Genitori & Figli 2
Capitolo quarto
Maleducazione o personalità
this is the question!

 
13 Dicembre 2008 Articolo di Stefano Grazia
Author mug

La storia del tennis è piena di grandi campioni che hanno tenuto, in campo e fuori, un atteggiamento discutibile. Secondo alcuni, certi comportamenti sono controproducenti e andrebbero corretti. Secondo altri, invece, scenate ed eccessi scaturiscono dalla intima natura guerriera tipica dei vincenti, e la loro repressione penalizzerebbe i risultati agonistici. Come stanno le cose?  

“baciami il c… prima di farmi questo…figlio di p…Vieni giu’ da quella sedia…Sei un bullo…Tira giu’ quel c…da quella sedia … Non darmi sto genere di stronz… Sei un aborto…”
(Jimmy Connors, allora 39 aa, all’Arbitro David Littlefield
reo di aver fatto una overrule a suo sfavore durante
la sua incredibile rimonta agli USOpen del 91 contro
 Aaron Krickstein. Non fu nemmeno ammonito o sanzionato.)

“Quando hai 26 anni a chi dai retta? A Jagger e Nicholson o a quei vecchi scorreggioni dell’USTA?”
(John McEnroe,dopo essere stato ripreso dall’USTA
per la sua riprorevole condotta in Svezia in un incontro di Davis
dell’85 e dopo che Mick Jagger e Jack Nicholson
lo avevano invece consigliato di non cambiare mai )

“Voglio che sia la mia racchetta a parlare (I want to let my racket do the talking)”
(Pete Sampras)

Era straziante sedere li’ e guardarlo giocare perche’ non sapevi mai se sarebbe entrato e avrebbe perso senza giocare o sarebbe entrato e avrebbe giocato da dio.
Al tempo in cui viaggiavo con lui (dal 90 al 92) era o l’uno o l’altro. Non c’era via di mezzo.”
(Wendy Stewart, ex fidanzata di Andre Agassi
e tuttora,credo,sua buona amica)

“La gente mi chiede come mai io non riesca a controllarmi-o come mai non ci riescano Connors o McEnroe. Il fatto e’ che noi tutti abbiamo una sorta di doppia personalita’ e io ho paura che se lascio predominare la parte gentile ed educata then I will stop caring about victory, and my sweet indifference will defeat me (allora cessero’ di dare importanza alla vittoria
e la mia dolce indifferenza mi sconfiggera’ )”
(Billie Jean King)

“Per me e’ Borg che non e’ normale. Non riesco a capire come faccia “
(McEnroe a proposito del temperamento
di ghiaccio dello svedese)

“Ero solito comportarmi come un idiota. Ora mi diverto quando sono gli altri a dar di matto
-I used to carry on like an idiot. Now I think it’s funny when somebody freaks out”
(Roger fFderer)

Credo che il piu’ grosso incubo per entrambi sarebbe di svegliarsi un mattino nei panni dell’altro”
(Andre Agassi nel 2002 sul fatto di essere
agli antipodi caratterialmente con Pete Sampras)

“la gente mi critica per essere arrogante ma forse e’ perche’ sono un po’ piu’ sveglia degli altri”
(Venus Williams)

“Hanno sempre la scusa pronta e non danno alcun merito all’avversario. Hanno paura di mostrare ogni segno di umilta’. Umilta’ non significa mica essere deboli”
(Martina Navratilova, critica nel 2001 delle Williams Sisters )

“Quando ero con Andre per 6 anni e mezzo il mio lavoro principale e’ stato tenerlo fuori dalla galera”
(Nick Boillettieri sul com era lavorare
con Agassi quando era il Kid di Las Vegas)

“Ci deve essere posto nel tennis per tutti i diversi tipi di persone. Come anche Connors e McEnroe che i tifosi o amano o disprezzano.Ma uno come Borg puo’ essere noioso. E’ ottimo per lui essere controllato e inaccessibile, ma questo gioco e’ ancora uno spettacolo. Dovete riuscire a capire questo”
(Pancho Gonzales nel 1980)

“McEnroe,Lendl,Connors…non sono le persone piu’ simpatiche del mondo,sono i giocatori di tennis piu’ egoisti mai esistiti but they were great for the game (sono la cosa migliore che potesse capitare per il tennis). Il tennis ha bisogno di giocatori che se ne fregano di compiacere gli sponsors, che non gliene puo’ importar di meno che essere ‘a nice guy’, un bravo ragazzo”
(Mats Wilanders, considerato lui stesso a “nice guy”)

“Lo sport professionistico e’ cosi’ in generale. La maggior parte dei grandi giocatori sono str… o putt…-most of the great players are assholes or bitches”
(Lindsay Davenport,nel 2002)

You’ll be sorry when I’m gone
(Jummy Connors)

C’e’ bisogno di scrivere altro? Per una volta e fra lo stupore generale e la commozione di Chloe de Lisser, rinuncio alla mia abituale logorrea: possiamo cominciare subito coi commenti. Il problema e’ capire fino a che punto si possa sacrificare alla giusta educazione quel briciolo di ribellione, di genialita’ pazzoide, di maniacale esasperato senso tutto personale della giustizia che a volte fa la differenza fra il mediocre e il predestinato. Lo spunto per il dibattito dovrebbe essere chiaro: fino a che punto puoi soffocare una personalita’ nel nome di una educazione politically correct?

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295 Commenti a “Genitori & Figli 2
Capitolo quarto
Maleducazione o personalità
this is the question!”

  1. Avec Double Cordage scrive:

    io do ragione a Mats, che riesce sempre a sorprendermi, e poi anche la Davenport mi ha sorpreso sta volta, per i campioni quello che dice Lindsey vale sicuramente, e come campioni si possono tranquillamente intendere tutti quelli con almeno un punto ATP salvo rare eccezzioni, poi ci sono quelli come McEnroe e Connors che non sono nemmeno normali esseri umani

    direi che fino a 12 o 15 anni è meglio lasciare i ragazzi come sono ed impartire solo la normale buona educazione, nel senso di non bestemmiare, insultare, rompere cose pagate da altrui etc. dopo come mostra l’esempio Federer (ma anche Borg mi sembra avesse una parabola simile) è meglio impartire qualche regola comportamentale in più oltre che la regola che l’avversario deve essere piallato o per lo meno sconfitto… ovviamente stando nelle regole e senza rubare, almeno se non si è dei geni alla McEnroe… sorprendenti le parole di Federer, secondo me sarà molto interessante averlo come commentatore a fine carriera, un po’ come McEnroe, molto della sua immagine attuale è artificiale e creato dagli sponsor… guardate un po’ come si presentava prima del contratto con la gilette

    http://a807.ac-images.myspacecdn.com/images01/52/l_709474a2cd4fbf8c75f9a859a3da66c6.jpg

    simpatico no :) beh comunque sono passate due settimane ed io non ho ancora ricevuto una risposta da Ubaldo, sulla mia proposta di aggiungere una rubrica a tema “allargamento base & top10 attraverso campi pubblici etc.” per la quale ho richiesto una risposta e descritto dettagliatamente due tre volte, l’ultima volta a data 10 Dicembre 2008 alle 10:28 all interno della precedente puntata di G&F, questo il link
    http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2464#comment-92170

    ho persino scritto una e-mail, ma Ubaldo è in ferie o ha troppo lavoro addosso, spero tutto apposto

    ad ogni modo io pazientemente aspetto una risposta qui sul blog G&F, o devo accontentarmi della constatazione che nessuna risposta può anche quella essere una risposta?

  2. Supermad scrive:

    Il problema sono i genitori, le famiglie.

    Quando si gioca è normale avere momenti in cui si “sbarella”, la tensione in un match è alta (Borg fa storia a sè). Ma se il giocatore ha ricevuto un certo tipo di educazione fin da piccolo le cose non degenerano. Mi spiego: se fin da piccino i tuoi genitori ed allenatori ti inculcano il rispetto per l’arbitro e per l”avversario, tu giocatore in campo non ti permetterai mai di insultare i giudici in modo estremo, come facevano Connors & co. Se fin da giovane ti insegnano a pensare solo al tuo gioco, a non accusare gli altri per i tuoi errori, ad accettare che anche gli arbitri possono sbagliare, quando sarai “grande” avrai in campo un certo atteggiamento. Ripeto, potrà capitare di perdere le staffe qualche volta, ma sempre nei limiti.

    Il problema è che molti genitori e allenatori inculcano al giovane tennista la cultura del “fregare” il prossimo. Insegnano a barare se necessario, fanno credere al ragazzo di essere un fenomeno e che gli arbitri sono un nemico da debellare, gente incompetente che non sa fare quel lavoro. Dico certe cose perchè le ho viste con i miei occhi.

    Federer e Borg, quando da piccoli scoppiavano, venivano puniti. Gli staff facevano capire loro che quel comportamento era inqualificabile. Quando si è giovani è più facile “modellare” il carattere: i due campioni, una volta uomini, hanno sempre tenuto un atteggiamento giusto.

    Connors e McEnroe non credo che abbiano avuto gli stessi insegnamenti. La storia che certi comportamenti osceni fanno parte della personalità vincente di un individuo non la bevo. E’ una frottola. I due yankee non sono stati “drizzati” a dovere fin da bambini. Se io padre vedessi mio figlio fare certe sceneggiate in campo, mi vergognerei, come minimo gli farei capire che così non va. Anche con le cattive, se necessario.

  3. jan scrive:

    Non sono d’accordo con Avec quando scrive che “fino a 12 o 15 anni è meglio lasciare i ragazzi come sono ed impartire solo la normale buona educazione… dopo … è meglio impartire qualche regola comportamentale…”
    A prescindere dal tennis, la buona educazione va sempre impartita fin dal giorno della nascita, buona educazione non intesa nel senso di “piccole virtù” formali, ma intesa nel senso di generosità, schiettezza, amore per la verità e il prossimo. Poi a 12 o 15 anni, secondo me, i buoi sono già scappati dalle stalle e c’è poco da fare, se non mettere toppe.
    Se si parte dal presupposto di un bambino ben impostato, poi, tutto il resto è accettabile e plausibile. Ognuno ha le sue valvole di scarico. Tutte le manie, le ossessioni, le stranezze e le normalità dei tennisti servono a trovare in campo quel giusto equilibrio per rendere al massimo. Sono i risultati a dare le risposte. Al vincente si concede tutto, anche “atteggiamenti discutibili”. Tanto l’ATP è come un circo che si muove in giro per il mondo. Un circo fatto di soli acrobati, sarebbe noiosissimo. Ci vogliono i leoni, i nani, le ballerine e i pagliacci.
    Nel tennis per creare il grande spettacolo occorre Federer il perfetto, Nadal il torero, Djokovic l’istrione, Murray il grintoso, Davydenko lo stacanovista, Tsonga l’imprevedibile, Simon il giocatore di scacchi, Roddick il giuggiolone yankee, Del Potro la giovane promessa, Blake il colto, Nalbandian il ribelle, Ferrer l’umile, Wawrinka il pedante e così tutti gli altri. Ognuno porta non solo il suo tennis, ma anche il suo modo d’essere. E tanto più vari sono gli attori, maggiore è il successo. Imprescindibile è giocare un ottimo tennis, perché è deplorevole e triste il tennista maleducato e anche scarso.

  4. BB 1980 scrive:

    Mi sembra che Borg, Federer, Sampras - rigorosamente in ordine alfabetico - abbiano vinto più di Connors, McEnroe, Nastase.
    Dai sei menzionati, ritengo che Sampras fosse il più naturale; controllato sì, ma qualche segno di disappunto, nei modi dovuti, la manifestava.
    Borg e Nastase erano delle esasperazioni innaturali.

  5. Giovanni da Roussillon scrive:

    Sono del tutto favorevole alla libertà totale di espressione. Anche nel caso in cui chi ne fa uso non sappia mettere in conto le conseguenze di eccessi valutabili a mezzo del semplice buon senso.
    Tale libertà ci offre il vantaggio della migliore comprensione generale dell’oggetto osservato. Ad esempio: il proposito di Connors tenuto all’indirizzo di David Littlefield non ci dice granché sulla sua abilità di tennista. Ma molto sul disgusto che sa suscitare in ordine alla sua capacità di adattamento ed al suo grado di rozzezza verbale. Penso lo capiscano gli adulti quanto i più giovani, questi ultimi invero assai più vicini alla condizione psicologica purtroppo mai abbandonata da Connors. Sapevamo dell’atleta in quell’epoca assai bravo; grazie all’episodio citato possiamo ritenerlo pure volgare.

  6. stefano grazia scrive:

    Dice Jan(a proposito, ben tornato a G&F):”Imprescindibile è giocare un ottimo tennis, perché è deplorevole e triste il tennista maleducato e anche scarso.”
    Grande! Anche se a rigor di logica la grandezza non dovrebbe scusare la maleducazione. Non è che se sei McEnroe puoi sputarmi in faccia e se sei invece Ocera (che manco conosco ma va di gran moda in questi gg sul blog) no.
    Io però cercavo di fare un discorso più sottile o forse più sfumato, meno bianco e nero, meno politically correct.
    Quindi, prima di tutto:definiamo il termine maleducazione: cosa significa in realtà? Significa mal educato da qualcuno, quindi quando diamo del maleducato a qualcuno e in particolare a un tennista, in realta’ diamo la colpa ai suoi genitori, alla scuola, ai coaches e maestri che si sono alternati e anche, se vogliamo, agli arbitri e giudici di sedia che non hanno saputo usare un identico metro di misura. Perfino McEnroe se ne e’ lamentato: a volte avrei voluto che mi fermassero prima, ha osato scrivere sulla sua autobiografia…Anche se molto spesso non si lamentava a torto: ai suoi tempi molti arbitri erano davvero inqualificabili, non competenti, forse prevenuti e sicuramente non all’altezza della situazione.
    Troppo comodo,eh, ?
    Mah, io ricordo sempre (e lo ricordo anche a Supermad) che John McEnroe aveva un fratello,anzi ne aveva due ma uno giocava a tennis e l’altro no. Di questo non ci è dato sapere che carattere avesse, dell’attuale Capitano della Davis Cup Team statunitense,Patrick, sappiamo che e’ considerato l’esatto contrario di Johnny Mac e non mi risulta che avessero Genitori diversi… E sappiamo che McEnroe Sr, avvocato, viene considerato da tutti nell’ambiente ottima persona e ottimo genitore. Nessuno gli da la colpa se JohnnyMac è venuto su un po’ così… Quindi certo, se i Genitori sono maleducati, stronzi, accidiosi, irosi,ladri, fregoni,spiritati,buzzurri, grezzi,analfabeti,drogati e provano massimo gusto a guardare L’Isola dei fumosi, allora le possibilità che il figlio si comporti male in campo aumentano anche se non è mica detto, ma soprattutto non è detto il contrario. Puoi aver fatto di tutto per educare in un certo modo tuo figlio arrivando perfino a punirlo in decine di modi possibili, dal giro della chiglia ai metodi Montessori, eppure alla fine tuo figlio in campo si comporterà come Canè (No! Canè no! Anche se devo raccontarvi un aneddoto…ultimo torneo Atp vinto da Paolino, a Bologna, in casa…quello in cui in finale con uno svedese (Gustaffson? boh…)ne fa di tutti i colori, va in esaurimento, bestemmia dio e i santi e manda platealmente a cagare anche il padre, ma alla fine non si sa come riesce a vincere…Ebbene, vi dico che io mi guardai la partuita in VHS, registrata damia sorella, già sapendo il risultato, e piansi, piansi dall’emozione, dalla sofferenza, dalla tragicità della situazione…un epos e un pathos raramente ritrovabili in eventi sportivi (la finale di W vinta da Ivanisevic, per es)…E IO GIA’ SAPEVO COME ANDAVA A FINIRE, eppure, come in quella barzelletta dei carabinieri che vanno a vedere Ben Hur e scommettono sulla corsa delle bighe, vuoi vedere che riesce a perdere anche stavolta?)
    Comunque, Canè si faceva del male, così come spesso la Zvonareva o lo stesso McEnroe…Qui noi parliamo dell’arroganza della confidency, dell’essere bully ‘n cocky ‘n confident, dei C’Mon e degli Allez e della rabbia che ti viene da quelle che ritieni ingiustizie e non riesci, nel tuo mondo esasperato, a porre in prospettiva, del tuo rifiuto di considerare la sconfitta e che ti porta ad essere in quel momento antipatico …Non stiamo parlando di essere scorretti, imbroglioni, ladri….
    Certo che non e’ necessario essere degli spoiled brat per essere geniali o semplicementi degli ottimi atleti, ma a volte temo che si scivoli troppo facilmente nell’errore opposto: nel giudicare troppo superficialmente certi atteggiamenti e bollare subito un atleta come ‘maleducato’ quando altro non sono,certi atteggiamenti, che espressione della personalita’ di un atleta che deve scendere comunque in campo per distruggere l’avversario e anche uccidere, seppure metaforicamente, anche se stesso … in fase di costruzione … ma insomma: Croce e Delizia, Dr Jeckill & Mr Hyde, Prof Banner and Mr Hulk, angiolo e dimonio … Il mio tentativo di interrogarci era: se tu ti ritrovi con uno così, cosa fai? Che son tutti capaci a fare gli educatori di Stefan Edberg che ricordava di aver provato una volta a rompere una racchetta e di non esserci riuscito…Non faceva proprio per lui.

  7. stefano grazia scrive:

    Wik! Rispondo qui al tuo post del Cap III. Se non ci siamo incontrati prima, speriamo d’incontrarci poi, in qualche campo in qualche parte del mondo…
    ClaudioTn: Slomp ricambia i saluti…Probabilmente farà anche qualche palla con Nicholas…Dice che ha una gran mano…

  8. lallo scrive:

    Connors e Mac erano dei geni. Come Richard Feynman in altro campo. Ed oltre tutto si sono scannati tra di loro vincendo tantissimo in un epoca nella quale si giocavano 3 slam all’anno e c’era pure BORG. Io sul campo da tennis mi sono sempre comportato bene (per naturale propensione) ma come Wilander ho sempre adorato la loro maleducazione talmente fuori dalle righe e sopratutto ’sincera’ da renderli inarrivabili. Un essere umano che facesse le loro sceneggiate perderebbe concentrazione e partita. Quei due le partite le vincevano……praticamente sempre….
    Era tennishakespeare

  9. stefano grazia scrive:

    Giovanni, Connors-come McEnroe e come Nastase- non puoi liquidarli con un epigramma… Se tu ne avessi voglia, ti consiglierei di leggere Jimmy Connors saved my life, forse il più bel libro sul tennis, scritto da Joel Drucker (che peccato non sia lui l’autore della prossima biografia di Agassi) e certamente il profilo che ne esce, di Jimbo, è un po’ più complesso e contradditorio. Della serie ‘So, Arthur: Jimmy is real an asshole, isn’it?’ chiede Peter Bodo ad Arthur Ashe e lui risponde: ‘Yeah, but he’s my favorite asshole’ e Arthur Ashe è stato sicuramente il tennista più colto e intellettuale (altrochè James Blake) di tutti i tempi. E, toh, guarda caso, era un gran amico anche di Nasty, l’unico che lo poteva chiamare ‘Negroni’. Nastase era veramente Baaaad!, ma solo sul campo…fuori dal campo lo ricordano tutti come un simpaticone, anche se Tiriac sosteneva che dentro la sua testa non c’era un cervello ma un uccellino impazzito. Eppure Nasty considerava (DA CHE PULPITO!) Marcelino Rios una testa di c…, una disgrazia, una rovina per il tennis e non ci voleva nemmeno parlare. Di Nastase, che chiude la sua biografia sognando di aver vinto a Wimbledon e di fare il giro del campo mostrando il dito a tutti, bisogna ricordare almeno due grandi battute: a sua moglie fregano la carta di credito e agli amici che gli chiedano se ha denunciato il furto lui risponde: fossi matto! Chiunque l’abbia rubata, non potrà mai spendere come mia moglie, quella sciagurata!
    Seconda battuta: ad un insistente golfista che voleva convincerlo ad abbandonare il tennis e provare il golf lui esasperato risponde: No! Il Golf no!Io scopo ancora!
    Anche secondo i suoi più crudeli critici, qualche ragione McEnroe a lamentarsi degli arbitri (e dei politici USTA) dei suoi tempi, ce l’aveva … Tutti gli riconoscono un grande amore per la Davis Cup e comunque una certa intelligenza che ancora dimostra ogni anno nei suoi commenti televisivi…meglio un intelligente arrogante o un buono sciatto ma stupido noioso? Tu che mi sembri uno snob nel senso del termine inteso da ,autore del Il Manuale dello Snob, non dovresti avere dubbi. E alla fine anche Connors era diventato, comparato a McEnroe, il Buono…’Sei un maleducato, un ragazzino… Sei più maleducato di mio figlio’, gli grida Jimbo una volta. E Jimbo è lo stesso che concede di ripetere un punto a Newcombe, un set point credo, finendo poi perdere il set e poi il match nella finale degli Aussie Open del 75, è lo stesso che rimane grande amico di chrissie evert dopo la rottura del fidanzamento, è il protagonista di divertenti siparietti (uno bellissimo con Lendl a Wimbledon con Ivan che si ferma perchè ha sentito chiamare Out e probabilmente è stato qualcuno della folla, ma Lendl insiste e arriva onnors a rete e gli spiega battendogli la mano sulla spalla che non è comunque stato lui) ,è comunque l’epitomo di grande combattente, di quello che da’ tutto e riesce a suonare la folla come un musicista accorda lo strumento… E’ comunque quello che nella finale vinta a W chiama la moglie e sale da lei…un paio d’anni dopo Cash si arrampica letteralmente, ma il primo fu Connors… Anche Cash ha fama di essere un grandissimo idiota bullo arrogante eppure lui nel suo libro Uncover (degno di essere letto per la rara sincerità con cui è stato scritto) racconta che l’uomo più odiato degli spogliatoi era Lendl…e di averlo una volta sbattuto contro il muro! Eppure anche Lendl…spesso tacciato di avere no sense of humour…e invece anche lui spesso ti sorprende. Di Hewitt ho scritto spessissimo: certo, non ha una buona fama e lo stesso Gilbert (un altro di quelli buoni…e anche lui uno dei miei favoriti!) racconta in uno dei suoi libri che se quei C’MON! al primo punto glieli avessero fatti a lui, lui non avrebbe esitato a passare alle vie di fatto …
    Insomma, cosa voglio dire? Voglio dire che la personalità dei campioni (e anche delle persone normali, è vero) è piuttosto sfaccettata e a volte noi giudichiamo troppo superficialmente…
    Agassi? What a trouble maker…, racconta Chip brooks, Direttore dell’Adult Program di Bollettieri, che a quei tempi era uno dei più stretti collaboratori di Nick e spesso si teneva Andre a casa portandolo a pescare nel week end… Ma dice anche che era un buonissimo ragazzo, molto sensibile…E di questo si sono accorti tutti dopo ma per me, che leggevo le sue interviste e seguivo con simpatia epidermica la sua carriera, la sensibilità era già tutta lì, a chi la sapeva vedere…

  10. Max scrive:

    Connors ha vinto enormemente più di borg!!!! ha iniziato a vincere prima, ha continuato a vincere quando Borg era un tranquillo pensionato….. è stato più settimane numero 1 del mondo ininterrotamente dal 74 al 78 (borg solo due anni….) lo è tornato nell’82 ed è rimasto top ten un numero di anni innimaginabile……ha vinto 108 tornei Borg molti ma molti meno….. con questo non giustifico i cattivi comportamenti di jimmy voglio solo fare chiarezza!!!

  11. madmax scrive:

    mia personale opinione..

    ci sono ragazzi con caratteri diversi (tipo i fratelli mc enroe)

    ci sono poi tre tipi di genitori: quelli che educano male, quelli che educano e quelli che non fanno nulla (spesso dipende anche dal fatto di essere poco presenti soprattutto in questi periodi dove la gente lavorando molto è a casa poche volte)

    trovo che chi male educa avrà una grande possibilità di avere un figlio maleducato (anche se qualche volta il figlio è più intelligente dei famigliari).. per chi non fa nulla sarà una questione di fortuna e del tipo di carattere con cui nascono i ragazzi (alla mc enroe).. chi educa avrà una grande possibilità di avere un figlio educato anche se il rischio della pecora nera esiste sempre soprattutto vivendo in una società come quella dei nostri giorni…

  12. angelica scrive:

    Forse si dovrebbe calcolare quanti sono i giocatori top 5 nella storia del tennis con quello che piace definire ‘fuoco sacro’ e quanto quelli scarsi che rimanendo scarsi allora sono definiti maleducati.
    Non so perchè ma ho l’impressione che statisticamente siano più gli scarsi.
    Forse allora non e’ la loro mancanza di educazione in campo che fa la differenza, ma semplicemente il loro tennis

    Io una sfilza di nomi in mente ce l’ho ed e’ decisamente piu’ lunga di quella che Stefano a proposto con la serie di ‘citazioni’. E molti sono italiani

    Ah un altra cosa, ai tempi di Connors e McEnroe, il livello degli arbitri e dei giudici di linea non era così professionale come invece adesso.
    Forse se giocassero oggi, vincerebbero molto di meno, per le squalifiche. E certi comportamenti di Connors, fuori dagli USA erano molto ma molto meno plateali

    “fino a che punto puoi soffocare una personalita’ nel nome di una educazione politically correct?”
    mah, chi lo dice che quella tu chiami ‘personalità’ li abbia veramente aiutati a vincere e invece non sia stato piu’ semplicemente il loro tennis?

  13. andrew.theaceman scrive:

    Ognuno deve essere sè stesso. Poi se il comportamento è eccessivo va punito.

  14. Giovanni da Roussillon scrive:

    Si Angelica. Penso addirittura che dal contraddittorio si sviluppino le cose migliori, le innovazioni. Idee ed antiidee sono alla base dell’evoluzione. Ma l’energia dispersa per gli sfoghi infantili e mal gestiti e con aggressioni magari pure volgarotte, riduce la capacità di concentrarci sullo scopo.
    Un autore esprime l’ingiustizia avvertita per un accadimento nella migliore delle possibilità offertegli dal suo talento letterario quando è nello stato di grazia ideale, nel quale ogni sua attenzione é focalizzata sull’oggetto del suo scrivere, non sulle ritorsioni da adottare contro l’origine dell’ingiustizia. Altrimenti detto, ed occupandoci di Connors: se si fosse liberato delle sue croste, avrebbe raggiunto traguardi molto più mirabili. Naturalmente non penso che Connors avrebbe dovuto ad ogni costo liberarsi delle sue croste. Si è semplicemente espresso secondo la sua chimica difettosa, nuocendosi e nuocendo.

  15. stefano grazia scrive:

    Ma io veramente non mi riferisco ai primi 5, mi riferisco a tutti i top 100, nel tennis e in ogni sport, e forse anche in ogni carriera…Chi è al top della sua carriera ha spesso una forte, fortissima personalità… Trovo semplicemente che a volte si bolla troppo facilmente come maleducazione una cosa che maleducazione non è … Lasciamo perdere Connors e McEnroe e prendiamo Federer. Che avrebbe smesso a 22 aa di essere un Dick Head. Dici: se smetteva prima, cominciava a vincere prima. Oppure: non sarebbe mai arrivato dove è arrivato? Testa,cuore, gambe…e la terribile presunzione di essere il più forte, un dio in terra…Tutto il resto è,ahimè, letteratura e per di più politically correct. E io odio il politically correct.
    Poi se ti comporti male in campo e c’è un bravo arbitro, è lui che ti punisce.
    Se l’arbitro invece è un piccolo uomo che abusa di un suo potere, e forse ai tempi di McEnroe ce n’era qualcuno di troppo, è giusto che vengano poi puniti loro. Io comunque non giustificherò mai mio figlio se si fa cacciare da un arbitro o da scuola: deve essere in grado di gestire il problema e play the system, fa parte del grande gioco della vita (di cui, come diceva Mongo, noi non siamo che pedine)

  16. stefano grazia scrive:

    Andrew the aceman? E’ il nostro Andrew?

  17. stefano grazia scrive:

    COMUNQUE, e tanto per non nascondersi dietro un dito:
    Chi legge di tanto in tanto questa rubrica sapra’ che mio figlio e’ stato soprannominato La Canaglia di Lagos o Jungle Boy non senza una ragione. Sul campo ne ha combinate di tutti i colori e in pratica non c’e’ coach che non l’abbia cacciato dal campo. Allo stesso tempo sono pochi i coaches che, tralasciando l’aspetto tecnico, non l’abbiano apprezzato per la sua dirompente personalita’, per la sua curiosita’, per la sua simpatia, per la sua ‘cartola’, come si diceva una volta a Bologna e chissa’ se lo si dice ancora. Mi ricordo Luigi Bertino a Marlengo due anni fa: dopo il primo giorno volevano cacciarlo via, alla fine delle due settimane la moglie ci diceva che Nicholas era uno scrigno di perle preziose. Bob Brett lo riconosce sugli spalti a Roma durante le Qualificazioni e passa un’ora con lui a commentare il match di Fabbiano (o era Trevisan?). Margie Zesinger alla Bollettieri: Nicholas l’ha fatta impazzire eppure lei stravede per lui e ancora oggi e’ una delle migliori PR per la nostra causa all’interno dell’Img. Ariel Gaitan ex coach di Malisse e anche di Miccini e suo primo coach in un Summer Camp alla Bollettieri quando aveva 7 aa lo saluta ancora sempre con grande entusiasmo. Lo stesso Arbitro che ad Agosto gli aveva dato prima un warning poi un penalty point e infine addirittura un penalty game,in una finale poi comunque vinta, alla fine del match gli aveva fatto i complimenti e tre gg fa si era meravigliato riconoscendolo per non averlo visto giocare all’Eddy Herr. Per non parlare dei Professori a scuola, con un paio dei quali continuiamo ancora a sentirci via email a distanza di anni. Certo, con lui faccio la faccia dura, lo costringo a leggere nel week end e non lo faccio giocare se non ha finito i compiti e continuo anche a ripetergli che non può continuare a tirare la corda per vedere fino a che punto si spezza, non se è lui- attaccato a quella corda- a penzolare sull’abisso. Houston, we have a problem: quando nel mio post precedente scrivevo Croce e delizia, Dr Jeckill & Mr Hyde, Prof Banner and Mr Hulk, Angiolo e Dimonio … mi riferivo a mio figlio, La Canaglia di Lagos, e già vedo il poster pubblicitario delle palline Dunlop: come fa girar le palle lui, non le fa girar nessuno…, e tutto sommato lo so, starò anch’io ballando pericolosamente sull’abisso, ma non riesco a non fare a meno di sorridere.Lo so, mi sbaglierò, un giorno andrò a portargli le arance ad Alcatraz, ma quando mi vengono a dire che è stato rimproverato o punito perchè colto ancora a farsi portare la borsa da tennis o lo zaino di scuola da un amico, una volta appurato che non lo costringeva con le minaccie (tra l’altro è sempre il più piccolo) e che quelli lo fanno…boh, non so perchè lo fanno, Nicky dice che glielo chiede e loro lo fanno…, io non riesco a fare a meno di pensare che mi preoccuperei molto di più se fossi il genitore del bambino che gli porta lo zaino o la borsa. Soprattutto se c’è questa vaga lontana fumosa idea di farne un campioncino.

  18. Roberto Commentucci scrive:

    Intanto segnalo che sul blog della Federazione c’è una ragazza che ha chiesto delucidazioni in merito al vincolo quadriennale fra tesserato e circolo, argomento che è stato uno dei cavalli di battaglia di G&F.

    Lo trovate qui.

    http://www.federtennis.it/TribunaApertaBlog.asp?IDPost=310

    Ora, voi dite pure quel che volete, ma a me pare che già il fatto che si possa discutere serenamente e apertamente di questi argomenti, sul sito federale, mi pare un notevole passo avanti rispetto a quanto avveniva solo fino a pochi mesi fa.

  19. Mauro scrive:

    Rispetto per le persone e per le cose, questo dobbiamo insegnare si da piccolissimi, ogni altra considerazione tipo soffocamento della genialità, tarpare il carattere etc non hanno nessun senso se prima non ci sono questi presupposti.

  20. stefano grazia scrive:

    Credo, in definitiva, che bisognerebbe concentrarsi su quello che ha detto Billie Jean King…

  21. andrew scrive:

    no, “the one and only” andrew è qua in auscultazione (dopo una terribile sessione di starnuti causati dall’aver ripulito i tappeti dal pelo del cane strofinando la scarpa da ginnastica e presumibilmente avendo alzato un esercito di acari nell’aire).

    comunque, io che faccio della praticità e della non-praticità (a seconda della convenienza e quindi della praticità, ma sarebbe un discorso lungo, me ne rendo conto) la mia guida di vita, nel caso di mio figlio ho adottato la praticità.

    Spiego: già verso i sei-sette anni, quando si palleggiava tra noi bucolicamente al campeggio con la sdraio rovesciata a fare da rete, gli ho raccontato di un tale John MacEnroe che lanciava la racchetta a destra e a manca, faceva scenate e invece di un tale Borg che sembrava impassibile per tutta la partita.

    Insomma, gli ho fornito anticipatamente i due estremi, glieli ho fatti conoscere e sperimentare. Va da sè che per i primi tempi, la sua racchettina junior volava felice anche per diversi metri e, quando non utilizzata, riposava un po’ scheggiata in un angolo interrogandosi sulla sua reale funzione di attrezzo.

    Tuttavia, un bel gioco dura poco, e ora questa fase è andata esaurendosi (anche perchè da una head da 15 euro è passato a un Prince Ferrero Junior usata e ora, a 10 anni, utilizza vari attrezzi, dalla Prince di Jana Novotna, che se la getta gli spacco la testa, alla Artengo del suo allenatore, che se la getta gli spacca la testa).

    Per quanto riguarda l’atteggiamento in campo, sono abbastanza neutrale. Quello che mi importa è che il giocatore fornisca la prestazione per la quale si è allenato. Il resto le vedo più come personalizzazioni caratteriali insopprimibili per persone che passano buona parte del tempo in un campo di gioco.

    e infine concordo con il grande Mongo…

  22. madmax scrive:

    comunque credo sinceramente che non sia l’educazione o meno che faccia vincere o perdere i giocatori ma l’allenamento e di conseguenza il gioco… uno può essere educato e gentile ma se si allena poco vincerà poco e così viceversa… stessa sarà la sorte per un maleducato che se invece si allenerà molto vincerà molto (o cmq più di quello che avrebbe vinto allenandosi meno) perchè in un campo da tennis non c’è il mediano che lavora per il numero 10.. in più la personalità si può evidenziare in modi totalmente opposti perciò escludo assolutamente che sia il modo di comportarsi che farà la differenza..

    addirittura anche in casi eclatanti di atteggiamento dimesso e di poca fiducia (e questo è acclarato che è uno svantaggio) come ad esempio la mauresmo abbiamo visto che magari con ritardo comunque due slam tra cui wimbledon li ha vinti perciò non inventiamoci quello che non c’è lavoriamo lavoriamo e ancora lavoriamo..

    da notare invece come nessuno dei fautori dei tornei e della vittoria (subito) abbia scritto nulla in merito alla statistica da me riportata…. ah scusate probabilmente si stanno preparando per i vari tornei di natale ttk e lemon bowl…

  23. Giovanni da Roussillon scrive:

    Stefano Grazia, io non ho liquidato nessuno.
    Per fare chiarezza abbandoniamo il caso di Connors, verso il quale provo interesse per come giocò. Ma tentiamo allo stesso tempo di non estendere il campo di discussione per nascondere l’evidenza.
    Che vuol dire che un giocatore è volgare e violento solo sul campo? Non stiamo osservando il tennista, bensì il fatto che, nell’azione osservata, chi la compie tiene un comportamento volgare e violento. Non puoi inoltre applicare la transitività alla raffinatezza di un amico o estimatore verso l’amico o estimato zotico (oltretutto ogni legame affettivo presuppone indulgenza e non è materia del contendere). Nemmeno è possibile coprire l’esibitore pubblico di una crosta con le battute divertenti che riserva ad interlocutori privati.
    A me sembra strano ed anche assai da moralisti non ammettere l’evidenza, coprire un fatto oggettivo, del quale tra l’altro non stiamo rendendo colpevole l’autore, con una serie di elogi alle qualità sue o di qualche vicino del tutto estranee al fenomeno interessanteci.
    Se ti irrigidisci nell’atteggiamento a discolpa, inizierò a crederti [senza giudicarti!] amante di pasticci all’arroganza e bullismo farciti di bontà, sensibilità e quant’altro, apparentemente non del tutto in sintonia con lo scopo della tua rubrica.
    In epilogo un’osservazione al tuo “Meglio un intelligente arrogante o un buono sciatto ma stupido noioso?”. La domanda, pure essa eloquente per moralismo, mi pare fuori luogo e non tenere molto in considerazione le alternative, esemplari di altri tennisti, in cui possono coesistere intelligenza, sensibilità, sobrietà e bontà d’animo (visto come quest’ultima ti sta in fondo a cuore).

  24. stefano grazia scrive:

    Certo, Mauro: ‘Rispetto per le persone e per le cose, questo dobbiamo insegnare si da piccolissimi,’d'accordissimo,e chi non lo è, ma continuiamo a girare intorno all’argomento …Che poi è questo, credo: durante un evento sportivo (e soprattutto direi durante un match di tennis) si subisce una sorta di ‘pressure’ che aumenta sempre più man mano che si alza la posta. Io sostengo che per sopportare quel genere di pressione si debba avere fin da bambini un carattere particolare che talora può portare a manifestarsi in un modo non sempre accettabile dai ’signori benpensanti’.Vedo che molto spesso i primi, e comunque i più numerosi e frettolosi, a criticare il carattere dei campioni (nello sport e nella vita) sono quelli che a quel genere di pressioni non sono mai stati capaci di arrivare a provarle ne’ ci arriveranno mai…

  25. stefano grazia scrive:

    GIOVANNI: l’Autore del Manuale dello Snob(Edizioni Castelvecchi) che prima mi sono dimenticato di citare (non me lo ricordavo e ho spedito prima di scriverlo) è tal Antonius Moonen, un uomo di cultura che, secondo il risvolto di copertina ‘ha visto tutto, vissuto tutto e non ha neppure il bisogno di ricordarsene. Il libercolo è grazioso e tenta la rivalutazione dello snobismo come unica forma di autodifesa rimasta nell’epoca dei concorsi di bellezza e della moda plastificata…’dal completo rifiuto delle mode all’amore per le amicizie vere e durature, lo snob oggi va completamente controcorrente. Non ama i biglietti da visita, il curriculum vitae, e soprattutto rifugge gli yuppie e i rampanti. E’ più che altro un eccentrico e fra le sue caratteristiche si annoverano anticonformismo, creatività, consapevolezza, intelligenza, parlar schietto, ostinazione,indifferenza per l’opinione altrui,raffinato senso dell’umorismo, particolare talento nel collezionare figuraccie,insomma .il dono e il gusto della libertà.’ Io al di là dell’accezione popolare e comune attribuita al termine (snob=puzza sotto al naso), mi son sempre considerato un po’ snob anche se certamente non dandy e spesso me lo sono attribuito-con condiscendenza,lo ammetto- come un difetto, ma leggendo queste righe (sempre dal risvolto di copertina) faccio fatica a non immaginarmi come snob non tanto me che sono snob si ma spesso poco elegante o di una eleganza troppo casual ma, au contraire , Giovanni de Roussillon, Chloe, Thomas, Nikolic e tanti altri contributors di questo blog, e lo dico con ammirazione, altrochè.
    Poi leggo ancora::
    ‘Lo snob ovviamente conosce le buone maniere: solo che le trova noiose’…Ma allora Connors, McEnroe e Nastase altro non erano che dei volgarissimi snob,ma allora…allora… anche i campioni tennisti spesso altro non sono che degli snob!

  26. Cooperdale scrive:

    McEnroe è il genio più puro nella storia dello sport. Non il più grande atlera, beninteso, né il più grande tennista, ma un genio creativo alla pari di Picasso, Prince, Hendrix, Monk… Uno così se ti sputa in faccia e ti spiega dove devi ficcarti la racchetta ha sempre e comunque ragione.

  27. Supermad scrive:

    Gentile Stefano Grazia…mi permetto di farti una battuta scherzosa: nel tuo pezzo hai messo solo delle frasi (peraltro gustose) per poi aggiungere “C’e’ bisogno di scrivere altro?”…cavoli poi hai scritto 25 commenti più lunghi di quelli di Avec Double Cordage ;) non facevi prima a scrivere un pezzo articolato senza poi completare l’opera con commenti? eheh ripeto che ti scrivo in modo ironico…non voglio aizzare polemiche.

    Comunque aggiungo una cosa al mio intervento di prima, premettendo che non ho letto tutti i commenti (sorry). Il signor John McEnroe, agli Australian Open del 1990, contro Pernfors, fu squalificato da Gerry Armstrong per comportamento inqualificabile. Giustamente, aggiungo io. Suppongo che nel 1990 la classe arbitrale fosse già di “livello”….

    PS non conosco il papà di McEnroe, a vederlo sugli spalti sembrava un uomo amabile. Ma anche Gianni Clerici, nel libro “500 anni di tennis”, scrive a proposito di Mac: “Alla prima conferenza stampa di John, quando disse “I played like a shit”, capì che suo padre gliene aveva passate troppe”.

    Ebbene, Connors, agli Us Open 1991, doveva subire lo stesso trattamento riservato a John. Che esempio può essere per un giovane un quarantenne che davanti a mezzo mondo tira “saracconi” mentre il pubblico sugli spalti lo osanna?

    Ripeto: fare come Borg è eccessivo, ci sta perdere le staffe o spaccare racchette ogni tanto, anch’io mi diverto (visto che tu, Stefano Grazia, citavi Canè, io ti cito Gonzalez, che mi fa scompisciare). Ma c’è un limite: un conto è sbroccare, un altro è assumere un atteggiamento iracondo, offensivo e ridicolo.

    Almeno io la penso così.

  28. Mauro scrive:

    Stefano, è chiaro che educare in un certo modo, non significa che ciò che proponiamo ai nostri figli venga sempre messo in pratica, soprattutto in situazioni di stress come le gare di tennis certi intendimenti evaporano con una certa facilità.
    Però credo che sia nostro compito ogni volta cercare di far rispettare il principio base della convivenza ovvero rispetto per le persone e per le cose, senza per questo reprimere la personalità. Mia figlia per esempio, è libera di sbattere la racchetta a terra se lo vuole, io sono libero di non ricomprarla.
    Se tocchi il fuoco ti bruci, gli dico, non dipende dal giudizio di nessuno ma da un rapporto di causa effetto, qualsiasi cosa o azione che fai, produce una reazione, sei pronta a subirne le conseguenze?
    Ma poi aggiungo, un santo è un peccatore che non si da mai per vinto!

  29. tilden scrive:

    Purtroppo concordando con Angelica, tra i giocatori più maleducati ci sono sempre stati gli italiani, lista da fare a parte, che non erano nemmeno tra i primi venti del mondo. Quello che dispiace é che anche tra le nuove generazioni, (espulsione al Bonfiglio, comportamento al Master di madrid, ecc.) non siamo messi meglio

  30. costa azzurra scrive:

    Salve

    su Supertennis c’è una rubrica “profili” molto interessante e fino ad oggi sono riuscito a vedere il profilo di Borg e quello di Federer .

    Borg racconta di essere stato molto indisciplinato da bambino e di essere stato punito severamente con l’allontanamento dai campi per 6 mesi e per questo motivo poi per sempre è diventato così fin troppo taciturno in campo.

    Federer anche confessa di essere stato un ragazzo irrequieto e di essere stato nel tempo migliorato in questo suo aspetto.

    Ad entrambi l’educazione ha fatto bene poichè il loro tennis non è peggiorato anzi…

    quindi deduco che il fatto di essere dei maleducati è solo una fase negativa che va corretta al più presto dagli educatori

    altro punto, questo, a favore dell’importanza dei genitori nella crescita positiva del tennista

    ribadisco il mio concetto più volte espresso :
    accanto ai grandi campioni ci sono i genitori che educano e che preservano la salute fisica e mentale dei loro figli

    e solo in qualche raro caso (henin) i genitori mancavano ma c’era un coach che le faceva da padre

    quindi io sto molto attento e diffido seriamente degli allenatori che vogliono tenere lontano i genitori dai figli tennisti

    Per quanto invece riguarda l’aspetto dello spettacolo “the show must go on” se un bravo giocatore è irriverente e maleducato ma lo fa in modo spettacolare e il pubblico lo ama lo stesso allora va bene e va bene anche agli sponsor e anche agli arbitri a volte
    penso ad esempio al modo di vestire di Agassi prima maniera , lo lasciavano vestire così perchè dava spettacolo “chissà come si vestirà oggi …però è proprio bravo!” ma a Wimbledon ha messo anche lui il vestitino bianco da bravo scolaretto .

  31. stefano grazia scrive:

    ALLORA,ANDIAMO CON ORDINE:
    Supermad,prima:
    il mio articolo originario era in effetti molto più lungo ma per scelte stilistiche in primis e per esigenze di blog poi ho fatto una scelta letteraria, se posso osare chiamarla così… In questo modo speravo di alimentare maggiormente la discussione vedendo anche quel che scrivevano gli altri…Sono o non sono il Conduttore? E se scrivevo subito 10 pagine magari non me le leggeva nessuno. Un conto è scrivere un libro (cosa che rimando sempre anche perchè nessuno me lo leggerebbe,appunto) e un altro è scrivere su un blog.
    GIOVANNI:
    in realtà prima che tu mi controbattessi, avevo in canna un altro commento alla tua distruzione di Connors…quando scrivi “se si fosse liberato delle sue croste, avrebbe raggiunto traguardi molto più mirabili”

    Alla faccia…8 slams, oltre 100 tornei, 5 anni da Numero Uno…Perfino la Davis Cup di cui a lui non è mai potuto fregar di meno…

    Magari senza quella irritante selfconfidence non avrebbe invece combinato un bel nulla…Dove sarebbero tutti questi, Federer incluso che nei primi tempi un po’ spocchioso con Nadal lo era, senza quella loro incredibile irritante arrogante selfconfidence? E soprattutto le Williams…
    Poi se non sei un campionissimo, l’arroganza ti verrà rinfacciata, è il prezzo da pagare…

    PERO’ E COMUNQUE E QUESTO VI PREGO DI TENERLO A MENTE:
    mi accorgo che alla ricerca di trovare il bandolo della matassa e forse un po’ inconsciamente da conduttore che vuole sollecitare opinioni, mi accorgo,dicevo, che ho detto tutto e il contrario di tutto. Il quadro che ho dato di me (e di mio figlio) è forse fuorviante. La Canaglia di Lagos è si canaglia ma simpatica e il suo papà è in realtà considerato genitore molto severo sia pure evidentemente controvoglia, perchè a lui le simpatiche canaglie son sempre piaciute essendolo forse stato lui stesso, o avendo fatto credere a tutti di esserlo.

  32. Supermad scrive:

    Wow Stefano sei il Conduttore con la C maiuscola…mi ricordi il film “Truman Show”, hai presente? quando Jim Carrey, alla fine, si trova al cospetto del regista di tutta la baracca, si sente dire dal suddetto regista “Io sono il Creatore”….eheh….

    Cmq non autodeclassarti troppo dai…mica sei un derelitto…perchè dire “E se scrivevo subito 10 pagine magari non me le leggeva nessuno” oppure “…scrivere un libro (cosa che rimando sempre anche perchè nessuno me lo leggerebbe)”? Dipende che libro scrivi, chiaro che se come topic scegli la riproduzione dei maiali in cattività nessuno lo legge…bucolici esclusi ;)

    Tutti gli utenti leggono l’articolo. I commenti, invece, non sempre vengono letti tutti quanti. Anche se ti do ragione sul fatto che, essendo questo un blog, bisogna proporre le cose in un certo modo e non è per niente semplice…

    Cavoli sto diventando saccente e fastidioso…ehm…

  33. stefano grazia scrive:

    Mad Max: certo, chi non lavora non fa l’amore nel senso che vincerà comunque poco ma siccome ‘tennis everybody has’, ecco che un certo tipo di carattere e di mental risulta invece secondo me molto importante…
    Chiamiamolo il cosidetto Carattere Vincente.
    Ce chi ce l’ha e chi non ce l’ha.
    E chi riesce a rivestirlo di una impenetrabile corazza di ghiaccio o da giocatore di poker e chi, paradossalmente più apparentemete maleducato o semplicemente meno ipocrita, prferisce esternare le sue emozioni.
    In America Nicholas lo liquidano dicendo che ha un carattere latino …Uno stereotipo insommadegno dell’italiano basso, coi baffi e che suona il mandolino. Il Temperamento focoso è tipico … Poi vabbè, ha giocato con un paio di messicani e quelli al confronto erano degli svedesi…
    Quello che non sono riuscito a spiegare è che ANCH’IO condanno la maleducazione e chi è disposto a tutto, cioè a fregare, pur di vincere e anch’io sono convinto che non c’è onore in una vittoria rubata … E anch’io in effetti faccio spesso lo stesso discorso di causa ed effetto che Mauro fa alla sua bambina … QUELLO CHE SOSTENGO E’ CHE TROPPO SPESSO SI CONSIDERA MALEDUCAZIONE CIO’ CHE MALEDUCAZIONE NON E’ se rimane confinata dentro il campo sportivo … Si cita spesso il Rugby come sport da gentiluomini e il terzo tempo rugbystico (cioè alla fine della partita cessano le ostilità e ci si abbraccia) ma prendete l’Haka, per esempio, la danza che gli All Blacks eseguono prima di un loro match e che ha come unico scopo quello di intimidire l’avversario … Quindi l’intimidazione dell’avversario fa parte del gioco. E ovviamente anche il non lasciarsi intimidire.
    Anche a me piace da matti, e lo dico senza vergogna:commuove, vedere i due avversari a rete prima del match sorridere e scherzare e alla fine abbracciarsi e scambiarsi parole dolci, di conforto e di stima…
    Al tempo stesso mi esaltano (e ugualmente mi commuovono i Guerrieri del Court.
    Quare id faciam? Nescio, sed fieri sentio …et excrucior.

  34. stefano grazia scrive:

    INOLTRE NON STO DICENDO CHE SPERO CHE MIO FIGLIO SI COMPORTI COME MCENROE e CONNORS e meno che tutto come Canè… Ammetto che non mi dispiacerebbe si comportasse come Murray, la Henin (tranne contro la Mauresmo quando si ritirò e con Serena quando alzò la manina) e Hewitt, ma quello è un fatto di estetica personale… Onestamente non mi dispiace neanche l’impenetrabilità alla Borg o alla Federer (anche se un qualche C’Mon in più secondo me gli farebbe bene, specie contro Nadal) mentre invece, contro tutte le aspettative, non mi piace la mimica involutiva e masturbatoria di Nadal (che però ammiro e rispetto) …

    PERO’…Pero’…(E DAGLI!!!!)non era questo l’argomento principale, cioe’ l’estetica, cioe’ chi ci piaccia di piu’ o di meno, cerchiamo di andare oltre…tempo fa aveva fatto alcune annotazioni interessanti Enzo Lo Iacono, a margine el suo CUORE TESTA GAMBE… Io insomma stavo cercando di fare un discorso più vasto : e cioè che anche chi sta zitto e non lo fa vedere,e magari distrugge poi negli spogliatoi le racchette contro il muro o ne combina di tutti i colori dentro le parete domestiche, dentro di sè nasconde-DEVE NASCONDERE!-un ego smisurato e la convinzione di aver perso non perchè inferiore ma perchè l’altro ha avuto fortuna, l’arbitro l’ha aiutato, non era giornata, etc etc etc Insomma, tutte quelle cose che Serena DAVVERO dice nelle interviste postmatch attirandosi giustamente le critiche di tutti, e le mie per primo … E’ facile dire-io stesso lo dico sempre a Nicholas-: NO EXCUSES, niente scuse…Se hai perso, vuol dire che quel giorno lì l’altro era più forte, Basta lamentarsi e GO BACK TO PRACTICE!
    Ma a parte il go back to practice!, (immortalato da un mio amico che lo disse papale papale all’avversario a rete dopo averlo sconfitto 60 60)per tornare ad allenarsi per tornare più bello e più forte che pria, l’atleta deve poter pensare dentro di se che se ha perso questa volta non e’ perche’ non potra’ mai vincere perche’ se è questo che pensa nel momento in cui lo fa, e’ gia’ destinato alla mediocrita’.
    Non sto parlando nemmeno della sudditanza psicologica che di tanto in tanto si instaura nei confronti di chi in quel momento e’ numero uno e in striscia positiva…Io sto parlando di mentalita’ vincente ed ego smisurato da coltivare in eta’ formativa… E’ li’ che e’ difficile usare il bilancino, trovare il corretto equilibrio, riuscire a coltivare senza soffocare… E’ chiaro che se nostro figlio si comporta male, risponde male, bestemmia, tira la pallina forte a gioco fermo magari contro l’avversario o sbatte la racchetta ad ogni colpo sbagliato aggravando il tutto con toni lamentosi e isterici, va fermato e punito magari anche allontanandolo per un po’ dallo sport che dice di amare ma che in realtà non ama. E chi non e’ d’accordo su questo? Cerchiamo di essere un po’ piu’ profondi o meno banali.
    A volte leggo che Djiokovic, lui, The Djoker!, quello che ci ha fatto spisciare dal ridere per le imitazioni di Maria e Rafa, sarebbe antipatico e maleducato. Lui e tutta la sua famiglia. Puo’ anche essere, non li conosco. Ma non li giudico certo antipatici per come fanno il tifo o perche’ si autopompano in un clima di tifosi tutti schierati-come e’ loro diritto, intendiamoci- per Tsonga o perche’ dicono che sperano di sostituire Federer in cima al ranking. E su, andiamo. E che dovrebbero dire? Non significa mica che non lo rispettano. Ma sperano sportivamente parlando di prenderlo a calci nel sedere in ogni partita in cui se lo troveranno di fronte. E poi tutti insieme a bersi una birra. Ma dopo. O anche prima, se fossero tutti e due australiani.

  35. stefano grazia scrive:

    SuperMad: Uno scandalo non gli abbiano ancora dato l’oscar, a Ed Harris …Se lo sarebbe meritato anche per la parte del regista in Truman Show…

  36. Giovanni da Roussillon scrive:

    Caro Stefano Grazia, conduttore appassionato, ostinato e simpaticamente sofista.
    Avrei desiderato invitarti a non isolare le mie proposizioni dal contesto, e ad indicare il perché contrapponi per coppie termini (non contrari tra loro) a te così cari, quali genio/sobrietà arroganza/noiosità intelligenza/garbatezza (a titolo di provocazione aggiungerei disturbi della personalità/minore determinazione). Evocarti un personaggio di “Quelli della notte”, maestro dell’ovvio, che ti avrebbe replicato: “Sempre meglio un tennista geniale, sobrio, intelligente, equilibrato e buono, che una schiappa zotica, arrogante, noiosa, e pure in odore d’isteria”. farti parte della mia convinzione per cui chi sfascia la racchetta allo spogliatoio non è affatto ipocrita, gestisce un po’ meglio le sue frustrazioni e risparmia ai tuoi ragazzi uno spettacolo superfluo. Renderti nota la repellenza che gli snobismi mi suscitano quando non so ignorarli. Ed altro ancora, poco afferente il tema quanto necessario “pour annoncer la couleur”.
    Purtroppo sarebbe insensato. Ad ogni tuo scritto aggiungi ulteriori elementi alla miriade già esternata, sicché pazienza. Non nutro velleità di controllo sui tuoi discorsi; non vedo di contro come sia possibile partecipare ad una costruzione senza le basi di un accordo anche tacito sul metodo, che andrebbe successivamente e per quanto possibile rispettato.

  37. giancarlo scrive:

    per Commentucci,
    ma le pare “un passo avanti” il poter parlare più liberamente sul sito federale? ma non pensa che il sito federale e la federazione dovrebbero essere come porte sempre aperte e trsparentissime? o siamo ai tempi di Piazza Venezia? la verità è che siamo a quei tempi, con il CONI che fa come le tre scimmiette!
    e’ possibile che un Circolo che vuole affiliarsi o riaffiliarsi è COSTRETTO a sottoscrivere l’obbligo di tesserare anche il gatto (se socio) del Circolo ed anche sottoscrivere almeno le stesse tessere del 2008 altrimenti è costretto a pagare una SOVRATASSA spaventosamente fuori da qualsiasi logica e credo anche legalità?
    Provi a scrivere queste cose sul sito della FIT e vedrà se le pubblicano?
    E’ meglio credere ancora all’esistenza di Babbo Natale!!!

  38. andrew scrive:

    anch’io, anch’io per Commentucci:

    ma ti pare, Roberto, che come risposta a quella povera bambina che vuole cambiare circolo, venga detto che non solo non potrà partecipare ai campionati a squadre ma che come regalo di natale hanno appena modificato lo statuto così:

    “…l’Art. 15 dei Campionati a sqquadre con la seguente aggiunta: al comma 3: “i giocatori appartenenti ai settori U 12 e U 14 possono partecipare ai campionati giovanili solo se non trasferiti da altro Affiliato negli ultimi 2 anni”

    che se non erro è un ulteriore impedimento, ma potrei sbagliarmi…

    adesso riunisco i miei avvocati davanti al narghilè per cercare di mettermi sulla stessa lunghezza d’onda degli estensori e capirci di più…

  39. Roberto Commentucci scrive:

    A giancarlo e andrew.
    Cari amici. Non fatemi recitare la sgradevolissima parte del difensore d’ufficio. Cerchiamo di capirci, iniziando dalla politica di comunicazione.

    Avete ragione. Non è una gran conquista il poter parlare liberamente sul sito federale. Dovrebbe essere una cosa ovvia e garantita a prescindere. Tuttavia, sappiamo benissimo che nel nostro paese purtroppo quasi mai le istituzioni funzionano così. E la Federazione non fa eccezione. Io ricordo episodi tristissimi, all’inizio dei dibattiti sul sito federale. Quel che sta capitando da un po’ di tempo a questa parte io lo interpreto come un timido segnale di apertura. Mi è piaciuto molto, ad esempio, il dibattito di martedì scorso al talk show in onda su Supertennis a proposito del centro di Tirrenia, dibattito dove il Dirigente Risi e Renzo Furlan da una parte, e Umberto Rianna ed Enzo Anderloni dall’altra hanno discusso in modo molto approfondito dei pro e dei contro del centro, che presenta ancora alcune criticità. Queste criticità sono emerse dalla discussione in modo netto e chiaro, a beneficio dell’informazione e in un’ottica costruttiva, che mi auguro Risi e Binaghi sappiano cogliere e interpretare al meglio (ne ha parlato qui pibla, con bella chiarezza, qualche giorno fa). Insomma, un piccolo progresso nella linea di comunicazione federale a me pare di vederlo, rispetto ad un recente passato ben peggiore. La civiltà illuminista non era certo un modello di eguaglianza, e tuttavia, in confronto all’epoca oscurantista della Controriforma, rappresentava un indiscutibile progresso. Quindi io non sono ancora soddisfatto, ma vedo un trend positivo, sia pure lento ed esitante.

    Veniamo ora alle cose concrete, passando alle tasse federali. Io credo che esse sarebbero molto meno sgradevoli per gli affiliati se la Federazione desse maggiormente conto del suo operato e della sua gestione finanziaria, con una maggiore trasparenza contabile e di bilancio.

    Da quanto ho potuto capire, la Federazione negli ultimi anni è riuscita a destinare quote crescenti del proprio budget agli investimenti nel settore tecnico (e ora nella comunicazione, con il canale televisivo), mentre percentuali sempre minori del budget sono state destinate alle spese di funzionamento e all’autoamministrazione. Se la FIT mostrasse in pubblico i suoi conti, e desse maggiormente conto del proprio operato, credo gli affiliati sopporterebbero meglio i sacrifici che vengono richiesti.

    Infine, sullo svincolo. Andrew, lì sai bene come la penso. Per me il legame tra giovane atleta e circolo andrebbe abolito. Tuttavia, credo che se da un lato andrebbe abolita l’indennità di svincolo, liberalizzando i trasferimenti, dall’altro lato il divieto di giocare le competizioni a squadre per chi ha cambiato circolo andrebbe mantenuto, in modo da evitare che gli agonisti promettenti siano oggetto di mercimonio ad opera dei loschi figuri che sappiamo, con conseguenze che si sono rivelate negative per la loro crescita tecnica e per la loro carriera futura, essendo a volte finiti in mano a sedicenti procuratori senza scrupoli.

    Vedremo come si svilupperanno le cose.

  40. samantah scrive:

    A commentu, ma scrivi come magni.

  41. clitemnestra93 scrive:

    Sono tennista93.
    Ma ho apprezzato il battesimo di stefano grazia, per cui, da oggi, mi chiamerò così.
    Tra Borg e mc Enroe io preferisco mc Enroe. Decisamente, non per l’atteggiamento però. Ci sono persone introverse e persone estroverse, e lui è estremamente estroverso. C’è chi per liberarsi dall’ansia deve urlare un “vamos” o un “come on”, e c’è chi come Mc Enroe deve urlare contro l’arbitro.
    Poi ci sono le persone che rientrano nella categoria delle apparentemente introverse, come lo è attualmente Federer o lo era Borg.
    Ne l’una ne l’altra sono ne giuste ne sbagliate. Si tratta solo di esprimere te stesso. L’errore in cui molti allenatori incappano è proprio quello di imporre ai mini-giocatori un atteggiamento, a cui spesso non fa seguito la personalità.
    Io sono abbastanza estroversa, ma ovviamente non ai livelli di Mc Enroe.
    Solitamente cerco di mantenere un atteggiamento rispettoso nei confronti di me stessa e del mio avversario, e al limite la mia rabbia sfocia in insulti nei miei confronti. Se poi ho pensieri maligni li tengo per me.
    Mi è sempre stato detto che non dovevo parlare, e io mi sono resa conto che, almeno per me, non parlare è nocivo. quando lo stress diventa difficile da contenere e non libero l’ansia mi distruggo psicologicamente. Questo proprio perché non esiste un unico modo di affrontare una gara, perché la personalità cambia d’individuo ad individuo. Che poi è la personalità che detta le caratteristiche determinanti di un giocatore.
    Bisognerebbe dunque lasciarci spazio per determinare il nostro comportamento, ovvio, nei limiti del possibile. Perché spesso qualcuno crede di sapere cosa ci passa per la mente e perché abbiamo quell’atteggiamento e talvolta sbaglia.
    Scusate ma io intervengo solo sabato e domenica, perché sono a casa solo quei due giorni.
    arrivederci.

  42. wik scrive:

    @clitemnestra
    bisognerebbe sapere cosa ne pensa l’arbitro però, e magari pure lui ha i suoi stress e il diritto di prendersela col Mc di turno,
    bisognerebbe sapere a questo punto che ne salterebbe fuori se ognuno si sentisse in diritto di prendersela con qualcuno che non c’entra sotto stress, probabimente ogni incontro finirebbe a racchettate in testa.

    @Giancarlo e Andrew
    Il povero Commentucci stà cercando di lanciare un ponte fra tennisti e federazione cercando di valutarne gli aspetti postivi, magari piccoli, ma qualcosa c’è rispetto al passato, o per lo meno ai miei occhi molto distanti sembra di si. Non siate troppo cattivi con lui dai… In fin dei conti è col dialogo con la fit che qualcosa si può cambiare, e lui ci prova. Commentucci hai il mio appoggio morale, smile.

  43. stefano grazia scrive:

    Clitemnestra,ogni tuo intervento è una goccia di fresca rugiada sul sale delle nostre ferite (va mo là!) visto che noi ci becchiamo da vecchi arteriosclerotici anche quando spesso diciamo le stesse cose e tu forse davvero sei l’unica che puoi portare un punto di vista completamente nuovo, quello di chi sul campo ci va davvero … per esempio non ho capito se Giovanni si è stufato d’intervenire perchè sono un fiume in piena che tracima senza controllo e non uso le regole del buon conduttore…Spero di no, io scrivo come mi viene e invito tutti a fare lo stesso … poi toccherà a chi legge, e non solo a me, conduttore per gioco, a sottolineare eventuali spunti interessanti e scusatemi se non tutti i miei post sono perle di saggezza (ma come diceva De Andrè, dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior … )

  44. jan scrive:

    Mi piacerebbe tanto avere una mamma come clitennestra93. Potrebbe risolvermi tanti di quei miei dubbi amletici… Una risposta avveduta per ogni domanda, una precisione nel centrare il punto focale del discorso e anche senza errori ortografici, con la giusta punteggiatura adolescenziale, con una chiarezze di idee di chi ha vissuto e sperimentato e un linguaggio pulito di chi è ingenuo.

    “Che poi è la personalità che detta le caratteristiche determinanti di un giocatore”. E già, è proprio così. Forse.

    Tutto è soggettivo.

    La famiglia di Djokovic è simpatica? Questione di gusti.
    Secondo Andrea Scanzi: ” Il suo Clan Addams vince a mani basse il premio di tifoseria più antipatica del XXI secolo”.
    Personalmente questa volta condivido più il giudizio di Scanzi che quello del Subcomandante.

    Quella di McEnroe era maleducazione oppure (tanto per fare un po’ di sano psicologismo) ribellione a un padre pesante ex pilota dell’Air Force, laureato in legge studiando di notte e lavorando di giorno per mantenere il piccolo?

    Il passaggio di Federer da “cattivo” a “buono” è avvenuto magicamente da un giorno all’altro? Roger è stato aiutato in questo da uno psicologo (come ha dichiarato recentemente) oppure da un manuale delle buone maniere?

    “Avere personalità” significa per forza lasciarsi andare? Gente come Nadal che non bestemmia, non lancia racchette, rispetta gli arbitri, accetta la sconfitta riconoscendo i meriti dell’avversario, non ha personalità?

    Commentucci è un difensore d’ufficio?
    Certo se non lo è, ci assomiglia molto. Usa lo stesso linguaggio burocratico dei difensori d’ufficio (il suo documento inviato a Super Tennis sembrava una domanda di rimborso fiscale), sembra che tutto sommato non gli dispiaccia il modo d’essere attuale della FIT, pensa che con qualche piccolo accorgimento piano piano si arrivi a qualche risultato. Sa che “nel nostro paese le istituzioni funzionano così”, ma nel suo piccolo lo accetta. Si accontenta del “piccolo progresso nella linea di comunicazione federale… rispetto ad un recente passato ben peggiore”. Arriva a paragonare l’attuale momento del tennis italiano all’età illunista, età caratterizzata da notevoli cambiamenti.

    E non si rende conto che qui è ancora tutto da cambiare.
    Il cambiamento più tangibile recentemente è stato Super Tennis. Ma quanti campi pubblici si potevano costruire con lo stesso denaro che costa Super Tennis? Serve a qualcosa una televisione autoreferenziale che continua a mandare sbiaditi filmati di vecchi incontri di Panatta? Serve al tennis italiano un Super Tennis che aggiungere potere al potere, sistemando gli amici, i figli degli amici, gli amici degli amici? E chi sta al gioco ci guadagna, chi non ci sta sono cavoli amari.

  45. stefano grazia scrive:

    Jan, e’ molto spesso questione di epidermide e di PR. A seconda di chi ci piaccia o meno, il nostro giudizio viene spesso inficiato o comunque influenzato a pelle.Che Nadal non dica parolaccie e’ per esempio opinabile visto che il labiale spesso sembra suggerire che anche lui si lasci sfuggire dei fijo de p… che probabilmente per uno spagnolo equivalgono a i nostri c$%! o vaffa…. Pero’ Nadal ha l’immagine del bravo e dolce ragazzo mentre Hewitt era un teppista (io ho spesso scritto invece che preferivo la solarita’ di un C’MON sputato in faccia a quei gesti introversi e cupi a ginocchio alzato, braccio piegato e sguardo verso terra… Questo non siognifica che io non possa riconoscere che magari Nadal sia molto piu’ bravo ragazzo del Canguro Mannaro, dico solo che e’ difficile giudicarlo solo dall’estetica.
    Su Djokovic invece davvero dissento: ma come, abbiamo uno che ci faceva spisciare dal ridere pigliando tutti per i fondelli, uno che si esalta nella rissa, uno che nei discorsi post match era sempre spiritoso, UNO CHE QUANDO A MIAMI LO CHIAMANO SUL CAMPO L’ANNO SCORSO DICENDO DJOKOVIC FROM CROAZIA, lui sorride e dice sono Serbo, ma davvero, non e’ importante, e’ la stessa cosa, uno che scambia la maglietta a fine partita con Ljubcic… Insomma, di cavolate ne fara’ anche lui, ma secondo me meriterebbe un po’ piu’ di tolleranza nel giudizio da parte nostra… Sulla famiglia Addams Djokovic: si, ma Piatti (e forse anche Della Vida) la citano quasi come famiglia ideale, Genitori che non hanno sbagliato una mossa …Proprio la settimana scorsa leggevo l’interessante articolo su MatchPoint di Ubaldo su Djokovic: anche lui all’inizio parte dicendo che la sua sembrava una stagione deludente poi giustamente dopo aver visto che ha finito l’anno a soli dieci punti dal Numero due, va a rileggersi tutti i risultati e trova che l’unica stecca in fondo è la sconfitta al secondo turno di W. Contro Safin, che ci può sempre stare…E poi conclude anche lui criticando l’arroganza di Nole e rimproverandogli certi atteggiamenti (tipo il tanking nel RR con Tsonga) finendo poi però col lamentare l’appiattimento impostogli dai PR dell’ATP e/o dai suoi managers e consiglieri: ora le sue interviste post match sono piatte come quelle di tutti gli altri, Federer eNadal inclusi: non più The Djoker, non bisogna spaventare gli sponsors, irritare la locker room, lo spogliatoio… Insomma, anche Ubaldo sembra non essere poi tanto sicuro di questa presunta antipatia/maleducazione…Che non si tratti invece di Personalita’?
    Certo, se e’ vero che Djokovic d’ora in poi avra’ imparato la lezione di Kevin Kostner in Bull Durham (Sometimes you win. Sometimes You lose.) speriamo che almeno ogni tanto piova (come aggiungeva Tim Robbins: Sometimes it rains…Think about that!).
    Ora come ora l’unico per cui val la pena di esaltarsi secondo me è Murray…Che dio lo preservi antipatico e genuino. (E invece leggo che anche lui ha assunto dei consuylenti d’immagine per migliorare la percezione che di lui avrebbe il pubblico … Cioè a volte davvero ti viene da rimpiangere Connors & McEnroe)

  46. Roberto Commentucci scrive:

    Caro jan, dal tuo commento, sempre intelligente, temo seriamente di non riuscire a farmi capire. Forse hai ragione, il mio linguaggio è diventato davvero troppo burocratico e politichese.
    Però se guardi la sostanza di quanto ho scritto, anziché fermarti alla forma, vedrai che nel mio intervento ho auspicato che la FIT renda pubblici i suoi bilanci degli ultimi anni, che venga abolito il vincolo fra tesserato e circolo, che la politica di comunicazione prenda decisamente la strada di una maggiore trasparenza, che siano aumentate le occasioni di dibattito e che si abbandoni l’autoreferenzialità.

    Non credo che siano solo “piccoli aggiustamenti”.

    E comunque, la mia esperienza di vita, umana, e fallibile, mi ha insegnato che il progresso più efficace raramente avviene con salti spettacolari, ma più spesso procede per piccoli passi.

    Quanto alla scelta di mettere su Supertennis, invece di costruire campi pubblici, posso essere d’accordo con te, in astratto. Ma venendo al concreto, tu sai meglio di me quali e quanti sono i problemi che si devono affrontare, in questo paese, quando si mette mano ad una politica che impatta sull’assetto del nostro territorio, insieme devastato e saccheggiato ma ugualmente gravato di enormi vincoli burocratici. Si deve affrontare una burocrazia spaventosa per tirare su persino un capanno degli attrezzi…
    La FIT forse non è migliore delle altre istituzioni del paese, ma è un dato di fatto che anch’essa deve fare i conti con le debolezze strutturali del nostro sistema Italia. Sarebbe bello dire, ho 2 milioni e 700mila euro (quanto è costato per il 2009 Supertennis), adesso li uso per costruire campi pubblici… Non è una cosa che si fa dall’oggi al domani, jan. Anche se andrà fatta, certo.
    Peraltro, alcuni amici mi dicono che nelle realtà dove vivono loro i campi pubblici ci sono, ma sono quasi sempre deserti, perché i ragazzini preferiscono giocare a calcio…
    E allora forse la FIT ha fatto bene a puntare prima sulla televisione come strumento di promozione…
    Per concludere il mio pensiero in tema di Federazione. Io credo che un grosso limite all’efficiacia della sua azione derivi dal fatto che il nostro ordinamento sportivo prevede lo status di dilettante per i Dirigenti. Questa limitazione ormai, in sport ultraprofessionistici come il tennis, non sta più in piedi ed è alla base di moltissime storture.

  47. madmax scrive:

    completamente d’accordo con jan…

    qui si sta facendo lo stesso errore che i preparatori atletici italiani hanno fatto con i ns giocatori, allenandoli per un altro sport…

    ho fatto l’esempio della mauresmo nel tennis ma potremmo farlo parlando di pirlo nel calcio lasciato andare dall’inter perchè troppo fragile….arrivato al milan frequenta la mind room e diventa il mediano più forte del mondo… ma non sarà mica che prima gicava in un ruolo sbagliato? e poi ovviamente sentendosi più a suo agio si è anche sbloccato…

    a mia figlia faccio frequentare il programma mentale un po’ per tranquillità mia non volendo lasciare nulla di intentato, un po’ perchè è una delle cose che a lei piace di più ma soprattutto perchè il programma ha come scopo finale la prevenzine degli infortuni…

    anche catizone mi ha sempre detto: tu falla lavorare molto sin da piccola poi vedrai che sarà lei la prima a non mollare mai…. dopodichè uno su cento avrà anche bisogno dello psicologo ma di quelli che lavorano tanto assolutamente uno su cento e non di più… e continuava (e questo me l’hanno detto anche alla mind room) poi… a questa età è fondamentale che siano mooolto tranquilli altrimenti dopo sbroccano e lo psicologo sarà necessario per davvero…

    tra l’altro io di giocatori nei primi 100 che sciolgono nn ne vedo tantissimi a parte quando si trovano sotto un set ed un break giocando contro quelli che sono nettamente più forti loro o quando sono cotti fisicamente e di conseguenza il fattore sconfitta non è certo la testa..

    non vorrei che qui si voglia vedere o giustificare comportamenti che nn hanno nulla a che vedere con il carattere e la personalità, poi certo che quando saranno adulti la confidence servirà ma quella arriverà con la consapevolezza e con i risultati…

    dopodichè se non accettare le imposizioni di genitori e coach voler scegliere sempre cosa fare insultare le persone e lanciare le racchette si vogliono per forza vedere come segni di personalità beh mi sembra esattamente come allenare i tennisti preparandoli per la maratona…

  48. stefano grazia scrive:

    Jan:“Avere personalità” significa per forza lasciarsi andare? Gente come Nadal che non bestemmia, non lancia racchette, rispetta gli arbitri, accetta la sconfitta riconoscendo i meriti dell’avversario, non ha personalità?”

    No, ovviamente no. Ognuno ha la personalita’ che ha e non deve servire da scusante per atteggiamenti disturbanti o fuori dalle regole. Trovo che sbattere la racchetta per terra abbia tutto sommato poco a vedere con la maleducazione: se Youzhni volesse sbattere la sua racchetta in testa all’avversario, ok, deve essere squalificato: ma se se la sbatte in testa a lui stesso, boh, tutt’al piu’ fara’ la figura dell’idiota….In fondo cercava solo di scuotersi, di svegliarsi, di darsi una mossa…
    Pur io non avendone mai sbattuta in terra una e pur rimproverando mio figlio quando lo fa, continuo a non vedere il legame fra sbattimento di racchetta e maleducazione nel corso di un match PROFESSIONISTICO… Certo, se lo fa un bambino e’ diverso: e’ poco educativo ma appunto, basta fargli sapere che se la rompe gioca con quella…Tirare le palline contro la rete, contro gli spalti, quello deve essere punito IN QUANTO pericoloso: puoi colpire qualcuno …
    Ma e’ certamente vero che sbattere la racchetta per terra non e’ nemmeno sinonimo di grande personalita’, anzi … Ma un conto e’ sbatterla e fare la gnola ogni colpo, un altro e’ l’occasionale outburst, esplosione di ira e/o frustrazione…
    ESEMPIO DI GIOCATORE/TRICE CON GRAN PERSONALITA’ MA NON EDUCATO/A BENE DA GENITORI, COACHES, AMICI, MANAGERS,SPONSORS,(e non maleducato, che è cosa diversa forse):Sesil Karantancheva.
    Leggevo sulla divertente rubrica di Jon Wertheim gli Oscar (i baggies, come li chiama lui, da Jon Wertheim email’ bag) dell’annata di tennis:

    And you thought Nadal knew how to apply spin:” Sesil Karantancheva, returning from a two-year doping suspension: “I was the one that had the longest penalty in the history of women’s tennis…I hold the record. You know it’s good to hold records. No matter what. There’s nothing to be sad about, really.”

    In soldoni :Sesil che si allenava da Bollettieri e poi se ne ando’ (o fu cacciata),a 15 aa era una promessa, fu trovata positiva per anabolizzanti, si difese dicendo che era incinta (sic), fu squalificata per due anni e reagì dicendo che era meglio così avrebbe avuto il tempo di migliorare il suo tennis, torno’ all’inizio di quest’anno e vinse 2-3 challengers subito di pacca , avrebbe detto che è felice di detenere il record nel Tour femminile di sospensione più lunga. Potrebbe essere allegra incosciente giovanile sfrontatezza MA LA COSA GRAVE E’ CHE SE CLICCHI IL SUO NOME SU WTA TOUR il suo nome non compare e nemmeno su Google vi sono riferimenti recenti…Che le è successo? Ha smesso? Non ce l’ha fatta a risalire? Qualcuno ha notizie?
    QUESTO SI CHE SAREBBE UNO DEI TANTI CASI DI CARATTERE VINCENTE non educato da chi le stava vicino a vincere davvero… Un peccato. Soprattutto per lei.

  49. madmax scrive:

    rob nei campi pubblici non ci va nessuno perchè il tennis non è sport popolare in italia..

    super tennis non lo guarda nessuno perchè oltre a non essere il tennis uno sport popolare non fa vedere i campioni se non quelli di 40 fa in cui i ragazzi non si riconoscono di certo (e la qualità delle immagini fa il resto)

    finchè non si entrerà nelle scuole tutto sarà inutile ma perchè ciò possa accadere il tennis dovrà essere riconosciuto non solo dalle istituzioni ma anche dal corpo insegnanti… per far questo però ci vogliono i campioni di casa nostra che ottengono grandi risultati come in questi giorni (ma già da alcuni mesi) sta succedendo nel nuoto…

    LA STRADA PERCIO’ E’ SOLO UNA: INVESTIRE TUTTO SULLA RICERCA DI CAMPIONI DOPODICHE’ NON VERRA’ TUTTO IN AUTOMATICO MA SARA’ CERTAMENTE PIU’ FACILE FARE ED OTTENERE TUTTO

  50. chloe de lissier scrive:

    l’educazione dei giovani è oggetto di riflessione e studio da millenni. già in socrate, senofonte, platone, cicerone si trovano approfonditi e illuminati pareri nel merito. credo perciò che converrebbe forse studiare e documentarsi più che esprimere pareri su una materia così ardua. anche se questa regola aurea vale per tutto e io stessa non posso definirmi costante nella sua applicazione.
    esprimo perciò la mia opinione, molto essenziale: a mio avviso, due aspetti del comportamento dell’educatore sono comunque fondamentali in ogni caso: l’esempio e la disponibilità affettiva. noi apprendiamo molto spesso per imitazione. tendiamo pertanto a tenere come riferimento il comportamento delle persone che sono significative per noi. e poi siamo più propensi a dare credito e ad affidarci alle persone che sentiamo affettuose e disponibili verso di noi piuttosto che a coloro che si comportano in modo diverso.
    il resto mi pare dipenda molto da un’infinità di variabili, parecchie delle quali completamente casuali.

  51. stefano grazia scrive:

    Vedo che su questo argomento faccio fatica a farmi seguire anche dal mio compagno di merende, Mad Max, e continuo a ripetermi…
    In generale:
    Lo spunto era: sembrerebbe che certi bambini da piccoli avessero un temperamento focoso iroso intollerante…Si da il caso che questo tratto caratteriale e’ comune, Bjorn Borg incluso, a molti atleti poi divenuti i Numero Uno nei propri sport…La Domanda era: Come fare a dar loro la giusta educazione SENZA soffocare certe caratteristiche che sembrerebbero essere alla base della grinta e cattiveria agonistica?
    cioe’ fino a che punto e’ lecito intervenire, anche con la psicologia, per mutare un carattere? E su cosa bisogna focalizzare eventualmente la propria attenzione? Piu’ che sull’abuso di racchette o sull’importante e’ partecipare’, sul fatto che secondo me uno alla fine verra’ giudicato non se ha vinto o perso, ma su come ha combattuto.
    Federer era cosi’ indisponente…dallo psicologo ci e’ andato 8-10 volte, non credo gli abbia cambiato la vita…certamente e’ maturato lui, certamente ha scoperto che cosi’ facendo giocava meglio…Ma non e’ successo dall’oggi al domani.
    Lo stesso Borg e’ stato sospeso 6 mesi dalla Federazione Svedese: e cosa aveva mai combinato?
    Ma se Federer e Borg hanno tratto giovamento dal loro cambiamento, siamo sicuri che McEnroe avrebbe potuto giocare senza la rabbia che lo bruciava dentro? E comunque cio’ non toglie che certi outburst erano da punire sempre e comunque. Io pero’ mi riferivo di piu’ ad atteggiamenti come Hewitt e Djokovic che vengono giudicati maleducati per quello che fanno sul campo senza che secondo me ve ne siano davvero i presupposti… Magari lo sono davvero, maleducati e str…, ma non credo che lo si possa dire da come si comportano sul campo. Quella e’ semplicemente…erezione agonistica!
    In particolare:
    scrive Clitemnestra 93: “Bisognerebbe dunque lasciarci spazio per determinare il nostro comportamento”…La penso anch’io così, io infatti punisco Nicholas se la racchetta la sbatte a terra in allenamento ma in partita, fino a che non la sbatte in testa all’avversario, tenderei a lasciarlo fare:lui è libero di sbatterla, io-come Mauro- di non ricomprargliela quando la rompe … Ma se l’arbitro gli da un 15 o un game, mi sta bene: che impari lui a gestirsi queste cose…Io in effetti gli insegno a non sbatterla proprio per evitare di trovarsi di fronte un arbitro di questo tipo ma non posso mai dimenticare Panatta sotto di due set a zero contro Barazzutti nella finale di un Campionato Italiano che arriva alla panchina a fine set e bang!e Sbarabang! distrugge metodicamente e con gusto quella stupida racchetta di legno…Liberatosi da questo peso finì per vincere al quinto. Capace che se non la rompeva, finiva per non vincere e allora, nel dubbio, ha fatto bene a romperla. Tanto secondo me non era più suo padre a comprargliele. C’e’ qualcuno che lo giudico’ un maleducato?

  52. stefano grazia scrive:

    Quando Brad Gilbert allenava Murray a chi gl;i chiedeva come potesse permettere allo scozzese di insultarlo e dirgli tutte quelle cose ad ogni punto sbagliato, Brad-che ha scitto il suo secondo libro I got your back! sul cosa significhe ANCHE essere un Coach, rispondeva che se quello gli permetteva di giocare meglio lui era ben felice di fare da valvola di sfogo.

    Premetto subito che io non sono d’accordo ma mi sembra di rendermi conto piu’ di voi che il giocatore, o almeno certi giocatori, sentano il bisogno di avere un parafulmine…Di esternare anziche’ trattenere…Lo sapete, chi esterna non avra’ bisogno dello psichiatra, chi tiene tutto dentro e somatizza, finira’ per avere problemi agli organi bersaglio: accidenti cardiovasculari, esaurimenti nervosi, gastriti e ulcere, perfino dermatiti …
    Forse e’ meglio crearsi una sorta di Crying Room come fanno i giapponesi …

    Ogni tanto da Bollettieri vedo dei piccoli robottini, di solito bambine, di 8-10-12 anni, che non ridono mai, sempre concentrate/i, con una determinazione che fa paura …E mi dico: ma mi piacerebbe davvero che mio figlio fosse cosi’?
    E la risposta e’ : si!
    No, scherzo… vorrei, come tutti, anch’io la giusta via di mezzo: concentrazione e faccia da poker, i C’Mon e gli Allez! al momento giusto (break e set/match points o dopo un rally straordinario), sguardo fiero ma rispettoso, comunque sempre sorridente o con il body language che ti fa capire che comunque e’ nel suo environment, anche 6/6 nel tie break del match decisivo, anche dopo una sconfitta educato con avversario ed arbitri ed organizzatori…E un po’ di quella strafottenza arroganza casual che deve essere caratteristica di un bambino e di un adolescente che deve poter pensare che if you really want you can get it (but you must try, try and try, try and try, and you will be the best!)
    Ma sono stato sfortunato: a me e’ capitato Federer prima della conversione sulla via di Damasco con l’aggravante che non e’ Federer.
    E’ solo mio figlio e ovviamente non lo cambierei con nessun altro.
    E che dio ce la mandi buona!

  53. andrew scrive:

    Jan, non toccarmi Roberto, che se non era per lui (ho intercettato un suo messaggio su Internet, ed eccomi qua) non avrei avuto occasione di “crescere”.

    Roberto sta imparando il dialetto dei PDD (piccoli dirigenti dilettanti) per potersi interfacciare con loro, perché crede che sia necessario perseguire pervicacemente la strada dei piccoli passi, perché vuole credere ostinatamente che esista uno spiraglio di dialogo.

    Io invece penso che il progresso avvenga per salti quantistici e che per fare del bene al tennis italiano sia necessario rompere con decisione il perverso meccanismo basato sui circoli elitari.

    Quello che secondo me manca al tennis italiano è un PROGETTO SPORTIVO. Certo, i circoli (e quindi la federazione di circoli) offrono agli astanti tutta una serie di prodotti (maestri, competizioni a squadre, gite sulla neve…) anche di qualità e con tanta encomiabile passione. Certo quando si parla con i responsabili di circolo parte subito la frase spesso abusata, cito, “…quello che comunque ci preme di più è il nostro settore giovanile, i nostri ragazzi…”. Certo a incorniciare il tutto c’è sempre un occhio di riguardo al sociale, con il panathlon, il Lion, il Teflon(tm), i diversamente abili. Certo c’è a disposizione un ricco bouquet di proposte e offerte tra le quali scegliere.

    Tuttavia, l’impressione che io ne colgo è che questo sia quanto. Ossia:
    1. Vengono prima i circoli e lo spirito di club.
    2. Dopo vengono i maestri e le loro esigenze.
    3. Infine, ci sono i clienti-atleti.

    Ossia(2), ci viene comunicato che “questo è il sistema a disposizione, questi sono gli strumenti a disposizione, adesso fai un po’ te che tanto noi, nel nostro piccolo, comunque troviamo clienti.” Che non sarebbe neppure sbagliato se al posto dei “clienti” ci fossero gli “atleti” e se ci fosse dietro un PROGETTO SPORTIVO.

    Un PROGETTO SPORTIVO non può sopravvivere a sè stesso. Un PROGETTO SPORTIVO muore al raggiungimento o non-raggiungimento dell’obiettivo.

    StefanoGrazia, Madmax, Archipedro, ecc…perseguono un PROGETTO SPORTIVO.

    La FIT, a mio parere, non persegue e non perseguirà mai un PROGETTO SPORTIVO. Altrimenti, non si capirebbe perché si investe in propaganda autoreferenziale tramite un canale televisivo, in Centri Estivi, in una serie A buona da mangiare da farci il sugo quando viene Natale. O perché si punta su Barazzutti e Furlan per poi dichiarare esplicitamente che sono stati presi perché rappresentano “gli onesti lavoratori” e a Furlan gli si danno per cominciare due campi scoperti e adesso Tirrenia segue 8 (otto) ragazzi. E molte altre cose.

    Mettiamola così, la FIT è un grande circolo, un Centro Servizi che può funzionare anche SENZA ATLETI.

  54. String scrive:

    L’argomento è viziato e può solo costituire un alibi per chi manca di talento.

    Pensare che un pò di maleducazione faccia bene al gioco e a convogliare positivamente la propria aggressività è una stupidagine.

    Un pò come quelli che credono di poter giocare meglio se indossano la bandana di federer o la maglietta di nadal.

    Posso capire un allenatore che lascia fare… quando si rende comunque conto che ha tra le mani un talento e non vuole rompere un fragile meccanismo che ritiene funzioni…. ma un genitore che addirittura incita il figlio a svilupparsi in maniera inappropriata è chiaro che non ha mai conoscito lui stesso alcuna buona educazione.

  55. kill bill scrive:

    Roberto,
    tu dici che aboliresti la regola del vincolo e siamo tutti d’accordo però la FIT ha inasprito la pena.
    Quindi in questo caso devo giudicare i fatti e non le belle parole e il risultato è li.
    Televisione, vale la pena ? Vedremo. Per me costerà un sacco di soldi e visto che la coperta è corta saranno altri settori a soffrirne.
    Se poi un giorno chiuderanno in pareggio o addirittura ci sarà un utile da investire in attività sportive sarò il primo a ricredermi.
    Campi pubblici, io credo che si debbano costruire dei campi in collaborazione con enti locali ma che poi vadano gestiti da associazioni sportive con la supervisione magari propio della Fit in modo che diventino centri di attività sportiva più alla portata del circolo privato.
    Pura illusione perchè va contro l’interessi dei circoli che ricordiamolo sono la FIT.

    Stefano,
    forse si potrà rimpiangere il talento di Mc Enroe e di Connors il comportamento non credo.
    Io penso che puoi fare tutto meno che tenere comportamenti offensivi verso l’avversario. C’è differenza tra fare il pugno sul muso dell’avversario, gioire per un suo errore, rubare una palla, mandare l’arbitro, fare le manfrine per innervosirlo e chi rompe la racchetta perchè ha sbagliato un colpo o lancia una palla in tribuna, tra l’altro tutte cose che sono punite.
    Se c’è un regolamento va seguito e non perchè sei un genio ne puoi fare a meno.
    Mi stupisco che uno che viene dal Rugby dove non credo sia uso mandare l’arbitro possa tollerarlo nel tennis in nome della personalità. Forse gli All Blacks hanno meno ”fire inside” di Mc Enroe ?

  56. madmax scrive:

    stefano ti spieghi benissimo solamente che leggiamo la cosa in maniera differente..

    tu scrivi: sembrerebbe che certi bambini da piccoli avessero un temperamento focoso iroso intollerante…Si da il caso che questo tratto caratteriale e’ comune, Bjorn Borg incluso, a molti atleti poi divenuti i Numero Uno nei propri sport…La Domanda era: Come fare a dar loro la giusta educazione SENZA soffocare certe caratteristiche che sembrerebbero essere alla base della grinta e cattiveria agonistica?

    io dico e leggo: e perchè mai l’educazione dovrebbe soffocare la grinta? infatti anche federer che era un fuori di testa e NON VINCEVA l’ha capito ed ha cominciato a vincere… a mio avviso infatti semmai la verità è l’esatto contrario nel senso che credo sia la non educazione a non rendere necessaria la grinta, visto che tutto è permesso… certo che poi se uno vive nel bronx pur nn essendo educato sarà la società in cui vivi ad obbligarti ad essere forte ma se vivi sul lago d’iseo o a milano allenandoti dalla mattina alla sera in ambienti per bene l’educazione il rispetto delle regole sono fondamentali….

    mc enroe invece potrebbe essere l’eccezione che conferma la regola o magari avrebbe potuto vincere molto di più, chi può dirlo?

    alla fine però continuo a rimanere dell’opinione che non sia questo il fattore determinante perchè un atleta diventi un campione….

  57. angelica scrive:

    Stefano per rispondere ad un paio di tue curiosità:
    la scheda di Sesil Karatantcheva sul sito WTA c’è.
    Vai sull’elenco classifica dal posto 101 al 199 (quest’anno a chiuso al 148 posto ed era partita dal 9999, posizione fittizia che indica chi non ha classifica)
    se vuoi il link e’ questo : http://www.sonyericssonwtatour.com/2/players/playerprofiles/playerbio.asp?PlayerID=311810
    Giocherà anche il prossimo anno. Attualmente e’ ancora bulgara, le è stato offerto un cambio di passaporto. Ci sta pensando, ma al momento non ci sono novità.
    Per quanto rigurda il suo commento, mi stupisce che tu non abbia colto il senso ironico/sarcastico della sua frase.

    Per quanto riguarda Hewitt, la sua reputaione era bella che macchiata non tanto per le parolacce che macinava (o forse dovre dire tirava) fuori come un meititribbia ad agosto, ma dall’incidenti con Blake. Dove Blake ci fece un figurone e lui piu’ che una figuraccia una brutta macchia sulla sua persona.

    Poi tu sei bravo a giostrare le parole come in cuoco a rigirare la frittata. percio’ se uno dice ma con un carattere migliore forse avrebbe vinto di piu’ e tu rispondi ma senza quel comportamento forse avrebbe vinto di meno. E visto che nessuna delle due affermazioni e’ dimostrabile finisce pari e patta e palla al centro.

    C’e’ comunque un piccolo però: però per far si che qualcuno ti vede come una simpatica canaglia e non un gran maleducato devi arrivare molto, ma molto in alto nelle classifiche.
    Altrimenti ti scordi anche gli sponsors : schiappa e maleducato non sono una bella immagine sui cui investire i soldi

    E i tornei minori sono pieni di giocatori che il pubblico giudica come maleducati. Perche’ tu puoi anche essere la migliore persona che esiste fuori dal campo, ma io che sono interessata a te solo come spettatrice di un match di tennis mi faccio un opinione su quello che tu mi mostri in campo.

    Mi trovo in perfetta sintonia con quanto scritto da Kill Bill

  58. universo scrive:

    Ritengo che l’educazione è fondamentale anche per uno sportivo. Tanto più se è un campione perchè è un esempio per i bambini ed i ragazzi.
    Questo vale non solo per il mondo del tennis ma per tutto lo sport.
    L’attività fisica deve essere formativa e non distruttiva!!

  59. pibla scrive:

    ….la penso come MadMax, non è questo il fattore determinante per diventare un campione, quel che è certo è che sono molte di più le carriere ridimensionate da caratteri eccessivamente irrascibili ed irosi (Soderling e Canè i primi due eclatanti esempi che mi sovvengono, su entrambi o in mente situazioni che non ammettono replica), o le carriere raddrizzate perché ci si è dati una calmata al momento giusto (Borg, Federer e, a mio avviso anche se è ancora presto per dirlo, Murray che, fateci caso, quando sta bene non dice una parola, in questo ultimo anno sempre più contenuto e sempre più sostanzioso).

  60. pibla scrive:

    sì, ci manca una “h”, ” ho in mente” naturalmente.

  61. Carlo.L scrive:

    Credo che per analizzare l’argomento proposto occorrerebbe avere dei parametri oggettivi, ma ovviamente ogni giocatore ha un suo diverso modo di sentire.
    Parliamo, ad esempio, del rispetto per l’avversario, per molti è una componente importante e imprescindibile, non sacrificabile sull’altare della vittoria, altri lo considerano un optional.
    Certamente i secondi sono avvantaggiati: non ti rispetto e basta, e non faccio nulla per nasconderlo.
    I primi si metteranno un sacco di problemi: fino a che punto mi posso spingere, in certi comportamenti, senza mancare di rispetto all’avversario? E allora ecco spiegati gli atteggiamenti di esultanza mista a pudore di Nadal: ok, esulto, ma è una cosa solo mia, tu non c’entri, non ti sto mancando di rispetto. Come fa invece Hewitt con i suoi c’mon urlati in faccia fin dal primo quindici: non solo non ti rispetto ma uso questo contro di te, urlandotelo in faccia per metterti a disagio, per intimidirti.
    Il caso di McEnroe è interessante da questo punto di vista: ricordo che egli ebbe delle feroci critiche da parte dei suoi colleghi che lo accusarono di ricorrere alle sue sceneggiate, guarda caso, nei momenti in cui aveva bisogno di rompere il ritmo al suo avversario.
    Ma è giusto tutto questo da un punto di vista sportivo? O è come rubare? Voglio dire, battere un avversario che non riesce ad esprimere il suo miglior gioco a causa del nostro comportamento è vera gloria? O è un imbroglio?

  62. madmax scrive:

    finchè non c’è una regola che penalizza seriamente chi si comporta in un certo modo e dal momento in cui questo tipo di comportamento porta un reale vantaggio è giusto che uno lo faccia… dopodichè a preoccuparsi seriamente dovrebbe essere chi si fa intimidire da un pugnetto o da un c’mon

  63. stefano grazia scrive:

    Dice Sting: ‘ma un genitore che addirittura incita il figlio a svilupparsi in maniera inappropriata è chiaro che non ha mai conoscito lui stesso alcuna buona educazione.’

    Come e’ chiaro, nel caso velatamente si riferisse a me, che o non ha letto bene i miei commenti o ,il che e’ peggio, non ha assolutamente capito quel che volevo dire.

  64. andrew scrive:

    …bisogna forse tenere presente una cosa:

    quando si entra in campo per una partita, non dovrebbe esistere alcun sentimento empatico nei confronti dell’avversario, altrimenti hai già un po’ perso.

    non deve esserci alcun rispetto che non sia il rispetto delle regole condivise di un gioco che ti vede confrontarti con un altro (o un te stesso) per prevalere.

    Io credo che dietro la fulgida (non riesco a togliermi dalla testa questo termine) asetticità di Federer o dietro i C’MON di Hewitt o dietro altre forme visibili e invisibili di comportamento vi sia la medesima non-considerazione e annullamento dell’avversario e credo che debba necessariamente essere così.

    Lo stato mentale di un tennista deve essere quello esposto; lo stato comportamentale può variare a seconda del soggetto (leggere attentamente le avvertenze e le modalità d’uso).

  65. stefano grazia scrive:

    SIGNORI: VOI CONTINUATE A RINFACCIARMI UNA MIA PRESUNTA PROTEZIONE DEL MALEDUCATO o addirittura un mio incitamento ad essere maleducati per poter diventare campioni.
    MA IO NON HO MAI DETTO QUESTO, NON ME LO SONO NEMMENO MANCO SOGNATO.
    E’ vero che io ho a che fare con una ’simpatica canaglia’ ma come mi pongo io nei suoi confronti e’ al contrario di una severita’ che molti ritengono anche eccessiva.
    E cioe’: ad ogni azione, consegue un effetto: se ti comporti male, vieni punito. Se sbatte la racchetta, dice partolaccie,scaglia la pallina contro la rete Nicholas viene punito. E’ da tre anni che non riesce a fare il Birthday Party con gli amici, per esempio…
    Poi io non ho nemmeno mai detto che per essere un campione DEVI essere maleducato…Semmai ho chiesto una re-definizione di Maleducazione perche’ per esempio credo che catalogare come maleducati Murray e Djokovic sia eccessivo…Secondo me anche su Hewitt andrebbe rivisto il giudizio: con Blake sbaglio’ ma non credo lo fece con intenzioni razziste e comunque e’ lo stesso ragazzo che andava a vedersi tutte le partite importanti di Kim Clisters mentre se uno legge il libro di Spadea, trova un ritratto di Blake ben differente da quello che uno s’immagina…E quindi e’ una questione di punti di vista. Su Connors e JohnnyMac io sostengo solo che a volte uno paga la sua immagine solo perche’ e’ duro e puro e semplicemente meno ipocrita e dice e fa quello che pensa mentre altri pensano tutto il male possibile ma di fronte a te sono angioletti…
    CERTAMENTE IO NON GIUSTIFICO I COMPORTAMENTI SCORRETTI, i furti, i gamesmanships, e non li insegno certo a mio figlio. ANZI, au contraire.
    Confesso pero’ che fra un bambino ‘lesso’, come li chiamiamo noi, e uno un po’ canaglia, nello sport punterei piu’ su quello canaglia mentre la mia simpatia andrebbe al ‘lesso’, che poverino ci prova ma si vede gia’ subito che e’ un predestinato. Alla sconfitta.
    Il che se vogliamo non e’ giusto ma il tennis e’ spesso la dimostrazione che dio non esiste.

  66. stefano grazia scrive:

    Perche’ poi diciamocelo chiaramente fino in fondo: l’antidoto piu’ efficace alla maleducazione in campo e’ la sconfitta…Se mi comporto in un certo modo e vengo sconfitto se veramente ci tengo a vincere, la prossima volta non mi comporto piu’ in quel modo…
    Proprio ieri per esempio Nicky veniva SPAZZATO VIA con un duplice 60 60 in semifinale da uno slovacco…Cosa era successo? Entrato in campo convinto di farlo piangere (l’aveva visto innervosirsi newi Quarti e arrivare quasi alle lacrime), trovatosi sotto 03 alla fine e’ andato giu’ di matto lui provocando l’ira degli arbitri che evidentemente lo tenevano gia’ d’occhio e che in complesso gli hanno dato almeno 6 penalty fra cui anche un paio di game points per oscenita’ in lingua straniera e rackett abuse.

    A mia moglie che offesa e imbarazzata mi mandava prima un affranto SMS e poi una lunga email io, al sicuro lontano dal fattaccio e nell’invidiabile posizione di poter valutare la situazione con un certo distacco, rispondevo quasi rallegrandomi:
    ‘Son tutte lezioni (di vita e di sport), con lui non stare a fissarti troppo sulla figuraccia che ci fa fare a noi ma su quella che fa lui.
    In piu’, certo, fagli capire che se si becca dei 60 60 da uno Slovacco qualunque, e di Slovacchi son piene le vie,sicuramente e’ inutile stare a parlare di Tornei Intnl e di Eddie Herr/Orange Bowl. Si va a giocare quello di Mirandola, piuttosto.
    Il che va benissimo: you’re good,son, but not enough… Nulla di cui vergognarsi.
    Di cosa si deve vergognare invece? Del comportamento.
    Ed e’ per quello che viene punito.
    Se non riesce a controllarsi:
    1)perde comunque
    2)viene punito

    ASCOLTA, per caso hai preso la mia penna Iomega da 120 giga, quella grigia?’

    Dal che si dovrebbe dedurre che non ne ho fatto una tragedia e che da sportivo vero io so che in campo a volte si vince, a volte si perde, a volte piove.
    E tutta la mia stima agli arbitri che si comportano allo stesso modo con tutti e ti correggono in campo aiutandoti in questo modo a crescere. In campo non si frega, si rispetta l’avversario, non si scagliano le palline, non si dicono le parolaccie.
    Sono curioso di vedere se Nicholas ha la grinta per rimbalzare in piedi, per fare tesoro dell’esperienza…A lui cosa ho detto? Sermplicemente questo: come ti sei sentito dopo il match? male, vero? E allora pensaci e cerca di non sentirti mai piu’ cosi’. E comunque i match si combattono fino all’ultimo che sponsors e coach guardano si se uno vince ma anche e soprattutto come uno perde.

    SIETE PIU’ TRANQUILLI ORA? Sono io che dovrei offendermi per avere solo pensato che…
    Il mio discorso pero’ (E DAGLI!!!)voleva essere piu’ sottile ma si vede che proprio non ci riesco: ci sono delle caratteristiche nella personalita’ del bambino (la grinta, la taraghigna, il rifiuto della sconfitta, il fuoco dentro, un senso esasperato e maniacale per la giustizia… a proprio favore, l’egoismo e l’egocentrismo, l’arroganza e l’aggressivita’,etc) Che non ti fanno accettare la sconfitta e che a volte vengono scambiate per maleducazione.
    Alcuni Coaches sono contenti nel non vedere la remissivita’ o la rassegnazione, l’accettazione fatalistica della legge del piu’ forte … Vedendo un bambino dar di matto per una sconfitta o anche semplicemente un colpo sbagliato alcuni coaches si sentono sollevati: at least he care!, mi dicono, e si sentono molto piu’ preoccupati se il loro allievo e’ ‘letargic’.

  67. stefano grazia scrive:

    SI, vedo che Carlo e Andrew cominciano a centrare il problema…Sottoscrivo l’ultimo post di Andrew che pure e’ un vaffantennista ma lo sport, il vero sport, e’ giocare per vincere, non giocare per partecipare. Ovviamente le regole vanno rispettate. Ma l’ultimo post di Andrew e’ perfetto.

    CHIUDO COL RUGBY perche’ tirato in ballo da KB non posso esentarmi: sembrera’ ossimorico o contradditorio ma il rugbysta e’ di norma un giocatore corretto che pero’ entra in campo col recondito desiderio di far male all’avversario con un placcaggio regolare…spera cioe’ di stenderlo con un placcaggio e di lasciarlo la’ per terra e sara’ lui il primo, quello in terra, a fargli i complimenti… Se invece gli faccio male con una scorrettezza, so gia’ che indipendentemente dall’arbitro verro’ raso al suolo dai suoi compagni di squadra che avranno il diritto di prendermi a pugno o di camminarmi sopra coi tacchetti…Per questo nel rugby non si vedono tante scorrettezze … Ma e’ un gioco di aggressione fisica e anche verbale e l’Haka degli All Blacks altro non e’ che pura e diretta ARROGANTE INTIMIDAZIONE … La grandezza del Rugby e’ nell’estrema cavalleria/correttezza durante il gioco fra due squadre che vogliono comunque annientarsi … senza pero’ infrangere le regole.
    Quando entri in campo entri dunque in campo in uno stato di esaltazione indotta…Phil Bennet quando era Capitano del Wales era solito arringare i compagni prima di un match con l’Inghilterra ricordando i saccheggi, gli stupri, le devastazioni di anni di dominio inglese…Ed e’ con con costoro, concludeva, con cui stiamo per scendere in campo!
    Altro aneddoto: Carling,capitano dell’England nel 95 racconta di essersi infuriato a morte nel vedere la sua ala fare l’occhiolino amichevole a Jona Lomu nel tentativo di instaurare un rapporto amichevole di reciproco rispetto prima del match contro gli All Blacks che risulto’ in una disfatta per gli inglesi con 4 mete di Lomu…Nel DVD che ricorda le World Cup del Rugby Carling, che fu anche fra gli amanti di Lasdy D, scuote la testa a meta’ fra il digustato e l’incredulo: ‘Non si fa il friewndly wink a un All Black prima del match contro di lui…
    E a fine partita comincia il Terzo Tempo. Ma durante il match il messaggio e’: io ti rispetto ma ti voglio distruggere. E la carica e’ tanta che non di rado capita di vedere una mezza pugnettina (che ne so,il mediano di mischia, che di solito sono i piu’ cocky, arroganti, di tutti) dare un cazzotto a un gigante reo di aver fatto un ostruzione o di essere in off side, tutti reati ben piu’ gravi perche’ CONTRO LO SPIRITO DEL GIOCO di una placcata pericolosa.
    Questo comunque capitava molto di piu’ prima: ora essendo diventato uno sport professionistico, avendo migliorato la classe arbitrale ed essendo obiettivamente divenuto uno sport molto piu’ violento, non e’ piu’ possibile farsi giustizia da soli con l’arbitro che chiude un occhio. Meglio adesso, certamente, lo dico subito perche’ capisco che su questi argomenti faccio fatica ad essere compreso.
    Ultimo Aneddoto per riderci su: Mi ricordo di aver letto sul libro di Tognetti RUGBY: Da una citta’ uno Sport, di un Mediano di Mischia inglese,ahime’ non ne ricordo il nome, che era anche un Sacerdote e che era giocatore famoso per il gioco e per la correttezza, e ci mancherebbe, essendo appunto un prete. Immaginatevi quindi lo stupore dell’Arbitro quando vide il Prete appioppare all’improvviso un diretto in faccia ad un giocatore avversario e poi voltarsi verso di lui esclamando: Quest’uomo stava per bestemmiare!

  68. chloe de lissier scrive:

    “Per una volta e fra lo stupore generale e la commozione di Chloe de Lisser, rinuncio alla mia abituale logorrea: possiamo cominciare subito coi commenti”. così parlò subcomandustra. poi scrive una congerie alluvionale di commenti.
    subcomandisgrazia, sei tu la dimostrazione che dio non esiste, mica il tennis.

  69. Nikolik scrive:

    Riguardo, però, a McEnroe e Connors, bisogna intendersi.
    McEnroe perdeva proprio la testa, quando litigava. Si vedeva che era una reazione sincera ed istintiva e, infatti, perdeva anche la partita, il più dellle volte, quando perdeva la testa.
    Se non ricordo male, una volta in Australia si fece squalificare, anche.

    Connors non perdeva la testa, quando litigava: Connors lo faceva apposta.
    Era il mio giocatore preferito, un talento pazzesco, ma si vedeva che lo faceva apposta: lo faceva quando era in difficoltà.
    Emblematico è il caso della partita contro Krickstein agli US Open, che ha ricordato Stefano: era il suo modo per fare capire all’avversario che il padrone era lui, che lui poteva fare quello che voleva, che comandava lui, che l’arbitro non contava nulla. Aizzava la folla. Era il suo modo per fare capire che quella era casa sua, che avrebbe vinto lui.
    Non vorrei sbagliare, ma Connors non fu mai squalificato, penso: tutte le sue sceneggiate erano finalizzate a vincere la partita, non a perderla. Arrivava al limite, come in Coppa Davis contro la Svezia, in una finale storica, ma non si faceva squalificare.
    Insomma, Connors non perdeva la testa, erano reazioni calcolate.

    Tra le due manifestazioni, sono nettamente più tollerante verso la prima.

    Ma, in generale, protesto: non si possono dare giudizi morali su un atleta che spacca la racchetta. Assurdo dire che è un maleducato. E’ solo uno che ha spaccato una racchetta. E’ inammissibile giudicare una persona, moralmente, da come si comporta su un campo da tennis. I due concetti sono assolutamemnte estranei tra loro.

    Piuttosto che un articolo su come si comportano i figli sul campo, aspetto con ansia un articolo su come si comportano i Genitori a bordo campo.
    Quante cose tristi, avvilenti, incresciose, umilianti ho visto, Genitori, quante ne ho viste…

  70. Roberto Commentucci scrive:

    Piuttosto che un articolo su come si comportano i figli sul campo, aspetto con ansia un articolo su come si comportano i Genitori a bordo campo.
    Quante cose tristi, avvilenti, incresciose, umilianti ho visto, Genitori, quante ne ho viste…

    Standing ovation per Nikolik, signore e signori.

  71. madmax scrive:

    proprio stasera ero fuori a cena con fabio della vida che qualche genitore l’ha conosciuto… beh il quadro che mi ha fatto illustrato riguardo a questo discorso è drammatico con scazzottate sulle tribune tra genitori e scene da telefono azzurro…. siamo al discorso di prima, scuse non ce ne sono queste persone fanno schifo e dovrebbero essere allontanate a vita dai campi da tennis!!! lui mi ha detto che quando scopre situazioni simili tra i suoi “protetti” toglie ogni sponsorizzazione… a fabio una super standing ovation…

  72. Enzo Lo Iacono scrive:

    ……… già! Genitori che si alzano in piedi e intervengono su una palla che ha millimetricamente toccato la riga chiamata fuori al proprio figlio e poi restano tranquillamente seduti, per la serie “mi facco i fatti miei” quando, poco dopo il figlio reclama una palla che è uscita di 40 cm a lato ( e proprio nel lato della tribuna) e lo fa solo perché sa che il suo avversario non ritrova i segni……………

    ………. genitori che cominciano ad incasinare tutto già dall’uscita del tabellone, perché il figlio doveva essere uno o due……….

    ……….. genitori che alla propria figlia di cinque anni la minacciano di non portarla più perché pur divertendosi, si impegna poco…………

    ………… genitori che non gli frega niente degli allenamenti e che ritengono i tornei una perdita di tempo e soldi……..

    ………… genitori che cambiano subito il maestro perché il figlio è stato battuto da qualcun altro che prima beccava un 60 ………….

    ……….. genitori che non ti lasciano lavorare perché, pagando la retta, pretendono di decidere come e con chi si debba allenare il proprio figlio……..

    ……….. genitori che vogliono tutto subito………….

    ……….. genitori, l’unica cosa he un giovane tennista non può scegliere!

    P.S.: Il piccolo Seby parte per Bari (l’anno scorso ha vinto la sua categoria); poi il Lemon Bowl e il Warrior TTK. Costo totale preventivato(atleta e mamma) € 3.500 euro in venti giorni di attività. Per essere di interesse nazionale la FIT mi ha dato nel 2008: € 280.
    QUESTE SONO LE COSE CHE DEVONO FAR RIFLETTERE!!!

    Altro che Supertennis e campi comunali

  73. Roberto Commentucci scrive:

    Enzo ci vedremo sicuramente, entrambi i tornei romani si disputano a pochi chilometri da casa mia. Seby è primo anno under 12 giusto?

  74. Elettra scrive:

    Io e mio fratello abbiamo gli stessi genitori, lui ha smesso di tirare di scherma a 14 anni dopo aver dato fuori di matto regolarmente in sala ed ad ogni gara ed essere stato squalificato dai campionati italiani per aver lanciato maschera e fioretto all’arbitro, io ho smesso a 24 anni, senza aver mai discusso, nemmeno sulle stoccate più dubbie.
    Carattere? Forse, ma lui tirava perchè gli piaceva vincere, io tiravo perchè mi piaceva e vincere era la logica conseguenza.
    Non comprendo perchè ci si scandalizzi del comportamento di alcuni genitori ed io potrei dire di alcuni maestri, la cultura sportiva non è da tutti, a prescindere che si pratichi o meno uno sport e quello che capita nei campi da tennis è esattamente quello che si vede in giro.
    Un conto è la maleducazione, un conto è reagire male, magari sotto stress, non dimentichiamo che anche i campioni sono ragazzini ed il tennis è uno sport da adulti.
    Tralasciando gli esempi di psicotici, gente come McEnroe o Borg e Federer prima della cura, sono diventati campioni lavorando sul carattere che poteva essere un limite, questo è il valore aggiunto.
    La realtà è che in nessun altro sport i bambini hanno la “carogna” sulle spalle prima ancora di capire il punteggio, conoscono la classifica dell’avversario ma non il nome, hanno l’obbligo del “positivo” e già la definizione la dice lunga.
    Forse il motivo per cui in Italia abbondano gli psicotici, piuttosto che i campioni è una cattiva educazione sportiva che porta a far coincidere il risultato con le qualità personali, senza dare il tempo di maturare e trovare l’equilibrio.
    Ian e Stefano, mia figlia ringrazia.

  75. stefano grazia scrive:

    Incredibile: sono ormai 5-6 volte di seguito che mi trovo perfettamente d’accordo con Nikolic …. Un piccolo aneddoto sul match di Connors con Krickstein: a fine partita Aaron disse: ‘Fossi stato fra il pubblico, avrei tifato anch’io per Connors!’. (Il che,se vogliamo, ci fa anche pensare alla differenza di personalita’ fra i due…Ma era probabilmente solo una simpatica battuta)
    Quanto ai Genitori: ci sono Genitori e Genitori.
    Vivendo all’estero e frequentando pochissimo il Junior Tour pero’ quest’articolo sulle malefatte dei genitori a bordo campo lo dovra’ scrivere qualcun altro visto che io non ne ho esperienza diretta. Il mio sogno, tra l’altro, sarebbe di non andarci nemmeno, alle partite.
    Soffro troppo.
    Anche le partite di Agassi e della Henin preferivo guardarmele in differita: quando sapevo che avevano gia’ vinto. La finale Federer-Nadal, la piu’ bella partita mai giocata secondo Jon Wertheim, io non me la sono vista: sapevo che avrebbe vinto Rafa e quindi l’ho rimossa.
    Me la vedro’ un giorno o l’altro ma ora come ora preferisco ancora rivedermi Agassi-Ivanisevic a W o Agassi-Medvedev al RG.
    I due tornei visti l’estate scorsa (una semi e uno vinto) mi sono bastati quanto a emozioni: un vero rollercoaster di emozioni. Ovviamente vissute in un angolo lontano, ad annotare dritti e rovesci vincenti, unforced errors, discese a rete, servizi vincenti e doppi falli, etc e a lanciare qualche occasionale Ole’! ad un bel colpo (all’avversario pero’ solo un cordiale applauso, niente Ole’! perche’ non siamo santi e ancora preferiamo tutto sommato che a vincere sia nostro figlio)
    Ma l’ideale per me e’ mettere la videocamera e poi andare al bar: se la sbrighi lui. Il mio lavoro a quel punto l’ho gia’ fatto.
    Forse mutuo anche qui dal rugby: nel rugby che conta, il rugby internazionale, nel momento in cui comincia il match, l’allenatore sale in tribuna e lascia le redini al Capitano.

  76. Gabri' scrive:

    DA BRADENTON,FL:
    Jose’ Lambert e’ uguale a Jeff Bridge! Allora oggi l’ho visto e mi ha detto subito che Nicholas nel pomeriggio sarebbe andato col suo gruppo fulltimer e poi lo avrebbe preso con lui verso le 4. Io poi sono andata allo sport authority e all’altro negozio per comprare un’altra agility ladder e sono tornata al pomeriggio. Devo dire che andare troppo li’ vicino mentre ha il suo gruppo mi intimidisce un po’ perche’ non vedi altri genitori intorno e lui e’ molto concentrato a veder cosa fanno e poi non ci sono altri coaches, i ragazzi giocano fra di loro, lui da’ i compiti e loro eseguono e lui passa da un campo all’altro e li tiene sempre d’occhio. Poi quando facevano un break si sedevano a guardare i pro che si stanno allenando adesso li’ (Jankovic, Vaidisova, Taylor Dent, Malisse, Nishikori, Stepanek,Karlovic…) e Nicholas era vicino a lui e chiacchieravano. Poi dopo mentre Nicholas giocava e io ero li’ a guardare aspettando di dirgli qualcosa quando avessero finito, e’ stato lui a chiedermi quanti anni avesse Nicholas e mi ha detto che e’ very talented,tecnicamente e’ stato fatto un gran lavoro, e’ veloce e si muove bene e attacca, il che va bene e sa quando farlo. Allora gli ho chiesto, rispiegando che siamo in Africa e abbiamo fatto praticamente tutto noi con le direttive dello Strategy Zone e che facciamo tanta preparazione atletica e lui ha detto che si vede, allora gli ho chiesto se poi mi fa un quadro della situazione se mi dice su cosa dovrebbe lavorare e quale programma suggerirebbe se possiamo tenerci in contatto per quando torniamo ed essere in qualche modo il riferimento per Nicholas in accademia e lui diceva che va bene, mi chiedeva se gioca tornei e dicendogli che non ne gioca tanti ma vorremmo fargli cominciare a fare qualche torneo in europa e poi forse, deve dirci anche lui, provare l’anno prossimo l’Eddy Herr e Orange Bowl. Poi siccome avevo anche sentito Nicholas che gli stava parlando degli arbitri ai tornei credevo gli avesse parlato della partita di ieri (in piu’ era passato Percy, il coach che lo aveva avuto l’estate scorsa,e che lo aveva salutato dicendo I guess he didn’t miss me!!) e insomma con Lambert ho detto che Nicholas aveva fatto il torneo li’ a Sarasota tanto per allenarsi, mi ha chiesto come era andata e gli ho chiesto se Nicholas gli aveva detto cosa era successo e insomma gli ho detto che quando Nicholas vince e’ un Lord inglese sul campo ma quando perde …e lui dice che aveva gia’ notato qualcosa e infatti, mi dice, adesso ci mettiamo li’ a parlare con lui e sentiamo lui cosa dice, perche’, dice lui, il suo ‘tennis is fine’ non ha bisogno di niente, deve solo essere lui adesso a voler giocare e a curare la sua attitudine. Allora ci mettiamo li’ sui tavoli dell’adult program e Jose’ comincia a chiedere a Nicholas cosa e’ successo ieri e si fanno una bella chiacchierata piu’ o meno con le stesse cose che diciamo anche noi, insistendo sul fatto che deve riuscire a controllarsi e deve farlo tutti i giorni, che e’ una cosa che succede a tutti ma che deve impegnarsi a non farsi prendere da questa bad thing che non gli porta benefici a parte il fatto che adesso tutto quello che uno fa nei tornei viene registrato e nei tornei ITF ma anche negli USTA ti possono sospendere come una patente a punti. Poi ad un certo punto Jose’ era abbastanza paterno e gli spiegava che tutti hanno questa parte di evil o non so come vuoi rappresentarlo e Nicholas gli dice: per me e’ come un maialino nero …e lui si mette a ridere e insomma anche dopo quando hanno giocato ogni tanto saltava fuori sto maialino che Nicholas si deve allenare a tenere nel recinto, non deve permettergli di fargli perdere il controllo. Poi gli spiegava che si vede che e’ molto passionale che ha molta energia e questo va benissimo ma devi imparare ad avere pazienza. Insomma una bella chiacchierata!
    Poi hanno fatto un po’ di drills, praticamente la tecnica applicata alla strategia, ha fatto dritti e rovesci bene poi gli ha fatto fare il rovescio da fondo fondo campo alto e lungo e gli ha detto di ritornare sempre il rovescio profondo cosi’ per poter tenere il controllo. Poi gli ha fatto ritorni di servizio facendogli capire il suono che deve avere la palla sulla racchetta, deve pop out e deve estendere le braccia. Poi ha fatto volley di rovescio che fa gia’ bene ma deve essere ancora piu’ incisiva per chiudere il punto. Poi servizio, aveva gia’ detto prima che il servizio era forse l’unica cosa su cui deve lavorare e gli ha fatto fare il kick e mi ha fatto vedere cosa deve fare dicendo che ha gia’ una bella accellerazione della racchetta e quindi deve essere paziente e fare il lancio giusto: se non e’ giusto non servire, e shape la palla. Lo slice e il piatto sono piu’ facili. C’era anche la Margie quando facevano i drill e lei era entusiasta e mi diceva: I love the way he plays, he is so talented! Adesso Nicholas continua con questa schedule mattino short timer e pomeriggio full time e poi giovedi’ facciamo il punto della situazione con Jose’ stessa ora. Lui comunque ha detto che Lance, Margie e noi abbiamo fatto un gran lavoro!
    Buona notte!

  77. stefano grazia scrive:

    Nella preadolescenza c’e’ il tempo delle mele, quello delle pere e c’e’ dunque (e perche’ no) anche IL TEMPO DEL MAIALINO NERO
    Che dire?

    La vita e’ un ascensore
    c’e’ chi scende e c’e’ chi sale
    chi in testa ha un sensore
    e chi invece ha un maiale

    Spero che cominci presto l’era del cinghiale bianco!

  78. Giovanni da Roussillon scrive:

    Elettra sarebbe figliola di Clitennestra. Nondimeno, dalle sue proposizioni, dimostra qui gran lucidezza e la immagino genitrice magnifica.

  79. stefano grazia scrive:

    Elettra: “Un conto è la maleducazione, un conto è reagire male, magari sotto stress, non dimentichiamo che anche i campioni sono ragazzini ed il tennis è uno sport da adulti.”

    Finalmente qualcuno (Carlo, Andrew,Nikolic,Elettra…) che sembra capire a cosa io cercassi forse confusamente di riferirmi… Perche’ confesso di provare uno strano disagio di fronte a tutte le vostre certezze …

    ENZO: mi ricordo che avevi scritto qualcosa di interessanbte su CUORE,TESTA,GAMBE e carattere, l’anno scorso, vabbe’ che Paganini non ripete… A parte cio’, se quelli sono i contributi FIT,mi viene in mente la battuta su Praga fatta da mio padre quando la ando’ a visitare negli anni 70: Se questo e’ il Sol dell’Avvenire…l’e’ mei ster all’ambra! (meglio stare all’ombra)

  80. chloe de lissier scrive:

    nella senescenza c’è il tempo delle prugne, quello delle fave e c’è dunque (perché no?) anche il tempo della gallina bianca.
    che dire?

    il papa dice che la vita è una grazia
    ma c’è chi se la gode e chi se la passa in disgrazia
    c’è chi in testa ha la cultura
    e chi invece la segatura

    spero cominci presto l’era del somaro volante

  81. stefano grazia scrive:

    Certo di farvi piacere copio e incollo il paragrafo 18 del NONO RIASSUNTONE della Prima Stagione di G&F visto che mi sembra pertinente e dove si riassume anche il pensiero di Pibla,Enzo Lo Iacono e di Fulvio:
    18) BORN TO WIN or BEAUTIFUL LOSER? THIS IS THE QUESTION (e SBATTIMENTO DI RACCHETTE)
    Pibla si preoccupa in un mio post incentrato sul tema dell’animus vincendi che io non abbia esagerato nel ravvisare nel campione cattivo e molto egocentrico le sole caratteristiche possibili del vincente. Scrive infatti,citando poi Muster: ‘secondo me essere vincenti significa, approssimativamente parlando, entrare in campo disposti a tutto e con la piena consapevolezza che quando ne usciremo avremo dato veramente tutto e forse anche qualcosa di più’ che e’ poi quello che ho sempre sostenuto fin dall’inizio…non cnta vincere,non conta perdere, cio’ che conta e’ l’aver ben combattuto. La mia semmai era una preoccupazione…Da qui comunque il sottile equilibrio nel correggere certe caratteristiche innate dei nostri pargoli con l’Educazione Classica e che secondo me ENZO ha ben compreso (mentre Kill Bill, l’Agonista Duro e Puro, invece rimane dubbioso e con lui anche Andrew e Altri)Enzo dice: Raccomando sempre:
    “TESTA, CUORE E GAMBE!”
    Sull’utilizzo della testa e della gambe è inutile rimarcare.
    Sul CUORE farei un discorso a parte:
    Cuore = passione, voglia di vincere, voglia di lottare ecc.
    Sono convinto che questa è una di quelle caratteristiche che HAI o NON HAI; poco ci puoi lavorare.E’ chiaro che nei mini atleti queste qualità si traducono spesso, anzi vengono esternati con atteggiamenti che possono sembrare negativi, ma che sono di buon segno: sbattere la racchetta - fregare all’avversario la pallina importante - spiattellare un “Yeesss” in faccia all’avversario.Ripeto, tutte espressioni “scorrette”, ma segno di PASSIONE.
    E’ chiaro che con i dovuti modi e con tanta pazienza, bisogna far capire all’allievo la sottile linea che separa l’accanimento dalla scorrettezza, la legalità dall’illegalità ecc. ecc.
    (…): è scorretto sbattere la racchetta; è sbagliato gioire sui doppi falli dell’avversario o sui suoi errori, è sbagliatissimo non essere onesti sulle chiamate importanti, ma sono atteggiamenti importanti, anzi caratteristiche importanti nell’età giovanile, che il maestro dovrà saper indirizzare nel modo giusto e corretto!
    Senza queste caratteristiche, che per Andrew,dice, son solo maleducazione, ENZO ci dice che difficilmente l’Atleta andra’ lontano.Fulvio poi interviene e mette a tacere tutti: la racchetta si puo’ sbattere,che c’entra con la maleducazione…

    CHLOE: pa-pa-pe-ro pa-pa-pe-ro!

  82. pibla scrive:

    Onestamente non so se a Roberto faccia piacere che si sappia, ma a me sembra una cosa bella e quindi mi sembra giusto parteciparla; stasera Roberto sarà ospite del talk show di SuperTennis e secondo me ci sta molto meglio di parecchia altra gente.
    Robè, fregatene se sarai un pò emozionato, comunque vada sarà un successo!!!
    Un abbraccione e complimenti!!!

  83. Giovanni da Roussillon scrive:

    L’era invocata da Chloe non deve essere così lontana. Ci vengono diversi lavori deliziosi di Marc Chagall, nei quali gli angeli sembrano convivere con ciuchi soavi. Ad osservazione attenta, non sfuggirà il carico di materiale da tennis che un quadrupede librato nell’empireo porta agilmente in soma (a poco è valsa al gallerista riverente l’abrasione del sottotitolo primitivo de “l’annunciazione”)

  84. chloe de lissier scrive:

    mi sembra che tutte le considerazioni siano incentrate sull’avversario: rubargli o meno un punto, urlargli in faccia, gioire dei suoi errori. questi sono atteggiamenti da quaquaraqua (i genitori e i maestri seri dovrebbero dirlo chiaramente ai ragazzi) che sviliscono la dignità di chi li attua. perché non spiegare ai giovani che all’avversario non vanno mostrate le emozioni perché queste in ogni caso sono informazioni su loro stessi? perché non fargli comprendere che comportamenti del genere tolgono concentrazione? perché non dir loro a chiare lettere che se non sanno controllarsi perderanno quasi sicuramente? insomma, perché non insegnare ai ragazzi che la calma produce una forza immensa mentre la furia disperde energia?
    il problema, insomma, non è in una mera questione di buona o cattiva educazione nei comportamenti, ma nell’effettiva utilità di questo o di quell’atteggiamento.
    vale sempre l’antica massima: se hai un vantaggio fai una mossa, altrimenti resta fermo. insegniamo loro a riflettere su come perseguire un autentico vantaggio. e possiamo starne certi, alla fine sbracare non dà mai vantaggi.

  85. Enzo Lo Iacono scrive:

    @Roberto:
    Si, Seby, classe ‘98 entra nel primo anno under 12, anche se già lo scorso anno ha già giocato qualche torneo.
    Spero di incontrarti e avere occasione di scambiare quattro chiacchiere, visto che l’anno scorso son dovuto scappare in fretta e furia.

    @Stefano (comportamento in campo)
    Non vorrei essere frainteso nell’argomento e, pur ribadendo ciò che ho affermato nel post incollato da Stefano (cuore, testa, gambe), sottolineo sempre che ritengo il Tennis (e lo sport in genere) non un mestiere o una professione, ma solo un mezzo per crescere in modo sano (anche e soprattutto mentalmente).
    Sul discorso della racchetta, pur essendo d’accordo con Fulvio (”racchetta si puo’ sbattere,che c’entra con la maleducazione…”), ma tengo a precisare che se un allievo under12 - 14 sbatte la racchetta in allenamento o durante un match, mi in****o come una iena.
    Ma è il caso che mi spieghi meglio e cerco di essere meno tecnico possibil:.
    Sono perfettamente dell’opinione (occupandomi prevalentemente di aspetto mentale) che durante un solo match di tennis possono concentrarsi tutte quelle sensazioni (buone o cattive) che una persona “normale” subisce in una vita intera. Proprio per questo, ci sono dei momenti in cui l’arausal è talmente alto che la necessità di sfogarsi, in qualche modo, diventa essenziale.
    A qualche allievo già oltre i 16 anni (che se lo possa permettere) addirittura gli ho anche detto che sarebbe stato propedeutico a un certo punto del match fracassare la racchetta con un colpo solo, secco ma deciso. Ma questo lo posso dire a un “uomo” o donna che sia, quando comprende perfettamente il gesto che compie e le conseguenze.
    A un bambino invece (anche a mio figlio che le racchette già non le paga) gli faccio il diavolo a quattro perché deve invece capire altre cose: il valore e l’importanza delle attrezzature, per esempio. Vedo troppi bambini picchiettare continuamente la racchetta. Ma ritengo utile precisare anche un’altra cosa:
    tutto dipende dalle pressioni psicologiche alle quali sottopongo gli allievi:
    da un “uomo” di 16 anni pretendo che esca dal campo con “il sangue dalle gengive” per aver dato tutto; da un bambino (figlio compreso) pretendo che si diverta, apprenda il suo importante bagaglio motorio ed educativo che potrà servirgli nel suo eventuale futuro tennistico, o anche nella vita se decide di fare qualsiasi altra cosa.
    NON POSSO METTERE UN BAMBINO NELLE STESSE CONDIZIONI DI STRESS PSICOFISICO DI UN ADULTO, SENZA PERMETTERGLI POI LO SFOGO CONSEQUENZIALE.

    Tutt’altra cosa è insultare l’avversario o approfittare furbescamente utilizzando atteggiamenti contro la morale, ma che trovano conforto nelle “vacazio legis” del regolamento. Atteggiamenti che condanno a prescindere.
    Lo sport è sport e basta. Altrimenti lo chiameremo in altro modo! (vedi calcio).

  86. andrew scrive:

    Enzo…hai ragione a incavolarti…ma è proprio necessario che tuo figlio vada a giocare quei tornei?

    Ossia, la FIT li richiede come necessari e poi ti elemosina quella cifra?

    Io faccio questa riflessione:

    Già il fatto che un under10 sia “di interesse nazionale” mi pare simile a un paradosso. Può voler dire prevalentemente tre cose: che tuo figlio è veramente ma veramente forte, che il livello degli u10 nella tua regione è molto basso oppure entrambe le cose.

    In ogni caso, se i tornei che hai citato sono indispensabili per i ragazzini U10 seguiti dalla federazione, allora dovrebbero darti più soldi, specie in considerazione del fatto che vieni dalla sicilia (e teoricamente non dovrebbero darne a chi viene da Roma).

    Se invece i tornei sopracitati sono un modo per mettersi in mostra nell’ambiente e non sono, diciamo, indispensabili…allora…ehmm…dovresti pagare di tasca tua…

    Per Roberto:

    dai Roberto, in bocca al lupo…ripassa il dialetto PDD ma se ogni tanto cambi registro vedrai che effetto!!! Ricorda il tema dei trasferimenti/vincoli…
    Altro tema è quanto esposto da Enzo: ossia, è proprio necessario che si debba viaggiare così tanto per trovare competizioni già in U10. Non dovrebbe essere compito di un comitato prov./reg. promuovere delle competizioni di livello un po’ vicino?

  87. Gus scrive:

    Io trovo abbastanza singolare mettere insieme personalità e maleducazione.
    Ma affrontiamo la sfida, nel tentativo di interpretarla alla Stefano, e cioè se e quanto si deve intervenire sulla personalità di un ragazzo senza inibire le sue potenzialità.
    La mia risposta che poi spiegherò in seguito (così chi non vuole si ferma qui) :-) è:
    Intervenire su atteggiamenti maleducati del proprio figlio, anche duramente, non ha nessuna rilevanza con la sua personalità, perché maleducazione e personalità non sono due facce della stessa medaglia.
    Però dobbiamo anche relativizzare, altrimenti non è chiaro il perimetro di riferimento.
    La maleducazione è un atteggiamento sgradevole, insolente, arrogante, che è contrario alle regole di comportamento stabilite in un determinato luogo (metaforico).
    Non è detto, quindi, che un atteggiamento maleducato sia considerato sempre tale e in ogni luogo e nel tempo le “regole” cambiano.
    Ad esempio, almeno stando ad alcuni classici cinematografici, un rutto a fine pasto tra i beduini era un gesto educato, in occidente assolutamente maleducato.
    Questo per dire cosa?
    Per dire che dobbiamo quindi riferirci alle abitudini, alle regole, al costume del gioco del tennis e non di altro.
    Io, ad esempio, noto che nella pallavolo si festeggiano anche i punti fatti con fortuna oppure per errore dell’avversario. Nel tennis, quando fai punto per fortuna è buona norma chiedere scusa. L’esatto contrario, quindi.
    Nell’Hockey su ghiaccio si “accetta” abbastanza serenamente la rissa, che in in un campo di tennis sarebbe inaccettabile.
    Questo, a mio modo di vedere, sarebbe già sufficiente per stabilire che la personalità e la maleducazione non sono la faccia della stessa medaglia. Proprio perché la personalità, per quanto complessa, è unica, mentre l’atteggiamento varia a seconda dell’ambiente in cui si agisce.
    Se mia figlia gioca a tennis, si deve comportare da tennista, se gioca a pallavolo da pallavolista, cambiando il suo atteggiamento. Questo fa parte di una personalità, se mi consentite la forzatura, intelligente.
    Io non sono d’accordo con chi pensa che si possa intervenire più avanti. Anzi, prima si comincia meglio è.
    Ovviamente senza esagerare. Per quanto mi riguarda vietato picchiare.
    Anche la maleducazione ha però la sua scala di disvalori.
    Io, ad esempio, parlo da solo e sono molto critico con me stesso. Mi sono accorto che questo in qualche caso può dare fastidio all’avversario. Cerco di limitarmi, però grado di maleducazione? Basso.
    Poi ci sono quelli alla McEnroe: e qui lo dico chiaramente, se a McEnroe lo avessero squalificato per 6 mesi, probabilmente lui avrebbe saputo canalizzare la sua rabbia (perché lui è un collerico, una delle 4 personalità classiche definite da Aristotele) e magari e dico magari, vinto di più.
    McEnroe, cmq, lo dovevano squalificare, stesso dicasi per Connors.

    @Stefano G:
    “Dice Jan(a proposito, ben tornato a G&F):”Imprescindibile è giocare un ottimo tennis, perché è deplorevole e triste il tennista maleducato e anche scarso.””
    “Grande! Anche se a rigor di logica la grandezza non dovrebbe scusare la maleducazione.”
    Perdonami, ma è esattamente l’opposto. Un grande è colui che gioca bene e si comporta bene. McEnroe è stato un grande giocatore ma un pessimo sportivo ed essere maleducato era un aggravante e non il contrario.
    Il fatto che John avesse un fratello non significa nulla. Magari i suoi genitori si sono trovati in casa un bravo ragazzo, tranquillo e beato di suo e quindi il loro contributo “negativo” non è stato determinante. Su un collerico come John serviva più determinazione, in particolare da parte degli arbitri, che invece erano spesso privi della personalità necessaria per mandarlo a casuccia sua per un bel periodo di tempo.
    @Max:
    Guarda, forse siamo leggermente off ma Stefano e gli altri consentiranno la divagazione. Detto che secondo me Borg è stato il giocatore più forte e importante nella storia moderna del tennis, i confronti diretti sono 15-8 per Borg. 7 delle 8 vittorie totali Connors le ha fatte nei primi anni di carriera di Borg, dopo dal 1977 al 1981 ha vinto 2 partite su 16, ma dal 1979 al 1981 10-0. Questo dovrebbe già dire abbastanza della differenza tra i due.
    Tornei GS vinti: 11-8 (veramente grandissimi entrambi) a favore di Borg
    Tornei GS persi in finale: 5-7 a favore di Borg (cioè ha perso meno finali).
    @madmax: perfetto sui tre tipi di genitori e come dici tu ci vuole anche fortuna.

    @stefano grazia:
    “Chi è al top della sua carriera ha spesso una forte, fortissima personalità… Trovo semplicemente che a volte si bolla troppo facilmente come maleducazione una cosa che maleducazione non è”

    Molto più spesso la maleducazione con la personalità.

    Confondi il politically correct, che non piace nemmeno a me, con l’educazione. Uno può essere molto forte anche senza essere maleducato, anzi secondo me la maleducazione è una forma di insicurezza e di debolezza, infatti di solito i violenti sono maleducati. Poi, come spero di aver spiegato, un conto è essere maleducati per un attimo, per un momento, capita a tutti, ci mancherebbe.

    Un conto è esserlo sempre, come nei casi citati e che addirittura lo avevano elevato a sistema, soprattutto quando perdevano.
    Vincere non è il solo obiettivo, ma vincere lealmente, questo è l’obiettivo dello sport.
    “Chi legge di tanto in tanto questa rubrica sapra’ che mio figlio e’ stato soprannominato La Canaglia di Lagos o Jungle Boy non senza una ragione.”

    Ma tuo figlio è solo un ragazzo vivace e simpatico che ha bisogno di incanalare la sua esuberanza. Se esagererà in qualche partita, troverà buoni arbitri e buoni genitori (se non c’è la punizione del buon arbitro, può starci la punizione del buon genitore) tutto sarà ricondotto nei giusti termini e se sarà forte come tutti ci auguriamo, lo vedremo sui campi con il suo carattere. Mica stiamo dicendo che devono essere dei robot.
    Te lo dice uno che in campo a 45 anni è una specie di rosario e che un paio di volte la racchetta se l’è data sulla gamba, perché spaccarla costa troppo. Però mai nulla contro l’avversario, se sono più forte vinco, altrimenti perdo. Vale così a tutti i livelli.
    Io la vedo più come Max.

    “Vedo che molto spesso i primi, e comunque i più numerosi e frettolosi, a criticare il carattere dei campioni (nello sport e nella vita) sono quelli che a quel genere di pressioni non sono mai stati capaci di arrivare a provarle ne’ ci arriveranno mai”.

    Maleducazione significa andare sotto l’arbitro e offenderlo per 5 minuti.
    Un medico come te, può permettersi di sbroccare e rischiare la vita di qualcuno?

    @Cooperdale:
    “McEnroe è il genio più puro nella storia dello sport. Non il più grande atlera, beninteso, né il più grande tennista, ma un genio creativo alla pari di Picasso, Prince, Hendrix, Monk… Uno così se ti sputa in faccia e ti spiega dove devi ficcarti la racchetta ha sempre e comunque ragione.”.

    Sicuro, però l’avesse fatto con me, probabilmente o io o lui avrebbero giocato a tennis per l’ultima volta. ;-)

    @stefano g:
    “Il quadro che ho dato di me (e di mio figlio) è forse fuorviante. La Canaglia di Lagos è si canaglia ma simpatica e il suo papà è in realtà considerato genitore molto severo sia pure evidentemente controvoglia, perchè a lui le simpatiche canaglie son sempre piaciute essendolo forse stato lui stesso, o avendo fatto credere a tutti di esserlo.”

    Io ne ero strasicuro anche prima. Anche a me piacciono, l’importante è non esagerare :-)

    “Si cita spesso il Rugby come sport da gentiluomini e il terzo tempo rugbystico (cioè alla fine della partita cessano le ostilità e ci si abbraccia) ma prendete l’Haka, per esempio, la danza che gli All Blacks eseguono prima di un loro match e che ha come unico scopo quello di intimidire l’avversario … Quindi l’intimidazione dell’avversario fa parte del gioco.”

    E’ qui il bandolo. Fa parte del gioco. Mentre non fa parte del gioco un altro tipo di gesto che verrebbe considerato “maleducato” in quel luogo e in quel momento. Cosa succederebbe al giocatore se andasse dall’arbitro a dirgli quello che gli diceva Mac?

    “A volte leggo che Djiokovic, lui, The Djoker!, quello che ci ha fatto spisciare dal ridere per le imitazioni di Maria e Rafa, sarebbe antipatico e maleducato.”

    Ma Djoko, ogni tanto, ma proprio ogni tanto, eccede. Ma bisogna capirsi, un conto è un carattere esuberante, un conto la maleducazione.

    @clitemnestra93:
    “Sono tennista93”
    Purtroppo io sono vecchiotennista64 :-)

    “Si tratta solo di esprimere te stesso. L’errore in cui molti allenatori incappano è proprio quello di imporre ai mini-giocatori un atteggiamento, a cui spesso non fa seguito la personalità.”

    Io condivido. Anche io non sono uno tranquillo, ma non insulto nessuno. Me la prendo con me stesso, anche troppo. Può essere che non abbia la personalità giusta per emergere (sicuro), come dice Stefano, ma sono contento di essere abbastanza educato.
    Il gioco, dice cmq già molto della personalità.

    @stefano grazia:
    “Clitemnestra,ogni tuo intervento è una goccia di fresca rugiada sul sale delle nostre ferite (va mo là!) visto che noi ci becchiamo da vecchi arteriosclerotici anche quando spesso diciamo le stesse cose e tu forse davvero sei l’unica che puoi portare un punto di vista completamente nuovo, quello di chi sul campo ci va davvero”

    Ma perché ci tratti così male, anche noi andiamo sul campo davvero, con tutto il rispetto per Clitemnastra93. :-)
    Vedo tanti di quei ragazzini di u16 che giocano e si allenano controvoglia che li prenderei a c@a@l@c@i@o@n@i. E io mi spezzo schiena e ginocchia per raccogliere una pallina.
    Scusate la maleducazione. :-)

    @stefano grazia:
    “Confesso pero’ che fra un bambino ‘lesso’, come li chiamiamo noi, e uno un po’ canaglia, nello sport punterei piu’ su quello canaglia mentre la mia simpatia andrebbe al ‘lesso’, che poverino ci prova ma si vede gia’ subito che e’ un predestinato. Alla sconfitta.
    Il che se vogliamo non e’ giusto ma il tennis e’ spesso la dimostrazione che dio non esiste.”

    Mi pare tu confonda la simpatia di un Paul Newman, alla maleducazione “esposta” di M. Rourke. :-)

    @stefano grazia:

    “Sono curioso di vedere se Nicholas ha la grinta per rimbalzare in piedi, per fare tesoro dell’esperienza…A lui cosa ho detto? Sermplicemente questo: come ti sei sentito dopo il match? male, vero? E allora pensaci e cerca di non sentirti mai piu’ cosi’. E comunque i match si combattono fino all’ultimo che sponsors e coach guardano si se uno vince ma anche e soprattutto come uno perde…..”

    Io invito veramente tutti a leggersi cosa pensa Julio Velasco a proposito al seguente link:

    http://www.aoni.it/file/10746.pdf

    è illuminante.

    Detto ciò, quando uno entra in campo gioca per vincere, e vincere è importantissimo.
    Ricordiamoci però tutti una cosa:
    (1) il torneo lo vince sempre uno solo (quello che io chiamo Highlander, dal film)
    (2)non si vince a tutti i costi

    @Nikolik scrive:
    “Riguardo, però, a McEnroe e Connors, bisogna intendersi.
    McEnroe perdeva proprio la testa, quando litigava. Si vedeva che era una reazione sincera ed istintiva e, infatti, perdeva anche la partita, il più dellle volte, quando perdeva la testa.
    Se non ricordo male, una volta in Australia si fece squalificare, anche.”
    “Connors non perdeva la testa, quando litigava: Connors lo faceva apposta.”

    Condivido pienamente, ed è per questo che io non ho nessuna ammirazione per Connors, mentre ne ho moltissima per Mac. (anche se qualche volta, anche lui ha approfittato del suo carisma).

    “articolo su come si comportano i Genitori a bordo campo.
    Quante cose tristi, avvilenti, incresciose, umilianti ho visto, Genitori, quante ne ho viste…”
    Ma quanto ti devo dare ragione stavolta. :-)

    @madmax scrive:
    “proprio stasera ero fuori a cena con fabio della vida che qualche genitore l’ha conosciuto”

    Guarda nel torneo di seconda open che organizziamo (come Circolo) a Beinasco, ho dovuto personalmente separare il fratello e il padre dei due giocatori, per una palla chiamata fuori.
    Incredibile. Sono andati avanti mezz’ora di orologio. E c’era l’arbitro di sedia.

    @stefano grazia
    “Quanto ai Genitori: ci sono Genitori e Genitori.”
    Vero, ma ha ragione Elettra. La maggior parte non ha nessuna cultura (non solo sportiva, purtroppo).

    Io seguo mia figlia (volley e nelle squadre è persino peggio). Tornei U12. Quando finisce la partita quello che non dicono sull’allenatore, le ragazze, una contro l’altra. Insomma, un disastro. Dopo due post-partita passato con loro, esco e sto da solo, L’allenatrice la accompagno spesso io e scambio due parole solo con lei, che comincia a chiedermi cosa ne penso. Io le parlo da non esperto di volley, ma ci intendiamo sulla relazione e tutto il resto. Se gli allenatori “intelligenti” trovano persone con cui confrontarsi, lo fanno volentieri.

    @Gabri

    A me piace tantissimo leggere questi resoconti dall’accademia. Se un giorno Nicholas sarà un buon giocatore, saremo lì a tifare per lui, all’italiana, esuberanti ma educati.
    Puoi contarci. :-)

    Grazie

    Gus.

  88. Roberto Commentucci scrive:

    Vedo che pibla mi ha smascherato… :)

    Torno ora dalla registrazione della puntata del talk show su Supertennis, che andrà in onda stasera alle 21 (canale 224 di Sky, come sapete).

    Devo dire che è stata un’esperienza piacevole, l’emozione è durata poco.

    Argomenti: Memorial Luzzi, Fit Ranking Program, tornei giovanili di Natale a Roma (Lemon Bowl e Ttk Warriors).

    Non sono riuscito a toccare tutti gli aspetti che avevo in testa, ma ho avuto la soddisfazione di ascoltare esponenti federali affermare “spontaneamente” (diciamo per arte maieutica…) alcune delle cose che ci diciamo da mesi qua dentro.

    Grazie in anticipo a chi guarderà il programma, posso dire che di tennis giovanile e di problematiche di formazione degli agonisti si è parlato molto.

    Io spero che il tutto non si risolva solo in propaganda, ma porti a qualcosa di concreto. Segnalo, circa il nostro “manifesto” di proposte, inviato alla FIT tempo fa, che oggi ha preso parte al talk show anche un medico pediatra, come da noi auspicato. Mi pare un segnale importante.

    Pian pianino, forse, qualcosa si muove.

  89. stefano grazia scrive:

    papapero papapero???
    Io in realta’ a Chloe avevo fatto una pernacchia fra amici, tipo Amarcord quando dal fuori campo si sente Avvocato? e poi segue una sonora pernacchia. Cosi’ lei avrebbe poi potuto lamentarsi che dopo i rutti e i sospiri (la differenza fra ironia e sarcasmo), adesso al Blog le facevano anche ….
    Non mi sembrava offensiva ma avrei capito se mi fosse stata cancellata: pero’ papapero papapero onestamente faccio fatica ad immaginarmi a dirlo…
    Boh, non ho capito bene perche’ Chloe in sti giorni mi stia un po’ addosso ma adesso gliene do subito la ragione: a proposito di somari,che dire di un campione educato gentile simpatico role model per tutti i bambini ma talmente superficiale e privo di curiosita’ per quello che gli sta intorno da ignorare completamente chi era Althea Gibson nell’anno in cui agli USOPEN era in programma la celebrazione di questa campionessa? Io quella volta ho pensato che la colpa e’ soprattutto di chi gli stava intorno e che non gli ha evitato la figuraccia in sala stampa ma a volte vien da pensare che sarebbe meglio uno dai modi bruschi e talora volgari come Agassi, McEnroe o Connors ma con un briciolo di curiosita’ in piu’ … Ma capisco io per primo, e prima che me lo dica Angelica, che queste classifiche sono ridicole ancorche’ inutili, lo dico solo per scatenare l’anima becera da tifoso che e’ in Chloe…

  90. stefano grazia scrive:

    ENZO, FINALMENTE! ‘ alla fine sbracare non dà mai vantaggi’ e sulla l’antica massima. Io invitavo a una maggiore comprensione e a non giudicare troppo in fretta… Inoltre da oggi pomeriggio mi frulla in testa Marlon Brando coi suoi mumble mumble in Apocalypse Now… ‘l’orrore…l’orrore…’…Il colonello Kurtz che per battere un nemico che non ha le inibizioni dell’uomo cosiddetto civile decide di discendere il suo personalissimo fiume di tenebre e di lasciarsi attrarre dall’abisso dopo averci troppo a lungo scrutato intorno… Ormai confondo il libro di Conrad con la sceneggiatura di John Milius e Francis Ford Coppola e non so se il mio ardito parallelismo abbia un sia pur vago significato, ma e’ possibile che in una personalissima interpretazione del fine giustifica i mezzi, i campioni decidano inconsciamente o meno di eliminare completamente l’empatia dai loro cuori e menti…Non si fanno prigionieri. Questo, una volta che si rispettano le regole, e’ sempre accettabile nel mondo dello sport e non ha mai suscitato eccessivo scandalo. Quello che diventa difficile nel mondo dello sport e dell’esasperato professionismo, e’ tornare una persona normale appena la partita finisce. Voi fate tutti dei bei teoremi ma secondo me vi raccontate delle favole. Il campione nel mondo d’oggi e’ comunwque un po’ piu’ str*n** della media, di una stronzisia tutta sua, ma e’ cosdi’, Federer, Nadal e Borg inclusi. Poi c’e’ chi e’ piu’ o meno ipocrita, ma ha ragione Lindsay: sono tutti assholes and bitches, in un certo qual modo lo devono essere.
    Ora, siamo disposti ad accettarlo come genitori?

  91. chloe de lissier scrive:

    non farti bello, grazia. ce ne sono molti che potrebbero affermare che “gli sto addosso”, per usare la tua espressione: a cominciare da scanagatta per finire ad avec double cordage. non attribuirti perciò “meriti” che quanto meno condividi con altri. spernacchia pure quanto ti pare: in genere lo fanno i lattanti.
    a proposito poi di quella litania sulla presunta ignoranza di federer, non potrei esprimermi meglio di quanto fece thomas yancey a suo tempo. ti posto perciò pari pari il suo scritto nel merito.

    thomas yancey scrive:

    29 Agosto 2007 alle 17:06
    Roger Federer e Althea Gibson.
    L’uomo e la donna. L’essere femminile è l’espressione più concreta della natura: la donna è la forza prorompente attraverso la quale si materializza la vita; è lei a portare a compimento il comando primario della natura, la riproduzione della specie. L’uomo svolge un ruolo estremamente marginale nei piani della natura: arde per consentire alla liquida potenza femminile di trasformarsi in donna-natura attraverso gestazione e parto.
    L’uomo è attratto in modo potente dalla donna, ma la teme grandemente: le femmine riproducono esseri umani, sono artefici della vita che incederà verso la morte. Da ciò scaturisce il bisogno insopprimibile dell’uomo di costruire alternative al predominio sessuale della donna. La scienza, la filosofia, le arti sono sostanzialmente strategie difensive maschili fondate sul potere intellettuale. La nostra civiltà, il mondo occidentale hanno preso vita da queste forme di potere alternativo create strutturalmente dai maschi. La stessa arte prende le mosse dal bisogno di trasfigurare il dramma della vita in forme rassicuranti. L’arte, in fondo, è contemporaneamente lamento e preghiera.
    Il femminismo ha operato una grossolana semplificazione del problema della diversità fra maschi e femmine. Lo ha ridotto a una faccenda di convenzioni: si attui un autentico riformismo sociale, si persegua una completa uguaglianza tra i sessi e si otterrà pace, armonia e felicità fra uomini e donne. Si vede ogni giorno, infatti. Il femminismo avrebbe dovuto perseguire la sua vera e propria missione: ottenere l’uguaglianza politica delle donne.
    Non esiste un equivalente al femminile di Michelangelo o di Shakespeare, di Dylan Thomas o di Charlie Parker, di Tazio Nuvolari o di Mohammed Alì e nemmeno di Jack lo squartatore. La donna è il sesso dominante. Gli uomini sono costretti a fare qualsiasi tipo di cosa per sopravvivere alla condizione a cui la natura li ha costretti. Come i pavoni, devono inventarsene più di una al giorno per dimostrare di essere degni dell’attenzione delle femmine.
    Tranne pochi idioti, nessuno vuol riportare le donne in casa e chiudercele dentro. E’ ovvio che bisogna tendere a società che offrano pari opportunità di carriera a donne e uomini. Ma pensare che il mondo debba capovolgersi significa non saper nulla della vera e profonda natura maschile, né tanto meno di quella femminile; e dunque degli autentici rapporti che intercorrono fra uomini e donne.
    Roger Federer avrebbe dovuto dunque veramente interessarsi di Althea Gibson?

  92. stefano grazia scrive:

    GUS!!! Grande, grandissimo…Magari fare 5/6 posts era anche meglio e potevo cosi’ meglio mimetizzare i miei… E battevamo ogni record questa settimana…
    Unica cosa: rispondendo a Jan io appunto dicevo che la grandezza non dovrebbe scusare la maleducazione: cioe’ il fatto di essere bravo come McEnroe non giustifica comunque essere maleducato, siamo quindi d’accordo… ANCHE IO SONO CONTRO LA MALEDUCAZIONE, sto solo cercando di capire fino a che punto e’ possibile entrare in esaltazione agonistica senza essere tacciati di maleducazione…Non dimentichiamo che fino a 30 anni fa il tennis era considerato da molti sport piu’ che per gentiluomini, sport da fighetti se non proprio per effeminati, alla stregua del balletto … Magari Jimbo e Johnny Mac non erano sicuri della loro sessualita’ e non volevano dare adito a dubbi, ma secondo me era e resta uno sport pieno di gesti ipocriti (scusarsi quando fai punto con un nastro e’ veramente da dementi…se ti dispiace tanto, ripetiamo il punto…Anzi, secondo me e’ una sottile forma di gamesmanship: Ti chiedo scusa per farti rabbia tanto sai benissimo che ci ho provato un gusto estremo quasi doppio e cosi’ ti faccio incaz**** ancora di piu’…)
    Su Connors che faceva apposta a comportarsi in un certo modo non ne sono cosi’ tanto sicuro, lui aveva il suo modo di autopomparsi, di accordare la folla come Paganini il violino, di intimidire l’avversario, ma fare le scenette apposta non lo so … del resto lui e’ quello che ha insultato per tutto il match Lendl che perdeva apposta in un incontro di RR del Masters per arrivare secondo nel suo girone e non incontrare in semifinale Borg … Connors non avrebbe mai, dico mai, perso apposta, e per questo pur criticandolo per certe cose bisogna portargli rispetto … Anche McEnroe che certo non lo ama, son sicuro che gliene porta …
    GRANDE ROBERTO, mi dispiace non vederlo: ce lo racconterai qui o in articolo a parte sul blog?

  93. stefano grazia scrive:

    ERRATA CORRIGE:
    Nel post che comincia con ENZO FINALMENTE sono andate perdute le due righe successive che errano piu’ omeno cosi’:
    BRAVISSIMO!D’ACCORDISSIMO SU TUTTO! E d’accordo anche con Chloe quando scrive ‘‘ alla fine sbracare non dà mai vantaggi’ e sull’antica massima.
    CHLOE E THOMAS (di cui comunque ricordavo il post):
    Orpo!

  94. stefano grazia scrive:

    INTERESSANTE IL TEMA PROPOSTO DA ANDREW ANCHE IN CONSIDERAZIONE DEL FATTO CHE ABBIAMO SEMPRE SPROLOQUIATO SULL’IMPORTANZA DEI TORNEI PRIMA DEI 12-13 ANNI … Nel senso che se eravamo tutti d’accordo che non contano nulla, perche’ spendere 3500 euro per un solo torneo? (o 5000$ a botta se per caso a me venisse il ghiribizzo di inviare mio figlio ai tornei di Maglie e Lecce che si giocano prima dell’estate, in pieno travaglio scolastico…Calcolate che noi veniamo dalla Nigeria e che Nicholas ovviamente dovrebbe viaggiare con la madre … Come direbbe Lando Buzzanca: Mi vien che ridere…)
    Cioe’ ha senso spendere una parte cosi’ importante del proprio budget in tornei PRIMA dei 13-14 anni? In pratica il vantaggio, forse l’unico secondo alcuni, di stare in Academies tipo Bollettieri (e Bollettieri e’ senza ombra di dubbio la migliore da questo lato) e’ appunto quello di trovarti gia’ con i migliori della tua categoria e quindi avere la possibilita’ ogni giorno di giocare matches ad alto livello senza dover viaggiare…

  95. madmax scrive:

    sarebbe carino che mi si facesse capire come la rottura di una racchetta non debba essere considerata una mancanza di educazione..

    il solo fatto di rompere deliberatamente e consapevolmente un oggetto di valore comporta automaticamente l’essere stato male educato (il rispetto di cose e persone mi sembra sia alla base dell’educazione se non mi sono perso qualcosa).. questo risulta lapalissiano poichè il ragazzo che si comporta in questo modo sa con certezza che la punizione (quando c’è) sarà leggera…. e per favore non raccontate più la favoletta che il genitore poi sarà libero di non ricomprargliela perchè chi la rompe in borsa ne ha ha almeno altre due o tre e se anche così nn fosse, dopo una lunga ramanzina di facciata la sera stessa ne avrà una identica…

    mia figlia ne ha 4 perfettamente uguali di peso e bilanciamento ma sa benissimo che se ne provasse a romperne una diventerebbe all’istante una grande ginnasta.. si perchè farebbe il quadruplo salto mortale…. ed infatti sono 4 anni e mezzo che gioca ed immagino che nn l’abbia mai sfiorata nemmeno l’idea…

    e per questo non mi sembra che il suo tennis ne abbia mai risentito…

  96. pibla scrive:

    ….concludendo il ragionamento di MadMax, infatti anche secondo me un ragazzino che rompe una racchetta è un gran maleducato.
    A pare mio, ammesso e non concesso che ci sia un momento in cui è lecito rompere una racchetta, quel momento è quando poi te la ricomprerai con i soldi che ti sei guadagnato.

  97. anto scrive:

    Maleducazione……che cos’è……secondo me è il poco rispetto che una persona ha verso un’altra. Qualche tempo fà, dovevo intervistare un giocatore italiano che non conoscevo ma che vedendolo in televisione mi sembrava molto simpatico…..Mi reco al circolo, circa quattro ore prima della sua partita, e lo vedo nella players lounge, lo blocco, gli chiedo se mi può concedere l’intervista e lui con fare seccato annuisce…….già in quel preciso istante mi girano le palle………fortunatamente una persona che mi conosce si ferma, mi saluta, e discorre amabilmente con me per circa una ventina di minuti. Dopodichè lo rivedo il giocatore in questione, e gli chiedo di nuovo la possibilità di intervistarlo……ad un certo punto mi fà segno con la mano di pazientare……e nel mentre risponde al cellulare……..io resto in attesa 5,10 minuti a due metri da lui e sento le cazz….che dice alla sua interlocutrice che presumo essere una ragazza….e a un certo punto mentre lui sta ancora telefonando mi rivolgo a lui e gli dico……non preoccuparti ora non ti intervisto più…..sei un maleducato……e se proprio vuoi che te lo dica, ti auguro di perdere…..lui sgrana gli occhi imbambolato e io me ne vado a conversare con il direttore del torneo…..e poi ci si chiede se un bambino sia un maleducato se sfacia la racchetta sul campo………secondo me ne può sfasciare anche 2000 di racchette, l’importante che fuori dal campo sia rispettoso nei confronti delle persone e che non abbia atteggiamenti spocchiosi….che nemmeno Federer ha mai tenuto………

  98. Carlo.L scrive:

    “Il campione nel mondo d’oggi e’ comunwque un po’ piu’ str*n** della media, di una stronzisia tutta sua, ma e’ cosdi’, Federer, Nadal e Borg inclusi. Poi c’e’ chi e’ piu’ o meno ipocrita, ma ha ragione Lindsay: sono tutti assholes and bitches, in un certo qual modo lo devono essere.
    Ora, siamo disposti ad accettarlo come genitori?
    ANCHE IO SONO CONTRO LA MALEDUCAZIONE, sto solo cercando di capire fino a che punto e’ possibile entrare in esaltazione agonistica senza essere tacciati di maleducazione…”

    Sicuramente per eccellere in uno sport un po’ di pelo sullo stomaco lo devi avere, devi essere capace di “odiare”, almeno sul campo, il tuo avversario. Non necessariamente questo aspetto deve trasparire o dar luogo ad atteggiamenti scorretti, aiuta però a focalizzare ogni energia verso il risultato.
    Credo che il fatto di essere tacciati di maleducazione debba preoccupare relativamente, tanto, per quanto uno bene si comporti, troverà sempre qualche idiota che gli dà dello scorretto o del maleducato. Il problema sta secondo me nel cercare di capire quanto il comportamento in campo sia espressione di se stessi, e non, che so, un imitazione di qualche cattivo esempio, perchè solo in questo caso si troverà un equilibrio che potrà avere effetto positivo sulla prestazione. Insomma per potersi comportare male in campo (ed averne dei benefici) bisogna essere figli di puttanaaa sul serio, altrimenti si finisce inconsciamente per autopunirsi della malefatta e non se ne hanno che svantaggi.

  99. stefano grazia scrive:

    Max, per uno che si è meritato anche lui non senza qualche ragione, l’appellativo Mad Max, mi sarei aspettato maggiore tolleranza da parte tua … Rispetto comunque la tua opinione e ammiro le tue certezze. Io, l’ho detto spesso, ‘che certezze non ne ho, scavo fra macerie e mi mantengo vivo’.)
    Ma ho un amico,uno dei miei migliori amici “storici” e che ha finito anche per sposare una cugina che per me e’ stata quasi una sorella, e mi scrive:
    “Stiamo pensando di scrivere un libro dal titolo “Over 15″.
    In altre parole cosa accade ai genitori quando tutti loro figli superano i famigerati 15 anni. Cosa succede ai genitori? Semplicissimo, non esistono più. Non sono più una priorità per i figli come il giorno prima. Diventano un service: il padre una banca, la madre una governante domestica. Un percorso quasi inevitabile perchè ormai è imposto dalla società, dai costumi, dagli amici. Chi più, chi meno, ma è una costante anche tra tutti i nostri amici. Forse facevamo anche noi così, ma quando sei dall’altra parte e ti succede ti trovi spiazzato. Ma come, fino a ieri facevamo tutto insieme e oggi, all’improvviso, ci sopporti appena e ci consideri due vecchi rompiballe? Se poi aggiungi che quando capita stai realmente invecchiando e perdendo qualche colpo (per me ad esempio il casino è abituarmi alla presbiopia) ti senti ancora peggio. Per fortuna scriverò anche il seguito di “Over 15″ che intitolerò “Over 20″ perchè F. (il figlio maggiore,NdStGr) adesso sta tornando tra noi. Certo è un rapporto adulto, diverso, ma molto bello. Per 5 anni però è veramente difficile (e L. (la figlia minore,ndStGr) ha solo iniziato…). Poi io con il lavoro sono avvantaggiato perchè ho stimoli e soddisfazioni, ma per A.(la moglie,NdStGr) che ha dedicato gli ultimi 15 anni solo a loro è ancora più difficile.”
    Auguri a tutti, soprattutto a quelli che hanno certezze.

  100. stefano grazia scrive:

    In riferimento al mio post precedente (che ho dovuto spezzare per evidenti ragioni di ritmo narrativo…impara dal maestro,Gus, impara…), volevo poi aggiungere che io anzichè ‘Over 15′ dovrei scrivere ‘Over 10′perche’ con le nuove generazioni SOPRATTUTTO SE GLI VUOI ANCHE FARE DA TENNIS COACH i problemi cominciano ben prima… Quasi sgomento da certe argomentazioni,reazioni, comportamenti da adulto che stonano con altri atteggiamenti infantili quel che mi da soprattutto fastidio è il dover passare (ai suoi occhi ma soprattutto ai miei) per un Conservatore, un Signor No, un Bieco Restauratore … Ma chissà, forse al tempo stesso, questa cosa che facciamo insieme, chisssenefrega se non ci porterà al professionismo,sarà quello che ci avrà tenuto uniti …Chissà.
    Chissà in fondo se poi i nostri figli ci ringrazieranno o piuttosto ci malediranno…Al momento,ahimè, non e’ ancora dato a sapere e chi crede già di saperlo mente agli altri e soprattutto a se stesso.

  101. stefano grazia scrive:

    A proposito di ‘Forti Personalità?No, solo Schizzati’, avevo letto tempo fa sulla Rubrica di Jon Wertheim su si.com una classifica sui ‘nut cases’ (”Top 5 All Time On-Court Headcases (Men), Sans McEnroe.”) sui giocatori più folli con JohnnyMac fuori concorso.Altro che GOAT, diceva un lettore, secondo te Jon chi sono i 5 più schizzati che abbiano mai giocato a tennis?
    E citava senza alcun particolare ordine:Nastase, Youzhny, Slobodan Zivojinovic, Ivanisevic, Safin (menzione d’onore : Gasquet,Noah) notando anche che erano tutti Europei.
    Jon Wertheim stava al gioco rispondendo che avrebbe dato più valore ai giocatori il cui talento era stato maggiormente sabotato dal loro mental e quindi dava il Primo Premio a Gasquet. Concludendo però che chi comunque arriva a quei livelli semplicemente un certo grado di fortezza mentale ce la deve avere. E allora, concludeva, non è che i veri casi di Schizzati non sono tutti quei talenti e campioncini Juniores che non riescono ad emergere dai Circuiti Minori,ITF e Challengers? (Aren’t the true headcases the talents and junior champs who never get out of the challenger level?)
    Ecco la risposta completa per coloro che sanno l’inglese:
    (• That’s my kind of inebriated conversation. None of this “why do bad things happen to good people” cant. It sounds as though you were limiting this to men, so I think your list is good. If I were rating headcases, I’d give extra weight to the players whose talent was sabotaged by their mental shortcomings. Marat Safin, Richard Gasquet et al. (Actually, now that I write his name and consider his career, I think Gasquet might take the prize.) A player like Gaston Gaudio might have been a known head case, but it’s not as if the shaky internal wiring was preventing him from greatness. I suppose there’s a European slant to this. And someone who wanted to make enemies could come up with a half-baked theory. But couldn’t you just as easily add, say, Jeff Tarango or Paradorn Srichaphan or even Donald Young? Also James Blake, among others, has raised this point and I think there’s some validity: you have to have a good deal of mental fortitude simply to get to an elite level of sport. Aren’t the true headcases the talents and junior champs who never get out of the challenger level?)

  102. giogas scrive:

    Aveva appena tre anni, voleva giocare con i pupazzi anziché dormire; provammo in tutti i modi con le buone e con le cattive senza successo. Adesso di anni ne ha dieci ma quanto a carattere non è cambiato. Non riusciamo mai ad ottenere ciò che vorremmo: è una settimana che si trascina a scuola con scarpe consumate e rotte e che si mette la solita tuta da sport. Ieri ha distrutto l’ultima sua racchetta proferendo parole e frasi irripetibili con un impeto e un’irruenza inconsueta. La ragione? Si stava allenando con il fratello quando due signori si soffermarono ad osservarli: furono pochi minuti ed in quei minuti commise più errori che in un’ora di allenamento; quando i signori si allontanarono non riuscì a sopportare un mio commento relativo a quanto avvenuto, reagendo in quel modo. Poiché non ho l’ intenzione di acquistare una nuova racchetta, ha pensato bene di rivolgersi al fratello gemello che bontà sua, gli presterà la propria. A parte la distruzione della racchetta (gesto deplorevole) non sopporto l’uso di frasi e terminologia non adeguata. L’educazione familiare ricevuta in proposito non ammette nessuna giustificazione: il linguaggio utilizzato deve essere un linguaggio corretto come pure gli atteggiamenti in campo. Questo i gemelli lo sanno e in partita si comportano bene, purtroppo però quando sono soli e giocano l’uno contro l’altro non riescono a trattenere il loro impeto. Non sopporto la maleducazione in nessun modo e in nessuna forma e non sono d’accordo con coloro che non si oppongono a questo o che pensano che intervenendo in modo radicale si possa soffocare il “talento”. Il compito dei genitori è comunque arduo perché oltre a sopportare gli eventuali caratteri ostinati dei figli si devono difendere dalle cattive influenze esterne, a volte è come lottare contro i mulini a vento o andare controcorrente, ma noi genitori ci proviamo costi quel che costi: la buona educazione è fondamentale nella convivenza civile e alla fine paga sempre con amicizie sincere, rispetto reciproco e serenità di intenti.

  103. Nikolik scrive:

    Ma è chiaro che un tennista, di qualunque età, che tiene un comportamento disdicevole in campo, dia fastidio e sia da disapprovare.

    Però, insisto che, vedendolo come si comporta in campo, non me la sento, per esperienza, di dare un giudizio morale su di lui: mi guardo bene dal dire che una persona è maleducata solo da come gioca a tennis.
    Mi sembra estremamente riduttivo: per dare un giudizio morale su una persona occorre, veramente, conoscerla bene.

    Per tanti motivi, nella mia vita ho conosciuto migliaia di persone e ho sempre cercato di evitare giudizi morali complessivi, sulla persona, preferendo giudicare il singolo comportamento: tante bravissime persone sbagliano, è giusto che si prendano la loro punizione per quel comportamento e per quello sbaglio, ma restano bravissime persone.

    Insomma: per me è preferibile giudicare il singolo comportamento, senza giudicare moralmente una persona per quel singolo comportamento.
    Tale accortezza è ancor più consigliabile quando si giudicano comportamenti di soggetti giovani.
    Non è detto che la severità di giudizio e la durezza della punizione siano sempre i rimedi più efficaci: a volte, lo sguardo deluso di tuo padre o di tua madre può essere un monito molto duro.

    Ma, insomma, Genitori, affari vostri di Genitori: io di figli non ne ho, regolatevi un po’ come vi pare…vi prendete le belle cose di essere Genitori, è giustissimo che vi prendiate anche le ansie dei Genitori!

  104. Gabri' scrive:

    Ve la passo come l’ha raccontata Lambert per far riflettere Nicholas dopo avergli chiesto da chi dovesse farsi ispirare tra quelli che ha visto in accademia e Nicky comincia: Stepanek, Nishikori …giusto. Pensi che Stepanek sia “nice? Not at all! Let me tell you he has a black pig as well” (credi che sia sempre buono, calmo,simpatico? Affatto, anche lui a un maialino nero nella testa), ma lo controlla e riesce ad essere molto mean (cattivo , nel senso di cattiveria agonistica) usando il suo tennis. E Nishikori? ti racconto cosa e’ successo nella partita contro Roddick, sai Roddick e’ molto mean e ha cominciato a dire cose a Nishikori ai cambi di campo tipo maledetto giappo e altre cose del genere e in qualche modo e’ riuscito a ferire Kei che essendo orientale ha un altro senso dell’onore e ha sopportato e ha perso e quando e’ stato solo con il suo allenatore ha spaccato due racchette e adesso sara’ interessante vedere cosa succede alla prossima occasione. Io sono convinto che Kei trovera’ un modo per difendersi da quello che e’ successo, trovera’ un antidoto.

    Ecco un concetto interessante: l’antidoto. Io credo che nessuna delle persone che si mette in gioco nelle sfide della vita, siano sportive nel senso cavalleresco del termine o meno, sia immune a tutti i veleni, che siano il mancato risultato, l’avversario piu’ forte o piu’ furbo, l’ingiustizia di una chiamata o di un voto, l’insulto, l’ironia eccetera eccetera, forse chi non mostra reazione deve solo ancora incontrare il veleno che lo attivera’.

  105. stefano grazia scrive:

    Ed ecco serviti quelli che credono alle favole: anche a me Roddick sembra uno correttissimo, uno sicuramente simpatico e obiettivo nelle post match interview, uno che si e’ preso l’Award per come ha affrontato le batoste che si e’ beccato da Federer , uno sicuramente non banale nelle interviste in genere (ne ho vista una su ESPN 2 anni fae non le mandava a dire ai commentatori americani, rei di snobbare Federer e di non considerarlo il piu’ grande atleta dell’anno preferendogli il solito cestista o quarter back, accusando in pratica glki satessi di provincialismo tutto americano), uno che a Roma ha concesso due palle sul match point e poi ha perso il match, etc etc etc…Un bravo ragazzo. Ma ecco ,appunto: un bravo ragazzo prima e dopo il match. Durante il match str*n** anche lui come pochi.
    Non lo giustifico, sia ben chiaro, ma mi fa ridere pensare che molti considerano Hewitt an asshole perrche’ e’ ‘trasparente’ e magari Roddick un puro gentleman o anche lo stesso Nishikori perche’ le racchette le rompe negli spogliatoi. Tutto questo semmai mi conferma che i campioni sono tutti bitches and assholes. They have to be. L’importante e’ riuscire a controllare il Maialino Nero.
    Sentite Tim Henman: “So cosa pensa la gente di me: mi vedono in TV, pensano tutti io sia un nice guy…La verita’ e’ che sul campo i Nice Guys non vincono nulla : devi essere brutale e senza pieta’ (The truth is that nice guys win nothing on court-you have to be hard and ruthless)
    O Leyton, il mio amato Leyton Hewitt: ‘Im not backing down from anybody. You don’t play this game to win. You plasy to kill people out there’ (Io non indietreggio davanti a nessuno. Non si gioca a questo gioco per vincere. Si gioca per uccidere .)
    E Jimbo: ‘La gente sembra non riuscire a capire che sul campo e’ in corso una dannata guerra. Forse i miei modi non sono socialmente accettabili per alcuni ma e’ cio’ che io devo fare per sopravvivere. Io non scendo in campo per simpatizzare col nemico. Io scendo in campo per massacrarlo (I don’t go out there to love my enemy. I go out there to squash him).
    E sua madre, la terribile Gloria: ‘A Jimmy fu insegnato ad essere una tigre sul campo.Quando era giovane, se io avevo la possibilita’ di tirargli addosso, alla gola (I could hit down to his throat), LO FACEVO. E poi gli dicevo: Vedi,Jimmy, perfino tua madre ti farebbe questo’

  106. stefano grazia scrive:

    Si,Giogas, d’accordissimo anche con te(riconosco i sintomi e la cura) e ancor di piu’ con Nikolic anche se ogni tanto con mia moglie ci diciamo: In Tennis Veritas, altroche’ In Vino. Perche’ e’ vero che nel furor della battaglia, salta spesso fuori il vero carattere di una persona. Pero’ sono d’accordo con Nikolic quando scrive che e’ preferibile giudicare il singolo comportamento, senza giudicare moralmente una persona per quel singolo comportamento.
    Che poi e’ quello che sto cercando di dire da quando e’ nato il Blog e non solo su G&F, quando con Angelica & Co ci accapigliamo nelle nostre chiacchere da bar su Hewitt,Rios,Justine, Yuri e Compagnia Bella (o Brutta). Soprattutto poi se abbiamo a che fare con dei bambini.
    OVVIO ANCHE che l’Educazione ci debba essere e che sia piu’ importante del tennis.
    Ma secondo me nello sport l’importante non e’ partecipare e non e’ nemmeno vincere, ma PARTECIPARE PER CERCARE DI VINCERE.
    Ci sono le regole e le devi rispettare come devi rispettare, prima e dopo il match, il tuo avversario. Ma durante il match, quello che succede durante il match, nell’era del professionismo soprattutto,e’ ahime’ (e dico ahime’)spesso la differenza fra mentalita’ vincente e perdente.
    Questo non significa che io insegni a mio figlio ad essere uno str*n**, me ne guardo bene, la mia preoccupazione e’ di impartirgli la corretta educazione e il rispetto per le regole e l’avversario preservando la cattiveria agonistica e immunizzandolo da quella degli altri.
    E, primo, non e’ facile. E,secondo,non so se ci riusciro’.
    Come ho gia’ detto, vi invidio le vostre certezze.

  107. Gus scrive:

    @Stefano Grazia:
    “GUS!!! Grande, grandissimo”

    Grazie, vi voglio bene, la mia autostima aumenta ogni giorno di più. :-)

    “…Magari fare 5/6 posts era anche meglio e potevo cosi’ meglio mimetizzare i miei… E battevamo ogni record questa settimana…”

    Hai ragione e chiedo scusa, ma in questo periodo ho avuto pochissimo tempo e ho dovuto leggermi tutti i post nello stesso momento e rispondere.
    Sicuramente seguirò le orme del maestro.

    “esaltazione agonistica senza essere tacciati di maleducazione”

    Fino a quando gli usi e i costumi di quella disciplina te lo consentono. Però ripeto, un conto è avere un gesto, un momento di debolezza e poi ritornare alla normalità, questo fa parte dell’uomo. Un conto è essere sempre così e oltre come nel caso di Jimbo, che io non ho mai apprezzato, perché è uno di quelli che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vincere. Nel tennis di oggi, io uno particolarmente maleducato non lo vedo. Anche Murray non mi sembra un caso particolare.

    “scusarsi quando fai punto con un nastro e’ veramente da dementi…se ti dispiace tanto, ripetiamo il punto…Anzi, secondo me e’ una sottile forma di gamesmanship: Ti chiedo scusa per farti rabbia tanto sai benissimo che ci ho provato un gusto estremo quasi doppio e cosi’ ti faccio incaz**** ancora di piu’…”

    Io chiedo scusa sempre e lo faccio da sportivo vero, anche perché di solito mi arrabbio con me stesso per aver sbagliato, infatti non ho le stigmate del grande agonista. :-)

    Mi piace il bel gioco, ma alla mia età mi diverto così.

    “Su Connors che faceva apposta a comportarsi in un certo modo non ne sono cosi’ tanto sicuro, lui aveva il suo modo di autopomparsi, di accordare la folla come Paganini il violino, di intimidire l’avversario, ma fare le scenette apposta non lo so”

    Io sono convinto che lo facesse apposta. Concordo sul fatto che non avrebbe mai perso apposta, ma io sono talmente critico nei confronti del master che di solito lo guardo pochissimo (mai i gironi) e lo considero un mini-torneo. Come dice il buon Rino, non è tennis, ma un torneo esibizione.

    @stefano grazia:
    “Cioe’ ha senso spendere una parte cosi’ importante del proprio budget in tornei PRIMA dei 13-14 anni?”

    A mio modo di vedere, nessuno. Posso chiederti una curiosità: ma Nicholas, secondo te, a che livello è: un terza, un quarta, un seconda?

    Madmax:
    “sarebbe carino che mi si facesse capire come la rottura di una racchetta non debba essere considerata una mancanza di educazione..”

    Io lo considero un gesto maleducato, ma non è detto che chi lo commette sia una persona maleducata. Un momento di tensione può capitare.
    Se un’atleta, invece, spacca una racchetta a partita, allora è uno maleducato e lo sarà anche fuori. Io non credo molto alle doppie/triple personalità, salvo che nei casi di malattia.
    Io, che ho pochi soldi, invece di spaccare la racchetta, mi sono saccagnato la gamba un paio di volte :-)

    “mia figlia ne ha 4 perfettamente uguali di peso e bilanciamento ma sa benissimo che se ne provasse a romperne una diventerebbe all’istante una grande ginnasta.. si perchè farebbe il quadruplo salto mortale…. ed infatti sono 4 anni e mezzo che gioca ed immagino che nn l’abbia mai sfiorata nemmeno l’idea”.

    Per averle uguali le hai pesate e controllate nel bilanciamento?

    @Pibla:
    “….concludendo il ragionamento di MadMax, infatti anche secondo me un ragazzino che rompe una racchetta è un gran maleducato.”

    Io non credo molto alla massima pena al minimo sbaglio, in generale. Che sia un gesto maleducato è palese. Che sia un gran maleducato è da verificare.

    “A pare mio, ammesso e non concesso che ci sia un momento in cui è lecito rompere una racchetta, quel momento è quando poi te la ricomprerai con i soldi che ti sei guadagnato.”

    Su questo, concordo pienamente.

    @anto:

    “secondo me ne può sfasciare anche 2000 di racchette, l’importante che fuori dal campo sia rispettoso nei confronti delle persone e che non abbia atteggiamenti spocchiosi….che nemmeno Federer ha mai tenuto”

    Le persone sono come sono, non credo molto ai maleducati fuori ed educati in campo, o viceversa. Da qualche parte c’è cmq la fregatura. :-)

    @Carlo.L:
    “Il campione nel mondo d’oggi e’ comunwque un po’ piu’ str*n** della media, di una stronzisia tutta sua, ma e’ cosdi’, Federer, Nadal e Borg inclusi. Poi c’e’ chi e’ piu’ o meno ipocrita, ma ha ragione Lindsay: sono tutti assholes and bitches, in un certo qual modo lo devono essere.”

    Io continuo a pensare che ognuno è figlio del suo tempo e come dissi già in altre occasioni non mi piace molto vivere con la testa girata all’indietro. Il campione di oggi è diverso da quello di ieri, esattamente come viviamo un tempo diverso da quello in cui eravamo ragazzini e che a tutti quelli che lo hanno vissuto bene, piace pensare come il “tempo delle mele”. :-)

    @stefano grazia:

    “Max, per uno che si è meritato anche lui non senza qualche ragione, l’appellativo Mad Max, mi sarei aspettato maggiore tolleranza da parte tua … Rispetto comunque la tua opinione e ammiro le tue certezze. Io, l’ho detto spesso, ‘che certezze non ne ho, scavo fra macerie e mi mantengo vivo’.)”

    Io ci ho messo e ci sto mettendo l’anima e anche un pezzo di salute. Spero cmq di avere anche un po’ di fortuna. In ogni caso un piccolo aforisma aiuta:
    - Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio. (Bertolt Brecht) :-)

    @stefano grazia:
    “In riferimento al mio post precedente (che ho dovuto spezzare per evidenti ragioni di ritmo narrativo…impara dal maestro,Gus, impara…)”
    Sono qui apposta per imparare :-)

    Gus.

  108. chloe de lissier scrive:

    nel “café universe” ho definito gli incontri negli sport individuali alla stregua di duelli. penso che la forte attrazione che la lotta fra due persone suscita negli spettatori ma soprattutto negli atleti sia basata su un’idea romantica di eroismo. william bayer la definisce “la sindrome del gladiatore, l’idea che la forma più alta, più nobile di vita sia quella del guerriero, sempre disposto a offrire il suo corpo alle ferite e alla morte per il diletto del pubblico. il sacrificio del gladiatore avviene a beneficio di coloro che lo osservano. ingaggiando i duelli più pericolosi, egli soddisfa i più reconditi desideri degli spettatori, incanalando la loro sete di sangue nel gesto atletico, stilizzando la pulsione collettiva all’aggressività fino a farle raggiungere una statura artistica. allo stesso modo si circonda di un’aura di splendore. è un ideale molto vicino a quello dei samurai giapponesi, ma con la componente aggiuntiva dell’esibizionismo. è una vita dura e breve, fatta di esperienze intense: pericolosa, intensa e in ultima analisi autosacrificale”.
    ricordo le parole di james blake quando entrò finalmente nei top ten. affermò che era felice soprattutto perché essere uno fra i primi dieci tennisti del mondo gli avrebbe permesso di giocare a torso nudo nel più esclusivo club statunitense. un desiderio di nudità si può collegare alla seminudità dei pugili. lottare svestiti significa duellare assai seriamente, perchè si può giungere a ferirsi anche gravemente. questo significa essere un top ten: un grande gladiatore.
    il campo da tennis e il ring, come le pedane degli spadaccini, sono l moderne arene. e gli atleti i novelli gladiatori. tutto è relativamente più morbido, ma anche la nostra vita ormai lo è. solo le pulsioni umane non cambiano nella loro sostanza più autentica.

  109. stefano grazia scrive:

    Proprio pochi minuti fa al telefono mia moglie mi raccontava che ieri durante l’allenamento mattutino si sarebbe avvicinato Nick Bollettieri Himself e che sarebbe rimasto a lungo a guardare il gruppo di Nicholas e in particolare La Canaglia di Lagos, dicendo poi ad Alvaro, il capo coach del mattino (Nicholas poi al pomeriggio passa ad allenarsi coi Full Timer di Josè Lambert) che il suo dritto era perfetto.
    Quando l’ha saputo Gabrì gli ha detto: bè, ma come,non gli hai detto che anche lui ha contribuito con due lezioni?
    E la Canaglia più canaglia che mai : ‘C’hal ledar!’
    cioè in perfetto slang bolognese (che non si sa bene da chi ha imparato, se non riesce col tennis farà il linguista…): Quel Ladro!, riferendosi all’esorbitante costo delle sue lezioni fatte quando aveva 7 e 8 anni.

  110. stefano grazia scrive:

    GUS, zuccone….cosi’ ti leggo solo io!
    Ed e’ un peccato.
    Consiglio: scrivi tutto d’un fiato.
    Poi dividi in tre posts e inviali a distanza di mezzora, un’ora.

    Per la cronaca, mio figlio di racchette ne ha 5 (ne aveva tre e poi due gli sono arrivate tramite sponsorizzazione dalla Head) e non ne ha mai rotta una… Deve avere un tocco d’artista anche quando le sbaticchia per terra, anzi sul cemento… Comunque ogni volta che lo fa viene rimproverato e punito con un quindici o mandato fuori dal campo o punito in altri modi (10 pagine in piu’ da leggere, no party, no movie, etc etc)
    Per il comportamento avuto al Torneo di Sarasota, magari Mad Max gli avrebbe fatto cambiare Sport facendolo diventare una Star del Bolscioj ma io ritengo che la sconfitta (contro un giocatore alla sua portata) sia stata gia’ una sufficiente punizione. L’avrei punito, insomma, se avesse vinto. Per uno che vuole diventare un campione, la sconfitta e’ gia’ di per se’ la peggiore punizione (anche se uno deve imparare ad accettarla e ad imparare da essa). In piu’ siamo pratici: abbiamo gia’ pagato (salata) un’altra settimana …cosa facciamo? Gliela facciamo saltare? Siamo volati in Florida per nulla? Abbiamo buttato al vento tutti quei soldi per niente? Sarebbe un grande gesto, concordo, ma sarebbe anche molto sciocco. Questi gesti li facciamo sempre fare agli altri, noi non li facciamo mai. Cosa abbiamo fatto noi? With a little help of our friends…abbiamo avuto Jose’ Lambert che, dopo aver parlato con mia moglie, si e’ seduto al tavolo con lui e ci ha parlato a lungo, la volta del maialino nero (e con Gabri’ ha poi detto: ho imparato molte cose). E poi e’ intervenuto anche
    Chip Brooks, il Direttore dell’Adult Program, uno dei collaboratori della prima ora di Bollettieri, e gia’ piu’ volte citato. Gli ha fatto credere d’aver ricevuto una chiamata dall’USTA a proposito di quel giocatore dell’Academy, so gifted, cosi’ talentuoso, ma con carattere cosi’ volatile… Insomma, gli stiamo facendo credere molto seriamente che e’ in odor di sospensione etc etc e che se continua a comportarsi cosi’ non potra’ piu’ giocare tornei in Florida.
    Questo per farvi capire che non stiamo certo prendendo le cose alla leggera o che non diamo importanza a certe cose.
    Per esempio c’e’ un torneo il 28 a Bolzano, siamo stati invitati a partecipare (pensavo di chiedere quasi quasi a ClaudioTn di iscrivere mio figlio presso il suo circolo) ma ho deciso di no, di non portarlo, perche’ pur avendo bisogno si di giocare tornei, adesso ha bisogno di ’staccare la spina’ e di abbinare a suo padre qualcosa di diverrso dal tennis. Ce ne andremo dunque a sciare, come da programma. Dormire, sciare 3-4 ore magari fuori pista, e poi tornare a casa e davanti a una bella tazza di cioccolata e panna leggere libri e fumetti … Tutt’al piu’ ci guarderemo i DVD di Piatti e Sartori ordinati ae arrivati a casa, in Italia, e che ancora non abbiamo potuto consultare. Ma la parola d’ordine e’: RELAX.
    Potrei anche,per la gioia di Chloe, scrivere un numero infinitamente minore di posts.

  111. jan scrive:

    “Questo non significa che io insegni a mio figlio ad essere uno str*n**, me ne guardo bene, la mia preoccupazione e’ di impartirgli la corretta educazione e il rispetto per le regole e l’avversario preservando la cattiveria agonistica e immunizzandolo da quella degli altri”.
    Beh, ma allora dove è il problema? Credo che non ci siano dubbi. L’educazione va impartita e gli avversari e le regole rispettati. Nessuno credo, in questo blog, potrebe non essere d’accordo. Infatti non condivido l’intervento di Nikolik che aspetta “con ansia un articolo su come si comportano i Genitori a bordo campo”. Non credo che questo blog sia frequentato da quel tipo di genitore, ma bensì da genitori responsabili e consci.
    Anzi mi dissocio dalla Standing ovation, proposta da Commentucci (a proposito, Roberto, complimenti per la tua partecipazione al dibattito su Super tennis, che ho intravisto durante la pubblicità del Dottor House. Senza ironia da parte mia, ti ho trovato puntuale, preparato, lucido, sintetico, “televisivo”).
    Quindi tutti d’accordo sull’educazione da impartire e naturalmente anche sul rafforzare la grinta, la cattiveria, la voglia di vincere.
    Ma forse il problema è proprio questo. Certe esternazioni in un bambino sono segno di cattiveria agonistica o sono segnali di fragilità emotiva?
    Se tu diventi McEnroe, tu fai spettacolo, e non lo fai solo con il tuo tennis, lo fai anche con la tua personalità istrionica, esibizionista, dirompente, fragile, fai spettacolo anche con il tuo maialino nero. A molti sarai antipaticissimo, ma molti ti ameranno a vita. Diventi un’icona, si dibatte su di te, tiri fuori persone dalla depressione e dai un senso alle giornate di altri. Quindi il tuo maialino nero furente si è inserito “felicemente” nel contesto sociale. Ma lo stesso gesto “eccessivo” di McEnroe fatto da un pischelletto di 15 anni suona tutto in un altro modo. Perché in questo caso non c’è tennis stellare e epica, ci sono solo regole infrante, in maniera infantile e penosamente arrogante. Esistono anche i maialini neri degli altri. Insomma nella convivenza di tutti questi maialini neri bisogna trovare la giusta misura, perché dove non c’è l’eccellenza alla McEnroe si pretende almeno un po’ di caos calmo. E qui ritorniamo al punto di partenza, sì, però Federer , Borg… da ragazzini …
    L’unica vera differenza tra Federer e un tennista di serie B irruente è solo la qualità del tennis.
    E un genitore che condivide con il figlio il sogno di diventare campione, può cercare di fornirgli gli strumenti migliori per giocare il migliore tennis, senza il quale non si va da nessuna parte, anche se si è cattivi come Darth Vader.

  112. andrew scrive:

    dai…tutti da ClaudioTN…

    Io ho il nulla osta…ClaudioTN: arrivo…

    Magari, ClaudioTN, potresti organizzare una giornata di sci-tennis dopo Natale? Che dici? Si va a Panarotta a fare un’orda di promozione-divertimento con zainetti-racchetta sulle spalle…

  113. madmax scrive:

    a gus..

    prima scegli la racchetta con cui si trova meglio, poi ne prendi il peso, il bilanciamento ed eventualmente aggiungi il peso dove manca…. (ovviamente la cosa migliore è farlo fare o direttamente alla casa costruttrice se tuo figlio ha il contratto oppure in alcuni negozi specializzati)

    è ovvio che per considerare una persona maleducata il comportamento non corretto deve essere reiterato…

    stefano… per evitare incomprensioni io non posso essere sicuro al 100% del comportamento di mia figlia (se solo lo pensassi sarei uno stupido) ma so per certo come mi comporterei io a fronte di un suo comportamento scorretto, e lei lo sa benissimo… vuoi un esempio? ho scoperto poco tempo fa che mi ha raccontato una bugia (lei sa che a casa mia non sono ammesse) su una cosa che tra l’altro a scuola (dove anche quest’anno è stata l’unica in tutta la scuola ad avere tutti 10) le maestre mi hanno detto di lasciar perdere…. bene per una settimana io e mia moglie non le abbiamo rivolto la parola e fino alla fine dell’anno scolastico disney channel e play station sequestrati… ora vedremo cmq per ora la sua reazione mi è piacuita poichè quando sono andato a parlare un po’ con lei domandandole a cosa fosse dovuta quella bugia, se ci fosse qualcosa che nn andasse o altro, mi ha risposto che non aveva scuse e che è lei che nn deve più più fare cose così stupide e senza senso.. ora speriamo che alle parole seguano i fatti… intanto lei sa che alla prossima gli regalo il suo gatto di cui è innamorata… intendiamoci la prossima significa uno cosa considerata grave e non è che se ora al posto di 10 prende 8 o se fa cadere il bicchiere viene castigata ma solo se trasgredisce a delle regole considerate da noi importanti come ad esempio le bugie, il rispetto etc etc…

    gabri…ho passato parecchi anni negli states e gli atteggiamenti spocchiosi sono abbastanza normali perciò pensare ad un ragazzo giovane campione nello sport (che tra l’altro è già stato beccato più volte ubriaco fradicio) come ad un bravo ragazzo, un santo etc lo trovo alquanto curioso… come dicevo sopra a stefano, il beread esempio è una di quelle cose da me non ammesse e che a mio parere fa si che una persona di questo genere non possa essere considerata bene educata…. nishikori non ha insultato nessuno si è chiuso negli spogliatoi ed ha spaccato la racchetta dopo essere stato provocato ma soprattutto ha spaccato un bene che lui si è guadagnato, cosa a me sembra piuttosto diversa….

    dopodichè appunto perchè sono mad e so benissimo gli svantaggi a cui si va incontro essendolo gradirei che mia figlia nn lo diventasse… se io nn avessi avuto competenze particolarissime e non fossi riuscito ad applicarle ad un’attività dove nessuno queste competenze le ha ora mi troverei con il sedere per terra nonostante che per due anni sia stato considerato dalla stampa (oltre alle classifiche ed alle percentuali di vittoria) il migliore in italia… in buona sostanza tutti non vedevano l’ora di farmela pagare e probabilmente se fossi rimasto lì ci sarebbero anche riusciti…

  114. Enzo Lo Iacono scrive:

    E’ difficile dirlo; è pazzesco ammetterlo.
    Ma se vogliamo che nostro figlio diventi il n. 1 (avendone le caratteristiche), dobbiamo mettere in conto che SICURAMENTE dovrà diventare un Bast*do. E qui, di questo io ne sono più che sicuro.
    E quindi, nei casi di talento (quello vero), solo una delle due:
    o cresco un campione
    o cresco uno sportivo.
    Nel tennis le due cose non corrispondono mai.
    E’ duro ammetterlo, ma è così!

  115. madmax scrive:

    alla faccia dei dubbi…
    la lista dei fuoriclasse nn bastardi e magari anche educati è però lunga

    da del piero a scirea a rivera buffon davenport (che avrà detto il contrario mai intanto lei campionessa lo è non andando mai sopra le righe….) etc etc…

    quindi caro enzo tieniti pure le tue certezze che io mi tengo le mie diametralmente opposte… ho il dubbio che mentre ora abbiamo dei giocatori (almeno svegli e consapevoli) che pensano soprattutto a dividersi la torta (serie a challenger davis etc) tra qualche anno avremo delle belve che si sbraneranno per un tozzo di pane… ripeto la differenza nn sta nell’essere scaltro poichè in campo amicizie e simpatie servono a poco e ad abituarsi agli stronzi ci si mette poco a essere bravi o lo sei o non lo sei….

  116. jan scrive:

    E quindi, nei casi di talento (quello vero), solo una delle due:
    o cresco un campione
    o cresco uno sportivo.
    Nel tennis le due cose non corrispondono mai”.

    No, Non è vero.
    Basti guardare il numero 1 e il numero 2 attuali.
    Sono due campioni, ma sono anche 2 sportivi.
    Chi potrebbe mai dire che Federer non è sportivo?
    Ha la voglia di vincere, ha la determinazione di voler fare a pezzi l’avversario, ha la consapevolezza d”essere il più forte. Ma è sportivo, per
    Idem Nadal. Si batte su ogni palla come fosse il match point, esulta con gesti enfatici, ha un rapporto ossessivo con il suo calzoncino. Ma è sportivo.

  117. pibla scrive:

    Gus, concordo in pieno con quanto mi hai detto.
    Ottimo Commentucci ieri sera, Dell’Edera mi pare uno in gamba e, da quel che so, grandissimo lavaratore, del resto negli ultimi anni la Puglia spicca nel nostro paese.

  118. Gus scrive:

    @stefano grazia:

    “GUS, zuccone….cosi’ ti leggo solo io!”
    Mannaccia :-)

    “Ed e’ un peccato.”

    Grazie di nuovo.

    “Per la cronaca, mio figlio di racchette ne ha 5 (ne aveva tre e poi due gli sono arrivate tramite sponsorizzazione dalla Head) e non ne ha mai rotta una…”

    Come si trova con le Head? Con quale Head gioca?

    A me non piacciono per nulla e nel mio circolo sono gli sponsor tecnici dei maestri. Ne ho provate diverse, ma non mi piacciono. Naturalmente è solo una valutazione soggettiva, altrimenti magari qualche addetto ai lavori Head, mascherato dal nickname si arrabbia pure. :-)

    Gioco con la Wilson K Factor KTour (la racchetta che viene usata dalla Henin e dalla Davenport).

    “Tutt’al piu’ ci guarderemo i DVD di Piatti e Sartori ordinati e arrivati a casa”

    Siccome è un pò di tempo che li osservo ma costano un pò ovviamente poi ci fai sapere cosa ne pensi in piena libertà, vero?

    Gus.

  119. Gus scrive:

    @Jan:

    Anche Nikolic sa che questa è una comunità a parte. Ma è purtroppo una minoranza, almeno di questo dovremmo essere consapevoli. Chi segue gli sport di squadra come me (oltre al tennis) e ne vede molti, tutti insieme e con delle dinamiche relazionali ancora più complesse, non riesce proprio ad integrarsi. Ma può essere che io sia ormai un aquila. :-)

    @Madmax:

    “prima scegli la racchetta con cui si trova meglio, poi ne prendi il peso, il bilanciamento ed eventualmente aggiungi il peso dove manca”

    Parlavo per me, perché mia figlia gioca a pallavolo. :-)

    Io, cmq, nel negozio ho fatto così. Abbiamo però trovato una notevole differenza e quindi abbiamo aggiunto peso dove serviva per bilanciarla correttamente.

    @Enzo Lo Iacono:
    “E’ difficile dirlo; è pazzesco ammetterlo.
    Ma se vogliamo che nostro figlio diventi il n. 1 (avendone le caratteristiche), dobbiamo mettere in conto che SICURAMENTE dovrà diventare un Bast*do. E qui, di questo io ne sono più che sicuro.”

    Guarda io non sono per niente d’accordo. Uno è b… a prescindere e non c’entra nulla con la sua capacità agonistica. Sempre che per b…. intendiamo la stessa cosa.
    In ogni caso, non potresti scegliere, perché uno in un certo modo ci nasce, non ci diventa. :-)

    Gus.

  120. chloe de lissier scrive:

    non capisco tutti questi asterischi, questi punti sospensivi. è un comportamento da sacrestani. senza offesa per i sacrestani.

  121. Enzo Lo Iacono scrive:

    @MadMax
    “tra qualche anno avremo delle belve che si sbraneranno per un tozzo di pane… ”

    Scusa Max, ma credo che così stando le cose, non potremo avere “belve che si sbranino per un tozzo di pane”. Il fatto è che le belve si sbranano solo perché sono affamate. Il problema è semplice e non voglio millantare di aver inventato l’acqua calda:
    attualmente chi arriva ai 14/16 anni ed è bravino non lo è solo perché è talentuoso, ma anche e soprattutto perché ha svolto un certo tipo di lavoro, di allenamenti e soprattutto un certo numero di tornei (che sono quelli che veramente ti fanno crescere tennisticamente); quindi se ha fatto quel percorso, vuol dire che suo papà ha “sganciato” soldi a non finire e qui tutti i genitori di under 14/16 mi possono capire. Se suo papà ha sganciato tanti soldi, vuol dire che lui è cresciuto senza problemi economici e quindi non potà essere “affamato”.
    Una belva può sbranare solo se è affamata……… o se è bast*da!

    In effetti tu, a mio parere hai messo il dito nella piaga, perché credo che il problema italiano sia proprio quello.
    La belva “affamata” approderà probabilmente in un altro sport poco costoso, ma non sicuramente nel tennis, dentro il quale “morirà affamata” già prima di cominciare a fare sul serio.

    I sistema italiano non aiuta e questo bisogna dirlo.

    Esempio lampante:
    Torneo di Natale (tanto per dirne uno, ma per tutti gli altri è uguale):

    Giocatori (spermatozoi) con famiglia (se possibile al completo) al seguito;

    Hotels convenzionati min. 4 stelle, con TV in camera, internet chat e tutti i confort possibili;

    Servizio bus navetta per il circolo, perché se fai due chilometri a piedi, magari ti vengono i calli;

    Borsone, bagagli, attenzioni e coccole della mamma o del papà comprese nel pacchetto;

    Quattro racchette nel borsone……… perché fa chic;

    Completini rigorosamente nuovi e scarpette ricomprate perché le altre hanno una macchiolina;

    e chi più ne ha, più ne metta.

    Quindi, caro Max, puoi essere affamato, solo se hai sofferto la fame!
    Oppure…….. puoi essere bast.*do!

  122. Enzo Lo Iacono scrive:

    @Gus

    Infatti, non ci puoi diventare!
    E’ una di quelle caratteristiche che devi avere al pari dell’altezza (per dirne una).
    Chiaramente poi, tutto dipende dal cosa si intende per Bast*do.
    Vedi, io lavoro nell’ambito della giustizia e come Stefano fa le sue similitudini, ne azzardo una anch’io.
    Un buon avvocato deve essere bast.do (o affamato, ma questo è difficile) perché anche se il suo cliente è colpevole e lui lo sa, dovrà trovare il modo di “aggirare le leggi” o trovare errori nelle procedure.
    Con questo non voglio giudicare assolutamente l’operato degli avvocati, ma bisogna ammettere che le cose stanno così.

    Cos’è per me un giocatore bast*do?
    Parte importante del match; il mio avversario prende il sopravvento e io sono in difficoltà; mentale o fisica che sia; a prima occasione (nella più buona delle ipotesi) chiedo l’intervento dell’occhio di falco per “spezzare il ritmo”………..
    E’ vero, il regolamento me lo permette quindi sono corretto!?!
    Ho fatto appositamente un esempio quasi banale per intendere che il limite della bast*ne non è facilmente definibile.
    Se poi per “corretto” intendo che osservo le regole (anzi che non mi faccio accorgere di infrangerle o che le uso a mio piacimento), allora sono corretto.
    -L’occhio di falco esiste per farmi vedere una palla dubbia, non per spezzare il ritmo di gioco.-

    Se va bene questo, allora posso anche …………. eliminare l’avversario nello spogliatoio e crearmi un alibi!!

  123. stefano grazia scrive:

    JAN: Nicholas fa 12 anni a febbraio, non ne ha 15…il maialino nero a 15 anni come spiegazione sarebbe stata un po’ preoccupante…

    Il Lato Oscuro della Forza invece e’ proprio quello di cui stiamo parlando e io mi sono inoltrato in questo buco nero proprio per cercare di capirne di piu’, sviscerando il problema e dialogando. Mi e’ piaciuta molto l’analisi di Chloe e sono piu’ d’accordo con Enzo che con Mad Max, su questo. La bastardisia intesa come cattiveria agonistica e’ qualcosa che comunque devi avere dentro e non e’ che poi finito il match puoi spegnere il pulsante e ritornare un angioletto. Io dico che la differenza fra mediocri anche aurei e campioni (inteso come giocatori pro) e’ tutta li’, altrimenti finisci poi per fare il Maestro, l’Istruttore, e magari sei anche frustrato… Oltre ad essere forte tecnicamente e fisicamente, devi avere l’intelligenza tattica e strategica ma anche il killer instinct, la capacita’ di andare dritto alla giugulare, la capacita’ di essere spietato in campo … O se vogliamo meno sensibile. Devi inoltre voler vincere ed essere disposto a tutto per poterlo fare. Passare attraverso il dolore fisico e non che i sacrifici comportano. E poi, quando abbiamo tutto questo, alla fine vince chi e’ piu’ bastardo.
    A tutti i livelli. Nello sport, nel business, nella politica.
    Almeno nello sport e’ tutto alla luce del sole: non puoi fregare, ci sono le regole da rispettare. Ma davvero se uno si fa intimidire da un Come On,dal Trash Talking, dai Mind Games … e’ giusto che perda.

    Quando poi ho scritto che nello sport l’importante e’ partecipare per vincere intendevo: Partecipare per cercare di vincere, cioe’ dare il tuo personal best in quel momento per cercare di vincere, e quindi se ti accorgi che il tuo avversario s’innervosisce perche’ rallenti il gioco, perche’ fai battere la pallina 9 volte anziche’ tre, perche’ tiri su col naso, perche’ ti gratti o perche’ fai il grunting, allora secondo me e’ giusto anche fare quello … perche’poi se perdi, ok, sei in pace con te stesso, hai provato proprio tutto, l’altro era piu’ forte, di gambe di cuore e di testa. (Noi umili mortali: il campione no, sara’ incazzato uguale e questo fa la differenza. Noi saremo sempre meno infelici di lui ma sara’ lui ad avere una chance a Wimbledon…)
    Per dirla pero’ tutta come si deve IO NON SONO CAPACE DI FARLO, NON SONO CAPACE DI FARLO PERCHE’ HO DELLE INIBIZIONI, PERCHE’ MI VERGOGNO, PERCHE’PER ME FORSE VINCERE NON E’ COSI’ IMPORTANTE AL PUNTO DA STRAVOLGERE IL MIO COMPORTAMENTO ABITUALE e badate che io sono gia’ considerato uno che gioca per vincere mentre io lo so, IO LO SO, che in realta’ e’ tutto relativo, che fuori dal micromondo argentato, sono/siamo solo beautiful losers, magnifici grandissimi dannatissimi perdenti, di quelli che danno sempre tutto, vincono molto e poi perdono quando conta o con quello che piu’ o meno avrebbero dovuto battere ma alla fine ci perdono sempre, anche se lui cambia tutte le volte …
    MA E’ QUESTO CHE INTENDEVO CON IL COLONELLO KURTZ E CUORE DI TENEBRA E APOCALIPSE NOW, che Chloe mi perdoni … a un certo punto bisogna anche rispettare il coraggio di attraversare il rubicone, di saltare il fosso, e di non voltarsi piu’ indietro. E diventare bitches and assholes. Nell’Ham and Egg Breakfast, the chichen is involved but it’s the pig who is committed.
    Per questo io sono piu’ realistico del re (in questo caso Mad Max) e capisco Enzo quando dice, ammesso che vi sia il materiale grezzo: o cresco un campione o cresco uno sportivo. (E’ difficile dirlo; è pazzesco ammetterlo).

    Ah, e Lindsay Davenport e’, per sua stessa ammissione e di chi le sta intorno, una che bestemmia come un carrettiere mentre gioca…

  124. Gus scrive:

    @chloe: è solo perchè le parolacce non sono ammesse (credo ci sia un qualche controllo automatico).

    @enzo: la tua disamina non mi convince per nulla e continuo a pensare che si consideri eccessivamente straordinario quello che invece è semplicemente talento+lavoro. Federer e Nadal sono, almeno viste dall’esterno, persone normalissime, di famiglie normali (non c’è fame, non c’è ricchezza da emiro arabo) con un gran talento.

    Non c’è un Dio creatore dell’ Homo Tennista Infamis Supranaturalis :-)

    Gus

  125. chloe de lissier scrive:

    un saggio fra i più grandi affermava che l’agiatezza e l’indigenza dipendono dall’opinione di ciascuno; e la ricchezza, così come la gloria e la salute, non hanno maggior bellezza e piacere di quanta ne attribuisca loro chi le possiede. ognuno sta bene o male secondo come pensa di stare. non è contento chi è creduto tale, ma chi lo crede di sé. e in questo soltanto la credenza dà a se stessa sostanza e verità.
    la fortuna non ci fa né bene né male: ce ne offre solo la materia. e il seme che la nostra mente volge e applica come le piace è la sola causa e padrona della propria condizione felice o infelice. le aggiunte esterne prendono sapore e colore dalla costituzione interna, come gli abiti ci riscaldano non con il loro calore, ma con il nostro, che esse sono adatte a covare e alimentare; chi ne coprisse un corpo freddo, ne trarrebbe lo stesso risultato per il freddo: così si conservano neve e ghiaccio.
    certo, alla stessa maniera che per un fannullone lo studio è un tormento e per un ubriacone l’astinenza dal vino, la frugalità è un supplizio per chi vive nel lusso, e l’esercizio una tortura per un uomo delicato e ozioso: così è per il resto. le cose non sono tanto dolorose né difficili in se stesse: ma la nostra debolezza e viltà le rendono tali. per giudicare delle cose grandi ed elevate è necessaria un’anima analoga, altrimenti attribuiamo ad esse il difetto che è in noi. un remo dritto sembra curvo nell’acqua.
    non ha importanza soltanto che si veda una cosa, ma come la si vede.
    perciò il sapore dei beni o dei mali dipende in buona parte dall’opinione che ne abbiamo.

  126. jan scrive:

    Stefano, so benissimo che Nicholas non ha 15 anni. Ma mi sembra molto efficace la sua espressione “maialino nero” e mi sembra che possa essere applicata a chiunque, non necessariamente a un bambino di 12 anni.
    Anche a 15 anni si può avere il maialino nero. Perché no?
    E tutto questi commenti non riguardano solo Nicholas, ma tanti bambini e ragazzi che vivono la stessa esperienza di lanciatori di racchetta e portatori sani di parolaccia.

  127. madmax scrive:

    in qualsiasi campo ha successo chi è in grado di prevedere il futuro mentre qui come al solito si guarda al recente passato… è come quando qualche anno fa (ma ancora molti oggi) in italia hanno scoperto l’open stance che invece in america è sempre esistito.. ed ora che è quasi passato molti sono rimasti ancora fermi lì..

    c’è stato un momento che i truffatori gli aggressivi e gli spericolati andavano di moda e avevano successo ma questo questo solo perchè non si era abituati ad affrontarli, ora fanno ridere, tant’è che ora “lavorano” solamente con le persone anziane…. spesso poi l’aggressività cerca di coprire alcune insicurezze e mancanze tecniche che dal moemento che non ci sono, non ha più motivo di esistere

    escludo nella maniera più assoluta che possa esistere un giocatore di 16/18 anni (e prima se perde chi se ne importa) che si alleni duramente tutti i giorni e che abbia raggiunto un certo livello che possa spaventarsi per un c’mon…

    enzo fino a 10 anni fa 8 tennisti (e rispettive famiglie ma spesso anche i loro maestri) su 10 non sapevano nemmeno cosa fosse un torneo eta ora in quei tornei ci sono più italiani che il resto del mondo… sbagliavano prima peggio fanno ora.. da bambini non si sono allenati ne abbastanza ne correttamente a 12/14/16 anni cominciano a girare per tornei morale che arrivano al momento di entrrare nei pro che sanno vincere qualche partita per esperienza e lì si fermano… non è certo girando e basta che si costruiscono i giocatori…
    entrando nell’ambito costi poi ai migliori gli allenamenti spesso vengno pagati (e cmq a quell’età i più bravini qualche sponsor già ce l’hanno altre al fatto che come abbiamo sempre detto la spesa grossa non sono mai gli allenamenti) ed i tornei fino a quell’età in un modo o nell’altro si riescono sempre giocare o quelli vicini a casa o quelli da cui sei invitato dalla fit o con i viaggi organizzati dai circoli con più ragazzi così da poter dividere le spese (e molti circoli pagano anche queste trasferte) … dopodichè a livello pro costando come ci ha detto fulvio (70/80.000 annui) o sei il figlio del berlusca o sei nadal oppure devi imparare ad adattarti come fanno in tanti che dormono in tre o quattro nella stessa stanza in alberghi a due stelle, mangi quello che capita etc etc perciò il carattere viene fuori nn preoccuparti…..

    fino a qualche anno fa la tigna faceva la differenza perchè gli avversari erano ancora la vecchia generazione dei gesti bianchi o cmq i loro figli (e quindi poco allenati).. ora chiunque anche il figlio dell’imprenditore se vuole veramente riuscire sa benissimo che bisogna lottare poichè oggi giorno nessuno regala più nulla in nessun settore e cmq la gioventù di oggi è tutta più cattiva priva di educazione e di valori, perciò è ben su altro che è fondamentale lavorare…

  128. stefano grazia scrive:

    E’ questo l’errore di fondo: pensare anche solo lontanamente che Federer e Nadal, due bravissimi ragazzi, non posseggano un EGO smisurato e non possano al tempo stesso avere un certo grado di bastardaggine. Sto con Enzo al 100%.

  129. madmax scrive:

    bellissimo l’ultimo post di chloe…

  130. madmax scrive:

    ma stefano cosa dici… il profondo ego che hanno certamente federer e nadal non dipende dal loro carattere ma dipende dai pazzeschi risultati ottenuti e che derivano esclusivamente dal tanto lavoro fatto… penso di averlo già scritto ma vedendo su super tennis il profilo di federer si notava come già a 10/12 anni faceva lo split step… avete idea del lavoro da fare per far si che questo venga reso automatico? e dei due federer sembra che sia quello che abbia dovuto lavorare meno aiutato com’è dal suo talento ed estro eccezionale…

  131. madmax scrive:

    provate a far vincere il superenalotto ad un dolce umile e dimesso operaio poi vedrete il giorno dopo cosa andrà a dire ed in che modo lo farà al suo ex capo!!!

  132. Supermad scrive:

    O mamma mia…ho riaperto questo posto dopo un po’ e devo dire che mi gira la testa.

    Stefano Grazia, stai scrivendo una quantità incommensurabile di commenti. Sembri uno preparato, che sa tanti aneddoti, che sa cosa dice. Per cui ti prego, scrivi per davvero un libro. Hai due motivi per farlo: 1 - almeno sfoghi la tua logorrea ;) 2 - hai un’acquirente sicuro: me.

  133. Giovanni da Roussillon scrive:

    madmax.
    Non è nemmeno necessario che il dolce ed umile e dimesso sia operaio, disoccupato o infermo, né che lo si faccia vincere al lotto. So del caso di un funzionario ineccebibile che diffuse con discrezione la notizia di una sua vincita colossale in soldi liquidi. Gli si aprì ogni credito offerto da mercanti ingordi, e soltanto quando esaurì l’esauribile, dopo festini faraonici, investimenti fondiari e l’acquisto (sempre grazie al credito “accreditato”) di tanti automezzi quante le dita delle sue mani ed altri sperperi, si decise a rendere candidamente noto ai benefattori che la sua era una semplice burla. Non fu licenziato dal suo capo, poiché questi fu dovutamente e preventivamente messo al beneficio, con altri suoi colleghi, di parte del “vincita” dell’umile e dimesso collaboratore.
    Con rispetto, siamo di fronte alla tipologia del personaggio osservato da Hannah Arendt, che dimostra tuttavia addizionalmente la propensione ad autoattivarsi senza distruggere platealmente alcuna “racchetta”.

  134. Carlo.L scrive:

    L’intervista di Martucci a Nadal (c’è anche su Ubitennis ma è tutta incasinata).
    Alcuni passi mi paiono in argomento.
    Si ha l’impressione che a dargli del bastardo si offenderebbe non poco.

    MADRID (Spagna), 17 dicembre 2008 - Il giro a golf “non è andato bene”. Il ginocchio destro che gli ha vietato la finale di Davis “sta bene, anche sotto sforzo, mi fa più male la spalla, mi sono allenato molto nelle ultime 3 settimane”. Gli amici sono sempre tanti, e calorosi, come i tifosi, compresa la bimbetta con una malattia rarissima che l’eroe di Spagna incontra dietro le quinte, con mille sorrisi e una promessa: “Chiamami a Maiorca, giochiamo un po’ a tennis, non c’è problema”. Gli impegni del numero 1 del mondo, Rafa Nadal, sono sempre tantissimi: dalla Partita contro la Malaria alla Gazzetta dello Sport.
    Il trionfale 2008 come ha cambiato Rafa?
    “Io sono sempre lo stesso, non penso ai record e al passato, ma a giocare bene. Se cambiassi sarei stupido”.
    Ma un po’ di rilassamento sarebbe anche possibile. Come si ricaricano le motivazioni?
    “Con l’allenamento. Sono fortunato: il tennis è la mia passione, mi piace tutto. Ma se perdessi le motivazioni smetterei subito. La classifica, i risultati? Conta quello che hai dentro e che ti spinge, oppure no”.
    Il piede, il ginocchio, gli stop: quanti allarmi per Rafa.
    “Queste cose le sento dire da 5 anni e sono sul Tour da 7. E non è una carriera breve e a questi livelli. Certe volte la gente parla di cose che non sa. E non vede che, magari, sono anche cambiato: per esempio, corro molto meno di tre anni fa, perché sto di più dentro il campo. Anche se certo non giocherò altri 7 anni”.
    Ma potrà davvero tenere il ritmo del 2008?
    “Qualche preoccupazione l’ho anch’io, spero che dopo il primo torneo ritroverò il mio ritmo, di gioco e di vittorie”.
    In campo, l’uomo forte del tennis ha qualche preoccupazione o magari qualche paura?
    “Al via della partita, io accetto soltanto l’idea che posso vincere o perdere. Ma se ho davvero paura non vinco più”.
    Così ha rovesciato tante partite, a cominciare dalla finale di Wimbledon?
    “Lì potevo aver paura di giocare contro il più forte sull’erba e magari di sempre. E potevo aver paura quando Roger mi ha ripreso da due set a zero”.
    E invece?
    “Invece mi sono detto: Potevi vincere al quarto, ma sei al quinto, tieni a tutti i costi il servizio nei primi giochi, vediamo che succede se stai lì fino a 4-4, 5-5. Allora anche lui può tornare a pensare: Posso ancora perdere”.
    Dice: “Abraca- dabra”, e via?
    “Devi dire: “Voglio vincere talmente tanto, questa partita e questo torneo, che lui non mi batte”. Devi essere sicuro che darai non il 100, ma il 200%. Devi proprio crederci. Più dell’avversario. Perché poi, nei momenti decisivi, tutto può succedere”.
    E questo vale sia al Roland Garros dove è sempre favorito, come a Wimbledon, che Federer vinceva da 5 anni?
    “Al Roland Garros sono sempre stato il favorito, anche al primo. A Wimbledon è stato un cammino più duro: la prima finale è stata un sorpresa, la seconda è stata dura, soprattutto con quel sorteggio, ma ce l’ho fatta, e ho giocato 5 set con Roger, anche se poi negli spogliatoi ho pianto per mezz’ora”.
    Strano, per uno come Rafa.
    “Mi è successo solo un paio di volte: una contro Blake, al Masters nel 2006, persi da 4-0 e palla del 5-0. Ma Wimbledon è Wimbledon… Avevo avuto un’occasione, mi sarebbe capitata ancora?”.
    Le è capitata.
    “A Wimbledon ho avuto un sorteggio duro, non ero il favorito, ho giocato più d’istinto che di tecnica, non sapevo dove andavo, sono arrivato alla finale e ho vinto una partita incredibile. Che sollievo… Ho realizzato un sogno: cambia un po’ la carriera, non la vita. Che, per mia fortuna, non è solo tennis”.
    La vittoria e la sconfitta sono due impostori.
    “No, c’è sconfitta e sconfitta. Fa sempre male. Certe volte ti dici: “Hai perso, ma sei sulla strada buona”. Così è stato ad inizio stagione, tornei, quando non vincevo. Ma crescevo”.
    E il rapporto con Federer ora come va?
    “Un numero e una partita non mi fanno migliore di lui. Roger resta Roger: un campione che ha mostrato a tutti come si può restare una persona normale ed avere rapporti normali con tutti. Io, per fortuna, lo sapevo già”.
    Quindi Nadal non è più forte di Federer?
    “Nadal è migliorato e spero che migliori sempre tanto”.
    Sarà ricordato per l’accoppiata Roland Garros-Wimbledon 28 anni dopo Borg o sarebbe meglio vincere il quinto Roland Garros di fila?
    “Mi piacerebbe che si dicesse: “Che brava persona è stato Nadal”. Comunque, record per record, è più duro rivincere lo stesso torneo più anni di fila”.
    Dove passa il Natale una brava persona che si chiama Nadal?
    “A casa, a Maiorca, il 24, starò con tutti i parenti, i tanti nipoti, a mangiare gamberi alla griglia. Quello è il miglior regalo che mi possono fare. Quello è il mio futuro: una bella famiglia, nella mia isola, e tanti bambini. Anche se è presto per pensarci”.

  135. Roberto Commentucci scrive:

    Altra interessante intervista di Antonello Zani, il nostro anto, Stavolta a Leo Caperchi. Riporto dal sito tennisteen:

    Oggi, è qui con noi Leonardo Caperchi graditissimo ospite, allenatore storico di Fabio Fognini e Gianluca Naso e di molti altri pro.

    D) Dopo moltissimi anni passati ad allenare e costruire giocatori pro, decidi di accettare l’incarico di Direttore Tecnico della scuola di Valletta Cambiaso di Genova, com’è maturata questa tua decisione?

    R) Avevamo finito una parte molto ampia e articolata di lavoro, la fase junior e quella successiva di qualificazione all’alto livello ed è una cosa molto divertente perchè si può dare davvero tanto al giocatore. Sentivo il bisogno di una nuova sfida, per motivi professionali e personali. La prospettiva di dare un contributo reale da dentro il sistema italiano giovanile negli ultimi anni, mi affascinava sempre di più. Il progetto della Federazione Ligure era molto interessante ed ho deciso di accettare questà responsabilità. Nei prossimi anni sono convinto che ci saranno dei risultati e che il lavoro che stiamo facendo darà dei frutti… Da grande non mi dispiacerebbe continuare a lavorare in un settore Tecnico Nazionale. Il lavoro nella fase giovanile è veramente appagante e divertente. E’ stato un cambio utile a entrambi sia per me che per Fabio e Gianluca, un nuovo stimolo e una nuova sfida raccolta con energia sia da me che dai giocatori che erano con me. Sono orgoglioso del lavoro fatto insieme e sono sicuro che sia Naso sia Fognini ne debbano essere orgogliosi, per la quantità di cose che hanno imparato e che mi hanno insegnato.

    D) Rispetto a quando hai iniziato questa professione, dall’alto della tua esperienza, com’è cambiato il mondo dei coach professionisti?

    R) In Italia poco, nel senso che sono quasi sempre gli stessi che allenano. Non ne vedo facce nuove. Il lavoro di coach è sempre lo stesso: devi stare concentrato e lavorare costruendo per un domani. La cosa interessante è che è la stessa cosa che devi fare da junior e se riesci a trasferire questa mentalità da Junior a pro, non smetti mai di migliorare.

    D) Il tennis ormai è diventato uno sport globalizzato, la competitività è altissima ed è sempre più difficile riuscire ad emergere. Ci sono nazioni come la Spagna, la Francia e l’Argentina, che oltre ad avere top 10, hanno anche una serie di buonissimi giocatori che stazionano permanentemente nei top 100. Come mai non accade in Italia, perché loro sì e noi no……sarebbe interessante una tua opinione in proposito.

    R) Come tu affermi, il problema non sono Argentina e Spagna che da sempre hanno giocatori, ma gli altri paesi che cominciano a tirarne fuori,appoggiandosi proprio a quei sistemi che funzionano magari tipo Baghdatis in Francia. Perchè non succede da noi? Perchè noi non lo programmiamo! Perchè sembra impossibile dopo 30 anni che succeda. Ti faccio una domanda? Secondo te in Sud-Africa la nazionale di calcio potrebbe vincere? Non lo scarti a priori, no? Nel tennis invece ormai sembra impossibile. Allora senti i nostri dire che “valgono a essere top10 sulla terra ( ma che vuol dire?!?!?!?!)” o che puntano ad andare top 30.Chi ci punterà ci potrà andare secondo me. Farà le cose che servono per andare top10. Giocare sul veloce e tutto quello che serve per andare top 10.Con 3 slam su 4 che si svolgono sugli hardcourts e 6 master series su 9….come fai ad andare top 10 se non giochi sul duro e non fai risultati?

    D) Spesso mi è capitato, girando per tornei Atp, challenger e future, di notare che il servizio nei giocatori italiani non è un colpo decisivo e risolutorio rispetto a giocatori di altre nazioni. Ad esempio i nostri cugini transalpini, difficilmente in questo fondamentale hanno lacune, a differenza di noi italiani. L’esempio più clamoroso, è il servizio di Filippo Volandri. Perchè spesso questo colpo è sempre stato così sottovalutato sopratutto anche a livello didattico?

    R) Vale il concetto della risposta precendente: devi avere un obiettivo alto per giocare con il servizio. Inoltre è un problema culturale il nostro. S’insegna il servizio come rimessa in gioco e non come primo tentativo di fare punto.

    D) Sempre più spesso si sente parlare di mental training da parte dei giocatori pro. Secondo te può essere utile nella formazione di un giovane atleta quest’ allenamento mentale?

    R) Il giovane atleta deve conoscere il suo futuro lavoro a 360°. Sarà pagato e onorato per essere un esperto del suo campo molto giovane. Sicuramente deve poterlo conoscere e imparare da giovane ed il coach deve mediare molto le informazioni del mental trainer e tutte le altre figure dello staff. Poi il coach
    è fondamentale nel guidare la scelta dei componenti della squadra del giocatore per arrivare a dargli un professionista che lo arricchisca. Bisogna stare molto attenti in questa fase di scelta e lo studio della persona giusta può durare anni,bisogna stare attenti a trovare gente di contenuto. Ci vuole attenzione ci
    sono parecchi furbetti che ti avvicinano.

    D) Purtroppo l’Italia come moltissimi altri paesi è stata colpita da una fortissima recessione. Il tennis è annoverato tra gli sport più costosi. Cosa si potrebbe fare per renderlo accessibile anche ai cosiddetti ceti meno abbienti?

    R) Il tennis è costoso, non ci si scappa. Devi avere grandissime qualità per trovare aiuti esterni o arrivare a essere autosufficiente molto presto. Altrimenti come tutti i progetti ci vogliono:un buon giocatore,soldi e un buon allenatore. Queste sono le componenti per avere la possibilità di emergere.

    D) Capitolo genitori. Essendo a contatto quotidianamente con i genitori dei tuoi piccoli allievi, com’è il tuo rapporto con questa categoria che spesso fatica a rapportarsi con i maestri stessi, e che sovente invade il campo tecnico non di loro competenza.

    R) Invadono se non trovano risposte esaurienti perchè fino a 14 anni sono loro i veri motori dell’azienda. E’ loro il figlio e ci mancherebbe che non spingessero. Bisogna aiutarli a incanalare le energie e coinvolgerli nel processo a 360°. Sono per far loro capire che entrano anche loro in un processo di crescita sportiva in cui hanno un ruolo emozionale fondamentale per i giovani giocatori. Devono crescere sportivamente con i loro figli,o prima o poi se li trovano contro. I genitori sono fondamentali e vanno coinvolti in tutte le maniere. Al momento delle decisioni vanno coinvolti e se hanno buon senso, piano piano entreranno nell’ottica corretta. Se non hanno buon senso o finirà male la relazione con i figli o la carriera da pro dei figli. Con il buon senso si affronteranno vittorie e sconfitte con ordine e tutto procederà.

    D) Naturalmente non posso non posso non chiederti di Fabio Fognini e Gianluca Naso, i tuoi due ultimi allievi più rappresentativi. Fabio Fognini, top 100 con ampi margini di miglioramento, secondo te questo ragazzo fin dove si può spingere, mentre Gianluca Naso, dotato di mezzi fisici notevolissimi, non riesce a entrare nei top 200, una tua opinione sul siciliano.

    R) Arriveranno dove punteranno, è molto semplice. Se ho fatto bene il mio lavoro, cercheranno di puntare in alto al massimo delle loro potenzialità ben dentro il ranking ATP. Le scelte che fanno mi sembra che vadano in questa giusta direzione. L’anno scorso ad esempio, Naso ha giocato 13 tornei Atp e vari challengers in un evidente processo di apprendimento che gli tornerà utile nella stagione 2009. Per quanto concerne Fabio è ben consigliato e circondato da specialisti che lo continueranno ad aiutare a tenere la direzione corretta.

    D) Infine un’ultima domanda, quanto si dovrà ancora aspettare in Italia per avere un nuovo top 10?

    R) Aspetteremo fino a quando uno ci punterà e romperà il “record del miglio”….Non ricordo in che anno e chi lo frantumò, ma il famoso record del miglio che nessuno batteva da decine di anni è stato battuto da chi ha deciso di allenarsi solo per quel record…..e l’anno dopo è stato battuto 11 volte…Aspetteremo fino a quando non faremo sistema come aveva fatto Mario Belardinelli: non era un caso che i giocatori fossero tutti in quegli anni…ci vuole un sistema per tirare fuori giocatori continuamente, altrimenti ti ritrovi come in Brasile dove il successo di Kuerten non è stato capitalizzato.

    Ringraziando Leonardo Caperchi per il tempo che ci ha concesso, non possiamo che auguragli di raggiungere traguardi sempre più prestigiosi nel suo lavoro, e chissà che un giorno non lontano possa ritornare nel circuito Atp con un nuovo giovane emergente.

    Antonello Zani - Tennisteen

  136. Nik85 scrive:

    Non so a quale saggio si riferisca Chloe, ma sembrava la penna di Schopenhauer.
    Alle interviste di Nadal darei meno credito che al millantatore protagonista del racconto di Giovanni, sinceramente. Un personaggio più costruito dello spagnolo nel tennis di oggi è difficile trovarlo.

  137. Gus scrive:

    @stefano: killer istinct = basta@r@d@o. Ma cosa stiamo dicendo? Il bast@ardo è un debole che gioca “sporco”, che cerca di vincere con ogni mezzo, è un perdente che pur di non perdere farebbe qualsiasi cosa. Sono quelli che senza arbitro ti chiamano le palle fuori ecc.ecc. Sono dei perdenti nella vita, anche se vincono una partita di tennis, perchè sono sleali, in primis con sè stessi. Il killer istinct invece è il dono del campione, quello di giocare al meglio i punti importanti, quelli che portano alla vittoria.
    @nik85: Nadal è un personaggio costruito? Prima lo zio di Nadal racconta cose che non coincidono esattamente con alcuni dettami di G&F e ovviamente racconta balle. Ora Nadal racconta balle, perchè è un personaggio costruito.

    Come invidio chi vive di certezze assolute.

    @stefano g: speravo almeno in un sorriso sull’homo tennista con il latino inventato. :-)

    Gus.

  138. Gus scrive:

    @max:
    “si notava come già a 10/12 anni faceva lo split step… avete idea del lavoro da fare per far si che questo venga reso automatico? e dei due federer sembra che sia quello che abbia dovuto lavorare meno aiutato com’è dal suo talento ed estro eccezionale…”

    Condivido al 200%.

    Sai a Nadal o Federer cosa gli frega del cretinetto di turno che cerca di innervosirli con le piccole bastardate da perdente nato.

    Se ne fanno una p@i@p@p@a.

    Gus.

  139. stefano grazia scrive:

    ‘Sinceramente, non credo che io potrei mai diventare così ‘phoney’, melenso, sdolcinato’ (McEnroe commentando gli ultimi anni di carriera di Jimbo, divenuto agli occhi del pubblico il buono dopo l’arrivo del nuovo cattivo, McEnroe stesso)

    Alle interviste io preferisco i trascritti delle interviste post match o le interviste in televisione, in studio o sul campo. Anche dai discorsi dopo la finale in uno slam si può capire qualcosa della personalità o meglio ancora della non personalità di chi li fa. Spesso è una questione solo di lingua ma a meno che uno non vinca uno slam a 15 anni, si ritiene che a 20 anni uno l’inglese lo dovrebbe aver imparato, almeno quello, alla scuola del Tour.
    Ciò non significa che Nadal non possa essere il bravo ragazzo che tutti dicono, che i suoi muscoli siano naturali,che non dica sempre che Roger è il migliore per scaramanzia o per malizioso calcolo allo scopo d’innervosirlo (si, si, sarai anche il migliore ma intanto io ti batto sempre) ma perchè davvero lo pensa. E quale sarà davvero il vero carattere di Roger? Quello che aveva fino a 22 anni o quello che ha messo in soffitta perchè ha visto che con quello vinceva di meno mentre con questo, più controllato compresso glaciale e quindi meno rivelatore, si è dimostrato più efficace…?
    Insomma, la possiamo rigirare finchè vogliamo, la frittata, e fare i simpatici sofisti, come dice Giovanni, e dire tutto e subito dopo il contrario di tutto. Su alcuni punti siamo, mi sembra, però banalmente tutti d’accordo:
    Certamente il lavoro su tecnica e fisico sono alla base della Costruzione del Campione: senza quelli non si va da nessuna parte. Poi c’è il Mental, che secondo Safin fa la differenza fra quelli che stanno sempre fra i Top 20 e gli altri giù fino al numero 100, because tennis, dice Safin, everybody has. E del Mental dovrebbe far parte anche quel Quid dentro che ti porti ad affrontare i sacrifici richiesti e poi quel qualcosa che si chiama voglia di vincere e che ovviamente a quel livello tutti hanno e della cui esistenza ci accorgiamo di più noi meri mortali e tristonazzi, ma che anche a quel livello è evidente abbondare un tantinello di più in certuni anzichè in altri.

    Dove ci scontriamo è sul significato di mean, di cattiveria agonistica, sul fatto se sia possibile crescere contemporaneamente uno sportivo e un campione, sul significato di bastardi dentro, simpatica canaglia, ipocrita e ‘phoney’ o duro e puro … Gli anglosassoni la chiamano Competitività: he’s a competitor…He’s a fighter.
    La Domanda è: Quando è in gioco la tua vita, chi chiami a difenderti: il nice guy o la carogna?
    E comunque, se il Genio della Lampada venisse qui e vi dicesse: Ok, tuo figlio vincerà Wimbledon, il RG e gli USOPen nello stesso anno, ma sarà una carogna. Ci stai o non ci stai?
    quale sarebbe la vostra risposta?
    A) Ma neanche per sogno!
    B) Definiamo carogna: cosa intendiamo per carogna? Carogna alla MacEnroe , Carogna alla Hewitt o Carogna alla Hanibal The Cannibal?
    C)Non si potrebbe aggiungere anche gli Aussie Open?
    D)Dove devo firmare?

  140. costa azzurra scrive:

    riporto una parte dell’intervista fatta da antonello zani (che fa la domanda) e leonardo caperchi ( che risponde):

    D) Capitolo genitori. Essendo a contatto quotidianamente con i genitori dei tuoi piccoli allievi, com’è il tuo rapporto con questa categoria che spesso fatica a rapportarsi con i maestri stessi, e che sovente invade il campo tecnico non di loro competenza.

    R) Invadono se non trovano risposte esaurienti perchè fino a 14 anni sono loro i veri motori dell’azienda. E’ loro il figlio e ci mancherebbe che non spingessero. Bisogna aiutarli a incanalare le energie e coinvolgerli nel processo a 360°. Sono per far loro capire che entrano anche loro in un processo di crescita sportiva in cui hanno un ruolo emozionale fondamentale per i giovani giocatori. Devono crescere sportivamente con i loro figli,o prima o poi se li trovano contro. I genitori sono fondamentali e vanno coinvolti in tutte le maniere. Al momento delle decisioni vanno coinvolti e se hanno buon senso, piano piano entreranno nell’ottica corretta. Se non hanno buon senso o finirà male la relazione con i figli o la carriera da pro dei figli. Con il buon senso si affronteranno vittorie e sconfitte con ordine e tutto procederà.

    un grosso ringraziamento a Leonardo Caperchi per una risposta davvero intelligente che potrà essere da faro illuminante per tutti quelli che vorranno davvero il successo del tennis italiano

    grazie e spero che altri centri tecnici nascano in italia con questo spirito e queste idee.. buon lavoro e in bocca al lupo!!

  141. jan scrive:

    No, Nik85, secondo me il grande saggio è Montaigne, nel Della Saggezza.
    “Le cose non sono tanto dolorose né difficili in se stesse: ma la nostra debolezza e viltà le rendono tali”, Questo è Montaigne.

    Io a tutte le interviste darei poco credito, non solo a quelle di Nadal, perché per trovarvi qualcosa di vero bisogna leggere molto, ma molto tra le righe.
    Per esempio :
    Domanda: “Sarà ricordato per l’accoppiata Roland Garros-Wimbledon 28 anni dopo Borg o sarebbe meglio vincere il quinto Roland Garros di fila?”.
    Risposta: “… record per record, è più duro rivincere lo stesso torneo più anni di fila”.
    Nel linguaggio della famiglia Nadal significa: “Punto al Roland Garros, voglio vincere là e penso di farcela”.

    Comunque se Nadal è costruito, è stato costruito genialmente. E’ quasi un’opera d’arte, Meglio non poteva riuscire questa creazione al suo autore.

  142. Giovanni da Roussillon scrive:

    Gentile Jan
    La costruzione di Rafael Nadal è interessante, semigeniale. Probabilmente il limite sta nel non considerare troppo il plasmato, che, a differenza di altri materiali, all’origine era un insieme vibrante di mezzi capace di soddisfare i propri stessi desideri in scioltezza. L’opera nasce con la morte del supporto.
    Nella fattispecie il figlio dispone di maggiore futuro da spendere rispetto al genitore. Seguendoti, mi concentrerei allora sul lavoro del figlio o nipote che, a mezzo semplice racchetta, sappia semigenialmente trasformare il genitore o zio in istallazione mirabile. Ed Ubaldo Scanagatta aprire la rubrica nuova, coerente, “F&G”, frequentata soprattutto da orfani (ai sensi della discussione) fin qui non propriamente valorizzati per via del loro confinamento nei nosocomi.

  143. Gus scrive:

    stefano: condivido il tuo ultimo post che mi sembra un buon punto di sintesi.

    Però almeno una risatina sull’ Homo Tennista Infamis Supranaturalis, chiarissimo caso di latino inventato al momento da uno che non l’ha mai studiato :-)

    Vabbè mi arrendo :-)

    Gus.

  144. chloe de lissier scrive:

    jan ha visto giusto. i concetti sono tratti dal quattordicesimo capitolo del primo libro dei “saggi” di montaigne.
    leggo e rileggo l’opera di montaigne da più di vent’anni. è una fonte inesauribile di conoscenza e soprattutto di riflessioni sulla condizione umana. montaigne è convinto che gli uomini debbano guarire dalla presunzione, che è la loro malattia naturale originaria e debbano giungere ad un’accettazione lucida e serena della loro condizione: ” che cosa si può immaginare di più ridicolo di questa creatura miserabile e meschina, che non è neppure padrona di sé, esposta alle offese di tutte le cose, che si dice padrona e signora dell’universo, ma che non ha la facoltà di conoscere neppure la minima parte di esso e tanto meno di comandarla?.
    ecco, montaigne mi ha reso convinta che i mali del mondo discendano principalmente dall’ignoranza e dalla mancanza di riflessione. perché se si educassero i bambini fin dal loro primo giorno di vita alla riflessione e alla conoscenza senza imposizioni e restrizioni, spinti, noi educatori, da quel vero amore che è desiderare il bene dei nostri allievi, allora qualche legno storto certamente si raddrizzerebbe per tempo. un’educazione senza alcuna violenza. cito ancora montaigne: “condanno ogni violenza nell’educare un animo tenero, che si vuole avviare all’onore e alla libertà. c’è un non so che di servile nel rigore e nella costrizione; e ritengo che quello che non si può fare con la ragione, e con la saggezza e l’accortezza, non si farà mai con la forza. mi hanno educato così. dicono che in tutta la mia infanzia ho assaggiato la frusta solo due volte, e molto leggermente… ho visto che la frusta non ha altro effetto che di rendere gli animi più vili o più malignamente ostinati”.
    la conoscenza, la riflessione e la serenità d’animo mi hanno aiutato molto
    nella vita, quando sono riuscita a non far valere troppo la mia debolezza umana. e montaigne è stato il mio nume tutelare.

  145. Gus scrive:

    “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.”. Bertrand Russell

    Dopo essermi anche lasciato un po’ prendere dalla foga nel proseguio della discussione, ecco che subito delle storie di vita sportiva mi costringono a riflettere nuovamente sulla questione.

    Ieri sera, a “La storia siamo noi” di Minoli, raccontavano la vicenda che ha riguardato Gianluca Pessotto, il famosissimo giocatore Juventino e della nazionale che tentò il suicidio nel 2006, durante i mondiali di calcio.

    Ovviamente lui ha partecipato alla trasmissione ed è una storia da vedere per chi ne ha voglia.

    Lo troverete a breve nell’archivio internet della trasmissione al seguente link:
    http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/

    Ve la consiglio.

    Ad un certo punto della Storia, ricollegandomi alla discussione sul “b@a@s@t@a@r@d@o” sportivo, è emersa in modo assolutamente positivo la figura di Montero. Per chi non segue il calcio, Montero era il difensore centrale della Juve degli anni di Pessotto, ed è sempre stato considerato, giustamente, un vero b…., cattivo, punitivo, intimidatorio. Record nel numero delle espulsioni nel campionato di Seria A, violento, ecc.ecc.

    Esattamente il contrario di Pessotto, l’esempio della persona perbene, atleta esemplare, grande dedizione, mai una parola fuori posto.

    Grandi amici. (chissà come si formano certe alchimie, Stefano).

    Quanto contano poi altri valori nella vita, rispetto magari alla esteriorità con cui si esprimono le persone?

    Ebbene, al momento del tentato suicidio, Montero è partito dall’Uruguay, mollando tutto e tutti e si è trasferito, di fatto, nell’ospedale dove era ricoverato Pessotto. Notte e giorno fino a quando il ragazzo è uscito dai suoi guai, vicino alla famiglia, ecc.ecc.

    Non si è mosso di lì. Un gesto di grande amicizia e vicinanza, di quelli che contano.

    Questa storia ha messo un po’ in dubbio le mie opinioni a riguardo e come sempre la realtà, le persone, le situazioni, sono sempre più complesse di come le rappresentiamo.

    Alla fine i tantissimi livelli di grigio rappresentano meglio la realtà che non il bianco e il nero.

    Gus.

  146. stefano grazia scrive:

    Gus, alla parola bastardo (o figlio di…) in senso sportivo e agonistico evidentemente io-e credo anche Enzo- do un significato diverso, non letterale … io ho un amico preside, e’ stato 15 anni a Lagos, in due diverse occasioni e ci siamo incrociati tre volte, passando molti anni insieme. Persona cortesissima, educatissima, quasi timida e come molti timidi era uomo di musica e teatro, ottimo educatore coi bambini, severo ma anche amico … Bene, sul campo da tennis era,anzi e’, il piu’ grande bastardo che uno possa incontrare, e mica perche’ fregasse, ma solo perche’ non ti regalava un punto, giocava per darti 6/0 periodico, moriva su tutte le palle, ammetteva di odiare l’avversario fin tanto che durava il match e di non contemplare la parola sconfitta nel suo vocabolario … Uno capace di giocare con due mediocri tennisti agippini tre sets uno dietro l’altro (quindi 6 di fila, tre con uno e tre con l’altro) e rifilar loro sei 6/0 di seguito, cosi’, fra amici, per lo piu’ tristi ma non cosi’ tristi da non saper giocare, sapete cosa significa? Il potere di concentrazione e la voglia assoluta di non regalarti nemmeno un quindici in una partita che non conta nulla fra mediocri? Un bastardo, insomma, detto con ammirazione…Io gli scrissi un articoletto sul giornalino (Doppio Fallo) che facevo per la Comunita’ accomunandolo alla mentalita’ psicotica di un serial killer…
    Grandissimo atleta naturale (di quelli che sembrano fuori forma, sovrappeso, perfino zoppicano e trascinano i piedi nella vita normale afflitti da acciacchi, artrosi post interventi chirurgici,etc etc, e poi sul campo hanno una vitalita’ anaerobica al limite del disumano, aveva imparato a giocare relativamente tardi e comunque ha raggiunto ottimi livelli di rendimento e ancora adesso, a 51 anni, vince tornei in Uruguay,dove e’ finito l’anno scorso, fra quelli che in Italia sarebbero i C3… quindi scherzando ma non troppo io dico sempre che se lui avesse avuto due genitori come me e Gabri’, sarebbe sicuramente entrato nei top 100… Io, che quando confrontato a chi fa sport per socializzare, sono considerato uno che gioca per vincere, non mi sono mai nemmeno lontanamente avvicinato a una mentalita’ vincente di questo tipo … E sempre controllata, mai autolesionistica,mirata al fine ultimo, anche quando in certi tornei locali il match tendeva alla sceneggiata, le sfuriate avevano uno scopo, di difendersi da un reale o presunto torto subito (in questo era un po’ troppo maniacale, da qui il mio riferimento a un senso esasperato di giustizia…spesso queste persone sono correttissime e anche quando le vediamo fregare un punto, non lo stanno fregando: sono perfettamente in buona fede, adamantine, vedono solo quello che davvero vogliono vedere … Non hanno mai un dubbio e sono felici solo se vincono.

  147. stefano grazia scrive:

    Ecco, avevo postato prima di leggere il tuo pezzo su Montero.
    Che mi sembra faccia il paio col mio.

  148. madmax scrive:

    l’educazione con il tipo di persona che si è nn ha nessun nesso.. una persona può essere molto ben educata e poi essere uno str…o e viceversa.. da una persona con cui devo parlarci solo 10 minuti (o fare una partita a tennis) mi aspetto educazione poi come si comporta il resto della giornata sono affari suoi. evidentemente se ci lavoro insieme o voglio essergli amico è necessario che sia anche una brava persona…. detto questo se una persona in campo si comporta sempre in modo maleducato così lo sarà sempre, senza però necessariamente dover essere una persona cattiva..

    detto questo comincio a leggere in alcuni messaggi molti pensieri filosofici (che tra l’altro hanno al loro interno non poche verità)…. ricordiamoci sempre però che viviamo in questo mondo dove le persone perbene non hanno così tanti vantaggi perciò se si vuole emergere a qualche compromesso bisogna pur scendere..

    il punto è capire se l’essere maleducati abbia qualche attinenza con la grinta e se quindi è un hatu per vincere i match…. a mio avviso assolutamente no

  149. madmax scrive:

    stefano a mio avviso il battere i due agippini di seguito 6-0 6-0 significa solo che giocava meglio.. e cosa sarebbe cambiato se avesse vinto 6-2 6-2.. giocando un torneo anzi il fatto di giocare un po’ meno intensamente i primi turni può essere solo un vantaggio per continuare a mantenere le forze man mano che si va avanti..

  150. chloe de lissier scrive:

    madmax ha ragione. poiché ogni scelta comporta inevitabilmente una rinuncia, non si può pensare di lottare per primeggiare volendo al contempo restare puri di cuore e vivere una vita serena. il primato richiede la disponibilità a passare tranquillamente su un bel mucchio di “cadaveri”.
    certo, esistono vincitori come federer e hewitt, come laver e come connors: la qual cosa dimostra che non è affatto necessario chiamare “asshole” un arbitro per essere numero uno, ma che ci sono quelli che lo diventano, nonostante la loro protervia. insomma, è come essere belli o brutti: io preferisco vedere safin che non hewitt, ma nessuno dei due è stato al vertice per le sue peculiarità estetiche.
    insomma, anche in questo caso è solo una questione di opinioni e di scelte conseguenti: che nella fattispecie valgono unicamente per l’aspetto formale (ed estetico) delle vicende.

  151. jan scrive:

    Caro e nondimeno gentile Giovanni, è un eterno dilemma.
    Un riferimento potrebbe essere il mito di Pigmalione, dove la metamorfosi dell’oggetto si verifica grazie all’amore e alla dedizione del suo autore.

    Se dovessi scommettere, direi che l’isola di Rafa è un’isola che c’è, “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”. Quindi il plasmato non è stato abusato, ma il materiale è stato trasformato nel migliore dei modi possibile.

  152. Gus scrive:

    @max: io condivido quello che dici, in particolare in questo thread. Come ho già detto eviterei, e mi pare sia tra le righe del tuo post, di diventare esageratamente moralisti e anche un pò noiosi.

    Io ribadisco che la maleducazione non fa rima con la grinta o con la capacità agonistica
    Il killer istinct non c’entra nulla con la bastardaggine
    Quello di cui parla stefano nell’ultimo post è capacità agonistica, non altro.

    Tirando le fila potremmo anche dire che:

    un maleducato in campo, potrebbe essere anche una brava persona fuori
    un maleducato fuori dal campo è sicuramente maleducato anche in campo e non è una brava persona :-)

    @max: sbaglio o non ho letto con quale racchetta e se ci aggiungi con quale corde, gioca tua figlia

    Gus.

  153. Roberto Commentucci scrive:

    Cresce la pressione mediatica su Quinzi.

    Riporto dal sito FIT:

    http://www.federtennis.it/upload/public/TAPDF/2008122311395155.pdf

    Nel frattempo, purtroppo, Gianluigi, classe ‘96, è stato sconfitto al primo turno in un importante evento under 14 in Francia, a Sant Geneviève.
    Quinzi, che era tds n. 8, è stato superato nettamente (62 63) da un lucky loser tedesco.

    Fra gli altri azzurri, Donati (’95) si è ritirato nel secondo turno, mentre Napolitano (anche lui ‘95) è al terzo turno.

    Durante il talk show su Supertennis, l’altro ieri, parlando dell’inadeguatezza tecnica di tornei come il Lemon Bowl (giocare sulla terra all’aperto in dicembre è poco sensato per le condizioni di gioco falsate) il tecnico federale Dell’Edera ha affermato che in Fit se ne sono resi conto e proprio per questo i nostri migliori under 14 hanno cambiato la programmazione, e da ottobre a marzo giocano solo competizioni indoor, come appunto il torneo francese.

  154. andrew scrive:

    oé, Caperchi…

    come sarebbe a dire che non ci sono allenatori nuovi nel panorama tennistico italiano? Forse non conosci il CCV (Coach Certificato Vaffantennis)…Deve ancora diventare CICV (Coach Internazionale Certificato Vaffantennis) ma c’è tempo…

  155. madmax scrive:

    gus dipende tutto da cosa si intende per maleducato… un’atleta può benissimo essere una buona persona d’animo ma essere maleducato nel senso che non conosce le buone maniere.. normalmente però una persona buona d’animo anche se poco educata è talmente tranquillo e dimesso che finchè non ci esci a cena difficilmente te ne accorgi… se invece già in campo è visibile la sua arroganza difficilmente sarà diverso al di fuori… cmq per evitare di incartarsi ancora maggiormente torniamo a parlare di tennis…

    mia figlia gioca con la pro kennex k 15 da 260g e come corde usa le babolat excel

  156. stefano grazia scrive:

    60 60 60 e ancora 60 60 60 …certo che giocava ANCHE meglio, ma o non mi vuoi capire o non riesco a farmi capire: e; che al preside di perdere un game per sbaglio anche in due partite non di torneo, giocate cosi’ fra amici, proprio non gli va giu’, un po’ come Fonzie non riusciva a chiedere ’scusa’…
    D’accordo invece che maleducazione e carattere sono due vcose diverse e infatti e’ questo quello che io cerco di dire dall’inizio tentando ma senza troppo successo di spiegare che alcune cose che succedono sul campo vengono secondo me etichettate a torto come atti di maleducazione e invece sono o semplici sfoghi personali o sinonimi di personalita’ differente… Le scenate contro l’arbitro, il tirare addosso la pallina all’avversario a gioco fermo, il sacramentare e bestemmiare a tutto spiano, perfino ‘fare la gnola’ secondo me e’ maleducazione, altre cose invece no. Hewitt, Djokovic, Henin, Murray forse sono ANCHE maleducati ma non per quello che fanno sul campo.
    Tutto qui.

  157. madmax scrive:

    roberto visto la non importanza dei risultati nei tornei under poco importa se quinzi ha perso.. il punto sarebbe sapere come ha giocato visto che come scrissi già un po’ di tempo fa nn tutti gli addetti ai lavori lo considerano il nadal della situazione (per far riferimento proprio al pezzo sul sito fit che parlava della vittoria dell’italiano al master nike internazionale come il maiorchino).. certamente il fatto di fare da spola tra bradenton alla bollettieri e montecarlo da piatti lo aiuterà molto… speriamo bene ma non si sa mai che la canaglia di lagos possa invece superare in fututo quella che ora è considerata la stella….

  158. stefano grazia scrive:

    no, ‘fare la gnola’ a dire il vero non e’ maleducazione ma semplice carenza di carattere.

  159. kill bill scrive:

    io sto con Max.
    e con l’adorabile Chloe.

    Chi viene al Lemon Bowl a parte Enzo ?

  160. madmax scrive:

    stefano tu ti sei spiegato ed io ho capito ma forse sono io che non riesco a farmi capire da te…ci riprovo..

    benissimo il preside ha dato svolte diseguito 6-0 6-0 6-0 e non c’è stato a regalare nemmeno un game.. perfetto

    ora prendiamo un altro che invece ci sta (e te lo voglio concedere perchè nn conosco nessuno che perde un game felice ma come ho detto invece molti pro con un break di vantaggio al terzo mollano i turni di servizio dell’avversario per tenere le energie sul proprio) a molare qualche game e vince 6/2 6/2 6/2..

    secondo te quest’ultimo avrebbe meno grinta o vincerebbe di meno e portando l’esempio tra i giovani avrà meno chance dell’altro di diventare un campione? io sinceramente penso di no…

    kill purtroppo non vengo ma vedrai che avremo occasione di vederci presto…

  161. Gus scrive:

    @max:
    “mia figlia gioca con la pro kennex k 15 da 260g e come corde usa le babolat excel”

    Grazie.

    Te lo chiedevo perchè mia figlia ha finalmente accettato che io le insegnassi a giocare a tennis e quindi avevo intenzione di comprarle una racchetta che ovviamente deve essere per un U13 principiante e che lo fa come secondo sport. Quindi se qualcuno ha dei suggerimenti da darmi sono pronto.

    Mia figlia ha 12 anni, alta 1.55 pesa 40 Kg.

    Gus.

  162. stefano grazia scrive:

    Max: no,non ha meno grinta e magari e’ anche un giocatore migliore…infatti a Lagos il Preside nell’ETP Tour da me gestito (Expatriate Tennis Players) non era il piu’ forte, lo era invece un ragazzo di 15 aa piu’ giovane che aveva avuto una scholarship per il tennis in US e che giocava il Big Game: gran servizio, volley, 50 winners e 40 Unforced Errors, lui giocava cosi’ e infatti a tenere lo scout e segnare con una croce i suoi colpi (winners e U.E.) e con un pallino quelli dell’savversario, il foglietto-scrivevo ai miei tempi su Doppio Fallo- era una distesa sterminata di croci…Infatti io con lui vincevo spesso un set o perdevo 76 mentre col Preside avro’ vinto tre sets, uno ogni 10 anni o quasi, ed era invece spesso un 1/6 2/6 o peggio…se poi facevo un 5/7 dovevamo farne subito un altro ed era quasi matematico lo 0/6 … Quello che voglio dire era che il Ragazzo che aveva fatto il college in US ammetteva che al massimo avrebbe potuto arrivare nei 300-400 ma io sotto sotto sono convinto che il Preside, con quel; gioco e il suo mental corredato di cattiveria agonistica e rifiuto hewittiano della sconfitta, avrebbe potuto fare molto di piu’…
    Certo, imprescindibile avere avuto due genitori come me o te (con le rispettive mogli).
    Quanto a Quinzi, e’ bene precisare che e’ lontano anni luce sia fisicamente che mentalmente, inteso come solidita’ di gioco. Ringrazio Mad Max per la fiducia ma non c’e’ proprio paragone.
    Ieri ha comunque fatto la videoanalisi e pare che l’Analizzatore fosse entusiasta e si e’ dilungato in dettagli e spiegazioni concludendo alla fine che era stata la videoanalisi piu’ lunga mai fatta per uno dei shortimers proprio perche’ da un punto di vista tecnico ineccepibile.
    Purtroppo essere talentuosi e tecnicamente ineccepibili conta un 10-15% nella somma totale delle cose.

  163. stefano grazia scrive:

    ‘Purtroppo essere talentuosi e tecnicamente ineccepibili conta un 10-15% nella somma totale delle cose’
    Nel senso che un po’ a quel livello, chi piu’ o chi meno, lo sono tutti (cioe’ non e’ che Ferrer o Davidenko tecnicamente siano scarsi) e comunque la vera differenza la fanno il fisico e il mental. Certo, a parita’ di fisico e mental, quel 10-15% comincia a pesare…

  164. Giovanni da Roussillon scrive:

    Gentile e ancor più caro Jan.
    Preso dai preparativi in vista di una trasferta, non desidero dedicare al tuo “dilemma”, di tutto interesse, lo spazio di una battuta sul mito o sulla genesi precaria di isolotti emergenti. Di conseguenza, appena mi sarà possibile mi riaffaccerò a farti parte del mio parere sull’argomento.
    Molto cordialmente.

  165. stefano grazia scrive:

    Una cosa pero’: Quinzi avra’ anche perso al primo turno, ma e’ un U12 e ha giocato in un U14. Il che mi offre comunque lo spunto per rilanciare su un altro argomento: leggevamo dello Zio Toni che raccontava di come avesse sempre fatto allenare Nadal con giocatori piu’ scarsi di lui perche’ era importante che Rafa imparasse a giocare ’sereno e con nonchalance’ i suoi colpi e senza l’assillo di chi gioca contro i piu’ forti… Siccome l’ho trovato detto anche da altri (adesso non mi ricordo esattamente chi, ma magari stasera me lo vado a cercare e ve lo riproporro’) chee contrariamente a quello che si pensa, e’ piu’ redditizio allenarsi con giocatori piu’ scarsi, io mi chiedo se questo concetto non meriti un approfondimento. Secondo me a giocare contro i piu’ forti ci sono determinati vantaggi non ultimo quello di scendere presto dal pero (e’ quel che accade a chi arriva alla Bollettieri Academy la prima volta), ma ci sono argomenti anche a favore della ipotesi dello zio Toni. Vedi per es Lendl che invita il giovane Sampras ad allenarsi con lui o Federer che si allena coi top Juniores.(Ora che ci penso, lo stesso Preside giocava sempre partite contro noi esseri inferiori riservando le sfide coi suoi pari solo al Torneo.) E allora, in quest’ottica, giocare tornei di categoria superiore non avrebbe un effetto controproducente? Cioe’ tu giochi sapendo che comunque se perdi sei giustificato: quelli erano piu’ grandi, avrai tempo per rifarti dopo…
    Ovviamente sto parlando di giocatori dagli 8 ai 12-14 anni… Capisco che se uno stravince sempre nella sua categoria e’ bene farlo giocare ogni tanto in categoria superiore, ma farlo come prassi non credo sia giustissimo: dopo tutto uno potrebbe correre uil rischio di disabituarsi a vincere…

  166. Enzo Lo Iacono scrive:

    Mi arrivano notizie da Bari: il piccolo Seby (98), nel tabellone 97 ha giocato i primi due turni (non conosco gli avversari) rifilando 60 60 ieri sera e 61 60 stamattina (vuoi vedere che diventa bast@do!). Mentre alle 17 giocherà nel tabellone principale 98 e a seguire l’altra partita deltabellone 97. Solo tre partite in un giorno?!? Ma allora gli fanno battere la fiacca!

    @Roberto Commentucci

    Scusami se mi permetto di contraddirti, ma essendo “del giro” ho partecipato a diverse riunioni nelle quali era presente MIchelangelo. Il motivo del circuito indoor è che finalmente alla FIT si sono resi conto che giochiamo troppo in terra e che se vuoi mirare alto devi abituarti al gioco veloce sul duro. D’altronde, basta controllare la statistica delle superfici utilizzate nei circuiti più importanti. La conferma lo avuto proprio da Michelangelo Dell’Edera, quando gli ho prospettato il problema che il mio circolo ha solo 4 campi in green set (duro). Sembra che non sia un problema… anzi.
    Quest’anno quindi toccerà agli uner 14 invia sperimentale, poi il circuto verrà allargato probabilmente alle altre categorie. (Alla faccia di chi dice che alla FIT non si fa nulla di buono)

    Per tornare alla Bast*gine, il piccolo Seby, domenica scorsa, durante un match amichevole di raduno, ha subito angherie di tutti i tipi da un suo avversario che avendo capito che Seby non memorizava le tracce delle palline, continuava a ripetere palle che uscivano 50 centimetri, ma delle quali Seby non riusciva a segnare la traccia. Dopo aver perso il primo set, sul 42 sopra del secondo Seby, disgustato di ciò che avveniva ha dato la mano all’avversario ed è uscito dal campo (E’ la prima volta che succede). Nonostante, in qualità di maestro ho dovuto richiamarlo per aver abbandonato il campo, in realtà riconosco che io sarei uscito molto prima.
    Seby raramente ha rifilato 60 60 e anche quando ha giocato con lo zoppo di turno, qualche games glielo ha sempre “ceduto” per galanteria. I numeri di ieri e oggi denunciano che è ancora incazzato come una iena per ciò che è successo la scorsa domenica. Vuoi vedere che mi diventa Bas*do? Se lo fosse stato al punto giusto, fino ad oggi avrebbe vinto almeno il doppio delle finali.
    Questo intendo dire!

    Enzo siamo perfettamente d’accordo, forse mi sono espresso male, infatti con Dell’Edera si parlava proprio della necessità di migliorare l’offerta di tornei (giovanili e non) sul veloce in Italia, dove si gioca sulla terra anche quando si dovrebbe giocare indoor o sul veloce, con ripercussioni negative sulla completezza tecnica degli agonisti.

    Infatti non a caso il Lemon Bowl è un torneo con un livello tecnico molto elevato fino ad under 12, poi per le categorie superiori i più forti non lo giocano. Ma per Seby, che ha 11 anni, è ancora un buon banco di prova e ovviamente tu fai benissimo a farlo partecipare. (Rob. Comm.)

  167. stefano grazia scrive:

    ‘Ovviamente sto parlando di giocatori dagli 8 ai 12-14 anni…’
    (E Quinzi e quelli come lui sono casi a parte, sto parlando dei figli di un dio minore…)

  168. Roberto Commentucci scrive:

    Finora Quinzi ha praticamente dominato nella categoria under 12. C’è un solo suo coetaneo del ‘96 che finora lo ha battuto, per ben due volte, il croato Borna Coric.
    Qujinzi ha poi già giocato anche parecchi tornei under 14 e si è costruito una buona classifica anche in quella categoria. Mi diceva però Fulvio che quei tornei erano di livello tecnico bassino e che la classifica under 14 di Gianluigi è in realtà un po’ troppo ottimistica rispetto al suo attuale valore.

    La scelta di farlo competere under 14 anche contro giocatori di maggiore spessore pare che sia stata di Piatti stesso, il quale sostiene che per lui sarebbe stato poco formativo continuare a competere ad un livello per lui troppo basso.

    Posso dire che in passato, in Italia, troppo spesso abbiamo tenuto i nostri fortissimi under troppo a lungo nella bambagia e questo ne ha ostacolato il percorso di sviluppo, perché non permetteva di capirne per tempo i possibili punti deboli.

    Anche se effettivamente questo ragionamento veniva fatto soprattutto riferendosi a gente come Pistolesi, Gaudenzi e al povero Luzzi, quando questi avevano circa 15-16 anni.

    All’età di Quinzi, effettivamente, non so se sia meglio dare 61 61 ai suoi coetanei under 12 o perdere 63 63 dai migliori under 14.

    Sospetto però che ancora una volta Piatti abbia ragione, e credo che molte delle cose che dice lo zio Tony sulla formazione di Rafa siano dette più per la costruzione del personaggio a fini di marketing che per altro.

    Insomma, secondo me Rafa da ragazzino, già a 14-15 anni (quando tra l’altro giocava già i futures spagnoli) prendeva legnate su legnate dal suo paesano Moya, altro che storie…

  169. Enzo Lo Iacono scrive:

    @Stefano
    In realtà, come tutte le cose, credo che la cosa giusta stia in mezzo.
    Nella programmazione dei tornei, anche su indicazioni del centro tecnico (dalla quale ricevo i programmi da sei mesi), distribuisco i match nel seguente modo:
    30% match facili;
    45% match combattuti;
    20% match difficilmente vincenti;
    5% match impossibili da vincere.
    Chiaramente il tutto, sulla carta.
    Non disdegno a volte, proprio per il motivo addotto dallo “zio Toni” a fargli fare match con gente molto più scarsa, chiaramente se tengono almeno il palleggio.

  170. andrew scrive:

    Su Quinzi:

    bisognerà vedere quanto dovrà scontare per rimanere sotto l’egida FIT, ossia quanto dovrà viaggiare a destra e a manca per vincere le varie competizioni giovanili a squadre così care allo spirito del club “Italia”…

    Speriamo che in questo caso vi sia il giusto dosaggio, anche sotto forma di aspettative, sennò, se non esplode entro i 17 anni, l’è bel che cot!! (i.e., implode)…

    Su Roberto:
    Ottima prestazione a SuperGulpTennis! Anche se, stringi stringi, non mi è parso di sentire rivelazioni clamorose…
    Ero “Cerbiatto scelto” 30 anni fa a 12 anni, adesso con il rivoluzionario FIT Ranking Program tanti bambini sgomiteranno per entrare nelle scuole tennis…che bello, che bello, che bello!!! proprio come 30 anni fa…

  171. wik scrive:

    alle storielle di zio tony non ci credo nemmeno se le vedo

  172. Roberto Commentucci scrive:

    Per andrew:

    beh, in effetti a Supertennis volevo parlare di Vaffantennis e di un certo tipo di Bassano del Grappa, ma poi all’ultimo momento ci ho ripensato. :)

    Io sono contento: se hai visto tutto il programma, hai avuto la soddisfazione di ascoltare un membro del Consiglio Federale (Bracciali) e un tecnico nazionale (Dell’Edera) affermare candidamente, sul canale ufficiale della Federazione, che i circoli italiani non sono luoghi adatti alla costruzione dei giovani agonisti a causa delle esigenze dei soci anziani, e che bisogna cambiarne la governance.

    Mi pare piuttosto clamoroso, invece…

    Secondo te che chi ce li ha portati a dire questo? :)

    Per vincenzo torzillo, che so grande tifoso di Daniele.

    Mah, io temo che Braccio come singolarista sia al capolinea, e volevo cercare di capire se lui intende specializzarsi nel doppio, dove potrebbe avere ancora 3-4 anni di carriera a buon livello.

  173. andrew scrive:

    Per Roberto:

    preferisco pensare che tu, astutamente sapendo che il programma non era in diretta e saresti stato tagliato, hai rimandato ad altra occasione l’introduzione del concetto di “Vaffantennis” nel panorama italiano…HAI FATTO BENE!

    Invece, scusa forse ho sentito male la trasmissione, ma io ho sentito Bracciali dire che effettivamente nei circoli esistono conflitti tra agonismo e ricreazionalismo ma anche che, in fondo, sono i soci che tengono in piedi i circoli e quindi… (non ha approfondito il concetto…)

    Forse ne stavate parlando fuori-onda…dai, rivelaci qualche fuori onda tipo:
    - Hai portato la gazzetta a Bracciali?
    - Bracciali ti sembra un tipo sveglio e adatto come consigliere federale?
    - Bracciali dice che il suo programma è tenere i rapporti con i giocatori italiani che lui conosce molto bene; ma i giocatori italiani conoscono bene lui?

    ps. Non cellò con Bracciali…

  174. anto scrive:

    Si anche secondo me Bracciali è al capolinea…..fossi in lui giocherei solo doppio per cercare di racimolare in termini economici il più possibile e per aver la possibilità di rientrare in davis dalla porta principale, non ammuffendo in panca.

  175. Enzo Lo Iacono scrive:

    In effetti, più volte, ho avuto modo di parlare con i tecnici nazionali del problema delle scuole e sono assolutamente d’accordo con le loro ultime osservazioni. Una cosa è il circolo, altra cosa è la SAT e altra cosa ancora è un centro di addestramento agonistico che non chiamo accademia appositamente perché non si intende le accademie attuali. Eravamo d’accordo anche su un’altra cosa: un’accademia può funzionare bene solo se è sovvenzionata dalla FIT, perché i costi sono così elevati che non possono essere sopportati dagli atleti. Mi pare di aver capito che l’intenzione e la direzione intrapresa dal centro tecnico è proprio quella di dislocare in tutte le regioni delle piccole (si fa per dire) Tirrenia, dove si fa solo “sul serio” senza far pagare nulla agli allievi e di conseguenza, senza che i genitori possano mettere bocca: o ci stai o te ne vai. Sarei pienamente d’accordo. Questo significherebbe investire i soldi delle quote FIT per bene, altro che campi pubblici per far divertire i bambini che vogliono giocare; per quello……. ci sono gli oratori delle parrocchie!

  176. Enzo Lo Iacono scrive:

    A proposito di …….
    Seby ha colpito ancora con 60 60 e tra poco rientra in campo per giocare la partita che era programmata alle 18. Mi giungono anche notizie dei soliti (uffah) urla e litigi di alcuni( solo pochi per fortuna) genitori.

  177. Enzo Lo Iacono scrive:

    Su Quinzi:
    Io non mi preoccuperei tanto dei viaggi a destra e a manca (pur se faticosi, a chi non piacerebbe girare per il mondo);
    piuttosto mi preoccuperei per gli allenamenti che iniziano alle 8 e finiscono ……….

  178. stefano grazia scrive:

    Quello che io ho cercato di dire senza peraltro riuscirci in un centinaio di posts era in fondo quello che chloe, la mia nemesi, scrive con mirabile sintesi: “poiché ogni scelta comporta inevitabilmente una rinuncia, non si può pensare di lottare per primeggiare volendo al contempo restare puri di cuore e vivere una vita serena. il primato richiede la disponibilità a passare tranquillamente su un bel mucchio di “cadaveri”.”
    Vabbè, diciamo che mi pagano a cottimo, un tot ogni post, anzi…ogni riga.

    Un’altro aspetto di tutta questa sporca faccenda è comunque quel che io chiamo ” l’allenabilità” del giocatore. Cioè la capacità del giocatore di essere allenabile.Di non creare mai problemi al genitore e soprattutto al coach.Magari in partita di torneo ti comporti in un certo modo ma poi in allenamento torni normale.
    Ecco, mio figlio non ha mai fatto distinzione fra allenamento, partita amichevole, torneo…In fondo è una questione anche di onestà. Mio figlio è,o meglio ‘può essere’, str…sempre, con tutti. Cioè a un certo punto ’sclera’ indipendentemente da con chi sta giocando od allenandosi: se gioca col coetaneo tristo, con quello bravo, con Armando, con Alessia, con me,con Tamina, con mia moglie (che è poi sua madre) o con Gigi Neri, con la Margie, con Palumbo, con Lubiani, con Bertino, con Adriano e Igor Parodi,con Josè Lambert …. secondo me sclererebbe anche giocando con Federer o S.Teresa di Calcutta… Magari per tre giorni è adorabile, simpatico, intelligente, curioso,invidiato dalle mamme e dai papà … poi il Lato Oscuro della Forza.
    Ergo: ha una onestà tutta sua, alla John McEnroe in fondo,il che potrebbe anche essere encomiabile, ma non è allenabile. O meglio lo sarebbe, perchè, e lo si è visto con Slomp, gli si dice una cosa e lui è abilissimo nel metterla in pratica, nel controllare i movimenti e il proprio corpo, nel capire e nell’applicare quello che gli si chiede …
    ma non altrettanto nel controllare quel maialino nero nella propria mente. Quindi come puoi portarlo in visione a un Piatti,un Sartori o a uno Sponsor, come puoi programmare magari un viaggio intercontinentale e una spesa per un torneo senza poter immaginare cosa combinerà il maialino nero, se in campo scenderà Jeckill o Hyde … Non è ancora maturo. Non è ancora pronto.
    Non so, sto davvero pensando di fermarlo per 3-6 mesi e vedere se si da una regolata.
    O se anche lui si da ad uno sport di squadra.

    Certo che è comodo fare i Bravi Genitori se i propri figli sono tutti bravi belli buoni e appassionati, non danno mai problemi e magari vincono anche le partite!
    Siamo noi altri che siamo nati per soffrire …

    Comunque per la felicità di SuperMad sto cominciando a scrivere un libro, il lungo cammino verso l’Eddie Herr 2009, Searching for Bobby Fischer meets Searching for Forrester meets Billy Elliot meets Out of Africa. (Se avrà successo seguirà poi il tanto annunciato Men Abroad o Uomini Fuori-nel senso di patria ma anche di testa)

  179. gianni scrive:

    E in corso il torneo di Bari volevo chiedere al popolo del blog di quelli che stanno vedendo questo torneo se ci sono ragazzi bravi e le carenze maggiori che hanno questi bambini,ciao grazie

  180. tilden scrive:

    Mr GRazia, ma non ha risposto alla domanda di qualcuno “ma questo Nicolas quanto vale un 4.1 un 3.5 un 2.8?…”
    TSonga a 12 anni era l’equivalente di un 3.5 ed a 14 valeva 2.4

  181. Mauro scrive:

    Ho conosciuto Nicholas, un ho osservato anche se per poco i suoi comportamenti, è un bambino speciale ed eccezionale, che si ribella all’addomesticamento imposto dai genitori e dalla società.
    Qualcuno la chiama educazione, ma è solo una maniera che ha la comunità di soppravivere, ovvero omologare i comportamenti dei suoi componenti.
    Se notate i nostri bimbi sino ad una certa età sono liberi, esprimono emozioni e sentimenti liberamente, poi costretti da noi si inibiscono, emerge la paura, la vergogna, la repressione. Anche mia figlia pur provando ad insegnarle cose diverse è stata da noi addomesticata e quella bambina libera che conoscevano quasi non c’è più perchè è prevalsa la paura che uscisse da questa fantastica società.
    Abbiamo sempre bisogno di etichettare tutto o tutti, quello è intelligente, quello è stupido, quello è un ribelle, quello è un buono, di tenere sotto controllo i componenti di questa magnifica società. Qualcuno per fortuna si ribella, non vuole essere fagogitato, magari vorrebbe essere solo se stesso.
    In una nota e funzionale comunità di recupero per bambini difficili con storie complicate alle spalle, non si usavano sistemi coercitivi, gli si diceva, qua sei libero di fare tutto ciò che vuoi, ti chiediamo solo il rispetto delle persone e delle cose, la maggior parte di quei bambini, trovavano poi la loro strada senza finire in galera , drogati o barboni.

  182. chloe de lissier scrive:

    mi pare che si usino le parole con una certa disinvoltura. insegnare ad un bambino a riconoscere e controllare le sue pulsioni negative non si può definire addomesticamento. se poi per farlo si usano sistemi violenti è altro discorso: significa semplicemente essere pessimi educatori.

  183. madmax scrive:

    gianni ma come si fa a vedere il torne se non si è a bari?

    tilden ne ho già parlato parecchio ma qui sembrano tutti fare orecchio da mercante..

    la classifica e le vittorie a 12 anni contano meno di zero…hai letto le stats da me riportate sui top ten juniores dal 1997 al 2006?

    quest’anno alla lambertenghi la teta di serie nr 1 era una 4.2 (che ha puntualmente vinto il torneo) e la 8 era una 3.5…

    la classifica e le vittorie si costruiscono con i tornei in italia ma se uno va a giocare spesso all’estero non prende punti.. la classifica e le vittorie dipendono soprattutto dal fisico e se sei come tsonga è più facile tenere testa agli adulti altrimenti è dura.. detto questo non diciamo sciocchezze perchè nel 2008 nessun ragazzo di 12 anni può valere un 3.5 (vero) adulto…

    mauro in linea di principio sarei anche d’accordo con te se non fosse che viviamo in un mondo dove ci sono anche gli altri (e la ns libertà dovrebbe finire dove comincia quella degli altri) e nonostante sia d’accordissimo con te anche sul fatto che questa società faccia schifo, purtroppo dobbiamo conviverci altrimenti davvero è meglio andare a vivere nella jungla.. quando a dei bambini dai libertà totale loro secondo te riescono a capire la differenza tra il ripsetto o meno di persone e cose? io sinceramente non penso che questo sia possibile anche perchè la non educazione di cui tu parli è un po’ quello che si sta perseguendo da un po’ di anni nel mondo e quello che si vede tutti i gg in tv dimostra si che i ragazzi non hanno paura più di nulla peccato però che la paura sia venuta a noi adulti!!!

  184. stefano grazia scrive:

    TILDEN: non ne ho la minima idea di come sia classificato mio figlio, l’anno scorso non era nemmeno iscritto alla FIT ed e’ un anno che non gioca in Italia e probabilmente il prossimo anno,essendo Resident, giochera’ sotto bandiera nigeriana in modo da poter entrare piu’ facilmente nei tabelloni ETA senza fare le Quallies, ma ti posso gia’ dire subito che oltre a non essere un Quinzi non e’ nemmeno un Tsonga, anzi, dimenticatevi il nome, fate conto che non abbia mai giocato, che non esista, tra l’altro e’ alto un metro e un barattolo ed e’ anche un ‘maleducato’, e quindi non ha nessuna chance.

    SUL GIOCARE CONTRO AVVERSARI PIU’ DEBOLI, era Van Der Meere quello di cui avevo letto opinione simile a quella fornita dallo Zio Toni:
    “Mi chiedono sempre ‘non dovrei giocare con qualcuno migliore di me per migliorare il mio gioco?’ Questo e’ in realta’ un errore di fondo.Giocare con qualcuno migliore ti fa solo mettercela tutta e migliorare la tua abilita’ in un match(make you try harder and improve matchgplaying ability). Ma per migliorare come giocatore di tennis devi avere ottimi fondamentali. Gente di modesta abilita’ dovrebbe sapere che il miglior modo di migliorare i propri fondamentali e’ invero giocare con avversari piu’ deboli’
    (Dennis Van Der Meer)
    Qui probabilmente si riferisce a giocatori mediocri anche se potrebbe essere esteso a giovani agonisti … Diverso il discorso che faceva Slomp con mia moglie : va benissimo giocare contro i piu’ forti ma di pari passo bisogna continuare a migliorare la tecnica con un coach privato One on One. Lui notava che Bollettieri e’ un posto validissimo come verifica perche’ in nessun altro posto al mondo ti puoi confrontare con cosi’ tanti coetanei forti o fortissimi mentre secondo lui altre cose vengono un po’ trascurate soprattutto nei bambini U12 o U14.
    La cosa non ha riguardato noi perche’ appunto noi abbiamo seguito una strada del tutto particolare all’interno dell’Academy ma Slomp ci ammoniva o meglio ci suggeriva di trovare al piu’ presto un punto di riferimento fisso anche in Italia. Non che sia facile passando per l’Italia 5-6 gg all’anno…
    Comunque anch’io sono d’accordo con Enzo sul fatto di giocare con forti, piu’ forti e piu’ deboli (ma in grado di tenere il palleggio,ovvio) mentre lo sono un po’ meno sui campi pubblici: bene, benissimo i Centri Regionali FIT(li proponevo gia’ io in uno dei miei primi posts due anni fa,ma se non c’e’ dialogo coi Genitori -quelli che vogliono e sanno dialogare, ovvio-siamo al punto di partenza, mi dispiace…Io intendo un dialogo cxome quello che suppongo stia avendo Mad Max con la Vavassori dove non mi risulta sia considerato un untore) ma non vedo il male che possono fare i Campi Pubblici … Se devi allargare la base, che i bambini (e le scuole) si possano servire dei Campi Pubblici coi loro genitori…O mi vuoi dire che hai paura che se vanno ai Campi Pubblici poi non vanno piu’ al Circolo?
    Io credo che al tuo Circolo verranno sempre, se gli offri un buon servizio, ottime possibilita’ di allenarsi, un buon ristorantino, buona compagnia, campi gratis per gli U14 prima delle 17 se non sono occupati dai membri…

  185. madmax scrive:

    è un po’ di tempo che mi trovo spesso d’accordo con chloe… non è che per caso anch’io dal federer prima maniera stia pian piano assumendo i comportamenti del roger attuale?

  186. Enzo Lo Iacono scrive:

    @Mad
    “la classifica e le vittorie a 12 anni contano meno di zero…hai letto le stats da me riportate sui top ten juniores dal 1997 al 2006?”

    Non sono d’accordo Max.
    Poi, come al solito, le statistiche le possiamo vedere a nostro uso e consumo.
    La realtà è che i campioni attuali, lo sono stati anche quando erano Under 12. Sono d’accordo nel dire che pochissimi degli under 12 più bravi, approderanno ai primi 100. Ma chi non vince tornei o non ha buoni risultati negli under 12 - 14, non ha speranze neanche dopo. “Il buongiorno si vede dal mattino.”
    Capisco bene che tu pensi che il giocatore venga dal lavoro svolto, ma io su questo non ci scommetterei (sarebbe troppo semplice). Certo è che se un maestro lavora bene, primo o poi il “buon cavallo” lo deve incontrare!

    @Gianni:

    Cercherò di avere notizie da Bari dal mio inviato (mia moglie). Per adesso sono alla ricerca telefonica, in quel di Bari, di corde ibride Intellitour che il piccolo Seby ha spezzato (non avevo previsto che giocasse due tornei e tre partite in un giorno).

  187. chloe de lissier scrive:

    max (detto fra di noi madmax non ti si attaglia), ho conosciuto persone di grande intelligenza e di profonda sensibilità che spesso vanificavano le loro qualità per un eccesso di impulsività. in genere si trattava di persone che erano state educate con esagerata durezza e si erano inasprite. ma l’intelligenza ha consentito loro di comprendere che non si può passare la vita addebitando agli altri i nostri comportamenti: è vano e sciocco.
    allora hanno imparato che la calma e la serenità di giudizio danno solo buoni frutti. in questo caso allora il carattere sanguigno e vigoroso diventa un vantaggio (anziché un problema, come quando si agisce impulsivamente) e conferisce un’ulteriore qualità alle persone: la capacità di portare fino al compimento le proprie decisioni nel modo più adeguato.
    penso perciò, max, che anche tu abbia compiuto questo percorso, trovando in te maggiore calma e serenità.

  188. jan scrive:

    Enzo Lo Iacono scrive: “altro che campi pubblici per far divertire i bambini che vogliono giocare; per quello……. ci sono gli oratori delle parrocchie!”.
    Purtroppo gli oratori delle parrocchie ci sono per chi vuole giocare a calcio. Per chi vuole giocare a calcio ci sono gli spazi nei parchi e gli ampi cortili delle caserme e i giardini condominiali, mentre invece per i bambini che vogliono giocare a tennis non c’è nulla. Il bambino gioca a tennis solo se i suoi genitori decidono di farlo giocare a tennis .E invece l’approccio al tennis deve diventare possibile per tutti e non per pochi. Solo così crescono le probabilità d’alzare il livello medio del tennis italiano. Il campo pubblico non fornisce il Nadal garantito (Rafa probabilmente non ha mai messo piede su un campo pubblico), ma offre a qualcuno dotato la possibilità di giocare a tennis invece che a calcio.
    Più biblioteche ci sono in un Paese e più è probabile che venga fuori un grande scrittore, più carta e pennelli ci sono nelle scuole e più è probabile che venga fuori un grande pittore, più campi da tennis gratis ci sono e più è probabile che venga fuori un grande tennista.
    Non è un caso che l’ultimo campione italiano sia stato Adriano Panatta, figlio del custode del Tennis Club Parioli, e cioè un ragazzino che aveva a disposizione tutto il giorno il campo gratis.

  189. jan scrive:

    Tutto sommato a questo punto del dibattito io tifo Nicholas Grazia e il mio piccolo Quinzi mi è già un po’ antipatico.

    Da uno studio comparato fatto sull’infanzia di 24 campioni che hanno raggiunto il massimo nel loro sport, risulta che “una delle prime costanti che balzano agli occhi è la dichiarazione da parte di tutti d’essere stati bambini vivacissimi, intolleranti di ogni forma di costrizione, istintivamente ribelli e con una carica di energia esplosiva, unita a una precosissima voglia di vincere, di primeggiare e di esibirsi, di differenziarsi insomma dai coetanei, che si estrinsecava fin dalla prima infanzia nell’attività motoria…con la tendenza di mettersi costantemente in situazioni di pericolo…Una vita “eccentrica”, cioè fuori centro, e perennemente sbilanciata, spesso esasperata…”.

    Ma proprio per questo penso che sia possibile voler primeggiare e restare poi anche “puri di cuore”.
    Nadal sul campo mascherato da trucido dà tutto quello che ha per vincere. Ma appena vinto, toglie con gesto perentorio la bandana, scuote la testa come se volesse svegliarsi da uno stato ipnotico, sorride, il suo viso cambia, la sua espressione diventa rilassata, è quasi un’altra persona. E perché questa persona non potrebbe essere “pura di cuore”, per quel che ne sappiamo noi? Cosa c’entra la voglia e il bisogno di primeggiare (esigenza interiore personale) con la bontà d’animo e la “purezza” di una persona (qualità morale di una persona)?

  190. marcos scrive:

    se per personalità s’intende la capacità di adeguarsi al meglio ad ogni tipo di situazione, di superare gli ostacoli con sicurezza, di trovare rapidamente la soluzione a problemi nuovi, allora, la personalità sul campo non si misura contando le parolacce, le racchette gettate o i pugnetti elevati in faccia al rivale. si misura nell’efficacia delle risposte tecniche e tattiche trovate, per far fronte agli stimoli proposti da un match difficile.

    nei momenti difficili, i sentimenti di rabbia, frustrazione ed impotenza, talvolta, si trasformano in aggressività, talvolta, in atteggiamento rinunciatario e sfiduciato. nelle reazioni aggressive e nel tunnel della sfiducia, il giocatore mostra il suo carattere e la sua educazione: a mio parere, ogni atteggiamento è lecito, nella misura in cui non manchi di rispetto nei confronti delle regole del tennis, dell’avversario e del pubblico.
    i confini del rispetto, però, non sono oggettivamente misurabili: il giudizio sul comportamento di un giocatore è, pertanto, soggettivo e subordinato alle nostre diverse sensibilità.

    io penso che sia più grave fingere un risentimento muscolare, per, poi, saltare per il campo come uno stambecco in amore a caccia di volées da chiudere, piuttosto che fracassare 4 racchette a terra. io penso che sia più grave il c’mon! sul doppiofallo avversario, piuttosto che una sequela di imprecazioni contro i lari ed i penati. io penso che sia più grave gettare svogliatamente in rete 2 o 3 games consecutivi, per anticipare la doccia, piuttosto che scagliare la propria cieca violenza dell’istante incontrollabile sull’incolpevole pallina. sono, però, miei pensieri personali.

    quanto incide il comportamento in campo sul carattere di un tennista, sulla sua capacità di reagire ai momenti difficili? quanto incide il carattere di un tennista sul suo comportamento in campo? risposte complicate, valide solo per un caso e non per l’altro. l’uomo, comunque, oltre a peggiorare, sa anche migliorarsi. borg, da bimbo, era una peste: venne allontanato dal suo circolo per mesi, proprio a causa delle sue intemperanze. fu, poi, riammesso: vinse per anni, mostrando un carattere eccezionale, senza una lamentela. federer, da ragazzo, era piuttosto irrequieto in campo: ora, è un esempio di buona educazione. non mi preoccuperei, quindi, per il “caratteraccio” dei nostri figli: nel tennis, mi pare, sono più gli esempi buoni da seguire. nemmeno mi preoccupo dei rari esempi cattivi: sono fondamentali per comprendere le differenze, come il nero sul bianco.

  191. fulvio scrive:

    vi posso dare la classifica del mio boy da 13 a 17 anni per avere una comparazione dei vostri in linea con quelli che qualche anno fa erano i migliori della nostra nazione
    13anni 3/3
    14 anni 2/7
    15 anni 2/6
    16 anni 2/4
    17 anni 1/17
    attenzione perchè la valutazione sulla classifica era stata fatta in base ai risultati dei vari campionati italiani fino all’under 16,poi i 2 anni dopo dal ranking dell’itf u 18,mentre quello dei 17 anni frutto del ranking atp,non avendo mai giocato da u 14 16 tornei di 3° categoria o open che siano,ma solo tornei eta e itf

  192. Gus scrive:

    Stefano: per evitare spiacevoli incomprensioni io avevo scritto.

    <>
    <>

    La domanda, IO, l’ho posta per esclusiva curiosità personale e per capire, se dovessimo incontrarci, se ero all’altezza di poter fare due tiri con lui. A me piace tantissimo giocare con i ragazzi. In più, era così, un modo per capire, confrontarsi. Il fatto stesso che io mi auguri (davvero) che diventi un campione e che abbia anche detto che mi piaccioni i resoconti from Bolletieri, credo me metta al riparo da malizie che non mi appartengono.

    @Mauro:
    Una nostra intima amica era Zia di nipoti che secondo i loro genitori non dovevano essere “addomesticati” (che se mi consenti mi sembra un termine veramente orribile). Ebbene i ragazzini, liberi e belli, pisciavano in casa dove gli capitava. Giù le braghe e via (e non sono balle).
    Erano abbastanza liberi?. :-)

    @stefano grazia:
    “TILDEN: non ne ho la minima idea di come sia classificato mio figlio, l’anno scorso non era nemmeno iscritto alla FIT ed e’ un anno che non gioca in Italia e probabilmente il prossimo anno,essendo Resident, giochera’ sotto bandiera nigeriana in modo da poter entrare piu’ facilmente nei tabelloni ETA senza fare le Quallies, ma ti posso gia’ dire subito che oltre a non essere un Quinzi non e’ nemmeno un Tsonga, anzi, dimenticatevi il nome, fate conto che non abbia mai giocato, che non esista, tra l’altro e’ alto un metro e un barattolo ed e’ anche un ‘maleducato’, e quindi non ha nessuna chance.”

    Perdonami, però pur capendo la tua sensibilità, non esagerare. Io voglio continuare a sapere di Nicholas, del suo carattere, dei suoi progressi, ecc.ecc. Mi piace ed ho bisogno di imparare a fare il genitore.
    Non scrivo molto di mia figlia, non perché la voglia difendere da qualcosa, ma perché NON giocando a tennis, penso che non interessi la sua evoluzione.
    Se, invece, mi autorizzi, posso anche raccontare dei suoi tornei, del suo modo di essere, della sua verve polemica, ecc.ecc. Così scoprirai che non sei l’unico ad avere una simpatica canaglia in casa. Certe volte nemmeno tanto simpatica :-)

    Mi aiutate a trovare la racchetta giusta per mia figlia.

    @max: secondo te farla cominciare con la prokennex è troppo?

    Allora, prima volta sul campo. Ho cercato di non cominciare a rompere troppo con impugnatura, destro, rovescio, ecc.ecc. Più che altro volevo capire il suo approccio naturale. Racchetta Babolat Junior fornitami dal maestro e palle da junior. Dopo qualche tiro ha cominciato a giocare il dritto a due mani, le viene più naturale così. Devo dire che per essere la prima volta, pensavo peggio. Visto che siamo nel tempio, perché non mi date qualche suggerimento su come cominciare a farla giocare seriamente (poi da questa primavera faremo anche lezione con il maestro).

    Gus.

  193. Gus scrive:

    Si diceva avevo scritto:
    “@Gabri
    A me piace tantissimo leggere questi resoconti dall’accademia. Se un giorno Nicholas sarà un buon giocatore, saremo lì a tifare per lui, all’italiana, esuberanti ma educati.
    Puoi contarci. ”
    “@stefano grazia:
    “Cioe’ ha senso spendere una parte cosi’ importante del proprio budget in tornei PRIMA dei 13-14 anni?”
    A mio modo di vedere, nessuno. Posso chiederti una curiosità: ma Nicholas, secondo te, a che livello è: un terza, un quarta, un seconda?”

    Gus.

  194. madmax scrive:

    ti pareva enzo…

    come vuoi leggere delle stats dove nel ‘99 avendo la stessa età (17 anni) tale todor enev era davanti a nalbandian nella classifica mondiale under 18?

    dopodichè o nn leggi i post o fai finta di non leggerli perchè qui tutti abbiamo sempre detto che nn è importante vincere ma cmq è basilare essere nel gruppo dei migliori… ma anche questo è tutto relativo.. prendiamo quinzi…. se avesse sempre giocato i tornei più importanti u14 nn sarebbe stato il 3° del ranking e probabilemnte se avesse cominciato prima a seguire piatti di under 12 ne avrebbe giocati molti meno e nn sarebbe nr 1 al mondo, un po’ come hanno fatto le williams…

    la risposta di fulvio conferma quanto detto e cioè che fabio la classifica se l’è fatta nei tornei under che poco ha a che fare con la classifica reale con gli adulti… in più spesso la classifica la si costruisce nella propria regione ed essere 3.5 in liguria o in sicilia non è certo la stessa cosa che esserlo in lombardia…

  195. chloe de lissier scrive:

    il bisogno di primeggiare è certo un bisogno interiore, come lo è la buona disposizione d’animo, jan. essere buoni e disponibili verso gli altri può essere definita una qualità morale, ma non per questo si può dire che sia una peculiarità che nasca dall’esterno.
    alessandro magno è descritto come un uomo generoso e di nobile animo, ma certo non ha costruito la sua grandezza di condottiero su tali qualità, bensì sterminando chiunque gli si opponesse, non si è preoccupato del dolore che arrecava a quelli che giudicava nemici.
    nel suo piccolo, neanche nadal si è preoccupato del dolore che ha causato a federer impedendogli sistematicamente di vincere il “roland garros” e sicuramente non avrebbe dovuto farlo, considerate le sue esigenze interiori.
    questo è il punto: non esistono decisioni più giuste di altre, ma solo decisioni. delle quali ognuno si assume le responsabilità. nessuno si sognerebbe di definire alessandro magno o giulio cesare come benefattori dell’umanità e “puri di cuore”, ma grandi condottieri sicuramente. alla stessa maniera nessuno potrebbe definire nadal e federer benefattori, perchè a qualcuno devono pur far male per realizzare le loro esigenze interiori. ma grandi tennisti certamente.
    come vedi, alla fine è sempre, unicamente e semplicemente, una questione di scelte. il prezzo è correlato. ma non cambiate i cartellini.

  196. madmax scrive:

    gus per la racchetta è un fattore del tutto personale.. cmq per cominciare falle provare tre o quattro racchette non tanto pesanti e falla scegliere a lei… inizialmente una buona racchetta che nn costa molto potrebbe essere la head extreme junior pro peso 255gr e lunghezza da racchetta da adulti (685mm) essendo la ex microgel extreme elite.. mia figlia ora oltre alla pro kennex si trova bene solo con questa.. la scelta è caduta sull’altra poichè spinge di più…

  197. madmax scrive:

    chloe, grazie e certamente la mia infanzia ha influito… cmq qualunque sia il motivo ogni tipo di miglioria al mio caratteraccio è ben accetta, soprattutto se questo darà dei vantaggi a mia figlia (e perchè no anche a mia moglie che sicuramente ha anche lei dei meriti in questa trasformazione e che deve sopportarmi da 12 anni)

  198. Enzo Lo Iacono scrive:

    Seby ha provato e scelto per il 2009 la nuova uscita extreme team (275gr) che spinge un po di più della elite.

  199. Gus scrive:

    grazie max.

    Gus.

  200. Enzo Lo Iacono scrive:

    Mad!?! Ma come fai a dire cosa sarebbe successo se Quinzi avesse…….. avrebbe potuto ……. sarebbe diventato……….
    Mi puoi giocare, per favore, una colonna al superenalotto!

    Per quanto riguarda alla classifica, sono d’accordo con te; un 3/5 non è uguale in tutta Italia. Il parametro classifica non è sicuramente indicativo, anche perché spesso dipende anche dal numero di tornei giocati e comunque dipende troppo dal livello medio della regione.

  201. fulvio scrive:

    forse quallo che dicono max e enzo è solo per gli u14 perchè mi ricordo che a 16 anni (era b4) ne ha fatti passare una mezza dozzina di b 1 ….lombardi!!cmq è vero forse per i maschi,per le femminucce a 15 anni diventano toste e arrivano molto prima a delle classifiche che i maschietti ….sognano!!

  202. Elettra scrive:

    Guradando giocare mio figlio mi sono resa conto che tutti i fenomeni under sono bassi, esattamente il contrario di quanto avviene con i pro dove i giocatori intorno al m.1,70 sono l’eccezione.
    Forse le differenze rispetto alle classifiche under sono dovute al fatto che un giocatore alto avrà sicuramente più difficoltà atletiche da piccolo, che verranno compensate da una diversa prestanza fisica in età adulta.
    La verifche del mio bimbo sono annuali, questa è la media dei suoi allenamenti, sabato scorso eravano sconcertati le difficoltà motorie si sono notevolemente ridimensionate grazie al basket e giocando contro il muro da solo ha comunque imparato le rotazioni, quando arriva giusto sulla palla partono delle legnate pazzesche.
    Posto che la considerazione non rigurada lui che non ha la minima intenzione di fare sul serio, mi immagino un undicenne come lui di m.1,70 che lavora su fisico e coordinazione cosa possa fare.
    Per le ragazzine funziona al contrario, forse perchè sviluppano prima.
    L’anno prima che esplodesse Quinzi, Donati era considerato il salvatore della patria essendo il migliore under 10 al mondo, ora i risultati sono buoni ma non più così esaltanti.
    A parer mio potremmo lasciarli tutti in pace fino a quando non esordiranno nei pro.
    Saluti

  203. madmax scrive:

    enzo ma la 275 gr non è un oversize??

    e con quinzi mi riferivo al fatto che a volte dipende da chi ti segue nel senso che se hai un maestro che ti fa giocare molto e nella tua cat vincerai molto e salirai in fretta in classifica mentre uno come piatti ha sempre detto di preferire che i ragazzi giochino sempre con i più forti…

    fulvio certamente per le femmine si anticipa tutto di almeno un anno se non addirittura di due… per quanto invece riguarda le classifiche regionali quello che dico è ovvio in quanto i numeri della lombardia sono molto diversi di quelli della liguria , poi ovviamente ci può stare l’eccezione sia di un giocatore che di un’annata particolare che confermano però solo la regola… e proprio alla lambertenghi di quest’anno mi riferivo quando dicevo che una giocatrice 3.5 ligure non poteva nemmeno palleggiare con la 4.2 che infatti era la tds nr 1 del torneo e che poi ha vinto… per la cronaca quel match finì 6-1 6-3

  204. andrew scrive:

    bravi…vi sento in forma…

    visto che si parla di racchette qua e là, volevo chiedere un parere:

    Bimbo di 10 anni e mezzo, circa 1,55 x 40 kg, bradipico, discretamente dotato nei fondamentali: Junior racket, Transition racket, or Adult racket?

    Ossia, il nonnino vuole comprare la racchetta nuova al nipotino. Attualmente, utilizza (il nipotino) la Prince di Jana Novotna, leggera sì ma credo che ancora sia troppo grande, ossia prende troppa “aria” e la testa della racchetta non esce sempre come vorrei.

    Sebbene ora producano racchette di leggerezza imbarazzante anche per adulti-bambini o bambini-adulti, io sarei dell’opinione di consolidare un gesto corretto mantenendo una racchetta più corta (66,5 cm) per almeno tutto il prossimo anno.

    Avrei scelto la Head Radical Flexpoint Junior (peso 270 g), anche per una questione di prezzo (50 euro)…

    Qualche consiglio?

  205. Enzo Lo Iacono scrive:

    @mini atleti bassi

    Io penso che under 12/14 alti abbiano problemi sol perché (e hai detto niente) sviluppano precocemente e di conseguenza hanno probleni di carattere coordinativo, con le proprie leve che cambiano repentinamente la lunghezza. Ma appena coordineranno poi le leve………..

    Al contrario, coloro che non hanno queste repentine crescite, hanno le loro abilità coordinative sviluppate e adeguate alle leve.

    Che però l’altezza sia uno dei parametri importanti……. non ci piove

  206. valeria scrive:

    Per un under 12 la classifica dipende molto da QUALI tornei fai…Se giochi in regione e fai tanti challenger master series e tornei di quarta la tua classifica migliora rapidamente…..Se fai tornei TE all’ estero non fai classifica e nemmeno ranking…se fai i campionati italiani e i TE in Italia fai pochi punti perche’ incontri i piu’ bravi e quelli del primo anno non hanno classifica…Quindi a mio parere la classifica non e’un parametro efficace per definire il valore di un under 12.Alcuni rincorrono la classifica,altri cercano di percorrere una strada…..dipende se si e’materialisti o sognatori!!!!!

  207. stefano grazia scrive:

    E di solito, piu’ piccoli sono…piu’ sono cattivi!

  208. jan scrive:

    Cara chloe, tu prendi come esempio Alessandro Magno e Giulio Cesare che di professione facevano i condottieri e che uccidevano di mestiere. Non è dato sapere se siano state anche persone buone. Alessandro fu amatissimo dai suoi uomini e considerato magnanimo, ma probabilmente fu coivolto nel complotto in cui trovò la morte suo padre (questo già sarebbe sufficiente per i nostri canoni attuali a non poterlo definire “buono”) e era noto per soffrire di momenti di rabbia durante i quali arrivava ad uccidere (e anche questo oggi è deprecabile). Insomma per lui l’omicidio non era un optional.

    Mi limiterei a Nadal e Federer.
    Non si è non buoni se si vuole vincere. Lo scopo della gara è vincere e la voglia di vincere deve essere tanto forte da far superare ogni senso di colpa nei confronti dell’altro. Una cosa è essere buoni nei confronti del prossimo e un’altra cosa è essere appesantiti dai sensi di colpa. Nadal sa che Federer vuole vincere quanto lui. Entrambi accettano le stesse regole, entrambi lavorano, si sacrificano, studiano per poter vincere e vince il più forte.
    Avere più voglia di vincere di un altro e poter vincere significa essere più forte, anche mentalmente.
    Nadal non ha esultato dopo aver vinto in modo schiacciante il suo quarto Roland Garros, dimostrando di rispettare in qualche modo il dolore di Federer. Come ogni sportivo sa che oggi vince lui e domani vince un altro.

  209. Gus scrive:

    Chiedo scusa, infatti la mia innocua domanda era più generica:

    cioè se è un seconda, un terza o un quarta, ma come qualità generale, un pò come quando si va su tenniswarehouse e ci si autostima.

    E’ ovvio che addirittura le classifiche variano non da regione a regione, ma da provincia a provincia.

    E’ ben diverso un 4.1 a Torino e un 4.1 a Verbania.

    Gus.

  210. chloe de lissier scrive:

    posso essere d’accordo con i tuoi argomenti, jan. forse però c’è una focalizzazione eccessiva sull’aggettivo “buono”. la domanda diventa, a questo punto: non c’è qualcosa di “perverso” in questo voler essere più forte degli altri e desiderare di dimostrarlo a tutti i costi, tanto da farla diventa la ragione di una vita?
    qualche critico a oltranza delle mie affermazioni (e ce ne sono: solo oggi ho ricevuto i “complimenti” di un paio di loro) potrebbe dire che qualsiasi comportamento umano, anche questa nostra discussione in fondo, diventa un tentativo di mostrarsi più “forte”. personalmente, non lo credo. perché sono convinta che veniamo al mondo con inclinazioni non solo all’autoaffermazione, alla competizione e all’aggressività, ma anche alla cooperazione, all’altruismo e alla sensibilità verso gli altri.
    le persone che privilegiano nei loro comportamenti l’inclinazione all’autoaffermazione sono, a mio parere, eccessivamente sbilanciate in un senso che inevitabilmente limita la sensibilità verso gli altri.
    ho fatto il paragone con alessandro magno perché una tua espressione (nadal in stato di trance quando gioca che diventa altro quando la partita è finita) mi ha fatto immediatamente pensare che anche di un assassino o di un qualsiasi aggressore potremmo dire la stessa cosa: che, passata la trance, può anche ridiventare una persona squisita. non ti sembri forzato il paragone: mi rendo conto che una partita resta tale e un’aggressione è ben più grave, ma i principii motivanti (il bisogno di mostrare la propria forza e la necessità di imporla agli altri) restano i medesimi.
    e non credo che la necessità di sottomettere gli altri per principio possa definirsi precisamente una virtù. che poi a tutti noi, me compresa, piaccia partecipare o assistere a una lotta è un discorso diverso.

  211. Enzo Lo Iacono scrive:

    Da Bari:
    Il piccolo Seby supera le qualificazioni del tab 97 (a colpi di 60) e nel tabellone principale fa il suo primo positivo con (Tola Robin) un 4/4 (61 75). Di più ninsò!

  212. tilden scrive:

    Il tennis é uno sport talmente competitivo che purtroppo le classifiche ed i risultati sono l’unica cosa che conta. Mi sembra poi che si voglia far uscire fuori un campione, un top 20 almeno e quindi allenarsi giocare migliorarsi…

  213. Nik85 scrive:

    Sulla questione dell’inclinazione all’autoaffermazione (maschile), segnalo a chi fosse sfuggito che in questo blog ha espresso una tesi per certi versi inedita Thomas Yancey http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=2436#comment-87407 (”Speriamo che sia femmina” - commento del 22 ottobre).
    E’ stato affermato che gli europei hanno smesso di farsi guerre fra loro da quando han riversato i loro istinti di supremazia nello sport. In questo senso le discipline sportive si porrebbero in linea di continuità con le pratiche belliche. E’ una teoria indimostrabile quanto suggestiva, che sposata con la costruzione di Yancey (il quale peraltro si riferisce alle ‘arti’ in generale) può offrire un diverso e ulteriore spunto di riflessione intorno alla discussione tra chloe e jan.

  214. Gus scrive:

    @chloe: a me sembra, in generale, che si esageri sempre un pò. Chi fa sport è una persona normale che come principio di base ha il divertimento. Noi ci divertiamo a fare una partita di tennis esattamente come Nadal si diverte a giocare contro Federer. Non c’è nulla di para-normale, solo ragazzi di 20 anni con un talento fuori dal comune che provano piacere a fare la cosa che li diverte di più. Poi possiamo stabilire se per vincere occorre essere di un tipo, ecc.ecc., ma l’uomo ama “giocare” e anche guardare chi gioca. Per questo è persino disposto a strapagarli, affinchè il loro divertimento diventi anche il nostro. Poi, concordo con te che ci sono molte dinamiche psicologiche, ma questo vale per tutti. Se posso permettermi un confronto esclusivamente psicologico, io nel gioco non cerco la sopraffazione (che non mi interessa per nulla), ma la massima espressione del mio gioco, delle mie possibilità, proprio come gesto tecnico, estetico. Io credo che attraverso il gioco, lo sport, l’allenamento, si cerchino i propri limiti, ancor più che la sopraffazione dell’avversario, ed è una gran bella ricerca.

    Gus.

  215. madmax scrive:

    tilden le classifiche ed i risultati sono si le uniche cose che contano ma a livello di tornei atp e wta… tutto il resto oltre a non contare non è nemmeno indispensabile che si faccia come le williams hanno dimostrato…. poi se vuoi il mio parere spassionato trovo che il giusto come al solito stia nel mezzo nel senso che giocare tornei è utile, sia per abitutuarsi al match che come riscontro del lavoro fatto in settimana, dei discreti risultati servono perchè aumentano il morale e perchè spesso quando si gioca bene si vince anche, credo anche però che non debbano assolutamente essere un chiodo fisso soprattutto fino all’ u 14/16… dopodichè se il lavoro è stato fatto in modo corretto e se si sono fatti i sacrifici necessari i risultati saranno la naturale conseguenza….

  216. jan scrive:

    Sono d’accordo con Gus, in un certo senso.

    Chloe, nello sport l’uomo è portato a superare i suoi limiti più che a voler schiacciare l’avversario.
    Recentemente Carolina Kostner a chi le chiedeva se avesse desideri di vendetta per le prossime Olimpiadi di Vancouver diceva: “No. La vendetta è qualcosa di negativo, che non aiuta a vincere. E’ un sentimento che non si adatta alle Olimpiadi che sono invece qualcosa di grande. Io voglio allenarmi e migliorarmi e poi spero di dare il meglio alle Olimpiadi”.

    Ognuno ha limiti diversi e una diversa capacità di riuscire a sperimentare il limite “estremo”. Nadal finisce ogni anno “rotto”, perché si ferma solo sull’orlo del precipizio.
    E’ nella natura umana voler superarsi e superare. Se questa “perversione” non fosse, l’uomo abiterebbe ancora nelle caverne.

    Io non so se ci sia anche un nesso fra sport e guerra , come nota Nik85, e quanto questo nesso sia profondo. So che durante gli antichi giochi olimpici le guerre venivano sospese e non se ne potevano dichiarare altre. Una volta ogni 4 anni il gioco veniva prima della guerra. E i vincitori diventavano eroi.
    Ma questo è un altro discorso e molto più complesso.

  217. stefano grazia scrive:

    C’è anche un’altra variabile: lo sport professionistico.
    Ora un conto è andarea giocare una partita a tennis col nostro amico Bob e fare l’a*****e b***h maleducato str…ano a colpi di Come On, anzi come AAAWN! e magari fargliene due o tre su un suo Doppio Fallo.
    Un po’ differente è giocarsi la posta, il prize money, un sacco di punti in classifica che mi faciliteranno il tabellone nel prossimo torneo,etc etc.
    Poi ovvio, io gioco sempre per vincere anche quando gioco a Risiko o a Trivial (confesso che sono oltre 20 anni che non gioco più ma facevo i******e tutti) ma ovviamente il Come On! lo faccio solo ironico ad un gran colpo e solo con uno che conosco e non con uno mai visto prima perchè altrimenti mi vergogno…Ho delle inibizioni dettate da educazione e vivere civile che invece scompaiono giustamente quando è in gioco non solo l’onore ma anche il digiuno (eventuale, se non vinci).
    Cioè, paradossalmente, pur condividendo le considerazioni di marcos (che ringrazio per la sua visita: ogni suo intervento a G&F è sempre un onore e un regalo), non mi trovo d’accordo sul considerare il C0me On! sul Doppio Fallo avversario IN UNA PARTITA DI PRO (o di Junior, che è poi lo stesso perchè loro non fanno differenza) un atto di maleducazione:infatti se io gioco col mio amico Bob e lui mi fa tutti Doppi Falli io m’incavolo e magari non ci gioco più: ero venuto per farmi una bella partita, testare le mie abilità, e Bob non mi sta facendo divertire. Se invece incontro Bob in un torneo pro e in palio ci sono 5-10000$, ogni doppio fallo di Bob sarà il benvenuto. Spece all’inizio di carriera quando i soldi e i punti sono pochi.
    Più sottile il discorso dell’Intimidazione nello Sport che, make no mistake, c’è sempre stata, dal trash talking nel basket, trapiantato direttamente dai playground del ghetto alla NBA, agli sguardi dei pugili prima del gong all’intervento a gamba tesa di Tardelli su Rivera a 45″ dal fischio d’inizio.
    Così, per assurdo:
    Mettiamo che a Wimbledon sul 30 pari l’avversario faccia doppio fallo e mi regali un match point…l’avversario era due set azero avanti, è evidente che si è c***to addosso in puro stile Coria contro Gaudio, è evidente che è sull’orlo del break down… Cosa fa uno di noi comuni mortali? Si sente male per l’avversario, si mette nei suoi panni e prova pena…Si chiama Empatia (e nella Scuola Internazionale IBO è addirittura una delle materie scolastiche su cui l’alunno viene valutato nella pagella) …Cosa fa il Vincente? Gli caccia un C’MAAAAWN!!!! in faccia e aizza la folla e lo manda fuori di testa così da regalargli quasi sicuramente un altro doppio fallo o comunque un servizio così debole su cui lui si avventerà per un return of service della madonna…Perchè l’Avversario sa benissimo quello chestai cercando di fargli e proprio per questo,se è già in banana s’innervosirà ancora di più.
    E non ditemi che queste cose non le insegnano. Secondo me le insegnano già ai bambini U10,U12…Magari con la scusa di insegnargli a controbattere i mind games dell’Avversario (i Cattivi sono sempre gli Altri).
    Per esempio da Bollettieri sono severissimi se uno si comporta male, bestemmia, sbatte la racchetta…ma l’intimidazione, il body language, il mental come parte del gioco, come un colpo alla pari di un dritto ed un rovescio, non viene punito. Non so se viene insegnato nelle ore di Teoria sul Mental, non credo nei termini crudi e nudi che ho usato io, questo no ma un conto è insegnare tennis a uno che sa già che al massimo diventerà un giocatore di club e un altro è insegnare tennis a juniores che a torto o a ragione sognano di diventare un top 10. E in un Academy come la Bollettieri TUTTI gli U12-U14 credono di poterlo diventare. E infatti i C’mon sui doppi falli si sprecano soprattutto fra gli U10. Non ho visto i Coaches intervenire. Mentre li ho visti arrabbiarsi di brutto e cacciare via con una severità a volte anche eccessiva i bambini colti a sbattere la racchetta o a dire parolaccie per non parlare poi di insultare l’avversario.
    Non crediate che da Bollettieri siano soft sul piano disciplinare. Tutt’altro. Gli Americani sono puritani e a volte fin troppo politically correct.Noi Europei siamo più schifati, scettici blu, tolleranti, iconoclasti…
    Comunque mi sono perso: volevo dire che un po’ di differenziazione nel contesto ci può stare. Un conto è giocare con Jo Bob al circolo sotto casa e un altro in un 25000$ senza sapere se avrai i soldi per giocare anche il Challenger della prossima settimana. Quindi un po’ di Cattiveria Agonistica non guasta.E se son veri certi racconti che si sentono, mi sa che molti di noi credono ancora alle favole. Anche a quelle di Zio Toni.
    Il che non toglie, Jan, che Nadal sia un bravo ragazzo, ma P**a e F**o de P**a! lo dice anche lui. Federer secondo me è invece diventato un po’ prigioniero del suo personaggio: l’ex bad boy diventato role model. Finchè gli altri sono succubi e si fanno battere oltre che dal suo gioco indibbiamente superiore anche dal karma, tutto va bene, ma quando la ruota gira… Forse quel che manca adesso a Roger è la capacità di ritrovare un po’ di cattiveria agonistica. Che comunque secondo me non può non far parte del codice genetico di ogni guiocatore che riesce ad arrivare al Professionismo.

  218. stefano grazia scrive:

    Una sorta di psicolgia banale e spicciola recita che Lo Sport , o meglio, alcuni Sport sono davvero la trasposizione della guerra.E un ottima valvola di sfogo per l’istinto aggressivo che alberga naturalmente nell’animo umano. Forse non solo lo Sport ma anche il Business, la Politica… Il bello dello Sport, o almeno di alcuni sport, è che tutto avviene in trasparenza: alla fine il migliore, il più forte, vince.
    Però è ovvio che ci sono sport e sport: tennis, scherma, pugilato…sono sport in cui si affronta un avversario. uno contro uno. Poi ci sono gli sport di squadra e poi anche le gare di corsa, di nuoto, di formula uno,di canottaggio, di bici in cui competi nello stesso tempo contro i tuoi avversari…Secondo me son già diverse le gare in cui competi contro il cronometro (per non parlare della ginnastica, dei tuffi, del pattinaggio artistico dove competi contro le palette dei giudici) dove più probabilmente il discorso di competere per un Personal Best in una sorta di linguaggio Zen ha più significato. Certo, il Personal Best è importante in tutti gli sport e certo è bene insegnare al proprio figlio che non conta chi vince, non conta chi perde ma conta solo l’aver ben combattuto, ma un conto è scendere da soli fra i pali di una pista di sci, un altro è affrontare direttamente un altro essere umano. Le implicazioni psicologiche sono diverse, è diverso anche l’approccio filosofico.

    (Certo,enza dimenticare che l’Avversario non è quello che ti sta davanti ma è sempre una trasposizione metaforica di te stesso, ma insomma, è poi vero fino a un certo punto.Alla fine devi comunque sconfiggere anche quell’altro!)

  219. Gus scrive:

    Io continuo a pensare che si confonda la singola vittoria, con la vittoria. Nel tennis i tornei li vincono in pochissimi e aver vinto una singola partita non è che conti poi molto, mentre qui diamo moltissima importanza alla singola partita. Se Nadal e Federer si iscrivono ad un torneo, le probabilità di vincere il torneo quante sono? Se escludiamo le motivazioni economiche (che ovviamente ci sono, eccome) perchè uno n° 30 del mondo dovrebbe iscriversi, sapendo che ha già perso in partenza? Non credo per sopraffarre l’avversario, ma per sè, perchè la vittoria, seppur parziale, alla fine è quella che ti dà la scarica di adrenalina e ti fa sentire bene con te stesso e la voglia di andare avanti.

    Gus.

  220. Gus scrive:

    Quando vai in campo, salvo alcune eccezioni, dell’altro cosa sai?. Alla fine quindi l’unico che conosci sei te stesso, ed è con questo che devi fare i conti.

    Perchè dovrebbe essere una guerra? Che ti ha fatto l’avversario?

    Alla fine è vero che è uno scontro, ma entrambi si è lì per divertitirsi e meglio si gioca tutti e due e più ci si diverte.

    Lo scopo finale è il gioco e il divertimento ed uscire dal campo stanchi e soddisfatti.

    Lo scopo della guerra non ha nulla a che fare con il divertimento.

    Gus.

  221. Nikolik scrive:

    Farei differenza tra tornei under 12 e quelli successivi, da under 14 in poi.

    In effetti, non darei molto peso ai risultati dei tornei under 12, né se si tratta di vittorie, né se si tratta di sconfitte.

    Diverso è il discorso per i tornei under 14 e superiori: insomma, a 13 anni si è già grandicelli, in specie le ragazze, e qui si sta parlando di diventare campioni, non so se mi spiego.
    Ecco, allora qualche risultato, inevitabilmente, a 13 anni deve saltare fuori.
    Altrimenti, è bene riflettere.
    Nei tornei TE under 14 e under 16, ai primi turni, si trovano tantissimi ragazzini e ragazzine italiani/e che non passano mai le qualificazioni o il primo turno dei tabelloni principali, beccando 6-1 6-1 appena incontrano uno forte.
    In quel caso, è bene riflettere.

    Poi, certo, puoi fare come le Williams e non giocare questo tipo di tornei, certo.
    Il problema, infatti, non è se non giochi i tornei giovanili: il problema è se li giochi e perdi.

  222. madmax scrive:

    gus considera sempre che a livello pro il tennis è un lavoro ed anche solo a giocare il primo turno si guadagnano dei soldi… a quel punto è come avere una piccola azienda di abbigliamento e non è che perchè ci sono armani dolce&gabbana e compagnia bella che chiudi l’azienda… vai avanti nel tuo piccolo cerchi di migliorare ma soprattutto curi gli incassi stando con i piedi ben ancorati a terra come fanno i vari volandri e starace.. a quel punto la vittoria conta poco o nulla (e non so più nemmeo se sia un divertimento) quello che conta è lo stipendio che si porta a casa alla fine del mese e la maggior parte delle persone normali guadagnando come il volandri della situazione si sentirebbero arrivate e appagate..

    nikolik ovviamente… soprattutto le ragazze se da u 14/16 perdono sempre nelle quali o al primo turno è meglio che comincino a prendere in considerazione l’opzione b!!

  223. Nik85 scrive:

    Credo che ogni psicologia sia in sè complessa ed elaborata. Non si tratta di una scienza esatta, è forse ateoretica, certamente opinabile. Ma non si tratta nemmeno di aforismi inventati al mattino da qualche pseudo-filosofo, bensì di dottrine basate sul metodo empirico dell’induzione.
    E’ riduttivo bollare come spicciola e banale una qualsivoglia costruzione dottrinale in questo campo del sapere.
    E’ romantico pensare che l’intepretazione dello spirito sportivo a livello professionistico sia quella propria di Gus come - probabilmente - della stragrande maggioranza degli utenti di questo blog.

  224. angelica scrive:

    Nella Rassegna Stampa Web di oggi
    c’e’ Lo Monaco che cita una frase di Luzzi. Potrebbe interessarvi

    “Leggendo il Tennis Italiano di questo mese mi ha colpito il seguente pensiero di Fede che, credo, dovrebbero tenere a mente tutti i genitori degli under italiani:

    Il mio rimpianto? Forse quello di aver fatto una carriera da juniores vera e propria, come se contasse qualcosa. La cosa brutta è che io ci credevo davvero, che servissero quei risultati, invece il tennis dei ‘pro’ va preparato in un altro modo. Col senno di poi bisognava impostare la mia crescita diversamente. E in tutto ciò, beninteso, dovevo accorgemene pure io”

  225. stefano grazia scrive:

    Chloe, gli asterischi nei miei posts precedenti son del Moderatore (ma se a******s and b****s viene passato nell’epigrafe di Lindsay Davenport non vedo perche’ deve essere cassata dopo…Su, non facciamo esageratamente i puritani: il turpiloquio fine a se stesso e’ una cosa, il linguaggio di tutti i giorni, anche televisivo, un altro …

    Gus, madmax mi ha preceduto: stai confondendo agonismo e professionismo…Ovviamente fra U12 e U14 ci deve essere senso della prospettiva, ma un Pro gioca anche se non solo per la pagnotta (e chi si astiene dalla lotta…). Ai grandi livelli poi senti parlare spesso piu’ che di gioia, di un SOLLIEVO dopo una vittoria…Perche’ they are not supposed to lose!!!, perche’ la sconfitta, ahime’, non deve essere contemplata…
    Per cui il divertimento e’ nel contorno, nel tipo di vita, nell’allenamento, nella gioia di competere…Ma dopo. Te ne accorgi quando sei fermo per infortunio, quando hai smesso, quando ti stai allenando e hai voglia di un po’ di adrenalina da competizione… Ma non dimentichiamo la differenza fra Social Tennis e Pro Tennis.

  226. stefano grazia scrive:

    A volte alcuni di voi mi ricordano un po’ Jack Nicholson in uno dei miei film preferiti A Few Good Men quando come generale dei Marines a Guantanamo viene accusato di nascondere la verita’ sulla morte di un soldato americano probabilmente ucciso durante un atto di bullismo: “Do you want the truth? You CAN’T handle the truth!”
    E’ anche la stessa frase riportata da Sampras nel suo libro con Bodo quando tenta di spiegare cosa passa nella testa di un professionista. Occhio, sto parlando di sampras, il buono educato gentile corretto Sampras. Che secondo me dentro era molto piu’ mean, bastardo, di Agassi piu’ sensibile (o di McEnroe, che infatti sclerava) e infatti ha vinto molto di piu’.
    Ma su questo ci voglio tornare dopo, con calma.Ora vado di fretta.
    (Ha a che vedere anche con la bellissima frase di Luzzi riportata da Angelica: a me sembra pero’ che e’ quello che da due anni Mad Max ed io stiamo ripetendo ma non vorrei che Angelica avesse capito il contrario. Nel qual caso, colpa nostra. Si vede che non siamo stati in grado di comunicare, di farci capire. Sampras non ha vinto nulla a livello Juniores e anzi a 12 anni batteva Michael Chang poi ha cambiato tipo di rovescio e per due anni Chang lo distruggeva… Lui e’ andato dritto per la sua strada (che era la migliore per lui, non per Chang, sia ben chiaro) e il suo obiettivo era sviluppare il suo gioco per vincere non oggi ma domani. MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE FRA GLI JUNIORES DEVI GIOCARE ALLA VIVA IL PARROCO: la carriera juniores e’ importantissima NON per le vittorie ma per lo sviluppo del tuo gioco e della tua personalita’.)

  227. madmax scrive:

    avevo letto l’articolo ed il senso della frase è proprio quello che molti nn vogliono ancora capire… a prescindere dal fatto che uno vinca wimbledon o meno l’obbiettivo del continuare a migliorarsi è l’unica strada da percorrere poi ci sarà chi essendo più portato forte ed anche più precoce (o che impara in meno tempo) diventerà un campione mentre altri ci metterano più tempo e faranno una carriera meno sciintillante certo è che chi sceglie questo percorso raggiungerà il suo massimale.. e vedendo ad esempio un seppi che diventa il nr 30 del mondo (non avendo tra l’altro cominciato da subito a lavorare come fa ora) un pensierino direi che si possa anche fare senza troppa paura a condizione che si accetti di fare una quantità industriale di sacrifici (genitori e figli insieme)…

  228. fulvio scrive:

    contunuate a dire che i tornei junior non hanno alcun senso: allora vi faccio una domanda visto che l’obbiettivo che ricorrete è di quelli molto ambiziosi,(top 10 o top 20) come farete a gioudicare i ragazzini.e senza aver una valida valutazione con i migliori della loro età? giocando tornei di terza,open,o facendoli giocare con quelli più grandi e con classifica (italiana) più importante della loro?insomma per vedere di non passare al piano….b di cui mad max fa spesso paragone,mi dite come farete a sapere se i ragazzi sono pronto per affrontare il tema professionistico? come e dove cominceranno a fare il vero agonismo,parterndo direttamente dai futures?

  229. heraimo scrive:

    Complimenti a Stefano per la rinascita alla grande del blog , ti confermi un trascinatore di folle tennistiche! Peccato che non riesco a starvi dietro…
    I temi trattati sono tutti interessantissimi, provo a dire la mia.

    Tanto lavoro fatto bene + grandi sacrifici = risultati.
    Purtroppo non è così, sarebbe troppo bello! Di ragazzini che lavorano duro in giro per il mondo ce ne sono migliaia, basta vedere i ranking TE e ITF (e non sono tutti lì).Se per ottenere risultati pensiamo ad entrare nei primi 200 ci troviamo di fronte ad una contraddizione in termini, come voler far stare 10 litri di acqua in una bottiglia da 1 litro.

    I risultati giovanili non contano.
    Anche qui non sono d’accordo. L’ha già detto qualcuno. E’ vero che non tutti i top juniores diventano professionisti (vedi il punto precedente) ma è vero che tutti i professionisti sono stati, chi più chi meno, dei vincenti da juniores. Ho sentito di tutto ma non ho mai sentito dire di un professionista che da giovane non vincesse una partita, poi è chiaro che può capitare che federer perda al primo turno dell’Avvenire, ma stiamo parlando di una partita persa in mezzo a centinaia vinte.

    Maleducazione o personalità
    Sono d’accordo che una certa quota di cattiveria sia purtroppo indispensabile ma resto dell’idea che vada comunque non tollerata a livello giovanile. Si assiste troppo spesso a bordo campo a genitori che fanno finta di riprendere i figli maleducati ma in realtà gongolano dentro di loro pensando di allevare dei campioncini invincibili. Questo atteggiamente è molto diseducativo in quanto ottiene come risultato di rafforzare i comportamenti maleducati senza neanche apportare reali benefici di gioco, secondo me la componente vincente è quella del coraggio e della determinazione che c’entrano poco con certi comportamenti di disturbo dell’avversario.

    Inutile fare tanti tornei, meglio allenarsi.
    Anche io ho sempre pensato così ma mi sono ricreduto. Mia figlia in allenamento è sempre stata all’altezza delle ragazze al top ma in torneo ha sempre raccolto molto meno. Mi sembra che tutti siano d’accordo che l’aspetto mentale è quello più importante per emergere allora la conseguenza logica non può che essere: tornei, tornei e tornei a tutte le età.

    Solo i ricchi possono sfondare
    Vero al 99% poi esiste quell’uno per cento dotato di talento indiscutibile che viene preso sotto l’ala protettrice di federazione e sponsor. Ricchi quanto? Direi almeno da poter investire 30.000 - 40.000 euro all’anno ma possono essere ancora pochi. Vale la pena? Torniamo al punto precedente. Secondo me i tornei sono utili soprattutto in chiave di orientamento futuro. Mi sembra di averlo già detto. Un under 12 secondo me deve fare tutti e cinque i tornei TE in Italia, meglio se ne fa di più, finita la stagione i genitori possono fare un’autovalutazione affidabile: se ha vinto meno di dieci parite è meglio non sprecare troppe energie. Poi è chiaro che è perfettamente legittimo il ragionamento di quel genitore che pensa: non mi importa fin dove può arrivare, voglio dargli tutto quello che serve per sviluppare appieno il suo potenziale.
    La decisione difficile si presenta quando la frequenza degli allenamenti e la partecipazione ai tornei rendono impossibile una normale carriera scolastica ma è un problema che riguarda i ragazzi delle superiori.

  230. omissis scrive:

    la classifica italiana, soprattutto per gli under è una classifica di rendimento non di valore.
    è indicativa cioè dell’attività svolta non necessariamente della qualità del ragazzo; giustamente in un convegno tenutosi a roma si sosteneva che più importante di una classifica alta negli under 12 è preferibile un poco più bassa ma con una tecnica più curata e senza lacune.

    poi anche questi tornei TE andrebbero ridimensionati.

    quello che conta è la programmazione generale del ragazzo che non deve essere assolutamente iper personalizzata.

    pochi obiettivi comuni - ma ce ne sono - e molto profilo personalizzato.
    spesso però i tecnici rincorrono le mode di alcuni tornei….

    omissis

  231. omissis scrive:

    errore…

    ….quel che conta è la programmazione generale del ragazzo che DEVE essere iper personalizzata….

    omissis

  232. wik scrive:

    100% d’accordo con omissis

  233. stefano grazia scrive:

    Tanto lavoro fatto bene + grandi sacrifici + TALENTO, FISICO, GAMBE, CUORE,TESTA= risultati (FORSE).

    Io, me lo riconoscerete, ho sempre detto questo.
    Inoltre non facciamoci sempre la punta su questo:diciamo la stessa cosa sui risultati junior : il vincere tutto a livello junior NON è una garanzia e molto dipende anche da come vinci, con che gioco vinci, perchè vinci ma Il non vincere una partita a livello junior a 13-14 aa è una garanzia che non è il tuo sport. Suppongo che concordiamo tutti con omissis nel senso che certe classifiche sono pompate e dipendono più dalla quantità che dalla qualità. Anche in Florida l’estate scorsa parlavo con uno dei Giudici USTA e mi diceva che i loro ranking sono del tutto falsati perchè basati sulla quantità: chi gioca più tornei ha più punti.
    Ciò detto in un sistema tipo quello americano (o francese o australiano e forse anche britannico) cioè con tornei minori ogni week end io probabilmente mio figlio lo fsarei giocare sempre o quasi, tutti i week ends, perchè suppongo che dovrebbe essere divertente e una giusta valvola di sfogo: ti alleni da LUN a VEN e nel week end giochi. Così ti abitui anche a perdere e non ne fai un dramma tanto sabato prossimo ce n’è un altro. E se vinci troppo spesso ogni tanto si sale di categoria. Ma da Lun a Ven ti alleni e se ti comporti male niente torneo.
    Oggi comunque Nicky ha perso 67 57 in finale , la terza partita della giornata (ha scelto lui di giocare, se voleva poteva postporre). Mia moglie mi ha detto che dopo aver perso il tb aveva un po’ sclerato beccandosi un penalty game ma poi mi ha mandato un SMS a fine match scrivendo che era stata una bellissima partita. Sentiremo domani e comunque ho diverse cose da aggiungere: è stata una quindicina molto interessante, contradditoria ma piena di indicazioni, il solito rollercoaster di X & O e di considerazioni da fare. Ma qui sono le 01.45, e mi sono rivisto, dopo una cena al Ristorande Indiano con una coppia di amici inglesi (anzi, lei scozzese, come Murray ci tiene a certe precisazioni), A FEW GOOD MEN,sceneggiatuura di Aaron Sorkin (The President of United States of America e The West Wing) con una delle migliori interpretazioni di Tom Cruise e Jack Nicholson che meritava l’oscar : Do you want the truth? IYou CAN’T handle the truth.
    Avrei dovuto metterla alla fine del mio articolo introduttivo.
    Ne riparliamo domani.

  234. andrew scrive:

    tutto giusto quello scrivono Omissis, Tropiano, Nikolik, Binaghi ecc. ecc….

    Peccato che:

    tutte le “innovazioni” italiane si introducono, si svolgono, si dipanano, si diramano, si contorcono attorno al solito vecchio sistema-mentalità. Che è un sistema-mentalità nel quale la presenza di un atleta rappresenta l’eccezionalità e non la norma. Che è un sistema-mentalità fondato sull’esistenza dei circoli e non sulla produzione di atleti. Che è un sistema-mentalità privo di un PROGETTO SPORTIVO. Che è un sistema-mentalità che “attende” il fenomeno e non lo precorre.

    L’anno scorso volevo far fare qualche torneo u10 a mio figlio nella zona del vicentino. Con mio stupore, ho notato che i tornei proposti erano 4 in tutto mentre di 4° cat. per ottuagenari ce n’erano 2-3 per settimana. Purtroppo, i primi 3 sono saltati per insufficiente nr. di iscritti e il quarto ho lasciato perdere…

    Già questo dovrebbe indurre a qualche riflessione…Ossia, in una delle zone più ricche e popolate d’Italia, con un bacino di 3-400.000 persone, non riesci a trovare più di 3 bambini u10 che si iscrivono a un torneo a loro dedicato.

    e siamo ancora qua a parlare di centri estivi, racchette gialle, cerbiatti scelti, canguri…boh!…

  235. costa azzurra scrive:

    Talent scout …. ecco cosa ci manca in Italia…. qualche persona che abbia intuito e conoscenze per individuare il talento poichè come dice stefano grazia ci vogliono sì i sacrifici il fisico ecc ma per avere un campione in italia bisogna che abbia per prima cosa il talento ……… i campioni hanno prima di tutto il talento ..poi con fatica ( o con meno fatica degli altri) si allenano si seguono e si conducono attraverso i tornei giusti verso la starda dei top ten .
    In italia la riuscita del tennista invece è direttamente proporzionale alla ricchezza dei genitori … mi spiego meglio … noi abbiamo dei bravi ragazzi che giocano bene che si allenano tantissimo (infatti spesso sono fermi per infortuni) che se hanno dei genitori facoltosi possono andare in giro per il mondo ad allenarsi con i migliori , nelle migliori accademie , fare tornei lontanissimi per prendere punti e per avere una buon classifica così ottengono sponsor ecc.. e l’acqua si sa va nel mare…
    ma un vero talento potrebbe essere un bimbo che gioca all’oratorio e che ha genitori che non sanno nemmeno cosa sia il tennis…

    non so se mi sono spiegato … bisognerebbe fare come nel calcio …se si scopre il talento bisognerebbe sponsorizzarlo a livello di federazione e permettergli di giocare a tennis …ma è un’ utopia…….

  236. stefano grazia scrive:

    Come vi dicevo sto leggendo l’autobiografia di Pete Sampras (a Champ ion’s mind) scritta con Peter Bodo, amico di Ubaldo e titolare di un blog che ha forse ispirato anche il nostro. Ci ho messo un po’ a decidermi a cominciare a leggerlo (l’avevo acquistato l’estate scorsa da Barnes & nobles)per via dell’epidermica antipatia che mi ha sempre generato Sampras essendo io sempre stato tifoso appassionato di Agassi…Allo stesso modo mi capita la stessa cosa con Nadal essendo io tifoso di Federer (un tifo al momento incrinato da una passioncella per Murray). In entrambe le situazioni con raziocinio non ho difficoltà ad ammettere che Nadal è un grandissimo campione e che Sampras è stato più grande di Agassi e che entrambi, Rafa e Pete, sono stati giocatori corretti e un esempio per le generazioni a seguire.

    Having said that,il libro di Sampras è molto interessante anche se suscita un certo disagio per la piatta scarsa empatia che a volte suscita…Si potrebbe dire che è un libro molto onesto (lo dissi anche di Uncover di Pat Cash) e che spiega veramente cosa pensava e cosa pensa ora Sampras ma non puoi fare a meno di notare la scarsa empatia che Sampras prova per persone che tutto sommato sono state parte importanti della sua vita… A partire dal fratello maggiore Gus per finire con il suo primo coach ,quel famoso Dr Fischer poi finito in carcere dopo aver patteggiato 6 anni per le accuse di Pedofilia e passando attraverso Agassi e Courier. Per esempioalla fine c’è un capitolo dedicato ai suoi maggiori rivali e ci sono tutti (con riportati il totale degli scontri diretti) tranne Agassi…Ok, di Agassi si parla sempre durante il libro ma non ci sono accenni particolari, pennellate rivelatrici di un rapporto che in fin dei conti avrebbe dovuto essere importante…Insomma, sarò forse fuorviato da una sorta di pregiudizio inconscio ma non ho trovato quel calore, quell’empatia, quella sorta di clic, di fratellanza che ti coglie quando leggi la biografia di uomini illustri dello sport… Mi è sembrato tutto molto piatto, tutto molto freddo, tutto molto raccontato dall’alto di una sua superiorità…Non è neanche questo, e potrebbe essere solo la penna di Bodo…Del resto se leggi The Player, la bio di Becker, ti passa la voglia solo di aver avuto simpatia per Boris, quindi non è neanche questo…In iglese direi che leggendo la bio di Sampras ho avuto un uncanny awkard feeling, pur riconoscendo la sincerità di certe dichiarazioni … Quando leggi di come Sampras arriva a troncare i rapporti sia con Fischer che con Joe Brandi, l’allenatore della Bollettieri, non puoi che provare un po’ di pena per loro…Allo stesso modo quando Pete si lamenta dei meetings che Gorman, il capitano, teneva con tutti i giocatori prima della finale di Davis Cup poi persa a Lyon con la Francia proprio per colpa sua… Sono a queste riunioni e parlano fra loro e lui dice,forse anche giustamente, che gli sembravano completamente inutili…C’era Robert Flach, un buon doppista dell’epoca, vincitore di qualche Slam in doppio, che gli chiedeva cose tipo: ok, Pete, hai intenzione di fare il Serve & Volley sia sulla prima che sulla seconda? E Pete scrive: L’ho solo guardato senza rispondere pensando:Io sono uno dei migliori giocatori del mondo (era il 91) e tu sei uno specialista di doppio che nel Singolo non riesce a cavare un ragno dal buco. Dov’è che vuoiarrivare chiedendomi come giocherò?
    ORA, il disagio deriva forse dal fatto che questi pensieri li fa Sampras. McEnroe probabilmente gliel’avrebbe detto in faccia e nessuno si sarebbe scandalizzato, ehi, è McEnroe…
    Boh, non so se riesco a spiegarmi…Più avanti nel libro il Dr Fischer, che era già stato scaricato dopo la vittoria negli UsOpen del 90 perchè aveva cominciato a chiedere soldi (apparentemente prima lavorava gratis, come amico del padre e poi aveva cominciato ad avanzare pretese di ridicole percentuali sui futuri incassi ed era stato quindi tagliato fuori), quando ha i suoi guai giudiziari chiede più volte di incontrarlo e Sampras reluctantly agrees, cioè accetta con molta riluttanza. Gli riconosce all’inizio del libro di essere stato una parte importante del suo sviluppo come giocatore, ma poi prende le distanze, lo taglia fuori… Lo stesso fa con Joe Brandi dopo la vittoria negli USOpen, dice che Brandi si era attaccato alla bottiglia sopraffatto dalla responsabilità di avere per le mani un giocatore della sua potenzialità e che quando lo licenziò, ne fu probabilmente sollevato…Ironico il contrasto con Agassi che probabilmente starebbe ancora con Bollettieri se non fosse stato da questi scaricato…Agassi è sempre stato fedele (agli amici, ai coaches,a Gil Reyes) ed è sempre stato mollato (anche da Brooke Shields) e con Brad Gilbert sono grandi amici, la decisione fu comune…Psicologia banale e spicciola: Sampras aveva la scorza più dura, Agassi era (relativamente) più fragile e sensibile sotto l’apparenza del Grande Ribelle Senza Causa … Anche la grande amicizia con Courier (dai 16 ai 20 anni vissero praticamente insieme alla Bollettieri, giravano il Tour coi loro coaches, giocavano il doppio insieme) evapora sotto la spinta, dice Sampras, della rivalità ad alti livelli mentre Courier una volta disse che dopo gli inizi burrascosi all’Academy con Agassi, aveva scoperto di avere più cose in comune con il Kid di Las Vegas e cioè che se fosse stato costretto chiuso in una stanza con Sampras e Chang per 24 h non avrebbe avuto modo di parlare di nulla oltre che di tennis mentre con Andre aveva scoperto di poter stare a parlare per ore di altre cose (i due sono buoni amici ora).
    Perchè vi racconto tutte queste cose? Così,un po’ per condividere alcune informazioni e un po’ per farvi capire il mio punto di vista, cioè che sotto la superficie del comportamento formale c’è tutto un underworld di cui noi non sappiamo nulla e che quindi molto spesso ogni nostro giudizio sulla persona dovrebbe essere sospeso. Come hanno scritto altri prima di me, dovremmo limitarci a condannare il gesto, la circostanza ma non a bollare il personaggio.
    Ma il libro di Sampras è molto interessante per un altro motivo, di cui vi parlerò nei prossimi posts.

  237. stefano grazia scrive:

    YOU WANT THE TRUTH? YOU CAN’T HANDLE THE TRUTH!
    Una cosa che dice giustamente Sampras è che a dire la verità con la stampa e cercare di spiegare come ti senti veramente c’è solo da rimetterci. Per cui conviene rifugiarsi nel solito clichè di Bull Durham: Sometimes you win. Sometimes you lose. Sometimes it rains.
    Si riferisce all’episodio del 91 quando dopo aver perso da campione uscente, il più giovane della storia,da Courier nei Quarti se ne uscì in sala stampa dicendo che si era sentito come sollevato dalla sconfitta, che la pressione era stata troppo grande, che ora poteva tornare alla sua vita normale, ad essere stesso. Mi sono sentito come se una tonnellata di mattoni sia stata tolta dalle mie spalle (I feel like a ton of bricks has been lifted off my soulders). Al che Courier, presentatosi dopo di lui in sala stampa e richiesto di commentare, ribatte dopo averci riflettuto a lungo: ?C’è un sacco di persone là fuori che vorrebbero averlo avuto loro quel peso di mattoni sulle loro spalle’
    E più tardi Connors che era nel bel mezzo della sua incredibile volata alle semifinali:” Eccomi qui a quasi 40 anni a spaccarmi il cBEEEP! (contenti Moderatori?) e questi mocciosi sono felici di perdere. Non so più che dire…’

    Ecco, io credo che quell’episodio sia stato il Turning Point della suia carriera: come Paul Newman ne lLo Spaccone torna alle gare freddo, cinico, cspietato perchè ha fatto piazza pulita dei suoi sentimenti, così probabilmente anche Pete Sampras decise di chiudere ulteriormente un rubinetto interno già di per sè avaro di empatia…Allo stesso modo Djokovic sarà sempre meno The Djoker: non gli conviene e soprattutto SIAMO NOI A NON MERITARCELO.

  238. stefano grazia scrive:

    MA IL VERO MOTIVO D’INTERESSE AI MIEI OCCHI DEL LIBRO DI SAMPRAS stanella prima parte, quando racconta la sua infanzia, quando a scuola era conosciuto non per nome ma come ‘The Tennis Kid’, the tennis guy,cioè ‘quello che gioca a tennis’. Ci sono tante similarità con le storie di tutti noi ma quello che mi colpisce soprattutto è la somiglianza con il nostro approccio. I Genitori di Sampras non si occuparono direttamente del suo tennis ma un amico del padre, questo Dr Fischer, Pediatra e Endocrinologo, mediocre giocatore di tennis, vide il potenziale e da appassionato divenne, con l’avallo del padre, il Pigmalione di Sampras. Allenandolo lui? Not really, ma determinandone la programmazione e affidandolo ora a questo, ora a quello, ora a quest’altro. Cioè al Giovedì faceva un’ora con Robert Landsorp (il guru della West Coast, il Bollettieri della California, che i lettori della prima ora del Blog dovrebbero conoscere perchè ne ho scritto spesso, famoso allora per aver allenato la Austin e poi anche la Myskina e la Sharapova), al Martedì lavorava invece con Del Little,un coach del Kramer Club che prendeva i suoi allievi e li portava su due rozzi campi pubblici (va là che servirebbero, i campi pubblici, Enzo…) nelle vicinanze e poi giocava matches e faceva tornei nel Week Ends. Sounds Familiar, uh? Un approccio manageriale, con varie zone di assemblaggio…Yuri Sharapov fece così. La cosa buffa è che prima tutti ti dicono di fare il contrario, di affidarti ad uno solo, di andare nella tal Academy o dal tal Maestro, poi DOPO quando tu NON hai fatto come ti dicevano, eccoli a dirti: Hai fatto proprio la scelta giusta!
    Mi ricorda quel che scrive in un suo libro su Hollywood uno dei più grandi sceneggiatori, William Goldman (The Princess Bride, Butch Cassidy, All the President Men, The Marathon Man…): Nessuno ha la più vaga idea di come andrà un film, se avrà successo o meno: nessuno sa la formula, nessuno sa PRIMA DELLA PRIMA perchè questo ha avuto successo e quello no…Dopo, tutti bravi.

  239. stefano grazia scrive:

    E raccontandovi ora della parabola tennistica di Nicholas in questi 15 giorni mi riallaccio ora anche a quello che dice Costa Azzurra.
    Abbiate la pazienza di seguirmi per un attimo.
    Negli ultimi 3 anni Nicholas aveva seguito da Bollettieri un Programma Speciale (The Strategy Zone) che la scorsa estate è stato chiuso forse perchè era troppo buono e faceva concorrenza scorretta all’interno dell’Academy: alla fine noi stessi ci lamentavamo perchè al contrario della pubblicità uno pagava due per ottenere un solo servizio. Pagavi cioè per entrare all’Academy e poi invece di allenarti col tuo gruppo Standard ti allenavo con il Team Strategy Zone pagando a parte. Invece di implementare questo Servizio almeno per i giocatori più talentuosi che venivano 2-3 volte all’anno per scelta o perchè NON erano ancora grandicelli abbastanza da diventare Full Timer (cioè studenti a tempo pieno per tutto l’anno) il Gruppo Dirigente Img ha chiuso la Baracca obbligando gli alunni a fare i corsi regolari e riga. Lo Strategy zone rimane come programma di VideoAnalisi nelregolare svolgimento dei Gruppi Standard. Secondo noi è un errore ma tant’è: Margie Zesinger, che in questi 3 anni è stata la nostra Gloria Connors, è stata spostata all’Adult Program e noi ci siamo trovati nella necessità di identificare un nuovo punto di riferimento (sarebbe comunque stata questione di tempo) e avevamo pensato a Josè Lambert che dello Strategy Zone era stato uno degli ideatori (I DVD dei Footwork sono tutti opera sua) e che è considerato uno dei migliori Coaches all’interno dell’Academy se non The Best.Sarebbe stata la perfetta transizione.
    Una precisazione: all’Img Bollettieri academy durante l’anno vi sono i Gruppidei Full Timer,appunto, e poi i Gruppi degli Short Timers. Arrivi alla Bollettieri per una,due, 6 settimane e vieni messo in un Gruppo di Short timers: ogni settimana al mattino fai il tuo programma,con vari drills, molto ‘volume’, e poi al pomeriggio, dopo la teoria o la prep atletica (che fai anche al mattino) giochi un match con uno del tuo gruppo.Se alla fine li batti tutti vieni promosso al Gruppo successivo o comunque cominci ad essere notato. Vincere tutti i matches è a volte piuttosto difficile per un U10 o U12 perchè si trova spesso in gruppi con giocatori di più o meno pari valore ma con 2-4 a volte 6 anni di più.
    E quindi eccoci arrivare, moglie e figlio, in Florida pieni di dubbi e speranze, timori e aspettative.
    Pausa Caffè.

  240. stefano grazia scrive:

    Nella prima settimana dunque Gabrì cerca di capire chi e come e cosa, parla con Jaramillo, il Direttore dello Junior Program, e col suo braccio destro Paul Forsythe e poi con Alvaro, il responsabile dei Gruppi degli Short Timer e ovviamente con Margie, che comunque è sempre disponibile e fa qualche ora di cleaning con lui (e anche oggi, domenica, farà un’oretta a mezzogiorno) e con Chip Brooks,il Direttore dell’Adul Program, nostro vecchio amico,e insomma, alla fine Nicholas ottiene il permesso di infilarsi nel Gruppo dei Full timer di Josè Lambert che al momento però è a Miami a seguire un allievo. Quando torna fa un’oretta con lui ed è molto positivo e sostiene che tecnicamente per l’età è perfetto, e che Lance,Margie, noi abbiamo fatto un ottimo lavoro.
    Al Campus c’è anche Enrico Slomp momentaneamente disoccupato per via dell’infortunio a Miccini ed è tanto gentile fa fare un paio di sedute (gratis, va detto) con Nicholas e anche lui è molto positivo anche s sostiene che per uno dell’età di Nicholas l’Academy non sia il posto migliore perchè il focus dei Coach dell’Academy sono le partite e i risultati e non il completamento del processo d’apprendimento tecnico. In soldoni, succede che se tu vinci passi nel gruppo migliore e il tuo processo d’apprendimento tecnico viene trascurato, corre il rischio di arrestarsi. Questo è il motivo per cui tutti i mifgliori dentro all’Academy hanno ANCHE il loro coach personale privato perchè appunto ad un certo punto il coach Tipico Bolletteriano (Lambert incluso) è un Coach di Strategia e non più di Tecnica di Fondamentali.
    Noi abbiamo schivato tutto questo per via del fatto che Lance e Margie insegnando soprattutto a bambini dagli 8 ai 14 in realtà curavano soprattutto la tecnica. E anche perchè abitando all’Estero e nel Terzo Mondo, siam rimasti fuori dai Circuiti di Tornei e abbiamo passato ore e ore al cesto, alla Ball Machine, col Palleggiatore a sviluppare noi stessi quanto appreso dai vari coaches (non solo quelli americani, ma anche australiani e italiani e perchè no locali in un vero melting pot alla Dr Fischer e Yuri Sharapov)
    Arriviamo al torneo del week end e salta fuori il problema del Maialino Nero con misbehaviour on court e bruciante sconfitta dovuta palesemente a sclerata, al potere d’attrazione del Dark Side of the Force, a vera propria maleducazione.
    Lambert lo prende a lato, gli spiega, tutto ok per due gg poi giocando con uno del Gruppo dei Full Timers (di cui era ospite, bisogna sottolineare questo), succede qualcosa, Nicky gli da del ‘f****ing cheater’, fottuto imbroglione, il ragazzo accusato va alamentarsi da Josè Lambert e Lambert dice: you’re done, e lo caccia dal gruppo.
    Seguono 2 gg di orecchie basse, tentativi di riappacificazione (Gabrì non interviene e supporta l’atto disciplinare pur con qualche postilla condivisa di cui parleremo fra poco) e poi Nicky scrive un bigliettino in cui si scusa,dice di aver imparato il suofootwork seguendo i suoi DVD e per questo aveva sperato di poter essere allenato un giorno da lui e blah blah blah. Non viene ripreso nel gruppo ma Lambert a mia moglie dice: We are connected, avete la mia email, il numero di cellulare…teniamoci in contatto. Deve imparare che le chiacchere non contano, conta solo mettere la pallina dentro il campo…Quando capisce questo, quando sarà più maturo, io sono qui
    Nel frattempo Nicholas sta battendo tutti i giocatori del suo Gruppo Short Timer e vince anche il Torneo di Tie Breaks e infine l’ultimo giorno gioca con quello che era imbattuto da due settimane e lo batte.
    Ora improvvisamente (ed è la prima volta) tutti i coaches fermano Gabrì di loro iniziativa, anche un paio che a noi erano sempre stati un po’ sulle scatole perchè sembravano inavvicinabili, e dicono: oh, Nicholas was so good this week! Speriamo che ce lo riprti, eh?.
    Lo stesso Jaramillo si ferma lui e dice : mi raccomando non sciupare il suo talento, è veramente molto bravo,portalo da noi etc etc
    Insomma, vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.
    Per la prima volta Nichiolas sgomina il campo di avversari nel suo Gruppo e i suoi risultati balzano agli occhi della Classe Dirigente: prima era un bambinetto,molto talentuoso e dal carattere latino, ma ancora troppo piccolo per poter essere preso in considerazione ANCHE SE CONTINUAVA A VENIRE TUTTI GLI ANNI, adesso comincia a vincere…mmmh, interesting!
    Pausa Panino e poi le Conclusioni.

  241. stefano grazia scrive:

    UN PAIO DI CONSIDERAZIONI:
    ma se Federer veniva da Bollettieri e trovava Lambert, la Bollettieri perdeva l’occasione di allenare il più grande giocatore di tutti i tempi?
    QUELLO CHE VOGLIO DIRE E’: a noi fa comodo IN QUESTO MOMENTO avere un Josè Lambert che chiude la porta in faccia a Nicholas facendogli capire che o cambia o la porta resta chiusa. CI SERVE uno che possa permettersi di fare quello che a genitore non è permesso, cioè di tagliare fuori il proprio figlio.
    D’altro canto mi chiedo dove saremmo ora se non ci fosse stata Margie che lo cacciava via ma il giorno dopo era pronta con infinita pazienza a riprendere le fila del discorso.
    Certo, demagogia a parte dei solitipolitically correct che diranno: se lo faceva anche lei adesso Nicholas avrebbe già risolto il suo problema (cosa di cui dubito), la sottile questione è: ma se vi devo portare un giocatore che è già bravissimo tecnicamente, atleticamente formidabile, mentalment fortissimo e grintoso e perfinodal comportamento ineccepibile, cosa ve lo prto a fare? Ho già fatto tutto io… tanto vale che continui.
    O meglio: tutto giusto, tutto perfetto, ma abbiamo bisogno anche di chi ci aiuta a costruirlo il giocatore senno è troppo comodo.

    Questo ce lo diciamo fra noi, non certo di fronte a lui.
    Ripeto: supporto al 100% l’atteggiamento di Lambert ma ringrazio il Cielo e il Fato di aver incontrato Margie.

    Seconda considerazione: a questo punto dovremo sederci a tavolino e pensare il da farsi. Chiaramente prima di ribattere alla porta di Lambert dovremo essere sicuri. Se si torna da Bolletta si torna solo per fare Volume e Partite e si aspetta di essere eventualmente chiamati. E’ finito il tempo di andare a cercare , è iniziato il tempo di essere cercati. Un’alternativa potrebbe essere un Estate Italiana:andare alla Vavassori,andare a trovare Sartori, tutto giusto ma se poi devi essere sempre in giro a giocare Tornei che durano una settimana?

    Ieri dunque Nicholas ha giocato e perso al temine di una bellissima partita con un finnico7russo che si allena con la Federazione Inglese e che ha anche lui una storia di comportamenti non corretti in campo. A un certo punto l’Arbitro, un’anziano gestore di circolo che aveva quasi le lacrime agli occhi, ha dovuto dare dopo numerosi warning il penalty point a Nicholas ed un sua difesa è intervenuto l’Avversario! Vabbè, i due hanno fatto una gran partita, ha vinto ilpiù grosso e il meno stanco (aveva giocato solo 2 partite invece delle tre di Nicky), ma alla fine si sono scambiati le email, avevano un gran rispetto l’uno dell’altro, mia moglie ha detto loro di andare a scusarsi col Giudice Arbitro/gestore che era una persona d’altri tempi che si lamentava dicendo che quello era l’ultimo torneo che avrebbe organizzato, che l’ultima volta aveva dovuto chiamare la polizia a causa di certi genitori, che il tennis non è più quello d’una volta, che lui aveva giocato con Arthur Ashe, che gli dispiaceva aver dovuto dare il penalty perchè era proprio una belòla partita e non la voleva rovinare… Poi Nicholas entrando in auto aveva detto a mia moglie: aspetta un attimo, ed era scomparso. Al ritorno a Gabrì che gli chiedeva ma dove sei finito, lui rispondeva che era tornato a scusarsi questa volta da solo perchè gli dispiaceva.
    Lo dico perchè c’è una differenzafra l’essere maleducati perchè non si conoscono certi valori e fra l’impossibilità di riuscire ad essere educati perchè un maialino nero prende la tangente…NON SEI SCUSATO UGUALMENTE MA VISTA L’ETA’ IO CREDO CHE FACCIA PARTE DEL PROCESSO DI CRESCITA.
    Racconto questo perchè credo di doverlo a mio figlio spesso dipinto dal padre come una canaglia più di quanto forse lo sia veramente.

  242. omissis scrive:

    andrew

    ormai quest’accostamento a tropiano o binaghi (!) è un cult motiv di andrew…mi raccomando non smettere !

    scherzi a parte qui in lonbardia sono molte le gare under 10 e i progetti pia, fit ranking non mi sembrano progetti sportivi non improvvisati; si può discutere se siano validi o no ma sono progetti di ampio respiro.

    piuttosto notizie dell’elezioni di oggi nel lazio e nelle marche ?

    qualcuno sa qualcosa ?

    omissis

  243. andrew scrive:

    omissis…

    dinamica di cult motiv: “cult movie” arrivava da destra senza accorgersi del sopraggiungere di “leit motiv” da sinistra; collisione inevitabile e creazione di “cult motiv”…

    non preoccuparti, non smetterò fino a quando non sarete tutti passati al beach tennis e si possa parlare nuovamente di tennis senza vergognarsi…

  244. madmax scrive:

    cominciamo con il dire che un conto è lavorare duro (che è vero che ce ne sono tanti per il mondo ed è cmq meglio che lavorare poco) molto diverso è lavorare duramente ma anche bene… come giustamente dice stefano nemmeno alla bollettieri che è l’accademia nr 1 nel mondo è facile in quell’età lavorare bene perciò quelli che lavorano duramente e bene (a 360°) prima dei 12 anni saranno forse 10 bambini nel mondo (e anche su questo numero ho molti dubbi).. a questo poi bisogna aggiungere che è basilare che ci sia una grossa cultura sportiva all’interno della famiglia, un po’ di denaro, un buon fisico etc etc con la conseguenza che il numero diminuisce ancora di più…

    mi sento poi rincuorato perchè mi è facile capire come mai in italia nn crescono dei campioni (e di questo passo continueranno a nn crescere).. giocare tornei su tornei è la strada che porta con certezza al fallimento poichè l’esasperato agonismo a questa età procura danni irreparabili oltre a non permettere un’adeguata crescita tecnica….

    detto questo però probabilmente nn sono stato abbastanza chiaro riguardo ai tornei perchè io ho scritto che sono fondamentali visto che bisogna allenarsi anche al match ma che fino all’under 12 i risultati che si ottengono non contano nulla mentre dall’under 14 all’under 18 è essenziale essere nel gruppo dei migliori mentre conta poco essere il primo o l’ottavo come dimostrato dalle stats da me postate.. e per capire questo basta fare un confronto tra la sharapova e la ivanovic che nate entrambe nel ‘87 quando avevano 17 anni una aveva già vinto wimbledon (e nr 4 al mondo) mentre l’altra era appena entrata nelle 100 (nr° 97).. quindi è nei tornei under che ci si deve confrontare e si deve crescere ma senza porsi come obbiettivo di dover per forza diventare il miglior jr del mondo o di dover vincere i vari tornei dello slam jr perchè non saranno certo queste le vittorie che decretano chi sarà il migliore quando poi conta sul serio

    a costa azzurra… i talent scout in italia non solo ci sono ma sono anche tra i migliori del mondo il punto è che nn considerano i ragazzi italiani abbastanza validi per far investire su di loro…. hai ragione invece quando dici che bisognerebbe permettere a tutti di giocare ma di questo purtroppo ne abbiamo parlato già mille volte ma al momento nn credo sia una cosa fattibile…

  245. Nikolik scrive:

    Penso, Stefano, che, polemiche federali a parte, l’Italia sia importante.
    Se dimenticate, Stefano, il vostro assurdo furore e livore antifederale, si deve riconoscere che l’Italia è importante.
    Ma, attenzione, non per mentalità provinciale: l’Italia è importante non solo perché è il tuo paese, ma proprio perché è importante.

    Quindi: giusto che uno passi un mesetto l’anno, per esperienza, in una accademia straniera, ma è troppo importante, secondo me, che la base operativa sia in Italia.
    Anche i nostri tennisti più importanti, che si allenano all’estero, hanno comunque il centro dei loro interessi, anche economici, in Italia.

    Del resto, vedi bene che nessuno sputa sopra all’Italia: Quinzi, Miccini, la Giorgi, tutti si fanno aiutare dall’Italia e dalla FIT, nessuno ci sputa sopra. Poi, continuano con Piatti, continuano con l’America, ma si fanno aiutare.
    Un motivo ci sarà, no? Eppure sono ricchi, hanno possibilità, hanno talento, hanno tutto, eppure si fanno aiutare. In tutti i modi.

    Se sei fortino (non ho detto forte), in Italia trovi uno sponsorino (non ho detto uno sponsor), trovi un comitato regionale FIT che ti aiuta, ma non solo economicamernte, anche solo per trovare in giornata un bravo fisioterapista. E tante altre cose.

    Insomma, tanti piccoli vantaggi.
    Per diventare campioni, forse, bisogna anche farsi aiutare.
    Anche se non si ha bisogno di nulla.

    Poi, se volete continuare il vostro furore-livore antifederale, fate pure.
    Ma, dai retta, Stefano, son discorsi: restane fuori.

  246. kill bill scrive:

    omissis,
    se vai a rileggere le dichiarazioni di Infantino , dei tecnici che erano a supertennis con Roberto Commentucci, e quello che riporta Enzo scaturito dalle sue riunioni con altri tecnici viene fuori che ( vado a memoria ):
    1) le metodologie di allenamento vanno cambiate
    2) si gioca troppo sulla terra
    3) quello che offre in questo momento la Fit , Sat, Pia, Ranking Program, racchette rosse gialle o blu, centri estivi …….. non c’entra nulla con il percorso di chi vuol provare a diventare un Giocatore e forse neanche un agonista.
    4) L’ambiente circolo per crescere agonisticamente , salvo rare eccezioni, è inadeguato.
    5) i migliori che possono scegliere vanno ad allenarsi all’estero, magari con il contributo FIT.

    Se a questo aggiungiamo il fatto che comitati provinciali e regionali non fanno attività ….
    ( nella mia regione, non proprio l’ultima , quest’anno è stato organizzato un raduno di mezza giornata )

    Finchè alle gare a squadre , tabelloni nazionali , e ai campionati italiani i posti vengono assegnati in percentuale dei tesserati e non si premiano i risultati, che non è cosa grave perchè i migliori partecipano comunque, ma da un’idea della mentalità….

    Ora si dice che le cose stanno cambiando, bene, ma mi viene da dire che non ci volevano degli scienziati per accorgersi che c’era qualcosa che non andava, che ci siamo arrivati abbastanza tardi e che ancora siamo alle chiacchere.
    Per anni le risposte sono state sempre le stesse, colpa dei ragazzi mammoni, i genitori rovinano i ragazzi, mancano i genitori dei campioni , il motorino o la morosa , mai una volta che il ” sistema ” si mettesse in discussione. Addirittura c’è qualcuno che sostiene che la federazione si deve occupare solo di propaganda e non di agonismo di alto livello.
    A noi genitori non ci frega nulla di chi sia il presidente, non apparteniamo alla concorrenza, non ci lamentiamo perchè vogliamo prendere il posto di qualcuno, non abbiamo nessun interesse se non quello dei nostri figli.

    Forse Andrew non ha tutti i torti.

  247. Roberto Commentucci scrive:

    Come omissis avrà ormai appreso, le elezioni dei due Comitati Regionali tenute ieri, nelle marche e nel Lazio, si sono concluse con l’elezione dei candidati sponsorizzati dal vertice federale.

    Per ciò che concerne le Marche, mi limito a riportare uno stralcio del sito FIT:

    Emiliano Guzzo è il nuovo presidente del Comitato Regionale Marche della Fit. Trentasette anni, già responsabile del settore giovanile regionale, grande appassionato di tennis, è stato eletto all’unanimità dai circoli tennis marchigiani. Un’assemblea unitaria, che ha visto l’elezione anche del nuovo Consiglio Direttivo (formato da Roberto Angelini, Andrea Bolognesi, Francesco Mandelli, Marco Milani, Marco Pagliari, Andrea Pallotto, Emilio Pocci e Paolo Scandiani).

    Per quanto riguarda il Lazio, ho assistito di persona (per mia curiosità) all’assemblea che ha riconfermato Fabrizio Tropiano, presidente uscente.
    Sala rossa del Coni (splendida architettura razionalista), nutrito gruppo di delegati, assemblea presieduta dal Vice Presidente vicario Scarfiotti, del Parioli. Tropiano una volta raggiunto il quorum era praticamente sicuro di essere eletto, dal momento che era l’unico candidato. La relazione che ha presentato, circa l’attività svolta e i programmi futuri, non ha suscitato alcun dibattito, e si è subito andati a votare, con un risultato ancora una volta bulgaro (circa il 95%).
    La mia impressione, da assoluto neofita nel campo della democrazia federale, è che i giochi fossero ampiamente fatti ben prima dell’assemblea, che ha avuto solo carattere di “ratifica” di decisioni già prese. Il mio giudizio è che sicuramente il tasso di democraticità del sistema sia migliorabile. Va detto, tuttavia, che perché ci sia una democrazia funzionante occorre anche che ci sia reale interesse da parte degli elettori. E da quanto ho visto, francamente un grandissimo interesse alle vicende di politica federale forse non c’era, i delegati andavano tutti di corsa, in primis Paolo Verna, indaffaratissimo e lodevole organizzatore del Lemon Bowl, che era davvero trafelato…
    E’ un peccato, a mio parere, che sia mancato il dibattito, perché la relazione presentata da Tropiano, in linea con il carattere irruento del personaggio, contiene alcuni spunti critici “di sistema” davvero coraggiosi, che avrebbero meritato più attenzione e maggiore riflessione.

    Nel prossimo commento ne riporterò qualche stralcio.

  248. valeria scrive:

    Madmax… Mi potresti dire nel dettaglio cosa intendi per “lavorare duramente e bene (a 360°) prima dei 12 anni? Grazie!

  249. stefano grazia scrive:

    Per correttezza (nei confronti di Sampras): sono arrivato al punto in cui Pete dedica un po’ di pagine al suo rivale Andre Agassi e devo ammettere che ne parla bene: c’e’ un certo risentimento, peraltro giustificato dal suo punto di vista, nei confronti di Nike che ha sicuramente dato piu’ soldi ad Andre che a lui (ma figuriamoci cosa dovrebbero dire a proposito di sponsors la Davenport o anche la Navratilova al solo pensare ad Anna Kournikova…), ma in complesso parla bene del kid di Las Vegas e dice che tutto sommato si piacevano, erano quasi amici e che Agassi, al contrario di cio’ che tutti pensano, era un ’sincere guy’. Una volta mentre Agassi gli aveva dato un passaggio sul suo aereo privato in un momento in cui la carriera del Kid era in caduta libera, avevano avuto anche modo di parlare un po’ piu’ a fondo della loro vita di atleti e Andre era rimasto sorpreso del fatto che Sampras si fosse trasferito a Tampa SOLO per poter rimanere al Top. Agassi diceva che non era disposto a sacrificare vita, famiglia, amici fino a quel punto… Poteva anche essere una sorta di La Volpe e L’Uva (dopo infatti i sacrifici li fece anche se rimase a casa a Las Vegas), ma e’ un’altra indicazione del fatto che fra i due quello che veramente ci teneva di piu’, che veramente lo voleva, che era davvero concentrato sul pezzo, che e’ riuscito a escludere tutto il resto e’ stato Sampras. Aiutato forse in questo da una personalita’ meno variegata, non dico da orizzonti limitati ma sicuramente meno poliedrica , meno distratta da altri interessi che invece hanno sempre attratto la curiosita’ di atleti come Agassi, Courier, McEnroe … Ecco, direi che Borg, Sampras, Federer hanno questo in comune oltre al carattere: la capacita’ di non avere avuto altri interessi al di fuori del tennis. Il che e’ perfetto per il loro tennis e un po’ meno per quei tifosi che al contrario di chloe (e non e’ una critica, anzi) li vogliono giudicare anche per la personalita’. Spesso, lo ammetto, prendendo fischi per fiaschi.

  250. Roberto Commentucci scrive:

    Riporto due interessanti stralci della relazione di Tropiano, presentata a margine dell’assemblea che lo ha rieletto Presidente del Comitato Regionale del Lazio.

    A proposito dell’interazione fra centro e periferia, Tropiano scrive:

    “…le riforme pressanti, urgenti ed essenzialmente positive della FIT centrale non hanno trovato (nella struttura del Comitato Regionale) quell’agilità operativa richiesta affinché fossero riversate nel territorio previa un’opportuna opera di comunicazione, divulgazione e condivisione necessaria.
    La struttura essenzialmente dilettantistica del Comitato Regionale ha fatto si che l’impegno dei Dirigenti (comunque lodevole) fosse limitato ad un tempo assolutamente insufficiente per le esigenze del tennis moderno…”
    “La natura prettamente dilettantistica della dirigenza si pone come un ostacolo ad un necessario ricambio generazionale”.

    Con riferimento alla realtà del sistema tennis nel Lazio:

    “Un primo elemento di complessità attiene alla realtà stessa degli affiliati, che sono strutturati in due tipologie di circoli: quelli tradizionali puramente associativi e quelli cosiddetti “padronali”.
    In entrambi i casi, per ragioni diverse, la pratica del tennis e l’organizzazione di manifestazioni segue dinamiche che non sempre ben si conciliano con le esigenze del tennis moderno. Basti pensare agli insufficienti spazi che si possono dedicare ai giovani atleti che volgiano intraprendere la difficile strada dell’agonismo-professionismo oppure all’impossibilità di mettere a disposizione le strutture per un numero di tornei sufficiente a soddisfare le esigenze agonistiche delle varie categorie di giocatori; il dato economico da un lato per i circoli padronali e quello sociale per i circoli tradizionali dall’altro, frenano una migliore interazione tra affiliati e comitato regionale.
    Se per la fase iniziale dell’apprendimento tennistico i circoli risultano ancora oggi validissime soluzioni, al contrario la loro stessa struttura funge da imbuto per lo sviluppo tecnico agonistico di un ragazzo della fascia di età tra i 12 e i 18 anni che voglia affrontare una preparazione più professionale. E ciò nonostante gli sforzi e le “invenzioni” dei maestri di tennis che cercano in ogni modo di colmare tali lacune.
    Spesso l’elemento di spicco giovanile (10 – 14 anni) viene utilizzato per promuovere l’immagine della scuola sul mercato e vincere i campionati giovanili col club di appartenenza; fin qui nulla di male se ciò restasse un obiettivo implicito e non di sistema. Viceversa spesso, in modo addirittura consapevole (e qui vi è tutta la negatività interna al sistema circoli), il ragazzo viene ancorato ad una realtà tecnica organizzativa che non può più essere funzionale al miglioramento del giovane, basti pensare (ad esempio) alla difficoltà di prevedere allenamenti mirati e individuali per la difficoltà delle strutture a lasciare disponibili ulteriori spazi.
    In questo l’opera di un comitato regionale potrebbe essere preziosa solo se fosse in possesso di un centro servizi quale poteva essere un tempo il Foro Italico o le Tre Fontane.
    La mancanza assoluta di campi da tennis pubblici a schiera, preferibilmente in cemento, risulta altra negatività di sistema prioritaria. Qui le difficoltà di un territorio come Roma e il Lazio sono sotto gli occhi di tutti; ma non si deve rinunciare alla prospettiva di individuare aree e possibilità per realizzare questo vitale progetto.
    Altra negatività, bisogna ammetterlo è la mancanza di una cultura sportiva di ampio respiro che faccia uscire il tennis (ma lo sport in generale) dalle secche delle aspirazioni genitoriali e di quelle “condominiali”, talché non appena si vince una coppetta di quartiere ci si accontenta del proprio dito (magari mignolo) senza guardare la luna!
    Certo è che il livello di preparazione “culturale sportiva” dei genitori non sempre è all’altezza delle esigenze; non si vede perché, però, non si possa “crescere insieme” (le quattro gambe del tavolo tennis – atleti, tecnici, genitori e dirigenti - ) con un’opera di aggiornamento e studio scientifico sulle problematiche connesse all’adolescenza e allo sport.

    La mia impressione è che ci si trovi un po’ in mezzo al guado. L’emergere di alcuni dirigenti giovani, con un buon passato agonistico, sta portando ad una maggiore consapevolezza dei problemi profondi e delle reali criticità del sistema. Purtroppo, per ora, le istanze di cambiamento restano frenate, oltre che da problematiche di sistema paese (come nel caso della promozione scolastica e della realizzazione di campi pubblici) dalle resistenze del vecchio corpo dirigente, che inevitabilmente, negli organi periferici più ancora che al centro, tende a perpetuare se stesso e i vecchi metodi. Credo che l’unica soluzione sia quella di accelerare sulla via del ricambio generazionale, per quanto possibile.

  251. stefano grazia scrive:

    Nikolic, spero che con ‘il vostro assurdo furore e livore antifederale’ tu non ti rivolga a me perche’ io ho a piu’ riprese anzi ribadito che il mio scopo e’ ottenere contributi SE E QUANDO Nicholas sara’ in grado di meritarseli. Le mie critiche sono sempre state motivate: io preferisco un paese dove la quasi totalita’ dei tornei si giochino nel week end (salvo quei 5-6 piu’ importanti), non credo nel Vincolo e nemmeno nel Sistema dei Circoli ma vivendo all’Estero al momento non mi toccano… Vivo e lascio vivere. E dico quello che penso. Ho conosciuto sia Palumbo che Slomp (o meglio, l’ha cxonosciuto mias moglie) e ci sono sembrate persone a posto.Leggo delle cose che scrivono Roberto ed Enzo e non ho motivo per non credere che le cose stanno cambiando in positivo.Ma faccio fatica a non condividere quello che scrive Kill Bill nell’ultimo post e quello che scrivono Mad Max ed Andrew.
    La verita’ pero’, the unconvenient truth, e’ che noi siamo al punto in cui i piani quinquennali e le politiche per lo sviluppo del tennis italiano in modo di avere fra 20 anni dei top ten, non ci attizzano ormai piu’ di tanto.
    Noi ormai siamo gia’ ad un punto della long and winding road in cui avremmo bisogno di soldi, e tanti, per perseguire una certa idea di sviluppo del potenziale…Per ottenere quei soldi dovresti avere i risultati di Quinzi e probabilmente non li ottiene neanche lui… Sono comunque d’accordo che in linea di principio per ottenere certi fondi devi ottenere certi risultati ma se per ottenere certi risultati devi impostare diversamente lo sviluppo del tuo gioco, e’ un cane che si morde la coda: per ottenere i contributi, devo ottenere al piu’ presto certi risultati. se pero’ per ottenerli non perseguo lo sviluppo graduale del mio gioco poi a 15-16 anni potrei anche non vincere piu’…Insomma, e’ un cane che si morde la coda.
    Noi abbiamo un bambino che essendo piu’ puiccolo degli altri e avendo vissuto all’estero ha giocato un centinaio di tornei in meno dei suoi pari eta’, probabilmente avra’ bisogno di qualche anno in piu’ per raggiungere appieno il suo potenziale. Per ottenere i contributi dovrebbe essere esaminato dai Giudici con le Palette, il che non sarebbe comunque giusto nei confronti degli altri.
    Per cui, per convinzione o per necessita’, noi stiamo ancora cercando.
    Ma al momento nel futuro di Nicholas e’ molto piu’ facile un High School e un College americani di un liceo e una universita’ italiane …Nulla contro l’Italia o la FIT ma le cose sono andate cosi’…
    Se e quando Nicholas diventera’ bravo abbastanza al punto da meritare l’attenzione di qualcuno della FIT, se ne potra’ parlare. Ora come ora stiamo davvero parlando del nulla.

  252. fulvio scrive:

    @ nikilik
    l’aiuto della Fit a Quinzi è corrisposto in ben…..3000 tremila euro.insomma a tutto cè un limite nel dire che è aiutato dalla federazione…..

  253. stefano grazia scrive:

    Valeria! Sono sicuro che Mad Max ti fara’ volentieri un riassuntino ma e’ come chiedere a uno che ha parlato per 4 ore di seguito sempre della stessa cosa di spiegarsi meglio…Ma Max non ha fatto altro in questi 2 anni che sostenere che bisogna lavorare duro e cominciare anche presto. Basterebbe andare a leggersi se non proprio tutti i suoi commenti almeno i Riasssuntoni di G&F (andate sul Blog, a sinistra Archivio…scrollate in basso (tutte quelle scritte in blu) e fermatevi su Junior World e cliccate appena sotto su Genitori e Figli. E un certo riassunto di tutti i riassunti viene fatto nel Primo Capitolo di G&F New Season.
    Comunque, repetita juvant…

  254. andrew scrive:

    grazie del report, Roberto…

    a prima vista, sembrerebbe una tiratina d’orecchi ai propri elettori (un bel 95%)…non mi sembra neppure si possa parlare di dichiarazione di intenti…

    del resto, una vera riforma, ho sempre sostenuto, non è possibile dall’interno; se non approvi al 99% il sistema, non fai neppure il custode di circolo.

    Quanto al ricambio generazionale, è meglio che ti metti il cuore in pace. Per la stessa ragione sopraesposta. Le nuove leve sono cresciute/reclutate/cooptate nello stesso ambiente di sempre.

    Spero l’abbia sentito anche tu Bracciali (cellavevi di fronte) che rassicurava i soci di circolo.

    E non è neanche questione di capacità, inclinazioni, persone.

    Per conto mio è il semplice fatto che una federazione sportiva dovrebbe avere come REFERENTI: i GIOCATORI e le ASSOCIAZIONI SPORTIVE. La FIT invece ha come referenti i CIRCOLI (anzi, è una federazione di circoli), quindi il discorso è chiuso in partenza.

    Poi, si può discutere dove stia andando la FIT, le aperture, le innovazioni, ecc. ecc. In una parola, credo si tratti di COSMESI.

    StefanoGrazia ha la grande fortuna e il grande merito (tra lo collegati) di poter/dover operare all’estero, di essersi dovuto rimboccare le maniche senza doversi “accasare” da qualche parte.

    Anch’io ho preso la strada di giocare io stesso e far giocare mio figlio come se fosse all’estero. Per me non esiste altra strada.

  255. stefano grazia scrive:

    Tropiano, anzi Trophy, dice alcune cose che diciamo anche noi. Ma se nemmeno lui che e’ al comando puo’ fare quello che ritiene giusto, e’ chiaro che la macchinosa burocrazia al potere frenera’ per altri anni ancora ogni vero rinnovamento pratico.
    L’unica possibilta’, io credo, e’ la Collaborazione coi Privati.
    Dare soldi a certe Accademie Private in Italia in modo che possano piu’ facilmente collaborare con la FIT.
    Dare Soldi ai Genitori(ma non i 280Euro ad Enzo o i 3000Euro a Quinzi) che preferiscono allenarsi in US, Francia, Spagna pagando loro le rette o parte di esse.
    Piu’ aiuti a trovare sponsors, accomodations, etc etc: sei atleta d’interesse nazionale? Hai questi diritti.
    Come facciamo a dire se sei d’Interesse Nazionale? Attraverso certi risultati e attraverso dei Tests alla stregua di quelli di Mouratopuglu nella sua Academy a Paris.
    Per esempio, se li facessero a Tirrenia io non avrei problemi a prenotare e ad avere Nicholas per 2-3 gg, pagando ovvio, sottoporsi a tutte le prove atletiche, a palleggiare con Furlan, Palumbo, Dell’edera,Infantino, Pinco Pallino e se poi secondo loro merita, bene, ditemi fino a quanto merita, sediamoci intorno a un tavolo, voi proponete, io vi spiego la nostra situazione, quello che vorremmo fare, vedsiamoci se ci si puo’ incontrare…Se non merita, secondo voi e’ ancora immaturo, no problem: fermo restando che la vostra e’ solo un’opinione per quanto qualificata,ovviamente andro’ in cerca anche di seconde opinioni ma comunque ci rivediamo il prossimo anno senza rancore. Anzi.
    ESISTE UNA POSSIBILITA’ COSI’?
    In tempi brevi io faccio fatica a vedere altre possibilita’ (campi pubblici, centri regionali, tornei nel week end di prassi, collaborazioni con la scuola)

  256. kill bill scrive:

    Ho letto con piacere le parole del Presidente Tropiano.
    Cominciare a fare un pò di autocritica nel sistema è già un inizio, che non sia facile cambiare lo posso capire, basta però che si smetta di pensare che sia colpa della cicogna dispettosa che non porta i talenti in Italia ma altrove.

  257. pibla scrive:

    CON RIFERIMENTO ALL’ITALIA:

    Quello che, sotto molteplici punti di vista, è davvero difficile, è lasciare l’Italia…
    …ma una volta che, per x motivi, la si è lasciata o la si è dovuta lasciare, potrebbe risultare un errore madornale farvi ritorno, come mille volte è stato detto, non tutto il male vien per nuocere…

  258. stefano grazia scrive:

    Nessuno ha colto la mia originale proposta? Perchè la FIT non indisce una sorta di Lotteria/Test a Pagamento da svolgersi in 2-3 gg a richiesta a Tirrenia tipo quello raccontato da Elettra che si fa da Mouratoglou a Parigi? Due obiettivi: mettere soldi in cascina e visionare cani e porci (detto con affetto).
    Certo, ci vuole metodo e serietà: test atletici veri e non abbozzati, drills, patterns sotto l’occhio attento di tutti i coaches responsabili,magari con la consulenza di un Piatti, conversazioni con l’atleta e coi genitori (ma va?) per capire obiettivi e disponibilitaà anche finanziarie e poi soprattutto capire cosa vogliono fare, allenarsi a Tirrenia, a Bologna, a berlino, in australia, in africa o in america, vedere se stan lavorando bene, trovare una soluzione (se stanno facendo bene perchè non continuare ad allenarsi come stanno facendo: la FIT da un TOT e poi magari tenersi in contatto, inviare video,incontrarsi ogni 3/6 mesi…)…

  259. marcos scrive:

    non trovo alcuna controindicazione all’idea di stefano. io penso, però, che in pochi andrebbero a tirrenia a pagamento, per soddisfare le proprie bramosie di genitori assatanati.

    i bimbi che giocano bene, infatti, sono invitati gratuitamente per essere visionati (col patrocinio dei comitati regionali) da fior di maestri. senza far spendere una lira ai genitori, per esempio, ronzoni della vavassori sta vagliando qualche decina dei migliori ragazzi (dai nove anni in su, se non sbaglio) della lombardia. e non li vede solo una volta: li richiama mese per mese, a prescindere dal circolo in cui si allenano. test di tecnica e test di atletica, per quattro ore. non so se è un caso isolato e se c’è un programma nazionale in questo senso, ma mi pare una buona iniziativa.

    è anche probabile che così facendo, vavassori cerchi di prendersi qualcuno dei migliori: non ci vedo nulla di male. la sua accademia, come anche quelle di altri, è lo sbocco naturale per chi, dopo i primi anni di agonistica in circolo, si trova un bimbo molto buono e non ha voglia, tempo e quattrini per espatriare.

  260. madmax scrive:

    valeria come ha già detto stefano per due anni abbiamo sostanzialmente parlato solo di questo… cmq riassumendo in due parole bisogna poter lavorare con grandissima qualità e sulla perfezione della tecnica (colpi appoggi e via dicendo possibilmente con l’apporto costante della video analisi), dopodichè (anzi in primis) è necessario lavorare duramente ma ancor più qualitativamente a livello fisico (e già dopo questi due fattori il numero di chi lavora così in italia è 0 anche perchè i preparatori atletici di alto livello nel tennis si contano sulle dita di una mano) e per finire è basilare poter lavorare molte ore con grande intensità e con la possibilità di cambiare continuamente avversario possibilità che normalmente si può riscontrare solo nelle accademie…

    ragazzi ma qui state scherzando!!! come giustamente e consapevolmente dice fulvio l’aiuto della fit è di questa entità se sei un under 12. man mano che sali aumenta il contributo ( se vinci tutte quelle competizioni che negli ultimi 30 anni hanno decretato il fallimento del progetto) ma aumentano e di molto anche le spese.. perciò a parte il fatto che poi dipende tutto da cosa mi si chiede in cambio (perchè se il programma non lo reputo valido non ne accetto nemmeno 50.000 di euro) ma per 3.000 euro nn mi siedo nemmeno a discutere a meno che in cambio mi si chieda solo di dire che mi alleno a tirrenia nonostante che nella realtà l’ultima volta che ci sono stato avevo (io) 18 anni e ci sono stato al mare… se invece già devo rispondere a più di una convocazione proprio non ci penso neppure molto meglio il test da mouratouglou….

  261. andrew scrive:

    lStefanoGrazia…

    la tua proposta è alquanto allettante ma forse non hai capito una cosuccia:

    quelle cose che tu hai detto sono auspicabili ma sono fattibili solo con:

    1. La mediazione del circolo FIT
    2. La mediazione del maestro certificato FIT
    3. La mediazione del settore tecnico FIT

    quindi…

  262. clitemnestra93 scrive:

    Ciao a tutti! Rieccomi!
    Per quanto mi riguarda se si vuol crescere in un certo modo un circolo non basta. Io parlo per esperienza personale, può essere solo un mio caso, non sono stata in tutti i circoli del mondo. Mi è venuta ormai una specie di idiosincrasia nei confronti della parola circolo, perché fino ad ora tutti quelli in cui mi sono imbattuta non si sono meritati ne la mia stima ne, tanto meno, il mio rispetto.
    A differenza di un circolo l’accademia è più attrezzata, e del tennis ne fa una scienza.
    Ho classificato i giocatori in due categorie ben distinte: quella dei giocatori amatoriali, che sono quelli a cui basta un circolo per imparare il diritto e il rovescio per giocare la domenica; e quella dei campioni, che di questo sport ne fanno una professione. La differenza tra me e la Jankovich può non essere il talento, ma l’esperienza e lo studio che ci sono dietro a quello che, in fin dei conti, per lei è un lavoro.
    Se nel tennis non voglio fermarmi nella prima delle due, un circolo secondo me non è sufficiente, non ci sono i mezzi per trasformarti in un campione. Poi se un maestro potesse veramente allenare campioni, non credo che insegnerebbe lì.

    @omissis/federazione
    Se volete sapere come funzionano i PIA, chiedete pure a me e a mio fratello.

  263. stefano grazia scrive:

    By the way, finito il libro di Sampras (che dopo aver stroncato all’inizio ho finito per rivalutare enormemente e che farò leggere a Nicholas:il Prof d’Inglese all’American School da come unico compito a casa la lettura di 20 pagine di un libro, un libro qualunque, scelto dallo studente…il libro di Sampras mi sembra una ottima scelta e ne ho tanti altri, della serie come fregare il teacher d’inglese e ottimizzare i nostri tempi) ho iniziato Breaking Back di James Blake per scoprire che ANCHE James Blake era famoso in tutto il New England per i suoi accessi d’ira dentro il campo-’everyone who played in the new england juniors has a story about playing me or watching me play during a match in which I flew into a ridiculous rage’) Una volta ha tirato la racchetta oltre la siepe in un altro campo, DOVE STAVANO GIOCANDO UN ALTRO MATCH.
    Lungi dal giustificare queste reazioni, mi conforta comunque cnstatare come tutti questi stati d’animo hanno fatto parte del 90-95% di quei giocatori che poi ce l’hanno fatta. Non importa che poi molti non ce l’hanno fatta magari a causa di quel carattere e che molti poi, per farcela, hanno dovuto scendere a patti con quello stesso carattere. ANZI, tutto ciò mi da speranza. Che a 10-12 anni il furore inconsulto sia una predominante comune e che poi si maturi, non si sia per forza condannati a restare dei dei bambini per tutta la vita.

  264. stefano grazia scrive:

    Clitemnestra! Welcome back! Ti sei sicuramente guadagnata un tifoso in più, il nostro Andrew… A parte ciò, a supporto delle sue parole, cosa si dice in fondo quando si vuol differenziare il livello di un giocatore di tennis? Buon giocatore di Club e Agonista (semipro e pro).
    Il Circolo è sinonimo di dilettantismo, l’Academy di professionismo o perlomeno di agonismo.
    Pur ammettendo le dovute eccezioni, io mi trovo abbastanza d’accordo.

  265. stefano grazia scrive:

    Però…mi è rimasta la curiosità, ame che son foresto…Come funzionano i Pia, Clitemnestra? Suppongo avendo come genitori Elettra ed Edipo che siate dell’idea che sia una Tragedia (greca, ovviamente).Anche l’opinione di tuo fratello, che suppongo si chiami Oreste, è benvenuta.

  266. Archipedro scrive:

    Andrew,
    allo scopo di perseguire il mio “progetto sportivo”, di cui al tuo post, ho deciso d’entrare (ora vediamo a che livello…) nella FIDAL. Così la nostra frequentazione del campo atletica e del Palaindoor sarà prossimamente strutturata e benedetta. Poi un giorno mi ritroverò, inascoltato, a proporre a qualche circolo (…) una joint-venture, per consentire ai giovani tennisti di fare della preparazione atletica nei luoghi adatti (…). Conoscendomi proverò inoltre a fare lo stesso anche con qualche squadra di pallavolo… stessa logica della trasversalità degli stimoli. E nuovamente mi guarderanno strano… Nel frattempo gli anni saranno trascorsi, ed avrò evitato che il piccolo si ritrovi parcheggiato in quei bei salotti in cui si parla del nulla con indole auto-celebrativa… Evitando che la nausea dell’ostentazione gli abbia tolto ogni voglia di prendere a pallettate i rampolli-amici-di (cosa viceversa divertente…). Perché è del tutto evidente che la strada dell’eccellenza agonistica è impervia, spesso introspettiva e solitaria, ma necessariamente edificante. Il “talento” in guerra contro tutto e tutti può ambire alla ricchezza ma non felicità. E l’intelligenza del campione sta appunto nel collocare il proprio percorso sportivo al centro d’un ampio universo di relazioni ed esperienze. Altrimenti si fa la fine dei vecchi ex-tennisti analfabeti che si giocano le mutande a poker… Ho fretta, anche troppa, di vedere come andrà a finire.
    Buon Natale!

  267. Edipo scrive:

    @stefano grazia

    secondo me funziona così: se sei un fenomeno anche se lanci la racchetta nell’altro campo, comunque ti sopportano, se sei una pippa ti mandano a zappare.
    Credo che il tennis faccia saltare i nervi a chiunque, sia fenomeni che pippe, soltanto che, giustamente, arrivando solo i fenomeni, risulta poi che l’intemperanza è propria dei campioni.
    Detto questo, credo anche che se fosse per i bigotti dell’abito bianco, lascerebbero a casa sia Connors che mcEnroe che chiunque altro, ma fortunatamente non se lo possono permettere.
    Se alcuni si calmano non è certo per raggiunta educazione, ma soltanto perchè se non stanno calmi non riescono a giocare.

  268. giancarlo scrive:

    c’era una volta in Lombardia un bellissimo e funzionantissimo PIA, ma un bel giorno alcuni dirigenti (o presunti tali) molto gelosi pensarono di distruggerlo, prima facendo nominare dalla FIT di Roma un nuovo Direttore (anzichè confermare chi per gli anni precedenti aveva svolto molto bene il proprio compito), un Direttore che non sapeva nemmeno cosa fossero i PIA, poi nel mese di Luglio (a stagione PIA ormai conclusa) sciolsero il PIA adducendo la scusa di non aver ricevuto in tempo la relativa documentazione.
    Guardate bene, questo PIA era indicato dagli stessi uffici della FIT (non dai suoi dirigenti) ai PIA delle altre regioni quale esempio da seguire nella compilazione della documentazione, nella puntualità applicativa, nell’organizzazione.
    Risultato, i bambini che con grande merito si erano qualificati sul campo alle finali nazionali di Piacenza, dovettero restare a casa.
    Come sempre, il CONI, puntualmente informato dell’accaduto, ha preferito fare orecchie da mercante…
    Questi sono i Dirigenti che attualmente governano sai in regione che a Roma (ovvero come buttare al vento i soldi che noi versiamo alla FIT)
    Ancora un sentito grazie da parte mia,genitore di un bambino, e da parte di tutti gli altri bimbi e relativi genitori.

  269. clitemnestra scrive:

    Allora… i circoli PIA dovrebbero garantire un minimo di ore ai giocatori della scuola tennis, cosa che non ho mai rilevato in nessuno di questi. Non stanno a guardare con imparzialità le possibilità di ognuno, ma è tutto a scopo “pubblicitario”. Schierando solo dei bambini, che di solito sono figli di soci o di maestri, per metterli in luce.
    Poi usano dei trucchetti in più, come portare ai raduni quelli che per loro sono “scarsi”, e farli giocare al fianco di quelli “forti”, di modo che questi ultimi risultino nettamente più talentuosi. Ma la verità è che i più forti hanno alle spalle cinque ore a settimana (per dire), e i più scarsi una o due (in gruppi da venti).
    Io vincevo più tornei di altri e non sono mai stata convocata, ma dato come stanno realmente le cose mi ritengo fortunata. Nelle riunioni del comitato provinciale non sono stata premiata, anzi deliberatamente ignorata. Pensate che sono arrivati a premiare un bimbo perché si faceva la doccia dopo aver giocato!
    Sicuramente quest’esperienza non ha fatto bene a me come non ha portato vantaggi a loro, poiché molti hanno smesso di giocare. Io comunque non ho una buona impressione della federazione. Poi, ormai, diffido di qualunque cosa rientri in quell’ambito.

    Ciao a tutti!

  270. andrew scrive:

    Sono contento di risentirti, Archipedro…

    in bocca al lupo per il tuo progetto sportivo che credo si possa definire di “ampio respiro”. Un giorno spero verrai a insegnare a correre a mio figlio, che quando scatta sembra un cartone animato (ossia, i primi 3-4 passi sono fissi e ripetuti sul posto e poi parte con la nuvoletta di polvere dietro). Ricambierò con una sessione gratuita di vaffantennis con il CCV.

    Intanto buon natale a te e a tutti i bloggers…

  271. madmax scrive:

    non tutti i pia sono però come li decrive clit…. mia figlia appunto faceva parte del famoso pia citato da giancarlo… beh quel pia era ben diverso tanto è vero che il figlio dell’unico maestro che giocava era anche il migliore, mentre gli altri erano solo riserve… infatti in cinque partecipazioni due volte campioni d’italia un terzo, un quarto posto più la finale raggiunta (e non fatta giocare sempre però nel bene dei ragazzi)..

  272. Edipo scrive:

    @madmax

    era forse l’unico e adesso non c’è più. Leggendo Giancarlo quasi ero commosso per l’esistenza di un pia…. ma poi mi sono ripreso.
    Sono d’accordo con te madmax, non tutti, ma la questione è puramente statistica e non credo che ci si possa ritenere fortunati ed appartenenti alla giusta nazione.
    Io giocavo, mia figlia gioca, siamo alla seconda generazione, circa 35 anni di storia del tennis italiano sono scorsi davanti ai miei occhi lasciandomi un’impressione che preferisco non definire.
    Ma quello che non sanno in Federazione è che giocheranno (probabilmente) anche i miei nipoti.
    La guerra è in corso, e semmai dovessi un giorno vincere…..

  273. Gus scrive:

    Per cominciare vi auguro Buone Feste. Mi auguro che questo blog prosegua nel 2009 con grande vigore.

    @max: certo che è “anche” come dici tu. Però lo sport a livello pro, al livello dei migliori lo fai ancora e solo se insieme a tutto il resto, che ovviamente ha la sua estrema importanza, hai ancora gli stimoli giusti, la voglia di andare avanti. L’adrenalina, quell’euforia da vittoria è la spinta che ti fa continuare. I soldi sono solo la conseguenza. Federer quest’anno non giocherà certo per i soldi (ne ha e ne avrà comunque e anche senza faticare per anni e anni) ma per provare a battere di nuovo Nadal a Wimbledon. In questo senso parlavo di “divertimento”. Federer, se gioca ancora a tennis, lo fa perchè si diverte a fare la cosa che più di ogni altra lo soddisfa, lo diverte, lo fa sentire bene. E’ una fortuna che, nella vita, hanno pochi eletti.

    Un grande abbraccio

    Gus.

  274. Gus scrive:

    @nik85:
    “E’ romantico pensare che l’intepretazione dello spirito sportivo a livello professionistico sia quella propria di Gus”

    Grazie. Ma è questo il bello dello sport, è ovvio che un mediocre giocatore che ha raggiunto il suo massimo, cerchi magari di raccogliere ancora qualche soldo, in qualche primo turno. Lo capisco, anche. Non ha guadagnato le cifre di un top ten, non ha avuto le soddisfazioni di un top ten. Ma i grandi, i più grandi, no. Loro soldi ne hanno guadagnati moltissimi e continuano a giocare, anzi ancora di più perchè è la cosa che li riempie, che li rende sereni e felici, altrimenti uno come Federer potrebbe tranquillamente andarsene a casa a godersi i suoi soldi e tutti quelli che comunque guadagnerà per tutta la vita.

    Quale altra molla ha se non la gioia di fare la cosa che lo appassiona di più?

    Gus

  275. Gus scrive:

    @stefano
    “madmax mi ha preceduto: stai confondendo agonismo e professionismo”

    “Ma non dimentichiamo la differenza fra Social Tennis e Pro Tennis.”

    Secondo me si diverte di più Federer che il sottoscritto, lui ha avuto la grandissima fortuna, un destino per pochi uomini, di trovare nella sua passione, nel suo hobby, il suo lavoro e il suo divertimento.

    Perchè dovrebbe continuare a giocare, se non perchè è la cosa che gli da più soddisfazione?

    I soldi? Io continuo a non credere che questa sia la molla psicologica principale. Sbaglierò, forse, ma la vedo così.

    Non tutti gli sport rendono ricchi e quindi, qual’è il motivo per cui si continua a fare sport pro anche a 40 anni?

    Non dimentichiamoci quanto è importante la componente “gioco” nella nostra vita.

    Per fortuna, penso io. :-)

    Gus.

  276. stefano grazia scrive:

    GUS: Non tutti gli sport rendono ricchi e quindi, qual’è il motivo per cui si continua a fare sport pro anche a 40 anni?

    Mi vengono in mente due motivi:
    1)non sapere fare altro?
    2)sempre meglio che incominciare a lavorare davvero?

    Vabbè, scherzo!
    Certamente ai più il tennis piacerà anche,ci mancherebbe, ma non nascondiamoci che i grandi campioni di uno sport in realtà spesso qando vogliono divertirsi…ne praticano un altro! (il golf, il calcio, il basket … Nalbadian si da al rally).
    Molti hanno scelto il tennis non perchè gli piaceva ma perchè in quello sport riuscivano meglio che in altri (Federer e Nadal col calcio, Courier col baseball, anche Gasquet col rugby mi pare d’aver letto da qualche parte…)
    Quel che gli piace veramente è competere,il brivido che ti da la competizione e soprattutto quando sei competitivo, l’adrenalina che scorre, tutte queste cose qui…
    Però certo che gli deve anche piacere, e qualcuno se ne accorge forse solo quando ha smesso … Ma secondo me ci divertiamo più noi a giocare per l’oore della pizza o della birra che loro … Per esempio,domenica scorsa ho giocato con un italiano di 23 anni più giovae, scarso tennista ma ex pallavolista (mi avrà fatto una ventina di slam dunk alla Sampras) e mentre perdevo i primi due sets mi sentivo sempre più vecchio…poi quasi scherzando ho detto: ovviamente, best of 5, e abbiamo continuato e ho vinto io il terzo e il quarto prima di dichiararci soddisfatti sull’1/1 del quinto… Sono ancora qui col sorriso ebete stampato sul viso al ricordo di come improvvisamente il vento avesse girato (in realtà c’è una ragione tecnica: la mia palla non viaggia e quindi io sono un diesel, ma i 23 anni di differenza neli scambi protratti si sentoo e come…calata l’esplosività della su giovinezza che gli permetteva di prolungare gli scambi , mandarmi in apnea e poi attaccarmi rete costringendomi a dei passant millimetrici che altrimenti ,volley o smash, il punto era suo, un volta calata la sua esplosivtà, il mio ritmo diesel rimasto pressoch lo stesso, i miei colpi sono diventati più ficcanti … E quel che mi fa più rabbia è che non ci sia nessuno con cui parlare di questo match! Tutti in ferie! E non l’ho nemmeno vinto due sets pari…noi possiamo permetterci di fare un set a testa e andarcene a casa felici, i pro no, alla fine della giornata un deve piangere…

  277. Julien scrive:

    scusa madmax, tra i dieci ragazzini che si allenano bene al mondo hai messo anche tuo figlio? Gli altri 9 chi sono? I suoi compagni di sat?
    Mi sembra che ve la suonate e ve la cantate ma ci sono anche gli altri, prima di insegnare agli altri non sarebbe meglio vincere qualche torneo nternazionale?

  278. gio92la scrive:

    Beh per il momento un caro augurio di Buon Natale a Stefano , Max, Mauro e tutti i genitori del blog !!!
    E dal 26 di nuovo in campo (i figli) e noi a soffrire…….

  279. Gus scrive:

    stefano. “Quel che gli piace veramente è competere,il brivido che ti da la competizione e soprattutto quando sei competitivo, l’adrenalina che scorre, tutte queste cose qui…”

    Anche io la penso così, e più hanno conosciuto il successo, l’apice, e più gli mancherà dopo.

    Complimenti per la partita. :-)

    Gus.

  280. Edipo scrive:

    Buon Natale a tutti da parte di tutta la famiglia greca, Edipo, Elettra, Clitemnestra93 e Oreste97.
    Siccome a Natale siamo tutti più buoni, consiglierei di evitare di scrivere, perché potremmo correre il rischio di fare gli auguri anche alla Federazione…… :-)

  281. madmax scrive:

    Julien hai letto e capito tutto… infatti ho proprio un bel figliolo che va alla sat…

    conosci quel detto che dice meglio tacere dando l’idea di essere stupidi che parlare togliendo ogni dubbio?

    per il resto se invece sei contento tu di come si allena il/la tuo/a o se sei convinto di allenare come meglio non si potrebbe allora siamo contenti tutti… auguri e buon natale

  282. Mauro scrive:

    Auguri a tutti anche da parte mia.

  283. Pinot scrive:

    Inutilmente offensivo signor Julien.
    Madmax e gli altri, a me, sembrano stazioni radio che trasmettono da varie latitudini con il loro portato di vita e, a prescindere dalle diverse opinioni, vi è un arricchimento per chi frequenta il blog. Un arricchimento in uno specifico settore che, in un mondo particolare come quello del tennis dell’infanzia e giovanile, è raro trovare altrove. E quando si trova costa parecchio o è troppo tardi.

    Le opinioni sono variegate e ciò è ricchezza e mi sento di ringraziare chi mette a disposizione la propria competenza e la propria esperienza e, non ultimo, il proprio tempo per alimentare il blog.

    * Mi sembra che ve la suonate e ve la cantate…*
    Al contrario, le opinioni qui espresse hanno avuto eco anche in trasmissioni televisive nazionali ma quello che più importa modificano l’approccio al tennis giovanile di chi frequenta questo posto, o comunque, hanno modificato il mio.

    A me questo posto sembra caldo ed accogliente.
    Faccio a tutti gli auguri di Buon Natale.

  284. stefano grazia scrive:

    E continuiamo a farci del male…Julien, ma che c’entra? A parte la battuta, che sarebbe stata anche carina, ma così dai proprio l’impressione di uno che ha letto di corsa e con l’insofferenza del Maestro di Circolo che crede ancora che Bollettieri sia un cioccolataio come tutti pensavano ancora nei primi anni 90 o di un Genitore frustrato dagli insuccessi del figlio/a affidato e poi abbandonato a strutture federali (ma cosa vogliono questi qui che non sanno che tanto è inutile…). Tra l’altro sei superficiale e affrettato e sbagli completamente bersaglio visto che Mad Max non ha un figlio ma una figlia a cui ha fatto fare esattamente il contrario della SAT (di cui abbiamo più volte sottolineato l’inutilità a livello agonistico) affidandola fin dall’inizio ad esperti del settore come Catizone e la Vavassori Academy e seguendola di persona passo per passo: poi potrà riuscirci o meno ma sicuramente lui almeno non si potrà mai rimproverarsi di non aver fatto tutto quel che poteva e doveva. Poi se si deve per forza trovare gusto ad attaccare qualcuno solo perchè predica che per avere successo bisogna lavorare sodo e bene, mah,allora mi viene il dubbio che la maggior parte della gente del settore covi la nemmeno tanta segreta speranza che nessun italiano ce la faccia per non provare poi sensi di colpa e rimorsi per non avercela fatta lui. Insomma, invidie, gelosie, remare contro, mal comune mezzo gaudiodella serie ” l’importante non è tanto che non ce la faccia io ma che non ce la faccia tu”.
    Ecco, magari non era questo che volevi dire ma è questo che il messaggio che hai trasmesso, Julien, e non è mica tanto bello come messaggio …

  285. andrew scrive:

    Auguri a tutti…

    oggi, ultimo allenamento vaffantennistico 2008. Dalle 14 alle 16, sui campi pubblici scoperti, poi è scesa la nebbia e un freddo cane. Mentre il CCV si occupava degli allievi, ho avuto occasione di fare un’oretta con suo figlio, classifica 3.2 ma con un tennis ben al di sopra. Tra le altre, parlando, mi diceva che deve aver visto in azione il figlio di StefanoGrazia circa 3 anni fa da Zavoli, dove si allenava.

    Vabbè, panettone e vin brulè/cioccolata calda finale e ci si rivede nel 2009.

    Buon vaffantennis a tutti…

  286. francesco b scrive:

    Da Lisboa un augurio a tutti ed in primis al nostro insostitubile stefano.
    Qui conoscerò domani una forte ragazza del 94 ,P. Martins n° 9 del ranking europeo u. 14, che attualmente si trova da Bolletieri sono curioso di chiedere a lei ed al suo coach tante informazioni sul suo percorso.Buone feste a tutti

  287. stefano grazia scrive:

    ERRATA CORRIGE: ovviamente nonera “l’importante non è tanto che non ce la faccia io ma che non ce la faccia tu” ma “l’importante non è tanto che ce la faccia io ma che non ce la faccia tu” sena il primo non.
    Su, non fate i rosiconi e come proposito per l’anno che verrà invece di augurarci che qualcuno NON ce la faccia, auguriamo a tutti di farcela, qualunque cosa essi vogliano fare … Dai che è Natale, quando tutti fanno almeno finta di essere più buoni!

    Andrew, di chi si tratta? E quanti anni ha? Tre anni fa (2006) Nicholas fece solo un paio di giorni a fine agosto da Zavoli ma nel 2007 ci passò spezzettate in tempi diversi quasi tre settimane… non c’erano però coetanei…Dovrebbe aver conosciuto dunque anche il Prof Buzzelli…Come è piccolo il nostro mondo,eh? Altro che 6 gradi di separazione ….

    Mentre voi vi state abbuffando nella tradizionale vigilia di Natale io sono qui solo soletto nel continente nero dimenticato da dio e dagli uomini-in effetti-ed è forse una conseguenza del nostro splendido isolazionismo tennistico monotematico- non mi ha cagato proprio nessuno e gli inviti a cena che una volta fioccavano numerosi, quest’anno sono stati invero pochi (ma una volta organizzavo tornei per tutta la Comunità Espatriata, adesso sono sono tutto casa-lavoro-allenamento (di Nicholas)- e insomma, qui solo soletto, a parte un comprensibile velo di malinconica ma compiaciuta tristezza (come Corto Maltese, mi sorprendo spesso a recitare per un pubblico invisibile…),mi accorgo anch’io che domani è Natale, se Natale può essere in un posto dove è semplicemente un’occasione per spillarti dei soldi (al Club, all’Ufficio, al Gate del Compound, ai Check point e agli incroci da poliziotti e vigili ) e comunque non può essere davvero Natale se il mio programma domani è disertare il pranzo aziendale in Guest House ma prendere l’Agip Boat e andare al mare coi cani, farmi 1h30 di jogging andata e ritorno fino al relitto sulla spiaggia oceanica e mangiarmi un piatto di frutta preparato ai capanni sulla spiaggia interna di Tarqwa Bay… Difficile sentire l’atmosfera… Nicky no, in questo momento è a Sorbara, con le famiglie dei nonni e zii materni e nipoti e cugini, quelle grandi famiglie contadine (produttrici di Lambrusco)che si riuniscono nelle grandi occasioni in grandi tavolate senza fine (d’estate nell’immenso cortile all’aperto fra le due-tre case coloniali tipiche di certi film),zii e cugini che nè lui nè io vediamo mai e in pratica nemmeno conosciamo nè sapremmo riconoscere uno per uno ed è un peccato, visto che da parte mia non è rimasto quasi nessuno…Quindi Nicholas sta tenendo banco, lui è un po’ il cugino lontano d’america e come potete immaginare si diverte a stare al centro dell’attenzione…Domani pranzo di Natale col Nonno e poi su a Folgarida…Mi raccontava Gabrì che il volo Lufthansa da Miami era pieno di ragazzini con la racchetta che rientravano dopo l’Orange Bowl…A fianco di Nicky si è seduto il numero uno U14 della Bielorussache aveva fatto 3 turni e i due hanno fatto amicizia, condividendo la loro appartenenza ad un ristretto gruppo, una sorta di fratellanza…Guardandoli Gabrì si chiedeva se 10-12 anni prima magari qualcuno si era trovato di fianco ad un ragazzino molto simile di nome Roger…
    Buon Natale A Tutti !

  288. Roberto Commentucci scrive:

    Auguri di cuore, Subcomandante.

    Ti sono vicino.

    E buon Natale a tutti.

  289. madmax scrive:

    ovviamente auguri di cuore a tutti…

    cmq stefano certo alle abbuffate (ancora) partecipo (il 7 ho l’appuntamento con il dietologo obbiettivo -30 perciò mi sfogo..) ma per il resto nn mi accorgo nemmeno del natale in quanto in questi giorni abbiamo ritmi di allenamento di 6 ore al giorno… a dirla tutta mi accorgo che è natale solo perchè siamo i “proprietari” assoluti di palestra e campi da tennis, quindi w le feste

  290. marcos scrive:

    in chiusura, la gallina m’ha distrutto: sognerò un pallonetto.

    auguri agli amici vicini ed a quelli lontani!

  291. tilden scrive:

    Cari auguri di Buon Natale a tutti a chi è vicino alla sua famiglia ed a chi ne è purtroppo lontano.

  292. Rik scrive:

    Anche se in ritardo, augurissimi a tutti per un Felice Natale ed un fortunato 2009

  293. stefano grazia scrive:

    bè, Enzo…che fine ha fatto il Piccolo Seby? E raccontaci anche del Lemon Bowl…io per 15 gg potrò solo raccontarvi di discese in neve fresca (spero)…
    Comunque nei prossimi giorni non so come sarò messo ad Internet (mi devo riallacciare, ho un Mac,sono in un paesino sperduto (Folgarida in pratica è una curva, un piazzale: belle le piste con una Nera impegnativa e ottimamente allacciate a Madonna di Campiglio e Marilleva,ma ho qualche dubbio per quel che riguarda il Web) e blahblahblah e soprattutto dovrei appunto passare diverse ore anche a sciare, quindi se non mi sentite, non preoccupatevi, voi continuate tranquilli tanto ho già inviato a Roberto TRE nuovi pezzi introduttivi… Non vi dico i titoli, un po’ di souspence non guasta, ma voi datevi da fare, mantenete vivo questo pezzo di Blog…E se non ci sentiamo prima, Felice Anno Nuovo a Tutti

  294. Gus scrive:

    Carissimi, dopo essermi abbuffato ed essere arrivato in 6 mesi a + 6 rispetto al peso forma (72 Kg), bestemmio tutto il giorno contro la mia panza che aumenta.
    Ma in dono ho ricevuto un cardiofrequenzimetro che invita all’allenamento e al dimagrimento. Per un attimo volevo rispondere per le rime a chi se lo meritava, poi ho pensato che dare spazio a chi è qui solo per “disturbare” non meritasse replica. Siccome la stupidità è una degli argomenti a cui mi applico più volentieri riporto uno degli scritti che dovrebbe illuminare almeno quelli che sono in grado di capirlo: da Robert Heinlein “Non sottovalutare mai il potere della stupidità umana”.

    Voi non avete idea di quanto mi piacerebbe vivere vicino a qualcuno di voi, così da potermi lasciar trascinare, da pigrissimo quale sono, nell’allenamento intelligente del cuore e della mente. :-)

    Un abbraccio

    Gus.

  295. anto scrive:

    Scusate il ritardo per gli auguri, ma io il 25 dicembre purtroppo ho lavorato. Auguri a tutta la ciurma!