NON si vuole che i campi in terra rossa vengano trasformati in campi veloci.
    NON si vuole che emerga un campione italiano, che faccia da richiamo per il movimento.

    Io, a differenza di Andrew, non credo che tutti i circoli d’Italia siano il male assoluto. Credo che non si possa generalizzare, come fa Andrew, che pretende di estrarre un assioma di valenza generale da una esperienza tutta particolare e individuale, come quella da lui fatta con il tennis club di Bassano…
    Insomma, bisogna distinguere e capire. Ci sono Circoli che lavorano bene e Circoli che lavorano male, per lo più quelli controllati da vecchi parrucconi che ragionano nel modo che ho spiegato sopra. A quanto mi consta, attualmente in Federazione, dietro l’apparente unanimismo, è in atto una lotta durissima fra le due anime del nostro tennis: quella innovatrice, rappresentata da Binaghi, e quella conservatrice, che detiene un potere di veto con il quale tenta di conservare lo status quo.
    Ci vuole, anche qui, come in tanti settori di attività del nostro povero paese, uno svecchiamento della classe dirigente. Rimbocchiamoci le maniche.

  54. andrew scrive:

    Roberto…

    neanche io, incredibilmente, credo che tutti i circoli d’Italia siano il male assoluto…

    Però, all’ultima assemblea FIT, hai forse notato qualche intervento contro l’attuale linea federale da parte di vecchi parrucconi decisi a contrastare il “revisionismo”di Binaghi? Dai, non scherziamo… O, al contrario, hai notato qualche intervento in dissenso di giovani dirigenti emergenti? Neanche l’ombra. Semplicemente vi sono circoli (anche quelli dei parrucconi, non temere) che sostengono la linea federale e altri che non intervengono direttamente ma neanche la combattono più di tanto, rassegnati, disinteressati, disillusi o che…COMUNQUE, CHE SI TRATTI DI CIRCOLI PRO O CONTRO, BRAVI O NON-BRAVI, LA RESPONSABILITà DI DECIDERE UNA NUOVA LINEA SPETTA A LORO ED è QUINDI SEMPRE COLPA DEI CIRCOLI.

    Semmai (e qui la vediamo evidentemente in modo diverso), si sta assistendo a una recrudescenza di iniziative volte a soffocare chi non la pensa come la linea federale.
    Ricordi i 12 palazzetti con cui premiare le società più disposte a buttare soldi nella serie A?
    La guardi la televsione creata apposta per dare micro-visibilità alle società più disposte a buttare soldi nella serie A (e per diffondere il verbo federale)?
    Ti piacciono i nuovi tabelloni dei tornei, a la francoise ma solo per raccattare soldini dagli NC?
    Il portavoce della federazione ti sembra un simpaticone flessibile e aperto alle critiche?
    La gestione dell’affaire Bolelli ti dice niente?

    No, Roberto, io vedo solo OCCUPAZIONE DI TUTTO IL POSSIBILE, SOFFOCAMENTO DI OGNI DIVERSITà, GESTIONE PER COOPTAZIONE.

    Proprio come nel mio ex-circolo.

    e non mi piace…

  55. Pinot scrive:

    Nel circolo “sotto casa mia” dove accompagno mio figlio tre volte la settimana, la cosa è messa in questo modo.
    Martedì e venerdì, circa dalle ore 16 alle ore 18, il bambino si allena con altri due compagni di pari età ed abilità (1999-2000). I primi 40 minuti di preparazione atletica (quest’anno non molto ben organizzata) e poi un’ora di tennis.
    Giovedì dalle ore 14,30 alle 15,30 allenamento con il maestro.
    Lunedì e Mercoledì dalle ore 15,15 alle ore 17 calcetto (palleggi, conduzione palla, slalom con palla ed altri esercizi di destrezza sempre con palla. Poi partitella. Il tutto su campo di terra battuta.)
    Domenica mattina o pomeriggio un’ora di tennis con papà.
    Tutto ciò da circa un anno.
    Sono soddisfatto del lavoro del maestro che in altro post ho definito tecnico ed empatico e del quale posso dire, non essendo esperto, di aver notato che per i primi due anni ha fatto giocare il bambino e da qualche mese ha introdotto elementi di tecnica. Il bambino si diverte e ci fa divertire.
    Attualmente sto concentrando la mia attenzione su due elementi che, di fatto, mi sono stati suggeriti dalla frequentazione di questo blog. E cioè, l’organizzazione delle attività, delle quali mi sono fatto carico e sto in qualche modo codificando e la preparazione atletica.
    Per quest’ultima ho contattato un giovane laureato in Scienze motorie e buon tennista, con il quale organizzo una seduta domenicale durante la quale penso di introdurre mezz’ora di preparazione specifica.
    Spero che dai miei colleghi Genitori e dagli esimi tecnici che frequentano questo blog mi giungano opportuni suggerimenti per la preparazione atletica del pargolo.
    Ha otto anni e mezzo e da poche settimane è passato al campo intero.

  56. madmax scrive:

    ma infatti quando molti storgono il naso per le tante ore di mia figlia sul campo ed in palestra mi viene abbastanza da sorridere poichè l’insegnamento basato sulle sensazioni e sui sensi è complementare e non alternativo a quello delle ripetizioni attuato solitamente nelle accademie (e mia figlia si allena in un’accademia..) ed ecco che perciò il tempo non basta mai… essendo però questa filosofia di allenamento poco faticosa e molto divertente, trovo sia tempo assolutamente speso bene e dico le stesse cose che penso per lo stretching…. provate a farlo poi provate a non farlo più e sentite come ci si trova….

  57. anto scrive:

    Ogni tanto mi viene voglia di raccontare un aneddoto per far capire come il mondo del tennis è assurdo………….e sopratutto quello italiano molto provinciale………Due anni fà mi trovavo ad un torneo professionistico femminile……con il Presidente del circolo nel quale sono cresciuto. premetto che io sono un amante del tennis maschile, ma segue volentieri anche quello femminile, mentre il Presidente del mio circolo è assolutamente fissato con quello femminile. Allora, come dicevo mi trovavo ad un torneo italiano, e il Presidente mi dice che vorrebbe organizzare un qualcosa di bello per il suo compleanno, ossia ingaggiare una giocatrice italiana abbastanza conosciuta per fare una giornata presso il ns circolo e fare un po’ di spettacolo. Io cosa faccio allora, con la faccia di bronzo che mi ritrovo, avvicino una giocatrice e gli chiedo se ci potrebbe essere la possibilità di averle per un pomeriggio al circolo, naturalmente dietro compenso…….Lei inorridita, gli avessi fatto nemmeno delle avanches, mi indica un suo pseudo manager con il quale mettersi d’accordo………l’ominide, sgrana gli occhi e mi dice, si forse si può fare……voglio la macchina all’areoporto che ci viene a prendere, io dico va bene, voglio l’hotel pagato per due giorni in un 5 stelle con tre singole, per me la giocatrice ed un accompagnatore, voglio che l’esibizione venga fatta dalle tre alle cinque max cinque e trenta e voglio 15000 euro……e sapete cosa ho fatto……..gli ho riso in faccia………..fossero stati tremila euro, forse, ma quindici mila per due ore assolutamente no, una rapina……metto al corrente il Pres del circolo della cosa e lui mi dice……con quella cifra per un anno non faccio pagare la sat alle famiglie, faccio il completo gratis più scarpe e regalo le racchette ai bimbi……..detto fatto! E poi si parla di promozione nel tennis……..mamma mia se sono questi i manager italiani….si salvi chi può!

  58. salvatore buzzelli scrive:

    Alleno una bambina di Bologna del ’99 : Nicole Pafundi. La seguo ormai da un anno.
    La situazione è ancora più particolare che quella di Stefano G. e Madmax.
    La bimba si allena tecnicamente con Daniel Panajotti a Verona, per cui con la famiglia, il venerdì dopo la scuola, si sposta lì per il week-end dove esegue 4 sedute di tennis (1 il venerdì pom., 2 il sabato, 1 la domenica matt.) da 1h30’ – 2h .
    Il lunedì riposa, il martedì torna a Verona da Panajotti per 2 ore di tennis, ed il mercoledì e giovedì fa preparazione atletica con me per 90 minuti a seduta.
    Prima di iniziare le lezioni di tennis esegue sempre una ventina di minuti di riscaldamento con esercizi alla scaletta e mobilità articolare.
    L’obiettivo per il momento è implemantare il maggior numero di subroutines e schemi motori nel rispetto della fisiologia propria del bambino.
    L’elemento cardine della preparazione, almeno fino ad adesso, è stato l’equilibrio statico e dinamico che ho cercato di sviluppare in un percorso ampio e variegato fino ad arrivare all’acrobatica sui tappetoni elastici. La strada non è stata semplice perché Nicole due anni fa ha subito per ben due volte un trauma importante ad un dente incisivo che le era rientrato verso il cavo orale , la prima volta, in seguito ad un urto contro un ginocchio dopo aver eseguito una capovolta, ed in una seconda circostanza, cadendo a faccia avanti giù per una scalinata, per cui ha portato l’apparecchio ortodontico fino a ottobre scorso.
    Dopo averle fatto vincere tutta una serie di timori e fobie, ora la bimba è in grado di eseguire salti ad altezze elevate (fino ad oltre 2 metri) con evoluzioni su vari piani compreso il “salto mortale” in avanti, un accenno di flikflak, la kippe partendo da supini ed un mezzo salto all’indietro con caduta sulle spalle. E’ in grado di combinare tutti questi esercizi secondo sequenze decise al momento ed ogni volta diverse e alla fine delle combinazioni prendere una alla volta con ambe le mani, al volo, due palline da tennis che io le lancio da fuori il tappeto. Insomma un Circo Equestre! Queste esercitazioni la impegnano per circa 20 minuti.
    Inoltre si esercita con 5’-10’ di sensotouch , ed esegue esercizi di ritmo e rapidità con scaletta ed ostacoli. Fa policoncorrenza con palla da 1 e 2 kg . Partenze diversificate e scatti su max 10m anche con cambi di direzione. Finisce solitamente l’allenamento con 10’ di corsa. Il tutto in circa 90’.
    Naturalmente vengono contemplati esercizi di mobilità articolare soprattutto in forma dinamica, e rafforzamento della parete addominale e lombare. A giorni riprenderemo i lanci del giavellotto da 400g. Fino a gennaio andremo avanti così.
    Nella stagione agonistica passata (in cui la vedevo tre volte la settimana), abbiamo lavorato molto con palloncini (quelli che si gonfiano a bocca) di vari colori in esercizi che prevedevano l’uso di uno, poi due , poi tre, ed infine quattro da colpire con mani e piedi cercandoi di farli rimanere in aria il più possibile. Varie combinazioni di esercizi con racchette di diversa misura e peso, con palloni da basket. Tra le varie metodiche per rendere più difficili alcune esercitazioni con la palla, ho utilizzato un paio di occhiali che all’uopo chiudevano il campo visivo o di destra o di sinistra.
    Molte esercitazioni prevedevano piccoli salti utilizzando cerchi di vario colore posti a distanze varie, piccoli ostacoli, e conetti.
    Abbiamo anche iniziato un programma articolato fatto di appoggi e posture tecniche con palla medica da 1kg, e tutta una gamma di lanci da varie stazioni (eretta, seduta, in ginocchio, supina, prona) sempre con palla medica leggera. Spazio particolare è stato dato anche alla mobilità scapolo-omerale sia alla spalliera sia col bastoncino.
    Come lavoro di sintesi le ho insegnato a lanciare il giavellotto da 400gr migliorando l’equilibrio dinamico durante la rincorsa e la fase finale del lancio vero e proprio. Lei si divertiva un mondo ed ha imparato egregiamente la tecnica raggiungendo la misura di 18 metri con l’attrezzo che arrivava di punta sul terreno ed in linea con l’asse di lancio (segno di una equilibrata distribuzione delle forze e rispetto della giusta meccanica di lancio).
    Ho molto insistito sulla ricerca dell’appoggio elastico dei piedi da un punto di vista prettamente atletico con andature tipicamente da ostacolista sugli ostacoli alti 50cm (lateralmente e frontalmente), e sull’esaurimento delle spinte nelle fasi di accelerazione dalla partenza di una corsa veloce.

    Riassumendo :
    bambina del ’99 (aprile) . peso 33kg alt.144cm
    Ore di tennis settimanali: 9-10
    Ore di Prep. Atl. settimanale: 3 + 1 che fa a Verona
    Risultati dei test di valutazione dello scorso ottobre
    10m = 1”93 5m+5m = 2″65 CMJ cm 28,3 600m 2’30”03
    lancio dorsale 2Kg a gambe tese m 4,30
    lancio dorsale 2Kg con spinta gambe m 6,20 mobilità scap.-omerale 54cm

  59. Elettra scrive:

    Ribadendo il concetto che non si tratta di una filosofia di vita, ma del tentativo di mettere una pezza ad una situazione partita male e cresciuta peggio, vi racconto come si è sviluppato l’allenamento di mia figlia.
    Ha incominciato a dieci anni, con le modalità di SAT e di agonistica che ho già descritto, ha “imparato” a giocare a tennis facendo tornei sin dall’inizio, ne faceva anche due la settimana, sempre al di sopra delle sue possibilità.
    Nle tempo è cresciuta molto dal punto di vista agonistico, il che le ha permesso di vincere con persone molto più preparate di lei, ha una visione di gioco molto sviluppata, un pò come dote personale ed un pò ,
    suppongo, per compensare le carenze tecniche ed atletiche.
    Quest’anno abbiamo fatto solo tornei open e qualche III.
    Arrivata, nonostante tutto, nei pressi della terza categoria a 14 anni appena compiuti, dopo essere stati per un test in accademia, aver deciso di provarci seriamente e scoperto che i ragazzi venivano impostati esattamente come avevamo inutilmente chiesto sin dall’inizio, risolti i conflitti interiori della figlia, abbiamo deciso di ricominciare da capo.
    Da aprile, abbiamo incominciato a destrutturarla completamente, perchè alcuni difetti di impostazione, dovuti ad una cattiva scolarizzazione ne avrebbero compromesso la crescita.
    E’ ripartita dalla SAT mai fatta, azzerando il tutto e ripartendo a cestino, è stata reimpostata da mio marito con la supervisione del maestro che aveva cresciuto lui e che purtroppo abita lontano.
    Tolta dalle competizioni, riportata a zero, sono stati sistemati i colpi ed introdotta la preparazione atletica con lo schema che ci era stato dato in accademia, grosso modo quello di madmax, ma artigianale come quello di Stefano, gli ostacoli erano pali di scopa.
    Ad ottobre è entrata in accademia dove tra preparazione e consolidamento tecnico hanno deciso di evitare i tornei sino a marzo, aprile.
    Tutti quelli che l’hanno vista mi hanno garantito che nulla è compromesso ed è ampiamente in grado di recuperare, anche perchè avendo un gioco piatto non aveva acquisito grossi difetti e poi, mio marito era sempre intervenuto anche a costo di litigare.
    Spero che la mia esperienza possa essere utile a quanti sono partititi male, non come esempio ma come documentazione.
    Tenete però presente che mia figlia non ha terminato lo sviluppo.
    Gus, aspetto le schede delle femminucce, bel lavoro.

  60. Mauro scrive:

    Grazie ad Elettra per la sua testimonianza, spero a breve anch’io di riuscire a descrivere la routine di mia figlia.
    Prof. Buzzelli, grazie anche a lei, potrebbe ricordarmi per cortesia come si misura la mobilità scapolo omerale.

  61. Archipedro scrive:

    La prima fase del mio progetto é finita in questi giorni, e sto stilando un primo bilancio.

    Ho iniziato a seguire il mio bambino, da un punto di vista sportivo, nell’Autunno di due anni fa, quando non aveva ancora cinque anni. Ma con il tennis siamo partiti alcuni mesi dopo, quando già aveva provato a sciare ed aveva imparato ad andare in bicicletta. Prima dell’estate dello scorso anno gli ho insegnato anche a nuotare: ho insomma dato la precedenza a quelle attività motorie che sono condizionate dalla paura. Con delle motivazioni legate al passato del piccolo (…).
    Lo scorso anno ha partecipato ad un corso bi-orario di basket, del quale ho seguito personalmente quasi tutte le lezioni: ritenevamo che fosse utile fargli praticare anche una disciplina sociale. Tuttavia non siamo rimasti soddisfatti (e come me anche altri genitori) della conduzione degli allenamenti-gioco. Da quest’anno, con il tempo pieno della 1° el., il problema della socializzazione non é più stringente.

    Con il 2008 l’ho introdotto all’atletica, avendo innanzitutto in mente l’esigenza dei test. In un secondo momento mi sono però accorto che la sua curiosità l’avrebbe volentieri spinto a cimentarsi in alcune prove. Conseguentemente sono partito dal giavellotto dx-sin (molto utile per pallavolo e tennis) e dal salto in lungo (dove si finalizza il lavoro che facciamo sulla corsa), per introdurlo, in un secondo momento, ai principi del salto in alto. A breve integreremo la nostra routine con un lancio d’un “peso” a due mani, tecniche varie (tenendo conto che sto ancora pensando come costruirlo).
    Ma il lavoro che ritengo comunque fondamentale é quello sugli scalini / gradoni, con l’opzione pliometrica in testa (…), e sugli ostacoli (il tutto secondo le metodologie ben illustrate dai preparatori qui presenti sul blog).

    Nota pittoresca: a Pechino abbiamo visto il giamaicano Robles cimentarsi in una sorta di riscaldamento-balletto sugli ostacoli da 1.06, con tanto di cuffiette alle orecchie. Bene, se andate sui campi d’atletica vedrete che molti hanno mutuato tale tecnica. E non parlo degli esercizi di valicamento, o dello skip, ma proprio d’una serie di movimenti danzanti che si eseguono ritmicamente, e che ricordano tanto il gioco dell’elastico di quando eravamo piccoli. Esercizio interessantissimo.

    Integriamo il lavoro sul campo con una semplice attrezzatura domestica da utilizzarsi in caso di pioggia. Nella stanza giochi (abbiamo rinunciato alla matrimoniale grande) ho realizzato una piccola tavola da arrampicata, ed ho acquistato cyclette, tapis-roulant e (recentemente) un utilissimo vogatore. Macchine che ovviamente utilizziamo anche noi. A casa pratichiamo anche aerobica con la musica, quando c’è bisogno di sfogarsi, e dentro ci si buttano tutti i movimenti del corpo libero che lo divertono. Facciamo altresì gli stacchi da fermo e con rincorsa: un esercizio che lo prende molto.

    Quest’inverno vorrei fargli praticare anche lo sci da fondo, dove mi sa che dovrò insistere: in effetti l’anno scorso ha preferito quello alpino, nonostante l’infortunio al viso (che però ha assorbito bene).
    Inoltre, quando andiamo a Grado, come é successo Sabato, e vediamo in lontananza i triestini / sloveni sui kitesurf, mi chiedo quando riuscirò a farlo salire su un windsurf… spero il prima possibile.

    Dulcis in fundo la pallavolo. Facciamo l’avviamento con esercizi frontali di palleggio, bagher e schiacciata dx-sin. Rimane ancora sullo sfondo, ma se mi diventa alto come spero…

    E’ il calcio?
    Mi impedirono di farlo, da piccolo: e forse sarebbe stato il mio vero sport, per il quale ero veramente “tagliato”. Dissero, i miei, che tra i ragazzini giravano troppi soldi… Avevano ragione. Il calcio, lo vediamo oggi, é troppo “italiano” per non diffidarne.
    Comunque, magari, un giorno… se lui lo vorrà…

  62. salvatore buzzelli scrive:

    @ Mauro : misura della mobilità scapolo-omerale
    Utilizzando un bastoncino di 120 cm graduato con cui l’allievo, posto a sedere su una panca (per eliminare l’interferenza di movimenti facilitatori) esegue una semicirconduzione da avanti fino a dietro passando sul capo impugnando alle estremità il bastoncino a braccia tese: si misura il passo minimo con cui l’allievo riesce a fare l’esercizio.
    Per curiosità dei bloggers, questo l’esercizio che fa parte della batteria di test che faccio eseguire ai raduni FIT, paradossalmente fa emergere una grave carenza di mobilità in quasi tutti i ragazzi che esamino, segno di una grave mancanza di esercitazioni specifiche per un distretto biomeccanico importantissimo che fa sentire la sua efficacia soprattutto per il servizio.
    Vedo buoni tennisti di età compresa tra i 9 e i 14 anni che evidenziano misure paragonabili a quelle di persone anziane!!!
    A completamento della disamina vorrei far presente che i giavellottisti, ma quelli buoni buoni da 90 metri per intenderci, eseguono questo esercizio anche con una penna Bic!!!!

  63. Archipedro scrive:

    L’esigenza d’un lavoro specifica sulla mobilità delle spalle (scapolo-omerale) era emersa raccogliendo suggerimenti per il piccolo dal prof. Dannisi, mio allenatore dai tempi delle medie.
    Cito lui perché in alternativa al mio “giavellotto” (ora ne ho costruito uno con un manico di scopa in alluminio, bilanciato con dei piombi… peso giusto per il piccolo) mi suggeriva il “VORTEX!!!!!”. L’ha detto ridendo, perché é diventato di moda, come una novità assoluta… in realtà si tratta di quegli attrezzi utilizzati da moltissimi anni…
    Ehh, la polivalenza…!

  64. stefano grazia scrive:

    Bravi Ragazzi…non so voi, ma io sto ricavando indicazioni e informazioni utilissime da questo “sharing”… ora aspetto ancora quelli che mancano all’appello, per esempio Nipa che si lamentava dell’eccesso di specializzazione e richiedeva un ritorno sulla terra…
    Nel ringraziare il Prof confesso che mi ha fatto sentire in colpa: stavo infatti quasi per scrivergli una email lamentando il fatto che da tempo ormai ci forniva solo informazioni col contagoccie preferendo rinviarci al suo sito… Come mi sbagliavo dunque, vista la esauriente e sontuosa analisi del suo rapporto con Nicole. Grazie Prof e perdonami d’aver dubitato! (Del resto potevo tenermelo per me e invece eccomi qui a cospargermi il capo di cenere…)

    Max, so che l’hai gia’ fatto, ma inviaci con un copia e incolla anche la schedule settimanale di Alessia alla Vavassori, cosi’ da avere un ‘idea…

  65. NIPA scrive:

    Salve a tutti.
    Ci sono Stefano ci sono!
    @ Prof. Buzzelli: oggi misurerò la mobilità delle spalle di mia figlia. Ottima l’atleta PAFUNDI che ho conosciuto sia a FERRARA (si Prof. Lei ha misurato anche mia figlia) e rincontrata a Serramazzoni (anzi mi saluti la mamma che di cui mi ha impressionato la sua determinazione e preparazione – oltre l’accento…)

    Stefano, ottimo il pensiero sullo “sharing”! Leggo e ne discuto con il maestro, magari proponendo della varianti che acquisisco qui nel blog. Con ben sai sono un cestista ed un subacqueo anche di un certo livello e quindi sto imparando (ancora direte tu e Max, SI vi rispondo, perché non vedo certezze in questo sport come invece esiste per gli altri sport di squadra…..quindi ne deduco che DEVO STUDIARE!!!)
    Ora vi descrivo la mia situazione attuale!
    Premetto che mia figlia è attiva con questo programma tecnico da circa 1 anno, prima ne effettuava giusto la metà, e l’accordo, non scritto, con il maestro è che la stesura dei programmi atletici e tecnici sono di sua competenza (comunque mi informa sullo sviluppo del programma settimanale e ci confrontiamo sui risultati anche perché, comunque, pur essendo “a secco” di nozioni “tennistiche&affiliaticoncettispecificiatletici”, non sono un neofita dello sport, anzi!..e poi CI SIETE ANCHE VOI!!)
    Per completare il quadro, il mio, anzi nostro (moglie), settore di competenza è l’organizzazione del resto (Coordinare le sedute di allenamento, iscrizioni tornei, programmare gli spostamenti, contatti con le altre ragazze di altri circoli, studio, garantire il relax con le amiche, ecc.).
    Il maestro, giovane (l’anno scorso era un 2 cat.), vero appassionato, proprietario dei campi (il Circolo è suo), ritengo, al momento, che segua mia figlia con premura e che la gestisca anche nei momenti critici (stati di influenza, stanchezza, ecc.). Soprattutto fin’ora Eleonora non ha presentato nessuna situazione di stress fisico (stiramenti, contusioni, ecc.) e psichico (va veramente volentieri ad allenarsi ed è sempre vispa). Le visite effettuate dall’osteopata, l’ultimo ha presentato un lievissimo allineamento del bacino (causa di molti problemi alle caviglie e dolori all’altezza del coccige), sono per tenere sotto controllo l’attuale verificarsi di un lieve (non si vede ma l’osteopata me la fatto sentire al tatto del palmo della mano, scompenso della muscolatura dorsale e per questo motivo stà effettuando, con costanza, esercizi antagonisti con un elastico.
    Per quanto attiene i risultati non ne so molto perché la fase di atletica normalmente la effettua prima della fase tecnica e purtroppo (ahimè!!) sono al lavoro (purtroppo lontano da casa) ma sabato scorso,dopo 1 ora di atletica, l’ho vista percorrere 8 volte 400 metri con una media di circa 1,20/25 (circa 1 anno fa mediamente sul km faceva 5,15).

    In sintesi
    bambina del ’98 (agosto) . peso 39 kg alt.145cm
    Genitori: papa (sportivo attivo e fino a poco tempo fa anche agonista ma NON TENNISTA - dirigente statale) alto 1.91, mamma (recente appassionata tennis ma non giocatrice – lavoro part time) alta 1.71;
    Scuola: 10 min da casa con PRESIDE E MAESTRE a conoscenza dell’attività di Eleonora (per cui NEMA PROBLEMA per eventuali giornate non svolte o permessi per terminare prima le lezioni) ma con l’accordo che non deve avere cali nello studio e per adesso va benissimo;
    Circolo: 6 min da casa in macchina (tempo di mia moglie) che dista 6 km
    Disponibilità di campi: SI in terra rossa (di cui uno è in fase di copertura)
    Lezioni tennis: 3 volte a settimana da sola con maestro e istruttore (per i cesti); 2 volte con sparring (ragazzino 13 anni)
    Ore di tennis settimanali: almeno 10/12, ulteriori disponibilità di ore del maestro “ON CALL”
    Ore di Prep. Atl. settimanale: almeno 5/6
    Match organizzati, per ulteriori 4 ore circa, in assenza tornei, con cat. del 97/96: sabato pomeriggio dopo allenamento e domenica mattina
    Visita osteopata e fisioterapista (in caso di bisogno per quest’ultimo): 1 volta al mese
    Altri sport: piscina la domenica mattina in caso di pioggia;
    Studio: per adesso eccellente
    Hobbies: NINTENDO (xkè NO?!?), Computer ed INTERNET (controllata!), stà iniziando a giocare bene a scacchi (IO ABBORRO!!!!) ed a suonare la chitarra acustica (beh! il papà la suona…..)
    SPESE: tutto compreso (lezioni, gare, spostamenti, forniture tecniche – ultimamente usa corde da 1,20 della Kirschbaum, ecc.) stimo una previsione a fine anno di circa 13/15.000€

    L’organizzazione della giornata:
    ore 06.45-08.00: sveglia+ studio (eventuale)+colazione+trasferimento scuola;
    ore 08.00-13.00: scuola;
    ore 13.00-14.00: trasferimento + pranzo (già preparato od in fase di ultimazione di cottura);
    ore 14.00-15.00: relax;
    ore 15.00-16.00: studio:
    ore 16.00-16.30: preparazione borsone e trasferimento campo;
    ore 16.30-18.30/19.00: lezioni tennis;
    ore 18.30-19.00: ritorno a casa x doccia;
    ore 19.00-20.00 studio e/o relax;
    ore 20.00-21.30 cena (con famiglia) e discussione post allenamento;
    ore 21.30-22.00: NANNA.

    E’ evidente che la parte organizzativa e di condotta della giornata è a carico di mia moglie. Io subentro per le specifiche attività del weekend.
    NON C’E’ ALCUN DUBBIO CHE L’ATTUALE IMPEGNO DI TUTTA LA FAMIGLIA. E’ NOTEVOLE e quindi allo stato attuale non lo ritengo più un passatempo anche in rapporto al rimante tempo disponibile mio, di mia moglie e di mio figlio di 6 anni (che peraltro non molla la presa sul tennis anche se fa basket e piscina!)

  66. stefano grazia scrive:

    Io pero’ il Vortex onestamente non lo uso…e’ troppo facile, gira comunque…Invece negli US fanno usare il pallone da football americano (lo so, un insulto per un rugbysta come me ma l’ovale da rugby union e’ troppo grosso): lo scopo e’ proprio quello di imprimergli nel lancio lo spin e farlo girare…serve per la pronazione,comunque per il servizio…da anni noi lo usiamo sempre (abbiamo un paio di quei palloncini di gomma dura) per riscaldarci 5-10′ prima di cominciare anche perche’ oltre a lanciare devi correre per prenderlo e quindi … Lo fa anche la Sharapova …ma noi abbiamo cominciato prima!
    Al di la’ dell’utilita’ o meno, credo che siano anche tutti espedienti per variare l’allenamento e tentare di eliminare la noia dell’allenamento introducendo altri sport: per es Murray gioca un doppio a calciotennis con la pallina da tennis come palla (e s’incazza di brutto quando sbaglia, mi raccontava mio figlio molto impressionato) mentre Taylor Dent lo si vede spesso fare il Doippio con la palla medica nel rettangolo del minitennis…Lo facciamo spesso anche noi … E’ sempre valido il concetto che se dici a un ragazzino svedese e a un italiano di andare a fare un po’ di tennis contro il muro che stai per arrivare e poi te ne dimentichi e vai li’ dopo 6 ore, lo svedese e’ ancora li’ a tirare la palla contro il muro mentre l’Italiano dopo 15′ e’ andato a giocare a calcio, a bere al bar, a fare un tuffo in piscina (e non e’ che avesse tutti i torti). Al di la’ della ovvia inutilita’ delle generalizzazioni (ci sono svedesi piu’ pazzi di un cavallo e italiani piu’ monocordi di un carciofo), e’ ovvio che ci sono soggetti ED ETA’ piu’ facili da allenare e altri/e meno … una volta era uno degli slogan preferiti di questo subblog ma e’ da un po’ che non lo ripetiamo ed invece e’ forse l’unico grande Verbo: non esiste un metodo di allenamento perfetto per tutti, esiste un metodo d’allenamento perfetto per te.
    Che in fondo e’ quello che dice Juan Matus.

  67. stefano grazia scrive:

    Ottimo Nipa… Alla fine io sono quello che gli fa fare meno!

  68. Archipedro scrive:

    Il problema é che gli sci piccoli, o i palloni leggeri, uno li trova. Mentre non trovo es. un mini-giavellotto. Per cui me lo devo costruire. Il principio è che, sin dall’inizio, il gesto tecnico sia effettuato tramite un attrezzo funzionale ma anche ridotto all’opportuna scala: perché anche il risultato, in scala, sia completo.

    Infatti ho una domanda tennistica: come mai, tra i sei e gli otto anni almeno, non vengono usate costantemente le palle MID? Che reagiscono agli effetti impressi ma senza pesare troppo sul piatto corde?
    Nel caso del mio piccolo stanno dando risultati veramente ottimi. Quasi subito s’é dimenticato di quelle depressurizzate, con cui giocava, senza mai scomodarsi, al terzo rimbalzo…

  69. Enzo Lo Iacono scrive:

    E’ risaputa la mia perplessità sull’intensità degli allenamenti per bambini (perché tali sono) fino a 11/12 anni. Fermo restando che solo ed esclusivamente da un punto di vista tennistico più ti alleni e meglio è (fino a un certo punto), cerchiamo, per un attimo, di immaginare di avere a che fare con dei bambini!
    Visto che viene preso spesso il riferimento dell’allenamento di Quinzi, che io, ritengo consono, la mia domanda è questa:

    Ma Quinzi è così perché si allena in quel modo?
    O si allena in quel modo perché è Quinzi?

    Ora, e tengo a braccetto il Prof. Buzzelli col suo permesso; se un bambino non mostra alcune importanti caratteristiche che già sono un indice delle sue possibilità, è il caso di sottoporlo ad estenuanti allenamenti, a rinunciare alla sua giovinezza ed alle sue esperienze non tennistiche perdute e mai più ritrovate? E’ giusto indebitarsi fino al collo, nella speranza che lo spirito santo ne faccia di lui un giocatore tra i primi 100?
    Questo non significa che devi lasciar perdere, ma dovrebbe far riflettere sulle aspettative, perché credo che a volte, anzi troppo spesso per quel che ho visto in giro, le aspettative superano la dura realtà.
    Meditate gente, meditate!

    P.S. tra qualche giorno metterò il programma di allenamento del piccolo Seby.

  70. Enzo Lo Iacono scrive:

    P.S. Sul vortex:
    Ritengo che sia l’attrezzo giusto proprio perché gira comunque (effetto ci riesco da subito). Se migliori fischia più forte! Il pallone invece rischia di far demoralizzare alcuni dopo pochi lanci.

  71. valeria scrive:

    come si gioca a calciotennis ?

  72. NIPA scrive:

    @Stefano, a proposito di variare l’allenamento, credo che sia una pratica che è sempre esistita.
    Quando mi allenavo (1976) con una squadra semiprofessionistica di basket gia allora il coach anzi il secondo (anche se era l’unico) sia in fase di riscaldamento che al termine ci faceva giocare a calcio (con un pallone di pallavolo) e come porte usavamo l’intelaiatura del canestro.
    Anche oggi spesso mia figlia dopo la fine dell’allenamento, ultimamente, si ferma con i ragazzi della SAT una ventina di minuti e gioca nella metà del campo da tennis a pallone o pallamano (senza farla rimbalzare) con la pallina da tennis, usando come porta le gambe delle sedie in plastica. Se ricordo bene, per due settimane sul campo da calcetto (quello in erba con i gommini che, tra l’altro, impiegano per gli esercizi di atletica) hanno giocato lanciandosi le palline per segnare in porta………..Ottimo metodo per timing sulla pallina… e comunque è un ottimo metodo per evitare la noia…..che per noi italiani è fondamentale!!!

  73. stefano grazia scrive:

    Tra l’altro in questo momento sono STRAINCAVOLATO perche’ non ho ancora ottenuto la sicurezza del Visto che sto aspettando da Agosto e quindi non so ancora se Gabri’ e Nicholas potranno uscire dal paese e poi rientrare (il problema NON e’ uscire, e’ rientrare…se vanno negli US poi il passaporto rimane con loro e quindi al rientro, con le festivita’, dovendo rifare tutto si corre il rischio di perdere troppi giorni di scuola…. Due sett fa mi avevano richiesto i passsaporti e sembrava fatta (ricordate che per un problema simile io non avevo potuto essere presente al funerale di mio padre) e stamattina invio una innocente mail, una di quelle per cui io mi espongo poi ad essere considerato uno spaccamaroni…e l’Addetta della Compagnia invia di risposta la richiesta di una documentazione da inviarle urgentemente…ORA LA COSA CHE MI FAREBBE VOLARE AD ABUJA PER STRANGOLARLA DIRETTAMENTE SUL POSTO e’: e se non ti scrivevo io la email, cosa aspettavi a richiederli? il giorno prima?
    Quando mi invidiate per l’apparente bella vita ricordatevi il senso d’impotenza che troppo spesso dobbiamo sperimentare anche quotidianamente…T.I.A, this is africa…il senso del fatalismo che e’ il male piu’ grande e piu’ difficile da contrastare. l’impedimento maggiore alla modernita’ e alla efficacia … Lo registri ogni giorno, sulle strade, imbottigliati in traffici (GO SLOW, li chiamano) assurdi e senza ragione e nelle beghe quotidiane (il power che se ne va e lascia le case sena luce e se non hai il generatore non puoi nemmeno fare spesa per piu’ giorni…se hai il generatore devi pero’ avere sempre il diesel…lunghe file alle gas station… piccoli e grandi soprusi ai check points, all’aereoporto, etc…(vedetevi i Mastini della Guerra…fino a 20 anni fa era cosi’ anche qui, poco meglio… entravi in aereoporto e subito al primo sportello c’era chi ti domandava: Anything for me?(Nulla per me?) e allora tu avevi due opzioni: sganciare qualcosa e passare al prossimo sportello dove si ripeteva la stessa litania oppure non dare nulla e farti rivoltare come un calzino e anche perdere l’aereo…Mi ricordo nell’89, la prima volta che rientrai in Italia: o-oh, mi disse uno: you’re in big trouble! Di solito tu attraversavi due fasi: nella prima fase3 sei nuovo e paghi, nella seconda dici: manco per il c…Non ho nulla da nascondere, non ho fatto nulla, e’ tutto in regola, non vi do un ghello, setacciatemi per due ore se volete, accomodatevi…Nella terza: ma vaffa, perche’ devo perdere tempo? Tieni…E questo?,dice quello notando che hai ancora qualche banconota (spicciolaglia, eh…si tattava di uno,due dollari, max 10… Se eri un pollo anche 100) e tu che rispondevi: questa e’ per quello che viene dopo…
    Da molto tempo le cose sono cambiate ma a volte uno si ritrova costretto a pensare che era piu’ facile prima quando qualunque cosa tu abbia fatto o non fatto, dovevi comunque pagare…Adesso, svanita la corruzione e’ rimasta l’inefficienza, l’ignavia,il fatalismo,il disinteresse.
    Per questo dico che sotto l’ombrello di una Grande Compagnia o di una Ambasciata, si puo’ vivere una vita brillante e agiata, ma se uno viene qui da solo…puo’ essere un incubo.
    Qui siamo nel paese in cui la Squadra di davis Cup che doveva volare in Bulgaria per l’incontro di qualificazione ha aspettato a richiedere i Visti tre giorni prima della data del match quando per entrare in bulgaria il minimo di attesa per un visto e’ 10 giorni…Morale: hanno dovuto dare forfait e perso per walk over.

  74. stefano grazia scrive:

    Dimernticavo di concludere: E voi direte, ma a noi …?
    Certo, vi facevo solo capire le difficolta’ nella programmazione ….
    Adesso vado acercare gli unici due posts del Papa’ di Quinzi e li copio e incollo in quanto attinenti anche a cio’ che giustamente si chiedeva E$nzo…
    Valeria: a calciotennis si dovrebbe giocare con il pallone al posto della racchetta e la pallina…Per il resto dovrebbe essere uguale, la palla puo’ rimbalzare solo una volta…

  75. stefano grazia scrive:

    DOPO AVER SCRITTO IL GIORNO PRIMA UN DOTTO E INTERESSANTISSIMO INTERVENTO SUL PRECOCISMO NATURALE E INNATURALE (che riproporro’ subito dopo) IL PAPA’ DI GIANLUIGI QUINZI CI ILLUSTRAVA Il 2 MARZO 2007 la Schedule Giornaliera di suo Figlio. Molta acqua e’ passata sotto i ponti da quel lontano marzo 07 : da allora Quinzi Jr e’ passato sotto l’ala protettiva di Piatti, ha cambiato il Coach Argentino con un Italiano (scusatemi, non ne ricordo il nome ma era stato suggerito da Piatti) e credo alo momento sia comunque Full Time a Bradenton. Comunque visto che stiamo parlando di questo penso sia utile riproporla ed ecco percio’ la sua schedule l’anno scorso, a 11 anni:

    Il cordiale rapporto mantenuto con Stefano Grazia e la sua bellissima famiglia mi spingono a rientrare una volta ancora, pur se non previsto, nella discussione per soddisfare la richiesta dello stesso Stefano
    Giornata “americana” tipo di Gianluigi presso la IMG Academy
    ore 5,30 Sveglia
    ore 6,00-6,30 1 Colazione (continentale)
    ore 6,30-7,45 Seduta di preparazione fisica con gli junior della IMG (Bester, Nishikori, Fugate,Levine, Michelle Larcher de Brito, Tamaryn Hendler e Giacomo Miccini) presso l’ International Perrformance Institute dell’Accademia
    ore 8,00-9,00 Seduta tecnica singola in campo con Nick Bollettieri e sparring di turno
    ore 9,30-13,30 Scuola 6° grado presso il Montessori Institute di Bradenton
    ore 13,45-14,30 Pranzo
    ore 14,45-17,00 Seduta a cesto singola+matches in campo
    ore 17,00-17,30 Seduta in campo di rifinitura e sintesi di fine giornata con allenatore privato argentino
    ore 17,30-18,00 Seduta di stretching
    ore 18,15-19,30 Homeworks
    ore 19,30-20,00 Cena
    ore 20,30 Riposo
    Giornata “Italiana” tipo
    ore 7,00 Sveglia
    ore 7,30-8,00 1 colazione (continentale)
    ore 8,15-13,15 Scuola 1 Media ( E’ in anticipo di un anno)
    ore 13,45-14,15 Pranzo
    ore 14,30-16,00 Homeworks
    ore 16,15-17,30 seduta di preparazione fisica (flessibilità+rapidità)
    ore 18,00-19,45 seduta tecnica con allenatore privato o matches in campo
    ore 19,45-20,15 seduta di stretching
    ore 20,30-21,00 Cena
    ore 21,15 Riposo
    Sperando stavolta di essere risultato più personale e di avere usato una forma meno dotta e più terra terra come Stefano richiedeva saluto tutti con simpatia
    Luca Quinzi

  76. stefano grazia scrive:

    ED ECCO INVECE IL PRIMO POST che ho copiato ed incollato per secondo solo per motivi strategici di sceneggiatura da Blog. Per accrescere l’interesse e la souspence ho pensato bene di farlo precedere dalla Training Routine di Gianluigi a 11 anni.
    DUNQUE l’1 Marzo 2007 alle 20:25 Luca Quinzi, il papa’ di una delle due grandi speranze italiane che si allenano da Bollettieri (l’altra e’ Miccini, non Nicholas) scriveva:
    Intervengo volentieri al blog di Ubaldo rispondendo ad un cordiale invito dello stesso nonostante la scarsa frequentazione del sottoscritto a forums in genere, principalmente per mancanza di tempo e un po’ per pigrizia.
    L’essere stato direttamente ed indirettamente chiamato in causa unitamente alla grande stima che nutro per Ubaldo ed all’amicizia che mi lega alla famiglia Scanagatta da tempo mi spingono a scrivere queste righe.
    Il mio nome è Luca Quinzi, svolgo l’attività di imprenditore, probabilmente in questo contesto meglio inquadrabile come il papà di Gianluigi Quinzi, più volte richiamato nei vostri interventi.
    Il contributo che intendo fornire attraverso una serie di considerazioni legate all’esperienza personale non vuole e non può garantire risposte ne tantomeno soluzioni alle problematiche emerse in quanto a mio modestissimo avviso non esistono univocità di analisi e quindi di soluzioni. Tuttavia alcune indicazioni generali e di principio credo possano essere formulate.
    Ammesso che il tema conduttore della sezione del blog sia il tennis e le sue interrelazioni con la famiglia e la scuola (aggiungerei l’intero contesto extrafamiliare) ,con particolare riferimento al fenomeno del precocismo sportivo, un possibile punto di partenza penso possa risiedere nella obiettività degli obiettivi. Al di là del gioco di parole ritengo che porsi obiettivi troppo anticipatamente o peggio porsi falsi e sproporzionati obiettivi rispetto alle reali prospettive del momento sia sbagliato ed in alcuni casi molto dannoso. In altre parole fasciarsi la testa prima dell’effettivo bisogno può risultare inutile ed anche pericoloso. In condizioni normali , laddove cioè non si ravvedano particolari necessità “accelerative”, il percorso evolutivo di un giovane agonista può ancora essere gestito, pur se con qualche sacrificio, in un contesto equilibrato tra componente sportiva, familiare, scolastica e sociale in genere. In condizioni eccezionali, quando tale evoluzione dovesse raggiungere livelli da suggerire scelte di vita più radicali, il problema dell’armonizzazione delle diverse componenti diventa reale e complesso. Proprio per questo in questi casi, peraltro numericamente isolati, non può esistere un modello ispirativo né una teorizzazione comune. Ogni situazione in altri termini ha la sua storia ed ogni storia stabilisce quali siano le migliori alternative possibili in quel momento atte a garantire il raggiungimento degli obiettivi preposti possibilmente non in contrasto con le aspettative di una sufficiente educazione scolastica ed in un ottica di integrità familiare.
    Ed allora l’Accademia Bollettieri, ad esempio, che conosco benissimo in quanto sede della preparazione permanente di Gianluigi può risultare a seconda delle circostanze e dei diversi punti di osservazione il luogo ideale di perfezionamento agonistico giovanile o piuttosto al contempo la sede del più esasperato consumismo commerciale in chiave sportiva. Visioni entrambe legittime perché entrambi reali e coesistenti nella stessa situazione ma profondamente diverse a seconda del ruolo rivestito all’interno della struttura: un borsista o meglio un contrattato IMG gode di un’assistenza tecnica e logistica qualitativamente molto elevata e completamente diversa da quella garantita ai frequentatori occasionali. Due realtà opposte in un unico contesto ovviamente valutabili in modi molto differenti a seconda dei diversi posizionamenti.
    Come valutazioni diverse possono essere attribuite allo stesso tipo di percorso formativo scolastico intrapreso. L’istruzione americana infatti, se da un lato garantisce migliori condivisioni con l’esercizio della pratica sportiva agonistica e se di fatto permette di coltivare una migliore cultura sportiva, d’altro canto obbliga , per diversità e carenze tematiche, un difficile eventuale reinserimento nel sistema scolastico nazionale.
    Ancora considerazioni possono essere riposte sull’indispensabilità o meno di un approccio necessariamente esterofilo all’assistenza tecnica ed anche qui la risposta possibile non può essere univoca. In Italia, come altrove, esistono casi di eccellenza professionale paragonabili ai migliori livelli internazionali così come offerte qualitativamente scadenti, peraltro individuabili anche fuori confine. Neppure la ricerca spasmotica di professionalità “prestigiose” è sinonimo di scelta sicura. Il feeling non lo si costruisce, perché nasce spontaneo e si matura solo col tempo. Gianluigi ad esempio è affiancato da due anni ad un bravissimo ragazzo argentino, giovane ed assolutamente poco noto e seguito a distanza da uno dei migliori coach del mondo, peraltro italiano, invece molto più noto.
    Putroppo è il punto di incrocio tra domanda e offerta che attiva un progetto e questo punto risulta spesso difficilmente individuabile vuoi per divergenze di natura economica, vuoi per eccesso di sbilanciamento tra la qualità dell’assistente e quella dell’assistito con ennesimo richiamo al concetto dell’obiettività degli obiettivi. Acquistare una Ferrari per un bambino senza pratica automobilitica può diventare sconveniente per la sicurezza del piccolo e l’immagine della casa automobilistica. Acquistare la stessa Ferrari per un bambino con esperienze maturate in pista può iniziare a diventare conveniente per entrambi. Acquistare la Ferrari per un campione di F1 è assolutamente legittimo, ma di fatto non accade perché a quel punto la Ferrari gliela regalano.
    In ogni caso torna sempre in ballo l’obiettivo preposto ed il livello di responsabilità nella sua valutazione.
    Sei hai la volontà e le possibilità concrete di diventare un giocatore professionista, a mio parere può valere la pena di giocarsi le proprie chances; in assenza di ciò è preferibile calibrare le aspettative in funzione dei possibili rischi.
    Legittimo chiedersi a questo punto quali siano le “concrete possibilità”. E qui entra in gioco con connotazioni potenzialmente pericolose il fenomeno del precocismo sportivo.
    L’esperienza personale mi suggerisce a proposito che ha valenza un solo genere di precocismo, quello naturale, con genesi spontanea e non finalizzato, perlomeno nella fase iniziale, ad alcun traguardo.
    Purtroppo i rari casi di precocismo naturale inducono un secondo tipo di precocisimo, quello più frequente, che nasce in maniera non naturale, non spontanea, forzata dall’esterno, nei casi più frequenti dalle passioni familiari, qualche volta accompagnata dai media come qualche illustre testata nazionale negli ultimi tempi purtroppo ci ha insegnato con quanto meno discutibili esaltazioni di fenomeni assolutamente non eccezionali.
    Risulta fortemente finalizzato al raggiungimento di obiettivi ambiziosi da perseguire, spesso gli stessi mancati da coloro che lo stimolano.
    Il precocismo naturale è molto raro, un caso ogni tanti, ma presenta sufficienti basi di affidabilità per il futuro. Moltissimi sono invece i casi di precocismo non naturale , ma purtroppo la facilità di costruzione iniziale non è spesso accompagnata da garanzie di successo finali.
    Conclusioni: gli isolati casi di precocismo naturale a differenza degli altri, proprio perché rari, non possono essere iscritti in modelli di comportamento o teorie specifiche e le scelte conseguenti devono adattarsi alle specificità degli stessi. Non esenti da grandi sacrifici e impegnative decisioni presentano l’immenso vantaggio di saper attrarre opportunità e non di doverle cercare ed allora la scelta di un maestro o piuttosto quella di una scuola o della logistica di una attività rimane più facile.
    Dimenticavo. Abbinare il concetto di precocismo, anche naturale, con quello di eccezionalità o peggio di successo garantito è la cosa più stupida che ci sia. Anche qui non esiste una regola: a chi ricorda i trionfi infantili di Nadal, di Roddick, della Sharapova o delle Williams, mi piace replicare che il giocatore più forte di sempre, al tempo Roger, ha iniziato a vincere qualcosa a 17 anni.
    Lo spazio ed il tempo, se si vuole c’è per tutti, basta cercare e sapere aspettare.
    Un caro saluto a Stefano Grazia, amico cordiale di tante giornate trascorse alla Bollettieri Tennis Academy, a Fulvio di cui ricordo le piacevoli chiacchierate al Tennis di Portosangiorgio, che non è solo il papà del bravissimo Fabio ma anche di una splendida figlia , infine un affettuoso abbraccio a Giancarlo ed Ubaldo con cui mi complimento per la qualità del suo forum.
    Spero di non essermi dilungato troppo e di non avervi troppo annoiato. Caso mai l’avessi fatto perdonatemi, sarà molto difficile riincontrarmi in un blog
    Con amicizia
    Luca Quinzi

  77. salvatore buzzelli scrive:

    @ Archipedro
    Se può essere utile, i giavellottini da 400g in lega (91 Euro) li puoi trovare presso la ditta Felsina di Bologna.
    In alternativa c’è un simpatico Kit “IAAF KID’S LANCIO” della Ditta Volleysport di Torino.
    Guarda su internet.
    Salutami Giorgio Dann quando lo vedi.

  78. francesco scrive:

    Mi intrometto nella discussione per una mia perplessità riguardo lo stretching , vedo che il programma di Quinzi junior prevede 30 minuti al giorno , mi sembra che sia in contrasto con la teoria dell’inutilità di questo tipo di allenamento

  79. Avec Double Cordage scrive:

    Complimenti a tutti!

    Questo blog sta sempre di più diventando uno strumento che potrebbe sorreggere una crescita del tennis in Italia, non penso ci sia nulla di simile in nessun altro paese, nemmeno negli USA, o si? Stefano tu ne dovresti essere a conoscenza.

    L’articolo di Marco Lombardo riportato da Andrew è un ottima analisi concentrata di quello che si va dicendo da tempo anche su questo blog come ha scritto Roberto che fa bene a marcare l’aspetto nocivo di certe tendenze elitaristiche radicate in una parte non trascurabile di chi frequenta e gestisce i circoli, l’unica cosa che manca e l’appunto che a differenza di altri paesi da noi mancano i campi pubblici …e si tende a dimenticare che costruire dei campi è sicuramente più facile che cambiare la testa a delle persone, specie dei vecchi funzionari.

    Comunque questo è un aspetto che può interessare il blog G&F solo marginalmente, in quanto la presenza di campi pubblici potrebbe facilitare certi allenamenti extra, ma visto che la parte centrale di G&F è più come creare un agonista partendo da un bambino che già è interessato al tennis (e che già ha un campo dove allenarsi), piuttosto che come fare interessare e provare il tennis ad un bambino.

    Trovo però che altrettanto utile al tennis italiano che G&F potrebbe essere un ulteriore rubrica dedicata essenzialmente a tematiche di COME ALLARGARE LA BASE DEI GIOVANI E BAMBINI, quindi di come organizzarsi per trovare o costruire campi pubblici, come riportare un po di tennis di alto livello (grande slam) sulla TV in chiaro anche se in differita e su reti locali, come organizzarsi per trovare racchette usate da regalare a bambini di immigrati etc.

    In quanto da questa base poi escono i figli che possono usufruire di G&F

    Andrew e Archipedro mi pare che facciano più parte di questo filone dedito ad allargare la base, che del filone puro G&F - quello dedito principalmente se non esclusivamente a creare un agonista (Madmax sarebbe un esponente principale di questo gruppo, e nonostante la sua moltitudine di interessi anche Stefano), anche se probabilmente ormai anche i figli di Archipedro e Andrew si stanno avviando anche loro ad essere soggetti del tema di G&F

    Ma mi sembra di capire che Andrew con il suo vaffantennis-team stia arruolando oltre a suo figlio anche altri bambini, anche figli di immigrati al tennis

    …e la sua idea dell Vaffantennis comunque non è quella di sostituirsi ai circoli (come erroneamente alcuni pensano) ma solo di affiancarsi a loro nel compito di arruolare nuovi tennisti bambini, il compito che come ha spiegato Roberto in alcuni circoli e non pochi viene volutamente messo in secondo piano

    Stefano grazie di non avermi incluso nel tuo staff di golpisti, avevate o avrete comunque il mio supporto morale ;)

  80. Gus scrive:

    @Roberto Commentucc:
    “ La verità è che in alcune nicchie della nostra organizzazione federale, e nelle strutture direttive di alcuni circoli,
    NON si vuole allargare la base.
    NON si vuole fare propaganda al nostro sport.
    NON si vuole che il tennis torni ad essere sport di massa.
    NON si vuole che i campi in terra rossa vengano trasformati in campi veloci.
    NON si vuole che emerga un campione italiano, che faccia da richiamo per il movimento.”

    Neanche io, però la situazione l’hai descritta tu e quando dici NON allargare la base dici che diminuisci considerevolmente le probabilità di trovare un campione, che significa non avere il traino, che significa…….

    “Io, a differenza di Andrew, non credo che tutti i circoli d’Italia siano il male assoluto.”

    Ma non esiste mai un male assoluto. Esiste una priorità, che per la Federazione dovrebbe essere lo sport agonistico di base e di vertice e quindi evitare di sostenere e strutturare il sistema nel tentativo di far convivere attività sportiva e attività agonistica. Ma ne parleremo nel post che arriverà.

    @andrew:
    basterebbe un Binaghi in stile bolelliano per ottenere una vera rivoluzione?
    Una piccola notazione:
    per i vecchietti come me che hanno voglia di fare ancora qualche torneo il tabellone alla francoise, come lo chiami tu, piace.

    @madmax:
    “che penso per lo stretching…. provate a farlo poi provate a non farlo più e sentite come ci si trova”
    Nel senso che è meglio farlo o non farlo?

    @anto:
    ma come era classificata, parliamo di top ten italiane?
    In ogni caso, una sola parola “scandaloso”.
    Quindicimila Euro + 5 stelle + … per due ore di esibizione.

    @elettra:
    Ho dovuto rallentare perché tra allenamenti miei, di mia figlia e la scuola alla fine mi rimane poco tempo. Però a breve, lo prometto: Datemi ancora qualche giorno. Un piccolo cenno sulla Petrova però lo possiamo citare anche perché non è una top ten :-)
    Ha cominciato a giocare in Egitto, al Cairo, dove si erano trasferiti per lavoro i suoi genitori. Ma chi sono i suoi genitori: semplicemente la mamma medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Montreal nella 4×400, il padre è uno specialista nel lancio del martello. Poca Russia, ma molta Polonia e Olanda (a causa del suo ex-fidanzato). Ha un bel caratterino e licenzia allenatori tipo Zamparini o Cellino :-), il penultimo perché lei vuola anche divertirsi, ma questo non la lasciava andare in Discoteca. :-) Lo scorso anno aveva pensato di smettere ma poi con il nuovo allenatoreha ritrovato la voglia. Il suo motto è:” gioco per vivere e non vivo per giocare”.

    Fonte: Matchpoint

    “Gus, aspetto le schede delle femminucce, bel lavoro.”

    Grazie.

    @tutti: in effetti non abbiamo mai parlato delle corde. Io, sempre da profano, eviterei i monofilamenti con i bambini. Ma magari sbaglio. :-)

    Gus.

  81. Gus scrive:

    @stefano grazia:

    caro stefano, ti ringrazio di cuore perché non ricordavo di aver letto questo secondo articolo del papà di Quinzi. A me ha dato conforto nell’idea di non aver ancora sbagliato del tutto la mira.

    Gus.

  82. angelica scrive:

    scusate l’off topic
    @Gus
    grazie per leggere con tanta attenzione matchpoint…e gli articoli sulle russe ;)

  83. andrew scrive:

    ma, per quanto riguarda i circoli e il tennis italiano, io ne faccio più un discorso di “ambiente”:

    al momento vige l’”ambiente” -> SE LO VUOI, E A NOI NON INTERESSA PARTICOLARMENTE IN QUANTO SIAMO COMUNQUE DEPOSITARI DI REGOLE, NORME, TESSERE, LEZIONI E CAMPI, ALLORA TI FACCIAMO DIVENTARE FORTINO.

    Io vorrei passare invece all’”ambiente” -> SE LO VUOI, E NOI TI INCORAGGIAMO A FARLO VISTO CHE SIAMO NON SOLO NOMINALMENTE DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE, ALLORA TI FACCIAMO DIVENTARE FORTE.

    Per creare questo tipo di ambiente, bisogna volerlo…e ci vorrebbe una linea federale a supporto…che ovviamente non c’è…

  84. madmax scrive:

    per Gus faccio il copia incolla della rispoosta che ti avevo dato nella sezione ormai chiusa riguardo il disocorso dei top ten…

    Gus, tanto per cominciare io non devo e non voglio convincere nessuno, io esprimo la mia opinione poichè certe problematiche le sto vivendo giorno per giorno, oltretutto come avrai letto, Fulvio ti ha dato le stesse mie risposte… Ma a mio avviso tutto parte da un concetto errato di partenza che è evidenziato anche nel bellissimo resoconto che hai fatto sui top ten maschili..

    Premesso che da tale resoconto si evince intanto che nella maggior parte di quelle famiglie è presente un alto grado di cultura sportiva (che come ho sempre sottolineato trovo fondamentale), l’errore che fai a mio parere è quello di collegare le classi sociali al tennis agonistico. Mi spiego meglio:
    Al di fuori del tennis una famiglia benestante non ha problemi e può fare bene o male ciò che vuole senza rinunciare a nulla. La classe media non vivrà nel lusso ma si barcamena dignitosamente. Nel tentare la scalata al vertice delle classifiche mondiali tutto questo non ha valore poichè una famiglia di classe media da sola non ce la potrà mai fare nemmeno vendendosi la casa (se hanno già estinto il mutuo), poichè a ritmi di 50.000 euro all’anno di media è molto dura… Ma anche una famiglia benestante non è detto che che metta a rischio così tanti soldi per un sogno…
    Se a questo poi aggiungiamo che i top ten attuali hanno cominciato a giocare 10/15 anni fa quando ancora il tennis non era super tecnico come quello di oggi e nemmeno considerato come possibilità di uscire dalle favelas o anche semplicemente come lavoro il quadro dovrebbe risultarti ancora più chiaro..
    Mia opinione è che più si andrà avanti e più sarà difficile visto che tra 10 anni ci saranno da battere anche le cinesi… Nella speranza che non comincino a far sul serio anche gli africani….

    Per quanto riguarda lo stretching, io penso sia fondamentale….

    I post di babbo Quinzi…
    Premesso che considero i suoi post molto equilibrati penso però che le diverse scelte da fare non debbano dipendere necessariamente dalle “garanzie” tecniche del proprio pargolo ma soprattutto dagli obbiettivi di partenza, perchè di balle non ce ne sono e a 9/10 anni i migliori sono sempre quelli che giocano di più, siano figli di maestri, di presidenti di circolo o di genitori pazzi tipo Mad Max e Stefano Grazia… E che poi spesso escano solo da questi quelli che poi continuano a vincere anche dopo dipende solo dal fatto che sono sempre e solo questi che grazie agli stessi genitori continuano a lavorare di più e meglio (insomma come succedeva da piccoli) aiutati e “spinti” poi anche dai risultati… Perciò dal momento che si decide (e come scrivevo in risposta a Gus, che molti top ten abbiano dei genitori sportivi non è affatto un caso e dimostra come le carriere spesso siano decise a tavolino e con netto anticipo) per l’intraprendere una carriera sportiva è auspicabile che si cominci fin da subito ad avere tutto il meglio possibile a disposizione…

  85. madmax scrive:

    Ah a proposito per Avec Double Cordage ma anche per gli altri…

    Se volete divertirvi un po’ acquistate questo libro di Ettore Trezzi:

    OLTRE LA RETE DEL TENNIS

    Paolo Acco Editore

    Dubbi non v’erano ma fa sempre bene ricordarselo…

  86. mielik scrive:

    ciao a tutti..ho saputo che Alessia è nuovamente in attività alla grande..quindi caro Max..salutala.e la saluta mia figlia..spero di rivedervi presto e organizzare una giornata x farle giocare assieme..che ne dici???
    Inoltre sono curioso di capire chi è NIPA in quanto anche io ero a Ferrara..e anche la mia è del 98…pero’ nn riesco a a collegare la bimba con il rispettivo Papa’…poi nell’ambiente ci conosciamo un po tutti..in quanto ritengo di aver portato la mia un po a far tornei ovunque…almeno qui al centro nord…

    di nuovo complimenti a tutti…vi leggo con piacere

  87. anto scrive:

    @Gus –Era nelle top 100. Nella parte bassa della forchetta ossia quella che va dalla 50 alla 100.

  88. Mauro scrive:

    Domanda per tutti i genitori, quanto fanno i vostri figli di cesto in percentuale rispetto alla lezione complessiva di tennis. E per i tecnici, quanto dovrebbero fare rispetto al totale di cesto? E perchè?
    Grazie a tutti per le risposte.

  89. madmax scrive:

    Mielik dovrei sapere chi sei prima, almeno un indizio….

  90. stefano baraldo scrive:

    ho letto sicuramente con superficialità…ma intuisco una mancanza di allineamento nell’attrezzo da lanciare al fine di favorire il servizio…
    c’è a chi piace il giavellotto, a chi il vortex a chi la palla…. per me tutti giusti…purchè si lanci!!!! io da Discobolo propongo anche il Disco ma lo stesso “lancio del saso”" diventa uno strumento indispensabile! Io con mio padre (che faceva prove multiple da ragazzo per integrare la preparazione del Calcio, che poi divenne Discobolo, che poi divenne Allenatore specialista di salti e lanci FIDAL) andavamo spesso in riva al lago la domenica per pranzo…lui mi faceva vedere come con un sasso piatto riuscisse a fare fino a 5 -6 rimblazi sull’acqua…io imitavo…2 settimane fa, quando io ora ho 28anni e lui 61, mi è capitato casualmente di stare insieme sulle rive di un fiume, ho preso un sasso enorme è lìho lanciato tipo deficiente…però godevo come un drago in quel preciso istante!!!
    il senso??? Lanciare Lanciare Lanciare di tutto, ma mai perdere di vista lìobiettivo del lancio (lunghezza, precisione)….
    quindi vi rivolgo una domanda: ma il lancio del Disco dove l’abbiamo messo ? perchè non se ne parla nel tennis? eppure se si guarda la biomeccanica del lancio si nota come nessun altra tecnica di lancio si avvicini in modo quasi impressionante al dritto del Tennis…. e il martello..vale lo stesso per il martello ed il rovesciobimane…
    ciao amici

  91. Enzo Lo Iacono scrive:

    Sante parole Stefano!
    Per quanto riguarda al cesto, le scuole di pensiero sono molte e come al solito trattandosi di tennis non esiste un verbo.
    Io personalmente preferisco far giocare dei match il più possibile, magari enfatizzando o penalizzando alcuni colpi o errori (esempio doppio punto perso a rete se curo la profondità di palla o lo spin, ecc.) e cercando di creare il più possibile continuamente la reale situazione di gioco: e cioè non sai mai come, dove, quanto veloce ti arriva la palla e con quale rotazione.
    Il cesto lo uso raramente e solo quando devo effettuare peculiari correzioni tecniche; tutto il resto è tennis giocato contro un avversario.
    Il tennis che “sono costretto” a predilire è quello fatto di servizio e risposta; al massimo 3 colpi, ma forse solo perché il mio circolo ha quattro campi, tutti in green set. Ma forse è meglio così! Non c’è di peggio di un giocatore che aspetta e aspetta ………. che arrivi l’autunno e cadano le foglie!

  92. Archipedro scrive:

    Ciao Avec Double Cordage.

    Partecipo a questa discussione perché il blog si chiama “genitori e figli”, e ritengo che possa essere frequentato da persone che sono alle prese con i miei stessi problemi di “avviamento”. Però hai ragione quando parli dell’esigenza di “allargare la base”, ovvero, io direi, di far letteralmente sopravvivere alcuni sport. Che da anni sono in caduta libera. Io vorrei dare il mio contributo diretto ad esempio nell’atletica, dove sono stati fatti molti errori. Forse a breve lo farò.

    PROPOSTA INDECENTE
    Per quanto riguarda il tennis un “gruppo” come quello di G&F potrebbe scegliere un piccolo tennista meritevole, condizionato dai soldi, non necessariamente italiano, e sponsorizzarlo. Io sarei ben felice di tirare fuori una quota per aiutare un giovanissimo a pagarsi le spese per i tornei. Sarebbe anche un segnale interessante nei confronti della Federazione, a dimostrazione di come il talento vada premiato attraverso la creazioni d’un rapporto affettivo e non meramente economico.
    In altre parole nel tennis spesso non mancano i soldi (…) ma, forse e piuttosto, la solidarietà e la condivisione: manca la passione di chi dovrebbe trasmettere entusiasmo, e motivazioni… da cui poi hanno origine i movimenti di pensiero e d’azione.

    Non so se sia la congiuntura economica sfavorevole, o altro, ma questo “bad mood” che avvolge tutto, questa nebbia fatta di rancore, non giova allo sport. E mi stupisco che tanti genitori che sono stati sportivi veri come me non capiscano che devono semplicemente cambiare linguaggio… E considerare il tempo che trascorrono con i figli non un SACRIFICIO ma un PRIVILEGIO.

    Ecco, quando dico queste cose sembro fuori luogo. Ed é un peccato. Perché non c’é miglior luogo di questo per farlo…

  93. Archipedro scrive:

    Prof.ri Buzzelli e Baraldo,

    conosciamo l’atletica e sappiamo bene che un’attività d’avviamento precoce non esiste: grave errore.
    Neppure si trovano gli attrezzi in scala idonea per consentire ai piccoli di coltivare con essi il giusto rapporto fisico-affettivo (mi ricordo che il mio primo pallone da pallavolo in pelle lo annusavo, gli mettevo la crema…). Voi sapete bene cosa significhi “sentire” il disco, o il peso… A parte 91 euro, che hanno un senso se il giavellotto viene usato da più ragazzi, i gr.400 per il piccolo adesso sono troppi.

    Per cui vi chiedo:
    non potremmo pensare, per la policoncorrenza, a degli specifici attrezzi es. ad un martello senza filo, e con due maniglie, il cui peso in testa possa essere modificato (tipo con i piombi che usano i sub).
    Perché a mio parere l’uscita dalla mano del disco complica non poco l’esercizio ai bambini. Ed il peso é troppo freddo e scivoloso. Il martello vero e proprio é poi decisamente (…) pericoloso.

  94. Mauro scrive:

    Prof. Buzzelli, grazie per la risposta, ho tra l’altro visto le immaggini nel suo sito che sono state molto chiare sulla misurazione della mobilità scapolo omerale, piuttosto, la misurazione viene fatta, dalla parte interna, cioè da pollice a pollice o esterna, da mignolo a mignolo?

  95. stefano grazia scrive:

    Da Bollettieri l’allenamento dei Gruppi del Summer e Easter Camp (che NON e’-lo sapete da me, lo avete letto anche da Quinzi Sr-lo stesso allenamento elitario dei Full timer) al mattino fanno cesto con un coach da una parte e massimo 4 alunni dall’altra. I gruppi sono di una ventina, quindi 5 coach piu’ un HEAD COACH. Non fanno solo cesto, ogni tanto li fanno palleggiare fra di loro o giocano dei drill points.
    Nel pomeriggio invece e’ sempre MATCH PLAY. Si giocano sempre dei sets.
    Alla Strategy Zone dopo i primi anni in cui per imparare i movimenti si e’ usato molto il cesto, ultimamente si usavano invece molto i drills e i patterns (gli stessi che ho tentato confusamente di spiegare nell’articolo introduttivo).
    Robert Langsdorp, il Bollettieri della West Coast, colui che ha insegnato o aggiustato i fondamentali da fondo campo a Tracy Austin ma anche alla Myskina e alla Sharapova, dice che lui fa solo cesto, tonnellate di palle al cesto …
    Mardi Fish diceva cxhe per ricostruirsi il dritto Todd Martin gli ha fatto fare moltissimo cesto, all’inizio anche con l’handfeeding, lanciandogli cioe’ le palline con la mano. Lo stesso ,ho letto su Match Point, dice la Pennetta.
    E’ evidente che quando devi costruire un colpo (e quindi all’inizio e coi bambini) il Cesto risulti ancora molto importante. Come molto importante e’ anche passare al piu’ presto alle palle LIVE. Secondo me SENZA abbandonare del tutto le palle al cesto. Due anni fa mi ero reso conto che il Rovescio di Nicholas non era all’altezza del dritto e che era stato trascurato dai Coaches della Bollettieri troppo preoccupati di costruirgli un “weapon” col dritto. Al Rovescio, dicevano, ci penseremo poi. Ed invece alla fine mi sa che ci abbiamo pensato noi: per oltre un anno, in Angola, ogni allenamento iniziava con un’ora a volte due di cesti handfeeding partendo dalla linea del servizio e poi retrocedendo, usando poi anche la racchetta, la ball machine,il palleggiatore, ma soprattutto l’handfeeding. Con la sinistra, a due mani,a una mano, slice. Tonnellate di palline. Poi andava da Bollettieri e magari gli dicevano un paio di cose, gli aggiustavano qualcosa, comunque rimanevano sempre piacevolmente sorpresi dei miglioramenti. Il credo di Bollettieri rimane lo spostarsi sul dritto appena puoi e l’inside out/inside in e’ anche il miglior colpo di Nicholas insieme con l’angolo stretto di dritto, ma sicuramente il rovescio non e’ piu’ una debolezza, anzi, e io credo che il merito sia stato di tutte quelle palle al cesto. OVVIAMENTE IO SONO STATO FORZATO AD USARE QUESTO SISTEMA non essendo sufficientemente bravo per reggere sempre un perfetto palleggio con l’allievo come invece un bravo maestro o palleggiatore sa e puo’ fare. Ma credo che comunque un po’ di cesto ogni tanto possa fare sempre bene, soprattutto se si parla di bambini ancora in costruzione.
    Ancora oggi continuiamo a fare un’ora o due di cesto a mano alla settimana: lo chiamiamo “CLEANING”, pulizia, per scrostare la ruggine, pulire i colpi… Quando ho la possibilita’ di avere i Kienka Kids invece uso anch’io il sistema di Enzo. Al palleggiatore chiedo di palleggiare e correre e se non corre o non ne ha voglia (la palla al cesto e’ meno faticosa…) lo licenzio.

  96. NIPA scrive:

    Ciao Mauro (..sono ancora in debito con te…),
    ti dico la mia…..
    Nell’ultimo periodo (legato all’obj mensile e/o settimanale della specifica attività di preparazione), nei giorni che si allena sola con il maestro, almeno il 50% del tempo (circa 1,5 h) della parte dedicata alla tecnica (prima c’è atletica ed il resto è match con handicap, solitamente) è dedicato ai cesti (l’istruttore le fornisce le palle ed il maestro, posto al suo fianco la corregge) con batterie di 5/6 serie da almeno 20 palle consecutive (senza soluzioni di continuità) per ciascuna esecuzione/situazione da allenare (questo è quanto normalmente mi riporta mia figlia e corrisponde a quello che ho visto venerdì scorso qunado eseguiva la chiusura lungo linea e/o incrociata in situazioni di palla corta).
    Quindi direi che almeno 3 volte a settimana (su 6) x circa 1 ora……il tempo dipende anche dall’efficacia esecutiva dell’esercizio…ad esempio Ele a volte mi riporta che quando stà bene e sbaglia poco, il maestro la interrompe e fa match con lui, ponendo attenzione sulla situazione sempre da lui creata in gioco e relativa alla parte allenata….e per lei è un grande obj raggiunto di cui la sera nella discussione ne va molto fiera….(vedi che poi alla fine preferisco cogliere l’attimo connesso all’orgoglio e, quindi, al vero romanticismo dello sport….).

  97. NIPA scrive:

    Mauro,
    per completezza…..chiaramente anche negli altri 3 giorni fa cesto ma insieme all’altro ragazzo inteso, normalmente, quale ripetizione dell’esecuzione fatta il giorno prima. Non so dirti con precisione il tempo dedicato…ritengo almeno 30′-45′ ma divisa in due…..

  98. andrew scrive:

    Bravo Archipedro! hai scritto cose che condivido in pieno…

    del resto è proprio sulla semantica che bisogna agire e il vaffantennis non è altro che questo…uno spostamento semantico volontario che sia di aiuto e stimolo in un sistema ormai logoro e autoreferenziale…che in soldoni significa provare a imparare a pensare in modo diverso…

    La tua proposta è vaffindecente e quindi mi associo immediatamente. Anzi, avrei già un soggetto di 21 anni al quale donare denaro (due paroline anagrammatiche).

  99. Mauro scrive:

    Stefano G. grazie per le tue puntuali e utili risposte.
    Nipa, grazie anche a te, vedrai che prima o poi avrai occasione di riscattarti…..scherzo.
    Comunque con due figlie del 98 credo e spero che le nostre strade si incrocieranno ancora.

  100. Mauro scrive:

    Un caloroso saluto a Gio92, ci segui sempre?

  101. stefano grazia scrive:

    Sempre su palle al cesto:
    Non so voi ma io faccio anche un esercizio che chiamo LE PALLE MORTE. Io sono dalla parte del campo del giocatore, di lato a lui, e semplicemente lascio cadere una palla su cui lui si avventa. La palla e’ senza peso, e’ lui che deve trovare la forza. E’ una palla morta. Appena ha colpito io faccio due,tre passi avanti e ne lascio cadere un’altrra, poi un’altra ancora, poi gliene tiro una dietro e lui deve correre a giocarla, e poi un’altra avanti…5-6 palline in tutto. Diversi sets. Prima sul dritto poi sul robvescio.
    Stesso esercizio con giocatore sulla baseline e io in mezzo, sulla linea del servizio. 12 palle. Prima una a dx e una a sx, dritto e rovescio.A volte si fa un test: 30”, quante palle riesci a mandare di la’ senza sbagliare. Io ti mando la palla, la frequenza me la detti tu con la tua velocita’…
    Poi stesso esercizio ma senza sapere dove va la pallina, con molti controtempi. Molta attenzione al Recupero al Centro.

  102. Archipedro scrive:

    Andrew, noi parliamo già lo stesso linguaggio ;-)
    Vorrà dire che io e te sponsorizzeremo da soli un piccolo vaffantennista…

  103. nicoxia scrive:

    Il blog si avvia a diventare la guida michelin di max.Qualcuno conosce un indirizzo di un osteopata specializzato tennis zona milano.

  104. salvatore buzzelli scrive:

    Mobilità scapolo-omerale
    La misurazione deve essere fatta da pollice a pollice.
    Per chi utilizza sempre lo stesso bastoncino per esercitarsi, consiglio di impugnarlo ad una estremità (10-15 cm prima del bordo esterno) con una mano avendo cura di segnare il limite oltre il quale quella mano non deve andare, e dopo aver segnato anche la misura del record personale, impugnare con l’altra leggermente più verso l’esterno (non più di 5cm), ed eseguire esercizi di semicirconduzioni da davanti a dietro (come quelle del test) (ogni tanto provare a migliorare il record), esercizi a mulinello, esercizi di mobilità di una singola spalla per volta (tenendo il bastoncino che passa dietro la schiena) con un braccio in alto che impugna come la racchetta il bastoncino sopra la testa e il braccio in basso che spinge l’altra estremità del bastoncino in avanti davanti al bacino (le spalle devono rimanere in linea e si deve muovere in scioltezza solo il braccio che impugna alto). Esercizi tenendo puntato il bastoncino a terra e facendo un flessione del busto in avanti cercando di tenere le braccia tese in maniera che l’altezza dell’impugnatura sia sopra la linea delle spalle (lo sguardo è in alto, cioè bisogna guardarsi le mani), questo esercizio si può fare anche da in ginocchio.
    Sono esercizi importanti e spesso trascurati, fateli ed il servizio ne avrà beneficio.

  105. fulvio scrive:

    @ nicoxia: il primo nome di un osteopata molto bravo che mi viene in mente è quello di Max Tosello,abita a Limone Piemonte,ed è da qualche anno l’osteopata dei giocatori che fanno parte del gruppo Italia ed è messo a disposizione dalla stessa Fit in questi casi ,cioè talora che gli stessi giocatori lo richiedano .è da poco stato a casa mia e ha lavorato con mio figlio,posso dirti che è davvero bravo!se vuoi posso darti anche il n° di cellulare ,se mi mandi una mail e se ritieni sia il caso.fatti dare la mia mail dalla redazione in caso non l’avessi!

  106. gio92la scrive:

    Ragazzi, qui si fa una fatica a starvi dietro !
    Certo Mauro che vi seguo e cerco anche di fare proseliti…… il problema è che ultimamente rimango spesso indietro di qualche decina di post.

    In sintesi un po’ di numeri anche da parte mia :
    figlio del 97 : ora come ora fa 7,5h tennis + 4,5h prep atletica + 1 o 2h con me nel wend.
    figlio del 00 : 7,5h tennis + 3h prep atletica + 1 o 2h con me nel wend.
    Per quello del 2000 sono assolutamente soddisfatto del tempo dedicato , per il “grande” stiamo facendo il possibile considerando che ha iniziato la prima media e ci teniamo che continui ad avere un buon rendimento a scuola. Cmq il livello qualitativo del centro che frequentano (Centro tecnico regionale diretto da Leo Caperchi) è di livello molto alto. Io continuo a ripeterlo ai miei figli , ora gli strumenti tecnici li hanno a disposizione il resto dipende solo dalla loro volontà.

    Fornisco un ulteriore dato che può servire per un ulteriore confronto ;
    ore giocate in torneo dal “grande” circa 80 nell’anno 2008 in 67 incontri (tra singolo e doppio) di cui 49 “ufficiali” FIT.

  107. Mauro scrive:

    Prof Buzzelli, incredibile, ho misurato in mia figlia 38 cm di mobilità scapolo omerale.
    Segurò i suoi consigli affinchè possa mantenerla sempre buona.

  108. stefano baraldo scrive:

    …sul disco: dipande da chi lo insegna…l’attrezzo esce dall’indice e non dal mignolo….non penso che si debba allenare un tennista come un discobolo…quindi basterebbe in disco in gomma da 1Kg per far percepire la mano!!! la mano!!! il martello modificato sotto il tuo lampo di genio (Phedro) mi sembra una grandissima idea…ma io con potito mi sono limitato a “creare” un tondello di ferro per fare sia il dritto (lanciando) che il rovescio a 2 mani (sempre lanciando)… il diametro è paripari quello del manico n4. la lunghezza è di circa 90cm…ma può esser lungo quanto ti pare…Potito esegue il lancio sia dalla parte di dritto sia di rovescio con tondelli, “in gergo da Diascoboli si chiamerebbero SPRANGHE”, del peso di 2,5Kg…ma anche qui se ne potrebbe discutere…(ovviamente sul peso).
    Imparare a lanciare il disco non vuol dire lanciare solo il disco…il mio primo “disco” a 10 anni era un manubrio “monco” ossia con una delle due estremità tagliate…me lo ricordo come fosse oggi…lo adoravo…avete presente quei pesetti da un kilo con la presa in mezzo e due mezze palle come appendici…caspita ve lo vorei disegnare…comunque era il mio primo disco e non era un disco….
    riguardo al pericolo non peso che chi allena il figlio alleni anche altri 5 …6 bambini… basta mettersi dietro al piccolo lanciatore…. cmq vi lancio un indovinello da cultori del vecchio tennis: qualche anno fà c’era un giocatore che aveva un dritto incredibile…era un movimento molto simile al finale del lancio del disco…come si chiamava? vi do solo un indizio…il giocatore in questione da piccolo ebbe un grave problema di salute…era poliomelitico…chi era?

  109. stefano baraldo scrive:

    pliomielitico…chi era???

  110. stefano baraldo scrive:

    scusate…POLIOMIELITICO… chi era?

  111. gomma scrive:

    sergi bruguera

  112. francesco scrive:

    @ Sefano Baraldo

    Importantissima nell’allenamento dei ragazzi dai 10-14 anni è la sensibilizzazione volontaria della mano
    Sempre da uno studio suò cervello è stato fatto un esperimento su alcuni musisti i n erba che dovevano lavorare pricippalmente con una mano sei violisti due violoncellisti e un chitarrista confrontati con un gruppo di non musicisti
    Un magnetoencefalografo registratava l’attività neuronale della corteccia cerebrale
    Quando si stimolava l’indice sinistro ( Lamano che usava l’archetto quindi poco sollecitata ) l’aria corticale utilizzata dai due gruppi era la stessa tra musicisti e non musicisti
    Invece quando si stimolavano le dita della mano destra lo spazio corticale che lavorava , del cervello dei musicisti , era molto maggiore dell’altro gruppo
    In conclusione per creare atleti ad alto livello si deve modificare il funzionameto del cervello per i movimenti che ci interessano , in questo modo la capacitò di reazione aglii stimoli è più precisa e rapida
    Per provoxcare queste modificazioni bisogna fare RIPETIVISIONI DI MOVIMENTI VOLONTARI
    Mi scuso per la mia sintessi molto grossolana

  113. Daniel Panajotti scrive:

    Per chi vuole qualche informazione in più riguardo gli argomenti trattati su genitori e giovani, guardate il project work con il quale ho sostenuto l’esame per tecnico nazionale FIT. La ricerca è basata sulle giocatrici di successo internazionale e le nostre che non l’hanno raggiunto. Nella tesi ci sono consigli e “dritte” su cosa fare nelle diverse fascie di età e le differenze fra donna e uomo e come allenarle. Ci tengo a chiarire che il titolo della tesi “Tenniste di successo internazionale a confronto con le Giocatrici Italiane che non l’hanno ancora raggiunto”non vuole provocare reazioni equivoche, si tiene conto delle giocatrici di successo internazionale che sono state numero 1 o vinto degli Slam, e quindi la comparazione con le nostre atlete che non hanno ancora vinto Slam o sono state numero 1 al mondo. sito: http://www.panajottidaniel.com

  114. valeria scrive:

    Leggendo i vostri commenti mi sono stupita di quanti bambini anche piccolissimi si dedichino al tennis con ritmi elevatissimi. Io ho un figlio di 11 anni che gioca dal lunedì al venerdì 1.40 a tennis +1h di preparazione atletica +eventuali raduni o tornei nel finesettimana. Noi siamo o forse sarebbe meglio dire eravamo una famiglia di persone sportive.Mi spiego meglio:inverno a sciare,mezze stagioni tennis,estate sport acquatici. Mio figlio a 4 anni nuotava a 5 sciava e nelle mezze stagioni si arrampicava sugli alberi al circolo…….Tradotto non mostrava il minimo interesse per il tennis. Un giorno a 8 anni,a causa di un dito rotto (studiando una poesia……!) che gli impediva di sciare ,ha deciso di presentarsi sul campo da tennis impugnando la racchetta con la mano sana che peraltro non era quella giusta…..Qui iniziò l’inesorabile declino della vita sportiva della nostra famiglia. Mio figlio in un attimo sviluppò una passione “insana”per il tennis,volle giocare 3 volte alla settimana e prese l’abitudine di aggirarsi per i campi mendicando un posto! Oggi la sua vita e anche la nostra è molto condizionata dal tennis e a volte noi genitori ci chiediamo se ne valga la pena! Mio figlio invece è molto convinto di quello che fa lui vuole diventare un professionista dice che è felice cosi’,anche se si arrabbia ,anche se sa che potrebbe non riuscire…A questo punto mi chiedo se sia giusto far scegliere a un bambino di 11 anni o se noi come genitori dovremmo avvalerci del nostro diritto/dovere di scegliere per lui. Se la scelta la dovessero fare i genitori si dovrebbe considerare la citata OBBIETTIVITA’ DEGLI OBBIETTIVI. Ma se gli obbiettivi sono noti(in via ipotetica) lo stesso non si puo’ dire per l’obbiettività. La mia domanda è COME SI FA AD ESSERE OBBIETTIVI? Basta avere un gran fisico ,essere bravi tecnicamente,avere il fuoco dentro per decidere di vivere correndo trascurando la normale vita da bambino? Intendo dire che sarebbe più facile decidere se non si avesse il timore di non essere obbiettivi.
    Scusate se sono stata prolissa ma avrei bisogno di un aiutino!

  115. stefano grazia scrive:

    scusate,ma il vantaggio dell’ovale di gomma da lanciare soprattutto in fase di riscaldamento e’ che oltre ad imparare a farlo girare come un fuso e che pare sia un movimento che serve comunque al servizio e’ che anche devi correre per acchiapparlo e coordinarti per prenderlo al volo e quindi unisci due-tre cose insieme. Inoltre mi sembra molto piu’ divertente ma ovviamente qui e’ il vecchio rugbysta che parla.

  116. nicoxia scrive:

    Priorità paure/merito sfortuna.Ni genitori tendiamo a crescere i nostri figli,in base alle nostre priorità,credenze,cultura,visione della vita,facendo questo otteniamo dei risultati.Ora quando va tutto bene,è merito nostro quando va male qualcosa è sfortuna.Vedi Max io sono daccordo con tè per diventare professionisti bisogna fare tutto quello che dici tu,però ognuno ha i suoi tempi mentali e i suoi carichi fisici.Noi genitori possiamo interpretare il linguaggio del corpo dei nostri figli.Infortuni, piccoli dolori persistenti, facilità ad ammalarsi, disturbi comportamentali,sonosegnali del corpo,se noi pensiamo che sia sfortuna non li risolveremo mai.Il problema,comportamentale di Nicholas è facilissimo da risolvere,basta che ogni volta lui ha un atteggiamento di quel tipo,sappia che dopo il primo avvertimento non ne seguirà un altro e lui uscirà dal campo,questo per sempre senza perdonare mai,mafacendo cosìStefano ha paura di compromettere il risultato,perche potrebbe se non smette non giocare più.Quindi Stefano ha questo problema ma non è una priorità.Stefano se tuo figlio gioca così bene e se diventerà il numero 1,e io te lo auguro,sarà soprattutto merito tuo, ma il resto non è sfortuna è questione di priorità.Mi sono permesso di fare queste osservazioni,perchè ormai vi sento come dei veri amici.

  117. stefano grazia scrive:

    Ma scusa Valeria, tu sei fortunata in fondo, non devi avere alcun rimorso: non avete forzato vostro figlio a giocare a tennis, non lo avete nemmeno indotto con sottili sotterfugi se non quello di essere voi stessi praticanti…ha scelto lui. Voi siete nella condizione ideale che molti di noi anelerebbero: quella di non aver rimorsi, di non aver rimpianti…state facendo quello che davvero vuole vostro figlio. Che ci riesca o meno e’ secondario, saranno poi i risultati a deciderlo…Se e’ bravo andra’ avanti, se lo e’ ma non abbastanza, capira’ lui stesso… Per cui non capisco i tuoi crucci o dubbi.A meno che…
    A meno che non siate voi Genitori che sconvolti dai cambiamenti drastici che la decisione di vostro figlio ha indotto nella vostra routine e spaventati dai sacrifici che sta arrecando in misura sempre maggiore (non piu’ settimane bianche o comunque week end sulla neve, non piu’; vacanze o viaggi esotici, non piu’ intere stagioni polleggiati su una spiaggia al dolce far niente…ma allenamenti e tornei e raduni a cui portarlo , soldi da spendere, frustrazioni e dubbi (ma il coach tal dei tali, il maestro tal altro, quei folli genitori di G&f hanno detto che…sara’ vero, non sara’ vero, ma noi chi siamo, dove siamo, da dove veniamo e soprattutto dove stiamo andando???)
    Welcome to the Club.
    Ma dammi retta: almeno tu hai un figlio che non ha mai avuto dubbi. Anche mio figlio dice cosi’, ma io so, io sono sicuro, che lo dice perche’ teme di procurarci un dispiacere, io sono sicuro che lui e’ stato plagiato e condizionato inconsciamente, che spesso preferirebbe giocare a calcio o andare al mare o starsene polleggiato davanti alla PS…cose che comunque puo’ fare e fa di tanto in tanto,sia ben chiaro, ma magari sentendosi in colpa… o forse perche’ semplicemente sa di aver imboccato la strada del non ritorno (Dal film Searching for Bobby Fischer, che dovrebbe essere la Bibbia di Genitori & Figli ed e’ comunque una storia vera:
    Il padre (Joe Mantegna): You know you could give up the game, and that would be all right with me. In fact, I want you to give it up.
    Josh Watzkin (il bambino prodigio): But I can’t.
    Il padre: Why not?
    Josh: Because I have to play. *I* have to. )

  118. NIPA scrive:

    Esatto Stefano, maledettamente anzi STRAmaledettamente esatto.

    Si, valeria, credo che “quello” sia il problema di noi genitori….ovvero sacrifici in fase iperbolilca….e nun se vede la fine der tunnel……

    Ormai con percentuali che sfiorano il 100% i WEEK END sono ad appannaggio del tennis. Noi (io&moglie) ad esempio, SABATO, dopo l’allenamento, “abbiamo” (eh!eh! che eufenismo..) un match amichevole a 80 km di distanza alle 17.00 e Domenica a 130 km alle 12.00….e non c’è niente da fare….”ma come anche domenica” ho detto a mia figlia “non sarebbe meglio andare a fare un giro in bici al parco??” Risposta di mia figlia “beh! ce lo facciamo al ritorno e semmai dopo mi porti al cinema!!”
    QUINDI, Valeria, mi dispiace forse per qualcuno potrebbe essere triste ma se hai l’animo sportivo da vero sportivo, tu lo sai, si diventa un pò “malati”…………e sorridendo ti posso ben dire “WELCOME ON BOARD”…..

  119. stefanobaraldo scrive:

    CHE SPETTACOLO!!!!
    poi francesco ha tirato fuori veramente un perla!!! grazie!!!
    poi l’OVALE è L’OVALE!!! purtroppo ho opprofondito poco il rugby… ho sustenuto un corso teorico pretico di 60 ore al quarto anno (primo di specialistica), ma tutto sommato non è che ne abbia capito più di tanto!!!! poi mi ricordo che si passava solo verso dietro e dal basso… cmq spettacolo! Lanciare!

  120. salvatore buzzelli scrive:

    Grande Daniel ! Anche tu fra noi !

  121. Mauro scrive:

    Daniel Panajotti, molto, molto interessante la tesi, continua a seguirci e soprattutto a consigliarci.

  122. stefano grazia scrive:

    PRIMA DI TUTTO: GRAZIE INFINITE A DANIEL PANAJOTTI: il solo sapere che ogni tanto trova il tempo di leggerci e’ per noi un grande,grandissimo onore

    Francesco: Per provocare queste modificazioni bisogna fare RIPETIZIONI DI MOVIMENTI VOLONTARI

    ESATTAMENTE QUANTO DA TEMPO STIAMO RIPETENDO CON LA FAMOSA TEORIA DELLA MIELINA USATA DA SCIENZIATI RICERCATORI PER DEFINIRE IL TALENTO.

    In attesa della training schedule dei pigroni (fra gli altri Enzo,Mauro, Atti, Giogas…) faccio presente,lo scrivevo al Prof che sotto sotto mi ha sempre affettuosamente messo in guardia pubblicamente e in privato sull’argomento, che alla fin fine noi siamo quelli che gli fan fare quasi meno ore di tutti… Insomma,Leggo i vostri programmi e scopro che alla fin fine quello che si allena meno e’ proprio Nicholas…
    La Pafundi,per es, che ha due anni in meno fa piu’ ore di tennis di lui e lei si allena con Buzzelli…
    In pratica Nicholas fa 1-2 h al Lunedi’, 1h al Merc, 1h30 al sabato, 2h alla Domenica (che sposteremo al Martedi’ per dargli la Domenica LIBERA, al Mare). Poi gioca un paio di set al giov o al ven o alla domenica, quasi mai riesce a farlo 2 volte a sett. Diciamo altre 3 ore.
    Totale Tennis:9-11 ore a sett + Prep Atletica: 3h
    Come la mettiamo? Non ero io il negriero,lo schiavista, il pazzo criminal?(Macche’ politica,macche’ cultura, sono solo canzonette, non mettetemi alle strette, sono so…sono so…solo canzonette…)
    Scherzo, ma mi avete sempre stuzzicato su sta cosa che ora tocca un po’ a me…
    Il fatto e’ che con la Scuola (e la Logistica) e’ davvero impossibile riuscire a fare di piu’ tanto - per es ho ricevuto alcuni consigli anche dal Prof Carlo Rossi in linea con gli allenamenti extrasensoriali (io li chiamo cosi’) che anche Mad Max fa fare ad Alessia: a piedi nudi, bendati,etc MA DOVE TROVIAMO IL TEMPO PER FARE TUTTO? Come dice il Prof Buzzelli non possiamo allenarli per 24 ore di seguito… bisogna scegliere, fare ogni tanto alcune cose e fare SEMPRE (per via della ripetizione di gesti volontari,eheheh) delle altre….
    IO COMUNQUE sto pensando di rivoluzionare il tutto e passare ad allenamenti serali il LUN,MART,MERC e GIOV, lasciando la partitella al Venerdi’ (non ha compiti e il giorno dopo non c’e’ scuola) e la Domenica tutti al mare a mostrar le chiappe chiare…

  123. stefano grazia scrive:

    Poi vi diro’ qualcosa anche sull’osteopatia ma temo non vi piacera’ (ricordate quando scrissi sull’omeopatia?)… Bisogna pero’ distinguere fra OSTEOPATIA intesa come fisioterapia, massaggio, etc ed OSTEOPATIA intesa come Medicina Alternativa che ti cura di tutte le malattie, quest’ultima una volgare e bieca truffa ai danni dell’umanita’ perpetrata ai danni dei soliti creduloni (A disposizione per ulteriori dettagli). Non volendo infierire ho preferito pero’ prima documentarmi presso un mio caro amico,medico e direttore di un importante centro di riabilitazione, e chiedendogli un parere sull’osteopatia provocatoriamente gli domandavo anzi :hai nel tuo team un Osteopata? Pare che ogni Team Tennistico che si rispetti sia composto da: Coach,Preparatore Atletico, Incordatore,eventuale fisioterapista ma soprattutto l’Osteopata. Premesso che siamo d’accordo sull’importanza di sottoporre il giocatore a controlli periodici per controllare che non ci siano difetti di postura, problemi articolari dovuti all’esagerato allenamento o asimmetria del gesto etc etc etc (….) Che mi puoi dire?
    Perche’ a cliccare Osteopatia su Google mi salta fuori solo in lingua
    portoghese o inglese…Cosa intendiamo veramente per Osteopata in Italia?
    E’ un Medico, un paramedico, un paraculo?

    La risposta era questa:

    La maggior parte in Italia sono paraculi, non per colpa loro ma perchè le
    scuole in Italia sono accessibili sia a medici sia ad altri diplomati. Ma
    non è questo il punto. Il mio personale punto di vista è che questa figura
    non serva nella gestione di un atleta, anzi la maggior parte delle volte ha
    una modestissima esperienza sulle patologie da sport e non si affianca alla
    medicina tradizionale, ma tende a sostituirla. Unico aspetto rilevante è che
    va molto di moda, ma più che nello sport tra le donne di mezza età con
    doloretti vari.

    Medico sportivo, terapista e preparatore queste sono le tre figure chiave.
    Se sono competenti e preparati bastano loro, con un chiropratico in appoggio in caso di necessità. Se poi un osteopata ha già la laurea in medicina, la specializzazione in medicina dello sport o fisiatria e una lunga esperienza nello sport è un altra storia.

  124. madmax scrive:

    guarda nicoxia, qui l’unica cosa che nn conta è la fortuna…..e per quannto riguarda i tempi diversi da ragazzo a ragazzo ne abbiamo sempre parlato indicando come fondamentale “spia” di controllo l’età biologica ma questo però restando sempre nell’ambito dei due/tre anni al massimo di differenza, dopodichè diventano solo scuse. tanto è vero che proprio la tabella d’apprendimento per le varie capacità motorie a seconda delle età sensibili dice chiaramente che ad esempio con le esercitazioni per la forza bisogna fare molta attenzione fino ai 12 anni… perciò tutte queste attenzioni sono già ampiamente calcolate da tutti noi (almeno mi auguro)e se provi a leggerti il projet work di panajotti noterai le differenze che ci sono tra le nostre ragazze e quelle straniere. che poi un genitore non voglia ed abbia paura di spingere sull’accelleratore da giovanissimi è comprensibilissimo ma questo non significa che in prospettiva “provo a creare un campione” sia giusto..

    ottimo l’intervento di panajotti che con la sua tesi conferma molte delle cose dette da noi in questi mesi…

  125. Mauro scrive:

    Non ho voglia ne tempo, di cercare di convincere la casta dei medici sull’importanza e l’efficacia delle medicine cosidette alternative, ma che io definisco complementari. Dei danni che fa la cosidetta medicina ufficiale, basta aprire i quotidiani tutti i giorni per rendersene conto.
    L’unica cosa che voglio aggiungere e che è ora di finirla di trattare le persone pezzo a pezzo come fossero automobili, l’uomo per essere curato e soprattutto per una buona prevenzione, ha bisogno dell’approccio olistico, che lo consideri nella sua interezza ovvero corpo mente e spirito.

  126. Mauro scrive:

    Ed a proposito di paraculi, provate a vedere quanti medici cosidetti ufficiali vi fanno la ricevuta e quanti vi fanno lo sconto se non la pretendete. Provate a vedere quanti in ospedale hanno file lunghissime e che poi vi propongono, la visita nel loro ambulatorio privato.

  127. Mauro scrive:

    La filosofia osteopatica nei suoi principi considera l’essere umano quale unità individuale la cui
    struttura, funzione, mente e spirito sono mutuamente e reciprocamente interdipendenti.
    L’osteopatia, studiando il movimento del corpo umano e delle sue singole parti, si prefigge di
    arrivare a comprendere, interpretare e interagire con i meccanismi che, dinamicamente, influenzano
    positivamente o negativamente gli aspetti anatomo-funzionali. Tale conoscenza viene desunta
    dall’osservazione e dall’approccio manuale, supportati e confortati dalla ricerca scientifica.
    Il principio olistico dell’unità corporea e dell’interazione di ogni singola parte con l’insieme
    costituisce il fondamento della cultura osteopatica.
    La qualità del movimento in tutte le sue forme rispecchia la qualità della vita e della salute. Il corpo,
    attraverso complessi sistemi di regolazione, provvede ad instaurare, automaticamente, in risposta ad
    insulti anatomo-funzionali, meccanismi di compenso che, inevitabilmente, sono pregiudiziali alla
    correttezza cinetica delle sue parti.
    La valutazione delle modalità di questa interazione, attraverso l’analisi delle caratteristiche
    funzionali e di mobilità delle singole componenti, è alla base del concetto prettamente osteopatico
    di “omeostasi meccanica” dei tessuti corporei, presupposto imprescindibile per il riconoscimento e
    l’identificazione di condizioni cinetiche suggestive di potenzialità lesiva latente oppure immediata.
    L’osteopata deve continuare affinare le proprie conoscenze al fine di rendere sempre più pronta ed
    efficace la scelta applicativa e discriminativa del suo trattamento. Analizzando i movimenti
    corporei, evidenzia le limitazioni di mobilità delle singole articolazioni, considera le specifiche
    qualità del movimento e gli schemi posturali adottati dal paziente. Successivamente agisce
    manualmente, con interventi correttivi proporzionati al singolo decifit funzionale, atti a ristabilire
    condizioni di mobilità più fisiologiche.
    Lo stimolo meccanico conseguente al trattamento manipolativo osteopatico agisce sulle capacità
    reattive intrinseche residuali dell’individuo, sollecitando gli adeguamenti metabolici e funzionali
    dell’organismo fondamentali ad una ripresa del movimento.
    Le prescrizioni medico-farmacologiche e l’attività medico-chirurgica trovano nella metodica
    osteopatica un supporto atto a ridurre, attraverso il solo trattamento manuale, rispettivamente costi e
    tempi di somministrazione e disabilità residue.
    L’Osteopatia, avvalendosi dell’applicazione manuale di un concetto olistico di mobilità, mira al
    ripristino del mantenimento dello stato di salute e di benessere dell’uomo.
    Il corpo umano costituisce un’unità funzionale in cui i singoli apparati si fondono, si uniscono
    energicamente in un contesto di unicità ed interdipendenza. Una postura scorretta, le sequele
    cliniche meccaniche di un evento morboso o di un trauma, generano spesso una riduzione della
    mobilità di una o più strutture corporee, divenendo così responsabile di un aggravio funzionale per
    l’organismo. La restrizione dei movimenti influenza, spesso provocando danni significativi, la
    naturale fisiologia dei tessuti; l’organismo risponde con adattamenti compensatori che, nel tempo
    possono predisporre l’insorgenza di dolore o di vere e proprie sindrome funzionali invalidanti.
    L’intervento osteopatico mira a riequilibrare manualmente struttura, funzione e postura
    individuando, per quanto possibile, le limitazioni del movimento segmentario e, di conseguenza,
    complessivo.
    Il grado di mobilità recuperato si traduce così in uno stimolo riorganizzativo ed in una
    ridistribuzione delle sollecitazioni meccaniche; ne consegue una riduzione degli stress articolari,
    minor fatica e maggior benessere peri tessuti dell’organismo

  128. Stefano Grazia scrive:

    A.Still,un conciaossa del Missouri,vide morire di meningite tre dei suoi figli e deluso dalla medicina decise di abbracciare la bizzarra teoria secondo la quale tutte le malattie sono causate dalla pressione esercitata sulle arterie,soprattutto su quelle della spina dorsale e deternata dalle irregolarita’ delle articolazioni. Fu lui a fondare la medicina osteopatica che ncque nel 1876 con le stesse caratteristiche che mantiene ancora oggi. alcuni ann i dopo DD Palmer di professione droghiere e ‘guaritore magnetico” scopriva un altro sistema, secondo il quale tutte le malattie sarebbero state causate dal cattivo allineamento o ’sublussazione’ della colonna vertebrale. La logica di questo teorico della manipolazione si puo’ ricavare da questo brano di manuale:
    “Io sono l’inventore,la Fonte Prima del fondamentale principio secondo cui la malattia e’ il risultato di un eccesso o di un difetto di funzionamento1 Io ho dato risposta all’antico quesito: che cos’e’ la vita? Sapendo che la nostra salute fisica e il progresso intellettuale dell’innato (la parte dell’Intelligenza Universale personificata) dipendono dal giusto allineamento dello scheletro,sentiamo il dovere irrinunciabile di rimettere a posto ogni osso fuori posto,cosi’ da permettere la salute fisica e spirituale,la felicita’ e la fruizione completa dei godimenti terreni (…)io sono la Fonte Prima della Chiropatica, che e’ nata con me.I suoi principi sono sgorgati dal mio cervello geniale: io ne sono l’origine,il padre, colui al quale tutti i chiropratici si rifanno come al Fondatore” (DD Palmer_Textbook of the Science,art and Philosophy of Chiropractic for Students and Practitioners, Portland Printing House C.,1910).

  129. Stefano Grazia scrive:

    A parte tutto, carissimo Mauro,come potrei io denigrare stregoni,ciarlatani,fattucchiere quando io stesso, agli occhi di Coaches, Preparatori Atletici, Addetti ai Lavori, Dirigenti Federali e Giorgi Giorgi, appaio tale e quale devono apparire a un medico omeopati,osteopati,chiropratici,
    seguaci dei Fiori di Bach e che ne so, Scientology?
    Se funziona, continuate… Del resto se Nicholas, mi dicono, e’ tecnicamente cosi’ ben impostato perche’ smettere? L’importante e’ sapere quando fermarsi e non tentare di curare certe malattie con l’omeopatia e l’osteopatia.
    Da Medico io sono comunque d’accordo con Mauro quando dice che la Medicina non deve intendere l’uomo come un insieme di organi distinti e separati ma un Individuo. Ok. Poi sono d’accordo sui poteri della psiche e sull’effetto placebo (e sul fatto che molto spesso anche la Medicina Tradizionale si basa su questo). Ma la sola indicazione seria per le varie tecniche di manipolazione sono le malattie muscoloscheletriche in cui sia il massaggio che le altre tecniche fisioterapiche e manipolatorie possono alleviare i sintomi.Comunque il vlore scientifico della mnipolazione,a parte l’efficacia attribuibile all’effetto placebo, e’ ancora tutta da dmostrare. In un trial del 1985 apparso su Lancet in cui si spermentava l’efficacia della medicina osteopatica a confronto con il placebo (cioe’ la pastiglia di zucchero o il bicchiere d’acqua fresca spacciati per medicine) nella cura del mal di schiena, la prima non si e’ rivelata migliore del secondo.

  130. Nikolik scrive:

    Mi ricordo che una volta anche mia nonna andò da un medico osteopata.
    Povera donna, aveva mal di schiena e le avevano detto di questi nuovi rimedi.
    Quando tornò a casa, le chiesi com’era andata e mi ricorderò finché campo che lei mi rispose: mi ha preso centomila lire (ai tempi) e mi ha detto di assumere una postura antalgica.
    Una postura antalgica, mi ricorderò finché campo che mi disse così.
    E io, perfido, insistetti: oh nonna, che caspita è questa postura antalgica, ti sei fatta spiegare da questo medico che cosa significa?
    Significa - mi rispose mia nonna, che era di Livorno - che uscita da lì mi sono fatta fare un’iniezione di Voltaren da tua zia, e ora sto benissimo, ecco che significa.
    Da allora ho sempre provato diffidenza verso la medicina osteopatica e grande fiducia verso il Voltaren, visto che mia nonna, alla fin fine, è morta di vecchiaia.

  131. Mauro scrive:

    Nikolik, per fortuna sei contro l’osteopatia, averti a favore sarebbe stato un duro colpo per la stessa.

    EFFETTI COLLATERALI:
    Specie all`inizio del trattamento si possono verificare disturbi gastrointesti-nali come nausea, vomito, diarrea, flatulenza. Qualora dovessero subentrare disturbi piu` gravi, in particolare dolori di stomaco od emorragie gastrointestinali manifeste od occulte (feci scure), deve essere consultato il medico. In casi isolati sono stati osservati ulcera peptica perforata,disturbi del colon. Raramente possono comparire manifestazioni allergiche come arrossamenti
    cutanei, prurito, edema, crisi asmatiche, reazioni anafilattiche o anafilattoidi, accompagnate o meno da abbassamento della pressione. Rarissime sono le reazioni di fotosensibilita` e gravi re-azioni della pelle quali l`eritema essudativo multiforme e le dermatosi bollose. Sporadicamente
    sono stati segnalati mal di testa, eccitazione, irritabilita`, insonnia, astenia, capogiri, convulsioni, disturbi dei sensi o della vista, ronzii alle orecchie. Particolarmente in corso di trattamenti pro-tratti possono verificarsi edemi periferici, insufficienza renale, sindrome nefrosica, aumento
    delle transaminasi, ittero, alterazioni nella produzione delle cellule del sangue, perdita di capelli. In casi isolati: anomalie urinarie, nefrite interstiziale, disturbi della funzionalita` del fegato, com-presa epatite con o senza ittero, in alcuni rari casi fulminante. Raramente in qualche soggetto
    l`uso delle supposte puo` provocare comparsa di fenomeni collaterali locali e transitori. Qualora si verificasse uno o piu` effetti collaterali sopra descritti, si raccomanda di interrompere il tratta-mento con Voltaren e contattare immediatamente il medico.
    Questo è il Voltaren

  132. Mauro scrive:

    Chiarisco, che non sono contro la medicina cosidetta allopatica, il problema e che occorrerebbe soprattutto in patologie di lievi entità provare prima cure meno invasive.
    Per esempio in caso di infiammazioni leggere ossee e muscolari, sono ottimi gli impacchi di argilla verde ventilata.
    Non solo, la medicina ufficiale può e deve anche essere affiancata da altri metodi.
    Una mia amica, ha un grosso problema di salute, e deve assumere dei medicinali che hanno forti effettti collaterali, lo specialista, in accordo con un altro medico omeopata, gli prescrive anche medicinali omeopatici che servono in questo caso a ridurre gli effetti collaterali dei farmaci allopatici.

  133. stefano grazia scrive:

    Mauro, va benissimo: tu continua con gli impacchi di argilla verde ventilata (ventilata prima o dopo e dove?), io continuo col Voltaren, per me e per i miei pazienti. Actually, il Voltaren(principio attivo Diclofenac)e’ senza dubbio uno dei miei farmaci preferiti. Ancora una volta mi trovo d’accordo con Nikolic. Questo non significa che lo somministro a chicchessia o che so, a mio figlio. Non ancora,almeno, ma so gia’ che se fara’ sport agonistico sicuramente in futuro e da adulto ne fara’ uso. Certo, io sto con Zeman: un conto e’ usarlo per curare, un altro per far sopportare i carichi di lavoro… Ma se hai una ischialgia, un attacco di artrite cervicale, una colica renale… io vado col Voltaren alla grande. Anzi, di recente uso il Clonix che pero’ non e’ in commercio in Italia.
    Primum non nuocere, certo, ma anche,io credo, che la piu’ grande conquista della Medicina sia TOGLIERE IL DOLORE, per cui viva l’antidolorifico che funziona. E il Diclofenac funziona.
    Tutte le Medicine hanno effetti collaterali ma quelli elencati nei ‘bugiardini’ riguardano per legge anche il singolo caso riportato … Se uno nel Borneo ha avuto una pustola rossa sul pipi’ dopo aver assunto il Voltaren e lo riporta, ecco che nell’aggiornamento comparira’ anche il rischio di pustole rosse sul pipi’… Certo, se dai acqua fresca di effetti collaterali non ne hai…e neanche di benefici, a parte quelli dovuti all’effetto placebo (e anche li’ dipende dal soggetto) e dall’effetto tempo. Molte patologie vanno e vengono indipendentemente dalla cura (e curare l’influenza col rimedio omeopatico tal dei tali da prendere per 15 gg fa veramente sghignazzare perche’ il l’influenza dura di solito 2-5 gg al massimo).
    COMUNQUE, QUI CHIUDO: ripeto, se con te funziona fai benissimo ad usare l’argilla verde ventilata, l’agopuntura,l’omeopatia… la mia esperienza di Medico e’ piena di pazienti che si servono dell’Omeopatia tutto l’anno e poi mi chiamano quando stanno davvero male per un po’ di sana e vituperata medicina tradizionale (che ha anche lei i suoi difetti, primo fra tutti quello di aver portato la popolazione mondiale da un miliardo a sei … Tutto per colpa dei vaccini, degli antibiotici, della chirurgia…)

  134. stefano grazia scrive:

    Sono stato fin troppo aggressivo: in realta’ in linea generale concordo con Mauro quando scrive “occorrerebbe soprattutto in patologie di lievi entità provare prima cure meno invasive”

  135. Roberto Commentucci scrive:

    Volevo approfittare della presenza di persone come Baraldo, Buzzelli e Panajotti per introdurre un tema relativo alla specificità della situazione italiana in termini di preparazione atletica.
    Io credo (ma è una mia sensazione epidermica) che nel nostro paese, a livello complessivo, come preparazione atletica specifica per il tennis siamo indietro. E questo non tanto a livello professionistico (i nostri top 100 sono sicuramente ben seguiti e preparati) ma ai livelli giovanili di base, dove i nostri ragazzi non sempre lavorano nel modo giusto, finendo per portarsi dietro, quando diventano dei pro, zavorre e lacune che a quel punto sono difficilmente risolvibili, e che ne limitano i risultati agonistici.
    La ragione a mio avviso è la seguente, ed è una ragione di sistema, che non dipende dalle singole persone.
    Il nostro è un paese storicamente all’avanguardia nel campo della ricerca scientifica applicata allo sport: istituzioni come l’Istituto Superiore di Educazione Fisica e l’Istituto di Medicina dello Sport li abbiamo sostanzialmente inventati noi, fin ai tempi del ventennio, quando il regime fascista si mise a caccia di medaglie olimpiche (tra l’altro con eccellenti risultati come dimostra il medagliere dei giochi in quegli anni, fra Los Angeles e Berlino). In qelle sedi, sono stati prodotti modelli di allenamento di avanguardia assoluta in moltissime discipline sportive. Quei modelli, e le istituzioni che li haanno prodotti, sono stati copiati e imitati da un gran numero di paesi.
    Nel tennis, però, non abbiamo mai avuto lo stesso approccio. Da noi, a differenza di quanto avviene all’estero, latitano le figure che producono ricerca applicata all’ambito specialistico tennistico. I lavori di ricerca vengono prodotti per altre discipline (in primis calcio e atletica), e i preparatori si specializzano e studiano sui parametri specifici di questi sport. Nella gran parte dei casi, quando si viene alla preparazione dei tennisti, si cerca di adattare al tennnis principi e modelli di allenamento originariamente concepiti per altre discipline.
    Il mio è ovviamente un discorso generale, immagino che il prof.Buzzelli abbia molto da dire al riguardo…
    Tuttavia la mia sensazione è che la Federazione potrebbe fare molto, ad esempio mettendo a bando delle borse di studio, da destinare a giovani laureati o laureandi in scienze motorie, per premiare dei lavori di ricerca originali su modelli prestazionali e di allenamento studiati e pensati specificamente per il tennis, anzichè per il calcio o per l’atletica, crescendo così una generazione di giovani preparatori che sarebbe di grande utilità nei nostri team privati, nei nostri centri federali, nelle accademie, nonché nei circoli che hanno velleità di produzione di giovani agonisti.
    Chiedo il conforto degli addetti ai lavori.

  136. Gus scrive:

    @Nikolik:
    “ Da allora ho sempre provato diffidenza verso la medicina osteopatica e grande fiducia verso il Voltaren, visto che mia nonna, alla fin fine, è morta di vecchiaia.”
    E’ una storia troppo divertente :-)
    @Mauro:
    “Questo è il Voltaren”. E’ vero ed è ovvio, però se ad esempio soffri di ernia del disco come il sottoscritto e non sai a chi santo votarti, prendi il Voltaren. E te lo dice uno che le ha provate veramente tutte e per vari motivi: dalla chiropratica (ottima, imho), all’osteopatia, all’osteopata-chiropratico-ortopedico, all’omeopatia, al rolfing, ecc.ecc.
    Io devo dire che la chiropratica mi convince, ma alla fine un buon fisiatra va benissimo lo stesso.
    Le medicine quando servono.
    L’omeopatia l’ho fatta per anni, unicista o meno, con vari medici o meno e con me mio padre ecc.ecc. e non serve a nulla. Sempre IMHO.
    @Mauro:
    le erbe sono però un’altra storia, perché i principi attivi li hanno. Comunque ho provato anche l’argilla verde ventilata per un’epicondilite. Vabbè non dico nulla ;-)

    @stefano grazia:
    21 Novembre 2008 alle 11:05
    “Sono stato fin troppo aggressivo: in realta’ in linea generale concordo con Mauro quando scrive “occorrerebbe soprattutto in patologie di lievi entità provare prima cure meno invasive”. Si certo che è così. Ad esempio l’agopuntura o alcuni rimedi fitoterapici, alcuni esercizi quotidiani. Invece il business delle “sciocchezze” provoca le devastazioni, come il massacro di squali per prelevarne la cartilagine (che si presume anti-cancro o altre mille idiozie del genere).
    @roberto commentucci:
    a me la tua idea piace parecchio

    Gus.

  137. andrew scrive:

    visto che siamo slittati fino all’omeopatia…vi relaziono brevemente, ma molto brevemente, su quanto ho appreso all’incontro di alimentazione svoltosi la scorsa settimana.

    L’incontro non era altro che una presentazione dell’alimentazione (nonché filosofia di vita) MACROBIOTICA.

    In pratica, la Macrobiotica vede nell’alimentazione e nel cibo la prima cura per il corpo e la mente umana.

    Dopo un soporifero video sul chicco di riso a cartoni animati, firullero firullà, il macrobiotico presentatore della Macrobiotica ha esposto i vantaggi nel trasformare la cucina nel VERO CENTRO DELLA CASA e i benefici della cura dell’alimentazione basata sui CEREALI INTEGRALI, riso integrale in testa.

    Da me sollecitato ad avvicinare il tema Macrobiotico con lo sport, il soggetto macrobiotico ha giustamente risposto che la macrobiotica è portatrice di benessere totale per il corpo e la mente, nonché fornitrice di tutte quelle energie fondamentali per l’atleta.

    Relativamente al pasto tipo pre-partita, il soggetto ha dichiarato che ciò che viene consumato dal corpo durante lo sforzo atletico è comunque quanto si ingerisce nei giorni precedenti e che quindi è opportuno unicamente non mangiare eccessivamente prima di una partita.

    Per il post-allenamento, minestrina di verdure, qualche cereale, noci, pane integrale. Dopo un po’ i crampi da abbuffata serale spariscono e si dorme pacifici in attesa di fare una sana e abbondante colazione cerealicola.

    Acqua e idratazione: se segui una dieta macrobiotica non è necessaria in grande quantità in quanto comunque presente negli alimenti ingeriti. Per la macrobiotica è addirittura dannosa l’assunzione di grandi quantità di acqua (reni e cuore affaticati dall’eccessiva diluizione). Salta fuori uno che afferma siano state riscontrate morti nell’atletica associate a consumo eccessivo di acqua.

    Avevo già provato e provo tuttora i prodotti biologici ma ora posso affermare con certezza (senza dover ricorrere a prove fotografiche di dubbio interesse) che le feci nei giorni successivi all’assunzione di riso integrale sono di particolare consistenza, grazie all’azione delle fibre che allegramente ripuliscono con tigna e vigore le pareti intestinali.

    Il latte è visto come NON-ALIMENTO. Effettivamente vedo che Alessandro ingolla piacevolmente il latte di riso e di soya. Ultimamente, credo proprio a causa del latte vacchesco (che ha sempre bevuto senza controindicazioni), aveva avuto qualche problemino ad arrivare in tempo alla tazza del water.

    Vedremo adesso di introdurre gradatamente qualche cereale in più nella nostra dieta…

    Chiaramente il guru macrobiotico ha approvato la scelta di Murray di mangiare Sushi, anche se sushi con riso integrale sarebbe meglio.

  138. stefano grazia scrive:

    Ed ora ritorniamo al Tennis!
    Vedo che molti insistono sul far giocare a piedi nudi perche’ cosi’ facendo si svilupperebbe maggiormente la sensibilita’ propriocettiva etc etc
    Confesso di non aver ancora fatto giocare Nicholas a tennis a piedi nudi (anche se lui d’estate in terrazza e contro il muro palleggia a piedi nudi, magari con la racchettina da bimbo che usava a 5-6 anni) ma devo pero’ anche dire che in Africa Nicky ha sviluppato l’abitudine,talora deprecabile visto che e’ finito anche su una brace ardente durante un Tennis BBQ Party all’Italian School, di stare appena possibile a piedi nudi e non dico solo sulla spiaggia…Magari non e’ la stessa cosa ma certamente in paesi come quelli in cui ci troviamo a vivere e baciati dall’estate perenne, un bambino (se non ha genitori schizzinosi e temebondi) si ritrova molto piu’ spesso senza scarpe del coetaneo italiano e magari per questo piu’ avvantaggiato quanto a sensibilita’ dei piedi.

  139. atti scrive:

    Non potendo/volendo sottrarmi all’invito di Stefano, allego attuale programma allenamenti di mie figlie (95 e 98), anche se, credo, abbassero’ la media generale:

    Anki (95):
    TENNIS : 3 volte sett. con gruppo agonisti x 2 ore a seduta in 3 in campo (+ maestro), con rotazione (stazioni) a seconda del tipo di allenamento + 2 volte da 1 ora assieme ad altra agonista con maestro (TOTALE 9 ORE)
    ATLETICA : 4 volte settimana da 1 ora cad. in gruppo (TOTALE 4 ORE)

    Vale (98) :
    TENNIS : 3 volte sett. con gruppo agonisti x 2 ore a seduta in 3-4 in campo (+ maestro)
    + da ottobre 2008 : 1 ora singola con maestro (TOTALE 7 ORE)
    ATLETICA : 2 volte settimana in gruppo (TOTALE 2 ORE)

    Entrambe nel periodo estivo allenamento di tennis + tornei (atletica in estate poco o niente se non qualche ora ogni tanto).

    Approfitto e ringrazio il coach Panajotti per la sua relazione/comparazione (anche a riguardo della tattica molto importante e sempre poco curata, soprattutto fra gli under è il 50 % della performance intesa come risultato, tanto per ribadire il concetto di Fenomeno); per il resto interessante l’analisi e, mi permetta, simile in linea generale agli spunti emersi all’interno del BLOG, concetti espressi spesso da Max e Stefano (a volte contro gli stessi addetti ai lavori).
    Io rimango sempre con il mio punto interrogativo sugli effetti collaterali (non curabili ne con la medicina tradizionale ne con l’omeopatia); mi riferisco ai tanti/e che si fermano per strada (95 % ?), chissà se tutti loro ringrazierebbero noi genitori per averli … spinti
    Nel dubbio comunque continuo…..a perseverare…. E mi consola essere.. un ottima compagnia.

    Saluto Andrew e lo invito a fare un salto domenica prox per “l’amata serie A” e per fare “do ciacoe” (ti prometto che non ti faro’ cantare in coro “STB ALE’ ALE’”).

  140. Roberto Commentucci scrive:

    Riporto dal sito Fit. Noto con piacere, sotto il profilo della comunicazione esterna, che si inizia ad usare un po’ più di trasparenza sull’attività del centro federale.

    CENTRO FEDERALE DI TIRRENIA
    Proseguono gli allenamenti: raduni U.13, U.14 e U.16
    Proseguono al Centro Tecnico Federale di Tirrenia, che ha aperto l’anno sportivo lo scorso 12 ottobre, gli allenamenti sotto la supervisione del direttore generale Renzo Furlan (nella foto), coadiuvato da Giancarlo Palumbo, coordinatore delle attività tecniche, e dal responsabile della preparazione fisica Giuseppe Carnovale. Lo staff medico è affidato a Pier Francesco Parra. Sono nove gli atleti convocati al College Federale: Alessandro Giannessi, Marco Bortolotti, Alessandro Colella, Federico Gaio, Andrea Dell’Asta, Alessandro Ceccarello, Alberto Cammarata, Federico Maccari e Michele Palma. Tre, invece, gli atleti distaccati al centro: Matteo Trevisan, Davide Della Tommasina e Lorenzo Papasidero.
    Molti atleti stanno seguendo gli stage periodici presso il Centro Tecnico Federale usufruendo sia della struttura tecnica che medica, tutti seguiti dai propri allenatori nei periodi di permanenza. Si tratta di Gianluca Naso, Antonio Comporto, Paolo Lorenzi, Walter Trusendi, Alessandro Piccari, Francesco Picco, Matteo Civarolo, Andrea Patracchini, Stefano Napolitano, Matteo Donati, Antonio Mastrelia, Mathieu Vierin.
    Sono stati anche effettuati i raduni tecnici under 16 ed entro il 14 dicembre verranno sono in programma tre raduni nel weekend: dal 28 al 30 novmbre per under 14 femminile, dal 5 al 7 dicembre per under 13 maschile; dal 12 al 14 dicembre per under 16 femminile.

  141. andrew scrive:

    ciao Atti…

    no, grazie dell’invito, ma mi è bastato il coro “Oh mamma, mamma, mamma, oh, mammà innamorato son, ho visto , oh mammà innamorato son” cantato in ola dal gruppo dirigente. Mio figlio ancora lo sogna la notte e mi chiede “perché, perché ho dovuto assistere a scene simili”. (Oltre a chiedermi “ma quali cazzo sono i nostri giocatori?”)…

    Domenica siamo in trasferta con l’Hockey…Vieni tu stasera a vedere la stracittadina di hockey pista…

    Vengo solo se convinci i maestri a fare un raduno di G&F per ricambiare ClaudioTN…

    Saluti alle tue femmine…

  142. kill bill scrive:

    Roberto,
    in attesa che gli addetti ai lavori ti rispondano sicuramente in modo più competente del mio permettimi di fare un osservazione, prendo spunto dal tuo intervento sulla preparazione atletica.
    Io faccio fatica a volte a seguire la discussione perchè non capisco di cosa si parla. Quando tu parli di preparazione ” ma ai livelli giovanili di base, dove i nostri ragazzi non sempre lavorano nel modo giusto, ” a chi ti riferisci ?
    Perchè se ti riferisci alle SAT non è che non si lavori nel modo giusto, non si lavora proprio.
    Almeno che per lavoro non si intenda quel gruppo di 20 bambini , si perchè nel tennis se ne metteno 10 per campo ma per l’atletica si radunano tutti insieme , che inciampano da soli perchè non sanno correre e nessuno glielo insegna.
    O ti riferisci alle agonistiche dove si va a correre e poi si fa una bella partita a calcetto ?

  143. Stefano Grazia scrive:

    Ringrazio Atti per aver sottolineato quello che io e mad max siamo troppo ’signori’ per far notare ai Giorgi Giorgi di questo mondo…Vabbe’, dai, scherzavo sia per il signori (signore sara’ lei!) che per i Giorgi Giorgi: Giorgio e’ un’ottima persona senza se e senza ma e sara’ il nostro tifoso piu’ accannito ma il Giorgi Giorgi ormai e’diventato un classico stereotipo di riferimento per cui lui non si offenda…o cambi nickname! (Ma no, dai, siamo tutti amici, siamo tutti sulla stessa barca…e remiamo controcorrente) (chi coglie la citazione?)
    Kill Bill da un po’ di tempo invece fa onore alsuo nickname: glaciale come un sicario, le sue parche puntatine su G&f lasciano sempre una scia di sangue…
    Atti: finalmente! Adesso tocca a Mauro (a cui voglio troppo bene per continuare a stuzzicarlo sulle medicine alternative) e ad Enzo…E ovviamente a chiunque se la senta. Io ho ricavato davvero interessante materiale di comparazione. secondo me anche un Addetto ai Lavori piuttosto attento e non spocchioso,come per esempio si sta rivelando Baraldo, puo’ ricavare informazioni interessanti: non intendo nel senso di suggerimenti (non scherziamo), ma vedendo come lavoriamo noi, bene o mle, si puo’ fare un’idea di quale sia la situazione e l’alfabetizzazione in generale del popolo bue (inteso come Genitori).Che poi qualche volta tanto bue non sia lo lasciamo dire ad altri.

  144. madmax scrive:

    per quanto riguarda la medicina non è il mio campo e quindi quello che posso riportare è solo il mio caso… sia mio padre che mia madre hanno sempre sofferto di male di testa ed io da quando avavo 10 anni ho cominiciato ad avere lo stesso problema. mia mammma mi dava inizialmente 1/2 optalidon poi siamo passati a 1 intero e da quando ho avuto 14 anni ho cominciato con 40 gocce di novalgina. tutti ovviamente mi davano del pazzo ma intanto io stavo bene. dopodichè devo dire che non ho più sofferto tantissimo ma le volte che mi viene sto male davvero. cosa faccio allora? 2 belle bustine di aulin e dopo una ventina di minuti sgroppo come un puledro… pesando oltre i 100 kg e dopo oltre 15 anni che non facevo un ceck up completo (ed in più volendo cominciare una dieta) vado a farmi prescrivere tutte le analisi possibili ed immaginabili e poi torno dal mio medico che mi testualmente detto: mai visto uno star bene come stai tu soprattutto vedendo come mangi e sapendo che non hai mai voluto controllarti.. e per le dosi di aulin che prendo 6 bustine circa al mese mi ha detto: se ti fa passare subito il male continua a prenderlo!!!

    tornando al tennis uno degli scouts più importanti del mondo mi ha detto: “tu sai uno dei tanti motivi per cui gli italiani vincono da giovani (e noi non li guardiamo nemmeno) e non dopo? perchè sono tutti fin da subito dei super tattici…..” e lo stesso scouts riguardo al fatto che molti ad un certo punto smettono ha detto: “prova a domandare a tutti quelli che smettono se vincono spesso?”

    kill ovviamente dice assolutamente il vero…

    roberto l’abbiamo detto mille volte e purtroppo non c’è vantaggio (chiaramente a seconda delle differenti capacità e ambizioni) a lavorare nel tennis (a meno che tu sia il preparatore atletico di federer e nadal) perciò trovarne uno buono diventa pura casualità. aggiungi poi che questo buono non è detto che abiti/lavori vicino a te o che vicino a lui ci sia un circolo di buono o alto livello.. se poi uno è buono davvero e per caso lo viene a conoscere uno che lavora nel calcio siamo fritti ed infatti io ogni tanto mi sveglio la notte tutto sudato….(e questo purtroppo perchè più di una volta mi è capitato di vedere atleti sia umani che animali cambiare preparatore atletico e diventare da campioni a mediocri, spesso addirittura dei brocchi e viceversa…. tante volte mi dico che sarebbe meglio non sapere nulla, certamente starei meglio poi però penso a mia figlia e dico vabbè andiamo avanti e tappiamoci le orecchie…

  145. giorgio scrive:

    @ Commentucci
    Anche precedentemente erano state pubblicate sul sito Fit alcune notizie riguardanti il Centro Federale di Tirrenia. Faccio copia incolla di due (del primo articolo ho riportato, chiaramente per motivi di spazio, solo il riferimento riguardante il primo e l’ultimo raduno, sono in tutto 14):

    22/09/2008

    CENTRO TECNICO DI TIRRENIA
    Ecco le date dei raduni Ecco l’elenco con le date dei raduni che si terranno al Centro Tecnico di Tirrenia - con gli atleti da convocare e la regione di appartenenza - a partire da ottobre:

    RADUNO TECNICO NUMERO 1 - dal 5 ottobre ore 19 all’8 ottobre ore 13
    Alexa Avalis (Piemonte)
    Giorgia Brescia (Lombardia)
    Deborah Chiesa (Trentino)
    Martina Colmegna (Lombardia)
    Francesca Gariglio (Piemonte)
    Beatrice Lombardo (Lazio)
    Giulia Pairone (Piemonte)
    Veronica Napolitano (Sicilia)
    TECNICI: DELL’EDERA, BOLOGNINO, PALUMBO, FURLAN,CARNOVALE.

    RADUNO TECNICO NUMERO 14 - dal 30 novembre ore 19 al 3 dicembre ore 13
    Maria Masini (Toscana)
    Francesca Fusinato (Veneto)
    Sara Castellano (Piemonte)
    Giada Clerici (Lombardia)
    TECNICI: PALUMBO, FURLAN, CARNOVALE.

    12/10/2008

    COLLEGE FEDERALE DI TIRRENIA
    Partita l’attività 2008-2009 Al College Federale presso il Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia è iniziato l’anno sportivo 2008-2009. Responsabile del centro è il direttore tecnico Renzo Furlan (nella foto), coadiuvato da Giancarlo Palumbo, coordinatore delle attività tecniche e dal responsabile della preparazione fisica Giuseppe Carnovale. Lo staff medico è affidato a Pier Francesco Parra. Sono otto gli atleti convocati al College Federale: Marco Bortolotti, Alessandro Colella, Federico Gaio, Andrea Dell’Asta, Andrea Ceccarello, Alberto Cammarata, Federico Maccari e Michele Palma. Cinque, invece, gli atleti distaccati al centro: Matteo Trevisan, Daniel Lopez, Davide Della Tommasina, Alessandro Giannessi e Lorenzo Papasidero.
    La giornata tipo prevede la sveglia alle 7.30 e la colazione: dalle 8.30 il riscaldamento fisico e dalle 9.30 l’allenamento sui campi da tennis e la preparazione fisica. Dopo pranzo, dalle 14, inizia l’attività scolastica, quindi dalle 17 riprendono gli allenamenti.

    Per quanto riguarda la preparazione fisica purtroppo, per come la penso io, è una questione principalmente di mancanza di cultura da parte di tutte le componenti. Come avrai letto in un mio precedente post ho riportato l’episodio di due ragazze con punti WTA che se pur seguite tecnicamente ed allenate da due ex-davisman italiani, e quindi suppongo con qualità, al contrario per quanto riguarda la parte fisica ci pensano due persone che non hanno alcun titolo specifico in materia. Mi risulta , inoltre, che gli stessi corsi, organizzati dalla Scuola Maestri con docenti della Scuola Superiore dello Sort, per per il conseguimento della qualifica di Preparatore fisico di tennis, e riservati ai diplomati Isef e/o laureati IUSM, spesso non si possono svolgere perchè vi sono poche iscrizioni. Per quanto riguarda la tua affermazione che “nella gran parte dei casi, quando si viene alla preparazione dei tennisti, si cerca di adattare al tennnis principi e modelli di allenamento originariamente concepiti per altre discipline” penso che attualmente qualcosa sia cambiato e qualche studio specifico è stato fatto ma è vero sicuramente, ed io lo ricordo bene, che tempo fa, quando la figura del preparatore fisco per il tennista non esisteva, si prendevano ad esempio il lavoro svolto da preparatori che allenavano atleti che praticavano sport con in mano un attrezzo (disco, giavellotto, ……..). Sono d’accordo con te che può succedere che tanti giocatori, che poi sono comunque riusciti a giocare a certi livelli, non sono stati educati all’inizio della propria carriera ad impegnarsi (per motivi vari) in una seria preparazione fisica, che poi successivamente e quando si raggiungono certi livelli risulta fondamentale. Baraldo di questo ne sa sicuramente qualcosa perchè lo stesso Starace, quando era under (ero presente a molti suoi allenamenti), ha lavorato sempre bene per quanto riguarda la parte puramente tecnica ma ha trascurato, o gli hanno fatto trascurare, o diciamo meglio non gli hanno fatto capire l’importanza e la necessità di di una corretta e costante preparazione fisica con conseguenze che ancora oggi, molto probabilmente, si porta dietro. Ti voglio far presente, infine, che, nell’ottica di quanto tu giustamente hai segnalato circa la necessità di istituire delle borse di studio per la ricerca, la Fit ha previsto nel quadro formativo del regolamento dei Tecnici una qualifica denominata “Ricercatore”:

    Art. 22 - Ricercatore
    1. Il Comitato direttivo della Scuola nazionale maestri approva attività di ricerca applicata al tennis, che comporti un
    impegno biennale non inferiore a 2400 ore.
    2. La qualifica è conferita a laureati che siano impegnati in attività di ricerca certificata da un istituto universitario
    convenzionato con la F.I.T.
    3. Il ricercatore non è abilitato all’insegnamento del tennis.

    Questo è un progetto a cui, so per certo, il Direttore della Scuola Maestri, Roberto Lombardi, ci tiene molto e speriamo che al più presto verrà fatto partire con l’assegnazione delle famose borse di studio.

    @Panajotti
    Avendo saputo che hai preso parte al corso per il conseguimento della qualifica di Tecnico Nazionale sarei curioso di conoscere da un coach di riconosciuto valore quale tu sei il suo personale giudizio sulla qualità del corso stesso e sulla preparazione dei docenti che hanno svolto le lezioni. Grazie!

  146. Mauro scrive:

    Max , non commento le tue patologie personali ed il modo di curarle, sicuramente non credo che a tua figlia faresti prendere optalidon o aulin. Per quanto riguarda il tuo medico, non credo che ti voglia molto bene, oppure non sa fare il suo mestiere perchè comunque al di là dello stare bene attualmente, avrebbe dovuto avvisarti e metterti in guardia per uno stile di vita che può seriamente danneggiarti in futuro. Insomma avrebbe dovuto a mio avviso farti venire un pò di strizza.

  147. Mauro scrive:

    Ripeto brevemente per i nuovi amici, la storia sportiva di mia figlia per poi passare alla routine attuale.
    E’ del 98, ed ha iniziato a 4 anni con la ginnastica artistica iniziando a gareggiare a 5 anni e mezzo.
    A 7 anni esatti ha iniziato con il tennis e per 2 anni lo ha associato con l’artistica.
    Si allena in 2 circoli diversi, nel primo quello di casa ha un buon maestro ma non ci sono bambine (si allena con un 17 enne) e non c’è possibilità di fare atletica. Nel secondo circolo (circa 60 km da casa nostra), ci sono tra le più brave bambine della regione del 97 e del 96.
    Attualmente nel primo circolo fa 2 ore di tennis 3 volte la settimana, nel secondo sempre alla settimana, 4.5 di tennis più 3 di atletica. Quest’ultima è seguita da un preparatore di calcio a mio avviso molto preparato ma con un gruppo di circa 8 persone da seguire, maschi e femmine, per cui la preparazione risulta a mio avviso non personalizzata.
    La bambina è alta (si fa per dire), 141 e pesa 36 kg. I suoi punti di forza sono la forza fisica, la coordinazione e la mobilità articolare, molto da lavorare c’è invece sulla rapidità ed esplosività. Pratica un gioco molto aggressivo e d’attacco, ed è allo stato attuale la sua forza ma anche la sua debolezza.

  148. madmax scrive:

    guarda mauro un po’ per il lavoro che facevo prima un po’ per le conoscenze che lo stesso mi ha fatto fare a livello di dottori tutta la mia famiglia è sempre stata in mano solo a luminari.. tanto per dirti mia nonnna per il tumore è stata seguita (25 anni fa) da veroesi, alessia fino all’anno scorso andava dal. dott. fiocchi che è uno dei più stimati pediatri d’europa perciò che il mio medico (che è anche un amico) sappia il fatto suo è acclarato. ma il punto è proprio questo e cioè che il bravo medico deve essere come il bravo preparatore atletico e cioè deve saper arrivare al limite senza superarlo mai, facendo raggiungere al suo atleta il massimo senza che si faccia male…

  149. Roberto Commentucci scrive:

    Ringrazio molto Giorgio per le informazioni, sempre precise e puntuali. Immagino che le ragazze di cui parli siano la Grymalska e la Virgili, accasate presso l’accademia Panatta, e ora allenate da Claudio Panatta e Omar Camporese. Non mi stupirei se non dovessero avere risultati eclatanti, non voglio dire altro. Credo però che la possibilità di interagire con Dirigenti Federali come Giorgio sia una grande opportunità per questo blog, che può davvero servire da “laboratorio di ricerca” per mettere a fuoco i problemi e tentare di migliorare concretamente le cose. Sono molto contento di apprendere che si sta cercando di fare qualcosa nel campo della ricerca. Credo che la Federazione possa completare l’opera creando una “domanda” per queste figure di preparatori specializzati: se si sensibilizzano a dovere i genitori degli agonisti promettenti e i direttori delle scuole d’elite, magari saltano fuori dei posti di lavoro retribuiti decentemente e le iscrizioni ai corsi di preparatore atletico aumenterebbero.
    A kill bill volevo dire che mi riferivo appunto a casi come quello di Potito. Manca la qualità nel lavoro atletico nei ragazzini promettenti, a tutti i livelli. Tempo fa parlavo con Francesco Elia, che mi diceva che quando ha preso la Caregaro (una ragazza del ‘92, una delle più promettenti d’Italia) ha dovuto rivoltarla come un calzino non solo tecnicamente, ma anche e soprattutto fisicamente, perché aveva lavorato male negli anni precedenti e aveva una distribuzione sbilanciata del tono muscolare (addominali forti e dorsali deboli). Insomma, il famoso lamentone di Piatti sull’aspetto tecnico dei nostri 16-17enni, si può tranquillamente applicare anche all’aspetto fisico. Spero di essermi fatto capire.

  150. giorgio scrive:

    @Madmax
    Hai proprio ragione, ma il problema è che è impossibile accorgersene prima, e, purtroppo uno se ne accorge solo quando è tardi e si è già fatto male. Altrimenti non ci sarebbero infortuni e quant’altro! Prova ne è che, se ricordo bene, anche tua figlia ha subito in passato un problemino fisico sicuramente del tutto imprevedibile, perchè altrimenti, sono certo, l’avresti fermata un attimo prima! Anche per quanto riguarda il preparatore fisico concordo sul fatto che, esclusi casi particolari di professionisti seri che lo fanno con passione e lo farebbero comunque, risulta a volte difficile trovarne di competenti in quanto nell’ambiente del tennis questa figura professionale trova nè gratificazione economica (rispetto al maestro percepiscono in proporzione molto di meno) nè tantomeno dal punto di vista dell’immagine perchè non gli vengono riconosciuti i giusti meriti per aver contribuito alla formazione, alla crescita ed alla riuscita della carriera di un tennista (solo in alcuni casi, oltre a quello del maestro, si conosce il nome del preparatore fisico).

  151. giorgio scrive:

    @ Commentucci
    Il riferimento a Starace mi sono permesso di farlo io e non kill bil in quanto Potito, come tanti altri giocatori, lo conosco fin da quando era junior, ho continuato a seguirlo durante tutto il suo percorso ed ho avuto modo, essendo molto spesso vicino alla squadra di Davis, di parlare dei suoi problemi anche con altri suoi precedenti preparatori fisici (Pasquini, …). A proposito di preparatori fisici ti devo confessare che ne ho conosciuti tanti di importanti (per questo ho fatto quel riferimento, ai tempi che furono, sul giavellotto e sul disco) i cui nomi forse oggi diranno niente ai più, ma che in epoche diverse hanno avuto ruoli importanti nell’evoluzione della preparazione fisica o a livello di studi e/o a livello di campo. Ricordo sempre con piacere e con tanto orgoglio quando con Belardinelli andavo a Formia e lì c’era il mitico prof. Milone (allenava Panatta, Barazza e tutti i convocati dell’epoca) e Vittori che allenava Mennea (per lo stesso CUS poi abbiamo partecipato io per il tennis e lui, insieme ad altri due olimpionici, Fava e Fraguelli, per l’atletica ai Campionati Naz. Studenteschi a Viareggio. Ebbene sì, lo ammetto, un bel torneo quell’anno lo fece Ubaldo!). E poi, più recentemente, sono stato a stretto contatto con il Prof. Ercole Matteucci ed ho conosciuto il compianto Prof. Madella (scomparso, a giovane età, solo da qualche mese), docente dell’Acquacetosa e grande studioso della Teoria d’allenamento, solo per citarne alcuni. Scusami se mi sono lasciato andare a ricordi che forse non c’entravano niente con l’argomento che stiamo trattando ma alcuni “personaggi” ed alcuni episodi della mia vita quando mi ritornano alla mente mi riesce difficile trattenerli e non parlarne con chi mi sta difronte. Brutto segno, è vero? A proposito, giorni fa ho parlato di te con una persona che ti conosce personalmente. Il suo giudizio su Roberto Commentucci era sovrapponibile al mio (chiaramente non ti dirò mai qual’è), e ti devo anche confessare che, già tempo fà, un’altra persona, il cui nome non puoi nemmeno immaginare lontanamente qual’è, mi ha detto la stessa cosa. Ti lascio con tanti dubbi (specialmente sulla seconda persona) ma anche con una certezza (il giudizio). Comunque, qualunque cosa pensi, non te ne andare di testa! Scherzi a parte, mi scuso con tutti per questo intermezzo personale!!!!!

  152. madmax scrive:

    giorgio premesso che mia figlia si è fatta male giocando in cortile con le sue amiche e non giocando a tennis (e la ricaduta c’è stata per provare a giocare il lemon bowl dell’anno scorso dove al danno si è aggiunta la beffa della multa) è evidente che chiunque faccia sport a livello professionistico lo fa sapendo di poter incorrere in infortuni, però ora sia a livello tecnico (con la biomeccanica) che a livello fisico si lavora in direzione tale che la possibilità che ciò accada diminuisca di molto… e queste tecniche è vero che sono ormai abbastanza conosciute ma solo i bravissimi (e quindi nel tennis si fa molta fatica a trovarli sulle dita di una mano) sanno applicarle nella maniera veramente corretta..

  153. Daniel Panajotti scrive:

    Ciao Roberto, se devo essere sincero, penso che il corso per tecnici che offre la Federazione è di ottimo livello, i docenti sono molto preparati, sia quelli che parlano di tennis che quelli della Scuola dello Sport di Roma.
    Lombardi possiede grandi doti comunicative e una buonissima cognizione della materia, e credo che siano stati passi avanti nella formazione dei tecnici. L’anno nel quale ho fatto il corso, c’era il compianto professor Madella, che secondo me insieme a Roberto cercavano continuamente di migliorare il livello di formazione.

    Personalmente la parte più interessante è stata quella della Scuola dello Sport per le materie come teoria dell’allenamento, fisiologia, psicologia, preparazione fisica, ecc.
    Tuttavia, in un’analisi più approfondita, credo che la parte tecnico-tattica, cioè il tennis, possa essere molto migliorata dal punto di vista delle informazioni date.
    Devo far notare, che sono indietro sull’argomento della preparazione fisica e sembra però, che quella sia la materia sulla quale nessuno possa dire niente. (da quando ho presso Schiavone ho scritto ogni giorno tutto e ti posso assicurare che la condizione fisica non era quella attuale)
    I maestri hanno bisogno, secondo me, di informazioni importanti e di una linea comune (come in Spagna o Argentina o Francia) hanno bisogno di sapere cosa fa chi lavorando è arrivato ad alto livello, e quindi conosce le varie tappe del percorso.

    Certo, questo è il mio modo di vedere con la esperienza che modestamente ho acquisito nel tempo, ma per chi non c’è l’ha, questo corso è un validissimo percorso di formazione. Ciao

  154. andrew scrive:

    ….lo ZUCCHERO BIANCO, non il LATTE, è un NON-ALIMENTO per la macrobiotica…scusate…

    mi è tornato in mente oggi a mò di fumetto con lampadina, curiosamente stimolando un parallelo con il tennis delle SAT e dei circoli, ossia un NON-SPORT, una sostanza intossicante…

  155. giorgio scrive:

    @ Madmax
    La mia precisazione era riferita, oltre alla preparazione fisica, anche alla possibilità che in medicina generale ti accorgi che qualcosa non va solo quando stai già male. E mi confermi che la cosa è successa anche con tua figlia, quando ritenendo che fosse guarita dall’infortunio l’hai iscritta, giustamente, ad un torneo. Del male ti sei accorto dopo che era arrivato ed era già tardi. Sicuramente, come giustamente dici tu, per poter stare quantomeno tranquilli bisogna affidarsi come sempre a professionisti seri in ogni campo, anche se devo ammettere che nel caso di mio padre non è stato così. Infatti lui a 40 anni, operato a Roma di ulcera da Valdoni (professore degli anni 60 di fama mondiale) e perdipiù suo amico, purtroppo qualche giorno dopo l’intervento è deceduto, mentre qualcuno che si era fatto operare negli stessi giorni presso l’Ospedale del mio paese da un giovane e sconosciuto chirurgo ancora vive. Ma questa è un’altra storia e non vuol dire proprio niente riguardo a quello che abbiamo detto anzi è l’eccezione che conferma la regola.
    Mi sono accorto anche della risposta di Panajotti e andrò a rispondergli subito sotto. Ma ti voglio anticipare che non c’è da parte mia alcuna volontà di fare polemica e di ritornare su argomenti che ci potrebbero di nuovo allontanare visto che come dice Stefano Grazia, prima o poi, andremo tutti e tre insieme a cena. Ti volevo solo far notare che ci possono essere pareri discordi su uno stesso argomento (anche da parte di persone autorevoli in quel campo) e che forse l’aver racchiuso un concetto (in questo caso quello di Renato) solo in poche parole può talvolta far apparire un significato diverso da quello che voleva dare chi il concetto stesso lo aveva espresso. Sarà andata così (alla prima occasione mi farò dare un suo parere dal vivo)? Chissaà!!

    @ Panajotti
    Ero stato io a chiederti un tuo giudizio personale sul corso che hai frequentato! Te l’ho chiesto per due motivi. Il primo perchè ero curioso di conoscere il parere di uno stimato coach (ci siamo parlati più volte, anche durante il corso, ma non abbiamo toccato mai l’argomento) ed il secondo perchè così (ho fatto copia-incolla) mi aveva risposto tempo fa, su questa stessa rubrica, Madmax quando gli avevo chiesto di chiedere a Vavvassori il proprio parere: “a me ha detto di chiedere a renato cosa pensa del corso di tecnico nazionale che è stata la prima di cui mi ha detto di non prendere assolutamente in considerazione essendo un’invenzione per fare cassa (che poi è la medesima frase che mi ha detto il tecnico nazionale primo maestro di mia figlia..)”. Grazie, comunque, per la tua usuale disponibilità!

  156. nicoxia scrive:

    Qualcuno è a conoscenza se c’è una tecnica basata su elettrodi collegati al corpo con movimenti scannerizzati del movimento biomeccanico corretto che quando l’allievo non li compie provocano un impulso sensoriale e acustico nella parte interessata.

  157. Enzo Lo Iacono scrive:

    PICCOLO SEBY.
    Grande Dilemma: Mi trovo davanti a un bell’incrocio e mi piacerebbe sapere la vostra opinione:

    Seby ha un gioco aggressivo del tipo che io chiamo “PAM PAM” (servizio o risposta). Raramente supera il terzo scambio, in un modo o nell’altro. Angolazioni esasperate al primo colpo possibile con apertura del campo e piattone potente di dritto a quattro dita dal net. Praticamente fa lui le partite; in positivo o in negativo. Probabilmente perché è cresciuto sui campi del mio circolo in green set, ma è anche, innegabilmente, una sua caratteristica caratteriale.
    Chiaramente con tutti gli svantaggi che si possono avere quando si gioca sui campi in terra dei quali è impestata questa nazione. Personalmente sto lavorando sull’aumento dello spin alla palla per riuscire a diminuire gli errori sul set, ma chiaramente ne risente la potenza, che potrebbe essere una sua qualità appena completato lo sviluppo fisico, considerato che adesso è “ancora un ‘98″.
    E’ chiaro che prima dei tornei, “assaggia” per qualche allenamento la terra rossa, ma i risultati non cambiano in ogni caso. E in questo il bravo Commentucci può dirne, visto che ha avuto modo di vedergli giocare un match a Roma lo scorso anno, durante il Lemon.
    Anche il Prof. Buzzelli lo ha visto e ne conosce le sue caratteristiche fisiche.
    E’ vero che durante le ultime riunioni con i tecnici del centro federale, sono state impartiti chiari segnali sull’importanza dell’allenamento sul duro, ma è anche vero che fino ad un certo punto la maggior parte dei tornei italiani sono in terra.
    Che fare?
    Mirare altissimo e continuare sl duro?
    o tirare avanti e cambiare tipo di gioco?

  158. mielik scrive:

    mad max…ciao..dai ti ricordi di me? allo smrikwa bowll?
    poi siete venuti a fare l’amichevole al ns circolo a gennaio 2008….ora credo che ti ricordi vero?
    Ti ho telefonato in settimana per salutarti…ma tim dice che nn è attivo è il 333.60……

    Comunque saluta Alessia e la signora…spero che si possa incontrarci presto….

    Dimenticavo…qualcuno sa di un torno internazionale giovanile che si dovrebbe svolgere circa il 26 dicembre e si accederà ad invito…dove lo sponsor principale sarà TTK.avete notizie piu dettagliate e specifiche?
    Saluto tutti… ho ricominciato a leggervi, purtroppo dopo che il blog è stato spostato …mi era piu difficile seguirvi , ma da qualche giorno mi arrivano i vs post nell’email..circa 50/60 al giorno….

    CIAO

  159. sole scrive:

    Ciao, mi piace leggervi…volete dirmi che se un bambino di 8-9 anni gioca solo: 2ore Sat, 1-2 ore maestro singola o papà, 1-2 ore atletica (per un totale di 4 max 6 ore settimanali), più qualche occasionale torneo, più discreto talento e inesauribile voglia di giocare (…..forse perchè gioca poco!), ha poche (o nessuna) possibilità di diventare un professionista??
    Che dire della “sovraesposizione precoce”?
    Dimenticavo: il bambino ha il peso specifico del piombo!!!

  160. stefano grazia scrive:

    mielik:da qualche giorno mi arrivano i vs post nell’email..circa 50/60 al giorno….
    Spiegati meglio:ti arrivano i nostri posts nella email privata?

    ENZO: Si,vabbe’, ma la training schedule di tuo figlio e’ un Segreto di Stato?
    Sul tipo di gioco,mah, anche mio figlio giocherebbe angoli esasperati e poi botta a campo aperto e stando sempre coi piedi dentro il campo finisce per fare spesso il match alternando winners e unforced errors(anche se lui,pur sapendo giocare piatto, gioca molto in top spin) e anche se poi tutti i tornei li ha giocati su terra, rossa in italia e verde in Florida, lui e’ cresciuto sul duro (in Africa i campi sono hard courts e anche da Bolletta si allenano al 90% sul cemento). Pur sperando che continui ad essere il playmaker, un po’ di consistency in piu’ non mi dispiacerebbe ed e’ per questo che gli faccio fareuna-due ore col palleggiatore per tenere su il palleggio … Poi certo, questo non significa trasformarlo in un pallettaro (ma perche’, Murray lo e’? Non scherziamo,su…)
    GIORGIO: quest’estate tutti a cena…a Calderino di MSPietro, a Roma, sul Lago d’Iseo…

  161. madmax scrive:

    mielik…ora ho capito e ovviamente ricambiamo i saluti a tutti voi… cmq domani ti chiamo così ti lascio il numero nuovo.. da quello che so tra poco dovremmo rivederci per l’amichevole o mi sbaglio?

    n.b. per farti arrivare i post seleziona nell’apposito spazio dove ti chiede se vuoi essere avvisato dei nuovi messaggi

  162. Stefano Grazia scrive:

    Ah! ok,ora capisco… avevo sempre evitato per evitare sovraccarichi preferendo la sorpresa di ‘chissa’ chi mai avra’ scritto oggi”…
    Comunque fra due tre giorni magari cominceremo a tirare qualche conclusione e ci prepareremo per un nuovo argomento, quindi chi ha qualcosa da dire ancora su Training Schedule e Preparazione Atletica lo dica ora o…la prossima volta! Non abbiamo limiti ne’ censure e quindi siete liberi di farlo quando volete ma certamente ora sarebbe una buona occasione … Per es, Sole, se ti piace leggerci ormai dovresti spere come la pensiamo: sicuramente a 8-9 anni tuo figlio puo’ giocare 3 volte a settimana e ancora avere tutte le sue chances intatte: dipende innanzitutto come gioca e con chi gioca e quali e quanti altri sports fa, quanto diventera’ alto e grosso, quanto gli piace giocare, quanto gli piace vincere e soprattutto quanto gli scoccia perdere e se perde cosa decide di fare: cambiare sport o allenarsi di piu’ e meglio? Se le motivazioni verranno da lui potra’ essere anche meglio di quelli che come mio figlio sembrerebbe, secondo alcuni e talvolta anche secondo me, non hanno avuto scelta (Poi,vabbe’, vedo le vostre training schedule e mi accorgo che i vostri si allenano piu’ del mio e davvero non so come fanno ma tutto sta nel fatto che voi potete affidarli un paio d’ore al Maestro col gruppo di 3-4 coetanei e forse un’ora in gruppo vale meno di tutte le ore di allenamento singolo che fa con noi … Comunque oggi ho fatto palleggiare per dieci minuti a piedi nudi (sul cemento…) Nicholas e Tamina Kienka,13 aa (la sorella questa settimana era impegnata in un torneo Itf a Kano)… Poi li ho fatti morire con 45′ di intensa prep atletica (agility ladder / circuit training a piu’stazioni da 1′40″ ripetuto 3 volte /slalom parallelo sugli 8-10” x 6 volte /sprint sui 10m cronometrati sui 1′65-1′75” -ma non con fotocellule, ero io a prendere i tempi…) dopodiche’ esercizi di flessibilita’, equilibrio sulla tavoletta propriocettiva, mobilita’ scapoloomerale e soprattutto un po’ di giri su questo skate-ripstick con Nicholas che abilissimo oltre a fare slalom palleggiava con una pallina da tennis, tipo basket, per terra o anche contro il muro, lanciandola e riprendendola al volo… Per concludere quasi 2h di tennis drills (dove a parte le solite manfrine Nicky ha anche giocato a tratti molto bene) e poi di corsa alla partita di calcio dove oggi ero io il Coach in charge e dove abbiamo vinto 5-3 con anche un gran goal di Nicholas al volo … Tutti felici dunque? Macche’: siccome durante la settimana Jungle Boy non aveva fatto fede alla promessa di leggere le 20 pagine quotidiane che gli impone come homework il Teacher d’inglese, lui sapeva che doveva starsene in casa a leggere tutto il pomeriggio e vistoche l’avevano invitato alcuni amici e in alternativa, c’erano tre partite di rugby in televisione, era piuttosto scocciato…Ma Dura Lex Sed Lex..
    Domani niente tennis (forse) ma sicuramente lo lascio dormire e poi al mare… Siamo sempre in attesa dei Visti per poter rientrare nel Paese: se la cosa non fosse francamente vergognosa, ci sarebbe da ridere…siccome ho fatto tutto quello che dovevo e potevo (e anche di piu’), ho deciso di non farmene un cruccio: se potranno andranno in Florida, altrimenti ci faremo tutte le ferie in Nigeria o al massimo andremo poi un po’ a sciare… Ma parlavo con l’Insegnante di Storia e Filosofia dell’Italian School che vive nel Compound Agip dotato del campo da tennis da noi requisito e che si era soffermata a guardare incuriosita dai piedi scalzi dei due ragazzini e lei mi chiedeva: ma allora, diventera’ un campione? E io rispondevo che non lo sapevo ma non era quello il punto. e soprattutto non e’ quello cio’che mi spaventa: cioe’ che a un certo punto uno venga a dirgli: son, you’re good BUT NOT enough!, cioe’ che a un certo punto ci accorgeremo, si accorgera’ di non essere bravo abbastanza… Non e’ quello il punto, quello e’ normale, quella e’ la vita. ANZI. E’ giusto che sia cosi’ . Mi domandano: ma a lui piace giocare? Onestamente non lo so, lui dice di si ma secondo me a Nicky piace vincere:deve farci ancora capire se sia disposto ad accettare il concetto che per vincere a piu’ alti livelli devi fare grossi sacrifici, che vincere non ti capita per diritto acquisito, perche’ sei il predestinato. Vincere te lo devi guadagnare. Non c’entra il destino o la fortuna (The harder I train, the luckier I get, diceva Gary Player, il famoso golfer sudafricano dei tempi di Nicklaus e Palmer). Ed e’ cosi’ nel tennis, in tutti gli sports e nella vita,anche quella di tutti i giorni. E quindi non e’ il fatto che magari fra due anni Nicky sia costretto a fermarsi perche’ si stufa, perche’ non e’ bravo abbastanza o anche per un infortunio. Siamo tutte pedine del grande gioco della vita, diceva Mongo di Mezzogiorno e mezzo di fuoco.
    Quello che mi fa piu’ paura e’ il conflitto che si sta venendo a creare fra lui, sempre piu’ ribelle, e noi Genitori Coaches e anche Genitori Genitori.Ma siccome e’ risaputo che da Genitore qualunque cosa fai di solito potrebbe andare ene per i figli degli Altri ma e’ di sicuro quella sbagliata per tuo figlio, che possiamo fare?
    Data l’ora, semplicemente andare a dormire.

  163. Roberto Commentucci scrive:

    Grandissimo Enzo Lo Iacono. A mio avviso hai tirato fuori, forte e chiaro uno dei problemi più grossi del nostro sistema tennis. L’eccessiva dipendenza dalla terra rossa, che dipende soprattutto dal fatto che le competizioni giovanili si giocano quasi esclusivamente su questa superficie.
    Si, Enzo, ricordo bene la partita al Lemon Bowl fra il tuo Seby e il bravo Moroni del Parioli, che pesava svariati chili più di tuo figlio.
    Ricordo anche che si giocava in gennaio, sulla terra rossa, all’aperto, con 7-8 gradi di temperatura esterna. Ovviamente, campi lentissimi e palle che dopo 3 games diventavano zuppe di umidità. Insomma, condizioni dove qualche chilo in più di massa fisica fa la differenza, a quell’età. Seby spingeva, prendeva l’iniziativa, ma la palla non camminava abbastanza, Moroni ribatteva, con agio, e dopo 2-3 scambi Seby sbagliava.
    Sono sicuro che sul cemento quel match lo avrebbe vinto tuo figlio.

    Sul tuo dubbio, tecnico, Enzo ora ti dico la mia, sperando che tu non mi prenda per un pazzo.
    A mio avviso, Enzo, assolutamente non devi fargli cambiare gioco. Nè tu nè tua moglie, da quanto ricordo, siete molto alti, e quindi Seby non sarà mai un armadio da terra rossa, con la palla pesante come una palla medica.
    Ma con le doti di timing e di anticipo che si ritrova, impostato con un gioco piatto e aggressivo può diventare un eccellente baseliner incontrista da cemento, uno alla Hewitt, alla Simon, alla Davydenko, alla Clement. Spero che non mi prenderai per matto, ma a mio avviso, se lo metti a tirare liftoni da fuori campo non ne farai un giocatore. Tuo figlio deve giocare con i piedi sulla riga, non diventerà mai così grosso e potente da poter far male da un metro fuori campo. Fallo giocare aggressivo, piatto, impostalo come un giocatore da veloce.
    Una sola raccomandazione, che tu conosci meglio di me: fagli fare una tonnellata di cesti di servizio al giorno. Sul duro, se non sei altissimo, devi saper servire come un padreterno.
    Buona notte e scusami per la confidenza che mi sono preso.

  164. Mauro scrive:

    Concordo su quello che dice Roberto, occorre seguire una strada, per lo meno quella che si reputa la migliore per l’atleta, e cercare di percorerla senza badare a quello che fanno gli altri.
    Mielik, il torneo del 26 dic, sponsorizzato dalla ttk, dovrebbe svolgersi al real golf village di Roma (luogo del mitico raduno di g&f), per il momento non so altro.

  165. anto scrive:

    JELENA GENCIC…..a molti questo nome dirà poco o nulla…..ma a i più attenti osservatori di tennis giovanile…..questo nome è leggenda. E’ una arzilla vecchietta 72enne che ha scoperto la Seles e Djokovic….ora alla sua veneranda età….quando qui in Italia si viene spediti in qualche ricovero ad aspettare la morte oppure si è circondati dalla bandante ucraina con i denti d’oro, questa signora è a capo di un team che setaccia il paese ex jugoslavo alla ricerca di nuovi talenti……ma è mai possibile che le fortune ce l’abbiano sempre i ns cugini poveri…………

  166. Avec Double Cordage scrive:

    sul ultimo numero di 0-15 http://www.zeroquindici.com c’è un interessante intervista al coach Nicola Ceragioli che segue Gianluigi Quinzi

  167. madmax scrive:

    ormai la storia della dipendenza dalla terra rossa è solamente un alibi.. tutti i migliori giocatori del mondo (e sempre di più lo sarà adando avanti nel tempo) non fanno più molta differenza tra le varie superfici e questo granzie alla loro comlpetezza tecnica e fisica… federer se non avesse trovato nadal sulla sua strada avrebbe già fatto il grande slam, djokovic vince da tutte la parti e lo stesso vale per nadal che ha un po’ più di problemi sul veloce ma perchè è quello dei tre un po’ più indietro a livello tecnico. il punto è insegnare tutto ai bambini. su super channel l’unica cosa interessante da vedere durante le varie sfide di davis è come ad esempio barazzutti (normalmente un cagnaccio che non sbagliava mai) sapeva benissimo giocare serve and volley mentre ora soprattutto a livello femminile c’è chi è diventato nr 1 del mondo senza sapere cosia sia una voleè. per quanto riguarda invece il piccolo seby direi che non può esistere un giocatore che nel 2020 non giochi in top e questo non certo per giocare dei pallonetti bensì per essere ancor più aggressivo, per potere cioè tirare sempre più forte e profondo tenendo però la palla in campo e per poter più facilmente ribaltare una situazione di svantaggio in situazione d’attacco.. oltretutto la potenza deriva dala fluidità l’anticipo etc. per esempio io a mia figlia ho cambiato totalmente il dritto ed ora con un po’ più di top tira molto più forte e profondo…..

  168. Stefano Grazia scrive:

    Domani devo andare a fare una Lezione all’Italian School di Lagos sull’Alimentazione (mio figlio invece frequenta,lo ricordo, l’American School) e anche questo potrebbe diventare materia per un articolo e conseguente discussione. Fatemi sapere se puo’ interessare. Come quando cosa mangiare durante gli Allenamenti e Prima e Dopo la Gara.
    Vorrei invece richiedere ad Heraimo o a chi per lui di indicare i 5-6 Tornei Imprescindibili per U12 e U14 e loro relativa collocazione temporale. Lo so che Heraimo lo ha gia’ scritto, tempo fa rimproverandomi anche per la mia ignoranza, ma penso che possa essere interessante ripeterlo.

    ADC, qui da noi puoi essere anche meno conciso (da noi Chloe raramente fa capolino, un po’ ci snobba) e quindi se ci riferisci i passi piu’ interessanti…015 mi arriva in Italia e sul sito non son riuscito ad entrare sull’ultimo numero…

  169. giogas scrive:

    Stefano Grazia mi ha invitato nel suo secondo tema di discussione ad intervenire, ed eccomi qua.
    Sono il padre di due aspiranti tennisti fratelli gemelli di 10 anni e vivo in Turchia dal dicembre 2006. Prima di raccontare quello che adesso stiamo facendo è utile ricapitolare quello che abbiamo fatto in passato. L’avventura è iniziata in sordina, precocemente, perché già a quattro anni i gemelli giocavano con delle piccole racchette di plastica. All’età di cinque iniziarono a seguire un corso propedeutico al tennis noto come programma R.I.T.A.. La scelta si verificò fin da subito azzeccata per una serie di motivi: il programma consentiva un’appropriata stimolazione motoria e sensitiva, l’attività era ludico-sportiva (impegnava i bimbi quel che bastava per non affaticarli), comprendeva un po’ di atletica ( scatto, corsa, salto in alto, in lungo) a cui seguivano la ginnastica (farfalla con le gambe, flessioni ecc.), partitelle a calcio e partitelle a tennis usando due racchette manovrate come fossero pinze. Quest’attività è durata un anno e mezzo ed ha consentito loro di acquisire una base necessaria per affrontare la fase successiva: quella dei rudimenti della tecnica tennistica. All’età di sette anni è iniziato il corso di tennis vero e proprio; sono stati iscritti ed hanno frequentato lezioni per gruppi di partecipanti ( 4-5 per gruppo). I corsi venivano svolti 2-3 volte la settimana con dei programmi di allenamento di 90 minuti ciascuno (45’ di atletica + 45’ di tennis) ). Il lavoro svolto in Italia è stato proficuo e importante per la corretta impostazione tecnica perché in soli due anni sono riusciti a padroneggiare le tecniche di base. Chi ha dei figli gemelli può comprendere le difficoltà che io e mia moglie abbiamo incontrato per poter gestire la situazione (avremmo preferito che praticassero sport differenti ma hanno voluto e vogliono tutti e due continuare a fare tennis). Sono molto disciplinati, ma non sempre le cose sono andate nel migliore dei modi (a volte partecipavano con entusiasmo, altre volte venivano trascinati a fatica), mentre poi uno si impegnava al massimo per avere dei risultati, l’altro (essendo più dotato) riusciva, allenandosi la metà del tempo, ad ottenere prestazioni alla pari o migliori del fratello. Non va dimenticato che nei gemelli la forte competitività si esprime in ogni ambito e spesso esplode anche in forma indiretta a seguito delle gare svolte in tempi diversi (ad esempio nel torneo A io ho vinto con Pinco Pallino in due set a zero mentre tu hai perso o vinto solamente due set a 1). Tutta questa competitività è andata avanti per mesi ma alla fine si è instaurato un certo equilibrio e la situazione è man mano migliorata. Quando tutto sembrava sotto controllo, ci siamo trasferiti all’estero.
    Non avrei mai immaginato di trovarmi in tanta difficoltà!! Il Tennis in Turchia è sport marginale, e in questo paese l’attività sportiva è sinonimo solo di calcio. Per trovare campi in terra bisogna uscire dalla metropoli e vagare per km e per ore nella periferia. In città si possono trovare solamente campi in sintetico che sono in realtà dei campi in cemento rivestiti da un esile strato di materiale elastico. Queste strutture si trovano a corredo dei grandi alberghi, raramente sono circoli autonomi e spesso si tratta di campi in veloce non coperti.
    Appena sbarcati in Turchia ci siamo guardati un po’ intorno ed abbiamo privilegiato quei club e circoli che potevano essere di nostro gradimento (non c’era comunque molto da scegliere). Avevo individuato anche un buon tecnico rumeno, a mio parere valido e d’esperienza, ma i gemelli facevano fatica ad accettarlo e a me sfuggivano le ragioni di questo comportamento. Insomma, non era loro né gradito né simpatico ed era inutile continuare. Successivamente abbiamo individuato in un giovane maestro turco ex professionista il successore. Al contrario del precedente era particolarmente gradito e simpatico ma purtroppo mi accorsi ben presto che era anche in possesso di una tecnica poco raffinata ed a mio parere non immune da qualche difetto di troppo (nell’attimo di colpire la pallina saltava, trovandosi nella ricaduta leggermente sbilanciato). In breve i gemelli, durante gli allenamenti, iniziarono ad assimilare anche le cattive posture (saltavano inutilmente perdendo gli appoggi e la coordinazione). Spesso si trovavano sbilanciati all’indietro e i colpi risultavano fuori traiettoria o poco incisivi per mancanza di potenza. Dopo queste due esperienze negative abbandonai la ricerca di nuovi maestri concludendo che avrebbero continuato da soli. Mi sono fatto carico del loro lavoro impostando e pianificando la settimana in modo da poter alternare attività di gioco ad attività atletiche e ginniche. Tutto questo è stato fatto utilizzando il campo da tennis di un noto hotel non lontano dal quartiere dove abitavamo e dove viviamo tuttora. In conclusione per un anno e mezzo sono stati degli autodidatti inventandosi gioco e schemi. Hanno litigato, gareggiato e sono cresciuti. Spesso approfittavano della presenza di adulti ospiti dell’hotel per scambiare colpi e allenarsi, altre volte sfidavano tennisti dilettanti in gare di doppio o singolo. Per un anno e mezzo mi sono chiesto quanto avrebbero perso (non in termini di risultati numerici si intende, ma di tecnica) rispetto ai loro coetanei dei corsi seguiti in Italia, che potevano contare su strutture e tecnici esperti o che erano supportati da validi maestri . Questo tormentone è durato fino all’estate appena trascorsa. e l’enigma finalmente è stato risolto. L’occasione per fare chiarezza me l’hanno data i risultati conseguiti in una decina di vari tornei, compreso Nike e Topolino; ho macinato centinaia di km tra nord e sud passando per il centro dell’Italia. In alcuni casi hanno ritrovato avversari che avevano incontrato l’anno precedente e questo è stato di valido aiuto per arrivare alle seguenti conclusioni: qualcosa avevano perso ma non tanto quanto mi sarei aspettato; il gap non era così enorme e mentre a livello regionale non avevano che pochi rivali all’altezza, a livello nazionale erano inferiori di poco ai primi pari età vincitori o semifinalisti delle varie gare.
    E’ stata anche un’estate intensa e stressante, intervallata dalla breve ma significativa esperienza all’accademia del Tennis di Marlengo diretta da Bertino, esperienza altresì ricca di soddisfazioni ma ripeto anche faticosa. Per queste ragioni, al rientro in Turchia (inizio di settembre) ci siamo presi una pausa rallentando il ritmo e dedicando più tempo alla scuola. Di conseguenza tutto il mio programma “fai da te” è per ora rimasto nel cassetto. Volevo intensificare la preparazione atletica con esercizi mirati suggeriti da Castellani o da altri esperti, o migliorare la condizione fisica con attività motorie varie, sfruttando la palestra della scuola e avvalendomi dell’appoggio di docenti di educazione fisica e di esperti.. Per ora non è avvenuto niente di tutto questo. Le attività scolastiche hanno prevalso: i gemelli si sono appassionati alla lettura, studiano il turco, si dilettano con l’inglese… La ragione di questo interessamento è stata l’anticipo scolastico con il passaggio alla prima media e naturalmente ne sono felice. Si continua il tennis, sì ma con ritmi blandi e sto sperimentando nuovi equilibri. Lo sport non è in antitesi con la scuola ma ne è parte integrante ( il buon rendimento scolastico va di pari passo con il successo sportivo). Non c’è più la corsa affannosa per sfruttare i minuti e i secondi dell’allenamento. La quantità di lavoro non è così determinante in questa fase, ma la qualità. La grossa e positiva novità, come già avevo fatto cenno in un mio precedente intervento, è stata quella di aver finalmente trovato un maestro di elevata caratura morale e professionale. E’ la persona che cercavo: sono arrivato a lui casualmente parlando del più e del meno ad un festa di compleanno di amici dei miei figli. E’ un francese della scuola di Noà, ha un passato da professionista ed è stato il preparatore tecnico di un top 10. Con lui per il momento stiamo lavorando due ore la settimana puntando sulla qualità. E’ un tecnico che riesce a notare cose che altri non avevano visto e a dare suggerimenti appropriati. Ha riconosciuto che i gemelli, pur avendo seguito in passato lo stesso percorso, hanno stili completamenti diversi. Mi ha fatto vedere quello che io non riuscivo a vedere. Il lavoro del “fai da te” per un anno e mezzo, con mio stupore, non è stato per niente improduttivo, anzi … Il tecnico francese ha aggiunto che lui non sarebbe capace di giocare nel modo in cui giocano i gemelli perché rischierebbe di commetterebbe numerosi errori. L’apertura del braccio nel momento di colpire la palla, l’impugnatura in certe situazioni di gioco non risponde in qualche caso ai canoni tennistici vigenti, ma i colpi risultano incisivi ed efficaci ugualmente perché vengono usate delle varianti compensatorie appropriate. Il maestro si guarda bene dal modificarle perché a suo avviso vanno comunque bene, ma se avessi trovato un incompetente sono convinto che sarebbe radicalmente intervenuto rovinando di fatto la corretta maturazione tecnica o rallentandola. Qualche ritocco nella presa della racchetta c’è stato ma non così significativo.
    Quindi, ricapitolando, i miei figli attualmente si allenano da soli presso i campi coperti di un hotel limitrofo per complessive quattro ore settimanali a cui vanno aggiunte due ore di lezione privata con il maestro in un altro circolo. Si tratta quasi della metà del lavoro svolto nel maggio 2008 (da questo conteggio vanno escluse le altre attività sportive più o meno sporadiche (calcio, ginnastica, atletica ecc).
    Ieri sono tornati a sfidarsi (lo fanno raramente) e si sono esibiti per un paio di ore con scambi ad alta velocità e potenza. Mi ha sorpreso la mancanza quasi assoluta di conflittualità e il grande entusiasmo; forse qualcosa sta cambiando o forse si è trattato di un episodio isolato …
    Oggi riflettevo sul fatto che su questi campi d’hotel si sentono a loro agio, sono conosciuti da tutti ed hanno anche amici “grandi” con cui a volte giocano il singolo e il doppio. Il luogo è facilmente raggiungibile con una passeggiata di 15-20 minuti o in molto meno prendendo un taxi; la facilità di rapidi spostamenti, la disponibilità dei campi da gioco, la familiarità dei dirigenti del tennis mi invogliano a continuare su questa strada. L’idea che avevo di affiancare al tennis liberamente giocato un lavoro meticoloso svolto con il maestro si sta concretizzando.
    Continuerò a seguire i dibattiti in corso sul blog ed a tenervi informati, se necessario.

  170. Stefano Grazia scrive:

    Mad Max: ” non può esistere un giocatore che nel 2020 non giochi in top e questo non certo per giocare dei pallonetti bensì per essere ancor più aggressivo, per potere cioè tirare sempre più forte e profondo tenendo però la palla in campo”

    In effetti, anch’io cosi’ d’istinto direi la stessa cosa e aggiungerei anche che se Anna Kournikova non ha mai vinto davvero e’ perche’ giocava piatto (almeno cosi’ si narra fra i Coaches alla Bollettieri) e non ha mai voluto ascoltare il Vecchio Nick e imparare davvero il top spin (ho un immagine di me e mia moglie sui vecchi campi dell’Adult Program vicino alla strada,ora spianati per fare il parcheggio e la Scuola, e su un campo adiacente questa bambina di 9-10 anni, o magari erano gia’ 12, e mi ricordo di aver realizzato che le stavano insegnando il top…c’era uno dei Coach che le faceva vedere come la racchetta doveva SPAZZOLARE la pallina… erano fermi accanto a lei, le facevano vedere il movimento, le tiravano la pallina con la mano…E’ un immagine che mi e’ sempre rimasta impressa, non so perche’…magari poi non e’ neanche vera e semplicemente distorta dalla fallacita’ della memoria) … Comunque quando un Coach vede giocare Nicholas di solito riman impressionato da due cose: l’atleticismo e il fatto che giochi in top spin,che faccia gli angoli stretti in top, con la palla che rimbalza ad uscire…
    Anch’io comunque credo che non si possa prescindere dal saper giocare in top MA COI PIEDI DENTRO il campo…E’ il marchio di fabbrica della Bollettieri,credo… e soprattutto girare intorno al rovescio per l’inside out o l’inside in.

  171. Stefano Grazia scrive:

    Grazie Giogas, del bel racconto…sono contento che tu abbia trovato l’equilibrio che cercavi quando in forma privata mi dicevi attraverso email delle tue problematiche e dei tuoi dubbi… In effetti quest’estate mi eri sembrato fin troppo attanagliato dalla ricerca del torneo e dei risultati mentre rimango convinto che fino ai 12-14 aa sia piu’ importante la Costruzione del Giocatore e i Tornei semplicemente una Verifica del Lavoro Fatto… Questo lo dicevamo sempre nella Prima Stagione di G&F ma era da un po’ che non lo ripetevamo, quindi…

    Ah, prima ho citato le due cose per cui i coaches rimngono impressionati positivamente… Ce ne sono anche un sacco per cui lo cacciano fuori dal campo a calci … Make no mistake: non e’ Quinzi, non ha vinto niente, e’ alto un metro e un barattolo, sbatte le racchette, dice le parolaccie e fa uscir di matto tutti i coaches che incontra…e sono le dieci e trenta ed e’ ancora in camera sua a cercar di convincere sua madre a fare per lui il compito di matematica per domani!

  172. Roberto Commentucci scrive:

    Totalmente d’accordo con max e stefano sull’uso aggressivo del top spin. Sorry ma ieri sera rispondendo a Enzo Lo Iacono era un po’ tardi, e mi sono espresso male. Certo non mi auguravo che Seby tirasse piatto come Connors…

    Sulle superfici invece non sono d’accordocon max, o meglio credo di non essermi fatto capire. E’ verissimo che ai ragazzi bisogna insegnare l’intero repertorio dei colpi, ma questo può non bastare, perché i colpi imparati bisogna poi averli provati in partita per averli davvero acquisiti.
    E da noi, giocando sempre sulla terra, spesso con palle molto molto pesanti, e dovendo vincere il PIA, o il torneo a squadre, o la Coppa del Nonno, si finisce per assumere un atteggiamento tattico poco aggressivo, perchéle condizioni premiano con i risultati i ragazzini che pallettano anzichè quelli che cercano di giocare sul serio.Per non parlare poi della scarsa importanza che finisce per avere, sulla terra umida, un fondamentale come il servizio… Poi succede che si arriva a 16-17 anni e bisogna riconvertirsi a giocare aggressivi, o si viene spazzati via, e lì iniziano i dolori. Da questo punto di vista, se esistessero più competizioni giovanili giocate sul veloce, cambierebbe anche l’orientamento tattico dei ragazzini, che sarebbero portati naturalmente ad avere un atteggiamento più propositivo e meno difensivo.

  173. madmax scrive:

    rob non so a roma ma nel nord italia soprattutto d’inverno si gioca spessissimo sul veloce e già il fatto di giocare indoor rende la palla più veloce. e cmq da u 10/12 il servizio non è un’arma nemmeno sul ghiaccio… il vero problema è quello come dici tu di dare importanza o meno al risultato ma questo è un problema di genitori e maestri.. settimana scorsa il coch di mia figlia si è messo a guardarla in accademia mentre giocava dei punti con un una ragazza di 14 anni. dopo alcuni punti le si è avvicinato e le ha ORDINATO: gioca la prima piatta lanciandoti la palla bene avanti mentre per la seconda puoi scegliere tra slice o kick (che tra l’altro è da poco che ha inserito nel suo programmma d’allenamento), sulla sua seconda fai due passi in avanti e spingi mentre durante gli scambi quando la palla rimbalza due mt dentro il campo (le ha messo dei coni) devi attaccare (o cmq inventarti qualcosa) e scendere a rete.. dopodichè le fanno fare tonnellate di cesti al servizio, tonnellate di schemi di gioco dinamici con voleè e smash da tutte le zone del campo, perciò quello che conta è l’atteggiamento e la mentalità, non la superficie. quando l’anno scorso vidi la de brito al bonfiglio picchiava dal riscaldamento al match point, poi chiaramente giocherà meglio sul veloce..
    dopodichè mi preme dire una cosa: soprattutto fino a 12 anni cambiare continuamente superficie (quindi anche la terra) è un lavoro eccezionale per l’adattamento ma non solo, presa nella maniera giusta va bene giocare anche sula terra nel senso che uno deve sempre spingere ma deve anche correre essere resistente (se uno va sempre in fondo nei tornei gioca tante partite alla fine dell’anno e non sono molti quelli che si allenano anche per questo, spesso o si allneano solo per fare scambi di 10 secondi oppure per fare la maratona!!) e soprattutto si completerà tecnicamente giocando un back, qualche smorzata in più o scendendo a rete dopo un servizio molto slice… io non accetto l’idea che un giocatore sia valido solo su una superficie per il semplice fatto che significherebbe non essere giocatori completi (che sia a livello fisico, tecnico o anche solo mentale) e questo non 2020 (quando giocheranno i nostri figli) non sarà ammesso…

  174. Enzo Lo Iacono scrive:

    E’ vero, Roberto e io sono assolutamente d’accordo su quello che sostieni.
    Tant’è vero che sono convinto che Seby, attualmente, potrebbe vincere qualche torneo in più, solo se cominciassi a fargli giocare più “spallettamenti”, tenendo di più la palla in campo, perché se gli do (raramente) il compito di palleggiare con uno sparring senza chiudere, riesce a giocare oltre i 100 palleggi senza errore. Ma il problema è un altro; e mi rivolgo a Max. Non è che seby non sabbia giocare il Top Spin, ma è che la sua impostazione mentale (e anche forse forma caratteriale) è che nel tennis il punto lo devi fare e prima possibile, senza dare possibilità agli avversari. In effetti, non ho MAI e dico MAI, visto un match di Seby, dove almeno per una palla, il suo avversario abbia potuto prendere l’iniziativa. Anche quando riceve una palla angolata lunga e difficile, seby tenta la chiusura di forza (es. palla incr. stretta e corta), piuttosto che difendersi e dare la possibilità all’avversario di “comandare” il gioco. Non dico che è buono, ma è fatto così, anche nella vita. Per lui non esiste una palla buttata nel campo dell’avversario, la palla và tirata solo ed esclusivamente in un punto esatto, con una rotazione e a una certa velocità. E, devo dire la verità, questo non mi dispiace, con tutte le controindicazioni annesse e connesse. Per quanto riguarda al servizio accennato da Roberto Commentucci, che reputo uno tra i pochi “non tecnici competenti”, devo dire che chiaramente sto lavorando molto sul servizio, ma trattandosi di un bambino di 10 anni, evito di considerare la forza e la potenza, ma bado più alla tecnica del movimento ed alla sua correttezza dal punto di vista della biomeccanica; in attesa dello sviluppo muscolare che mi possa far lavorare sull’espressione della potenza del movimento.
    Il mio obiettivo, pur con tutte le cautele del caso (ce la farà? ????????), è sicuramente a lungo termine, al costo di qualche match attualmente perso in più. E già ho discussioni con mia moglie sui suoi attuali risultati. Per fortuna non può licenziarmi!! Ma adesso, immaginate se non fossi suo padre, come potrei lavorare serenamente senza curarmi delle attuali vittorie. E per questo, spezzo una lancia a favore della categoria dei maestri, che spesso non possono lavorare serenamente perché costretti a dare un colpo alla botte e uno …………

  175. Enzo Lo Iacono scrive:

    P.S. PER MAX:
    Guarda che la specializzazione esiste in tutti gli sport. Altro discorso è cercare di diminuire i propri “talloni di Achille”.
    Sono d’accordo che bisogna saper giocare su tutte le superfici bene, ma le attitudini sono quelle che devono essere assecondate.

  176. Stefano Baraldo scrive:

    ho alcuni problemi con internet in questi giorni..ora ho sottratto il PC ad un ragazzo qui al circolo imponendomi con un secco: fammi vedere 2 cosine per favore! (domanda retorica ovviamente)
    Vi seguo sempre è scontato…
    Ho letto tantissime cose interessanti e che condivido…su altre rimango sulla mia linea…cioè che il problema dell’allenamento è molto comlesso e multifattoriale…di conseguenza non escludo a priori gli aiuti dell’Osteopata, del nutrizionista, dello psicologo e anche del custode dei campi!
    visto che è stato tirato in ballo l’esempio di Potito, beh credo proprio che abbia sempre lavorato molto male dal punto di vista atletico…anche non avendone le competenze credo che con Poto siano stati fatti moltissimi errori di “impostazione” e che se Poto è arrivato 27 nel Ranking modiale lo deve in gran parte alla sua creatività e genialità! Potito a 21 anni voleva smettere…potrei andare avanti per ore…ma non voglio!
    in sostanza è che dal punto di vista fisico è stato educato malissimo! sempre!
    errori principali:
    allenamenti impostati su corsa e in “linea” quindo senza sviluppo completo, ma in una sola direzione (avanti)
    grandi scorpacciate di lavoro pre-stagionale e poi richiamini durante la stagione (continuità zero)
    ma la cosa peggiore in asoluto è che le sue prestazioni fisiche sono sempre state confrontate con alteti di livello più alto o addirittura di altri sport…questo ha sviluppato in lui una certa tendenza a dire: sono lento, sono debole, non ho resistenza…..
    il tennis è lavoro e fiducia!

  177. madmax scrive:

    certo enzo ma non ci si specializza a 8/10 anni ed appunto per evitare di confondere la specializzazione con la carenza tecnica sarebbe bene dare un insegnamento a 360° per poi poter scegliere tra più opzioni e più obbiettivamente…

    stefano b raccontandoci la storia di potito allora sposi al 100% quello che qui abbiamo sempre detto!!!

  178. Roberto Commentucci scrive:

    Su Potito quello che salta subito agli occhi è come un tennista di 1,90, con due spalle così, usi da sempre il servizio quasi esclusivamente in kick, e non tenti praticamente mai la botta piatta. Potito è leader della classifica Atp per % di prime palle messe in campo, con un 73% in stagione. E ha anche una seconda molto solida. Ma con la prima, ovviamente, tirando quasi sempre kick, ottiene appena il 64% dei punti (58o in graduatoria). Tanto per fare un paragone italico, Seppi, che pure non ha neanche lui un servizio esaltante, ha pur sempre una percentuale di punti vinti con la prima pari al 70%. E’ vero che in parte la differenza può essere spiegata dal fatto che Seppi gioca di più sul veloce, tuttavia appare evidente che se Potito tirasse anche qualche botta piatta risulterebbe molto meno prevedibile e complicherebbe parecchio la vita al suo avversario.
    La mia opinione in proposito è che in un giocatore caratteristiche tecniche e caratteristiche fisiche finiscono per essere un unicum, un complesso inscindibile: il problema di Poto è sempre stato la sua relativa lentezza nel mettersi in moto, nel fare il primo passo, specie in uscita dal servizio. E allora, coloro che lo hanno impostato da ragazzo, non avendo le conoscenze per farlo diventare più veloce e reattivo, con un lavoro mirato, hanno ritenuto che l’unico modo per farlo diventare un giocatore competitivo fosse quello di dotarlo di un gran kick di servizio, in modo da tenere lontano il ribattitore e concedere a Poto tutto il tempo, in uscita dal servizio, per organizzarsi e iniziare a comandare gli scambi con il suo eccellente diritto.
    Il risultato finale, ancora una volta, è stato quello di creare un giocatore eccessivamente specializzato, buono solo per la terra. Sono convinto che in un paese di maggiore cultura tennistica, tipo Francia o Spagna, avrebbero trovato il modo di far lavorare fin da subito Poto nel modo corretto sul piano fisico, e ora l’azzurro, oltre che più pericoloso in battuta, sarebbe ben più rapido più reattivo in risposta, e potrebbe giocare bene su ogni superficie, tra l’altro sfruttando molto meglio le notevoli doti di tocco e di gioco al volo che possiede. Insomma, credo che quella di Poto sia una vicenda paradigmatica di come un sistema tennis non riesce a raggiungere l’obiettivo di sfruttare pienamente il potenziale di un giocatore. Scusate l’OFF-TOPIC.

  179. madmax scrive:

    bravo rob infatti il suo non è un problema di superfici ma di quello che gli hanno insegnato da bambino, cioè quello che diciamo da mesi e che cerchiamo di evitare ai ns figli ed a quelli di tutti i genitori che ci leggono…

  180. Stefano Baraldo scrive:

    daccordissimo con tutti! resta il fatto che tutta questa analisi non deve essere una critica nei confronti del ragazzo (poto) che fa quel che può e spesso anche quel che non puo… deve essere solamente un’analisi che guarda avanti per i giovani del futuro!!!
    che poi alla fine non mi resta altro che sostenere il giocatore che ha scelto me per allenarsi…lo rispetto molto perchè quandop poi si trovano davanti a 6000 persone, in un campo infuocato, tv e fotografi in ogni angolo, un avversario di fronte più forte, ecc….questi ragazzi si trovano in una situazione veramente difficile e poi alla fin fine non si dovrebbe rimproverare a loro cose di cui non hanno colpa del tipo “”ma dove va questo qui che gioca 4 metri dietro la linea..fa i kilometri e non fa un punto”— per pareggiare i conti questi ragazzi potrebbero evitare atteggiamenti “ciondolanti”, “rassegnati” disfattisti” e torpiloqui vari….
    che poi per evitere tutto questo servirebbe solo tanto amore da piccolini! (come mi sembra facciano in molti amici del blog GARANTI DI CULTURA E AMORE)

  181. Enzo Lo Iacono scrive:

    “che poi per evitere tutto questo servirebbe solo tanto amore da piccolini!”

    Sante parole Stef, sante parole!

  182. Enzo Lo Iacono scrive:

    Volevo sottolineare a Max che io non sto specializzando Seby, ma lo stò assecondando cercando di non “spuntargli le ali”, perché se è questa la sua caratteristica comportamentale e caratteriale, fare diversamente significherebbe fargli fare delle cose per cui non è mentalmente predisposto.
    Altra cosa è, chiaramente, trascurare i suoi punti deboli.
    Nel caso di Poto, il problema è opposto.
    Il tennis moderno, indiscutibilmente, vola verso la potenza e la velocità e a meno che non si decida di cambiare gli attrezzi o il peso/grandezza della palla, i giocatori del futuro dovranno essere veloci come speedy Gonzalex e potenti come Cassius Clay.
    Tengo a precisare anche, senza nessuna remore, che le analisi fisiche fatte su Seby (alcune delle quali fatte con il Prof. Buzzelli), indicano che le fibre muscolari non sono adatte alla velocità e ciò sarà uguale anche dopo lo sviluppo muscolare. Proprio per evitare di far “migrare” le fibre, evito in questo periodo di crescità di lavorare sulla resistenza, dando particolare attenzione alla coordinazione fine ed all’anticipazione motoria. Da un’analisi che mi sono fatto, sarebbe comunque sconveniente per Seby, accettare gli scambi protratti perché perderebbe terreno ad ogni palla, giocando in affanno di conseguenza. Quindi, gioco “PAM PAM”!
    Senza trascurare l’importanza di saper tenere lontano l’avversario.
    Poi credo che i piattoni che tiri adesso, avranno molta più efficacia non appena terminato (per dire) lo sviluppo muscolare.
    Si tenga conto che alleno Seby con uno sparring U16 che serve una prima piatta missile, eppure lui si sta abituando a rispondere alla Agassi (piedi dentro al campo, passo avanti, apertura limitata e botta sulla palla mirando a un angolo (e ci si diverte pure!) E vi posso assicurare che se la risposta è in campo, l’avversario non ha il tempo di “recuperare i piedi”.
    Chiaramente, ora, i margini di errori sono altissimi, ma specializzando il colpo?
    Dando per scontato che servendo piatto, veloce e bene, ci si assicuri il gioco, con una risposta del genere, che diventi efficace e precisa, il break è tuo.
    Il top? Non ci arrivi a giocarlo.
    A meno che non stai giocando sulla terra bagnata, con palle mid che pesano mezzo chilo e sei un nanetto di 10 anni.

  183. madmax scrive:

    mah enzo quello da te scritto mi lascia molti ma molti dubbi perchè è esattamente l’esatto contrario di quello che insegnano tutti i top coach e perchè ancor più a livello maschile piatto piatto e soprattutto solo piatto non gioca più nessuno.. ho paura che da giocare i pallonetti si passi direttamente all’esatto contrario mentre invece come al solito la verità sta nel mezzo.. un conto è la mentalità aggresiva sempre e comunque un conto è il come esserlo…

  184. madmax scrive:

    ed anche per il servizio… “se serve piatto veloce e bene..” intanto se serve la prima perchè poi con la seconda sarà meglio tirare una palla ben più complessa ma anche la prima o tiri sempre a 250 km/h o qualche variazione di tanto in tanto non sarebbe male…

  185. Mauro scrive:

    Roberto C, dove le posso trovare le statistiche tipo quelle sul servizio che hai citato? Grazie

  186. Roberto Commentucci scrive:

    Mauro, le statistiche le trovi sul sito Atp, a questo link:

    http://www.atptennis.com/en/players/matchfacts/

    sono quelle del 2008.

  187. marcos scrive:

    dalle statistiche offerte dall’atp, s’evince che bolelli è messo abbastanza bene sui servizi e che seppi è messo bene nelle risposte.

    leggendo, poi, un pò più sopra: a me pare che il servizio sia molto importante già nell’under12. è difficile, in questa categoria, assistere a seconde palle complesse ed incisive, ma non è difficile imbattersi in ottime prime palle.

    è corretto insegnare ai ragazzi a spingere alla prima palla buona o quando si è così fuori dal campo che non resta che il definitivo (o meglio, la speranza di un definitivo!). meno corretto, a mio parere, insegnare a spingere su ogni palla: non è necessario nel tennis. anzi, se l’incontro si allunga, chi spinge sempre, raramente vince: se si allunga l’incontro, infatti, significa che la spinta non è sufficiente. il dispendio fisico della spinta su ogni palla, alla lunga, si fa inesorabilmente sentire.

    non è detto, inoltre, che non spingere significa obbligatoriamente mettersi tre/quattro metri dietro la riga di fondo a remare: velocità di gambe e piedi, preparazione rapida dei colpi e timing sulla palla consentono buoni scambi da fondo, senza perdere campo. il primo che accorcia, naturalmente, è spacciato.

    ho visto giocare qualcuno dei nostri migliori under 10/12: nessuno di questi ha ancora la forza (o è stato impostato), per gestire gli scambi da fondo con liftoni alti. ho visto avanzare gli argentini all’avvenire: qualcuno di questi ha proprio i liftoni nel sangue…e vince spesso! generalmente, più s’avanza con l’età, più le parabole si alzano, più le palle sono cariche e profonde. kohlschreiber, andreev, nadal ed, in una certa misura, murray sono in grado di cacciarti (coi loro effetti) a cinque metri dalla riga di fondo…a meno che tu non sia davydenko o agassi, in grado di giocare in levare, in controtempo, balzando sulla palla in ascesa. anche questo bisognerebbe insegnare ai ragazzi…ma è un lavoro assai arduo: colpire la palla in ascesa è prerogativa di pochi, proprio perchè non si riesce ad insegnare. col ritmo si nasce e raramente lo s’impara: è un istinto viscerale, congenito e musicale.

    delicatissimo, infine, è il momento in cui si chiede al ragazzo di aggiungere al dritto semiwestern la frustata del polso: talvolta, il ragazzo perde la giusta coordinazione. in preparazione del colpo alza il gomito e la testa della racchetta, trova un suo modo particolare di giocarlo, ma perde chili di spinta, non riuscendo a conciliare il nuovo movimento del polso con la corretta partenza della testa della racchetta. spesso, passano mesi prima che il ragazzo riesca ad aprire correttamente, a far scendere la testa della racchetta, per, poi, farla rapidamente salire, non solo col braccio, ma anche col polso, nel momento dell’impatto con la palla: quando, infine, ci riesce…gli si apre un altro mondo. finalmente potrà tirare vincenti senza compiere mezze piroette e trovarsi, al termine del colpo, in precario equilibrio, quasi con le spalle alla rete. finalmente, sarà per lui facile chiudere con sicurezza da metà o trequarti di campo.

    l’aggiunta della frustata del polso nel dritto ed il raggiungimento di una seconda palla di servizio consistente sono già molto importanti nel secondo anno di under12: senza questi, difficilmente il ragazzo avanza nei tornei.

  188. madmax scrive:

    bel post di marcos….

    per cominciare direi che c’è già dall’u 12 c’è differenza tra maschi e femmine e per quanto riguarda la prima di servizio forse sarà diverso per il secondo anno u 12 mentre per quelli del ‘98 la prima risulta buona solo se al cospetto di avversari molto inferiori ed è forse più facile vedere un ace di seconda con un servizio slice che essendo ancora molto artigianale risulta molto corto più che esterno (due settimane fa a buccinasco c’erano tutti i migliori del nord italia). intendiamoci l’impostazione, l’idea di far male (alcuni perchè per molti è solo una rimessa in gioco) e l’esecuzione sono buone ma non fanno ancora male. devo dire inoltre che molti per essere equilibrati e quindi sicuri servono a piedi fermi e se questo da una parte li fa servire meglio ovviamente toglie un po’ di velocità alla palla perciò se ad un ragazzo non è stata inculcata l’idea di fare il punto già dalla prima di servizio in breve tempo sarà più facile vedere dei servizi tagliati..

    perfetto il discorso “tattico” dello spingere solo quando necessario, io credo però che soprattutto all’inizio meglio insegnare a spingere sempre, perdereanno qualche volta in più ma certamente non avranno il braccino e sapranno sempre che il punto devono essere loro a farlo.. altro problema poi sarà quello di fare in modo che le % di errore si abbassino anche spingendo e personalmente poi penso che per diminuire il numero degli scambi e far meno fatica spesso basterebbe (dopo aver messo in difficoltà l’avversario) fare qualche passo dentro il campo e chiudere al volo..

    perfettamente d’accordo anche sulla necessità dell’insegnare a colpire la palla “balzandole” sopra ma più che arduo credo come ho detto molte volte che essendo il tempo a disposizione poco, molti maestri trovano più facile e comodo insegnare dritto e rovescio….

    per quanto riguarda il dritto qualcuno già riesce a dare la frustata ma credo che il problema derivi da appoggi poco ampi che non permettono un equilibrio stabile oltre ed al fatto che troppo spesso per pigrizia (o perchè non le è stato insegnato) colpiscono in open stance che necessita di forza maggiore..

  189. marcos scrive:

    se non ricordo male, a buccinasco, in quei campi in fondo sotto la tensostruttura, basta una terza palla per fare ace: non so bene che superficie sia…ma la ricordo velocissima!

    buona scuola, comunque, in quel circolo: buon maestro e buoni risultati.

  190. francesco scrive:

    Allenamento mediante visualizzazione
    Da tutti i vostri programmi di allenamento non vedo il visual tennis
    Sempre a proposito dello sviluppo dei neuroni e delle sinapsi è stato fatto un esperimento
    L’uso di un particolare muscolo induce il cervello ad assegnargli più superfice corticale esperimento verificato sui musicisti però è stato dimostrato su un gruppo di volontari di limitarsi a PENSARE DI ESEGUIRE L’ESERCIZIO AL PIANOFORTE , il risultato è stato che la regione della coteggia dedicata a questo movimento si allargò nello stesso modo di quelli che avevano fatto esercizi veri
    L’ESERCIZIO MENTALE PRODUCEVA UNN’ANALOGA RIORGANIZZAZIONE DEL CERVELLO
    La visualizzazine dovrebbe permettere di imparare più in fretta a svolgere con maggiore padronanza una determinata attività
    Allenarsi mentalmente a colpire una palla , ad attuare uno schema di gioco potrebbe portare a migliori risultati con meno allenamento
    MENO POSSIBILTA DI INFORTUNI

  191. madmax scrive:

    francesco immagino che questo metodo di allenamento faccia parte del training mentale. sia la bollettieri che la vavassori (con quello di milan lab) ne hanno uno proprio che in entrambi i casi ha prodotto svariati campioni mondiali.. se invece non facesse parte del training mentale sarebbe curioso poichè nessuno dei top coach qui molte volte citati ne fanno uso….

    per la cronaca il training mentale del prof de michelis (vavassori-milan) è nato soprattutto con l’intento di prevenire gli infortuni poichè tramite svariati dati (test, questionari, saliva, esami del sangue etc etc), tracciano la situazione dell’atleta al top della forma. di conseguenza quando la situazione non è massimale si lavora per riportare il fisico al top (questo ovviamente spiegato molto grossolanamente). dallo stare al massimo della forma poi ovviamente si passa all’allenamento della mente con annessi e connessi (dalla respirazione a chi più ne ha più ne metta)..

  192. stefano grazia scrive:

    io faccio fare spesso un banale allenamento volgarmente scopiazzato da un DVD di Bollettieri (ma suppongo che non sia nulla di nuovo):piazzo tre quattro freccie a meta’ fra baseline e riga del servizio. Da entrambi i lati. Accorcio insomma il campo e i due giocatori devono giocare coi piedi DENTRO, fra la linea delle freccie e quella del servizio: non possono indietreggiare e devono sostenere il palleggio. se la palla e’ troppo lunga la prendono al volo, altrimenti la colpiscono DAVVERO on the rise…
    Comunque e’ vero anche quel che dice Mad max, che a volte il bimbo (o il vecchio…) colpiscono in open stance soltanto per un fatto di pigrizia…La cosa fa spesso venire l’ulcera a mia moglie che se vede Nicky svogliatamente in open stance inizia a redarguirlo fin dai primissimi istanti…Io sono un po’ piu’ accomodante perche’ SO, l’ho visto, che se vuole puo’,sa muoversi e colpire correttamente… E’ una questione di focus,di motivazioni, di essere svedesi o latini, ferrer o safin,gattuso o cassano … Io preferisco da un punto di vista morale i ferrer e i gattuso ma temo mi sia toccato in sorte un safin e un cassano… La cosa da osservare e’ che per un Ferrer che arriva con la forza di volonta’ nei top 20 ci saranno probabilmente 30 Safin che smettono…

  193. francesco scrive:

    Gli esperimenti scientifici sulla mente sono stati fatti non per fini sportivi ma per studiare il funzionamente del cervello , e anhanno dimostrato la plasticita del cervello specialmente fino all’età di 12 anni ma confinua per tutta la vita
    Il cervello si modifica con la pratica COSCIENTE sia dell’attività fisica e sia di quella mentale
    Questo adattamento provocare una crescita del numero di neuroni , cosa che è stata sempre negata dalla scienza ufficiale che teorizzava solo una crescita delle sinapsi
    Il cervello lavora in mdo più veloce e con i tempi tennis moderni frazioni di secondo fanno la differenza tra un campione e un giocetore di media classifica
    Una applicazione del tennis mentale potrebbe essere

    Oltre alla pratica, è utile immaginare 4-5 situazioni chiave di un match (tie-break,
    set-point, il primo game, sotto di un break), in modo realistico (per condizioni
    climatiche e livello di gioco), circa 3 volte la settimana (per una decina di minuti).
    Dopo un paio di mesi i risultati saranno sorprendenti e sul campo riuscirete a gestire
    meglio le giornate storte e i punti importanti. Prima di passare ad un’immagine
    superiore e più impegnativa, occorre rinforzare l’immagine iniziale, come nella PRATICA

  194. francesco scrive:

    Questo allenamento è suggerito da un maestro di Lugano però io farei un esperimento con impegni temporali di maggiore intensità
    Sempre se è possibile fare questo lavoro con ragazzi di questa età

  195. madmax scrive:

    ah ecco perchè non è conosciuto…. intendiamoci è certamente una lodevolissima iniziativa che potrà avere magari in fututro anche un grande successo, certo è che allo stato attuale delle cose e soprattutto avendola in “casa” preferisco la maind room del berlusca che ha contribuito e non poco alle vittorie degli “invincibili…” (e non sono milanista)…

  196. marcos scrive:

    stefano pone una questione fondamentale che, a mio parere, andrebbe approfondita: può la pigrizia essere un buono strumento per l’apprendimento di colpi che, altrimenti, non sarebbero insegnati (o lo sarebbero raramente)?

    io credo di sì: colpire la palla in levare, a mio parere, è il miglior esercizio per aggiustare il timing. parimenti, bisogna insegnare che colpire la palla in questo modo, finchè non si hanno doti di potenza sufficienti, significa spesso accorciare i propri colpi ed offrire la possibilità di chiudere al tuo rivale. quando il ragazzo, non ancora fisicamente prestante, colpisce in anticipo (senza fare un passo indietro per colpire la palla ad altezza giusta), solo nei momenti in cui viene sorpreso dai colpi avversari, ma indietreggia quando trova il tempo, per colpire correttamente…allora, la pigrizia può essere utile. se il ragazzo colpisce 6 palle su 10 in levare e perde 4/5 punti…allora la pigrizia non è utile. in ogni caso, a mio parere, quando all’anticipo aggiungerà la forza per spingere anche i colpi in levare, il ragazzo sarà avvantaggiato rispetto ai compagni non pigri, a cui non è stato insegnato il colpo anticipato difensivo.

    non so se a federer sono state insegnate le demivolées da fondocampo, con le quali, spesso, mette in difficoltà il suo avversario…credo, però, che da piccolo fosse pigro.

  197. Roberto Commentucci scrive:

    Ieri sera nel talk show su Supertennis, con la presenza di Ricci Bitti, del segretario generale della FIT Verdina, di Giorgio di Palermo ex Tour Manager dell’Atp, di Mara Santangelo, di Giampiero Galeazzi e del comico Pino Insegno, si è parlato, a margine della vittoria della Spagna nella Davis, anche delle differenze fra il nostro modello e quello spagnolo.

    Devo dire che Caputi e Galeazzi sono stati bravi, stuzzicando i due dirigenti sul perché, visto che la base del movimento in Italia è estesa tanto quanto in Spagna (in termini di numero di tesserati, di tornei organizzati, etc, come ha mostrato Verdina con i grafici) i risultati agonistici a livello di vertice siano così diversi.

    Ricci Bitti, pur rivendicando inevitabilmente i meriti della nuova gestione federale (anche a proposito del nuovo sistema di classifica) ha riconosciuto che i risultati non sono soddisfacienti, e ha descritto il sistema federale di sostegno ai giovani agonisti, (PIA, Tirrenia, contributi economici, etc.) lasciando però intendere che intendono trovare il modo di cooperare in modo più efficace con i team privati.
    La Santangelo, giocatrice molto in sintonia con la Federazione, ha confermato di essere sempre stata molto aiutata dalla FIT.
    Ma l’intervento più interessante è stato quello di Galeazzi, il quale ha sostenuto, senza peli sulla lingua, che il vecchio modello del circolo tradizionale, in uno sport ultracompetitivo quale quello del tennis moderno, sia ormai inadeguato a produrre agonisti competitivi, e ha fatto il paragone con strutture “paramilitari” come la Bollettieri Academy, mentre nei nostri circoli vi sarebbero troppe distrazioni.
    Ricci Bitti ha sostanzialmente aderito alla posizione di Galeazzi, e ha detto che la Federazione sta lavorando per collaborare in modo più efficiente con le Academies private.
    Di Palermo ha detto che a suo parere in Italia non si sanno scegliere i giusti traguardi: da ragazzini si punta troppo alle vittorie nei torneini junior più che alla costruzione di giocatori in grado di diventare pro ad alto livello.
    Sono poi stati ricordati i soliti stereotipi degli italiani mammoni, che maturano troppo tardi, etc. (il che sarà anche vero, per carità…) e infine la Santangelo, citando il caso di Quinzi, ha detto che a 12 anni già lo si paragona a Nadal e che questo complica le cose, perché si mette troppa ansia addosso ai ragazzini.

    Infine, Caputi ha annunciato che nella prossima puntata del talk show, martedì prossimo, si parlerà proprio delle problematiche connesse con la crescita di giovani agonisti in Italia, e ha incitato i genitori, i maestri, etc. a lanciare proposte e spunti di discussione mediante il sito federale.

    Che dire, a mio avviso tutto questo è molto positivo. Ho trovato nell’atteggiamento di Ricci Bitti segnali di incoraggiante apertura, anche mediatica. Che la Federazione, storicamente chiusa in se stessa come un riccio, utilizzi i suoi media (sito e canale televisivo) per instaurare un vero dibattito, e un brainstorming autentico con la propria base sui problemi del nostro tennis, mi pare un esperimento positivo in se.

    A patto però che poi si abbia la capacità, politica e realizzativa, di tramutare il dibattito in proposte concrete e in una linea di azione chiara e coerente. Vedremo.

    Infine, Galeazzi ha riportato con entusiasmo i dati sull’audience della diretta della finale Davis Argentina-Spagna trasmessa su RaisportPiù, secondo lui molto positivi (se ho capito bene, oltre duecentomila telespettatori, che per un canale non analogico sono tantissimi).

    Il popolare Giampiero nazionale ha poi detto che a suo parere “se si trova un italiano in grado di andare in finale al Foro… poi bisogna aprire l’Olimpico per metterci tutti gli appassionati.”

    Galeazzi ha ragione: il popolo del tennis, in Italia, è un gigante addormentato. Bisogna trovare il modo di svegliarlo.

  198. Archipedro scrive:

    Dedicato ai “pensatori” anonimi.

    Non é vero che il genitore che spinge, con il proprio bambino, il piede sull’acceleratore dello sport, lo faccia con spirito di personale rivalsa: sicuramente può accadere, ma alle persone irrisolte e mediocri. Viceversa quando un padre scorge nel piccolo gli auspici del talento ha il dovere di mettere in campo tutta la propria energia… é ciò é buono e giusto. Edificante ed ammirevole. Educativo e salutare.
    E non é affatto vero che una siffatta programmazione precoce implichi, in una prospettiva futura, un accanimento degno delle scuole pre-olimpiche cinesi… é vero l’esatto opposto: nel crescente adattamento dei piccoli allo sport, inteso innanzitutto come un gioco, ancorché impegnativo e strutturato, s’organizza quel processo mentale che consentirà loro, da professionisti, d’allenarsi in modo estremamente consapevole e mirato. Con grande qualità ed oculata gestione del proprio tempo.
    Solo in questo modo possiamo pensare di far coesistere grandi agonisti e grandi uomini: per dare a questi ragazzi le soddisfazioni sportive che meritano ma anche la prospettiva degli amori terreni, nonché d’una laurea e d’una vita professionale qualificata.

    Questa é una precisazione roboante, potremmo dire pleonastica. Speriamo che basti…

  199. conforto scrive:

    Cosa consigliereste ad un genitore che insoddisfatto della scuola agonistica dove manda la figlia di quasi 9 anni (abbastanza bravina per la sua età), sia tentato dal fai da te? Io credo che il problema fondamentale sia che a quell’età un bambino giochi e ne abbia piacere anche e soprattutto per stare in un gruppo di coetanei; con il rischio che tolto dal contesto del gruppo perda motivazioni e voglia. L’effetto collaterale di tale circostanza è che in una situazione di monopolio come quella della mia città (se te ne vai da quella scuola di quel dato circolo non esiste un alternativa) si sia costretti ad accettare tutto ciò che non va nello spirito di “o ti mangi la minestra o ti butti dalla finestra”. Voglio precisare che la mia insoddisfazione è solo minoritariamente relativa alle tecniche di allenamento (pur se ritengo si potrebbe fare di meglio)ed è soprattuto rivolta alla gestione umana e psicologica del bambino.
    Credo, infatti, che non si possa considerare un bambino di nemmeno 9 anni come un atleta adulto e che i maestri di bambini di tale età dovrebbero guardare molto di più alla sana crescita psicologica, cosa che purtroppo accade di rado.
    Per superare il dubbio che il problema sia più mio che di mia figlia ho cercato di seguire un criterio: osservarla e capire i disagi che lei esprime.
    Ebbene manifesta ed esprime chiaramente e verbalmente alcuni disagi, ma il rischio nel momento in cui se ne parla con i maestri è di ottenere l’effetto opposto e di venire additati come genitori negativi nella classica diatriba genitori-maestri. (grazie Stefano Baraldo per avermi sollevato con le tue teorie su quest aspetto). Quindi un vero e proprio dialogo costruttivo genitori maestri sui problemi concreti nel nostro caso non c’è.
    Al momento si tira avanti tutti (genitori e figlia) nel disagio.
    Il fatto è che mi domando:quanto potrà durare? E se quando non durerà più il danno fosse già fatto in quanto a tempo perso e danno psicologico creato?
    Scusandomi se sono stato un po’ farraginoso e ringraziando in anticipo per eventuali consigli

  200. Roberto Commentucci scrive:

    Ho trovato un video in allenamento di Filip Krajinovic, il ragazzino serbo classe ‘92 che a 16 anni è già stato capace, la scorsa settimana, di fare semifinale a livello challenger, battendo per strada un top 100 come Kendrick: ve lo linko:

    http://tennisblog.blogosfere.it/2008/11/saranno-famosi-i-10-tennisti-emergenti-del-2009-1.html

    Se ne parla come di un autentico bombardiere, ma sembra anche piuttosto rapido.
    A me pare che sia impostato proprio bene. Non si capisce molto dato che il filmato dura solo 1.30,, ma la voleè di rovescio mi pare molto disinvolta per un bimane. E anche il movimento del servizio sembra eccellente.
    Inoltre sembra potersi irrobustire ancora tantissimo, data la struttura fisica e l’età.
    Aspetto il vostro parere di videoanalisti.

  201. conforto scrive:

    Errata corrige: intendevo Stefano Grazia, non Baraldo

  202. stefano grazia scrive:

    mmmh, temo che il Maestro di Lugano sia lo stesso maestro venuto qui a Lagos … si vede che ci ha “visualizzato” e non gli siamo andati a genio, capita… Comunque il fatto di essersi dimostrato non interessato al nostro vissuto non inficia il giudizio sulla persona , sul coach e sulla sua personale strategia di allenamento che mi sembra mutuata da Castellani…Io poi sono nemmeno contrario all’idea del Mental Training (because tennis, everybody has-diceva Safin) e sono anche disponibile a tentare varie strade, inclusa la “visualizzazione” ma senza aspettarmi miracoli e senza affermare che questa e’ una panacea e l’altra una boiata pazzesca…Suppongo che anche qui non esista un metodo d’allenamento per tutti ma un metodo d’allenamento magari perfetto (o comunque UTILE) per te. E quindi anche qui si tratta di ascoltare, di cercare, di sperimentare che e’ poi forse un po’ un aggiornarsi anche questo…

  203. Roberto Commentucci scrive:

    Riporto dal sito FIT:

    SUPERTENNIS: 2 DICEMBRE, TENNIS CLUB
    Il settore tecnico: scrivete e-mail per il dibattito
    Martedì 2 dicembre, alle ore 21, torna “Tennis Club”, il talk show settimanale del canale televisivo della FIT “SuperTennis”. Si parlerà del settore tecnico e di come si può aiutare la formazione e la crescita dei giocatori, dai primi passi all’attività juniores fino all’eventuale ingresso nel circuito maggiore. E’ possibile creare un campione? A quale età si possono intuire le doti di un ragazzino o di una ragazzina che si avvicinano al tennis? Quali sono i costi? Quali le strutture? Questi e tanti altri argomenti saranno affrontati durante la puntata di “Tennis Club”.
    Gli appassionati che volessero dare un contributo al dibattito possono scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: redazione@supertennis.tv. Il termine ultimo per inviare e-mail è lunedì primo dicembre.

    Il sottoscritto, a nome della redazione, provvederebbe a condensare in un breve documento i principali spunti emersi sul blog sui problemi del nostro tennis e sui possibili interventi correttivi che potrebbe apportare la FIT. Il documento sarebbe poi inviato alla Federazione, con l’augurio che possa contribuire sia alla discussione, sia alla predisposizione di concrete linee di azione.
    Se qualcuno di voi (madmax, stefano, o altri) vuole occuparsene di persona, mi faccia sapere.
    Altrimenti, appena sarà pronto il documento, lo pubblicherò sul blog prima di inviarlo, in modo da incorporare eventuali commenti o correttivi. Fatemi sapere, amici, è una grande occasione, a mio avviso.
    Cerchiamo di non sprecarla con le solite critiche distruttive e prevenute. Dimostriamo invece maturità e chiarezza di idee.
    Coraggio.

  204. stefano grazia scrive:

    Stefano B, sul Rugby: mi ero dimenticato lo spunto ma volevo precisare che se Nicholas fosse stato un gigante e se non vivessimo in luoghi dove il Rugby proprio non e’ considerato, e’ molto probabile che nicholas adesso giocherebbe a rugby piu’ che a tennis…Purtroppo il Rugby da quando lo giocavo io non e’ piu’ lo stesso rugby ed e’ ora sport precluso agli esseri umani normali (come il basket,del resto) … Devo anche riconoscere che e’ molto piu’ bello e spettacolare ora che allora (quando noi dicevamo che era uno sport bellissimo da giocare ma non da guardare-troppe pause, troppi calci strategici … Ora invece, specie se avete la fortuna di vedervi TriNations e Super14 dell’Emisfero Sud e’ lo sport di squadra piu’ bello da vedere, almeno per noi)… E certo l’emozione di entrare nel Millennium stadium ex Arm’s Park a Cardiff e fronteggiare l’Haka degli All Blacks (o ancor meglio: ESSERE UNO QUALSIASI DEGLI ALL BLACKS) di fronte a 60000 spettatori che cantano l’inno dei loro padri, non e’ eguagliabile nemmeno da una finale a Wimbledon…Non so se l’avete visto? Gli All Blacks fanno l’Haka, i Gallesi rimangono sul campo in piedi di fronte a loro…L’arbitro, il Sudafricano Jonathan Kaplan dice che tocca a loro cominciare: non si muovono, fronteggiano indomiti incazzati grintosi gli All Backs che pure rimangono fermi a piedi piantati e braccia larghe…E’ OK Corral, e’ Sfida Infernale, altroche’ calcio, altroche’ Brazile Argentina o Germania Italia… L’Arbitro continua a chiedere agli uni e agli altri di spostarsi, il pubblico ulula, io e Nicholas coi brividi…Io sono un gran tifoso degli ABS, di Daniel Carter e Ma Nonu e Richie McCaw (ma soprattutto del grandissimo Carlos spencer, The King…ora non gioca piu’ in nazionale) ma subito dopo viene il Galles visto proprio in Wales trascorsi a 16 anni un mese quando i Lyons di Barry John e Gareth Edwards-mitica coppia di mediani gallesi- vinsero i test matches in casa dei neozelandesi, fatto piu’ unico che raro….Probabilmente i fondamentali glieli avrei insegnati io e d’estate magari saremmo andati in quel vecchio club gallese e invece di mandarlo in Florida lo manderei a scuola a Perth dove mi piacerebbe molto di piu’ ritirarmi (l’Australia e’ bellissima, e’ bellissima…) … Ma piccolino e residente in un africa che non e’ il sud africa degli Springboks… Quindi un po’ di Selezione Darwiniana l’abbiamo fatta anche noi … Ma anche se poi,chissa’, ogni tanto ho un po’ il rimpianto di uno sport di squadra, credo che il tennis nel suo insieme sia davvero, piu’ del rugby, il gioco degli scacchi giocato in velocita’…E sicuramente, fra gli sport non di contatto, quello piu’ brutale dal punto di vista fisico e mentale …
    Oh, non c’entrava niente con quanto stavamo dicendo, lo so… Ma che volete farci, ogni tanto l’Off topic ci puo’ stare… Conforto, adesso rimugino poi scrivo…

  205. madmax scrive:

    perfetto rob e sono d’accordo con te che può essere un’ottima opportunità.. come ti ho già detto al telefono credo che dobbiate essere però tu e stefano a preparare la bozza, io (e tutti gi altri che lo vogliono) penseremo eventualmente ed aggiungere quello da voi dimenticato..

    anch’io credo come stefano che sia tutto l’insieme (delle cose positive) a fare un giocatore e non la singola esercitazione miracolosa che nella realtà non esiste… oltretutto finchè le varie tecniche sono complementari e non alternative più se ne imparano e meglio è.

    per quanto riguarda invece due attività alternative (in questo caso riferendomi al menthal training) soprattutto in un campo come questo dove certezze non ce ne sono e dove maghi, fattucchiere e wanne marchi sono all’ordine del giorno, mi sembra che mettersi in mano a chi ha avuto a disposizione enormi capitali per la ricerca (de michelis ci diveva che berlusconi ogni anno investe moltissimo in questa attività), la sperimentazione, che ha raggiunto risultati a livello mondiale e soprattutto in un sistema dove i progressi sono possono essere calcolati e non solo “visti” sia la soluzione migliore..

  206. anto scrive:

    @Roberto. Ho visto il filmato del ragazzino serbo…..sinceramente non mi sembra niente di sbalorditivo anzi mi sembra un attimino svogliato…….

  207. Avec Double Cordage scrive:

    Roberto secondo me sarebbe importantissimo accennare nella e-mail da mandare a Supertennsi per la trasmissione “Tennis Club” anche il fatto che in Italia a differenza di molti altri paesi non ci sono campi pubblici in sintetico-cemento e gratuiti, fatto importantissimo per allargare la base dalla quale estrarre talenti da sostenere poi in ambito di academies o circolo che sia, non si può pretendere di estrarre questi talenti solo ed esclusivamente dal sistema dei circoli che è troppo ristretto per questo, la base deve essere larghissima, insomma l’enfasi nella base deve essere messa sulla quantità, solo dopo e la qualità invece che deve essere la cosa centrale, nella cura dei ragazzi più promettenti, indifferentemente dalla loro provenienza che può essere il campo privato nella villa di papà, il circolo comunale o privato ma per aumentare il numero dal quale estrarre i migliori da mandare ai centri tecnici e alle academies c’è bisogno anche dei campi pubblici.

    altro punto che Stefano sicuramente marchierà, è l’accesso gratuito dei ragazzi (diciamo fino ai 15 anni) ai campi dei circoli nelle ore pomeridiane se i campi sono liberi

    un altra cosa che si potrebbe proporre ma che prima andrebbe dibattuta e discussa bene nel blog, è su come potrebbe essere possibile utilizzare le palestre delle scuole elementari e medie in forma di campo pubblico limitato però al utilizzo per corsi per principianti, giusto per far “annusare” e conoscere il tennis a ragazzi di circa 10 anni o anche meno

    le palestre sono spesso vuote nelle ore pomeridiane e nei fine settimana, di sicuro non vi si potrebbero tenere dei veri corsi ma mettere 4 reti per il mini tennis portarsi dietro una decina di racchette usate e un cesto di palline per fare dei piccoli esercizi di gruppo divertenti mirati principalmente alla coordinazione occhio braccio lo potrebbe fare chiunque anche un semplice appassionato o genitore di un piccolo tennista. Giusto per far conoscere ai bambini anche il tennis e non solo il calcio, la palla a volo e il basket …magari ad uno dei bambini avendo conosciuto cosi il tennis poi gli piace davvero e si fa iscrivere al circolo dai genitori

    certo delle grandi città è difficile realizzare una cosa del genere, ma nei comuni di campagna penso con un po’ di volontà e aiuto lo si possa fare, recuperando ad esempio racchette e palline usate nella comunità di internet e del blog

    nei prossimi mesi sarò a Bolzano almeno fino in primavera e stavo pensando a fare una cosa del genere assieme ad un ragazzo che è istruttore, adesso vedo se in qualche scuola della zona ci danno la palestra una o due ore la settimana di pomeriggio o sera, poi vediamo di trovare una decina di racchette in giro, fare un po’ di volantinaggio e penso che un paio di bambini o genitori interessati alla cosa li troviamo

    tutto gratis chiaramente …doing it for the doing

    io ho fatto l’istruttore di snowboard in Austria qualche anno fa, detestavo insegnare agli adulti, l’unica cosa divertente anche se impegnativa era insegnare ai bambini anche se in gruppi numerosi o classi intere, quindi quasi quasi non vedo l’ora di farla sta cosa

    quando sarà arrivata l’ora mi farò vivo, che sicuramente mi serviranno dei consigli da parte vostra

  208. francesco scrive:

    @ Stefano
    Riguardo il maestro di Lugano che ha ” visualizzato” tuo figlio , penso che noi dobbiamo metterci nei panni dell’allenatore , il suo lavoro è finalizzato anche al suo tornaconto , e vedere di fronte un genitore preparato meglio di alcuni maestri in circolazione , avrà pensato che c’era poca trippa per gatti in questa situazione

  209. andrew scrive:

    Ecco fatto:

    Noi. Genitori, chiediamo alla federazione:

    1) Di attuare tutte quelle politiche volte a favorire l’ingresso del maggior numero di persone nei circoli di tennis, affinché diventino dei centri di allenamento sportivo e di reale ricerca della massima prestazione in campo tennistico, dove ora invece rimangono dei centri di aggregazione generalista gestiti senza il più fievole “spirito” sportivo di seria crescita degli atleti e dove i nostri figli purtroppo contraggono la malattia del “non fare seriamente”. DIVISIONE NETTA TRA DIRIGENZA CIRCOLI E DIRIGENZA ASSOCIAZIONE SPORTIVA.

    2) In secondo luogo, e contemporaneamente al primo punto, di attuare quelle riforme che consentano di sviluppare un’attività agonistica INDIVIDUALE: ossia, TORNEI NEL WEEK-END, ABOLIZIONE DEI CAMPIONATI A SQUADRE per settori di età (e riforma con unico campionato), RADUNI APERTI.

    3) Liberalizzazione di giocatori e maestri con svincolo libero fino a 14 anni e abolizione della Targa FIT. Tesseramento diretto degli atleti con la FIT.

    4) Pubblicazione di Guida Michelin sulle associazioni sportive, redatta da commissione mista pubblico-privato.

    5) Favorire la costruzione di campi pubblici (anche coperti, grazie).

    Asettico al punto giusto?

  210. pibla scrive:

    L’unico suggerimento che io potrei dare con riferimento al documento da inviare alla redazione di Supertennis è di evidenziarvi che su questo blog da circa due anni si è sviluppato un vivace e proficuo dibattito di cui sono protagonisti i genitori di alcuni baby-tennisti, con l’intervento di diversi addetti ai lavori, da cui tra le altre cose è emerso che:
    e poi via con gli spunti di discussione….
    Il resto lo lascio a voi più esperti, è solo che mi sembrerebbe importante sottolineare l’esistenza di questo dibattito in corso.
    Un saluto a tutti.

  211. francesco scrive:

    Scusate le mie ripetizioni sull’argomento ma vi allego la teria di allenamento mentale di Tiger Woods :

    La mente del giocatore di golf si divide in “conscia” ed “inconscia”.
    La prima serve per imparare, la seconda per eseguire naturalmente quanto appreso.
    L’obiettivo del buon giocatore migliorarsi attraverso la mente conscia durante gli allenamenti dando la possibilità alla mente inconscia di funzionare in gara.
    Utilizziamo in modo diverso la mente in allenamento, che si prefigge l’obiettivo di migliorare un gesto tecnico al fine di produrre un preciso colpo e conseguente risultato sulla palla, e la gara che ha l’obiettivo il mettere la pallina in buca nel minor numero di colpi possibili.
    Nel primo caso alleno il colpo (mente conscia), nel secondo, uso il colpo (inconscia)!
    La chiave per accedere al cuore della mente inconscia è la ripetizione.
    In allenamento è quindi normale usare la mente conscia per studiare, capire e migliorare la tecnica in modo da produrre centinaia di esperienze positive (colpi ben riusciti) registrando così nella mente inconscia quegli automatismi da richiamare in campo.
    Molto spesso accade il contrario; sul campo pratica si bada troppo al risultato del colpo e a dove vola la pallina, ed in gara si pensi troppo allo swing, all’angolo dei polsi, ecc. Quindi, in campo pratica è fondamentale concentrarsi sui gesti (i polsi, le braccia, l’anca, la velocità di esecuzione, ecc. possibilmente uno alla volta) e ripeterli fino a creare un vero e proprio condizionamento muscolare, motorio, e mentale, e durante la gara pensare unicamente al risultato che si vuole ottenere dal colpo (dove voglio veder cadere la palla, quale effetto dare, ecc). In gara non serve a molto pensare a come fare lo swing, o a non “alzare le spalle”; quelle sono cose che andrebbero allenate in campo pratica.
    In gara bisogna solo ordinare in modo chiaro alla mente inconscia ciò che si vuole fare, non occorre pensare alla tecnica.
    In gara basta dirsi: “In buca!”. La mente inconscia sa bene come farlo se l’ha sperimentato mille volte in allenamento.

  212. francesco scrive:

    Promettendo di non aqssillarvi più sull’argomento più vi allego questo allenamento mentale del golf , bisognerebbe creare uno simile per il tennis

    “La ripetizione è la madre di tutte le abilità” mi hanno insegnato.
    Infatti sembra che il cervello per assimilare a livello inconscio un movimento ha bisogno di almeno 14.000 tentativi.
    Vorrei peró aggiungere un nuovo tassello alle tue convinzioni su come migliorare e accelerare il processo di apprendimento del gesto.
    Abbiamo giá visto come la mente umana abbia difficoltà a distinguere eventi realmente vissuti o immaginati in modo molto specifico.
    “La ripetizione è la madre di tutte le abilità”, è vero, ma nessuno ci ha mai detto che alla ripetizione del movimento sul campo si puó affiancare una ripetizione mentale.
    Tanto per cominciare una pratica assidua serve solamente se il gesto ripetuto è quello giusto. Diventa quindi fondamentale che la mente conosca perfettamente il movimento corretto che vogliamo eseguire. Quindi, primo passo, dovete assicurarvi di avere perfettamente in testa cosa volete fare e come lo si deve fare. L’ideale è poter vedere prima il movimento che si vuole riprodurre fatto da un professionista in modo esemplare (usate un video per esempio) fino a quando, chiudendo gli occhi, non si è in grado di riprodurlo fedelmente anche nella mente.
    In questa prima fase visualizzate in modo dissociato (vedete voi stesso eseguire il colpo). Questo primo momento dell’allenamento è fondamentale. Ad esempio, spesso si esegue male il movimento dello swing perché nella nostra mente non è chiaro il giusto movimento da fare, né tanto meno il movimento che stiamo eseguendo.
    Vedersi allo specchio o in un video può aiutare a farsi una precisa immagine mentale.
    Subito dopo passate ad una visualizzazione associata del colpo. Sempre ad occhi chiusi, immaginatevi addressati sulla palla, mentre eseguite il colpo in maniera corretta. Sentite le le sensazioni del corpo, delle braccia, dei polsi, ecc. (potete anche muovervi fisicamente rimanendo ad occhi chiusi, con il bastone in mano ma senza pallina). Abituatevi al nuovo movimento immaginandovi già mentre lo fate in maniera corretta.
    Il passo successivo è andare realmente in campo pratica ad esercitarsi. Non vi aspettate di colpire immediatamente come nelle immagini, ma rimarrete stupiti per la rapidità con la quale il vostro inconscio assimilerá il cambiamento.
    Praticare per credere!

  213. madmax scrive:

    Francesco sono completamente d’accordo su ciò che hai scritto..

    Il problema però è un altro nel senso che se il visual training è quello riportato da te sopra è una cosa risaputa anche mia figlia di 10 anni appena compiuti!! Senza avere nessuna conoscenza di psicologia e di allenamento tennistico (a parte quello che ho potuto vedere e apprendere in questi cinque anni) tutte le volte che vado in campo con mia figlia lavoriamo prorpio sulla perfezione del singolo gesto/passo mentre durante i match (o anche solo giocando dei punti) solo all’aspetto tattico (quindi al momento nemmeno a fare punto cosa a cui penseremo successivamente) anche perchè dal momento che si mettesse a pensare a come fare il gesto o l’appoggio colpirebbe la palla quando è già passata…. Comunque quello delle ripetizioni, della perfezione dei colpi dei movimenti ed il conseguente far proprio tutto il lavoro svolto in campo è l’obbiettivo che si prefiggono i vari Piatti Sartori e Vavassori (e chissà quanti altri)… A questo punto però mi viene anche il dubbio che quello da te descritto possa essere considerato un tipo di training mentale vero e proprio… A spanne questo tipo di esercitazione sembrerebbe poter far parte della tecnica sullo sviluppo delle sensazioni e dei sensi di cui quello visivo ovviamente ne fa parte. In quelle tecniche (che tra l’altro seguo essendo complementari a tutto il resto) la visualizzazione ed il focus vengono stimolati e allenati tramite esercizi di anticipazione motoria e giochi vari con palline, segnali visivi etc etc.

  214. madmax scrive:

    ho letto dopo il tuo ultimo post… più o meno la video analisi ha lo stesso scopo cioè quello di confrontare il proprio gesto eventualmente sbagliato con uno perfetto.. infatti nelle video analisi fatte bene ti fanno eseguire dei colpi poi vai al pc dove ti fanno vedere gli errori e torni subito in campo per fare prima una piccola esercitazione esguendo i colpi in maniera corretta dopodichè rifai la video analisi. più la video analisi è personalizzata più continui con questa esercitazione campo/pc . una volta a casa con il tuo dvd continui a esercitarti nei moivimenti corretti e possibilmente con una telecamera riprendi i gesti per poi riconfrontarli con quelli giusti. è evidente che continuando a guardare i movimenti corretti il bambino/l’atleta provi a memorizzarli e devo dire che soprattutto per movimenti semplici e se c’è una persona che le indicazioni che nn le da in maniera analitica (che a 10 anni non si comprendono) il bambino impara abbastanza velocemente

  215. madmax scrive:

    ribadisco però che questo non mi sembra possa essere considerato training mentale..

  216. Roberto Commentucci scrive:

    Ecco qua il documento da inviare alla FIT.
    Scusate la lunghezza, ma la sintesi non è il mio forte.
    Aspetto il vostro parere.

    Alla cortese attenzione del dr. Giancarlo Baccini
    Redazione di Supertennis.

    PRINCIPALI CRITICITÀ DEL SISTEMA DI ADDESTRAMENTO TENNISTICO IN ITALIA

    Premessa.
    Con il presente documento si intende fornire una serie di spunti alla discussione sui problemi connessi con la crescita di giovani agonisti in Italia che si terrà nella puntata di martedì 2 dicembre del talk show “Tennis Club”, in onda su Supertennis.
    I temi che seguono costituiscono una sintesi delle principali evidenze emerse in quasi due anni di discussioni fra genitori di giovani agonisti, maestri, preparatori atletici, dirigenti di circolo, giornalisti e addetti ai lavori sul blog “Servizi Vincenti”, di Ubaldo Scanagatta.
    La finalità del documento è solo quella di contribuire costruttivamente e in modo trasparente al dibattito sui problemi del nostro movimento, in modo da offrire a coloro che definiscono le politiche federali in materia di settore tecnico un patrimonio (si spera utile ed interessante) di esperienze, di analisi, di conoscenze e di proposte. Si precisa che non si intende in alcun modo censurare l’operato della attuale gestione federale, né si vuole fornire pretestuosi argomenti a possibili speculazioni da parte di correnti di opposizione all’attuale presidenza.
    Un ringraziamento sentito va alla redazione di Supertennis per aver avviato l’iniziativa e per aver sollecitato il parere dei tesserati. Riteniamo che sia una operazione molto proficua e potenzialmente molto efficace per migliorare l’interazione fra i vertici delle Federazione e la base dei praticanti.

    - Reclutamento: oltre alla concorrenza di altri sport più popolari, in primis il calcio, il nostro movimento deve fronteggiare i pregiudizi e i timori, ancora molto diffusi fra la popolazione italiana, circa la presunta pericolosità per la salute dei bimbi dell’addestramento tennistico in età inferiore ai 10 anni. In questo modo molti bambini, potenzialmente promettenti, arrivano alle nostre scuole tennis ad 11-12 anni compiuti, iniziando quando è già troppo tardi per avere risultati di eccellenza a livello agonistico. Al riguardo potrebbe essere opportuno avviare una campagna di informazione sull’opinione pubblica, sulle famiglie, coinvolgendo allo scopo l’ordine dei medici pediatri, al fine di rassicurare sulla assoluta non nocività dei corsi di mini tennis per bambini sani.
    - Disponibilità e costi dei campi: In molte realtà, soprattutto quelle dei piccoli centri, è molto difficile reperire campi a costi contenuti dove allenare i giovani agonisti. L’azione di sensibilizzazione sui circoli dovrebbe essere più capillare, privilegiando le esigenze dell’agonismo rispetto all’attività sociale e ricreativa. Nel contempo, andrebbe rilanciata l’opera di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali per la realizzazione di campi pubblici in duro.
    - Costi di attrezzature, dei viaggi e dei tornei per gli agonisti. I costi per l’attività agonistica internazionale, già a livello di under 12 - under 14, sono molto al di sopra delle possibilità di una famiglia di medio reddito. Questo scoraggia molti ragazzi promettenti. Oltre ai programmi di sostegno economico per i meritevoli, che la Federazione ha utilmente avviato, sarebbe opportuno che si sfruttasse la capacità di “massa critica” dei tesserati agonisti, stipulando convenzioni con ditte produttrici di materiali tecnici, con agenzie di viaggi, con strutture alberghiere (le spese di trasferta per i tornei all’estero sono le più rilevanti) al fine di ottenere sconti e riduzioni. In tal modo, si incrementerebbe l’utilità dei contributi federali, senza appesantire il bilancio della FIT, e si allargherebbe la platea degli agonisti, includendo quelli provenienti da famiglie appartenenti a fasce di reddito inferiori.
    - Qualità dell’addestramento di base. Molti coach professionisti lamentano che quando iniziano a lavorare con i nostri migliori ragazzi di 15-16 anni li trovano ancora alle prese con difetti di natura tecnica o con un fisico mal costruito, a causa della qualità non sempre elevata dell’addestramento (tecnico e atletico) di base che hanno ricevuto negli anni precedenti. Occorre intensificare gli sforzi già intrapresi, molto meritori, per migliorare la qualità dei maestri di base diffusi sul territorio. Inoltre, appare necessario diffondere programmi di preparazione atletica più moderni destinati ai giovani agonisti e vigilare con più attenzione sulla qualità dell’addestramento di base nelle realtà periferiche.
    - Informazione alle famiglie. I genitori di agonisti promettenti lamentano spesso la grande difficoltà ad orientarsi nella jungla di circoli, coach privati, accademie, programmi di allenamento, eccetera. Ciò dipende anche da una scarsa cultura sportiva dei genitori, che deve essere accresciuta. Ne risultano scelte a volte contraddittorie, a volte sbagliate, che portano l’atleta a perdere tempo prezioso prima di trovare una sistemazione tecnica adeguata. Occorrerebbe, in prospettiva, definire con maggiore chiarezza, informandone i genitori, quali sono le strutture adatte per supportare un percorso agonistico ad alti livelli e quali invece sono adatte all’attività amatoriale e all’addestramento di base. Su questo occorre una maggiore trasparenza ed informazione. L’esperienza fatta in questi anni insegna che, seppure con il progetto PIA siano stati fatti notevoli passi avanti, non è sufficiente, per un circolo, avere i requisiti per partecipare ai PIA per poter garantire la capacità di crescere correttamente agonisti di alto livello.
    - Copertura del territorio. Stante la qualità disomogenea delle diverse strutture sparse sul territorio nazionale, è cruciale che i giovani talenti con elevato potenziale siano tempestivamente riconosciuti, avviati e concentrati verso centri tecnici di buon livello. A tal fine, vista l’impraticabilità, per i costi eccessivi, di una soluzione basata sul modello francese (un centro tecnico nazionale più 10 centri tecnici regionali) è necessario migliorare le sinergie tra il settore tecnico federale e le strutture private di alto livello (accademie e team privati dei nostri giocatori e coach professionistici) sparse sul territorio, con le quali andrebbero stipulate apposite convenzioni. Ciò consentirebbe di offrire a tutti i giovani promettenti, indipendentemente dalle disponibilità economiche delle rispettive famiglie e della provenienza geografica, di avere un luogo di allenamento di alto livello, non troppo lontano da casa e nel quale possono trovare altri agonisti promettenti, facendo “massa critica” negli allenamenti.
    - Regolamenti di tesseramento. Alla luce dell’entrata in vigore delle norme relative all’albo nazionale dei procuratori degli agonisti, con il quale si è inteso giustamente contrastare il mercimonio, spesso dannoso quanto immorale, di giovani atleti promettenti da parte di figure senza scrupoli, si potrebbe valutare la possibilità di abolire le norme vigenti in tema di vincolo per gli agonisti under 14, che paiono avere l’effetto di limitare la possibilità, per i ragazzini davvero promettenti, di potersi trasferire presso strutture più adatte ad assecondarne il percorso di crescita agonistica.
    - Organizzazione dei tornei. In molte realtà estere i tornei giovanili fino ad under 14 vengono organizzati in forma compressa, dal venerdì alla domenica, facendo svolgere ai bambini più partite al giorno. I vantaggi di questo sistema sono molteplici. Giocare tornei nel week end consente di meglio conciliare gli impegni scolastici e i programmi di allenamento, consentendo un training meno frammentario e più continuo ed efficace. Inoltre, si limitano le spese per le trasferte, che diventano più brevi. Al riguardo, si potrebbe sensibilizzare il Ministero per la Salute per la rimozione dei regolamenti vigenti, che sembrano essere di ostacolo alla disputa, da parte dei bambini, di più di due match al giorno, impegno peraltro che in quelle fasce di età (fino ad under 14) è ampiamente sopportabile.
    - Superfici di gioco. Nel nostro paese la grande maggioranza delle competizioni giovanili si svolge sulla terra rossa, superficie predominante. Ciò, assieme ovviamente ad altri fattori, porta una serie di inconvenienti nella costruzione di agonisti adatti al tennis professionistico odierno, nel quale sono fondamentali la qualità dei colpi di inizio gioco e un atteggiamento tattico propositivo. Competere solo su terra può portare ad adottare tattiche difensive, o a non far emergere tempestivamente lacune tecniche poi difficilmente colmabili (il servizio, la capacità di rispondere aggressivi, quella di giocare vicino alla linea di fondo). E’ necessario incentivare la disputa di tornei su campi veloci, sulla scia di quanto hanno fatto all’estero (in Spagna, ad esempio, i tornei sul veloce, sia professionistici che giovanili, sono ora oltre il 50%).
    Roberto Commentucci

  217. Avec Double Cordage scrive:

    Roberto, mi pare ottimo quello che hai scritto, aggiungerei magari una motivazione al perché ci vogliono i campi pubblici, quella che ho scritto nel intervento precedente, ovviamente condensata in una paio di parole, ovvero per allargare la base dalla quale estrarre i giovani da seguire allargandosi cosi possibilmente anche a talenti da ceti meno abbienti ma più motivati ad impegnarsi duramente, e non per rubare pensionati ai circoli che comunque non andrebbero a giocare su un campetto in cemento senza doccia e spogliatoio

    una cosa che manca o hai solo accennato è quella di dare i campi dei circoli a disposizione gratuita dei giovani nelle ore pomeridiane se sono vuoti

    anche la cosa della scuola e dell’utilizzo delle palestre per il tennis (qualsiasi sia la forma, tennis a scuola va sempre bene, anche se dovesse essere solo un azione simbolica) mi sembra che manchi, la si potrebbe magari aggiungere al primo punto che è quello dell’informazione sulla non nocività del tennis per bambini senza problemi fisici

  218. Avec Double Cordage scrive:

    visto che la lettera va a alla TV supertennis magari si potrebbe aggiungere un altra cosa, non è proprio direttamente importante per la formazione dei giovani agonisti, ma influisce sul reclutamento di talenti alla base:

    la necessità di un programma TV creato apposta per appassionare i più giovani al Tennis anche quelli che non ne hanno mai sentito pralare

    dettagli riguardo a cosa mi riferisco ci sono nel seguente commento che avevo scritto sotto il pezzo di Egizio Trombetta “Supertennis, un successo bipartisan ”

    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2460#comments

    (ripropongo quindi qui sotto parte del mio commento visto che a qualcuno di G&F potrebbe interessare)

    ….a riguardo dei ragazzi e bambini di età molto giovane

    andrebbero trasmessi brevi servizi con spezzoni dei momenti più salienti delle migliori partite del giorno precedente durante i tornei dello slam.
    Fare una cosa del genere non mi pare impossibile, basterebbe un accordo con chi detiene i diritti e trasmette le dirette criptate

    sarebbe in oltre tutto a vantaggio dell’emittente con i diritti del torneo perché risulterebbe come uno spot pubblicitario per farsi l’abbonamento per vedere anche le dirette criptate.
    Basterebbe anche mezz ora al giorno in quelle 8 settimane all’anno del grande slam, certo un ora sarebbe meglio perché consentirebbe di coprire due match e corredarli di interviste e servizi sui campioni presentandoli anche come persone con i loro interessi extra tennis, come in questo video qui ad esempio http://www.youtube.com/watch?v=U_6alohojxA
    in questo modo i ragazzi potrebbero identificarsi fino ad un certo punto con loro, ovviamente queste differite andrebbero trasmesse nelle ore del tardo pomeriggio, dopo la scuola e i compiti, ad esempio nella fascia coperta da geo&geo su RAI tre, ma sarebbe inutile trasmettere questi servizi a notte fonda perché il target sarebbe nuovamente quello dei super appassionati che con internet e streaming oggigiorno sono più serviti che mai prima

    francamente creare un programma come lo era il wrestling (o anche il basket e il football) con Dan Peterson sarebbe la cosa più utile al tennis, adesso che la FIT ha un canale televisivo anche se imboscato più o meno come sky (spero che lo mandino pure in streaming http://www.octoshape.com sarebbe una soluzione che funziona con ottima qualità immagine anche in zone con una capacità di trasmissione dati limitata, utilizzata anche dalla tv pubblica spagnola TVE), lo potrebbero produrre loro questo programma, magari trovando uno come Dan Peterson, che so un argentino o uno spagnolo, anche uno giovane andrebbe bene basta che non sia troppo “scemo” stile “italia uno-isola dei famosi” da risultare indigesto agli appassionati più esigenti, perché non vogliamo mica rovinarli questi ragazzi già vengono bombardati quotidianamente di cavolate per renderli dei perfetti sudditi telecomandati

    io penso che se si riuscisse veramente a realizzare questo programma di brevi riassunti e interviste di quello che è accaduto il giorno prima nei torni dello slam, lo si potrebbe anche distribuirlo ad emittenti locali, che penso sarebbero ben disposte a trasmetterlo senza troppe clausole, in fondo l’importante (specialmente per la FIT che dovrebbe avere come primo interesse l’allargamento della base di praticanti del tennis) non è tanto dove venga trasmesso ma che venga trasmesso in chiaro e in un orario accessibile ad un pubblico giovanile il più vasto e differenziato diretto specialmente a ragazzi ignoranti in materia di tennis, non gli appassionati come noi

    questo è il punto più importante che supertennis secondo me dovrebbe adempiere con la sua struttura, poi aggiungo che trasmettere troppo tennis in TV comporta un rischio, la saturazione del pubblico interessato generalmente allo sport che sa poco di tennis che con troppo tennis di qualità mediocre finisce per rompersi le scatole del tennis e inizia ad odiare il tennis come è successo in Germania a metà anni novanta con Eurosport che mandava continuamente differite di partite poco interessanti tipo primi di piccoli tornei ATP e WTA con in campo carneadi di quarta fila

  219. anto scrive:

    @Roberto, questa è una cosa veramente costruttiva…..non prenderla in considerazione sarebbe auto-lesionistico.

  220. Nikolik scrive:

    Anche io sono d’accordo con il documento di Roberto.
    Ecco, magari si dovrebbe aggiungere il nostro più vivo apprezzamento alla redazione di supertennis per il magnifico lavoro finora svolto e la pregevole qualità dei dibattiti, nonché il nostro più sincero plauso alla lodevole iniziativa televisiva della Federazione.
    Naturalmente, occorrerà necessariamente cogliere l’occasione per congratularsi con il Presidente Binaghi e tutta la dirigenza FIT per la recente rielezione a grandissima maggioranza, auspicando che la Federazione continui il percorso, iniziato otto anni fa, che sta mostrando magnifici risultati, sportivi e non.
    Comunque, ovviamente, il documento di Roberto è splendido e lo faccio mio.

  221. Avec Double Cordage scrive:

    Nikolik non per entrare in polemica (non mi hai certo sorpreso) ma abbi pazienza, va bene riconoscere i meriti quando è dovutio (ed è dovuto, aspettiamo comunque ad inalzare monumenti, per ora non c’è ne uno streaming ne un canale youtube di supertennis, e siamo nel 2008 non nel 1976… ora come ora supertennis mi sembra una cosa che può interessare solo i superappassionati che già sono serviti meglio che mai prima, ma è vero che non ci basta mai) anzi identificare le cose buone è altrettanto doveroso come elencare e criticare le cose che devono essere migliorate e aggiornate facendo proposte costruttive, ma a sto punto perché non inviare direttamente un pro-nuntio a capo di una schiera di servi, danzatori, giocolieri e sputafuco con un carro pieno di doni per il grande sovrano da farsi amico e prostrarsi nella polvere ai suoi piedi?

  222. Avec Double Cordage scrive:

    aggiungo che un canale youtube non costa nulla, e lo ha ormai praticamente ogni emittente televisiva, lo ha persino la RAI http://www.youtube.com/user/rai
    in questo modo le interessanti discussioni di supertennis le potremmo vedere tutti (e anche io), non solo quelli che hanno sky o un antenna satellitare

    con questo mi taccio che sono OFF TOPIC

  223. madmax scrive:

    tutto ok soprattutto se integrato dalle cose fatte notare da ADC in primis i campi gratuiti nelle ore buche per i ragazzi (già soci del circolo o che cmq frequentano sat e/o agonistica) fino all’under 14 e la convenzione per l’utilizzo delle palestre scolastiche..

    nikolik come al solito scrivi cose non vere ed io i complimenti a questa fit non mi sento assolutamente di farli anche perchè fino ad ora non ha fatto proprio nulla per meritatarseli, tant’è che sei rimasto solo tu a parlare di risultati visto che come ha scritto roberto loro stessi hanno parlato di risultati non soddisfacenti (e se loro dicono così significa che sono tragici come poi effettivamente sono nella realtà).

  224. lusignolo scrive:

    Notizia fresca di oggi vuole che il presidente federale in persona abbia telefonato ad uno degli ormai ex docenti della scuola maestri (per via che la Fit i problemi li avrebbe solo con i grandi coach nostrani mentre ad esempio i migliori docenti dell’ultimo corso della scuola maestri hanno sbattuto la porta ed anche piuttosto inc…ati) dopo che lo stesso ha deciso di andare per vie legali non avendo ricevuto l’ultimo stipendio (e non certo perchè la Fit non avesse i 1.500 euro del su stipendio). nella telefonata il nostro dittatorino ha sostanzialmente detto: “ed ora sono c..zi tuoi. La vicenda Bolelli quindi non ha insegnato proprio nulla, poi se voi lo volete ringraziare beh, allora sono proprio c..zi vostri

  225. Enzo Lo Iacono scrive:

    Max, Max, caro buon MadMax,
    ma perché devi essere così disfattista anche quando potresti dare una mano?
    E’ indubbio che la Federazione Italiana, dopo vent’anni (e forse più) di assoluto letargo, si sia messa in moto. E’ anche vero che c’è ancora molto da fare, ma sicuramente, negli ultimi tre anni sono stati fatti passi molti più passi avanti che nei trent’anni precedenti.

    I lavoro è solo iniziato, le “molliche” che si fanno nel percorso sono state, sono e saranno tante, ma per avere i risultati bisognerà attendere degli anni. E questo è bene, perché per mirare alto bisogna lavorare bene e aver la pazienza degli obiettivi a lungo termine.

    E’ la stessa pazienza e lungimiranza che dovrebbe avere un genitore nei confronti del proprio figlio/a e del suo maestro.
    Invece noi no, vogliamo tutto e da subito!
    E quindi ci ritroviamo o maestri che non seguono un buon programma perchè devono dar conto ai genitori o maestri che iniziano un buon programma, ma dopo uno o due anni si ritrovano senza allievo perché a 10 anni perde le partite col “pallettaro di turno”.

    Poi, sull’efficacia del toppone che dovrebbe tenerti lontano dalla riga, ho molte perplessità, ma è solo una mia personale idea.

    Sul servizio, qualcosa invece la vorrei dire, perché mi “hai toccato il servizio piatto”.

    A mio parere, il grosso errore fatto in Italia negli anni scorsi è proprio quello di accentuare l’importanza delle rotazioni sul servizio, sin da piccoli, e sminuire invece la necessità della potenza. E lì via a vedere questi under 12 con bellissimi servizi in kick e slice, pochi doppi falli e gli avversari che non riescono ad attaccare le palle alte. Poi diventano under 14 e tutto fila ancora liscio, perché le statistiche delle gare ci danno ragione; ecc, ecc, fino a quando qualcuno non entra nel circuito ATP e si trova a servire a poco più di 160 Km/h la prima (con le stese bellissime rotazioni ma che non destano preoccupazioni all’avversario) e a beccare prime palle in faccia a 200. Quel giocatore non potrà mai servire più veloce perché la forma mentis della prima di servizio killer, o gliela inculchi subito o non l’avrà mai più.

    Io scrivo e sono pronto a mettermi in discussione, ma gli argomenti devono essere validi e gli obbiettivi “alla distanza”.

    Certo, per adesso Seby è capace di fare due doppi falli per ogni turno di servizio a causa della prima piatta (e lenta vista l’età) mandata con tutta la sua forza e la seconda, si rotata, ma alla ricerca degli angoli e della profondità; certo, a causa di questo, Seby perde della partite che potrebbe vincere.
    Ma questo non mi interessa. La cosa che mi rende tranquillo è che quando lui ha il turno di battuta è consapevole di avere un’arma; dovrà solo imparare ad usarla.

    Eye of the tiger in campo! come dice il grande Stefano.

    Ma se hai la prima a 160, con tutta la buona volontà che tu ci possa mettere, al massimo puoi avere eye of the pantegana.

    Io, con un pò di presunzione, credo che in fondo tutti siamo d’acordo su quello che ho appena scritto; ma la domanda è una e inesorabile:

    “Siamo disposti, noi genitori di giocatori/spermatozoi, noi genitori assetati di vittorie, ad attendere quattro o cinque anni (almeno) nell’ombra, pagando e viaggiando a destra e a manca, prima di vedere (forse) la luce?

    P.S. Grande Roberto Commentucci (non avevo dubbi). D’accordo su tutto; continua così. LA FIT SIAMO TUTTI NOI!
    E mi vien da ridere quando qualcuno riesce anche a criticare l’apertura di Supertennis. Certo, si potrebbe aprire anche su YouTube; anche sul digitale terrestre; anche sull’analogico terrestre; anzi poremmo mandare i DVD ad ogni italiano, anzi, una rappresentativa potrebbe girare porta a porta e presentare il tennis! Ma quando il bicchiere lo si vede mezzo vuoto, mi sa che per quanta acqua ci si possa mettere, la parte da vedere sarà sempre quella vuota. Ma non per tutti; meno male!

  226. stefano grazia scrive:

    Ragazzi, mi avete rovinato il Servizio d’Apertura di Sabato,il Capitolo Tre che doveva vertere proprio su Campi Gratis e Tornei nel Week End. Anzi, potevamo proprio metterci il Documento di Roberto.Pensate che stavo andando a cercare nell’Archivio di G&F quella sorta di Manifesto Programmatico gia’ redatto anche quella volta da Rob. Ora chiaramente siamo nel mezzo di una discussione che si protrarra’, spero, per diversi giorni e non avrebbe senso cambiare argomento e quindi,da ex windsurfista, bisogna sfruttare il vento e cavalcare l’onda
    Facciamo cosi’: siccome continueremo a scriverne e parlarne, io sull’onda riprendo il Documento dell”Autorevole Commentucci”, scrivendo tre righe di contorno, primo commento: un bel copia e incolla del Documento, e per due settimane ci concentriamo li’ sopra…
    Se fattibile, anch’io nel Documento di Roberto preciserei che da due anni su Genitori & Figli si discute ANCHE di questo…O dici che il solo citare G&f e il Blog di Ubaldo sia un fattore cestinante?

  227. Roberto Commentucci scrive:

    Caro Stefano, mi spiace di aver involontariamente compromesso la tua programmazione di argomenti, ma tant’è… Siamo stati travolti dagli eventi e non ci aspettavamo il colpo di scena del talk show su Supertennis dedicato al settore tecnico.
    Per la verità nella premessa al documento ho precisato che tutti i suggerimenti sono stati sviscerati qui, mi rendo conto che è un lungo polpettone e che forse hai letto di fretta :) .
    Ora integro la bozza con i suggerimenti di Avec DC e di max e la ripubblico nella sua versione definitiva, per poi inviare il tutto alla FIT (dr. Baccini) via mail. Mi spiace per Andrew, ma temo francamente che alcune delle sue proposte siano del tutto irrealizzabili.
    Come ho più volte scritto, alcune delle ricette di Andrew investono problematiche di “diritto costituzionale federale” (Nikolik mi scuserà per l’uso improprio di termini giuridici) che non possono essere modificate autonomamente dalla Fit, ma solo dal CONI, o forse addirittura da una legge dello Stato.
    Non mi pare sia il caso in questa sede, insomma. Concentriamoci su obiettivi più concreti.

  228. Roberto Commentucci scrive:

    Ecco il documento che ho inviato a Giancarlo Baccini via e-mail.
    Grazie a tutti, di cuore, per il fondamentale contributo. Sono fiero di voi.

    Alla cortese attenzione del dr. Giancarlo Baccini
    Redazione di Supertennis.

    ALCUNE CRITICITÀ DEL SISTEMA DI
    ADDESTRAMENTO TENNISTICO IN ITALIA

    Premessa.
    Con il presente documento si intende fornire una serie di spunti alla discussione sui problemi connessi con la crescita di giovani agonisti in Italia, che si terrà nella puntata di martedì 2 dicembre del talk show “Tennis Club”, in onda su Supertennis.
    I temi che seguono costituiscono una sintesi delle principali evidenze emerse in quasi due anni di discussioni fra genitori di giovani agonisti, maestri, preparatori atletici, dirigenti di circolo, giornalisti, coach e addetti ai lavori sul blog “Servizi Vincenti”, di Ubaldo Scanagatta.
    La finalità del documento è quella di contribuire costruttivamente e in modo trasparente al dibattito sui problemi del nostro movimento, in modo da offrire a coloro che definiscono le politiche federali in materia di settore tecnico un patrimonio (si auspica utile ed interessante) di esperienze, di analisi, di conoscenze e di proposte.
    Si precisa che non si intende in alcun modo censurare l’operato della attuale gestione federale, né si vogliono fornire pretestuosi argomenti a possibili speculazioni e strumentalizzazioni da parte di correnti di opposizione all’attuale dirigenza federale.
    Un ringraziamento sentito va alla redazione di Supertennis per aver avviato l’iniziativa e per aver sollecitato il parere dei tesserati. Riteniamo che si tratti di una operazione molto proficua e potenzialmente molto efficace per migliorare l’interazione fra i vertici delle Federazione e la base dei praticanti.
    Si riportano di seguito le principali problematiche individuate, nonché alcune possibili linee di azione.

    - Promozione: le recenti teorie sull’apprendimento della tecnica tennistica, nonché le storie individuali dei giocatori professionisti, hanno dimostrato che per avere concrete speranze di arrivare al professionismo i bambini vanno avviati al tennis fra i 4 e gli 8 anni. Una promozione mirata ai risultati agonistici dovrebbe pertanto essere svolta prioritariamente nei confronti dei bambini che frequentano la scuola elementare. Al riguardo, per il tramite dei Comitati Regionali potrebbero essere acquistati dei kit di minitennis da destinare ai bambini delle scuole elementari. Detti kit potrebbero essere utilizzati nelle ore pomeridiane, quando le palestre sono per lo più libere, dai bambini che frequentano il tempo pieno, previa dimostrazione di un istruttore federale. L’iniziativa potrebbe essere concordata su base decentrata dai Comitati stessi con i Provveditorati agli Studi o con i singoli istituti scolastici, coinvolgendo i Circoli e i maestri del territorio, che avrebbero così l’opportunità di operare un reclutamento diretto nelle scuole.

    - Reclutamento: oltre alla concorrenza di altri sport più popolari, in primis il calcio, il nostro movimento deve fronteggiare i pregiudizi e i timori, ancora molto diffusi fra la popolazione italiana, circa la presunta pericolosità per la salute dei bimbi della pratica del tennis in età inferiore ai 10 anni. In questo modo molti bambini, potenzialmente promettenti, arrivano alle nostre scuole tennis ad 11-12 anni compiuti, e iniziano quando è già troppo tardi per avere risultati di eccellenza a livello agonistico. Al riguardo potrebbe essere opportuno avviare una campagna di informazione sull’opinione pubblica, sulle famiglie, coinvolgendo allo scopo l’ordine dei medici pediatri, al fine di rassicurare sulla assoluta non nocività dei corsi di mini tennis per bambini sani.

    - Disponibilità e costi dei campi: In molte realtà, soprattutto quelle dei piccoli centri, è molto difficile reperire campi a costi contenuti dove allenare i giovani agonisti. L’azione di sensibilizzazione sui circoli dovrebbe essere più capillare, privilegiando le esigenze dell’agonismo rispetto all’attività sociale e ricreativa. Potrebbe essere emanata agli affiliati una circolare (giuridicamente non vincolante) volta ad invitare le direzioni dei circoli a consentire l’utilizzo gratuito dei campi (quando non occupati dai soci) da parte dei figli dei soci che frequentano la locale SAT o la scuola di agonistica, come già avviene in alcune realtà più “illuminate”. Tale prassi dovrebbe diventare generalizzata. Nel contempo, andrebbe rilanciata l’opera di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali per la realizzazione di campi pubblici in duro.

    - Costi di attrezzature, dei viaggi e dei tornei per gli agonisti: I costi per l’attività agonistica internazionale, già a livello di under 12 - under 14, sono molto al di sopra delle possibilità di una famiglia di medio reddito. Questo scoraggia molti ragazzi promettenti. Oltre ai programmi di sostegno economico per i meritevoli, che la Federazione ha utilmente avviato, sarebbe opportuno che si sfruttasse la capacità di “massa critica” dei tesserati agonisti, stipulando convenzioni con ditte produttrici di materiali tecnici, con agenzie di viaggi, con strutture alberghiere (le spese di trasferta per i tornei all’estero sono le più rilevanti) al fine di ottenere sconti e riduzioni. In tal modo, si incrementerebbe l’utilità dei contributi federali erogati, senza appesantire il bilancio della FIT, e si allargherebbe la platea degli agonisti, includendo quelli provenienti da famiglie appartenenti a fasce di reddito inferiori.

    - Qualità dell’addestramento di base. Molti coach professionisti lamentano che quando iniziano a lavorare con i nostri migliori ragazzi di 15-16 anni li trovano ancora alle prese con difetti di natura tecnica nei fondamentali o con un fisico mal costruito, a causa della qualità non sempre elevata dell’addestramento (tecnico e atletico) di base che hanno ricevuto negli anni precedenti. Occorre intensificare gli sforzi già intrapresi, molto meritori, per migliorare la qualità dei maestri di base diffusi sul territorio. Inoltre, appare necessario diffondere programmi di preparazione atletica più moderni destinati ai giovani agonisti e vigilare con più attenzione sulla qualità dell’addestramento di base nelle realtà periferiche.

    - Informazione alle famiglie. I genitori di agonisti promettenti lamentano spesso la grande difficoltà ad orientarsi nella jungla di circoli, coach privati, accademie, programmi di allenamento, eccetera. Ciò dipende anche dalla scarsa cultura sportiva dei genitori, che deve essere accresciuta. Ne risultano scelte a volte contraddittorie, a volte sbagliate, che portano l’atleta a perdere tempo prezioso prima di trovare una sistemazione tecnica adeguata. Occorrerebbe, in prospettiva, definire con maggiore chiarezza, informandone i genitori, quali sono le strutture adatte per supportare un percorso agonistico ad alti livelli e quali invece sono adatte all’attività amatoriale e all’addestramento di base. Su questo occorre una maggiore trasparenza ed informazione. L’esperienza fatta in questi anni insegna che, seppure con il progetto PIA siano stati fatti notevoli passi avanti, non è sufficiente, per un circolo, avere i requisiti per partecipare ai PIA per poter garantire la capacità di crescere correttamente agonisti di alto livello.

    - Copertura del territorio. Stante la qualità disomogenea delle diverse strutture sparse sul territorio nazionale, è cruciale che i giovani talenti con elevato potenziale siano tempestivamente riconosciuti, avviati e concentrati verso centri tecnici di buon livello. A tal fine, vista l’impraticabilità, per i costi eccessivi, di una soluzione basata sul modello francese (un centro tecnico nazionale più 10 centri tecnici federali regionali) è necessario migliorare le sinergie tra il settore tecnico federale e le strutture private di alto livello (accademie e team privati dei nostri giocatori e coach professionistici) sparse sul territorio, con le quali andrebbero stipulate apposite convenzioni. Ciò consentirebbe di offrire a tutti i giovani promettenti, indipendentemente dalle disponibilità economiche delle rispettive famiglie e dalla provenienza geografica, di accedere ad una sede di allenamento di alto livello, non troppo lontano da casa e nella quale possono trovare altri agonisti promettenti, facendo “massa critica” negli allenamenti e nella programmazione dell’attività agonistica.

    - Regolamenti di tesseramento. Alla luce dell’entrata in vigore delle norme relative all’albo nazionale dei procuratori degli agonisti, con il quale si è inteso giustamente contrastare il mercimonio, spesso dannoso quanto immorale, di giovani atleti promettenti da parte di figure senza scrupoli, si potrebbe valutare la possibilità di abolire le norme vigenti in tema di vincolo al circolo di primo tesseramento per gli agonisti under 14. Tali norme, infatti, paiono avere l’effetto di limitare la possibilità, per i bambini davvero promettenti, di potersi trasferire presso strutture più adatte ad assecondarne il percorso di crescita agonistica.

    - Organizzazione dei tornei. In molte realtà estere i tornei giovanili fino alla categoria under 14 vengono organizzati in forma compressa, dal venerdì alla domenica, facendo svolgere ai bambini più partite al giorno. I vantaggi di questo sistema sono molteplici. Giocare tornei nel week-end consente di meglio conciliare gli impegni scolastici e i programmi di allenamento, permettendo un training meno frammentario, più continuo ed efficace. Inoltre, si limitano le spese per le trasferte, che diventano più brevi. Al riguardo, si potrebbe sensibilizzare il Ministero per la Salute per la rimozione dei regolamenti vigenti, che sembrano essere di ostacolo alla disputa, da parte dei bambini, di più di due match al giorno, impegno peraltro che in quelle fasce di età (fino ad under 14) è ampiamente sopportabile.

    - Superfici di gioco. Nel nostro paese la grande maggioranza delle competizioni giovanili si svolge sulla terra rossa, superficie predominante. Ciò, assieme ovviamente ad altri fattori, porta una serie di inconvenienti nella costruzione di agonisti adatti al tennis professionistico odierno, nel quale sono fondamentali la qualità dei colpi di inizio gioco e un atteggiamento tattico propositivo. Competere solo su terra può portare ad adottare stili di gioco troppo difensivi, o a non far emergere tempestivamente lacune tecniche poi difficilmente colmabili (il servizio, la capacità di rispondere aggressivi, quella di giocare vicino alla linea di fondo). E’ necessario incentivare l’organizzazione di tornei su campi veloci, sulla scia di quanto fatto all’estero (in Spagna, ad esempio, i tornei sul veloce, sia professionistici che giovanili, sono ora oltre il 50%).

    Roberto Commentucci

  229. valeria scrive:

    MI PIACEREBBE CHE NEL DIBATTITO TELEVISIVO SI PARLASSE DI COME RENDERE ILRAPPORTO SCUOLA-GIOVANI AGONISTI PIU’ FACILE. SE LA FEDERAZIONE “PARLASSE” CON LA SCUOLA POTREBBE OTTENERE DEI CREDITI.PER ESEMPIO NELLA SCUOLA MEDIA MIO FIGLIO HA UN RIENTRO OBBLIGATO UN POMERIGGIO PER FREQUENTARE UN LABORATORIO.IL LABORATORIO E’ A SCELTA E PUO’ ESSERE ANCHE TENNIS.SE MIO FIGLIO AVESSE UN CREDITO TENNISTICO (SI ALLENA TUTTI I POMERIGGI) POTREBBE ESSERE ESONERATO DAL FREQUENTARE IL LABORATORIO ED EVITEREBBE DI TROVARSI CON L’ACQUA ALLA GOLA…..PERCHE’ ALLE 9 DI SERA …DOPO CHE E’ STATO A SCUOLA FINO ALLE 4.30…….DOPO CHE SI E’ ALLENATO FINO ALLE 7,30…..DOCCIA CENA….DEVE ANCORA FARE I COMPITI (DATI UN GIORNO PER L’ALTRO). IN ALTRI PAESI MI RISULTA CHE IL VALORE DELLO SPORT VENGA RICONOSCIUTO ANCHE DALLA SCUOLA! VORREI CHE LA FEDERAZIONE RENDESSE QUESTO POSSIBILE ANCHE IN ITALIA. LA SCUOLA E’ UN VALORE FONDAMENTALE NELLA CRESCITA DI UN RAGAZZINO MA NON DOVREBBE DIVENTARE UN IMPEDIMENTO PER COLORO CHE HANNO SCELTO DI IMPEGNARSI A FONDO IN UNO SPORT! PENSO CHE A VOLTE CERTI ABBANDONI O MIGRAZIONI VERSO ACCADEMIE SIANO DOVUTI A GROSSE DIFFICOLTA’ NON NEL TENNIS MA NEL CONCILIARE LA SCUOLA E IL TENNIS.

  230. NIPA scrive:

    Eccelente Roberto, eccellente.
    SONO DACCORDO SU TUTTO!
    Peraltro, specificherei alcune definizioni:
    - Informazione alle famiglie: …..strutture… troppo generico!!!: io direi ORGANIZZAZIONI (o Centri tecnici) dove siano compresi, e specificati per il livello valutato della FIT, LE STRUTTURE (intese come campi - coperti, terra, cemento, ecc. - spogliatoi, palestre, campi sportivi adiacenti) + il PERSONALE tecnico esistente (maestri, istruttori, fisioterapisti, dottori, ecc.) + PROCEDURE (intesa come costi chiari, iscrizioni, durate delle lezioni - singole o in gruppo - ecc.);
    - Costi di attrezzature, dei viaggi e dei tornei per gli agonisti: io qui aggiungerei anche i COSTI CHIARI delle lezioni dei maestri (chiedendo in giro esiste un bel divario tra maestro e maestro), sedute dal fisioterapista, mental training, ecc. Al riguardo, vorrei evidenziarti che anche quest’ultimo aspetto rientra nel budget a CARICO DEI GENITORI!!!

  231. andrew scrive:

    Si, Roberto, capisco…

    Tuttavia, senza il punto 1) del mio programma, si resterà sempre allo spirito riassumibile in “Protezione e tutela dello status quo in attesa che il fenomeno dal cielo che attendiamo da 30 anni ci riempia i campi gestiti come pare a noi circoli”.

    Comunque ben vengano discussioni e dibattiti che possano portare a misure che agevolano la via a chi intende fare da solo…

    Quindi (o Quinzi), il tuo documento va benissimo ed è molto bilanciato (anche se come giustamente rileva Nikolik, se aggiungi qualche altro paragrafo lecca-sedere va anche meglio).

    Ricordati di spedire anche una copia cartacea a quadruplo strato su carta Fox o Regina per coadiuvare l’utilizzo della missiva. (SCHERZO!!!)

  232. Avec Double Cordage scrive:

    @madmax
    certo realizzato nella forma che hai proposto tu sarebbe già un salto quantistico: campi gratuiti nelle ore buche per i ragazzi (già soci del circolo o che cmq frequentano sat e/o agonistica) fino all’under 14

    ma in mancanza di campi pubblici sarebbe importante che almeno gli under 12 potessero accedere ai campi nelle ore buche anche se non soci, magari accompagnati da un adulto, poi quando si saranno realizzati dei campi pubblici (presumibilmente mai) questo non sarebbe più necessario, e la limitazione proposta da te non sarebbe un problema, anzi sarebbe utile visto che indirizzerebbe l’utilizzo delle ore buche a ragazzi che già fanno agonistica, liberandoli dalla concorrenza per i campi con ragazzi che giocano a tennis solo per divertimento, che in questo caso potrebbero andare ai campi pubblici

    ma il problema principale che sta alla base e che va risolto per primo è la base di ragazzini praticanti non agonisti troppo ristretta ed “elitaria”, e questo problema lo si può risolvere solo attraverso campi pubblici e tennis a scuola, e in mancanza delle due cose si può fare immediatamente una cosa in modo provvisorio liberando l’accesso alle ore buche nei circoli

    ma allora l’accesso deve essere garantito a tutti i ragazzi nella fascia d’età più bassa, direi under 12, che significa che verranno ragazzini dai 7 anni in su che necessiteranno quindi dell’accompagnamento di un genitore o fratello maggiorenne. Visto che siamo in Italia è chiaro che ci saranno i soliti furbi che si portano dietro il figlioletto e poi vogliono giocare il doppio dei pensionati gratis per fare l’esmpio di un caso limite, ma il controllo è molto semplice: permesso solo un adulto in campo e se viene beccato a fare il furbo la prossima volta non lo si fa entrare più, così impara

    @Enzo Lo Iacono
    bisogna distinguere tra criticare e denigrare, in questo paese troppo spesso una critica viene presa per uno sputt…mento quando invece è una critica costruttiva e una critica dovrebbe essere sempre costruttiva e propositiva, si può quindi fare una critica anche a supertennis, anzi lo si deve fare, per il suo bene… è chiaro che un canale monotematico sul tennis gestito pubblicamente è una cosa ottima, forse la cosa migliore di sempre nell’ambito del tennis in Italia, una luce.

    Ma tralasciare internet in questa apertura, in questo lancio sarebbe un grave errore, non siamo più nel 2001 e nemmeno nel 2005, ormai internet per l’informazione selezionata e mirata ha superato la televisione.
    non fare un canale youtube come quello RAI dove riproporre le discussioni e i filmati informativi sarebbe un errore, per giunta un errore sciocco visto che farlo non costa nulla, nemmeno tempo perché chiunque può aprire un canale youtube in 10 minuti

    ridere e farsi venir da ridere é sempre bene ma è inutile ironizzare sul fatto che oggigiorno la sola TV (specie se imboscata in qualche ganglio di satellite) non basta più e che va integrata da un servizio internet adeguato che ovviamente deve contenere anche uno streaming, visibile anche per coloro che non hanno una banda larga, ci vuole quindi o uno streaming su una piattaforma adeguata e affidabile (come quelle di octoshape che ho proposto) o due modalità di streaming una ad alta risoluzione per banda larga e una a risoluzione bassa per connessioni lente come quelle fuori città

    questi sono i due punti importanti (youtube e streaming) che vanno realizzati al più presto, anzi sarebbero dovuti già far parte del lancio, mentre non è pronto ancora nemmeno il sito, ma visto che c’è una pagina sul sito federale questa cosa del sito non è poi cosi grave

  233. Roberto Commentucci scrive:

    Nipa, ti ringrazio per i complimenti e per le proposte. Il mio problema è la sintesi!
    Da quanto ho capito, durante il talk show verranno letti da Caputi e da Carolina Boniek, i conduttori, alcuni dei contributi arrivati per e-mail, come il nostro.
    Ora, il nostro documento è già così com’è enormemente lungo per i tempi televisivi…
    Se mi fossi messo a specificare ulteriormente le cose diventava davvero troppo, troppo lungo (lo è già, ne leggeranno probabilmente, se siamo fortunati, 2 o 3 blocchetti.,..).
    Peraltro, condivido in pieno quanto tu hai detto, anche se credo che ad un occhio esperto, il messaggio arrivi anche così.
    Staremo a vedere.

  234. madmax scrive:

    enzo forse stando lontano per un po’ di tempo dal blog hai dimenticato parecchie cose..

    io sono stato uno dei primi se non il primo qui dentro a parlare di gioco piatto (addirittura disquisendo del servizio con stefano gabry e nicholas non ci eravamo capiti) di anticipo di spingere appena possibilie di giocare con i piedi dentro il campo, di appena dopo aver messo in difficoltà l’avversario scendere a rete etc etc, perciò…

    però a mio parere nel tennis del 2020 sarà fondamentale saper fare tutto per poter variare gioco il più possibile dando meno riferimenti possibili all’avversario e per potersi adattare ai diversi avversari e alle diverse superfici ma anche per poter eseguire al meglio il “nostro” gioco preferito in quanto se vuoi spingere una palla bassa a metà campo se non hai il top fai un fuori campo oppure se vuoi risolvere il problema diversamente sapendo giocare un back o una palla corta puoi farlo…con un top poi si riescono a trovare angoli stretti che a mio parere soprattutto a livello femminile possono fare spesso la differenza..
    per quanto riguarda il servizio invece la prima deve quasi sempre essere piatta e forte ma se la giochi sempre così i doppi falli li fai anche a 20 anni e se non sei ivanisevic sarà meglio dotarsi di una buona seconda il più possibile aggressiva ma al contempo sicura..
    i programmi completi ai ragazzi poi li si fanno eseguire facendogli giocare meno tornei ed allenandoli maggiormanete poichè ovviamente per insegnare il tennis a 360° è necessario avere più tempo a disposizione e non certo aspettando che gli entrino il 100% delle palle piatte e forti visto che questo non potrà mai accadere nemmeno appunto se ti chiami ivanisevic….

    supertennis… a mio avviso voi confondete le cose… il canale pur se ovviamente migliorabile è con l’esclusione delle numerose e certamente troppe repliche ottimo e godibile, peccato che il punto non sia assolutamente questo il punto è se riuscirà ad ampliare la base dei praticanti o meno tanto da giustificare l’investimento fatto. per me assolutamente no, perciò una federazione che ha problemi di denaro avrebbe dovuto fare ben altro ed il proprio canale eventualmente sarebbe dovuta essere la ciliegina sulla torta dopo che tutto il sistema avesse preso a funzionare perfettamente ma come al solito noi pensiamo solo al fatto che ci piaccia o meno se poi il resto va a rotoli ma chi se ne frega..

    lusignolo: già tempo fa dissi che la fit aveva problemi anche con i docenti della scuola maestri, parlai anche della causa persa con rasicci e che anche la storia del manager di bolelli se portata in tribunale sarebbe costata parecchio alla fit.. tutto questo dimostra come alla federazione figure professionali sarebbero indispensabili come il successo degli internazionali che guarda caso è una delle poche situazioni gestita da un professionista dovrebbe aver insegnato.. la fit evidentemente non conosce il detto che chi più spende alla fine meno spende e così per risparmiare qualche euro prima (a volte anche solo per principio) si trova poi a dover pagare cifre enormi… però agli occhi della gente (perchè poi il tempo passa e nessuno ovviamente si sogna di rendere noto quanto queste cause vengono a costare) la fit è stata inflessibile ed ha vinto mentre alla fine è stata solo una vittoria di pirro, con l’aggravante che chi paga poi sono genitori giocatori e addetti ai lavori in genere…

  235. madmax scrive:

    ADC tutto quello che dici è corretto tant’è che l’abbiamo scritto centinaia di volte, però dobbiamo essere anche pratici e immaginare di poter stravolgere tutto dall’oggi al domani non è ragionevolmente pensabile, di conseguenza è molto meglio muoverci con la politica dei piccoli passi nella speranza che almeno delle piccole ma comunque già importanti migliorie possano essere attuate

  236. stefano grazia scrive:

    Roberto: intendevo dire che avresti potuto citare anche Genitori & Figli….Ammetto di aver letto in fretta per poter inviare subito il post ma non mi sembra che tu ci abbia citati… Magari poteva incuriosire qualche genitore frequentatore di SupeTennis che non aveva ancora sentito parlare di Mad Max (nyah, impossible!)

  237. Mauro scrive:

    Roberto, tutto ok. Mi ha preceduto Valeria nell’aggiungere il problema scuola, a mio avvviso importantissimo.
    Il documento dovrebbe a mio avviso essere anche indirizzato a Caputi direttamente, al fine comunque di prendere spunti dai temi da noi proposti e pazienza se li dovesse far passare come farina del suo sacco.

  238. Mauro scrive:

    Aggiungo al post precedente che Ubaldo potrebbe adoperarsi, se volesse, per far pervenire alle persone giuste il documento.

  239. Roberto Commentucci scrive:

    A Mauro. Il documento è stato inviato sia a Caputi, sia a Baccini, sia a Ubaldo. Confido che arrivi agli organi decisionali, in qualche modo.
    Per quanto riguarda il discorso di Valeria, la scuola, ho ritenuto di non inserirlo, perché a quanto mi consta esistono già delle direttive, all’interno della federazione, tali per cui i comitati regionali dovrebbero attivarsi per migliorare la convivenza tennis-scuola per gli agonisti di rilevanza regionale. Nel Lazio, la mia regione, Tropiano lo ha fatto per tutti i ragazzi destinatari del progetto “Casa Lazio” (gli agonisti di punta della regione). Quindi loro lo sanno benissimo cosa fare, è a volte un problema di inerzia di organi periferici, che andrebbero sollecitati, ma a questo ci stanno già pensando, ora che le elezioni dei vari CR stanno finendo.

  240. Avec Double Cordage scrive:

    beh ho inviato anche io una e-mail alla redazione, forse può essere utile aumentare la pressione

    purtroppo è uscito un mattone anche so ho rpovato a fare una sintesi partendi da alcuni interventi del blog, lo propongo qui per “archiviarlo”

    Alla cortese attenzione del dr. Giancarlo Baccini - Redazione Supertennis

    trasmissione di SUPERTENNIS: 2 DICEMBRE, TENNIS CLUB - il settore tecnico

    ACCRESCIMENTO DEL NUMERO DI POTENZIALI TALENTI GIOVANILI TRAMITE SOSTANZIALE ALLARGAMENTO BASE

    Quanto al settore tecnico il mio interesse è rivolto principalmente al tennis giovanile, e in quel ambito particolarmente all’accrescimento del numero di giovani talenti da sostenere (nell’ambito di circoli o accademie) tramite l’allargamento della base di ragazzini e bambini praticanti il tennis (fosse anche solo a livello di divertimento o in ambito scolastico, come succede ad esempio per altri sport come calcio, palla a volo, basket, nuoto) aumentando in questo modo non solo il numero della base ma anche la penetrazione sociale in fasce di reddito più basso, che offrono una maggiore volontà di sacrificio nel caso si riuscisse a trovare un talento particolarmente meritevole di aiuti, la probabilità di trovare talenti di questo tipo che potrebbero diventare campioni di fattti aumenta con una base numericamente maggiore

    Mi soffermerò su questo nel secondo dei due punti che ritengo cruciali, nella seconda parte della mia e-mail che purtroppo non sarà corta, mi scuso quindi da subito per la carenza di sintesi.

    Prima però vorrei esprimere i miei più sinceri complimenti per la creazione del canale TV Supertennis, la ritengo una delle iniziative migliori e più lungimiranti di sempre nell’ambito della promozione del tennis in Italia.
    Tuttavia mi permetto di suggerire alcune piccole cose che potrebbero migliorarne l’efficacia dell’impatto, anche in ottica della promozione del tennis a livello giovanile nel primo punto della mia e-mail (nel punto 2 invece, come detto, entrerò più direttamente in merito alla tematica settore tecnico e tennis giovanile, argomento centrale della trasmissione Tennis Club) cercando di offrire delle propste costruttive.

    (Prima che mi dimentichi, se c’è l’interesse da parte di Supertennis io sarei lieto di promuovere la vostra iniziativa tramite il mio blog http://blogs.myspace.com/AvecDoubleCordage in forma di un intervista ad uno dei collaboratori, preferibilmente direttamente in inglese, ma se ciò non fosse possibile va bene anche in italiano)

    1.)

    Visto che ormai (a differenza del periodo 2001 - 2005) internet ha equiparato la TV nell’ambito dell’informazione mirata e specializzata, sarebbe molto importante ampliare da subito il canale televisivo con un canale YOUTUBE come quello della RAI http://www.youtube.com/user/rai (per altro non costerebbe nulla farlo) per riproporre servizi informativi e discussioni come ad esempio quella di “Tennis Club” rendendole accessibili anche alle molte persone che non hanno un decoder SKY o un ricevitore satellitare, crenando cosi anche una specie di archivio che attirerà nuovi utenti e telespettatori grazie al risalto dei programmi Supertennis nelle ricerche youtube

    Integrando il servizio poi con lo STREAMING via internet si andrebbe aumentando ulteriormente la penetrazione di Supertennis, importante in ambito streaming è che sia visibile anche per coloro che non hanno una banda larga, ci vuole quindi o uno streaming su una piattaforma adeguata e affidabile (come ad esempio quella di http://www.octoshape.com già utilizzata dalla TV pubblica tedesca e spagnola TVE) o due modalità di streaming una ad alta risoluzione per banda larga, ed una a risoluzione bassa per connessioni lente come quelle fuori città.

    Uno dei punti più importanti che Supertennis come TV potrebbe adempiere è la creazione di una trasmissione televisiva creata apposta per appassionare i più giovani al Tennis, anche quelli che non ne hanno mai sentito parlare.

    Ecco nel dettaglio un esempio di come potrebbe essere ideata una trasmissione simile che abbia impatto:

    Per i ragazzi e bambini di età molto giovane andrebbero trasmessi brevi servizi con spezzoni dei momenti più salienti delle migliori partite del giorno precedente durante i tornei dello slam.

    Fare una cosa del genere anche se difficile non mi pare impossibile, basterebbe un accordo con chi detiene i diritti e trasmette le dirette criptate
    Anche perché sarebbe in oltre tutto a vantaggio dell’emittente con i diritti del torneo, perché risulterebbe come uno spot pubblicitario per farsi l’abbonamento per vedere anche le dirette criptate.

    Basterebbe anche mezz ora al giorno in quelle 8 settimane all’anno del grande slam, certo un ora sarebbe meglio perché consentirebbe di coprire anche più di 3 match e corredarli di interviste e servizi sui campioni presentandoli anche come persone con i loro interessi extra tennis, come nel seguente video su Guga Kuerten ad esempio http://www.youtube.com/watch?v=U_6alohojxA

    In questo modo i ragazzi potrebbero identificarsi fino ad un certo punto con loro, ovviamente queste differite andrebbero trasmesse nelle ore del tardo pomeriggio, dopo la scuola e i compiti, ad esempio nella fascia coperta da geo&geo su RAI tre, ma sarebbe inutile trasmettere questi servizi a notte fonda perché il target sarebbe nuovamente quello dei super appassionati che oggigiorno sono più serviti che mai prima
    francamente creare un programma come lo era il wrestling (o anche il basket e il football) con Dan Peterson sarebbe una cosa molto utile al tennis, magari trovando uno come Dan Peterson, che so un giovane argentino o uno spagnolo, basta che non sia troppo “infantile” da risultare indigesto agli appassionati più esigenti limitandone il passaparola, e poi non vogliamo mica rovinarli questi ragazzi, già vengono bombardati quotidianamente di cavolate

    Un programma simile potrebbe forse anche essere in un secondo momento rivenduto a delle emittenti locali che trasmettono in chiaro sulle frequenze analogiche, in questo senso Supertennis potrebbe tentare di riempire in parte il vuoto lasciato dalle emittenti pubbliche e private negli ultimi 15 anni, ricoprendo un ruolo importante che è quello di promuovere il tennis tra i ragazzi che non lo conoscono ancora, particolarmente ora che grazie alla rivalità tra campioni di altissimo livello come Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Tsonga il tennis di alto livello è forse più spettacolare che mai prima

    Mi ricordo che nella mia infanzia il tennis trasmesso in TV in chiaro, che era praticamente limitato ai tornei del Grande Slam e alla Coppa Davis e quindi altamente spettacolare e coinvolgente, ha avuto il ruolo determinante nell’avvicinarmi a questo sport, grazie alla presenza di un campo pubblico con delle racchette trovate in cantina assieme ad altri ragazzini era possibile imitare le gesta dei campioni visti in TV, penso che sia stato cosi per molti ragazzi, la televisione quindi cosi contribuiva ad allargare la base, il problema era ed è tuttora a mio avviso la scarsità di campi pubblici che permettano di fare il primo passo seguito poi dal secondo passo che è quello della sfera dei circoli o per i ragazzi dal talento particolare quello delle accademie

    2.)

    Vengo ora al settore tecnico e al tennis giovanile più direttamente, tenendo ben presente che dovendo essere essenzialmente pratici, immaginare di poter stravolgere tutto dall’oggi al domani non è ragionevolmente pensabile, di conseguenza è molto meglio muoversi con la politica dei piccoli passi nella speranza che almeno delle piccole ma comunque già importanti migliorie possano essere attuate

    Il punto più importante nell’immmediato in vista della creazione di futuri campioni che potrebbero aumentare sostanzialmente il mercato del tennis in Italia come ho già accennato precedentemente è la creazione di campi pubblici in sintetico-cemento. Questo perché ne conseguirebbe, con un adeguato supporto mediatico come può essere sviluppato tramite il canale TV Supertennis, un aumento numerico della base di nuovi praticanti giovani e giovanissimi (anche grazie al trasporto che può avvenire da parte di Genitori nei quali Supertennis potrebbe risvegliare o creare ex novo l’interesse per il tennis) anche nelle fasce di reddito medio basso.

    La creazione di questi campi pubblici gratuiti con superfici in sintetico o cemento difficilmente intaccherebbe le strutture e il numero dei soci dei circoli, visto che pochissimi praticanti attuali, particolarmente quelli più anziani, andrebbero a giocare su una superfice dura come il cemento al posto della terra battuta, per giunta senza poter riservare il posto e senza potersi fare una doccia o utilizzare uno spogliatoio

    Le zone ideali per creare questi campi pubblici, in vista di un effetto positivo a breve termine, sarebbero a mio avviso inizialmente le periferie dei paesi e comuni circondanti le città medio grandi

    Nei circoli sarebbe di grande aiuto per facilitare lo sviluppo tecnico se si potesse sollecitare (ad esempio tramite l’offerta di prezzi scontati su materiale tennistico) ai circoli di rendere volontariamente gratuito l’utilizzo dei campi liberi nelle ore buche pomeridiane per i ragazzi già soci del circolo o che comuque frequentano sat e/o agonistica fino all’under 14

    In mancanza di campi pubblici sarebbe però importante che almeno gli under 12 potessero accedere ai campi nelle ore buche anche se non soci, magari accompagnati da un adulto, poi quando si saranno realizzati dei campi pubblici questo non sarebbe più necessario, e la limitazione a soci non sarebbe più un problema, anzi sarebbe utile visto che indirizzerebbe l’utilizzo delle ore buche a ragazzi che già fanno agonistica, liberandoli dalla concorrenza per i campi con ragazzi che giocano a tennis solo per divertimento, che in questo caso potrebbero andare ai campi pubblici
    Ma il problema principale che sta alla base, e che va risolto per primo è la base di ragazzini praticanti non agonisti troppo ristretta e quasi “elitaria”, e questo problema lo si può risolvere solo attraverso campi pubblici e tennis a scuola, e in mancanza delle due cose si può fare immediatamente una cosa in modo provvisorio liberando l’accesso alle ore buche nei circoli, o per lo meno facilitandolo in alcuni circoli rendendolo interessante grazie a particolari iniziative

    Facilitando l’accesso alle ore buche nei circoli agli under 12, significa che verranno ragazzini dai 7 anni in su che necessiteranno quindi dell’accompagnamento di un genitore o fratello maggiorenne. Visto che siamo in Italia è chiaro che ci saranno i soliti furbi che si portano dietro il nipotino e poi vogliono giocare il doppio gratis per fare l’esmpio di un caso limite, ma il controllo sarebbe molto semplice: permesso solo un adulto in campo e se viene beccato a fare il furbo la prossima volta non gli si da più il campo, così impara

    Queste due iniziative essenziali “campi pubblici” e “ore buche gratuite per i bambini nei circoli” dovrebbero essere integrate da un programma che renda possibile l’utilizzo delle palestre delle scuole pubbliche (essenzialmente elementari e medie) nelle ore non didattiche per corsi di minitennis, ad esempio il pomeriggio o il fine settimana

    Questa sinergia con le scuole faciliterebbe il contatto con i genitori dei piccoli da parte dei maestri di tennis, che potrebbero in questo modo rassicurare i genitori che il tennis oggi grazie ai nuovi materiali e le nuove tecniche di insegnamento non è in alcun modo nocivo alla salute dei bambini

    Concludo con un augurio di buon lavoro, vorrei però far notare una mia esperienza che forse può risultare utile o interessante: trasmettere troppo tennis in TV comporta un rischio, la saturazione del pubblico interessato generalmente allo sport (non i superappassionati di tennis quelli sono malati e insaziabili, lo sappiamo) che sa poco di tennis e solo marginalmente è interessato, e che con troppo tennis di qualità media (challenger e piccoli tornei ATP) finisce per così dire di “rompersi le scatole” del tennis e inizia ad odiare il tennis, come è successo in Germania a metà anni novanta (nonostante Becker, Stich e Graf) con Eurosport che mandava continuamente differite e pluri-ripetizioni di partite poco interessanti, tipo primi turni di piccoli tornei ATP e WTA con in campo carneadi di quarta fila

    è un problema che comunque non tocca direttamente Supertennis, essendo esso un canale monotematico con un audience principalmente di superappassionati, potrebbe risultare un aspetto importante solo nell’ottica di attirare nuovo pubblico da interessare al tennis, o pubblico che ha già una sua curiosità verso il tennis

    grazie dell’attenzione

    Oliver

  241. valeria scrive:

    Roberto, aspettando che anche nella mia regione si attivino,desiderei sapere cosa e’ stato fatto nel Lazio in merito alla convivenza tennis-scuola. Grazie!

  242. stefano grazia scrive:

    ADC:
    “orpo!”

    E chissa’ cosa dira’ la buona vecchia chloe!
    In attesa della mia Intro di Sabato che riportera’ il discorso su questi Lidi e soprattutto di quanto si dira’ a SuperTennis (e ai Commenti che suscitera’) invito per il momento a soprassedere e a conservare i vostri posts per la prossima settimana…Ma se non ci riuscite e’ lo stesso. Anch’io ho 2-3 commenti e in particolare mi piacerebbe approfondire il discorso sulla scuola avanzato da Valeria riproponendo anche quella vecchia proposta di Nikolic, per me interessante ma non troppo realizzabile …

  243. stefano grazia scrive:

    Carolina Boniek, comunque, vinse un Lemon Bowl diversi anni fa…poi che cosa e’ successo? Non le interessava piu’ di tanto oppure proprio non ce la fece?

  244. pibla scrive:

    …il senso di Avec per la sintesi…

  245. Avec Double Cordage scrive:

    oddio non è poi cosi esageratamente lunga come lettera, certo non è intesa da farla leggere in TV, ma volevo trattare bene quei due argomenti TV-internet e “campi pubblici-base ragazzi” entrando anche nei perché e offrendo delle proposte realizzabili dicendo anche come si potrebbe fare, alla fine sono 25 frasi per due argomenti trattati abbastanza dettagliatamente, certo breve non è ma non mi sembra esagerato per un lettore interessato

    magari se alcuni utenti del blog provano a scrivere delle e-mail brevi trattando solo un punto ciascuno, finisce pure che ne leggono qualcuna in trasmissione, per coordinarsi basterebbe pubblicare le e-mail anche qui dopo averele mandate cosi non si scrive tutti la stessa scosa trattando tutti lo stesso argomento, magari uno scrive del servizio, l’altro del footwork un altro ancora dei tornei il fine settimana etc.

    più e-mail si manda e meglio è probabilmente, anche per far vedere che c’è un vero e sincero interesse

  246. Gus scrive:

    Ciao a tutti,

    mi rendo conto che aggiungo carne al fuoco ma Stefano al limite saprà gestire la cosa in qualche modo.

    Ho tolto spunti di riflessione che potevano indurre a un qualche mio punto di vista, così ognuno si fa i propri.

    Questo lavoro a me è però servito per sfatare alcuni luoghi comuni e fortificare alcune mie convinzioni. Ma il dibattito è aperto.

    Un abbraccio a tutti.

    Gus.

    ————————————————————

    Origini familiari e inizi top ten femminili
    Novembre 12/11/2008

    Jelena Jankovic (Serba): (alto 1.77, peso 59 Kg)

    Nasce a Belgrado in Serbia il 28/2/1985. E’ la terza figlia di Veselin e Snezana, entrambi economisti. La madre è serba, il papà è montenegrino. Fino a quasi 10 anni l’hobby di Jelena è suonare il pianoforte e studiare lingue straniere presso la French Diplomatic School. Poi i suoi interessi cambiano e grazie al suo fratello Marko di 9 anni più vecchio inizia a giocare a tennis nel Club of Red Star di Belgrado. Manifestò fin da subito un notevole talento. Nel 1995. dopo appena un anno dai suoi inizi partecipa ai campionati nazionali U10 e arriva in semifinale. A 11 anni vince il campionato nazionale per le maggiori di 12 anni e contemporaneamente vince il Limon Bowl in Italia. Purtroppo le condizioni sociali (guerra) non le avrebbe consentito di sviluppare adeguatamente il suo tennis in Serbia e quindi decise insieme ai suoi familiari di trasferirsi in Florida ed entrò a far parte dell’accademia di Nick Bollettieri. La mamma la raggiunge ogni tanto e sta con lei, ma deve sempre rientrare in Serbia per lavorare. Questi momenti li ricorda come molto difficili. Sotto la guida dei coach dell’accademia progredisce verso il tennis pro e a 16 anni vince gli Australia Open 2001 juniores diventando la n° 1 al mondo. L’anno successivo entra nel circuito pro e diventa il n° 197 al mondo. Diventerà n°1 WTA nel 2008 senza ancora aver vinto uno slam.

    Serena (2, 1.75, 68 Kg) e Venus Williams (6, 1.85, 72,5):

    La madre Oracene Price e il padre Richard entrambi afroamericani, si conobbero giovani ed ebbero un figlio prima del matrimonio, Gabriel Mukuka. Entrambi divorziati, avevano avuto già dei figli dalle loro precedenti relazioni. Oracene 3 figli e Richard 1. Nel 1979 si sposano e vanno a vivere a Lynwood, in California. Richard ha un sogno nel cassetto, quello che uno dei loro figli possa diventare una stella dello sport per migliorare le condizioni di vita della propria famiglia e per fare questo si prepara studiando il tennis in attesa che le sue figlie crescano. Venus nasce a Compton, California, il 17/6/1980. Serena nasce il 26/9/1981 a Saginaw, nel Michigan. Richard quindi comincia ad insegnare tennis a Venus all’età di 4 anni, portando Venus sui campi pubblici a Watts e Compton. A 6 anni, sotto l’insegnamento del padre, Venus gioca già benissimo sia il dritto che il rovescio, ama vedere il tennis in tv e partite registrate. Dalle partite cercano di copiare il lavoro dei piedi degli atleti professionisti. Serena si aggrega a Venus nel 1985, anch’essa all’età di 4 anni. A scuola Venus pratica molti sport, calcio, softball, e la ginnastica. A 9 anni Venus era anche un’ottima atleta sia nello sprinter che nella media distanza ma con il padre decisero di focalizzarsi unicamente sul tennis. Nel 1991 Venus era la n° 1 under 12 del Southern California e Serena era la n° 1 nelle under 10. Nello stesso anno trasferì la sua famiglia a West Palm Beach, Florida, grazie ad un accordo preso con una grande industria di abbigliamento e iscrisse Venus e Serena alla Rick Macci’s Delray Beach tennis academy, ad Haines City, Florida. Macci allenerà le due sorelle fino al Luglio del 1995. Rick Macci dirà “sei ore al giorno, per sei giorni alla settimana per 4 anni”. Macci era stato già allenatore di Jennifer Capriati e Mary Pierre. A 14 anni Venus entra nel circuito professionistico. Serena a 4 anni e mezzo vinse il suo primo torneo, e partecipò a 49 tornei prima degli 11 anni, vincendone 46. Serena prese il posto di sua sorella Venus come n° 1 in California. Anche Serena divenne professionista all’età di 14 anni, ma a causa della sua età non poteva ancora partecipare ad eventi WTA. Il suo primo torneo fu a Quebec City e perse in meno di un’ora di gioco. La sua carriera brillò a partire dal 1997, quando a sedici anni e n° 304 del ranking battè sia Monica Seles che Mary Pierre. Finì il 1997 al n° 99.

    Dinara Safina (3, 1.82, 70 Kg):

    Nasce a Mosca, Russia, il 27/4/1986. E’ la figlia di Rauza e Mikhail. La Mamma è un coach pro di tennis ed ex top ten di Russia tra il 1967 e il 1976 (5th nel 1968), lavorava allo Spartak ed è stata la prima allenatrice di Elena Dementieva e Anastasia Myskina, oltre che allenare i suoi due figli Marat and Dinara. Dal 2003 è full-time come coach di Dinara. Il padre, ingegnere elettronico, è stato un discreto giocatore di pallavolo (1960) e un campione di Triathlon (1962). Attualmente è il direttore dello Spartak tennis Club (sul sito della Safina si dice “owner”). Cominciò a giocare seriamente all’età di 8 anni con sua mamma. Non ci volle molto per intuire la predisposizione naturale di Dinara per il tennis e quindi a 13 anni lei e sua mamma raggiunsero il fratello Marat a Valencia, in Spagna. Qui sviluppò un tennis molto potente e imparò lo spagnolo nel giro di pochi mesi. Ancora junior raggiunse la 1° categoria e nel suo ,primo torneo WTA raggiunse la semifinale. A 16 anni e 3 mesi vinse il suo primo torneo WTA partendo dalle qualificazioni.

    Elena Dementieva (4, 1.80, 64 Kg):

    Nasce a Mosca il 15/10/1981 in Russia. Suo papà Viatcheslav è un ingegnere elettrotecnico e sua mamma un’insegnante ed entrambi giocano a tennis per divertimento. Quando Elena ha circa 7/8 anni cercano un club importante in cui farli giocare a tennis. La competizione è però molto dura e vengono estromessi sia dal Dinamo che dal Central Red Army Club. Entrambi i club non li ritengono adeguati. Alla fine vengono accettati allo Spartak (Nota: ricorda nulla!!!) dove verrà allenata dalla madre di Marat Safin, Rauza Islanova. Elena si allena tre anni con lei poi decidono di cambiare. Passa sotto la guida di Sergei Pashkov nel Central Red Army Club, con cui lavorerà con grande piacere e con cui divenne una giocatrice di alto livello. Trasformò radicalmente la sua tecnica, la tattica e passò al rovescio a due mani. Nell’Agosto del 1998 diventò professionista. #198 nel 1998, #62 nel 1999, #12 nel 2000.

    Ana Ivanovic (5, 1,86, 69 Kg)

    Nasce a Belgrado, Serbia il 6/11/1987. Ha iniziato a giocare a tennis all’età di cinque anni. Sua mamma Dragana è un avvocato, suo padre Miroslav un imprenditore. Suo idolo era la tennista serba (poi statunitense) Monica Seles. Cresciuta nella Jugoslavia delle guerre degli anni ‘90, la sua formazione tennistica ha dovuto affrontare difficoltà tra cui i bombardamenti della NATO nel 1999, per evitare i quali era costretta ad allenarsi al mattino presto, o la mancanza di strutture invernali, superata, come lei stessa ha raccontato in un’intervista, giocando in una piscina abbandonata riempita di terra. La volontà di emergere di Ana Ivanovic è testimoniata dal racconto di Martina Navrátilová che ha rivelato quando Ana, perso il suo primo torneo, pianse per 4 ore nello spogliatoio per il timore che il suo “manager finanziatore” l’avrebbe abbandonata giudicandola non abbastanza brava da diventare una professionista. Ha un fratello più giovane che gioca a basket. Ha scelto di non avere un coach stabile, nel suo tempo libero ha studiato economia all’Università di Belgrado e la lingua spagnola come autodidatta. Entra nel circuito pro nel 2003. Ora è fidanzata con Verbasco, giocatore pro spagnolo e recente vincitore della Coppa Davis.

    Vera Zvonareva (7, 1.72, 59 Kg)

    Nasce a Mosca il 7/9/1984, in Russia. La sua è una famiglia di sportivi. Sua madre Natalya Bykova è una campionessa di Hockey su prato e vince la medaglia di bronzo a Mosca nel 1980. Suo padre Igor Zvonarev è un giocatore professionista di Bandy, uno sport da cui è derivato l’Hockey su ghiaccio e che si pratica soprattutto in Russia, Svezia, Norvegia e in Finlandia. La madre la fa entrare nello sport club “Chajka” all’età di 6 anni. Il suo primo coach è stata Ekaterina Ivanovna Kryuchkova (coach pro, già allenatrice di Elena Bovina, anch’essa moscovita). Vera nel club era costretta a giocare con persone più grandi perché non c’erano ragazzi della sua età, ma all’inizio Vera giocava soprattutto per divertimento e non aveva grandi pressioni. Più tardi quando arrivarono le prime vittorie decise invece che lo sport poteva essere la sua vita. Entrò nel circuito WTA a 15 anni in Georgia, ma perse dalla Poutchek. Il suo ingresso nei professionisti avvenne nel 2000 quando divenne campionessa di Russia battendo Elena Bovina in finale. Dal 2002 Julia Kashevarova è la sua coach.

    Svetlana Kuznetsova: (8, 1.74, 73 Kg)

    Nasce a Leningrado (San Pietroburgo), Russia il 27/6/1985. Suo padre Alexandr è stato un grandissimo coach di ciclismo ed ha allenato 5 campioni olimpici e campioni del mondo. La pupilla di suo padre, Galina Tsareva, diventerà sua madre. Sei volte campionessa del mondo con più di 20 record del mondo stabiliti nella sua carriera pro. Nikolai Kuznetsov, fratello di Svetlana, ha vinto la medaglia d’argento nel ciclismo alle Olimpiadi del 1996 ad Atlanta. Anche lei da piccola ha provato con il ciclismo ma si è poi focalizzata sul tennis. Tra i 14 e i 15 anni si trasferisce nella accademia di Sanchez Casals in Spagna dove viene seguita da Stefan Ortega. In meno di due anni Svetlana diventa la n°1 junior al mondo. L’accademia chiese alla Federazione di aiutarla a diventare una cittadina spagnola, ma la Federazione Spagnola non credette nelle sue potenzialità e valutò il suo potenziale come mediocre e che non sarebbe mai entrata tra le prime 20. All’età di 17 anni entrò a far parte del team seguito da Arantxa Sanchez e vinse il suo primo singolare da pro.

    Maria Sharapova (9, 1.88, 59 Kg)

    Nasce il 19/4/1987 a Nyagan, in una città industriale della Russia, nella Siberia dell’Ovest. I suoi genitori si trasferirono lì quando furono “costretti” ad andare via da Gomel, bielorussia, dopo il disastro nucleare di Chernobyl, nel 1986. Nel 1989 la sua famiglia si sposta nuovamente nel Black Sea resort a Sochi. Qui il padre diventa grande amico di Aleksandre Kafelnikov, il cui figlio Yevgeny sarebbe diventato un top ten player e vincitore degli Us Open nel 1997. Proprio Aleksandre regalò la prima racchetta a Maria ed è in questo periodo che Maria si innamora del tennis. Proprio Aleksandre e suo padre saranno i suoi primi maestri, giocando nei campi pubblici del luogo. Verso gli 8 anni imparò ad usare la seconda mano nel rovescio. Il padre riconobbe molto facilmente il talento eccezionale di sua figlia. Nell’Ottobre del 1993 Yuri e Maria si recarono a Mosca per un tennis clinics durante la Kremlin Cup e videro uno spot in cui Martina Navratilova avrebbe scambiato dei colpi con i bambini di 6 anni. Maria compilò il modulo e partecipò insieme a molti altri. Martina confermò quindi le impressioni del padre e individuò in Maria un grande talento. A quel punto Yuri e sua moglie Yelena decisero di dare una chance a Maria. Il padre e Maria partirono per Miami non conoscendo una parola di Inglese e con 700$ dollari in tasca, i risparmi dei nonni. Dopo diversi giorni di viaggio in pullman arrivarono alla IMG’s Nick Bollettieri Academy, a Bradenton in Florida. L’accademia riconobbe subito il talento della ragazzina, ma era troppo piccola per essere inserita come studentessa full-time. Il padre però non si scoraggiò e si sistemò con la figlia nella vicina Venice e insegnò tennis alla figlia utilizzando soprattutto i campi pubblici. Furono due anni molto duri. Yuri faceva lavori occasionali mentre Maria competeva nei tornei locali, vincendo molte partite. Nel Dicembre del 1995 la perseveranza venne premiata e Maria divenne una studentessa full-time presso l’accademia. A quasi 10 anni viveva nel prestigioso campus e vedeva il padre solo nei week-end. Yelena si riunì alla famiglia nel Giugno del 1996. Maria si spostò quindi in un appartamento con i genitori e di giorno frequentava l’Accademia. Nel Novembre del 2000 il suo tennis era già di altissimo livello e fece il suo primo torneo pro nel 2001 (torneo ITF di Sarasota). Il suo primo torneo WTA nel 2002 (wild card Indian Wells).

    Agnieszka Radwanska: (10, 1.72, 56 Kg).

    Nasce a Cracovia il 6/3/1989. Suo padre Robert è anche il suo coach e lavora con lei. Sua madre Marta è una ragioniera. Sua sorella più giovane Urszula
    (7/12/2000, n° 147) ha già vinto diversi grand slam a livello juniores ed è anch’essa una tennista professionista. Il padre gioca e insegna in un club professionista a Gronau, in Germania, e la fa cominciare a giocare a 5 anni proprio presso questo club. Passa professionista nel circuito ITF nel 2005, WTA nel 2006. Ha vinto Wimbledon Juniores (2005) e il Roland Garros juniores (2006).

  247. anto scrive:

    @Gus—-un filino sotto rispetto al maschile, ma sempre un ottimo lavoro, bravo.

  248. Gus scrive:

    @anto: davvero? Se hai dei suggerimenti, provo ad implementare anche se non è stato così facile trovare tutte le notizie come le avrei volute io. Per assurdo ho fatto più fatica con le ragazze. Comunque è un lavoro che mi ha dato molte indicazioni e che mi ha appassionato. Vorrei addirittura migliorarlo e magari metterlo su un sito a disposizione. Devo pensarci. Ora provo a prendere i primi 5 italiani/e e facciamo un confronto?

  249. stefano grazia scrive:

    Ok, Gus, ma le Conclusioni? Scrivi a quali conclusioni saresti arrivato… io ne ho una che non è politically correct e cioè che per sfondare nel tennis o si hanno un fracasso di soldi (ma in questi casi di solito s sceglie di fare altre cose, incluso l’avventuriero, l’esploratore e lo skipper transoceanico in solitario) o non se ne hanno proprio perchè in questi casi sei talmente disperato che fai cose disperate (tipo andare negli US con 700$ o mettere una bambina di 7-8 anni da sola in un academy ) e attrai comunque più simpatia dagli sponsor…Se di soldi un po’ ne hai invece,e intendo da mediocre benestante, al massimo ti fanno lo sconto del 10-20% ma comunque rappresenti se non il pollo da spennare comunque una delle rare fonti di approvigionamento…

  250. Roberto Commentucci scrive:

    Rispondo a Valeria sul discorso scuola nella mia regione. Nel Lazio il Presidente del Comitato Regionale, Fabrizio Tropiano, da un paio di anni ha lanciato il progetto “Casa Lazio” un programma di aiuti agonistici e di supporto ai giovani più promettenti della regione che non rientrano (per il momento) nei programmi della Fit centrale. Il programma prevede da un lato che i ragazzi debbano avere un buon rendimento scolastico, e dall’altro lato, il Comitato Regionale ha negoziato una certa flessibilità con le istituzioni scolastiche in modo da consentire ai ragazzi la pratica del tennis agonistico. Chi va sotto il rendimento minimo scolastico però esce dal programma.
    Non ne so di più, nei dettagli, ma credo che Tropiano in persona potrebbe spiegarti meglio, so che legge spesso il blog e a volte interviene.

  251. madmax scrive:

    si anche a me piacerebbe sapere a quali conclusioni sei arrivato gus…

  252. Mauro scrive:

    Grazie Gus.

  253. anto scrive:

    Ok Gus, vada per il confronto.

  254. kill bill scrive:

    Riporto un pezzo di intervista a Infantino pubblicata sul sito FIT :

    ”D: Parlando con un tuo collega, coach Fanucci, secondo lui uno dei motivi per cui il tennis negli ultimi venti -trent’anni non è mai andato bene, è per un semplice motivo, nel tennis arrivano gli scarti degli scarti degli altri sport….il calcio e poi il basket e la pallavolo prendono tutti i migliori e alla fine nel tennis arrivano quei ragazzi che non trovano spazio in questi sport…….tu cosa ne pensi, sei d’accordo su questa teoria?

    R: Assolutamente no, non sono d’accordo con Fanucci, e ti spiego subito perché. Perchè in paesi come l’Ecuador che ha avuto giocatori come Gomez, Lapennti, oppure il Brasile che ha avuto Guga Kuerten queste cose non succedono…….…bisogna capire che i campioni si creano con la metodologia dell’allenamento. Lo stesso Cile, ha avuto Rios, Gonzalez, Massu, e non dirmi che il Cile è un paese più importante dell’Italia. E’ una questione di metodologia, dietro questi grandi giocatori, c’è un grosso lavoro fatto dai loro coach, Larry Passos, per citarne uno. Ha fatto uno splendido lavoro con Kuerten. In Italia, c’è materiale su cui lavorare, bisogna cambiare le metodologie di lavoro, e prendere persone che sappiano rendere al massimo questi sistemi di lavoro. In Argentina, ad esempio i coach hanno voglia di vincere, girano moltissimo, passano lontano da casa molti mesi l’anno. E poi non dimentichiamoci che in Francia e Australia, grazie allo slam, le federazioni anno anche molti soldi da investire, e questo incide non poco sulla formazione di un giocatore.”

    Fatte da un collaboratore FIT mi sembrano dichiarazioni sconvolgenti.
    Infantino ha avuto il coraggio di dire che i campioni si creano e che vanno cambiate le metodologie dell’allenamento, che gli scarti del calcio ci sono anche negli altri paesi ( in poche parole non cerchiamo alibi ), che i soldi ( aggiungo se ben spesi ) incidono su la formazione di un giocatore.
    Che stia davvero cambiando qualcosa ?

  255. NIPA scrive:

    Grazie anche da parte mia Gus,
    ma non ti chiedo le conclusioni in quanto ciò basta ad aggiungere acqua nel mio battello che, anche se ha appena lasciato l’ormeggio, già imbarca acqua poichè presenta falle e non so per quanto tempo ancora potrò buttar acqua fuori con il mio piccolo secchio………….(uhm! mi sa che questa situazione sia già stata descritta in qualche altro “veccchio” post)

  256. Roberto Commentucci scrive:

    A proposito dell’intervista a Infantino segnaalata da kill bill (realizzata dal nostro Anto per tennisteen e pubblicata sul portale Ubitennis, e poi anche dal sito FIT) io volevo dire questo: tutte le volte che si parla della situazione italiana dei coach, che secondo me non è soddisfacente, mi sento rispondere frasi del tipo “ma non è vero, anche in Italia ci sono tanti bravi coach, solo che non stanno nel grande giro, non sono famosi, etc. etc.” Secondo me non è vero niente o quasi.
    Guardiamo in faccia la realtà: di coach veramente bravi, e disposti a viaggiare con i giovani, in Italia ce ne sono pochissimi, e quei pochi sono già impegnati. Vi ripropongo in proposito un articolo che ho scritto tempo fa, sul sito Spazio Tennis, del mio amico Alessandro Nizegorodcew:

    A.A.A. Coach Italiani cercansi. (Spazio Tennis, 7 dic. 2007).

    Negli ultimi anni sta crescendo il numero dei tennisti azzurri di vertice che ricorrono ad una guida tecnica straniera. Il fenomeno, da tempo diffuso fra le donne, sta prendendo piede anche fra gli uomini, in particolare fra i giovanissimi. Dopo Francesca Schiavone e Maria Elena Camerin, seguite dall’argentino Daniel Panajotti, dopo Flavia Pennetta, che ha da tempo al suo angolo lo spagnolo Gabriel Urpi, quest’anno è stata la volta di Fabio Fognini, che dopo la rottura del rapporto con il suo coach storico, Leonardo Caperchi, ha iniziato una proficua collaborazione con il giovane tecnico iberico Oscar Serrano. Negli ultimi giorni, si rincorrono voci che parlano di un contatto tra la Fit ed Eduardo Infantino, esperto coach argentino vicino a Piatti, già allenatore di Omar Camporese, che dovrebbe iniziare ad assistere il giovanissimo Thomas Fabbiano. (La notizia è stata riportata anche da Vittorio Campanile sul suo blog).
    Eppure, da più parti si sente affermare che in Italia i bravi tecnici non mancano, che ci sono tanti buoni allenatori, che non abbiamo nulla da invidiare agli stranieri, eccetera. Ma è davvero così? O le cose, a ben vedere, stanno diversamente?
    Andiamo con ordine.
    In Italia, la grande rivoluzione della tecnica di gioco e delle metodologie di allenamento che ha enormemente cambiato il tennis a partire dagli anni ’80 è arrivata solo di recente, a causa della storica arretratezza in cui è stato lasciato il settore tecnico della FIT durante la nefasta era Galgani. Ancora a metà degli anni ‘90, i manuali tecnici federali prevedevano l’insegnamento di impugnature e gesti poco distanti da quelli dei tempi di Panatta e Pietrangeli. La nuova tecnica, il nuovo verbo, sono stati portati in Italia da pochi, volenterosi tecnici autodidatti, come Massimo Sartori, da personalità storicamente invise alla FIT, come Castellani, da coraggiosi emigranti, come Rianna, (che ha imparato il mestiere da Bollettieri), o ancora da pragmatici e laboriosi uomini di campo, come Pistolesi. Solo da pochi anni, finalmente, la FIT ha iniziato ad ammodernare la tecnica di insegnamento sin dalla base, e sta cercando di riconvertire, con fatica, i vecchi maestri.
    Da questo ritardo è derivata una strutturale mancanza di know-how aggiornato. Per lunghi anni, siamo stati, dal punto di vista tennistico, un paese sottosviluppato: il nostro settore tecnico era come una marina da guerra che si ostinasse a produrre vascelli a vela nell’era del ferro e del vapore.
    Ma questo non è il solo punto di debolezza.
    Nel recente passato le nazioni storicamente forti, come la Francia, la Spagna, la Repubblica Ceca hanno prodotto un gran numero di giocatori professionisti di medio e alto livello, che a fine carriera si sono tramutati in eccellenti coach, mettendo a disposizione dei giovani di quei paesi l’insostituibile esperienza maturata sul circuito.
    Da noi, non solo i tennisti professionisti sono stati un numero minore, ma molti di questi hanno preferito prendere strade diverse, spesso più comode. Se un Gaudenzi, uomo di carattere, cultura e ambizione, ha intrapreso con successo la carriera di manager, altri, come Pescosolido e Santopadre, hanno preferito la confortevole posizione di direttore tecnico nel circolo alla moda sotto casa, piuttosto che sfidare i disagi della vita nomade e fare il coach di un giovane tennista con prospettive.
    Per tutti questi motivi, a mio avviso oggi come oggi in Italia i tecnici veramente bravi, in grado di seguire con professionalità ed efficacia un giovane professionista nel circuito, sono molto pochi. E quei pochi sono già impegnati.
    E si, perché dopo una lunga crisi, nelle ultime 4-5 anni stagioni, il nostro movimento è tornato a crescere. Sebbene manchi un atleta di vertice, il tennis italiano è tornato ad avere una rappresentanza importante di atleti in grado di partecipare alle prove dello Slam. Ormai tra uomini e donne riusciamo stabilmente a piazzare 13-15 tennisti nei tabelloni dei majors. Questo significa un fabbisogno di altrettanti coach qualificati, e quindi quelli che abbiamo già non bastano. E non è tutto: la crescita del movimento, fortunatamente, anche per merito della nuova Federazione, sembra destinata a continuare, atteso che, finalmente, il nostro rifondato settore giovanile sta ricominciando a sfornare ragazzi promettenti con una certa regolarità, sia fra i maschi, sia soprattutto fra le ragazze. Nei nati fra l’89 e il ‘93 vi sono moltissimi giovani che possono ambire a diventare dei buoni professionisti.
    E allora, il rischio è questo: la mancanza di un numero sufficiente di bravi tecnici, in grado di inserirli nel circuito pro, rischia di costituire un grave ostacolo all’ulteriore espansione del nostro movimento.
    Ne emerge la necessità di una risposta da parte della Dirigenza Federale.
    A mio avviso, le strade sono due. Se le cose continueranno così, diventeremo sempre più un paese importatore di allenatori, e faremo molta fatica per recuperare il terreno perduto. In alternativa, potremmo cercare di mandare fuori qualcuno ad imparare e fare le necessarie esperienze nelle realtà estere più evolute.
    A mio avviso, la FIT potrebbe selezionare, tra alcuni buoni ex seconda categoria, un piccolo numero di giovani tecnici capaci, ambiziosi e motivati, e mandarli a fare esperienza presso le più moderne accademie e federazioni estere, seguendo come esempio il percorso professionale di Rianna. Potrebbero essere istituite presso la Scuola Nazionale Maestri delle “Borse di Studio” all’estero, da destinare ai più meritevoli. Questi, una volta tornati, potrebbero costituire lo “zoccolo duro” di un team di allenatori a cui affidare i nostri giovani talenti.
    Mi rendo conto che il bilancio federale non è ricco. Ma si tratterebbe, a mio avviso, di un investimento davvero produttivo.

  257. madmax scrive:

    kill tutto però cade nel momento in cui infantino dice che bisogna riconoscere i meriti a questa federazione…

    roberto sono d’accordo a metà ed è necessario non generalizzare perchè il punto credo non sia proprio questo..

    i coach bravi ci sono anche, il fatto è che è da pochissimo tempo che da noi si è capita l’importanza della preparazione atletica per cui non essendo richiesti, i preparatori bravi non ci sono (o meglio ce ne sono molto pochi). in più come tutti i migliori coach ci hano detto spesso, quando a loro arrivano i ragazzi più promettenti questi hanno ancora molti difetti spesso ormai incancreniti ma nel migliore dei casi che fanno perdere anni preziosi per la loro correzione… se a questo aggiungi che fino ad ora in italia al tennis hanno avuto accesso solo ragazzi molto benestanti (quindi spesso anche un po’ viziati) il quadro è completo….

    con questo voglio dire che nemmeno brad gilbert con un ragazzo difettato viziato non abituato a lavorare fisicamente e poco sviluppato motoriamente potrebbe fare molto, tant’è che sia piatti che la vavassori (e chissà quanti altri ancora) al contrario di quanto facevano prima, gli atleti del futuro hanno cominciato ad impostarseli loro fin da piccoli..

    ricordiamoci poi che catizone ci ha detto che in un team (parliamo per ora solo di coach+prep atletico) basta che solo uno dei due lavori male che anche il lavoro positivo dell’altro non venga valorizzato o venga addirittura rovinato e considerando che come abbiamo detto i preparatori buoni si possono contare sulle dita di una mano è facile capire come siamo messi..

    per concludere, il fatto che non esistano centri federali competenti ne centrali ne tanto meno periferici (e che i tecnici che vanno in giro per i vari raduni tecnici non siano dei geni è dimostrato dal fatto che a questi raduni tecnici nessuno si sogna mai dire alcunchè di tecnico e se le loro opinioni non sono accettate è perchè non hanno titoli a sufficienza per essere considerati credibili) fa si poi che nel malaugurato caso in cui ci si ritrova ad essere allenati da un maestro scarso non c’è nessuno (finchè non lo scopri da solo) che te lo faccia notare spiegandoti anche esattamente cosa fare ed eventualmente dove andare per trovare chi lo fa..

  258. Roberto Commentucci scrive:

    Intanto volevo segnalare, giacchè ne parlammo parecchio in passato, l’ottimo risultato di Martina Trevisan, la giovanissima azzurra classe 1993. Martina, che ha compiuto da pochissimo 15 anni, e sta muovendo i suoi primissimi passi nei tornei professionistici, ha raggiunto i quarti di finale, partendo dalle qualificazioni, nel torneo ITF di Vallduxo, un 10.000 dollari che si gioca in Spagna. Martina ha battuto nel secondo turno, con un netto 61 61 la croata Sandra Mamic, testa di serie n. 1 e n. 202 Wta. La mancina croataa Mamic, classe ‘85, ex top 100, è per la verità una giocatrice in profonda crisi, e negli ultimi mesi ha vinto pochissime partite.
    Tuttavia Martina, che quest’anno ha avuto seri problemi fisici alla schiena (ora madmax dirà che è colpa dalle sue famose aperture ampie… e forse può aver ragione, chi lo sa?) ha dimostrato di aver riacquistato la piena efficienza fisica, vincendo nettamente 4 match fra qualificazioni e tabellone principale.

  259. madmax scrive:

    rob meno male che l’hai scritto tu.. cmq il fatto che ampie aperture aggiunte al gioco in open stance siano causa di infortuni non lo dice mad max ma la biomeccanica, studi medici etc etc. se a questo aggiungiamo che giocare in questo modo comporta un maggior dispendio di energie (senza portare benefici in termini di gioco anzi..), la scelta come minimo pare discutile… nella migliore delle ipotesi quindi (e non è assolutamente vero) a parità di risultati gli stessi si potrebbero raggiungere facendo meno fatica, infortunandosi meno e durando più a lungo..

  260. andrew scrive:

    Quote associative
    TASSA NUOVA AFFILIAZIONE 50,00€
    TASSA RIAFFILIAZIONE di categoria A (procedura tradizionale) per i circoli che non hanno meno tesserati dell’anno precedente 150,00€
    TASSA RIAFFILIAZIONE di categoria A (procedura on line) per i circoli che non hanno meno tesserati dell’anno precedente 100,00€
    TASSA RIAFFILIAZIONE di categoria A (procedura tradizionale) per i circoli che hanno meno tesserati dell’anno precedente 250,00€
    TASSA RIAFFILIAZIONE di categoria A (procedura on line) per i circoli che hanno meno tesserati dell’anno precedente 200,00€
    TASSA ANNUA PER CIASCUN CAMPO 15,00€
    TASSA ANNUA PER CIASCUN CAMPO (per I Circoli che diminuiscono il numero dei campi) 25,00€
    TASSA OMOLOGAZIONE CAMPI (per intervento indipendentemente dal numero dei campi) 50,00€
    TASSA ASSOCIATIVA AFFILIATI DI CATEGORIA B (in aggiunta alla tassa di affiliazione/riaffiliazione) 50,00€
    TASSA ASSOCIATIVA AFFILIATI DI CATEGORIA B BEACH TENNIS (in aggiunta alla tassa di affiliazione/riaffiliazione) 50,00€
    TASSA ASSOCIATIVA AFFILIATI DI CATEGORIA B PADDLE TENNIS (in aggiunta alla tassa di affiliazione/riaffiliazione) 50,00€
    OMOLOGAZIONE IMPIANTI NON AFFILIATI 250,00€
    APPROVAZIONE P.I.A. 50,00€
    APPROVAZIONE SAT 50,00€
    APPROVAZIONE CENTRO TENNIS ESTIVO 300,00€
    Tesseramento
    (procedura on line con inserimento e aggiornamento dei dati on line da parte dell’Affiliato)
    TESSERA SOCIO 9,00€
    TESSERA NON AGONISTICA under 16, 14, 12, 10 7,00€
    TESSERA NON AGONISTICA over 16 9,00€
    TESSERA S.A.T. 7,00€
    TESSERA AGONISTICA per CITTADINO ITALIANO Under 16, 14, 12, 10 13,00€
    TESSERA AGONISTICA per CITTADINO ITALIANO Over 16 28,00€
    TESSERA AGONISTICA PER CITTADINO STRANIERO 50,00€
    TESSERA BEACH TENNIS per Over 16 15,00€
    TESSERA BEACH TENNIS Per Under 16 e settori di età inferiori 7,00€
    TESSERA PADDLE TENNIS per Over 16 15,00€
    TESSERA PADDLE TENNIS Per Under 16 e settori di età inferiori 7,00€
    Tesseramento
    (procedura tradizionale con inserimento e aggiornamento dei dati on line da parte del Comitato Regionale)
    TESSERA SOCIO 11,00€
    TESSERA SPECIALE DIRIGENTI 11,00€
    TESSERA NON AGONISTICA over 16 11,00€
    TESSERA NON AGONISTICA UNDER 16, 14, 12, 10 9,00€
    TESSERA S.A.T. 9,00€
    TESSERA AGONISTICA per CITTADINO ITALIANO Under 16,14,12, 10 17,00€
    TESSERA AGONISTICA per CITTADINO ITALIANO Over 16 32,00€
    TESSERA AGONISTICA PER CITTADINO STRANIERO 55,00€
    TESSERA BEACH TENNIS per Over 16 17,00€
    TESSERA BEACH TENNIS Per Under 16 e settori di età inferiori 8,00€
    TESSERA PADDLE TENNIS per Over 16 17,00€
    TESSERA PADDLE Per Under 16 e settori di età inferiori 8,00€
    EMISSIONE DUPLICATI 10,00€
    TASSA A FONDO PERDUTO NELLE MANIFESTAZIONI INDIVIDUALI 30,00€
    TASSA SUB JUDICE NEI CAMPIONATI A SQUADRE 15,00€
    TASSA PARTECIPAZIONE AI TORNEI PER ATLETI STRANIERI 10,00€
    TRASFERIMENTI 120,00€
    Scuola Nazionale Maestri
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ALBO DEI TECNICI NAZIONALE 200,00€
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ALBO DEI MAESTRI 160,00€
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ELENCO DEGLI ISTRUTTORI 2° GRADO 150,00€
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ELENCO DEGLI ISTRUTTORI 1° GRADO 100,00€
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ELENCO DEI PREP.FISICI 100,00€
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE ALL’ELENCO DEGLI ALL.ISTRUTTORI 200,00€
    TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE AL’ELELNCO DEGLI ISTR.REG. 200,00€
    TASSA DI RICONOSCIMENTO DELLA QUALIFICA PER TECNICO STRANIERO 400,00€
    TASSA DI RISCRIZIONE ALL’ALBO OD ALL’ELENCO DEI TECNICI 250,00€
    TARGA PROFESSIONALE 100,00€
    Ai tecnici di tutte le categorie sarà recapitato un gilet con il logo FIT ed il distintivo relativo alla qualifica
    Tasse d’iscrizione ai campionati individuali (di competenza F.I.T.)
    GIOVANILI (fase nazionale) 10,00€
    1′,2′,3′ CATEGORIA (fase nazionale) 20,00€
    VETERANI (fase nazionale) 20,00€
    Tasse d’iscrizione ai campionati a squadre
    Il Consiglio Federale ha deciso di esentare dal pagamento della tassa d’iscrizione al Campionato degli Affiliati la prima squadra maschile e femminile dei circoli partecipanti, a condizione che gli stessi vantino un numero di tesserati, che non sia inferiore a quello dello scorso anno, e che raggiunga le unità appresso indicate:
    SERIE A1 MASCHILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 650 soci regolarmente tesserati) 2500,00€
    SERIE A1 FEMMINILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 500 soci regolarmente tesserati) 2500,00€
    SERIE A2 MASCHILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 500 soci regolarmente tesserati) 1000,00€
    SERIE A2 FEMMINILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 450 soci regolarmente tesserati) 1000,00€
    SERIE B MASCHILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 400 soci regolarmente tesserati) 450,00€
    SERIE B FEMMINILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 320 soci regolarmente tesserati) 450,00€
    SERIE C MASCHILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 220 soci regolarmente tesserati) 200,00€
    SERIE C FEMMINILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 165 soci regolarmente tesserati) 200,00€
    SERIE D MASCHILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 110 soci regolarmente tesserati) 100,00€
    SERIE D FEMMINILE (sono esentati dal pagamento gli affiliati con almeno 55 soci regolarmente tesserati) 100,00€
    GIOVANILI 40,00€
    GIOVANILI per le squadre B, C, ecc. 20,00€
    GIOVANILI: (per gli affiliati inseriti nei Piani Integrati d’Area, o con certificazione di qualità, per le squadre B, C etc) 10,00€
    VETERANI 100,00€
    VETERANI per le squadre B, C, ecc. 50,00€
    CAMPIONATO DI BEACH TENNIS 50,00€
    CAMPIONATO DI PADDLE 50,00€
    Tasse di approvazione delle manifestazioni
    TORNEI INTERNAZIONALI 300,00€
    TORNEI INTERNAZIONALI GIOVANILI 150,00€
    TORNEI “OPEN” O DI CATEGORIA con montepremi pari o superiore a 2.000 €uro 250,00€
    TORNEI “OPEN” O DI CATEGORIA con montepremi pari o superiore a 2.000 €uro con conclusione delle sezioni intermedie dei tabelloni di selezione ** 100,00€
    TORNEI “OPEN” O DI CATEGORIA con montepremi compreso tra 1,000 e 1,999 €uro 180,00€
    TORNEI “OPEN” O DI CATEGORIA con montepremi compreso tra 1,000 e 1,999 €uro con conclusione delle sezioni intermedie dei tabelloni di selezione ** 70,00€
    TORNEI “OPEN” O DI CATEGORIA con montepremi inferiore a 1,000 €uro 120,00€
    TORNEI “OPEN” O DI CATEGORIA con montepremi compreso tinferiore a 1,000 €uro con conclusione delle sezioni intermedie dei tabelloni di selezione ** 40,00€
    TORNEI di DOPPIO (qualsiasi categoria e montepremi) 100,00€
    TORNEI GIOVANILI 120,00€
    TORNEI GIOVANILI con conclusione delle sezioni intermedie dei tabelloni di selezione * 40,00€
    TORNEI VETERANI 100,00€
    TORNEI BEACH TENNIS 50,00€
    TORNEI INTERNAZIONALI DI BEACH TENNIS 250,00€
    TORNEI NAZIONALI DI PADDLE 50,00€
    TORNEI REGIONALI DI PADDLE 30,00€
    TORNEI NON AGONISTI 30,00€
    APPROVAZIONE CIRCUITI REGIONALI 100,00€
    APPROVAZIONE CIRCUITI NAZIONALI 500,00€
    MANIFESTAZIONI PROMOZIONALI 10,00€
    AUTORIZZAZIONE SPECIALE PER UN TORNEO O UN CIRCUITO SU CAMPI NON AFFILIATI 200,00€
    ** è obbligatoria la conclusione delle sezioni intermedie dove partecipano i giocatori al vertice dei propri gruppi (4NC; 4^; 3^; 2^)
    Quote di partecipazione ai tornei (di competenza F.I.T.)
    TORNEI INDIVIDUALI OPEN, DI 1^, 2^, 3^, 4^ CATEGORIA, o VETERANI 7,00€
    TORNEI INDIVIDUALI PER gli UNDER 16, 14, 12 IN TUTTI I TORNEI 3,00€
    TORNEI A FORMULA RIDOTTA O WEEK END 4,00€
    TORNEI A FORMULA RIDOTTA O WEEK END per gli UNDER 16, 14, 12 2,00€
    TORNEI DI BEACH TENNIS 1,00€
    TORNEI DI PADDLE 2,00€
    TORNEI A SQUADRE 50,00€
    TORNEI NON AGONISTI 4,00€
    TORNEI NON AGONISTI (per gli UNDER 16, 14, 12) 2,00€
    Tasse per reclami e ricorsi
    RECLAMO A QUALSIASI ORGANO
    TASSA RECLAMO giocatori di 1′ categoria e tecnici nazionali 500,00€
    TASSA RECLAMO giocatori di 2′ categoria e maestri nazionali 300,00€
    TASSA RECLAMO giocatori di 3′ categoria e istruttori di 2° grado 180,00€
    TASSA RECLAMO giocatori di 4′ categoria classificati e le altre tipologie di tecnici 120,00€
    TASSA RECLAMO giocatori di 4′ categoria NON classificati 70,00€
    TASSA RECLAMO tesserati non agonisti, soci e speciali 50,00€
    TASSA RECLAMO Serie A 600,00€
    TASSA RECLAMO Serie B 300,00€
    TASSA RECLAMO Serie C - fase nazionale di giovanili e veterani 180,00€
    TASSA RECLAMO Serie D - fase regionale di giovanili e veterani 120,00€
    ALTRE TASSE RECLAMO DI AFFILIATI E DIRIGENTI 200,00€
    RICORSO ALLA CORTE DI APPELLO FEDERALE
    TASSA RICORSO giocatori di 1′ categoria e tecnici nazionali 1000,00€
    TASSA RICORSO giocatori di 2′ categoria e maestri nazionali 600,00€
    TASSA RICORSO giocatori di 3′ categoria e istruttori di 2° grado 360,00€
    TASSA RICORSO giocatori di 4′ categoria classificati e le altre tipologie di tecnici 240,00€
    TASSA RICORSO giocatori di 4′ categoria NON classificati 140,00€
    TASSA RICORSO tesserati non agonisti, soci e speciali 100,00€
    TASSA RICORSO DI AFFILIATI E DIRIGENTI 400,00€
    Varie
    CIFRA BASE PER L’INDENNITA’ DI SVINCOLO 250,00€
    TASSA OMOLOGAZIONE NUOVO MODELLO DI PALLE DA GIOCO 2000,00€
    TASSA OMOLOGAZIONE NUOVO MODELLO DI PALLE DA GIOCO (DAL TERZO MODELLO IN POI) 1000,00€
    TASSA RINNOVO OMOLOGAZIONE PALLE DA GIOCO 1500,00€
    TASSA RINNOVO OMOLOGAZIONE PALLE DA GIOCO(DAL TERZO MODELLO IN POI) 750,00€

  261. stefano grazia scrive:

    In attesa delle conclusioni di Gus, vorrei ricordare anche ad Enzo che siamo ancora in attesa della Training Schedule del Piccolo Seby: il motivo della mia curiosita’ deriva dal voler comparare la Quantita’ di Ore di Allenamento di un figlio di Maestro con quelle dei nostri …
    Volevo anche tranquillizzare Francesco: il Mental e’ importante, importantissimo…Safin diceva che la differenza fra un top 20 e gli altri 80 nei top 100 sta tutta nel mental: because tennis,dice Safin, everybody has.
    Si dice anche che nella valutazione di un giocatore il Talento conti per il 10% (che altrimenti Scott Draper…), il Fisico per il 40-50% e il resto e’ tutto Mental… Il che spiegherebbe poi perche’ (fra le donne specialmente) la figura del Coach inteso soprattutto come Maestro di Tennis abbia un valore relativo…Sono altre le cose che contano, non il saper giocare un bel tennis o un tennis tecnicamente completo…Se poi non hai quel quid, quel fire inside alla Hewitt, se non sai organizzarti nella tua vita nel tour, se non sai resistere alla malinconia, se non hai quella determinazione motivazione capacita’ di sopportare sacrifici e carichi di lavoro … E se poi, pur avendo tutto questo, alla fine la partita col top 10 o anche col numero uno la perdi al tie break del terzo (o del quinto) e invece di riuscire a ripartire continui a chierderti a come avrebbe potuto essere …allora non vai da nessuna parte…it’s you and me baby, just you and me…

  262. kill bill scrive:

    CIFRA BASE PER L’INDENNITA’ DI SVINCOLO 250,00€

    cos’è ?

  263. Avec Double Cordage scrive:

    mi sono letto il back ground dei top 10 ATP fatto da Gus nel precedente capitoli di G&F, ottimo lavoro complimenti!

    Interessante notare come alcuni giocatori come Djokovic e Blake abbiano fatto i primi passi sui campi pubblici vicino casa, leggendo il pezzo di Roberto sugli allenatori qui sopra poi mi è venuto da pensare che il fatto che la maggioranza dei nostri giocatori provenga da famiglie benestanti (per via della totale mancanza di campi pubblici e centri regionali gestiti pubblicamente) e quindi poco inclini a dannarsi l’anima più di tanto, essendo in più cresciuti nei circoli dove di norma c’è poca concorrenza interna e il migliore viene coccolato come un vanBasten della situazione, possa essere anche uno dei motivi principali perché da noi a differenza di altri paesi come Spagna, Argentina, Francia, Usa e probabilmente anche Germania e Russia ci sono pochi ex giocatori che prendono la via di allenatori da ATP tour. Forse perché i giocatori provenienti da famiglie meno agiate che non hanno imprese familiari etc. che possono garantire un posto di lavoro al figlio dopo la carriera da pro (pare che questo sia il back ground ideale per un giovane talento italiano visto che bisogna pagare tutto da se, anche perché i posti nel sistema federale sono molto pochi essendoci solo un centro tecnico centralizzato, e nessun centro regionale lasciando quindi i primi 8 o 10 anni della formazione a carico della famiglia) sono quelli che maggiormente si identificano col tennis, specialmente quelli che hanno raggiunto solo risultati medi nella loro carriera da pro, e sono quindi motivati a fare meglio da coach, negli altri paesi di questi giocatori con back ground famigliari da classe media e impiegati sono parecchi e molti di loro saranno probabilmente stati formati in un academy e non in un circolo. Di conseguenza hanno un metodo di lavoro diverso dal nostro, che hanno vissuto sulla propria pelle fin da piccoli.

    Un ulteriore motivo quindi per costruire campi pubblici in cemento e creare centri federali decentralizzati dove sostenere i piccoli talenti provenienti da famiglie senza back ground imprenditoriale che abbiano fatto i primi passi sui campi pubblici gratuti

  264. Avec Double Cordage scrive:

    Stefano quello che hai scritto adesso su Scott Draper - taleto e Hewitt - fire inside, è altra acqua sul mulino dei campi pubblici, territorio per piccoli “s*****etti” che vogliono fargliela vedere ai “bambini viziati”

  265. andrew scrive:

    Kill Bill

    Credo che sia la cifra che va moltiplicata per i coefficienti attribuiti ai giocatori under con una certa classifica…Ossia, se devi svincolare un u12 con classifica 4.1, devi pagare 250 x coefficiente…

    Invece c’è stato un ritocco anche alla tassa trasferimento: da 100 euro a 120 euro…un 20% per tenere il passo con l’inflazione.

    Io il prossimo anno, non iscrivendomi né al circolo e né alla FIT, risparmierò questa sommetta:

    1) 470 euro di iscrizione al circolo
    2) 120 euro di tassa trasferimento
    3) 28 euro di tessera agonistica
    4) 50 euro di visita medica
    5) 150 euro per i 7-8 tornei che facevo
    6) 300 euro per le spese di viaggio ai tornei

    Un 800 euro che stanno bene in saccoccia mia…e che verserò nel conto Vaffantennis…

  266. Gus scrive:

    Ciao a tutti,
    avevo già detto che avrei scritto la mia analisi alla fine di una discussione che non è decollata. Sono contento che molti abbiano apprezzato, ma è come se ognuno preferisse non rendere pubbliche le proprie opinioni, magari temendo una qualche reazione. Qualcuno ovviamente mi aspetta al varco :-), ma questa mia iniziativa che era nata per replicare ad alcune affermazioni di Nikolic, invece almeno per me è diventato altro e i dati sono solo lì da leggere e da analizzare. Non credo sia giusto aspettarsi delle mie conclusioni, anzi procederò nel lavoro. Tra un paio di giorni, dirò cmq la mia, quello che però mi sarei aspettato e che mi sembra abbastanza evidente è una sorta di ottimismo della ragione che avrebbe dovuto interessare maggiormente almeno quelli che ci stanno provando sul serio. Purtroppo, dai dati emerge chiaramente, e lo butto lì come spunto iniziale, che è sicuramente falso che basti un talento del 10%.

    Ma preparo il tutto e poi mi metto il caschetto :-)

    Cmq cercherò di raccogliere altri dati per farci tutti un quadro il più possibile completo e magari utilizzare queste informazioni per individuare delle strategie concrete e migliorare il sistema indirizzando correttamente le azioni necessarie a far emergere il tennis italiano al livello che gli compete.

    Gus

  267. pibla scrive:

    SINTESI:
    IL PARADOSSO DEL TENNIS IN ITALIA.

    Se non hai tanti soldi o sponsor è praticamente impossibile pensare di poter arrivare al professionismo.

    Tra tutti quelli che avrebbero i mezzi, intesi come denaro…etc…etc, per arrivare al professionismo è praticamente impossibile che ci sia qualcuno con la “fame”, la grinta e la voglia di lavorare necessaria per farlo.

    Nella stretta intercapedine tra le due suindicate situazioni stanno quella trentina di bambini/e che da noi hanno una qualche possibilità di arrivare in fondo.

    SOLUZIONE.

    Prima o poi si dovrà trovare il sistema per far confluire al tennis tutta, o almeno una parte, di quella massa di bambini che con la loro volontà e con i loro sogni sarebbero capaci di scalare l’Everest e da noi, vi assicuro, ce ne sono tantissimi, basti pensare a quanto siamo forti e competitivi nei c.d.”sport popolari” ciclismo, canottaggio, scherma…etc…etc.

    Le cose già più volte dette:
    + CAMPI PUBBLICI
    + POSSIBILITA’ DI GIOCARE CON POCO, SE NON GRATIS, ALL’INTERNO DEI CIRCOLI
    +TENNIS A SCUOLA.

  268. stefano grazia scrive:

    GUS: tutto è relativo. Che cosa è il talento, al di là della formula della Mielina non lo sa nessuno…puoi essere ‘gifted’, talentuoso, nel circolo sotto casa e una merdazza qualunque alla Bollettieri…puoi essere il re degli juniores svedesi e poi trasferirti a LA e non essere nemmeno il migliore del tuo quartiere (così e’ successo a Lars Ulrich, figlio di Torben, ed ecco perchè invece di seguire le orme del padre è diventato il batterista dei Metallica)… Ma tu credi veramente che Lendl o Muster non fossero talentuosi? O che non lo siano davidenko o ferrer? Per non dire Nadal? Il guaio è che talentuosi, nei top 100, lo sono tutti ed ecco allora che la differenza la fanno il fisico e il mental tanto è vero che io credo, e lo credono tutti tranne BB1980 il difensore del Sacro sepolcro Borghiano, che sarebbe stato molto più facile primeggiare per Federer 30 anni fa che per Borg oggi: sicuramente sarebbe stato un grande e avrebbe vinto qualche slam, Roger e Rafa permettendo, ma la sua superiorità in quegli anni era dovuta in primis a una supremazia fisica imbarazzante rispetto agli altri, atleti si ma non atleti tout court… Borg era un superatleta in un mondo di di virtuosi della racchetta ma non atleti o al massimo atleti normali mentre adesso superatleti lo sono tutti, da Lendl e Martina Navratilova in poi, lo sono tutti (magari fra le donne no, non ancora…)

    ANDREW: va bene, risparmi (come me) un sacco di soldi ma dove lo fai giocare? Io almeno lo faccio giocare in Florida… E comunque la tessera FIT la farei, giusto per fare tornei…iscrivilo al club di ClaudioTn, lui la liberatoria te la concede sempre…quasi quasi lo iscrivo là anch’io se non sarà possibile da vavassori…

  269. andrew scrive:

    StefanoGrazia…

    no, non hai capito bene… Sono io stesso che risparmio quei soldi per la mia ex-attività di agonista (sic!)…

    Alessandro invece si trasferisce da ClaudioTN e dovrà pagare la tassa di trasferimento (a che titolo ancora mi sfugge…)

  270. stefano grazia scrive:

    D’accordo con Pibla ma non possiamo dimenticare una cosa già più volte ricordata e che comunque il tennis rimane uno sport molto ostico da imparare e quindi all’inizio soprattutto ‘NON’ divertente, non così divertente come il calcio o il basket … Se non lo riconosciamo fra di noi la lotta sarà estremamente dura. Conosci il tuo nemico, diceva Lao tse (se non era lui,il che è possibilissimo perchè sto improvvisando, sicuramente qualcun altro lo disse, per poterlo battere. Quindi sicuramente bisogna fare qualcosa per rendere più divertente il tennis per i piccolissimi. Poi bisogna pensare a venderlo ai Genitori: e qual è il grande vantaggio del tennis (e del golf) rispetto agli sport di squadra come calcio, basket, rugby? Bè, che li puoi giocare per tutta la vita, anzi, che di solito i calciatori, rugbysti, cestisti quando smettono di praticare i loro sport si ritrovano a dover imparare il tennis (purtroppo ora di più il golf)…Che sono sport sociali: arrivate in una città e non conoscete nessuno: vi niscrivete a un Circolo e se sapete giocare, ecco che riuscite subito a conoscere qualcuno… E comunque rispetto al golf, col tennis qualche caloria in più la si perde ancora (per non rispondere come rispose Nastase a chi lo voleva convincere a ‘passare’ al golf… cosa rispose Nasty? Che lui non voleva giocare a golf, che lui con sua moglie sc…ancora (fonte: la biografia di Nastase).Quindi un Genitore lungimirante dovrebbe includere oltre al nuoto anche il tennis fra gli sports da far praticare a suo figlio (e certo, anche uno sport di squadra). Ma è chiaro che per far giocare DAVVERO a tennis un bambino/a ci vuole un Genitore Appassionato se non due. Lo vediamo anche qui, a Lagos, dove i campi disponibili per i ‘ricchi’ espatriati non sono un problema (gli espatriati sono ricchi by default perchè nei loro contratti spesso c’è l’iscrizione al club-dove i campi non si pagano- o vive in compounds con almeno un campo da tennis … Ma quanti sono i bambini che giocano? Relativamente pochi: vengono affidati al coach nigeriano per due mezzorette (o due ore, chissà che differenza) al coach locale che spesso è solo un ragazzino che è cresciuto come raccattapalle, ha fatto qualche torneo e poi tutta la trafila da assistant coach in su…ma di tennis ne sanno pochissimo e sono spesso anche scoglionati (e loro in un certo senso ne avrebbero anche ragione visto che al massimo si prendono 8-10 dollari all’ora)… Sono, a parte quei 2 o 3 coach di nome, quando va bene delle ottime human ball machine ma non sono in grado d’insegnare nulla: i genitori glieli consegnano e se se ne vanno, sopesso dopo 15′ i coach scompaiono e affidano i bimbi al ball boy che fra 10 anni sarà un coach, la ruota che gira, il ciclo che si ripete… In questo modo i Genitori possono però giocare i loro doppi o singoli tristonazzi, fare i loro tornei di tennis o golf, giocare a canasta, dedicarsi alle opere pie, ai bazaar, alla beneficienza, ai party danzanti … C’è una nostra amica inglese che ha due figli: una di 10 aa e il più piccolo di 6 o 7…La mamma è una ottima golfer (hcp 7), una buona tennista (ha vinto il doppio con mia moglie al recente torneo del Club, nulla di che, ma comunque sa giocare) e una eccellente giocatrice di tennis da tavolo, ex nazionale scozzese…Ai recenti Tornei dell’Anniversario ha vinto la Golden Crown: oltre alDoppio di tennis, ha trionfato nel ping pong e nel torneo di golf…MA DOVE LO TROVA LEI IL TEMPO DI STARE A GIOCARE COI SUOI FIGLI al di là del tempo dedicato a scuola e educazione? Cerca un po’ di scampo dicendo che non ha a disposizione il materiale, non ha visto predisposizione particolare in Corey e Bruce e quindi si limita a farli giocare una volta asett un po’ a calcio con la scuola, un po’ a golf e un po’ a tennis…Ma poi lo ammette: sono egoista, preferisco giocare io…
    Ed ecco che ritorniamo al punto di partenza. Perchè il Genitore deve essere così appassionato da sapere che dovrà a poco a poco smettere di giocare lui (con amici, ai tornei, al circolo) per giocare con lui, per fare giocare lui, il principino… Perchè se abbandonato a se stesso, in Africa o in italia, per quanto buono sia il programma SAT del Circolo sotto casa, a Tennis non s’impara giocando due volte a sett per un anno. E neanche in due o tre.
    Ci vuole di più.
    Molto di più.

  271. madmax scrive:

    gus sarà che è il mio lavoro sarà per altri motivi, sta di fatto che leggendo dei dati trovo di fondamentale importanza il saperli analizzare.. detto questo mentre sono d’accordo con te che dobbiamo essere ottimisti (essendo genitori di cui qualcuno anche con buona cultura sportiva e tanto per fare folklore aggiungiamoci anche la legge dei grandi numeri) non riesco però a “leggere” in quelle statistiche il fatto che il talento conti più del 10%.. rileggendo i dati si può notare che nella storia della quasi totalità delle ragazze ci siano di mezzo i genitori che spesso sono anche maestri di tennis e spessissimo comunque sono ex atleti. questo cosa dimostra? a mio avviso dimostra prima di tutto che la cultura e la conoscenza sportiva hanno un’ importanza rilevante, poi dimostra che essendo i genitori degli sportivi sanno come muoversi nell’ambiente, hanno conoscenze (anche tennistiche e magari anche per trovare degli sponsor) e di conseguenza possono far giocare molto i propri figli… teniamo presente poi che ad esempio in russia, fino a 10/15 anni fa il tennis nonostante eltsin avesse fatto molto per diffonderlo, al di fuori dei figli degli sportivi e dei mafiosi non è che lo giocasserro in molti e cmq a scanso di equivoci la teoria della mielina è il dogma dello spartak di mosca… altro di rilevante in quelle stats non ci trovo…
    una mia ulteriore considerazione è che fino a 10/15 ani fa il tennis non era ancora così competitivo (soprattutto a livello femminile) e perciò era sufficiente allenarsi un po’ di più o avere più fame per fare la differenza. tra 10 anni penso che non basterà più…