Addio Martina e non arrivederci.
Una brutta uscita di scena…ma due anni sono troppi o giusti?

 
5 Gennaio 2008 Articolo di Ubaldo Scanagatta
Author mug

Aveva già appeso la racchetta al chiodo, ma le hanno appioppato ugualmente due anni di squalifica, semmai dovesse ripensarci… Gli strascichi dell’annus horribilis del tennis tracimano nel 2008, sulla scia di scandali più presunti (per ora) che verificati. La svizzera Martina Hingis, 27 anni, ex n.1 del mondo, la più giovane n.1 di sempre a 16 anni, sei mesi e un giorno, dominatrice del circuito Wta fra il ’97 e il 2000 (5 Slam conquistati in quel periodo) era risultata positiva alla cocaina il 29 giugno scorso, durante Wimbledon.
Per evitare dispersioni nei commenti invito chi voglia farli a aggiungerli al precedente post. Poichè inserisco qui come commento, anche se commento non è, soltanto un’eccellente articolo che l’ottimo Stefano Semeraro, vicedirettore di Matchpoint aveva scritto per La Stampa del 2 novembre, all’indomani della conferenza stampa di Martina…vi prego di non commentare qui sotto. Vedi anche, in rassegna stampa, il bell’articolo di Vincenzo Martucci sulla Gazzetta dello Sport di oggi
Lei stessa lo aveva rivelato in una conferenza stampa a Zurigo il primo novembre quando aveva annunciato anche il suo basta al tennis “pur essendo al 100 per 100 innocente”.
E’ possibile riascoltare quella conferenza, in cui lei appare fredda e incredibilmente distaccata (proprio come quando scherzava le sue avversarie con quel sorrisetto beffardo e antipaticoccio) mentre legge un comunicato predisposto dai suoi legali…cliccando sul primo commento al precedente post inviatoci (grazie!) da un nostro assiduo lettore svizzero, Francesco da Lugano.
In un primo momento Martina aveva detto che non aveva neppur voglia di sottoporsi all’inevitabile trafila di interrogatori e processi che sarebbero seguiti se lei si fosse appellata, poi ha cambiato idea. Forse anche per proteggere la propria immagine.
“L’accusa è così orribile, mostruosa che ho deciso io di affrontare la stampa…considerando la situazione, l’età, I miei problemi all’anca, ho deciso di ritirarmi. E se non aggiungo altre risposte è perchè esse potrebbero offendere qualcuno e crearmi ancora più problemi…non ho mai preso droghe, ve l’assicuro”.
Mai dire mai, ma stavolta vere o false che fossero le dichiarazioni di Martina già protagonista di un primo clamoroso ritorno nel gennaio del 2005 dopo tre anni di stop (riuscendo a rientrare tra le top-ten!) un secondo ritorno sembra proprio molto improbabile, anche se teoricamente Martina a 29 anni, con la classe che ha, potrebbe riprovarci. Se, dopo una maternità, ce l’ha fatta Lindsay Davenport a 30 anni passati…perché non lei?
Una commissione indipendente le ha inflitto anche l’obbligo di restituire i soldi guadagnati da Wimbledon 2007 in poi, cioè 129.481 dollari, spiccioli per una che ha guadagnato 20 milioni di dollari di soli premi e almeno due volte tanto di sponsorizzazioni in 10 anni di carriera.
Purtroppo, con 25 tennisti che devono sottoporsi ad altrettante per difendersi dalle accuse di aver scommesso, anche questo 2008 _ sulla scia del 2007 _ non si avvia nel modo più sereno. Va aggiunto però che a oggi, di tanti presunti scandali, di match sotto inchiesta per presunta combine ce n’è uno solo, quello fra Davydenko e Vassallo Arguello, e sebbene il russo abbia fornito i tabulati dei suoi telefonini ancora nulla è saltato ufficialmente fuori. Quanto alle scommesse, non dovrebbero essere certo le 50 scommesse da 5 euro di Bracciali, né i 90 euro complessivi malamente “investiti” da Starace (con quelle sanzioni esagerate) a far ritenere il tennis uno sport malato. La stessa cocaina di cui avrebbe fatto uso Martina (come in passato Wilander e Novacek, Gerulaitis e McEnroe …tipi da discoteca) non era un espediente per vincere una partita in più. e secondo me, anche se Martina avrebbe “mollato” anche se l’avessero sospesa per un solo anno, la pena è _ se non troppo severa _ abbastanza sproporzionata a confronto di quelle inflitte a certi giocatori che, dopati due volte (e non per ballare ina una discoteca) ma per vincere qualche match e molti dollari in più, hanno rimediato squalifiche meno severe.

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3 Commenti a “Addio Martina e non arrivederci.
Una brutta uscita di scena…ma due anni sono troppi o giusti?”

  1. Stefano Semeraro scrive:

    Art. scritto per la Stampa del 2 Novembre 2007
    Era stata l’ultima divina prima di Justine Henin a tirare di fino, a disegnare il campo da tennis con geometrie impeccabili, leggere. Numero uno del mondo per la prima volta a 17 anni, nel ’97. Una piccola budda dei courts, tutta ritmo e sorrisini che sembravano paresi. Adesso l’accusano di aver tirato - anche - di coca. Di esserci andata giù pesante. Di essersele fatte, le righe, non solo di averle sfiorate colpendo la sferetta di gomma. E’ l’ultimo scandalo che si abbatte su uno sport decisamente in crisi di immagine, fra scommesse illegali e polemiche assortite. Martina Hingis, Little Miss Perfection sviluppatasi nel tempo in una sorta di vedova nera, attraverso ripetuti flirt con sportivi opacizzati all’istante dal suo fascino solo in apparenza gelidino, è risultata positiva alla cocaina in un test anti-doping durante l’ultimo Wimbledon.
    Lo ha spiegato lei stessa, durante una conferenza convocata ieri a Zurigo per dichiararsi “innocente al 100 per cento”. Analisi e controanalisi, per ora solo ufficiose, la condannano. Lei per stroncare sul nascere accuse “così orrende e mostruose”, si è sottoposta volontariamente ad un test dei capelli che avrebbe dato esito negativo. “L’unico doping che ho sempre usato è stato il mio amore per il tennis”, ha metaforizzato la Hingis. “Dicono che la cocaina procuri euforia, io so solo che è impossibile giocare a tennis in stato di euforia. La droga mi ha sempre fatto orrore”. E qui, dal bianco si vira verso il giallo: “I miei legali e gli esperti hanno già trovato molte inconsistenze nel modo in cui sono stati maneggiati i campioni di urina”, ha continuato Martina. “Ma queste cose vanno sempre per le lunghe e io non ho voglia di passare anni della mia vita a combattere contro i dirigenti dell’anti-doping. Sono frustrata e arrabbiata, questa faccenda mi toglie motivazioni e così ho deciso, anche per via dell’infortunio all’anca che mi affligge da tempo, di ritirarmi dal tennis”. Colpevolisti, innocentisti, scatenatevi pure. La cocaina non è merce nuova nel tennis. Mats Wilander e Karel Novacek nel 1996 furono beccati con le narici nella bustina, più di recente è toccato all’oscurissimo spagnolo Diego Hipperdinger, due anni di squalifica nel 2004. Quella sagoma di Ilie Nastase una volta si presentò a Wimbledon con una foglietta di coca arrotolata nel naso, e (presunte) sniffate eccellenti hanno impolverato anche la carriera di Yannick Noah, Vitas Gerulaitis, John McEnroe e soprattutto di Bjorn Borg, un numero uno che come la Hingis si era ritirato dall’attività e poi era rientrato solo per scoprire che l’epoca d’oro era finita. Sciolta come neve al sole di un tennis diverso. Dopo la pausa fra la fine 2002 e l’inizio del 2006, imposta da un noisoso infortunio a un piede, Martina è riuscita a tornare anche n.6 del mondo, ha vinto tre tornei. Ma non si è mai neppure avvicinata ai livelli fatati di un tempo. Il vero problema per il tennis non sono però le tirate di naso della Hingis – lacrime o coca si vedrà – ma il tempisto infausto della notizia, che piomba su uno sport alle prese con una crisi che rischia di sconfinare nella farsa.
    Si era appena usciti dalle livide querelle sul doping – ultimo scabroso caso quello di Canas – ed ecco che scoppia il bubbone delle partite truccate e delle scommesse illegali. Tanto che per indagare in spogliatoi dove ormai i mafiosi russi paiono più numerosi dei fisioterapisti (o forse gli uni coincidono con gli altri, non si sa), la polizia francese, durante il torneo in corso questa settimana a Parigi-Bercy, ha infiltrato alcuni suoi agenti in borghese. Ieri Etienne De Villiers, il grande capo dell’Atp che sognava di trasformare il tennis in Dysneyland ma si ritrova nel tunnel degli orrori, mentre il suo collega della WTA faceva esercizio di pesceinbarilismo ha annunciato da Londra che verranno banditi a vita dal circuito i giocatori beccati a scommettere. Sempre ammesso che li si becchi, ovvio. Contemporaneamente però, a Bercy, è andato in scena, pardon, in campo, uno spezzone di vaudeville con Nikolay Davydenko, sospettato numero uno del caso e già richiamato la scorsa settimana per scarso impegno, preso letteralmente dai fondelli dall’arbitro francese Cedric Mourier. “Guarda che stai servendo peggio di me”, lo ha sfottuto dopo l’ennesimo doppio fallo nel match poi perso contro Baghdatis. Kolya il biondino, apparentemente smarrito come un bimbo, non si sa più se perfido e abilissimo camuffatore o colpevole kafkiano di un crimine mai (s)commesso, è sembrato ad un tratto l’immagine vivente di un tennis che non sa più dove sbattere testa e racchetta. E neppure Federer, ieri di nuovo sconfitto da Nalbandian, al momento sembra poterlo aiutare.

  2. john john scrive:

    so che può sembrare una sottigliezza ma a mio parere non lo è affatto
    se la hingis si è drogata per migliorare le sue prestazioni agonistiche sul campo da tennis due anni sono pochi, credo che l’unica sanzione, a meno di non voler liberalizzare l’uso di droghe nello sport, sarebbe la radiazione
    se invece è una addict, ha cioè un personale problema di dipendenza dalla sostanza è, insomma, crudamente, una tossicodipendente, beh allora due anni possono essere giusti per consentirle un recupero -sempre difficilissimo inutile farsi illusioni- della sua persona, cercare di disintossicarsi e tornare a essere un normalissimo essere umano non più schiavo della chimica; ma l’antidoping è ancora uno strumento rozzo e occasionale e non credo arriverà mai a simili distinguo
    a proposito buon anno a tutto il blog

  3. marco.napo scrive:

    sentiamo la mancanza della hingis?
    è vero che la droga tra poco la venderanno al supermercato ,ma almeno lo sport e gli sportivi dovrebbero dare il buon esempio.
    altro che due anni,la metterei alla gogna,alla berlina come si faceva nel medioevo………..
    siate sicuri che la nostra campionessa ha gia altri hobbi interessi (anche finanziari) non ha certo il problema di arrivare alla fine del mese.
    un saluto

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